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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for Comune di San Donà di Piave

Ospedale Unico: bisogna ottimizzare i costi ma anche i servizi !

Si continua a parlare di Ospedale unico. Si litiga se farlo o meno. Si litiga quando farlo. Si litiga su dove farlo.

Noi de ” Il Ponte” siamo stati i primi a fare un Convegno e a riunire assieme i vertici della Sanità del Veneto, sia in Regione che alla nostra ASL per spiegare perchè si doveva fare e quando si doveva fare

Eravamo scettici sui tempi e mentre loro parlavo di 5 anni io pensavo 10 anni e ho chiuso i lavori del Convegno dandoci appuntamento fra 5 anni per vedere cosa si era fatto.

Ora in effetti sono passati 6 mesi e si è solo par lato di farlo o non farlo e di dove farlo.

Ogni settimana vedevamo sui giornali la polemica di un sindaco che diceva una cosa e poi la smentiva e poi ne diceva una altra

Era difficile dire cosa si stava facendo se non parlare

Ma ora siamo arrivati ad un punto fermo: l’Ospedale unico si farà

Si tratta solo di vedere dove e come conservare alcuni servizi nei centri nel quale l’Ospedale non ci sarà o sarà lontano dalla sede dell’Ospedale Unico.

Chiaramente i Sindaci dei principali centri interessasti e cioè San Donà e Portogruaro non cedono. Il più penalizzato sarebbe Portogruaro e quindi il Sindaco Bertoncello è quello che maggiormente lotta per evitare l’Ospedale  unico. Sa che non potrà essere posto a Portogruaro e allora chiede il massimo per la sua città.

 

Ma il problema sono i soldi, il finanziamento cose si vuole dire. Oggi non ci sono soldi per nessuno e per la Sanità anche. In modo particolare i tre Ospedali costano troppo in luce, portieri, dirigenti, medici ecccc. e lo ha detto bene Leonardo Padrin Presidente della Commissione alla Sanità della Regione e lo ha confermato assieme al Direttore Generale Bramezza l’altro giorno in una seduta speciale del Consiglio Comunale di San Donà di Piave.

Riportiamo qui il video del commento fatto da PIAVETV del Consiglio stesso.

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Riportiamo anche quanto detto dall’Ass. Provinciale Canali sulla necessità di ottimizzare le risorse e le spese. Bisogna chiudere dice  reparti co sono poco utilizzati a vantaggio della qualità

Con un utiliz zo al 50 delle potenzialità e un costo di degenza di 1 300 euro al giorno la Pediatria di Portogruaro andava ricalibrata così come altri reparti sovradimensionati  sostiene Canali

In una intervista riportata dal Gazzettino infatti Canali dice che  non pare corretto parlare di chiusura del centro pediatrico di Portogruaro quando invece si tratta di calibrare i posti letto rispettoalle richie ste

La Pediatria a Portogruaro ha avuto un utilizzo del 57 nel corso del 2012 e del 55 nel 2013 con un costo giorna liero di 1300 euro per giornata di degenza pari al costo di un posto parto di alta specializzazione di Mestre

E allora se vi è un ridimensionamento dei posti letto pur venendo garantito il servizio a Portogruaro non ci si deve scanda lizzare ma si deve avere il corag gio di affrontare la questione sani taria anche sotto il profilo dei costi che sarebbero indubbiamente minori con l’ospedale unico

Anche il reparto di Ostetricia lavora sotto standard invece delle mille nascite all anno previste dalla normativa naziona le ce ne sono solo 400 . Anche  San Donà  la casistica è sotto standard essendoci solo 600 nascite

Se uniamo le due ostetrice si avranno numeri buoni per ottimizzare il reparto.

Ci si è mai chiesto come mai la Ostetricia di Oderzo ha più parti di San Donà e Portogruaro?

