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Il primario, il senatore e la giovane infermiera

 

Il primario, il senatore e la giovane infermiera

Voglio fare il mio commento su una storia che ha fatto parlare tanti i giornali  in questi giorni. Tanti commenti e naturalmente tutti a favore della giovane infermiera ( studentessa) . Tutti contro il Primario che lo si è visto essere un esponente della “Casta”.  Perché oggi si deve essere contro la Casta , intesa come quella cha il potere . Ci sono dentro i partiti, senatori, deputati, medici politici nei vari incarichi ecc. (stranamente non si vede dentro Napolitano e i giudici)

Ho aspettato per dare un giudizio con calma e leggere le varie versioni e i vari commenti

Leggevo su di un giornale del quale non ricordo il nome  “Una storia italiana piccola e banale.  Ma con una protagonista originale che ricorda un po’ il bambino della fiaba di Anderson “ I vestiti nuovo dell’Imperatore “ che tutti noi abbiamo letto . L’unico che ha il coraggio di girdare  “Il re è nudo “ mentre tutti gli altri fingono di vedere i suoi vestiti  che pure non esistono per paura di passare da sciocchi.

Secondo il racconto che si è letto nei giornali dopo la pubblicazione della lettera della studentessa  in infermieristica che la stessa ha pubblicato su F.B. su Twitter e mandata a quasi tutti i giornali. La seguente notizia  “nel reparto di Medicina Interna del Policlinico Ulberto I di Roma per far posto ad un Senatore della Repubblica un paio di pazienti già ricoverati sono stati spostati dalle loro camere per lasciarne una completamente a disposizione dell’  illustre ricoverato.   La stanza è stata lustrata più del solito, lucidata e profumata. I due pazienti, non altrettanto illustri, sistemati in una stanza da quattro. Non solo. Al senatore durante il suo ricovero sono stati concessi piccoli privilegi negati agli altri come ricevere le persone anche al di fuori dell’ orario di visita.”

Niente di nuovo, nulla cui non siamo già abituati.  Lo strano è che sia stata una studentessa che frequenta il reparto per il corso di laurea in infermieristica  Roberta Cristofani  della quale mettiamo il nome e il suo profilo FB (  https://www.facebook.com/roberta.m.cristofani?fref=ts )

La studentessa riferisce che è stato dato a lei l’ingrato compito di dire ai due pazienti che dovevano “sgomberare” per lasciare il posto a qualcuno che contava più di loro.  La ragazza si è sentita “umiliata” , ha provato vergogna nello scoprire  che, sì, esistono pazienti di serie A e di serie B anche negli ospedali pubblici.  Allora ha deciso  ha deciso di rendere pubblica sulla sua pagina di Facebook  questa vicenda

https://www.facebook.com/roberta.m.cristofani?fref=ts ,

postando la lettera che ha indirizzato al suo primario al quale ha chiesto di non essere più messa “in una situazione tanto imbarazzante ed umiliante”

Dal Policlinico è uscita una nota che afferma che non ci fu nessun favoritismo da parte del primario, nessun privilegio e soprattutto nessun disagio per gli altri pazienti. In sostanza dicono dal Policlinico in casi particolari occorre tutelare la privacy del ricoverato. L’Azienda quindi si riserva di tutelare la propria immagine e quella dei suoi professionisti in qualsiasi sede non esclusa quella giudiziaria.

Che fine farà la giovane infermiera ? Potrà ancora frequentare quel Reparto ? Avrà delle conseguenze ?

 

Riporto anche io la lettera che è pubblica vista che è stata messa su FN e mandata a molti giornali

 

Gentile professor Violi,

le rubo qualche istante del suo tempo per raccontarle una breve storia.

Sono una studentessa di Infermieristica del primo anno e al mio secondo tirocinio mi sono trovata a lavorare nel suo reparto.

Una sera, verso le 20, ho notato una certa agitazione da parte del personale. Due pazienti, senza ricevere alcuna spiegazione, sono stati spostati in stanze in cui erano presenti già altri quattro letti, mentre quella in cui si trovavano loro è rimasta vuota. Lo stato di agitazione continuava: apriamo le finestre, spruzziamo un deodorante, il nuovo letto deve essere perfetto. IL nuovo letto. Uno solo. Io non ho molta esperienza, per questo mi è sembrato naturale chiedere lumi. “Domani arriva il senatore. Deve stare in una stanza singola, disposizioni del primario.”

Perché mai il senatore dovrebbe stare in una stanza singola? Con la penuria di letti che abbiamo, tra l’altro? E perché avremmo dovuto scomodare altri due pazienti per permettere a una persona di stare in una stanza singola? Riesce minimamente a percepire la mia incredulità?
 Incredulità che non ha fatto che aumentare, notando che al paziente venivano concesse visite a qualsiasi ora, nonché qualsiasi tipo di trattamento di favore. Altre “disposizioni del primario”, immagino.

 

Caro professore, le scrivo per dirle che mi sento profondamente offesa.

Dal momento in cui varca la soglia del reparto, il paziente per me è semplicemente una persona, ovviamente con pari dignità e diritti rispetto a tutte le altre. Cosa mi importa che nella vita faccia lo spazzino, il salumiere, l’insegnante o il senatore? Mi trovo di fronte, sempre e comunque, una PERSONA: spesso spaventata, con mille dubbi e incertezze, turbata, fuori dall’ambiente rassicurante della sua casa. E non è forse questo uno dei doveri dell’infermiere? Far sì che la persona che entra in reparto si senta accolta, rassicurata, ascoltata, al di là di chi è, cosa fa di mestiere o del suo status sociale.

