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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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OLTRE LA SPERANZA. Progetto al Centro IRIS-HOSPICE

Oltre la speranza.

Oltre la speranza è progetto , una idea che viene realizzata a San Donà di Piave nel centro Iris-Hospice. Il centro Iris è il luogo dove possono dimorare i malati terminali, ovvero i malati che non hanno più di sei mesi di vita residua. Di questo centro abbiamo ancora parlato in quanto riteniamo che sia un gioiello nel territorio della nostra  Asl con la quale vi è un filo diretto di collaborazione, del nostro territorio.  È localizzato all’interno della Casa di Riposo Monumento ai Caduti in Guerra ed è seguita per quanto riguarda la parte medica dalla Asl numero 10. ( accessi e graduatorie)  Esiste un presidente di nomina politica che attualmente è il dottor Fabio Bonadio ed un Segretario Direttore Amministrativo dell’Hospice Vittorio Ditillio . Il responsabile medico  è la dott.ssa Gherela Angela che ha un triplo incarico  : come medico Hospice, come medico reperibile Hospice , ed come Responsabile Clinico hospice ; la dottoressa è l’unico medico presente in struttura. Il Dott La Marca è il responsabile della Unità di cure palliative e collabora con la dottoressa Angela Gherela per gli ingressi e la graduatoria e Vi sono poi gli psicologi Dott.ssa Fabiola  Barbiero e il Dott. Stefano Boso. La coordinatrice del Centro Iris è la dottoressa Stefania Cuzzolin. Vi sono vari infermieri professionali e OSS all’interno della struttura e sono persone eccezionali che noi stessi abbiamo incontrato più volte e abbiamo avuto la testimonianza degli ospiti ricoverati che ci hanno detto  quanto questi operatori sanitari si dedicano a loro e a far sì che  il loro soggiorno in attesa di un momento che verrà sia degno di essere vissuto in maniera serena senza sofferenze senza dolore. Come dice questo progetto ” oltre la speranza” : l’alba di ogni mattino è la speranza per un nuovo giorno.

Pparliamo di questo progetto in quanto sabato 26 ottobre 2013 alle 10:00 all’interno della Casa di Riposo Monumento ai Caduti in Guerra in Via San Francesco 11 a San Donà di Piave si terrà un incontro sulle cure palliative del Centro Iris.

Il titolo di questo incontro è “la lotta del dolore nel rispetto della vita”.  Dicevamo infatti che pazienti che sono ricoverati o meglio sono ospiti della struttura  devono poter vivere in maniera serena tranquilli senza dolore  e la lotta al dolore deve essere però nel rispetto della vita;  noi infatti  sappiamo che non ci deve essere un accanimento terapeutico ma deve essere dato ad ogni ospite, ogni persona più o meno terminale la dignità di una vita senza sofferenza senza dolore. L’incontro che ha per titolo ” La lotta del dolore nel rispetto della vita” vuole parlare dei pazienti ricoverati che vengono chiamati ospiti e si vuole dire che quando non c’è più niente da fare c’è ancora tanto da fare.

Effettivamente noi sappiamo che spesso non sappiamo come aiutare queste persone ma dobbiamo renderci conto che ci sono tante cose che possiamo fare per queste persone per potere accompagnarle nel loro transito di questa vita.

L’incontro naturalmente è aperto al pubblico sia alla gente comune sia i parenti dei pazienti sia gli operatori sanitari ed è rivolto quindi a tutti cittadini sia che siano medici, infermieri, psicologi, educatori, assistenti sociali, logopedisti, farmacisti, amministratori pubblici, prelati familiari che hanno avuto esperienze di assistenza palliativa presso l’hospice.

Ora grazie alla ricerca medica e allo sviluppo nel campo della scienza sono stati fatti negli ultimi anni notevoli progressi nella terapia del dolore ma è la squadra con le proprie risorse umane a fare la differenza. Le medicine fanno molto ma si tratta di aiutare queste persone non solo con la terapia con la pastiglia, con l’iniezione, ma queste sostanze e le terapie devono essere date al paziente con un sorriso in maniera da far la differenza tra quello che lavora presso l’ammalato e quello che aiuta l’ammalato a raggiungere la propria fine.

