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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Adriano Cestrone: il nuovo Direttore Sanitario della Casa di Cura Rizzola

Qualche settimana orsono abbiamo presentato la nuova Direttrice Sanitaria della AL N .10 Troverete infatti al link

http://www.ilponte.ws/portale/?p=709

l’articolo della presentazione della Dottoressa Simona Bellometti.

Oggi come promesso vi traccio il curriculum prestigioso di una altra figura che viene nella nostra ASL. Si tratta del Dott Adriano Cestrone chiamato a fare il Direttore Sanitario presso la Casa di Cura Rizzola a San Donà di Piave

Credo che tutti lo conosco per aver diretto per 19 anni la ASL  N 16 di Padova che è una delle maggiori e più prestigiose di Italia,

Ha dovuto cedere la direzione generale di tale ASL per l’età che nel servizio pubblico è obbligatoria.

Per me è anche un piacere presentarlo avendo iniziato assieme a lui a Treviso la carriera medica.

Il Dr Cestrone è trevigiano dove abita ancora.

Si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973

Ha raggiunto la specialità in malattie infettive nel  1976

Ha raggiunto la specialità in Igiene e Medicina Preventiva 1986

Ha ricoperto il ruolo di Direttore Sanitario ASL 19 Mediobrenta

Successivamente è stato Direttore SANITARIO  a  Treviso

Quindi è passato Direttore Sanitario a  Padova

Successivamente è stato chiamato al ruolo di Direttore Generale Padova asl 16

Ha anche ricoperto il ruolo Commissario Straordinario Regione Veneto  per istituto oncologico Veneto

L’anno scorso per ,limite di età in ambiente pubblico è andato in pensione e ora ci ha onorato di venire a San Donà a dirigere la Casa di Cura Rizzola.

Credo che la struttura farà un passo avanti e saprà ricoprire quel ruolo che tutti si aspettano e che le schede regionali le hanno riconosciuto

Un augurio di cuore e questo mese sarà anche presentato a Piave TV

 

Nuove Foto della festa Natalizia in Casa di Cura Rizzola

Visto il grande successo dimostrato da messaggi e mail a seguito dalla fotografie pubblicate ieri sera sul sito della nostra Associazione  ” Il Ponte”  abbiamo deciso di pubblicare altre 5 foto che dimostrano lo spirito dimostrato dai pazienti ricoverati nel Reparto Lungodegenza e Riabilitazione.

I pazienti o i lori parenti ci hanno chiamati per festeggiare assieme questo giorno e nessuno ha rifiutato di festeggiare o ha rifiutato di essere ripreso dalle foto.

Sarebbe bello ripetere tale manifestazione anche alla Epifania. Io sarò con mia moglie al Presepe Vivente a Cà Savio nella Tenuta di Artiano Bodi dove si svolgeranno in quel giorno anche le premiazioni dei concorsi del Presepi, delel Pinse e dei Paniveri.

Ma magari a qualcuno verrà in mente di fare la Befana in Casa di Cura, Sarebbe una bella idea!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una Casa di Cura…Un Reparto che diventano una famiglia con il cuore in mano

Come vi avevo promesso oggi vi pubblico le fotografie della festa che abbiamo tenuto noi de ” Il PONTE ” presso la Casa di Cura Rizzola di San Donà di Piave. In questi giorni , come in tutte le struttura le Chirurgia chiude perché si operano solo le urgenze e quindi si lascia passare le ferie dovuto al personale infermieristico. Nel Reparto di chirurgia  si lavora normalmente ogni giorno ma solo per le prestazioni ambulatoriali con tutti gli ambulatori funzionanti ma mancano le degenze o sono state appoggiate in Geriatria e in Lungodegenza.

Per tale motivo abbiamo scelto , come ogni anno, di festeggiare il Natale nel Reparto di Lungodegenza e di Riabilitazione in quanto tale Reparto è noto come essere un Reparto con una umanità da parte del personale medico e infermieristico al TOP. Ne facevano testo fino a qualche mese fa i biglietti di ringraziamento di ricoverati e di parenti che venivano attaccati lungo il corridoio. Da qualche mese sono stati tolti in quanto erano tropopi ma a grande richiesta saranno rimessi ma con un turnover per evitare un intasamento che potrebbe ostacolare le norme igieniche

Come ogni anni noi del ” Il Ponte”

abbiamo organizzato un momento di serenità e di di ricordi per gli ammalati degenti che non possono essere dimessi per questi giorni festivi. Come abbiamo fatto per alcune Case di Riposo; solo nelle Case di Riposo si trattava di Ospiti e qui si tratta di ricoverati che hanno malattie che nel giro di giorno o anche di un mese li faranno tornare a casa

Abbiamo visto che i pazienti sono stati tutti contenti; molti avevano gli occhi lucidi, molti sorridevano e tutti volevano assaggiare il prosecco e lo spumante. Ma molti hanno preferito il nostro Tè Verde del Benessere che avevamo portato.

