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TRA ORTI URBANI, SINISTRA E DIVIETI…..

Riportiamo un articolo che è un commento ad iniziative che si spiegano da sole . O No ?

orti

TRA ORTI URBANI, SINISTRA E DIVIETI

Scrivo queste righe anche con un po’ di ironia, non essendo oltre tutto un residente di San Donà di Piave, e spero che nessuno se ne abbia a male.
Per puro caso mi sono imbattuto nel bando per l’assegnazione degli Orti comunali della città di San Donà di Piave. Memore di un fondo qua sul Ponte in cui si comunicava l’alto numero di Orti non assegnati, mi sono incuriosito e ho voluto leggerlo un po’; e forse ho capito il perchè del “flop orticolo” avvenuto in quel di San Donà…
Bè, durante la mia lettura francamente ho riso molto. Non certo perchè il bando sia fatto male, ci mancherebbe, anzi è fatto benissimo, non mi permetterei oltre tutto mai di criticare da un punto di vista tecnico un atto creato dal lavoro di funzionari e impiegati, oltre che dall’indirizzo dell’organo politico. Spesso io a chi critica facilmente il lavoro altrui dico: “in genere chi non può essere criticato è colui che non lavora!”
Ma, tornando a noi, spiego subito perchè ho riso di gusto. Mi sono messo nei panni di un anziano ultrasessantacinquenne (la principale platea cui sono rivolti gli Orti) e, giunto al settore dei “divieti”, sono rimasto allibito per il semplice fatto che quell’elenco sembrava non finire più! Alla fine ne ho contati 51 (leggasi: cinquantuno)!!!
51 divieti per passare qualche ora a coltivare un appezzamento di terreno! Dopo i commi a), b), c) … z), si passa incredibilmente ad aa), bb), cc)… per finire con un iperbolico ww)!!!! Ripeto: 51 divieti raccolti in un bando per coltivare un Orto!!! A parte qualche mia sporadica perplessità, trattasi di divieti tutti sensatissimi, sia chiaro; solo che io mi sono però chiesto: perchè allora non vietare anche di commettere omicidi nell’Orto? O di disegnare svastiche? O di praticare la pedofilia? O magari… di suicidarsi? O di bestemmiare? O di fabbricare armi atomiche?
E poi, culmine del mio divertimento (sempre rispettoso per l’atto in questione e per chi lo ha redatto, tengo a ribadirlo; ma non posso neppure tacere di essermi divertito, evidentemente per problemi miei…), in calce a questo impietosa cinquantello di regole, è raccomandato, udite udite, di (riporto a memoria, scusandomi per l’eventuale imprecisione): “seguire OGNI ALTRA DISPOSIZIONE contenuta nelle Linee guida e NEGLI ULTERIORI ATTI che verranno consegnati al momento della concessione”! (le maiuscole sono mie). Come dire: “veci cari, questo xè soltanto l’antipasto, gavè da saver che ve speta ben altro se voè sapar un orto”. :-) :-) :-)
Se invece di disciplinare la zappata di qualche mq. di terra si fosse dovuto disiplinare, che ne so, un intervento militare contro l’Isis o la pianificazione economica del prossimo triennio in Europa ci saremmo trovati di fronte, probabilmente, a milioni e milioni di regole, altro che gli emendamenti di Calderoli al Senato… E mi sono chiesto: ma anche questi qua hanno un software come Calderoli che origina in automatico norme e postille??? Oppure è tutta farina del loro sacco? Perchè in tal caso sono ancora più bravi di quello che credevo…
Nella mia immensa ignoranza ho pensato subito che, essendo l’atto emesso da un Comune governato dalla sinistra cui pure io appartengo, forse dalla sinistra è anche ispirato politicamente.
E, tornando serio, ho riflettuto su quanto la sinistra sia da sempre incapace di liberarsi da un’abitudine che la blocca e la rende “culturalmente” arretrata rispetto ad altre ideologie: la coazione a normare.
Da sempre la sinistra, qualla che ripeto è anche la “mia” sinistra, è portata a regolare, disiplinare, normare, prescrivere, con caterve di leggi e regolamenti che poi, alla fin fine, vengono poco o punto rispettati. Si sa: quando le regole sono troppe si è istintivamente portati a ignorarle; ed è anche molto più facile aggirarle.
Basti pensare alla giungla di normative che in Italia vorrebbero tutelare il paesaggio e l’ambiente (vincoli, sopravincoli, sottovincoli, distanze dagli argini, dalle coste, misure e contromisure dei manufatti edilizi, regolamenti montani, marini, costieri, monumentali, belle arti, brutte arti, arti e basta, scarichi, fumi, vapori e controvapori… insomma: una marea stile Mont Saint Michel!). E poi, come risultato di tutto ciò (che, se applicato, dovrebbe aver trasformato l’Italia in un paradiso terrestre), abbiamo invece le Terre dei Fuochi, le emergenze rifiuti nei centri città, una cementificazione tra le peggiori d’Europa su monti e coste tra le migliori d’Europa, i tumori di Taranto, Genova che crolla a ogni temporale, la Pianura padana tra le aree più ammorbate del continente, Pompei che si sgretola, miasmi di acque venefiche, di arie olezzanti, etc… etc… etc…: un panorama deprimente.
Eh sì… ma abbiamo tante Leggi bellissime! Questo conta, vero? O no?
Francesco Fontana