Questa giornata sabato 26 ottobre sarà una giornata di riflessione. Infatti l’incontro vuol far riflettere sull’approccio alle cure palliative.

Dicevamo che quando non c’è più nulla da fare c’è tanto da fare;  devono essere delle considerazioni e delle riflessioni tra il progresso della medicina e la posizione della Chiesa e dei medici per non fare soffrire le persone.

Noi riteniamo e speriamo  che quest’incontro sia solo il primo rivolto a tutti quelli che possono aver bisogno dell’aiuto dei medici e del personale paramedico e  possa quest’incontro essere utile possa per aiutare chi  ha bisogno o per aiutare le persone che in un futuro possono aver bisogno di questo aiuto. Non è detto che capiti sempre agli altri ma può capitare anche a noi.

Invito quindi tutti a recarsi per quanto possibile sabato 26 ottobre 10 alle alla Casa di Riposo Monumento ai Caduti in Guerra per ascoltare .

Oltre ai medici e agli psicologi ci sarà anche un breve intervento del Direttore Generale Carlo Bramezza , del Sindaco Andrea Cereser, del Parroco Paolo Carnio e di un Rappresentante della Regione Veneta.

Riteniamo che la Casa di Riposo di San Dona di Piave  e l’Iris-Hospice  siano di gioielli della nostra Asl, del Nostro Comune e dobbiamo andare fieri. E’ utile a tutti conoscerli e se è possibile pensare di dare un aiuto in qualche mondo anche solo morale o di affetto.

Noi stessi del “Il Ponte” abbiamo intenzione nel periodo natalizio di fare come abbiamo fatto due anni fa un incontro festoso conviviale con i pazienti della Casa di Riposo e dell’Hopsice per portare un po’ di gioia e un po’ di serenità e quindi ci sarà una giornata in cui porteremo un cantante,una persona che racconterà qualcosa in dialetto veneto e anche una persona che racconterà qualche storiella e qualche  barzelletta; tutto per far rivivere alle persone, agli  ospiti quella vita che loro in parte hanno lasciato ma che deve essere sempre un ricordo piacevole fino alla fine dei loro giorni.

10 in salute

10 in salute.

10 in salute è il periodico di informazione socio sanitaria della Asl numero 10  ” Veneto orientale  ”

Vogliamo oggi anche fare un plauso alle iniziative portate avanti dal direttore generale della Asl Carlo Bramezza. Sono iniziative semplici però a largo respiro che mostrano come la nostra Asl stia facendo dei passi avanti. Noi siamo pronti come tutti i cittadini a criticare le cose che non vanno. Siamo intervenuti più volte per sollecitare una sistemazione del servizio di Anatomia Patologica che aveva un organico ridotto e dei tempi di attesa dei referti non accettabili. Possiamo dire riguardo a questo problema oltre all’assunzione di un nuovo medico specializzato in anatomia patologica è iniziata la collaborazione di 10 ore alla settimana del Primario di anatomia patologica di Mestre. Noi sappiamo tra l’altro che in futuro la nostra Anatomia Patologica non avrà primariato ma sarà diretta e controllata da quello dell’ospedale di Mestre.

Grazie al nuovo anatomopatologo e alla collaborazione con Mestre si sono ridotti di molto i tempi di attesa dei referti anche se non siamo arrivati ancora alla normalizzazione. Dobbiamo anche dire che la Casa di Cura Rizzola si è staccata dall’Anatomia Patologica di San Donà e manda i referti al laboratorio del Professor Pennelli a Padova. Le risposte ci giungono in un tempo variabile tra i sette e i 10 giorni. Riteniamo che questo sia un una attesa accettabile e ci auguriamo che anche all’ospedale di San Donà a cui fa capo anche Portogruaro possa arrivare a questi tempi di attesa. Questo aver sollevato la nostra Anatomia Patologica dei nostri referti ha anche contribuito a diminuire i tempi di attesa della Anatomia Patologia di San Donà.