L’Associazione è formato da poche persone. E’ una ONLUS che ha come soci fondatori oltre al sottoscritto Madeyski Paolo, la mia compagna da 40 anni Maria Visentin, Giuseppe Cosacco, Luigi Salierno con la compagine di PiaveTV, la favolosa Mery Florian.

Grazie a queste persone abbiamo organizzato una festicciola portando pandoro, panettone, spumante dolce e prosecco e Tè Verde

Ma abbiamo portato una carezza per tutti, un abbraccio sincero  e un sorriso che spesso si è tramutato in una risata.

Non è manca la benedizione che i pazienti specie le pazienti donne hanno molto gradito. Dicevo che avevo la dispensa vescovile per gli ammalati e loro la hanno voluto con piacere. E’ stata una bugia ma a fine di bene. Non ho nessuna dispensa vescovile ma non ho fatto peccato perché ho fatto felice delle persone che volevano essere felici

Meglio di tutto è mettere le foto della mattinata trascorsa con loro. Le foto sono meglio dei commenti

Se ne potevano mettere altre perché tutti volevano la foto ma credo che poi la pagina diventerebbe pesante e quindi penso che questo sia un bel ricordo per i pazienti ma anche per tutti noi del Ponte e per gli amici medici e infermieri

 

 

 

 

 

 

 

 

Episodio ” strano ” . Anziana molestata nella casa di Cura Rizzola a San Donà di Piave

Diverse persone hanno scritto a me personalmente e redazione del sito ” Il Ponte”. Le mail le leggo personalmente e ho ritenuto di non poter tacere e di commentare l’episodio.

Diversi mi hanno scritto chiedendo perchè io che sono sempre pronto ad intervenire su problemi di sanità buona o cattiva questa volta non ho toccato l’argomento. Forse perchè riguarda la Casa di Cura dove lavoro

Dirò la verità: avevo paura di non essere obiettivo. Mi trovavo di fronte ad un episodio incredibile che non potevo accettare e che non ritenevo possibile nella mia Struttura.

Tutti sanno che lavoro nella Casa di Cura da oramai 20 anni e rappresento sotto vari aspetto al Struttura

Conosco tutti e l’episodio segnalato non potevo accettarlo.

Ne ho parlato con Il Direttore Sanitario nella persona del Dr Cestrone , uomo di grande esperienza e umanità e lui mi ha detto che potevo benissimo esprimere la mia opinione che sostanzialmente non differisce dalla sua.

Noi riteniamo che si sia trattato di un malinteso da parte della paziente che se è vero che è anziana , è anche vero che ragiona bene  ed  è nel pieno della sue facoltà, ma è anche vero che l’ambiente e la situazione possono provocare malintesi comprensibili specie da parte di una persona anziana.

Cosa è sucesso?

Non voglio evitare di raccontare quello che è stato denunciato da una parente ai carabinieri. Per tale motivo prendo spunbto da quanto scritto sul Gazzettino da De Bortoli e sulla Nuova Venezia da Cagnassi

La paziente , donna di 77 anni ricoverata nel reparto di Geriatria, ha raccontato un episodio che a me risulta pooco o del nulla credibile. La signora sarebbe stata molestata da due infermieri  che dovevano aiutarla a mettere il pannolone. Uno dei due sarebbe stato  sdraiato sul suo letto mentre  l’altro l’avrebbe  fatta appoggiare con le mani al letto per cambiarle il pannolone e, alzandole la camicia da notte, avrebbe  mimato un atto sessuale .

La signora ha raccontato l’episodio ai parenti che sono andati dai carabinieri a sporgere denuncia

La Casa di Cura, venuta a conoscenza della denuncia ha convocato immediatamente  gli infermieri, che hanno smentito risolutamente tutto, il medico del reparto, poi il direttore sanitario . Come dice uno dei giornali la Casa di Cura Rizzola è un simbolo per la città, con reparti e medici di fama, un alto livello diagnostico e ambulatoriale tali da far concorrenza all’ospedale.

Io posso anche aggiungere che la CASA DI CURA  si distingue per la assistenza che da ai propri pazienti. Una delle cose che si raccomanda agli infermieri e a tutto il personale sanitario è la gentilezza, la cortesia verso i degenti. Quello che noi diaciamo ad un infermiere che inizia il suo lavoro nella nostra struttura è : il vostro non è un lavoro ma è un compito che va fatto con ampore verso il paziente. Il paziente è una persona più debole che ha bisogno di amore , di sentirsi al sicuro tra gente che è lì per curare il suo corpo aiutando anche lo spirito.