E allora prima di dire salviamo un reparto o più reparti conclude Canali si deve verificare cosa comporta in termini di costi sicurezza ed effi cienza specialmente in reparti delicati come Ostetricia  e Ginecologia e Pedriatria

E allora non ci sono per fare funzionare alcuni reparti che sono doppioni gli uni degli altri

E allora solo l’Ospedale unico in questo momento può garantire dei risparmi e una spesa ottimale con reparti ottimizzati

 

Imprenditori e Organi pubblici preposti agli accertamenti nelle aziende Controlli e Verifiche: diritti e doveri reciproci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Interessante incontro organizzato dalla Associazione Esercenti della Provincia di Venezia. Incontro interessante ma specialmente incontro utile ai vari imprenditori. Non solo quindi agli esercenti che hanno il merito di aver pensato e organizzato tale incontro, ma utile a tutti i cittadini specialmente quelli che hanno una attività , quelli che hanno una partita IVA, tutti quei cittadini che non sono dipendenti pubblici ma privati cittadini che vivono in mezzo a mille difficoltà il rapporto Stato e Citatdino con una impresa

Quindi tale incontro va nella direzione di fare chiarezza al rapporto istituzione e azienda sia che appartenga a soggetti artigiani, come esercenti, come commercianti.

Si sentiva al giorno di oggi di fare chiarezza sul famoso problema : diritti e doveri del cittadino ma diritti e doveri dello Stato

Oggi vi sono molti imprenditori che falliscono e spesso trovano la morte con il suicidio per la vergogna, per il problema di non poter pagare i propri dipendenti in quanto devono rispettare le leggi , devono pagare le tasse, l’IVA l’IRAP e non hanno i soldi per potere pagare i dipendenti. E questo spesso perchè lo Stato non paga i propri debiti.

Provate per esempio a dover riavere l’IVA pagata e non dovuta. Quanti anni ci vogliono per riavere quanto dovuto, ma intanto lo Stato esige che il cittadino , che la azienda, che l’imprenditore paghi fino all’ultimo centesimo i suoi debiti con lo stato

E allora ben venga questo convegno, questo incontro che ci parlerà   della reciprocita` dei diritti e dei doveri tra gli imprenditori e gli Organi pubblici preposti al controllo delle aziende.

E ci saranno di aiuto a comprendere le istituzioni con il Sindaco di San Donà ma anche con il procuratore della Repubblica Delpino e l’Avv. Senno  che ci faranno vedere come si può coniugare diritto e dovere per l’imnprenditore

 

Riportiamo qui sotto il Comunicato Stampa che mi ha inviato Roberto Barbieri che sarà presentatore e moderatore dell’incontro.

 

Confesercenti della Provincia di Venezia

Incontro sul tema:

Imprenditori e Organi pubblici preposti agli accertamenti nelle aziende Controlli e Verifiche: diritti e doveri reciproci

San Dona` di Piave, Hotel Forte del 48 venerdi 4 aprile ore 19.00

intervengono: Maurizio Franceschi, Segretario regionale Confesercenti del Veneto;

Andrea Cereser Sindaco di San Dona` di Piave; Giovanni Seno, Avvocato del foro di Venezia; Luigi Delpino, Procuratore Capo della Repubblica di Venezia; Presenta Roberto Barbieri, Confesercenti di San Dona` di Piave,

La Confesercenti della provincia di Venezia, in una situazione generale di scollamento tra Istituzioni e cittadini, promuove a San Dona` di Piave una conferenza sul tema della reciprocita` dei diritti e dei doveri tra gli imprenditori e gli Organi pubblici preposti al controllo delle aziende. Per Maurizio Franceschi, direttore regionale della Associazione l`iniziativa e` l`inizio di un percorso che Confesercenti presenta, in primo luogo per i suoi iscritti, e poi per la comunita` con la volonta` di proporre e aprire un dialogo nuovo e continuo tra i soggetti economici, i cittadini e i diversi poteri dello Stato.