Ci siamo spesso lamentati della mancanza di comunicazione della Asl verso il territorio. Anche questo problema sembra sia stato risolto e stia risolvendosi in modo otitmale. È stato affidato al giornalista Zanutto l’ufficio stampa dell’Asl e lo stesso Mauro Zanutto è il direttore responsabile della periodico d’informazione 10 in salute. Questo periodico è un giornale esauriente semplice che informa i cittadini sulle nuove iniziative , sui cambi di gestione sui nuovi medici assunti nel Asl e su tutti i servizi che la Asl offre al territorio. Riteniamo che tale periodico sia un fiore all’occhiello della nostra Asl. Il direttore editoriale è lo stesso Carlo Bramezza. Oltre all’ufficio stampa e al periodico dobbiamo segnalare che  grazie al direttore Bramezza si muove anche sui multimedia e quindi è apparso più di una volta sulle emittenti locali televisive presentando i suoi programmi e le novità. Si spera in un futuro possa avere una collaborazione costante con la televisione locale Piave NET molto presente sul territorio. Il direttore Bramezza ha voluto anche che la Asl numero 10 sia presente su Twitter e anche questo è una dimostrazione del muoversi  nel campo multimediale seguendo  gli aspetti multimediali nella nostra società. Ci siamo lamentati più volte anche della mancata collaborazione o limitata collaborazione tra l’ospedali e la struttura privata Rizzola. Anche questo problema sembra si stia risolvendosi o in ogni caso ci sono stati dei miglioramenti. Frequenti sono gli incontri tra la dirigenza dell’Asl e la dirigenza della casa di cura Rizzola. Ci siamo in un passato anche recente lamentato che quando si rompeva una TAC a San Donà o Portogruaro i pazienti fossero trasferiti da un ospedale all’altro e recentemente anche presso l’ospedale di Mestre . Parliamo non solo dei pazienti esterni o ambulatoriali ma anche dei pazienti ricoverati. La collaborazione tra l’ospedale e  la casa di cura è stata avviata anche per risolvere questi problemi e la settimana scorsa la Direzione Sanitaria della dell’Asl ha parlato con la Direzione Sanitaria della Casa di Cura dando una mano ad eseguire le TAC dei pazienti ricoverati nel momento che la TAC locale era rotta e doveva essere riparata. Quindi possiamo dire che il 10 in salute non è solo il periodico d’informazione socio sanitaria dell’Asl numero 10 ma è anche un voto che diamo all’ Asl che finalmente sta mostrando un’immagine di progresso moderna e con il sorriso. È bello vedere il direttore Bramezza, il presidente della provincia Zaccariotto e il governatore Zaia che nella fotografia di 10 salute dell’ultimo numero appaiono sorridenti. Speriamo che il sorriso rimanga sui loro visi ma venga anche portato ai pazienti e a tutte le persone che hanno bisogno di proteggere la propria salute.

Ospedale unico o no nella ASL N.10 ?

Da quando sono uscite le schede regionali sulla sanità si fa un gran parlare di un Ospedale unico per tutto il territorio del Veneto Ortientale

Ma se ne parlava da tempo

Noi del ” Il Ponte” ne parliamo da anni. Da più di 10 anni. Ultimamente lo abbiamo ripetuto, molto tempo prima che le schede ospedaliere fossero note

Abbiamo sempre sostenuto che L’Ospedale Unico è la soluzione migliore ma al momento essendo i tempi lontani il suo programma va nella direzione di far funzionare i tre Ospedali pubblici e la Casa di Cura Rizzola

Orbene noi siamo della stessa opinione e lo diciamo da anni e qualcuno si ricorderà che Il POnte aveva organizzato anni fa una incontro con i vari consiglieri regionali sul problema all’Hotel Heraclia, ora Contenental con questa soluzione e anche un incontro dibattito pubblico all’Hotel Forte 48 successivamente

Ma avevamo fatto delle proposte di quella che per noi è l’unica soluzione possibile in questi anni e per molti anni ancora visto la mancanza di possibili finanziamenti per un Ospedale Unico.

