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DENSITOMETRIA OSSEA CON TECNICA AD ULTRASUONI A LIVELLO CALCANEARE

Noi del Ponte parliamo spesso di Prevenzione. Ne abbiamo fatto una bandiera. Ma prevenzione non significa solo prevenzione dei tumori ma di ogni malattia che possa colpire le persone se questa malattia può essere prevenuta o almeno limitata

Speso si parla di Osteoporosi ma pochi sanno la utilità di vedere in quali condizioni sono le nostre ossa e cosa si può fare per valutarne lo stato.

Naturalmente tale problema colpisce prevalentemente le donne per problemi legati al sesso e alla natura ormonale del sesso femminile

Quando uno parla di Osteoporosi si dice: vai a fare una Densimetria ossea.

E qui nasce il problema. Dove andare ; che tipo di densitometria va bene. Vi è molta confusione

E allora abbiamo chiesto all’unico espero della nostra zona di darci lumi su quale Densitometria possiamo eseguire

Riportiamo allora un interessante articolo del Dott. Alessandro Francescon, nel quale Egli descrive la tecnica Densitometrica ad Ultrasuoni di cui si avvale nell’Ambulatorio di Osteoporosi della Clinica Rizzola di San Donà di Piave nella Valutazione Clinica dei pazienti Osteoporotici o in prevenzione. Attraverso l’analisi di rilevanti Studi Internazionali descrive le caratteristiche fisiche, le indicazioni e i campi di applicazione dell’ultrasuonografia ossea quantativa (QUS) con studio del calcagno.  Questa tecnica viene confrontata  con altre tecniche diagnostiche altrettanto conosciute che utilizzano invece le radiazioni ionizzanti. I risultati e le conclusioni sono molto interessanti e promettenti .

DENSITOMETRIA OSSEA CON TECNICA AD ULTRASUONI A LIVELLO CALCANEARE

 A cura di : Dott.Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi-Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

L’Ultrasuonografia ossea quantificativa (QUS), è stata introdotta nella pratica clinica per lo studio del tessuto osseo ormai da più di 20 anni. Le caratteristiche più significative di tale metodica riconosciute sono: semplicità di esecuzione, bassi costi, non utilizzo di radiazioni ionizzanti etc , tutti fattori che la rendono ben accettata ai pazienti. La metodica consente di ottenere informazioni sia  sulla densità dell’osso, fattore quest’ultimo correlato con il rischio di frattura, sia  sulla struttura e sulla resistenza meccanica del tessuto osseo.

Le sedi di studio  piu’ usate sono le falangi e il calcagno anche se possono essere esaminate ossa piatte, metacarpo, tibia, radio e omero. Il calcagno, che è costituito quasi completamente da osso trabecolare, così come le vertebre, ha il vantaggio di avere delle superfici esterne piatte, omogene e parallele, adeguate quindi  allo studio geometrico di propagazione del fascio di ultrasuoni.

Il principio fisico su cui si base questa tecnica è che l’onda meccanica rappresentata dal fascio ultrasuonografico quando attraversa il tessuto osseo subisce delle modificazioni (frequenza, intensita, velocità di propagazione e attenuazione etc) a seconda delle caratteristiche strutturali, elasticità o porosità dell’osso. L’onda ultrasonora viene prodotta tramite speciali sonde, una trasmittente e l’altra ricevente, ben distinte, tra le quali viene posizionato il segmento osseo da valutare. Vengono determinati pertanto alcuni parametri: la velocità di propagazione (SOS,Speed  of  sound), l’attenuazione dell’onda (BUA, Broadband Ultrasound Attenuation).  Dall’elaborazionedi questi due parametri viene ricavato un altro indice denominato QUI( Quantitative Ultrasound Index) che si è dimostrato utile in modo particolare nella diagnosi di osteoporosi in quanto consente di identificare i soggetti con bassa densità minerale ossea e quindi a rischio di frattura.