Confesercenti, afferma Maurizio Franceschi, si pone come Associazione l`obiettivo di avvicinare il piu` possibile le forze attive del territorio con l`intento di rafforzare il rapporto di fiducia tra la cittadinanza, le forze produttive e le istituzioni che, in un lungo periodo di crisi, come quello attuale, tende a deteriorasi. Il programma della Associazione prevede, nel corso del 2014, un secondo incontro / confronto, in particolare sulle attivita` di competenza della Polizia Tributaria ed , in autunno, un terzo conclusivo incontro con un confronto con il mondo della politica verso la quale si riscontra da parte dei soggetti economici, una forte attesa verso un processo che porti a innovare e semplificare i servizi che la Pubblica Amministrazione offre e alla regolarizzare dei debiti contratti verso le imprese, riducendo in modo drastico i tempi di attesa. L`Articolo 41 della Costituzione: (Assemblea costituente 22 dicembre1947) recita: L`iniziativa economica privata e` libera. Non puo` svolgersi in contrasto con la utilita` sociale o in modo di recare danno alla sicurezza, alla liberta`, alla dignita` umana. La legge determina I programmi e I controlli opportuni perche` l`attivita` economica possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

 Nel territorio del Veneto Orientale e, in particolare a San Dona` di Piave, Confesercenti sara` particolarmente impegnata nel corso dell`2014. I temi principali riguardano la rivitalizzazione del centro storico, la nostra collaborazione con la amministrazione comunale con la programmazione europea 2014- 2020, la Scuola Estiva con gli studenti dello IUAV , la premiazione dei commercianti con 40 anni di attività`, il contrasto all`abusivismo.

In chiusura di incontro sarà presentata la convenzione agevolativa stipulata con La Casa di Cura con la Confesercenti che rappresenta un segno dell’impegno della Confesercenti verso i propri iscritti e le loro famiglie in un  mento di crisi che colpisce anche la sanità .

 

 

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

 

 

 

 

 

 

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

Interessante iniziativa del Rotary Club di San Donà di Piave. Un Service Club che si sta distinguendo sempre di più  nel nostro territorio e per il nostro territorio

Questo premio sostenuto e sponsorizzato  dal Rotary Club  vuole r premiare le tesi più significative riguardanti la storia, la cultura, l’arte, l’economia, la gestione del territorio, la politica, la società e qualsiasi altro studio che riguardi il nostro territorio tra SILE e PIAVE. Il premio, riservato alle tesi SPECIALISTICHE vuole appunto premiare i laureati che si sono dedicati a studiare il nostro territorio e le sue caratteristiche. Credo sia un’idea originale che come club il Rotary ha voluto portare avanti, proprio per segnalare l’importanza che i giovani riservino alla terra nella quale vivono il loro interesse e l’attività del loro studio e della loro ricerca, scoprendo anche dei lati originali e, soprattutto, dei buoni motivi per restare a viverci anche in futuro e a non abbandonarla per altre vie del Mondo.

E’ importante ricordare come si vede dal bando  che la LA SCADENZA è IL 30 APRILE.

Il Rotary di San Donà si è sempre distinto  per evidenziare quanto di bello esiste nel nostro territorio valorizzando il
territorio che è stato raccolto anche nel Museo della Bonifica  al quale ha dedicato circa  trent’anni della sua  vita come direttore del
museo il Dr Casagrande , attuale Presidente del Rotary Club.
E’0 bello ricordare e sottolineare che in data 17 marzo , alla Scuola Schiavinato, si è celebrato con solennità e con
partecipazione sentita, l’anniversario della nascita del Regno d’Italia (17 marzo 1861), ovvero dell’Unità d’Italia ed è bello evidenziare che la  la Dirigente Scolastica prof. Annamaria Babbo e subito dopo il relatore dott. Sergio Tazzer  hanno ringraziato davanti a tutti i ragazzi, ai loro insegnanti, alle associazioni e alle autorità per quello che  il Dr Casagrande ha fatto per il Museo e per la Cultura del nostro territorio.

Credo che con questa iniziativa il Rotary Club contribuisca ancora a tenere viva la tradizione  e la cultura del nostro territorio

Riporto quindi il bando del Concorso in modo che chi fosse interessato possa prenderne atto e partecipare tenendo presente bene la data di scadenza.,

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

Il Rotary Club di San Donà di Piave, allo scopo di favorire gli studi sul territorio: la sua storia, la sua cultura, il suo sviluppo economico, ha istituito un premio annuale, per un periodo di tre anni, riservato esclusivamente alle tesi di laurea inedite che abbiano come ambito territoriale il territorio tra Sile e Piave (corrispondente al Mandamento di San Donà di Piave che comprende i comuni di: San Donà di Piave, Ceggia, Eraclea, Fossalta di Piave, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, Torre di Mosto e il comune di Cavallino-Tre Porti).