Io dico sempre alla infermiera quando mi viene presentata: qui si deve lavorare e con il tempo diventerà brava ma da subito deve essere vicina al degente, devo seguirlo con amore . E posso assicurarlo e lo vedo ogni giorno con quanto amore il nostro personale segue i pazienti. Sento i complimenti dei degenti verso il nostro personae. E direi che non vi è degente che alal dimissione non mi fa i complimenti sul nostro personale.

Direi quasi che apprezzano di più la gentilezza del nostro personale della nostra di medici. Forse anche perchè il personale infermieristico, pur lavorando molto, sono più vicini di noi all’ammalato. Certamente non è raro vedere una infermiera che fa una carezza o un abbraccio al paziente e vedere il paziente che abbraccia o bacia l’infermiera. Direi che è la norma.

Abbiano un corpo infermieristico che è il massimo della gentilezza e dell’amore verso l’ammalato.

Ho sempre in mente la loro gioia nell’essere vicino all’ammalato facendolo sentire coccolato quando a Natale vado con mia moglie tra gli ammalati della Divisione di Lungodegenza a bere con un loro un mezzo bicchiere di prosecco e a mangiare un pezzetto di panettone. Si respira una aria gioiosa che suggella l’amore tra personale infermieristico e ammalato. Ne fanno fede le fotografie che metto su F.B. ogni anno e lo farò anche quest’anno.

Ne fanno fede i tanti biglietti di ringraziamento di pazienti e di ammalati che vedo sempre nel Reparto di Lungodegenza. Sono così tanti che in questi giorni sono stati rimossi perchè erano troppi e riempivano la parete.

«Non possiamo esprimerci», spiega il direttore sanitario, il dottor Adriano Cestrone, «perché abbiamo solo le due versioni. La signora è anziana, ma lucida. Le versioni non coincidono. Lei dice che la sottoveste le è stata alzata del tutto, gli infermieri sostengono solo alla vita e per cambiarle il pannolone. Non vorremmo che quel gesto fosse stato male interpretato. Raccomandiamo sempre al personale la massima cura dei pazienti, il rispetto, la prontezza nell’aiutarli. Non possiamo fare altro che segnalare alla Procura della Repubblica e per il momento li abbiamo messi in ferie in attesa di chiarimenti doverosi su tutta la vicenda».

Io direi di più , conoscendo gli infermieri. Non vedo come possa essere successo tale episodio se non come un malinteso. Gli infermieri in questione a quanto mi risultano non hanno mai manifestato un comportamento se non esemplare e nessuno tra gli infermieri del reparto o di altri reparti pensa che si siamo macchiati di tale comportamento assurdo.

Come ha detto il Direttore Sanitario la denuncia farà il suo corso e le indagini non si fermeranno se non quanto si arriverà alla verità

Se fosse vero però mi viene da affermare che non capisco più il mondo, non capoisco piùle persone , non capisco piùuna persona che decide di fare l’infermiere.

Delle persone che potessero avere avuto un simile comportamento non possono essere infermieri e se lo sono non lo saranno più

Ma sono sicuro che sono degli infermieri e tali rimarranno.

Questo è il motivo per il quale non ho scritto subito nulla ma ora ho deciso che era giusto dire la mia. Pronto a riconoscere di essermi sbagliato se veramente ci anche solo qualcosa di vero. Ma non credo che ci sia nemmeno un tentativo di scherzo . Nulla di Nulal. Se non un equivoco che è facile da capire per quello che gli infermieri stavano facendo nel loro normale lavoro. Dovuto anche allo spazio angusto, alla manovra delicata e intima di un cambio di pannolone.

Lo spero che per gli infermieri. Lo spero anche per la struttura che sta vivendo molto male tale situazione.

Ma ci tengo a confermare una cosa di cui sono sicuro al 100%  anzi al 1000 per mille. Gli infermieri che io conosco che lavorano con me giorno giorno dopo giorno sono il meglio che esistere. A loro va il mio grazie per il lavoro che fanno ogni giorno e ogni notte  CON AMORE

 

 

 

 

Il Video che mostra il lavoro fatto alle Canarie e in Spagna in vista del Congresso di Barcellona

Con questo video si vuole mostrare il lavoro fatto alle Canarie e in modo particolare all’Università di Santa Cruz e in Spagna con l’ossigenoterapia normobarica

I pazienti sono trattati sia per le ulcere degli arti inferiori che per le lesioni del piede diabetico

Il video era stato realizzato in vista del Congresso di Barcellona sul Piede Diabetico che è tenuto con la nostra partecipazione a fine settembre

 

 

La Prevenzione delle complicanze del piede diabetico si sta facendo strada anche a San Donà di Piave

Nei giorni scorsi vi abbiamo dato notizia della importante iniziativa promossa dall’Associazione dei Diabetici per prevenire le complicanze del piede diabetico con una conferenza ma specialmente per le visite gratuite con i podologici per capire i problemi dei diabetici e dare i consigli sulla prevenzione delle complicanze.