La validità delle misure densitometriche periferiche, ampiamente dimostrata come predizione del rischio di frattura, viene documentata anche  dal recente Studio Americano NORA, eseguito su una popolazione di oltre 200.00 donne . Diverse altre ricerche hanno dimostrato una stretta associazione  tra la densità, le caratteristiche strutturali dell’osso trabecolare come la porosità e l’elasticità e gli indici densitometrici.

Per quanto riguarda il confronto della metodica ad Ultrasuoni con altre a raggi X (DEXA, QCT assiale e periferica, radiogrammetria metacarpale) va riferito come lo Studio Multicentrico Europeo (PhOS), condotto su più di 10.000 donne ha ampiamente dimostrato come la metodica QUS abbia una elevata  precisione. Ad una analisi approfondita  dei risultati delle due metodiche non sono state riscontrate differenze significative della misura della densità ossea.

Hart e collaboratori nello Studio BOS, hanno  dimostrato che le misurazioni a livello del calcagno e della falange sono sovrapponibili a quelli ottenuti con la DEXA assiale. Continuando ad esaminare la tecnica ad ultrasuoni, risulta anche che Gluer et.al. in uno Studio Europeo sulle fratture vertebrali ha concluso che i parametri ultrasonografici sono associati ad alterazioni osteopeniche vertebrali.

Altri Autorevoli Studi condotti mediante ultrasonografia al calcagno hanno rilevato la capacità della metodica di valutare gli effetti delle terapie antiosteoporotica a determinati intervalli temporali. Tra i farmaci sono stati studiati:calcitonina,HRT,Bifosfonati, terapia ormonale sostitutiva e la calcitonina.Molteplici altri studi sono stati condotti sull’osteoporosi indotta da corticosteroidi, artrite reumatoide, osteodistrofia renale, sindrome di Cusching, osteomalacia, talassemia, fibrosi cistica.

Dato assai interessante è che la QUS, in considerazione dell’assenza delle radiazioni ionizzanti, è stata proposta come strumento di indagine sulla popolazione infantile, neonati e prematuri per studiare alterazioni del tessuto osseo diverse dall’osteoporosi, con le disposizioni Europee quali la 97/43 Euratom, recepita anche in italia con il decreto Legislativo in materia di protezione sanitaria  delle persone connessa all’esposizine a radiazioni che prevede di utilizzare “tecniche alternative disponibili che si propongono lo stesso obiettivo,ma che non comportano un’esposizione alle radiazioni ionizzanti (….).”

Va citata, infine, che la   nota AIFA 79  del Ministero della Sanità, che consente la  prescrivibilità  da parte del S.S.N e quindi gratuitamente , secondo precisi criteri, di alcuni farmaci contro l’osteoporosi   valutata anche con la metodica  strumentale  ad Ultrasuoni  QUS al  calcagno , mentre altre ne sono state escluse.

In conclusione, si può osservare che  l’evoluzione tecnologica  permette  attualmente di valutare la densità ossea con strumenti sempre meno invasivi. La tecnica che utilizza gli ultrasuoni rappresenta una metodica equilibrata tra l’assenza di invasività e la precisione diagnostica. Pertanto, poiché l’obiettivo clinico primario della diagnosi di osteoporosi si fonda sulla necessità di prevenire le fratture, le persone a rischio di osteoporosi ( donne in menopausa, anziani spesso affetti da polipatologia), possono sottoporsi con fiducia a questo esame  strumentale  sia a  fini preventivi che terapeutici.

Per maggiori approfondimenti:

Rosenthal et.al.: A correlative study of ultrasound calcaneal and dual X-ray absorptiometry bone measurament of the lumbar spine and femur  in 1000 women  Eur J Nucl Med 1995 22:402-406

Hartl et al: Result of the Bbasel Osteoporosis Study J Bone Miner Res 17:321-330,2002

Rubinacci etal.: QUS investigation of Bone in Preterm Infant Ann Meeting  Amer Soc for Bone Toronto 2001

C.C Gluer The OPUS Study-Annual  Meeting of American Society of Bone Mineral Research  October  2001