E su questo ha ragione la CGiL che ultimamente boccia la proposta dell’Ospedale Unico. Proprio per il problema che i soldi non ci sono e non ci possono essere,. Sia per fare l’Ospedale che per mantenerlo. E Mestre docet.

Ricordiamo al Dr . Btanezza e a tutti i cittadini che il nostro progetto che rappresenta la soluzione migliore per i cittadini del Veneto Orientale.

Un problema molto sentito dalla nostra ASl e dalla regione Veneto  è dato dal problema delle fughe di pazienti che sono circa 60.000. E questo rappresenta un costo per la ASL N.10

Ma perchè ci sono le fughe

La gente non va in Friuli perchè lo ritiene comodo ma perchè trova ivi delle eccelenze.

Ecco cosa manca nella nostra ASL. Manca spesso la eccelenza. Non che non ci siano reparti e medici al top ma manca la eccellenza.

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve passare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Il piano prevede la conversione e la utilizzazione di tutte le attuali strutture ospedaliere.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

A Jesolo é utile come messo nel piano delle schede ospedaliere un  Ospedale specializzato rispetto alla locazione , al suo decentramento e al suo clima.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo dovrebbe esserci un Pronto soccorso elastico ma autonomo . Elastico in quanto potenziato dagli altri due ospedali pubblici nel periodo estivo ( in cui diminuisce il lavoro nell’Ospedale normale ) .

E’ non economico e non produttivo fare un Reparto di Chirurgia e di Medicina Completi e un Pronto Soccorso egualmente funzionante tutto l’anno quando solo in 4 mesi vi è l’aumento di affluenza. Non si può avere tutto sotto xasa. Alla fine non è stato traumatico l’aver tolto da Jesolo la Ginecologia e la Ostetricia e tali reparti possono funzionare meglio in Ospedali meglio dotati

Quale turista andrebbe in vacanza a Jesolo e dintorni per poi ricoverasi con quello che costa il soggiorno a Jesolo. E’ evidente che si ricovererebbe solo il turista nell’emergenza e tale soggetto essendo limitato come numero può essere trasportato con mezzo mobile ( autoambulanza o elicottero) nell’Ospedale vicino.

In sostanza l’ospedale potrebbe essere riconvertito a struttura di Pronto Soccorso “elastico”.  Con un Reparto capiente di lungodegenza    e un reparto ortopedico riabilitativo che ben si adatterebbe al posto.

E per San Donà e per Portogruaro. Cosa ci aspettiamo visro che i costi di un Unico Ospedale sono proibitivi ?

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noi  abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie partologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risporse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione accelente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

La polemica Ospedale unico o meno è solo una polemica che ci fa tornare indietro negli anni quando vi erano i vari campanili e tutti pensavo a sè stessi.

Ora il cittadino vuole essere curato nel modo migliore con la attrezzatura migliore

E tutto questo ha dei costi

E allora conviene avere due poli attrezzati con le attrezzature migliori e con gli specialisti con la maggior esperienza e formati in modo tale da rappresentare quella eccellenza che attualmente manca.

In ultimo la Casa di Cura Rizzola. Deve rappresentare una alternativa alla popolazione sempre che possa rappresentare dei poli di eccellenza per determinate patologia e che iil rapporto costi-benefici sia favorevole.

Se la struttura può dare alcuni servizi di eccellenza a costi competitivi non si vede perche non possa esistere nella modalità e nell’ottica descritta sopra.

L’ospedale unico rappresenta una eccellenza se possibile. Altrimenti meglio avere due poli funzionanti come eccellenza.

Procedura per il trattamento di ulcere croniche degli arti inferiori con metodo del LIPOFILLING

Si parla sempre di risultati nella Sanità in posti lontani dal Veneto Oriemtale. Sembra che tutto sia meglio fuori a casa. Siamo contenti di poter dire che anche a San Donà si stanno facendo cose belle e utile e che rappresentano l’eccellenza , almeno per alcune patologia.

In modo particolare per la terapia delle ulcere trofiche degli arti inferiori e nel piede diabetico.