Abbiamo sempre parlato della importanza della prevenzione non solo dei tumori ma di ogni altra patologia e quindi anche del diabete. E tutti sanno che una delle complicanze più pericolose di tale malattia è quella del piede diabatico

Con tale nome si intende il rischio che il paziente diabetico da lunga data e mal trattato possa incorrere in infezioni specialmente al piede in quanto manca una sensibilità data da disturbi alle terminazioni nervose e vascolari

E proprio questo è stata uno dei punti fondamentali del Congresso al quale abbiamo partecipato a Barcellona sul Piede Diabetico

Oltre la Prevenzione , la diagnosi e poi la terapia che deve cercare di limitare le amputazioni, almeno quelle maggiori

Noi siamo stati invitati perchè grazie alla terapia che abbiamo messo a punto con la ossigenoterapia normobarica abbiamo ridotto le amputazioni. Nel 2012 abbiamo avuto nessuna amputazione maggiore e solo due amputazione di avampiede.

Faccio qui il riassunto del Congresso al quale ho partecipato dando lustro anche a San Donà di Piave avendo portato la casistica della Casa di Cura Rizzola

Il 18 e 19 settembre si è tenuto a Sitges il 4° congreso multidisciplinare del Piede diabetico. Per chi non lo sapesse Sitges è un noto posto in riva al mare a 30 km di Barcellona. E’ stato scelto per la sua notorietà e perche esiste un albergo prestigioso hotel con sale congressuali prestigiose. E questo perchè tale Congresso è un evento nazionale con partecipazione internazionale.

I relatori erano medici prestigiosi che si occupano del piede diabetico sia in Spagna che alle Canarie che in Germania, Inghilterra e USA.

Per l’Italia erano presenti il Dr GIacomo Clerici da Sesto San Giovanni e il Dr Alberto Piagessi da Pisa. Nomi prestigiosi che non hanno bisogno certo di presentazione. Potete avere delucidazioni su tali insigni relatori sul sito www.piediabetico2013.org

Vi era un altro medico dall’Italia, sicuramente più modesto ed era il Dr Madeyski Paolo da San Donà di Piave.

Le relazioni erano spagnolo, italiane , tedesche e inglesi. Come sottotitolo vi era  : El Pie diabetico en Espana: presente y futuro

Non posso citare invece tutti relatori spagnoli in quanto erano molti e di prestigio ma porterebbe  via spazio alla conclusione del congresso, ma uno merita una menzione particolare e lo devo citare perchè ha rappresentato la MPSYSTEM. Si tratta del Dr Francis Diaz Cabreras che lavora all’Università di Santa Cruz, dirige le strutture mediche collegate ed è anche Oncologo di nome.

Il Dr Diaz Cabreras dirige i lavori scientifici che trattano le ulcere difficili e il piede diabetico nelle Canarie con l’ULCOSAN.

Il giorno 19  alle 11,30 è stato a tenere un minisimposio sui protocolli e sulla terapia con ossigenonormabarico  che aveva il titolo di ” Tratamiemento de las ulceras con camara normobariica local de Madeyski “. Ha illustrato l’argomento con delle diapositive in spagnolo riportando la casistica della Casa di Cura Rizzola di San Donà di Piave e parlando della sua esperienza alle Canarie. La relazione è stata eseguita dal Dr Diaz Cabrera in quanto segue lui i lavori alle Canerie e perchè il Dr Madeyski avrebbe avuto difficoltà a fare una relazione in spagnolo  e non era giusto e cortese farla in inglese con la traduzione simultanea.

 

La relazione è stata esauriente ed ha destato l’attenzione della platea e un lungo applauso. Alla fine è seguito un coffee breck e la dimostrazione è stat che allo stand della MPSYSTEM ai tavoli del caffè vi è stato un interessamento particolare. Possiamo dire , e i filmati lo confermano, che lo stand della MPSYSTEM è stato il più visitato negli intervalli da coffee break e di pranzo nei due giorni del congresso. E non solo da medici spagnoli e di altri paesi m anche da distributori di dispositivi medici che chiedevano di collaborare. La frase più bella per noi è stat quella di un dottoressa spagnola che ha detto apertamente allo stand ” Este Ulcosan fue la estrella del día” non poteva essere un commenti più bello per noi

il precedente congresso su questo argomento era stato tenuto nel 2007 a Toledo. Quest’anno si voleva comparare i risultati e le esperienza dei medici che lavorano su tale patologia  in Spagna con altri gruppi internazionali mostrando i risultati di entrambi i tipi di gruppo.Il tutto precedeva il Congreso del Grupo de Studio Europeo de Pie Diabetico sempre a Sitges. . Lo scopo poi era di cercare di unificare i protocolli di diagnosi, e di terapia con una visione globale più possibile.

