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Le liste di attesa e la Anatomia Patologica

Torno sull’argomento in quanto l’articolo pubblicato ieri ha avuto un riscontro superiore alle aspettative. Sono arrivati messaggi  tramite F.B. e sul sito del ” Il Ponte”. Il problema era noto e la gente ha posto il dito nella piaga ma ha evidenziato anche il problema delle liste di attesa.

Le liste di attesa rappresentano un problema del quale si discute da anni. La Regione ha cercato di risolvere i problemi facendo segnare sulle impegnative una lettera che rappresenta la priorità della visita o dell’esame.

Ma

quale è il medico di base o di medicina generale o di famiglia che non si lascia indurre nel mettere almeno la lettera B dell’urgenza di 10 giorni?

Se andiamo a guardare la statistica vedremo che vi sono le urgenza che devono essere eseguite in giornata o in poche ore mentre la prestazioni con priorità C e D sono poche .

La maggioranza di gran lunga sono quelle con priorità B.

Riporto qui sotto una mess arrivato tramite F.B. che pone il dito sul problema delle lista di attesa che si aggrava al ritardo dei referti di anatomia patologica.

“…è giusto che chi fà una colon deve aspettare circa due mesi per l esito dell istologico perchè c sono solo due medici anatomopatologo? Tutti lo sanno e nessuno fà niente….”

Ecco il problema come viene visto:; Tutti lo sanno ma nessuno fa niente

Sembra che ci troviamo alle solite critiche che troviamo quando parliamo delle cose che non vanno in politica. Tutti conoscono gli scandali, tutti conoscono le cose che non vanno ma alla fine nessuno s muove: solo promesse ma nessun fatto.

Il problema non è semplice da risolvere se seguiamo le regole , la burocrazia, i contratti ecc.

Il problema della mancanza di fondi ( di soldi ) è fondamentale.

E allora cosa fare

Io credo che in momenti difficili ci debba essere l’impegno di tutti. Chi lavora nella sanità sa che lavora nell’ambito del sociale e quindi credo che tutti noi che lavoriamo per gli altri ( medici, infermieri, tecnici, insegnanti …) debbono sacrificarsi e aiutare le istituzioni a lavorare per risolvere i problemi dei cittadini

Quindi io propongo che si

1) l’orario di lavoro sia aumentato per un periodo fissato di mesi di una percentuale del 5 % o del 10%

2) che si utilizzino a tempo pieno le strutture e le macchine o dispostivi medici

3) che si integrino le capacità lavorative di personale sanitario e di attrezzature della sanità privata con quella pubblica, con tetti di spesa stabiliti.

4) che si attui un principio per cui ci battiamo da tempo: unire le capacità professionale  con le attrezzature migliori dovunque si trovino ma eliminando i doppioni che portano a prestazioni non ottimali

5) Sentire le organizzazioni medica e paramediche e anche le organizzazioni sindacali ma alla fine che ci sia uno o un ristretto numero di persone che decidano per il bene di tutti o dei più