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La Storia maestra di Vita by F. FONTANA

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Ecco alcune riflessioni sempre attuali come sempre del nostro Francesco Fontana.
Leggete e meditate. Questa era la vita e questa sarà la vita….

Historia Magistra vitae
Il mio libro “La percezione delle Pleiadi” è un romanzo multiforme, spazia attraverso una miriade di aspetti della nostra vita, dall’amore alla sensualità, dalla natura alla malattia, dalla tragedia alla comicità. Ma il canovaccio conduttore di tutta l’opera è la Storia. Con la S maiuscola. La Storia del nostro mondo dal 1945 a oggi, o quasi. La Storia Maestra di vita.
Più mi guardo intorno e più mi convinco di quanto grande sia l’importanza della Storia, e di quanto perda la nostra società civile da un insegnamento scarso o talora nullo di questa materia. E’ scandaloso che ci siano ragazzi, per non parlare di persone adulte, che sanno comporre un sms di 30 o 40 parole in pochi secondi e poi non sanno neppure quando sono vissuti Mussolini o Carlo Marx. Anzi, e non sto scherzando, ci sono persone convinte che Carlo Marx sia stato quello che ha inventato il cinema.
La Storia non va studiata per sapere a memoria quando è avvenuta la tal battaglia o quando è morto il tal personaggio. Va studiata per conoscere le dinamiche sociali, per sapere come è evoluta la convivenza, spesso drammatica, fra gli uomini, per capire cosa abbiamo sbagliato ieri e cosa potremmo evitare di sbagliare oggi e domani.
In questi ultimi anni assistiamo a un indubbio rigurgito di razzismo nel nostro Paese (e non solo).
C’è un “buonismo” di certa sinistra bacchettona e ipocrita dalla quale io, da sempre progressista, prendo ogni distanza, un “buonismo” sdolcinato che porta a giustificare chiunque si metta contro la legge (perché chi trasgredisce sarebbe un “disadattato”, un “poveraccio”, e prima che punito andrebbe “capito” secondo questi deliranti Savonarola con le gambe per aria dei giorni nostri) soprattutto se zingaro, rom, immigrato etc… (perché, secondo questi falsi apostoli di una balorda misericordia rossa, in tal caso i rei sarebbero doppiamente “disadattati”, doppiamente “poveracci”, etc…).
Poi c’è invece una diffidenza, talvolta un vero “odio”, per chiunque venga da oltreconfine con la pelle diversa dalla nostra, con una religione diversa dal cristianesimo, con abitudini che a noi possono apparire “strane”. Basta navigare un po’ su Facebook per leggere cose orripilanti.
Insomma, come spesso accade, la giusta via di mezzo non esiste! Io mi rendo conto che è difficile pensare di poter accogliere tutti i neri che arrivano sulle nostre coste, e che ci possa essere una diffidenza nei confronti delle masse di africani che vorrebbero stabilirsi in Europa, vuoi per paura delle infiltrazioni terroristiche vuoi per una naturale e comprensibile prevenzione verso il loro modo di vita, vuoi per un meritorio slancio d’amore per la nostra cultura e le nostre tradizioni cui pure io tengo moltissimo.
Ma è troppo comodo liquidare la faccenda dicendo: “Cosa vengono a fare qua, che si arrangino, che rimangano a casa loro” e dimenticando che spesso a casa loro si muore sotto le bombe oppure a causa della miseria. E’ troppo comodo! Ci siamo infatti mai chiesti PERCHE’ l’Africa è un continente disastrato, nel quale pochi vivono, molti sopravvivono e troppi muoiono? Ci siamo mai chiesti se con le guerre fra tribù, se con la miseria endemica, se con il sottosviluppo strapotente noi, proprio noi, non c’entriamo forse qualcosina?
Pechè un continente dovrebbe essere nelle condizioni in cui è oggi l’Africa se non per i saccheggi che ha subito per secoli, e anche fino a pochi decenni fa, da parte del cosiddetto “uomo bianco”, da parte di quel mondo occidentale che proprio su quei ladrocini perpetrati a man bassa ha edificato il proprio attuale benessere?
Se conoscessimo un po’ meglio la Storia, sapremmo che una parte del nostro attuale benessere (parlo anche del “benessere” dei nostri poveri che spesso sono meno poveri dei più ricchi tra gli abitanti di alcune regioni africane in cui il sottosviluppo è devastante ed endemico) è stato scippato, strappato, tolto con la violenza e la propaganda razzista proprio a loro, agli avi, ai nonni e a i padri di quelli che oggi rischiano la vita per venire qua, tentando di riprendersi magari un solo briciolo di quanto i “nostri” avi, nonni e in alcuni casi padri avevano strappato loro. Anche per quanto riguarda l’Italia le guerre coloniali non sono un ricordo troppo lontano…
Ecco, io credo che se tutti sapessimo quanto è successo fino a pochi decenni fa, e forse in alcuni luoghi succede tuttora, avremmo qualche difficoltà in più a criticare le missioni di salvataggio di chi naufraga nel Canale di Sicilia e a dire che questi qua vengono a “rubare” la nostra ricchezza, dato che questa “nostra” ricchezza è stata rubata proprio a loro.
Se il mio romanzo “La percezione delle Pleiadi” è riuscito a far nascere un po’ più di amore verso la Storia in chi lo ha letto, o magari lo leggerà, ebbene posso dire che ha raggiunto il suo traguardo più elevato!
P.S. solo per spegnere fin dalla nascita ogni eventuale polemica, preciso che tutto questo mio discorso non vuole giustificare affatto nessun atto delinquenziale da parte di immigrati (rapine, stupri, etc…) nè tantomeno quelle forme di “asservimento culturale” alla diversità etnica le quali portano per esempio all’assurdo che si nega il presepe ai bambini italiani per non “urtare” la sensibilità dei bambini islamici arrivati dall’Africa. Infatti, lo ribadisco, io sono di sinistra; ma non sarò MAI un imbecille buonista. E neppure un intelligente buonista. Forse perché non ne esistono…