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L’uso del Lei in Ospedale: diventa obbligatorio ?

Riportiamo qui un interessante articolo apparso sul Gazzettino di Padova sull’uso del Lei in Ospedale e Case di Cura e in ogni luogo di cura. Si tratta di un vecchio problema di cui io mi sono occupato anche in passato e del quale si è discusso nei reparti e negli Ospedali dove ho lavorato. Era giusto dare il Tu agli ammalati ricoverati ? Era preferibile dare il Lei ? Si poteva dare secondo discrezione ?. Come si comportano i medici e il personale negli altri stati europei ?

Riporto qui l’articolo a scritto dal giornalista Antonio Prezioso e poi diciamo la nostra opinione e come riteniamo sia meglio comportarsi.

L USO DEL LEI IN OSPEDALE

L appello di Lucia Favero il Gazzettino 23 aprile per la sua attualità ed efficacia meri ta attenzione e riscontro Ho letto qualche giorno fa che l Azienda ospedaliera di Pado va ha fatto proprio il codice di comportamento dell Ulss 16 per cui ai pazienti diventa obbligatorio dare del lei Prov vedimento di grande attualità e civiltà in linea con il faticoso riconoscimento della dignità di tutte le persone specialmen te delle più deboli ma non solo a causa della malattia bensì anche per molti altri motivi Fra questi eccelle la vecchiaia spesso infatti i vecchi sono ridotti in condizione di sostan ziale sudditanza Il loro benes sere infatti non dipende solo dall ambiente fisico nel quale volenti o nolenti devono vive re ma anzitutto dall ambiente umano E il rispetto per la dignità della persona che si manifesta concretamente nell uso del lei è condizione essenziale per un corretto rap porto di prossimità e di collabo razione . A questo proposito vorrei cita re la Carta dei diritti dell an ziano non autosufficiente ela borata nel 1987 del compianto mons Giovanni Nervo presi dente della Fondazione E Zan can di Padova Carta valida anche per l autosufficiente perché si tratta dei diritti di qualunque persona considera ta nella sua fisicità e nella sua intelligenza e spiritualità Sa rebbe necessario che ad essa si ispirassero anzitutto i re sponsabili di istituti case di riposo pensionati gli operato ri sociosanitari badanti vo lontari ecc con periodiche verifiche dei risultati nelle quali anche gli organi di infor mazione dovrebbero partecipa re Anche su questi temi si può valutare la civiltà di un popolo

Questo l’articolo che condivido ma che impone alcune riflessioni per capire quale sia il migliore comportamento e come questo possa variare da paziente a paziente

Proviamo a vedere cosa succede in Germania. Io ho frequentato il Dipartimenti di Urologia  a Monaco di Baviera.

Al paziente davano tutti ( medici e infermieri ) il SIE che corrisponde al Lei ma è un Lei di cortesia. Tutti usano il SIE , la parola tu ( DU) era usata solo fra amici e familiari

In Inghilterra fui a Londra per imparare la Proctologia e si usava sempre il YOU ma era un Tu diverso dal nostro. Era usato fra tutte le persone. Il Tu vero si usava solo per DIO mi dicevano.

In Italia esiste il Lei e il Voi e il TU

Ma hanno un significato diverso

Il Lei è un rivolgersi ad una persona con rispetto e si usa sempre fra persone che non si conoscono o che hanno livelli differenti come posizione sociale o di lavoro

Il Lei ha perciò un significato da saluto da un superiore ad inferiore. Voi vedrete che un superiore da del Tu ad un inferiore e l’inferiore risponde con il Lei

Il Tu implica un gradi di amicizia, di parità di familiarità e si usa anche nel alvoro tra colleghi dello stesso tipo di lavoro

Per esempio due medici che non si conoscono si danno del Tu a meno che uno sia anziano o di grado superiore e allora si darà il Lei e il Tu rispettivamente

Il Voi era usato una volta e si usava come rispetto verso una persona familare

E allora come può essere il comportamento tra medico e infermiere  e tra operatori sanitari in genere e paziente ?

Non credo che si debba dire : è obbligatorio dare il lei al paziente

Credo invece che debba essere usato il lei tra medico e infermiere e tra infermiere e medico e questo per due motivi

1) Nesuno è superiore all’altro e quindi  essendo paritari si deve usare lo stesso pronome per rispetto reciproco

2) L’immagine vuole la sua parte.. Un paziente che vedesse  darsi il tu tra medico e infermiere e viceversa potrebbe avere una immagine di poca professionalità e anche avere l’impressione che vi sia più amicizia che professionalità sul lavoro.

 

Diverso è il pronome tra medico e infermiere verso il paziente.

Dare a tutti il Tu certamente è sbagliato ed io ho ricevuto proteste e commenti di pazienti che si sono lamentati che qualche medico usa il tu. Si sentivano umiliati e trattai come inferiori. Mi ricordo sempre una insegnante che mi disse: ma cose si permette quel medico a darmi del tu come se fossimo amici !.

Il Tu potrebbe essere usato verso i bambini fino ad una certa età. Certamente non si troverà mai un paziente che protesterà con il medico che gli sta dando il Tu perchè effettivamente un paziente ricoverato e malato si trova in uno stato di inferiorità psicologica e quindi non sa reagire. Le proteste le farà successivamente

Il Tu poi potrebbe essere usato verso un paziente anziano se si vede che lo preferisce in quanto si sente in famiglia ed ha l’impressione di essere curato e assistito con più amore

Ma in genere è bene dare sempre il Lei. Per rispetto e non essendo in confidenza e non conoscendo il paziente.

Quindi credo che quanto letto nell’articolo del Gazzettino sia condivisibile  ma sia discutibile quanto deciso dalla ASL N 16

Certamente piuttosto che sbagliare è meglio usare il Lei a tutti ma si deve dare al medico e all’infermiere la possibilità di dare il tu se il paziente e le sue condizioni lo richiedono