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Le polemiche sul Natale hanno un senso? Considerazioni d F. Fontana

Oggi abbiamo un qualcosa che non è un racconto e forse nemmeno delle considerazioni. Possiamo dire che sono dei ragionamenti su un argomento che è al centro del Natale 2015
Gesù-bambino-natale

Buon Natale (a tutti)

Il giorno di Natale del 1981 muore una delle figure più delicate e controverse del mio romanzo “La percezione delle Pleiadi”: la giovane bandita Maria. E in quel Natale non erano ancora nati i tristi dibattiti che agitano oggi le nostre festività e che mi danno quindi spunto per queste riflessioni.
Io, non credente, sbigottisco a seguire sul giornale i “dibattiti” intorno alle celebrazioni o meno delle feste natalizie in scuole, asili, etc… E mi sto purtroppo dando molte risposte sul perchè il nostro Paese sia ridotto nelle condizioni in cui versa: il motivo è che siamo un popolo geniale, generoso, ma dalla mentalità così “bizantina” (nel senso di contorta, oltre che votata alla dispersione e alla complicazione) da riuscire a discutere su tutto e sul contrario di tutto. Cosa questa che per me, amante del dialogo, non è mai un buon segno: c’è grande saggezza nel detto “il troppo storpia (o stroppia, a seconda del vernacolo)”.
E poi, diciamo la verità, su tale tema non si sta dialogando: per me si sta vaneggiando, e si sta scivolando verso una “guerra verbale” assolutamente imbecille (come tutte le guerre).
Per me il Natale è una festa che sarebbe ipocrita non definire anche laica. Il presepe e l’albero creano atmosfera, e la creano a prescindere dal fatto che uno abbia la fede o meno. Infatti a me, che la fede non ce l’ho, piacciono comunque, soprattutto il presepe, quindi non vedo motivo di considerare queste tradizioni una propaganda ideologica cattolica contro altre religioni.
Togliere ai bambini, che nella scuola e nell’asilo passano metà della loro giornata, la possibilità di condividere un presepe o un albero è per me di un’idiozia assoluta. Farlo poi per “rispettare” le altre fedi è ancora più miope, non fosse altro che per una cosa: se noi mandiamo a scuola un ragazzino cattolico in Arabia o in Sri Lanka, forse che lì per rispetto del suddetto ragazzino rinunciano alle loro celebrazioni? Manco per sogno! E fanno bene, aggiungo io!
E poi, altra ipocrisia grande come una casa: adesso va tanto di moda, soprattutto fra funzionari falso-sinistroidi e buonisti laico-chic, mettere in discussione le nostre celebrazioni religiose perchè da una decina o ventina d’anni esistono in Italia corpose minoranze musulmane, induiste, buddiste etc… che vanno “rispettate”; ma la ben più numerosa minoranza (forse “maggioranza”…) di atei, e agnostici che da sempre esiste nel nostro Paese, a nessuno di questi Soloni è mai venuto in mente di “rispettarla”?
Eh sì, perchè a me, Francesco Fontana, ateo, non dà nessun fastidio nè il crocifisso, nè la celebrazione delle feste religiose nè la Messa sulla Tv di Stato, etc…. Ma ad altri atei invece potrebbe dare fastidio che si faccia il presepe a scuola o l’albero in ufficio o che la Tv pagata con il canone dei cittadini dia voce costante al Vaticano (c’è perfino “Rai Vaticano”…).
Lo ripeto: a me tutto ciò non dà alcun fastidio, sia ben chiaro! Ma ad altri atei potrebbe darne! E perchè gli atei non sono mai stati “tutelati” o “rispettati” come oggi vengono invece “tutelati” e “rispettati” quelli col velo e col turbante? Queste “beghe confessionali” danno una falsa immagine dell’Italia come di un luogo dove esisterebbero solo due componenti: i cattolici e quelli di altre fedi. Non è così! Ci sono i cattolici, quelli di altre fedi e i non credenti, dei quali a nessuno gliene frega una mazza, forse perchè sono troppo discreti e “superiori” a certi dibattiti fondati sul Nulla, e quindi non fanno alcuna cagnara più di quanta ne stia facendo io adesso, ovvero pochissima.
Voglio passare sopra molto rapidamente alle miserande polemiche dei soliti arruffapopolo di ogni tendenza subito pronti a saltare sul cavallo del litigio per guadagnare lo zerovirgola di voti in più: oggi leggo che si danno a vicenda del “nazista”, dello “scemo”, che da bocche improbabilmente angeliche escono amene canzoni celestiali e che da braccia improbabilmente sante vengono cullate statuine di Gesùgiuseppemmarria, il tutto ovviamente davanti a platee dei potenziali elettori, quelli dello zerovirgola in più… Ma, venendo a gente più seria, non posso tacere la mia totale lontananza dalla mentalità che, con le sue parole, un Vescovo di Santa Romana Chiesa ha dimostrato di avere.
Questo porporato, a sorpresa, ha detto che non è eresia rinunciare ad alcune tradizioni religiose carttoliche in nome della pace e del dialogo con le altre fedi (come sempre quelli che la fede non ce l’hanno non esistono! Va bè, lasciamo perdere…). Detta in soldoni: secondo questo Vescovo non ci sarebbe nulla di male a rinunciare a presepe e albero per rispetto dei musulmani etc… (poi, secondo italica costumanza, il presule ha smorzato la sua invettiva, esattamente come tanti politici nostrani che prima lanciano il sasso, poi dicono che era il giornalista ad aver capito male…)
Io trovo quanto meno bizzarra un’affermazione del genere da parte di un prelato: o ha sbagliato mestiere o il virus del buonismo è arrivato anche in Vaticano (che in effetti sembra contagiato anche da ben altri virus mondani…).
Per come la vedo io, ateo, dovrebbe essere la condivisione e non la rinuncia a cementare il dialogo e la pace. Non è rinunciando a fare il presepe che ci si affratella con un musulmano; è proponendo il presepe anche a lui e lasciando che lui proponga le sue feste anche a noi che ci si affratella! Poi ognuno è libero di appassionarsi o meno al presepe o al ramadam, sia chiaro, ma non è negando le nostre tradizioni che ci avviciniamo a loro, così come loro non si avvicineranno mai a noi negando le proprie. Infatti io vedo che gli africani si affratellano col Papa accogliendolo con i loro (tra l’altro bellissimi) balli tribali e pagani, non negandoli.
Io penso che la cultura della condivisione e della proposta dia più frutti rispetto a quella della rinuncia e della selezione; a mio parere possono essere più fratelli un cristiano e un musulmano (e anche un ateo…!) che parlano assieme davanti a un presepe o a un albero che gli stessi soggetti che parlano assieme davanti al nulla; anche perchè davanti al nulla si finisce prima o poi per ignorarsi, se non addirittura per combattersi. Forse ciò non è venuto in mente a quel prelato così liberale…
Buon Natale (religioso e laico) a tutti!!!
E se, laicamente o religiosamente, volete fare un regalo a qualcuno, ricordatevi che in libreria è possibile acquistare oppure ordinare il mio romanzo, quello che già alcuni mesi addietro mi ha fatto avvicinare a questo bel gruppo del dott. Madeyski; il titolo è “La percezione delle Pleiadi”, l’editore è Albatros.
Francesco Fontana