Vi avevamo annunciato che la equipe formata dal Chirurgo Plastico Dr Antonio Corezzola e dal Chirurgo Generale Madeyski Paolo avevano iniziato nel mese scorso la tecnica de Lipofilling rigenerativo per la terapia delle ulcere di vari tipo degli arti inferiori

IUN questi due mesi scarsi abbiamo trattato 7 paziente. I risultati sono soddisfacenti ma non hanno numeri per poter diffondere i risultati.
LO faremo al raggiungimento di un numero di 16-20 pazienti trattati come comunemente si trova in letteratura.
Possiamo però dire che i risultati sono confrontanti e ci inducono a continuare con tale terapia nei casi selezionati

Crediamo utili pubblicare le procedure e i protocolli che rispettiamo nell’usare tale terapia.
Nulla vieta che nel corso d’opera possano esserci delle variazioni che la pratica o l’esperienza ci possa insegnare. Se ci fossero variazioni questa saranno comunicate

A fine anni con un numero sufficiente di pazienti trattati sarà pubblicato un lavoro scientifico in spagnolo e in italia sulal nostra esperienza e sulla efficacia di tale terapia

Qui sotto di seguito la nostre metodica

 

Procedura per il trattamento di ulcere croniche degli arti inferiori con metodo del LIPOFILLING

1) Scelta di pazienti
Ulcere croniche arti inferiori con scarsa tendenza alla granulazione
Natura diabetica o vascolare ( venosa o arteriosa).
Pazienti che abbiano già subito trattamenti (medici, innesti o ossigenoterapia topica o iperbarica)
Perdita di sostanza e atrofia dei tessuti molli (postramatico,iatrogenico,cicatriziale)
2) Trattamento in regime di daysurgery o in ricovero ordinario se ci fossero motivi di terapie associate
3) Esami stabiliti con l’anestesisti per procedura in TIVA ( Total intravenous anaesthesia )
4) Tampone all’ingresso per esame culturale e antibiogramma
5) Medicazione pulitura ulcera con fisiologica all’ingresso ( non uso di betadine)
6) Prelievo grasso
Si usa siringa da 10 cc o meglio di 20 cc con canula di diametro di 2mm da liposuzione
anestesia locale ( mepivìcaina con epinefrina 1:1000 ); la dose dipende dalle dimensione della lesione.
infiltrazione di fisiologica 100 ml
7) Sede del prelievo
Interno ginocchio, gluteo, addome , fianco
8) Prelievo di 10-20 cc di grasso
9) Centrifugare la siringa per 3 minuti in centrifuga sterile.
10) Toilette chirurgica con esame istologico di ogni tessuto fibrinosi o necrotico
11) Inieizione degli adipociti in ragione di 5-10 cc usando un ago 18 gauge
12) Sede di iniezione: sede centrale e nei bordi a livello della giunzione dermoepdermica
13) Medicazione con bagnata di fisiologica
14) Dimissione generalmente al pomeriggio
15) Controllo in terza giornata e quindi settimanalmente
16) Ossigenoterapia normobarica dalla terza giornata

Proteste per la Anatomia Patologica di San Donà di Piave

Noi del Ponte ci siamo occupati altre volte del Nostro Ospedale e ultimamente del Reparto di Anatomia Patologica.

Ora ce ne occupiamo in quanto la situazione non migliorata . Diciamo che tutto tace. Un pò come per il problema dei videodermatoscopi nel due Ospedali di Jesolo e Portogruaro.

Bene i videodertmatoscopi giaciono in pace e …anche la Anatomia Patologica possiamo dire che giace in pace nello stesso posto ritenuto non idoneo, con la stessa carenza di personale. Ma non possiamo dire che la situazione sia proprio statica ma..peggiora. Infatti mentre il tempo passa i tempi di attesa per un referto di allungano.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato con il Tribunale dell’Ammalato  e precisamente con il sign Luigi Basso, Presidente di questo Organismo. Abbiamo avuto un colloquio in quanto al Tribunale dell’Ammalato cominciano ad arrivare le segnalazione di persone che ritengono che la attesa di un esame istologico riguardante una loro patologia sia troppo lungo.