 

Può anche solo lontanamente immaginare l’umiliazione che ho provato nel comunicare ai due pazienti che occupavano la stanza sgomberata per far posto al senatore che avrebbero dovuto spostarsi? “Voi siete malati di serie B, dovete far spazio al malato di serie A.”
Quel compito ingrato, me lo lasci dire, sarebbe toccato a lei, professore. Non a una studentessa che non riesce a farsi una ragione di episodi del genere.

 

E sì, mi sento offesa. Sento che, rendendomi strumento di questo tipo di ingiustizie, lei ha sminuito la mia professionalità, l’impegno che metto ogni giorno per migliorarmi e diventare una brava infermiera.
Così come, e questo è un mio modesto parere, ha sminuito la professionalità e il duro lavoro della caposala e di tutti gli infermieri che giorno per giorno si impegnano per dare al paziente, ad OGNI paziente, le migliori cure possibili e l’accoglienza di cui parlavo.

 

La prego, per il futuro, di non mettermi più in una situazione tanto imbarazzante e umiliante.

La prego, con tutto il cuore, di non lasciarmi con la sensazione amara che “tutti i pazienti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.”

 

Ora fermo restando che in un Ospedale pubblico come è L’Umberto Primo a Roma tutti i pazienti hanno o devono avere lo stesso trattamento a meno che non siano pazienti solventi o paganti in proprio un ricovero o paganti la stanza dozzinante ( e qui non è stato comunicante se il paziente pagava ricovero o stanza ),

Fermo restando che ogni persona è libera di esprimere il proprio pensiero

Fermo restando abbiamo sentito solo la versione della Studentessa e la versione del Policlinico e non quella del resto del Personale Medico e infermieristico

Fermo restando che esiste una versione del Senatore dell’UDC De Poli che non sappiamo se si riferisce esattamente a quel ricovero o ad un altro

 

Vi sono considerazioni che devono essere fatte a mente fredda

1)    Ci sono motivazioni politiche ? La Studentessa lo nega ma tra i suoi amici e tra i commenti che la lodano vi sono vari del Movimento 5 Stelle.

2)    Sembra strano che la coordinatrice infermieristica che assiste le studentesse abbia dato proprio a lei il compito di spostare i paziente e comunicare che dovevano esser spostati ?

3)    I colleghi e agli altri medici non dicono nulla e lei non dice nulla a loro. Una studentessa prende disposizione mai da sola ma è compartecipe con altri studenti e infermieri

4)    Come mai la scelta di comunicare ai pazienti il cambio della stanza, è caduta solo su di lei. Davvero tutti i colleghi si sono occupati solo ed esclusivamente della stanza di “Supersenatore”? Davvero non hanno avuto il coraggio di prendersi tutte le critiche e le lamentele dei pazienti?

5)    °- Dov’era il medico di guardia di reparto? Perchè non ha parlato lui con i pazienti?

6)    Perchè il Primario ha acconsentito che nel suo reparto ci fosse un trattamento “Privatistico” di un posto letto pubblico  sapendo che la normativa non lo permette e che tale fatto può essere denunciato ?

7)    Vorrei tanto sapere se quella sera vi era stata la comunicazione al P.S. dei posti letto a disposizione per i ricoveri urgenti, e quanti posti letto aveva comunicato quel reparto di medicina, e soprattutto se qualche cittadino a causa di questo ricovero “improprio” avesse ricevuto una complicanza a causa della falsa carenza di posti letto

8)    Ha valutato la studentessa la patologia e le possibili esigenze del ricoverato ?.

9)    Normalmente spetta alla Caposala e non al Primario la disposizione dei letti  e tale disposizione viene fatta in base alle patologie e ad esigenze che vengono riportate dai medici , compreso il Primario. Anche nel mio Reparto alcuni paziente vengono spostati in altre stanze quando in una data stanza deve essere messo un paziente con una patologia particolare ( operato di un dato intervento o possibile fonte di infezione ecc)

10)                Ha rispettao la Privacy del Senatore, del Pirmario, del Reparto ? avendo lei nella lettera resa pubblica messo il Nome del Pirmario, e del Reparto ?

11)                Ha comunicato all’IPASVI il problema e alla Direttrice della Scuola il fatto chiedendo come meglio comportarsi ?

 

12)                Se la studentessa  proprio non volevi fare quella comunicazione, poteva semplicemente rifiutarsi e  non credo che i colleghi  e i medici insegnanti la avrebbero bocciata per questo. Certamente è più facile avere conseguenze con tale comportamento che non  quello di rifiutarsi di eseguire quell’ordine ( se vi è stato )

 

13)                La coordinatrice e i suoi infermieri sono complici alla pari del primario se non vi era una motivazione valida. Se iniziassimo ad tutelare in modo autonomo gli interessi del malato e a non eseguire azioni imposte da altri le cose andrebbero meglio!

 

In conclusione io sono un Chirurgo con 43 anni di attività in ambiente pubblico o accreditato nel pubblico e da 21 anni dirigo un Reparto di Chirurgia che ospita  allieve che sono mandate dalla Università per imparare la parte pratica ma anche la deontologia infermieristica

Io una infermiera ( se da studentessa diventerà infermiera) che agisce in tale modo senza rispettare le regole, i ruoli, la privacy, senza informarsi delle patologie dei pazienti non la vorrei nel mio Reparto.

Se il racconto della infermiera fosse vero e se questo racconto fosse la fotografia di quello che è successo , il reparto ( dal primario ai medici, alla caporeparto e agli infermieri tutti ) sarebbe da condannare.

Ma vi sono modi e forme da rispettare per un comportamento civile.