Per essere ammesse al concorso le tesi di laurea dovranno riguardare esclusivamente il territorio così come individuato al precedente capoverso e riferirsi ai seguenti ambiti scientifico-culturali: storia, cultura, arte, tradizioni, natura, ambiente segnato dal singolare rapporto tra terra ed acqua, economia, società.

Possono partecipare al concorso coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica, magistrale o quinquennale presso una Università Italiana nel periodo 31 gennaio 2013 – 31 marzo 2014. Il bando viene pubblicato nel sito del Rotary http://www.rotarysandona.it/ , in vari siti istituzionali, comunicato alle università venete ed esposto negli appositi spazi frequentati da studenti. Per maggiori informazioni inviare una email al presidente: dino.casagrande@libero.it .

Il premio per il 2013-2014 dell’importo di Euro 1000 lordi, verrà assegnato alla tesi ritenuta migliore, a giudizio esclusivo della commissione “Progetti” del Rotary Club, presieduta dal socio Prof. Luigi Salvioni , integrata dal Presidente pro-tempore del Club e dal Segretario pro-tempore. La commissione valuterà le tesi presentate attenendosi ai seguenti criteri: chiarezza espositiva, rilevanza scientifica, interesse per il territorio.

Le tesi di laurea dovranno essere consegnate ENTRO IL 30 APRILE 2014 PRESSO LA SEDE SOCIALE DEL ROTARY CLUB A SAN DONA’ DI PIAVE IN VIA XIII Martiri 229 (PARK HOTEL CONTINENTAL), in un’unica copia e accompagnate da una domanda di ammissione al concorso, debitamente sottoscritta dai concorrenti, che indichi oltre alle generalità:

a) la residenza, il recapito telefonico e l’indirizzo di posta elettronica; b) il titolo della tesi di laurea; c) il cognome e il nome del Relatore della tesi di laurea. d) l’autorizzazione a utilizzare i dati forniti dal candidato ai fini del concorso, nonché alla eventuale divulgazione, con i mezzi e nei modi ritenuti più opportuni, della tesi premiata.

Alla domanda dovrà essere allegata anche la copia di un documento di identità. Non possono partecipare al concorso figli di soci rotariani.

Il premio verrà consegnato nel corso di una cerimonia che si svolgerà entro il 30 giugno 2014. Il premio dovrà essere ritirato esclusivamente dal vincitore. Nel caso in cui non vi fossero partecipanti, ovvero la commissione giudicatrice ritenesse di non assegnare alcun premio, la somma non corrisposta andrà ad integrare il premio dell’anno successivo.

San Donà di Piave 1 ottobre 2013

Il Presidente pro-tempore Dott. Dino Casagrande

 

La Sicurezza ? Per adesso solo parole. Ma i cittadini vogliono fatti

Oggi è apparso sul Gazzettino l’articolo che vedete. Diciamo niente di nuovo

Era una vecchia idea del Vicesindaco Leo Oliviero che cercava di portare avanti quando faceva parte della vecchia Giunta targata centrodestra. Non se ne fece nulla salvo parlarne molto

Ora che Leo Oliviero è passato al centro sinistra sembrava aver messo da parte l’idea dei vigili armati. Spinto forse dal Convegno che abbiamo organizzato e spiazzato dal successo dello stesso che ha mostrato i problemi reali della sicurezza o meglio della mancanza di sicurezza . Preso atto che i furti, le rapine aumentano di giorno in giorno , che la gente si lamenta , che non ci sono leggi sicure, che la polizia e i carabinieri non sono presenti tra le strade, Leo Oliviero ha ripreso in mano la sua vecchia dea di vigili armati.