Le relazioni sono state molteplici ma vorrei citare delle conferenze magistrali che hanno colpito tutti noi presenti.

il Dr Javier Aragon Sanchez , Chairman del congresso, è stato magistrale nella relazione magistrale: Anatomia della infezione nel piede diabetico che metteva in luce le motivazioni e i rischi di amputazioni i maggiori e non si conosce bene tale anatomia. Adesso si cerca di amputare al minimo e tale impegno si attua con la conoscenza ottimale della anatomia del piede e delle possibilità anatomiche di diffondere la infezione.

relazione precisa e esauriente dalla grande esperienza del Dr Giacomo Clerici sui ” Sostituti dermici nei problemi del piede diabetico”

Conferenza magistrale di rilievo dall’altro ospite italiano Dr Alberto Piaggesi che ha parlato dei risultati e della valutazione del team multidisciplinare che tratta il piede neuroischemico

Con soddisfazione visto l’interesse del nostro di terapia siamo stati chiamati ad esporre alcuni casi di lesioni al piede diabetico nel pomeriggio della giornata conclusiva . La relazione è stata fatta con alcune diapositive dal Dr Francis Diaz Cabrera  assieme al Dr Madeyski che ha puntualizzato i risultati ottenuti in inglese.

L’incontro è stato importante, utile a tutti noi e  denso di soddisfazione per noi della MPSYSTEM.

Grazie al lavoro anche del Dr Lucio Marrone che assieme al Dr Francis Diaz Cabrera ha messo a punto la organizzazione per la MPSYSTEM a tale convegno

L’importanza della Prevenzione . Prevenzione della Osteoporosi in soggetto debilitato nella nostra ASL

Vogliamo mostrare come la Prevenzione sia la terapia migliore non solo per i tumori ma anche per altre patologie. Oggi parliamo della Osteoporosi e dalla Prevenzione e della terapia come Viene eseguita nella nostra ASL e in modo particolare nella Casa di Cura Rizzola a Cura del Dr A. Francescon

 

Anziano fragile, patologia neoplastica multipla e Osteoporosi: l’importanza della diagnosi precoce e della gestione clinica continuativa e multidisciplinare.

A cura di : Dott. Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi- Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

Questo documento nasce dall’esame di un caso clinico peculiare. Si tratta di una paziente che nel corso della sua vita ha contratto ed è stata operata per  ben quattro forme neoplastiche diverse, ma che,  grazie all’adeguatezza degli interventi di diversi Specialisti Medici, è riuscita, via, via, a superare le difficoltà delle diverse malattie ottenendo risultati soddisfacenti nella qualità della vita.

Recentemente, la Signora, una donna di 70 anni,  è  giunta alla nostra  osservazione ed è stata  gestita  in collaborazione con approccio multidisciplinare dalle equipe di Chirurgia e di  Lungodegenza Geriatrica Riabilitativa della Clinica Rizzola di San Donà di Piave. L’ultimo intervento, che aveva comportato  successivamente il trasferimento presso la nostra struttura era stato eseguito presso la Chirurgia di un’altra Struttura Ospedaliera, con la quale erano stati concordati, inoltre, i successivi  interventi.

Questa è la complessa storia clinica della paziente:

All’età di 40 anni ha subito una mastectomia radicale destra per neoplasia mammaria.

All’età di 54 anni  è stata operata di emicolectoma dx  per un tumore del colon ascendente .

All’età di 58 anni è stata operata di emiucolectomia sx per un tumore al sigma

A 61 anni ha subito l’asportazione di polipi duodenali  per via endoscopica .

Nel 2013, infine, a 70 anni,  a causa di un polipo duodenale che era degenerato in carcinoma, ha subito un nuovo intervento al duodeno. L’intervento, che era stato esteso anche alla regione pilorica dello stomaco, ha comportato la resezione di parte del duodeno, un anastomosi (unione) tra stomaco e digiuno, colecistectomia  e, successivamente, l’applicazione di un drenaggio biliare trans cistico per detendere il cistico. Seguì una colangite (infezione delle vie biliari) dovuta al corpo estraneo dato da drenaggio

A seguito dell’intervento e dei problemi connessi la paziente è stata 20 giorni in Rianimazione .per la comparsa di una polmonite bilaterale e di un versamento pleurico importante.

Dopo l’ultimo intervento e la successiva infezione si è registrato un decadimento generale della paziente con alterazioni dello stato nutrizionale e di idratazione, una perdita del tono-trofismo muscolare, ridotta capacità deambulativa e di autosufficienza. Per tale motivo, oltre che per la ricomparsa di febbre di tipo settico, causata dalla recidiva dell’iinfiammazione delle vie biliari, ha continuato la degenza presso la nostra struttura per  il proseguimento  delle cure ed il recupero funzionale . Durante la degenza, è migliorato lo stato nutrizionale e l’idratazione della  paziente con riequilibrio del bilancio idro elettrolitico.E’ stata somministrata  adeguata terapia antibiotica sia per via generale che con frequenza settimanale attraverso il drenaggio inserito nelle vie bilari. Tutto ciò ha consentito la scomparsa della febbre  della paziente e la sua guarigione dalla Colangite , aiutata anche dalla rimozione del drenaggio transcistico.