Non siamo autorizzati a fare nomi ma ci sono persone che hanno aspettato  più di un mese per sapere la diagnosi della loro patologia.

Il tempo è relativo ma diventa importante la attesa se la diagnosi comporta una modifica della terapia chirurgica o medica.

Pensate ad una donna che subisce un intervento di asportazione di un nodo sospetto alla mammella e che aspetta un mese o più per sapere se tale nodo è un tumore benigno o maligno. Con la conseguenza che un eventuale intervento allargato e successivamente una terapia medica . Ecco in questo caso il tempo è importante. Probabilmente non ci saranno danni per un ritardo di diagnosi e di ultereiore terapia. Ma pensiamo alla donna che sta aspettando. Mettetevi nei suoi panni e vedrete come passerà questo mese e come la donna vivrà in questo tempo di attesa.

Lo stesso problema naturalmente esiste per un uomo che aspetta di sapere se il nevo asportato è un melanoma o meno e se i linfonodi asportati con il melanoma sono positivi o meno.

Con Il presidente del Tribunale dell’Ammalato abbiamo parlato e scorso in rassegna i possibili rimedi.

Purtroppo ci si scontra con la mancanza di fondi della Regione e con la burocrazia.

Vediamo la situazione

Esiste un servizio di Anatomia Patologica nell’Ospedale di San Donà di Piave

Noi sappiamo che l’anno scorso sono stati eseguiti 12 mila esami istologici e altrettanti esami citologici. Orbene più della metà proviene da San Donà  ( compresi quelli della Casa di Cura ) , 1000 vengono da Jesolo e 4000 da Portogruaro.

E’sempre stato un ottimo reparto , un reparto di eccelenza. Fin dai tempi del Prof Boccato, coadiuvato dal Dr Briani e dal Dr PASINI ( attualmente a Monastier).

Successivamente Il Reparto venne condotto dal Dr Sacchi, sempre coadiuvato sempre dal Dr Briani, dalla Dottssa Chiara e dalla Dottssa Cristina Antonini.

Tutto bene. Poi sono nate le polemiche circa il trasferimento del Reparto da Jesolo a Portogruaro.

Il futuro spostamento non è stato digerito dal Dr Sacchi e dal Dr Briani che hanno dato subito le dimissione dal servizio. Certamente erano prossimi ad andare in pensione: si trattava di mesi ma hanno anticipato il pensionamento.

La storia poi la conoscete. Il Dr Briani è deceduto dopo un secondo infarto. Il DR Sacchi è andato in pensione come da richiesta fatta nel mese di ottobre.

Nella Anatomia Patologica di San Donà di Piave sono rimaste quindi le due dottoresse e diciamo che sostanzialmente il reparto è stato dimezzato solo tenendo conto dei numeri degli operatori sanitari.  Ma dobbiamo tenere conto anche della esperienza del Dr Sacchi e del Dott Briani: l’esperienza, gli anni e il trascorso ospedaliero hanno il loro peso.

La dirigenza della ASL ha dato un incarico di consulenza con il Dott Murer, proveniente da ASL distante e con una grossa esperienza ma…per questione burocratiche tale consulenza deve ancora iniziare.

Il 16 gennaio è sgtato fatto un concorso per un posto di medico che va a coprire la mancanza del Dr Briani. Bene !. Ma…il medico è un giovane e valente medico ma all’inizio della carriera e con una esperienza limitata dagli anni.

A questo punto tutti possono capire perchè l’Anatomia Patologica ha dei ritardi nei referti.

I medici attuali non possono certamente sopperire alla mancanza dei due medici che hanno lasciato il reparto. La Dottoressa Chiara Antonella ha una ottima esperienza e lavora in maniera instancabile ma la mole di lavoro è molta.

Vediamo i numeri

Noi sappiamo che l’anno scorso sono stati eseguiti 12 mila esami istologici e altrettanti esami citologici. Orbene più della metà proviene da San Donà  ( compresi quelli della Casa di Cura ) , 1000 vengono da Jesolo e 4000 da Portogruaro.

