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Disavventura al Pronto Soccorso. Lettera di una paziente.

Oggi ho pubblicato alcuni problemi del Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Donà di Piave. Problemi che tutti conoscono anche perché questi problemi mi sono stati comunicati a voce, d persona o per messaggio o per mail. Non ho messo solo i problemi o i disservizi ma ho cercato di mettere assieme critiche e proposte per risolvere i problemi. Le critiche solo lasciano il tempo che trovano.

Avrei potuto raccontare alcuni episodi che mi hanno avuto anche come spettatore , episodi che invece ho verificato ma l’importante è mettere il dito nella piaga e non muoverlo per non fare soffrire il paziente ma stimolare gli addetti a risolvere i problemi.

Voglio brevemente raccontare due episodi e poi trascrivere una lettera di una paziente che mi ha dato il premesso di pubblicarla anche se censurata da me stesso.

 

Mesi  orsono accompagnai una persona che mi aveva chiamato perchè non stava bene. Era in macchina alla periferia di San Donà e si mi chiamò per amicizia . Andai e vidi che aveva dei problemi che potevano essere di tipo vascolare cerebrali. Lo caricai sulla mia macchina e lo accompagnai al Pronto Soccorso. Scesi e cercai aiuto per trasportarlo all’interno e farlo vedere in quanto per me era urgente. Entra ma non vi era nessun infermiere o portantino  che mi potesse aiutare. Non trovai una seggiola mobile o un letttino. Per fortuna era presenta una persona che conosceva me e anche il signore che cercavo di aiutare. MI aiutò a trasportare il paziente all’interno e poi cercai una seggiola . Dopo un pò riuscii a trovare la seggiola e aiutato lo portai dentro un ambulatorio presentandomi come medico e spiegando il caso e l’urgenza. A questo punto la infermiera che trovai fece sdraiare il paziente e chiamò il medico di guardia che conoscevo e quindi tutto filò liscio. Ma mi potei accorgere che il medico in servizio era solo, che gli infermieri erano pochi, che la gente in sala di aspetto erano 70 ( così mi venne detto ), che il medico di servizio doveva anche uscire in caso di necessità eccc…

 

Altro episodio di primi di dicembre. Un sacerdote anziano di 88 anni stava male e presentava una situazione che necessitava di ricovero per osservazione e eventuale intervento. Si recò al Pronto Soccorso e io avevo fatto due righe su di un foglio di mia intestazione in cui richiedevo il ricovero. Tale persona arrivò al Pronto Soccorso alle ore 20.40 e venne avvisato da in infermiere alle ore 21.20 circa che il medico lo avrebbe visitato verso le ore 2 in quanto. le persone che aspettavano erano moltissime. IL sacerdote mi telefonò e poichè non ce la faceva a stare ad aspettare in sedi tutte queste ore , lo feci andare in una struttura accompagnata da infermiera volontaria che mi avrebbe avvisato in caso di urgenza. Andò tutto bene e la mattina lo ricoverai nel mio reparto avendo il letto libero. Il paziente venne successivamente operato ed ora sta bene.

 

E adesso la lettara di una signora che aveva un problema con il suo bambino

Dalla lettera tolgo riferimenti alla persona , al giorno e a medici e infermieri anche se la persona me ne dava il permesso.

 

Gent. Mo Dott. Madeyski, mi scuso fin d’ora per non essere riuscita ad inviarLe la presente prima di quest’oggi, ma con due bambini piccoli, fatico ad arrivare alla sedia del pc….( sono riuscita a scrivere la prima riga, e gia’ mi chiamavano….).

Comunque, bando alle ciance, la ringrazio ancora di cuore per essersi interessato al nostro caso e Le illustro subito cosa e’ accaduto nella giornata del xx.xx.xxxx

in seguito alla nottata trascorsa in bianco a causa di un dolore all’orecchio dx di A. (3 anni) che non passava né con Tachipirina, né con Nurofen, abbiamo deciso di recarci al pronto soccorso di San Donà in quanto il nostro pediatra di fiducia era assente per ferie, e il suo sostituto ci avrebbe ricevuto alle 17 della stessa giornata.