Durante la degenza ha lamentato a volte un reflusso biliare compatibile con il tipo di intervento che è  stato trattato con terapia sintomatica e con un’alimentazione adeguata. Successivamente si è avviato il recupero funzionale in Fisioterapia e, dopo circa 30 giorni, è migliorato il tono trofismo muscolare, inoltre, la capacità deambulativa e l’ autosufficienza sono state recuperate come prima dell’ultimo ricovero. Il drenaggio biliare, infine, è stato rimosso alcuni giorni prima della dimissione, consentendo un ulteriore miglioramento della qualità della vita della signora.

A nostro avviso i fattori determinanti questo successo medico sono stati:

Diagnosi precoce

Professionalità equipe medica

Indirizzo a centri  Ultraspecialistici adeguati

Adeguato follow up, cioè controllo del paziente  nel tempo

Approccio  clinico multidisciplinare

La storia clinica della paziente evidenzia importanti fattori di rischio per l’Osteoporosi: menopausa precoce con deficit ormonale, malassorbimento di calcio e Vitamina D a causa degli interventi di resezione gastro intestinale subiti, alterazioni della funzione della bile ed età avanzata; a tutto ciò si deve associare il prolungato periodo di immobilità.

Per tale motivo, la paziente andrà seguita nel tempo per la prevenzione dell’Osteoporosi nel nostro Ambulatorio Specialistico, affinchè non accada che una eventuale frattura osteoporotica determini  nuovamente la perdita dell’autonomia della signora compromettendo la qualità della sua vita e inficiando ulteriormente sulla fragilità della sua salute.

Abbiamo riportato questo caso per mettere in evidenza la utilità o necessità di una diagnosi precoce dei rischi della osteoporosi che può evitare possibili complicanze che in persone debilitate e anziane rappresentano un rischio importante anche  quoad vitam

TAC Rotte a San Donà e Jesolo. Collaborazione e sinergismo

Le locandine di Oggi della Nuova Venezia portavano a titoli cubitali il problema delle TAC rotte nei due ospedali di San Donà e di Jesolo.

La Tac di Jesolo è rotta da qualche giorno ma se ne parla poco. A parte il buon Bison che si batte come un leone per l’Ospedale di Jesolo non si focalizza il problema. Il problema è data da una TC usata e obsoleta e di vecchia data.. Le attrezzature mediche , specie quelle all’avanguardia devono sempre essere controllate ed avere un contratto di manutenzione. Ma ogni macchina ha i suoi tempi. Ad un certo tempo deve essere sostituita con una più recente e con maggiori prestazioni. La tecnologia va avanti in tutti i campi e aggiornarsi in medicina è fondamentale per i pazienti. Capita spesso che una lesione non viene vista da una macchina mentre viene diagnosticata da una macchina più performante e moderna.

A jesolo può esserci una TAC anche di non nuova generazione ma a San Donà ve ne deve essere una aggiornata e credo meglio ancora due TAC.

A San Donà il problema è più modesto . Problemi tecnici e di software possono presentarsi spesso. Naturalmente questi problemi sono più frequenti a secondo l’uso e gli anni di lavoro della macchina. I problemi tecnici si risolvano spesso in 24  o 48 ore; i problemi di software si risolvono di solito in poche ore, come è successo questa volta.

Io credo che la collaborazione e la sinergia con la locale Casa di Cura Rizzola potrebbe risolvere diversi problemi.

Ritengo che il disagio di trasportare a Portogruaro dei pazienti sia importante. Sia da un punto di vista sociale in quanto i pazienti non ricoverati devo trovare che accompagna  il paziente a Portogruaro, sia dei tempi, dei pericoli lungo la strada.

Ma il problema maggiore consiste  nel trasporto di pazienti ricoverati . possono essere pazienti con problemi importanti e il trasporto ha un costo ma il disagio per un paziente ricoverato è grande.

Quindi credo che la collaborazione e la sinergia con il privato che è accreditato e convenzionato sarrebe utile e da potenziare

E non solo per la TAC ma anche per Risonanza Megnetica. In Casa di Cura vi è una RNM di ultima generazione e una RNM aperta per i pazienti che soffrono di claustrofobia.

La salute lo abbiamo sempre sostenuto non è nè pubblica nè privata : La Sanità abbiamo sempre sostenuto deve offrire ai cittadini i mezzi per mantenere la salute e , se questa viene a mancare, per potere ritornare in salute. L’importante è dare un servizio utile al cittadino naturalmente valutando costi e benefici.