La idea può essere buona, deve essere discussa, deve essere condivisa, deve essere organizzata per la sicurezza dei vigili e per la sicurezza dei cittadini senza dimenticare che non deve essere un Far West ma il rispetto della legge. Non siamo nel Bronx !

 

I cittadini vogliono però qualche cosa di diverso. Ne ho sentiti diversi prima e dopo il convegno

Vogliono essere protetti

Vogliono che ci sia la pena certa

Ecco il problema e lo abbiamo sentito nel convegno: è difficile avere delle leggi che ci proteggano. La burocrazia e il voler proteggere  nello stesso modo il cittadino onesto e il cittadino deliquente è una causa che non porterà sicurezza

E allora bisogna difenderci ma non come nel Faw West.

Qualcosa è stato fatto a Musile con un accordo con Imprenditori Per Musile ma esteso anche agli abitanti. E’ un inizio ma buono.

La rete messa in atto a Jesolo con Jesolo+Sicura è un altro tassello nel creare sicurezza

Ma certamente bisogna che La amministrazione  sia più presente nella Città

Bisogna che le forze dell’ordine siano in numero adeguato. Bisogna che siano dotate dei presidi che le spettano

Bisogna che le forse dell’ordine siano presetii in città e nelle frazioni.Quando mai vedete delle forse dell’ordine girare in coppia per la città, di giorno e meno che meno di notte. Certamente ci sono le macchine dei carabinieri ma passano e vanno

Vede mai che gli abuusivi siano allontanati

Vi sembra un paese che funzioni quando abbiamo sentito nel Convegno che per portare nella propria patria a scontare la pena il delinquente catturato, noi dobbiamo chiedere a lui il consenso per riportarlo in patri ?

Quando mai un delinquente firmerà che vuole torare nelle patrie galere sapendo che in Italia sta meglio e che presto sarà nuovamnente libero ?

No noi volgiamo avere delle leggi che proteggano più il cittadino onesto che il delinquente

Noi vogliamo avere delle persone dedicate in giro per la città e le frazioni e che si facciano vedere. SE fanno parte della polizia, sia vigili o meno, è giusto che siano armati. Devono proteggerci e non guardare e fare paura solo con la loro presenza !

 

 

 

 

INTERVISTA AL DR. GENERALE ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA

 

 

Riportiamo qui la intervista al Dr Carlo Bramezza , Direttore Generale della nostra ASL . L’articolo è tratto dall’Ordine dei Medici della Provincia di Venezia. Tanti non lo hanno letto e trovarlo sul sito non è semplice

Credo che riportarlo faccia bene ai medici ma anche alle persone che devono sapere chi guida la nostra ASL

 

 

 

INTERVISTA AL DR. GENERALE ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA
20 Gennaio - Segreteria OMCeO Ve -

INTERVISTA AL DR. GENERALE DELL’ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA

Secondo il Suo parere quale è oggi il moderno ruolo di un Ordine Professionale?
Il ruolo di un Moderno Ordine Professionale è quello di garantire la qualità delle prestazioni erogate dagli iscritti proprio nel momento in cui la congiuntura economica porterebbe a soluzioni vantaggiose per i prezzi, ma non sempre per i contenuti complessivi dell’intervento. La qualità si raggiunge, anche, con la formazione. In sostanza, l’Ordine esprime il livello di serietà del sistema. Il luogo del confronto a tutto campo, con l’obiettivo di individuare le linee di indirizzo base per consentire ai professionisti del settore di avere qualche certezza in più (o qualche incertezza in meno). L’Ordine deve contribuire alle grandi scelte della modernità che, oggi, equivalgono a diritti e doveri per tutti.

In quali campi e con quali obbiettivi Lei ritiene si potrebbero sviluppare sinergie tra l’OMCeO di Venezia e le Aziende Ulss della nostra Provincia?
Il contributo dell’Ordine verso le Aziende sanitarie della Provincia di Venezia, si può concretizzare come il luogo del dibattito per costruire un pensiero del cambiamento, con la consapevolezza delle scelte di estrema responsabilità. Non è permesso sbagliare e, per questo, tutte le intelligenze devono lavorare al massimo, per un risultato di qualità.