Siamo arrivati al pronto soccorso circa alle 9.30 dove abbiamo fatto quasi subito l’accettazione e il medico presente allo sportello, appurata l’assenza dell’otorino, ci ha inviati in reparto pediatria, dove l’infermiera ha ritirato il foglio d’accettazione alle ore 10.00 scusandosi in anticipo perchè  ci sarebbe stato un po’ da aspettare…..(noi saremmo stati i secondi ad entrare).

Nel frattempo il piccolo comincia a scottare e a vomitare. L’infermiera (forse caposala) si limita a portarmi un termometro e dei teli per eventuali altri rigetti. Febbre 38.1. Non molto alta, però il bambino ha un secondo rigetto e comincia ad essere poco vigile. Io gentilmente e sottolineo, GENTILMENTE, chiedo se il medico riesce a dargli un occhio e la Signora mi risponde in malomodo ( ho i testimoni di tutta la sala d’attesa) che dovevo avere pazienza e che c’erano altri bambini che avevano la precedenza su di lui in reparto. Allorchè chiedo quanti medici ci fossero disponibili, e mi risponde che era presente un medico per le visite in reparto e un medico per le visite esterne, ma entrambi occupati in un’emergenza.

Nel frattempo arrivano dei romeni con una bambina di 5-6 mesi con febbre a 39,8, uma coppia di marocchini con un bimbo di 3-4 anni con febbre e fortissima tosse che gira per la sala d’attesa e un’altra bambina italiana con i vermi.

Chiedo se fosse perlomeno possibile avere un lettino dove poter stare almeno lontani da altri contagi, e mi viene risposto che tutto il reparto è pieno (ed è naturale in questo periodo).

Attendiamo ancora e il bambino ha l’ennesimo rigetto, ma dei medici neanche l’ombra…. fino alle 14.00!

Finalmente alle 14.00 cominciano le visite. Noi entriamo alle 14.15 circa e diagnosticano ad A. un otite media e una forte tonsillite. Decidono di dare l’antivomito prima dell’antibiotico. Qindi dobbiamo attendere l’effetto del primo. Alle 15.00 somministrano l’Augmentin, ma siccome il fratello ha avuto delle reazioni allergiche a questo farmaco, decidono di trattenerci ancora 2 ore per tenerlo sotto osservazione: il tutto sempre in sala d’attesa!!!!

Finalmente le 2 ore passano (oramai sono le 17.00) e ci possono “dimettere”: NO!!!!!  Il medico è di nuovo impegnato con la stessa emergenza, e quindi dobbiamo avere ancora pazienza. Non è andata neanche poi male, visto che il medico è ritornato per le 17.40.

Ma ci attendeva ancora una lunga coda al pronto soccorso per la chiusura pratica. Pronto soccorso invaso da gente. Morale: io ho attesa in macchina col piccolo, e mio marito ci ha impiegato un’altra ora abbondante. ( Ho tutte le carte che confermano).

Quello che ci ha stupito al P.s. É stato che allo sportello era presente un medico (lo stesso della mattina) che doveva sbrigare tutto : accettazione, pegamenti ticket, aiutare le persone in difficoltà….non so se sia stata una coincidenza, ma è inevitabile quindi, che si formino code. E sappiamo benissimo che durante le feste i casi da pronto soccorso, si moltiplicano.

In conclusione: non abbiamo niente da ridire sulla professionalità dei medici una volta entrati in reparto, ma non troviamo giusto dover attendere tutto quel tempo in sala d’attesa, con bambini piccoli che di pazienza ne hanno sicuramente meno di noi adulti, e se per noi adulti è stata dura attendere, figuriamoci per loro in quelle condizioni, con anche il timore del contagio di altre malattie.

Riteniamo anche che in periodi come le feste  dove c’è maggiore rischio di ammalarsi per bambini e anziani, siano presenti più di due medici.

Ci auguriamo che sia stata solo una brutta coincidenza e che queste cose non accadano più.

La ringraziamo ancora e le auguriamo un anno pieno di salute per Lei e la Sua famiglia.

Firmata

xxx xxxxxx

 

Ecco questi sono esempi di fatti che accadono spesso

Però questi episodi possono stimolo a risolvere la situazione in cui spesso si trova il Pronto Soccorso. I rimedi credo siano possbili e li trovate nell’articolo pubblicato prima di questo sempre nel nostro Sito