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La sicurezza a San Donà di Piave: oggi ne è fatto le spese Alem Saidy un ragazzino cresciuto nell’Afghanistan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ennesimo di caos, di mancanza di sicurezza per i cittadini a San Donà di Piave

Oggi non parliamo dei furti nelle abitazioni che continuano come se nulla fosse. D’altra parte i carabinieri , mi hanno detto, si sentono impotenti in quanto se vengono presi , dopo una notte, tornano subito in libertà.

Attualmente non abbiamo certezza di nulla

Oggi voglio segnalare un caso pecrhè colpisce tutti noi. Non perchè è una persona che ha sofferto in passato, non perchè si tratta di un uomo o di un giovane e non della donna di turno, ma perchè dimostra come la sicurezza è sempre meno

Si tratta di una aggressione ad un ragazzo di cui metterò una breve storia e che ho conosciuto di persona ed ho potuto valutare la sua bontà e il suo stile di vita. Non si tratta di un regolamento di conti come qualcuno può immaginare leggendo i giornali. Non si tratta di contrasti fra clandestini . No qui si tratta di una aggressione come succedono spesso in Italia ma oggi è successo a San Donà

Breve storia di Alem

Alem Saidy è un ragazzino cresciuto nell’Afghanistan devastato da più trent’anni di guerre. L’ambiente tragico in cui vive lo trascina, già nell’età scolare, ad apprendere da un lato l’uso del kalashnikov e dall’altro il mestiere di falegname. Viene a conoscere il potere devastante delle mine durante i giochi infantili. Affronta il distacco dai famigliari con l’espatrio a Teheran, a dodici anni, e a Dubai, a quindici, per lavorare ed aiutare i genitori profughi a Peshawar, in Pakistan. Si dedica con entusiasmo all’infantile gioco degli aquiloni e ai passatempi dei grandi (lotte di animali) o degli sport nazionali (buzkashi o il volo delle colombe). Come gli suggerisce il carattere, assiste vecchi e malati bisognosi. Dalla convinzione di normalità della sua vita in Afghanistan passa gradualmente alla presa di coscienza della tragicità e crudeltà degli avvenimenti che caratterizzano il suo Paese. Il grande desiderio di libertà e pace lo trascina in balia di vari ‘mercanti d’uomini’, con peripezie da film di avventure attraverso monti desolati, mari pericolosi, prigionie ed evasioni. E alla fine, dopo un viaggio sconvolgente in un carro-frigo colmo di arance, trova la libertà e la pace.

Alem, ora diciottenne, dice «… il mio viaggio è stato indispensabile per condurmi fortunatamente fino alla vita».

Il su viaggio è stato raccontato in un libro che consiglio a tutti e recensito da giornali e Famiglia Cristiana

Lui è stato adottato da una famiglia dedita al volontariato e che tutti conoscono e stimano ma della quale non faccio il nome per non coinvolgerla

A San Donà è stato attivo con la San Vincenzo, nell’assistenza ai poveri, agli anziani della Casa di Riposo e nel volontariato ospedaliero. Ha frequentato l’Oratorio Don Bosco, amato e stimato da tutti.

Alem l’anno scorso lavorava alla 3B e per aver difeso degli operai di colore dagli abusi e prepotenze di un albanese è stato licenziato!Ha lavorato con rara capacità per quattro anni in un’industria del trevigiano ed attualmente lavora in uno scatolificio, con piena soddisfazione dei suoi datori di lavoro.

Cosa è sucesso ad Alem ?

Disavventura di ieri pomeriggio, sabato 25 c.m.

Era da solo sul marciapiede all’altezza del bar ‘Al teatro’ (Via Ancillotto) e si stava dirigendo verso la Chiesa.

Si è sentito battere sulla spalla, si è girato per vedere chi fosse ed è stato immediatamente colpito al volto e in testa da violenti pugni, tirati con l’utilizzo di un tirapugni di ferro.

Attorniato da tre (quattro?) persone, forse kosovare, si è divincolato e, benché ferito e sanguinante, ha tentato di rincorrere l’aggressore che si dirigeva verso l’edicola del piazzale delle corriere, senza capire da che parte poi si sia diretto. Si è sentito svenire ed ha chiamato i Carabinieri e qualcuno ha chiamato l’ambulanza, che lo ha portato al Pronto Soccorso prima dell’arrivo della volante.

Ha subito la frattura del setto nasale, un frattura allo zigomo ed una lesione all’occhio destro, la rottura di un dente. Operato in serata  con esito positivo è ora ricoverato in Ospedale.

Ora sorride ancora come ha imparato a sorridere vivendo nella nostra San Donà in mezzo a persone amiche e in una famiglia che lo vive come un figlio

Noi gli facciamo gli auguri e speriamo che a San Donà si possa vivere sereni e tranquilli con quella sicurezza che manca dalla microcriminalità, dagli abusivi, dai ladri piccoli e grandi, dalla sicurezza dal camminare per le strade o per le piste ciclopedonali.