Ma se i costi sono modesti o in rapporto a quelli del pubblico ma i benefici sono ottimali per il paziente si deve collaborare ed avere un sinergismo per lavorare al servizio dei cittadini

 

Reclutamento dei pazienti da trattare con ossigenoterapia topica

Vogliamo illustrare come la ossigenoterapia sia una ottima terapia ma solo se applicata secondo le indicazioni e usando i protocolli pere tale patologia.

Non si promettono miracoli ma i risultati buoni avvengono perché vengono selezionati i pazienti e la terapia viene applicata solo nei casi suscettibili di beneficio della terapia. Altrimenti si usano altre terapie

 

Reclutamento dei pazienti

Si possono trattare tutte le tipologia di ulcere agli arti inferiori ma se noi dobbiamo pare un reclutamento ponendo un protocollo per iniziare in un reparto questo tipo di terapia allora dobbiamo dare delle indicazioni
Le indicazioni sono le seguenti in modo da avere dati standardizzati e protocolli standardizzati

1) Pazienti con ulcere flebostatiche
2) Pazienti con ulcere diabetiche

Età: sono eleggibili pazienti con età compresa dai 50 ai 90 anni suddivisi in classi
a) Tra i 50 e i 60 anni
b) Tra i 60 e i 70 anni
c) Tra i 70 e i 90 anni

Sesso: sono distinti il sesso maschile da quello femminile.

Patologie concomitanti: devono essere segnate sul prospetto con i farmaci in uso

Patologie correlate o favorenti: si deve distinguere se presente una componente
*arteriosa
*flebostatica
*mista arteriosa e flebostatica
*diabetica
*traumatica
*del collageno con terapia cortisonica associata

valutazioni e controlli

Deve essere valutato al momento dell’inserimento del paziente
• Presenza di tessuto necrotico,
• Facilità al sanguinamento
• Quantità e composizione dell’essudato,
• Presenza e tipologia dei patogeni,
• PH della ferita,
• Compromissione del gradiente di O2,
• Danno neurologico periferico (in particolare per la patologia diabetica),
• Diametro della lesione
• Profondità della ferita
• Non corretta gestione della malattia.
• Dolore o bruciore o fastidio del paziente

Ogni 7 giorni saranno raccolti i seguenti dati
1) Variazioni della quantità della secrezione
2) Variazioni del tipo della secrezione
3) Dolore del paziente
4) Gradimento del paziente
5) Facilità al sanguinamento
6) Diametro della lesione
7) Profondità della lesione
8) Tessuto di granulazione

 

durata e modalità del trattamento

• Variabile a secondo la patologia e i risultati e il decorso, (da due a sei mesi, i dati saranno raccolti settimanalmente e vi sarà una valutazione a tre e a 6 mesi)
• Il paziente avrà un trattamento quotidiano 6 giorni su 7
• Il trattamento sarà di 1 o 2 ore il giorno (distanziati di 6 ore)
• Non si tiene conto della pressione barometrica all’interno della camera distrettuale in quanto ininfluente
• Si dovrà invece valutare il grado umidità e il gradimento del paziente secondo il grado di umidità che viene variata aggiungendo acqua all’interno

La Tipologia delle ulcere che si possono trattare e che noi abbiamo trattate sono le seguenti
ulcere flebostatiche
ulcere ischemiche in ASO + miste
osteomieliti
lesioni traumatiche
Ustioni
Microfratture
preparazioni a trapianti dermo-epidermici o lembi ricostruttivi.
O pazienti che avevano subito trapianti dermo-epidermici

 

Come si possono curare le ulcere degli arti inferiori e il piede diabetico nella nostra ASL

Vogliamo parlare di come si curano le ulcere degli arti inferiori e il piede diabetico. Specialmente guardando alla nostra ASL. Nella Casa di Cura Rizzola il trattamento di elezione è la ossigenoterapia con camera normobarica. Vogliamo dare però una panoramica su come si presentano e quali sono le terapia che sono a disposizione degli ammalati.

Vi ricordo poi che negli ultimi mesi abbiamo poi eseguito la Lipofilling rigenerativo sempre per le ulcere e stiamo avendo risultati molto buoni

Eziologia delle lesioni ulcerative degli arti inferiori.
Schematicamente possono essere
-flebostatiche: come complicanza di insufficienza venosa superficiale (varici) o di insufficienza venosa profonda (sindrome postflebitica)
-Arteriose (ischemiche)
-Diabetiche
-Traumatiche
-Nelle collagenopatie per causa intrinseca alla malattia o per la terapia cortisonica abituale

Tipi di terapia a disposizione
Medica: che comprende il trattamento farmacologico (generale e topica) e il trattamento combinato dato da medicazioni e farmaci.
Chirurgica: sia per eliminare le cause che per trattare le complicanze arrivando fino alla chirurgia plastica.
Camera iperbarica. Che si basa sul principio dell’ossigenoterapia in iperbarismo.