In Totale sono passati nella Anatomia Patologica circa 24.000 esami

Come si può pensare che una tale mole di lavoro possa essere smaltita in tempi reali. Perche quello che la gente è il tempo reale. Tempo reale compatibile con i tempi tecnici di esecuzione di un esame.

E allora cosa proponiamo noi del ” Il Ponte” ?

Dare una testa al Reparto.  Una testa che diriga è indispensabile. Quindi dare le mansioni superiori alla Dottoressa Chiara Antonella  che ha i titoli e le capacità . Oltre a dirigere e programmare ufficialmente il lavoro la dottoressa sarebbe gratificata e stimolata ad una lavoro ancora più intenso ( è umano)

Secondo. Richiamare il Dr Sacchi a fare il consulente 4 giorni alla settimana . La sua consulenza sarebbe più fattibile di altri in quanto conosce l’ambiente e quindi sarebbe già inserito e a conoscenza delle problematiche e di come risolvere i vari problemi.

Il Dott Sacchi , sentito da nopi e dal Tribunale dell’ammalato, sarebbe disponbile in linea di massima.

Queste due mosse credo che sarebbero sufficienti a fare ritornare il lavoro a pieno ritmo . Nello stesso tempo il medico che ha avuto il posto per concorso si farebbe le ossa e prenderebbe contatto con i problemi e potrebbe avere dal Dr Sacchi utili informazioni sulla diagnostica e sulle metodiche.

Noi speriamo che il Nuovo Direttore Generale  dr Carlo Bramezza tenga conto di questo proposte.

Fra 15 giorni saremmo a colloquio con il Direttore Generale e porteremmo alla sua attenzione  il problema della Anatomia Patologica e il problema dei videodermatoscopi non utilizzati.

 

 

Presentazione del Dr Carlo Bramezza

La conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore Generale della ASL N.10

 

Il nuovo Direttore Generale della ASL N 10 del Veneto Orientale

Riportiamo qui il Curriculum Vitae del Dr Carlo Bramezza.

E’ stato nominato Direttore Generale nella nostra ASL al posto di Dr Paol0 Stocco. Il DR Paolo Stocco aveva ritirato la sua candidatura. Per il Dr Carlo Branezza è il primo incarico come Direttore Generale.

Come il precedente viene dal sociale ed è stato Direttore di Case di Riposo.

A noi non interessa l’orientamento politico ma interessa il suo impegno nella nostra ASL che problemi ne ha tanti.

Auguriamo al Dr Bramezza i migliori auguri e speriamo che si possa trovare in un posto sereno e che nessuno remi contro in modo che la sua azione possa svolgersi serenamente a vantaggio della popolazione.

 

CURRICULUM VITAE

CARLO BRAMEZZA, nato a Treviso il 4 maggio 1967.

Laureato in Giurisprudenza, presso l’Università degli Studi di Bologna in data 16/12/1993, punteggio 100/110.

Iscritto all’Albo dei Procuratori Legali presso il Tribunale di Treviso.

Dopo la laurea collabora con lo Studio del Notaio Lorenzo Ferretto in Treviso dal 1994 al 1997, dove svolge la pratica notarile.

Dal 1° Aprile 1997 al 31 Marzo 2000 lavora presso g li Istituti Riuniti per l’Assistenza agli Anziani di Treviso (IS.R.A.A.) come responsabile del personale (categoria D3 CCNL Regioni- Enti Locali).

Il 1° Aprile 2000, passa alle dipendenze della Casa di riposo e Centro diurno “G. e P. Marani” di Villorba come Segretario Direttore con contratto dirigenziale a tempo indeterminato (CCNL Regioni-Enti Locali).

Dal novembre 2008 ricopre anche l’incarico di Segretario Direttore presso la Casa di Soggiorno F.lli E. e P. Mozzetti di Vazzola.

Ha ricoperto l’incarico di Segretario Direttore dell’IPAB “Istituti San Gregorio” di Valdobbiadene e di Direttore della Casa Albergo per anziani “A. Rusalen” di Meduna di Livenza.

Dal Maggio 2011 ricopre anche l’incarico di Segretario Direttore presso la Casa di Riposo “Aita” di Crespano del Grappa.