Terapie a confronto
L’ossigenoterapia iperbarica locale rappresenta la tappa evolutiva di quell’utilizzata negli ultimi trent’anni per il trattamento di diverse patologie legate a deficit circolatori o a patologie infettive
L’ossigeno somministrato agisce sui tessuti devitalizzati o, comunque, sofferenti, con meccanismo da contatto e mediante l’azione della componente disciolta nel sangue in parte legata alla emoglobina, in parte disciolta nel sangue come componente libera (quest’ultima rappresenta la componente attiva della sostanza).
Nella camera iperbarica generale si ottiene un aumento della pressione ambientale (iperbarismo) mentre rimane invariata la concentrazione o pressione parziale di ossigeno.
Tutto questo determina un aumento della disponibilità di ossigeno da parte dei tessuti sia per quanto riguarda la componente da contatto che quella disciolta nel plasma.
Vi sono delle controindicazioni che limitano l’uso della camera iperbarica. Queste sono mediche, personali e sociali. E si possono così riassumere:
Mediche: malattie cardiocircolatorie, respiratorie e cocleovestibolari
Personali: problemi psicologici oltre alla claustrofobia
Sociali: difficile reperibilità (poche e private), mancanza di posti letto, costi alti di produzione e di utilizzo e difficoltà di strutture ospedaliere o dei soggetti domiciliari al raggiungimento delle camere stesse con aumento dei costi sociali e personali.
Ossigenoterapia in normobarismo
La soluzione a tanti problemi della camera iperbarica si possono trovare nella ossigenoterapia in normobarismo applicata in maniera distrettuale.
Il concetto sostanziale è quello di consentire l’applicazione locale della terapia eseguita in camera iperbarica a patologie ad estensione limitata con il vantaggio di non avere controindicazioni assolute.
Il concetto di terapia normobarica distrettuale trova applicazione empirica nei principi e nelle applicazioni in diversi Reparti di Chirurgia generale ad indirizzo vascolare che in Reparti di dermatologia.
Non si lavora in iperbarismo ma in normobarismo e non si lavora quindi introducendo tutto il corpo nella camera iperbarica ma soltanto la parte del corpo che abbisogna della ossigenoterapia.
Vengono quindi a cadere tutte le controindicazioni e si abbattono i costi sia personali sia sociali.

differenze
Nella camera per ossigenoterapia distrettuale la percentuale di Ossigeno all’interno (a contatto con la lesione) è circa del 95% rispetto al 21-23 % presente nella camera iperbarica generale. D’altra parte l’ossigeno disciolto nel plasma aumenta a 2% volumi rispetto al 6% che per effetto dell’iperbarismo si ha nella camera iperbarica. Noi otteniamo tali valori ponendo al paziente la mascherina e dando ossigeno tramite questa per via naso-orale.
In tale maniera (minor ossigeno disciolto nel plasma, ma aumento dell’ossigeno a contatto con l’ulcera) si ottiene un effetto terapeutico poco dissimile da quello che si ottiene nella camera iperbarica tradizionale, in quanto l’iperbarismo ridotto viene compensato dall’aumento della disponibilità di ossigeno, (In molti reparti e ambulatori chirurgici e dermatologici questo tipo di terapia viene da anni applicata in modo empirico e non standardizzabile, l’ossigeno viene fornito attraverso un tubo di polietilene collegato alla sorgente, l’ambiente viene creato attraverso un sacchetto di plastica chiuso attorno all’arto da trattare). La critica che si può portare a tale terapia applicata fino ad ora era quella di essere una terapia empirica, artigianale: non vi era una precisione per quanto riguardava la concentrazione dell’ossigeno, la concentrazione dell’umidità e il tempo di utilizzo era quindi soggettivo.

I buoni risultati della metodica ci hanno spinto a cercarne un’applicazione più razionale, ripetibile ed esteticamente gradevole che garantisse nello stesso tempo concentrazioni d’ossigeno, grado d’umidità, gradienti pressori noti con tempi d’utilizzo prevedibili.
Noi abbiamo anche presente che elementi fondamentali che ostacolano le terapie delle ulcere flebostatiche e in genere dei tessuti devitalizzati sono la diminuzione della tensione d’ossigeno e la presenza d’essudato e di tessuto necrotico.
Per risolvere queste difficoltà è allo studio l’ottimizzazione dell’ossigenoterapia con l’ausilio di farmaci attivi che vengano introdotti tramite nebulizzatore e che vadano a raggiungere le lesioni aperte. Una migliore ossigenazione delle cellule incentivate da farmaci che agiscano direttamente sui meccanismi cellula-cellula potranno essere utili in tutti i tessuti devitalizzati e anche nelle lesioni diabetiche.
vantaggi
• Elevata compliance
• Efficacia documentata
• Basso costo d’acquisto e d’esercizio
• Facile disponibilità della terapia
• Assenza di controindicazioni assolute
• Rapida formazione del personale.