In particolare tra l’Azienda Ulss10 e l’OMCeO di Venezia quali potrebbero essere le specifiche priorità progettuali?
L’ordine deve diventare il “salotto buono” della sanità, nel quale si formano le soluzioni più appropriate. Un sistema che si alimenta di analisi ed esperienze senza i confini geografici degli ambii aziendali, procedendo con la scienza e la tecnica senza dimenticare la PERSONA e la diversità di ogni individuo.

Qual è la priorità strategica del Suo mandato?
All’arrivo in quest’Azienda ho trovato tensioni tra il personale e tra le varie strutture, che sono l’ossatura della stessa. Pertanto ho subito iniziato a lavorare, e questa è una della mie priorità, per creare un’unica grande squadra di medici, infermieri e personale amministrativo. La misson dell’Azienda sanitaria, e quindi di tutti coloro che lavorano in questa Ulss, è quello di far star bene gli assistiti perseguendo il benessere fisico, psichico e sociale della popolazione; tutto ciò è possibile solo attraverso l’impegno, la professionalità, un grande lavoro di squadra, e dialogando con il territorio: dalle istituzioni locali agli imprenditori del Veneto orientale.

Quale dovrebbe essere, secondo Lei, la giusta ripartizione delle risorse economiche tra ospedale e territorio?
Il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale prevede ha una svolta epocale per la sanità del Veneto, adeguata progresso tecnologico e delle reali necessità della popolazione. L’ospedale avrà un ruolo meno centrale e ci si rivolgerà a questa struttura solo per le acuzie. Tutti quei pazienti dimessi, che necessitano di un’assistenza continua, o coloro che hanno bisogno di cure non eseguibili al domicilio, troveranno spazio in strutture intermedie, territoriali, come ad esempio ospedali di comunità o aggregazioni di medici aperti con orario continuativo. Le risorse economiche dovranno essere necessariamente incrementate per il territorio e ridefinite per gli ospedali secondo il modello Hub & Spoke. Ma questa Ulss farà grande salto di qualità con la realizzazione di un ospedale unico che ingloberà i presidi di Portogruaro e San Donà. Una nuova struttura, efficiente, adattata agli attuali modelli organizzativi sanitari e agli utenti, fornita di nuove tecnologie, ci permetterà di usufruire di notevoli economie di scala e, oltre ad erogare servizi di eccellenza, attivare nuove prestazioni per i cittadini.

La medicina difensiva sta erodendo risorse al servizio sanitario nazionale. D’altronde i medici, specie quelli alla dipendenza, si sentono abbandonati da Ulss che neanche garantiscono una copertura assicurativa o che minacciano di rivalersi sul medico. Come, secondo lei, è possibile uscire da questo impasse?
Il problema della cosiddetta medical malpractice e dei riflessi assicurativi, economici e professionali che ne conseguono, sono da tempo all’attenzione delle regioni e del Governo. Infatti, da un lato alcune regioni, compreso il Veneto il cui progetto è in via di sperimentazione, hanno intrapreso il percorso dell’autoassicurazione; dall’altro, a livello di legislazione nazionale, si è tentato con il Decreto Balduzzi di porre un freno ai livelli di responsabilità dei medici. Entrambi i correttivi scontano la necessità di essere valutati a medio-lungo periodo. In Veneto le coperture assicurative sono tendenzialmente sempre garantite secondo i criteri che la regione sta elaborando e, quindi, rischi di scopertura in senso stretto non ne vedo, fermo restando ciò che da cui non si può prescindere è il concetto di responsabilità erariale nei casi di dolo e colpa grave, rischio a cui è esposto il sanitario come qualunque altro dipendente pubblico.

ll Direttore Generale dell’Ulss10.
• Nome: Carlo Bramezza
• Nato a: Treviso
• Età: 46 anni
• Stato civile: celibe
• Titolo di studio: laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bologna
• Esperienze precedenti: è stato direttore presso la Casa di Riposo “G e P Marani” di Villorba (Tv); direttore presso la casa di soggiorno “F.lli E. e P. Mozzetti” di Vazzola (Tv); direttore all’IPAB “Istituti San Gregorio” di Valdobbiadene (Tv); direttore nella casa albergo per anziani “a. Rusalen” di Meduna di Livenza (Tv); direttore presso la casa di riposo “Aita” di Crespano del Grappa (Vi); direttore presso la Casa di riposo “Casson” di Chioggia.

Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Città di San Donà di Piave

 

Ho visto l’articolo recentemente apparso sulla richiesta di conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Civile a San Donà.

E’ una vecchia idea sorta durante la precedente Amministrazione e proposta anche a questa nuova Amministrazione. La proposta era stata formulata dal sig. Ballarin della Croce Rossa di San Donà più di un anno fa nella prospettiva di ottenere una Medaglia d’Oro al Valor Militare ma subito si era attivato il Museo della Bonifica  individuando nella massima decorazione al merito civile, l’unico risultato concretamente raggiungibile.

 

Per sostenere adeguatamente il progetto erano necessari supporti giustificativi e studi di merito che sono stati seguiti   dal direttore della struttura,  coordinandoli anche al fine di redigere una accurata relazione giustificativa opportunamente  motivata con dati di fatto documenti e altre prove concrete.

Inoltre, proprio con questa finalità era stato effettuato uno studio accuratissimo sui luoghi della  Grande Guerra e sulle vicende della popolazione civile anche da collaboratori interni all’amministrazione  che hanno operato anche con il supporto fondamentale del Museo.

Infatti erano necessari dei dati concreti e riscontrabili per  l’avvio della pratica, raggiunti anche grazie al ritrovamento  di rari materiali redatti dal nucleo operativo del comune di San Donà, capeggiato dal Commissario Straordinario di allora Giuseppe Bortolotto nella sede provvisoria di Firenze, in via de’ Vecchietti 6 bis, durante il periodo dell’occupazione Austrungarica, oltre alle vicende drammatiche dei cittadini  rimasti nel territorio e che non sono  sfuggiti a privazioni inenarrabili documentate e ricordate nella relazione dell’arciprete di allora Mons. Saretta. La pratica era rimasta sospesa per il cambio amministrativo ma poi subito ripresentata all’attuale amministrazione comunale che l’ha ora avviata.

 

L’obiettivo (Medaglia d’Oro al Valor Civile), lo studio e il lavoro di ricerca è soprattutto frutto dell’impegno  di chi ha lavorato in precedenza e ci auguriamo tutti che porterà sicuramente ai risultati positivi che  ci attendiamo.

Come spesso accade le pratiche e il lavoro sono lunghi ma alla fine l’attesa viene premiata. Mi ricordo quando ero in consiglio comunale e nella terza commissione come andavano queste cose

Cito solo un esempio la pratica più lunga in assoluto della civica amministrazione del comune di San Donà, iniziata nel 1862 fu quella del riconoscimento dello stemma e del Gonfalone che oggi tutti vediamo nelle carte intestate dell’Ente comunale. Ebbene la pratica  si è conclusa positivamente solo nel 1987 , grazie alla sensibilità di un Sindaco come Mario Cei che credeva al progetto e   così si è riusciti a realizzare un obiettivo che si attendeva da ben 125 anni, tanto ci è voluto per completare la pratica di riconoscimento dello stemma e del gonfalone cittadino. Io credo sia una delle più lunghe pratiche burocratiche della storia italiana; in quel frangente il sindaco di allora riconobbe pubblicamente anche il lavoro di tutti quelli che avevano collaborato.

Leggendo l’articolo sul giornale, e probabilmente vi è stato un comunicato stampa,  però non si fa cenno ai trascorsi  mentre sarebbe stato   giusto, e può essere fatto ancora, evidenziare tutti i complessi passaggi che hanno portato verso questo obiettivo che non parte da questa Amministrazione ma da molto più   lontano. Sarebbe stato più opportuno e corretto dire che non si tratta di una idea nuova e citare anche coloro che l’hanno proposta e portata avanti finora.  Per correttezza lo diciamo, intanto, noi.

60 Anni di Rotary San Donà e Portogruaro. La nascita di un Club che ha dato vita e cultura al nostro territorio

 

Riportiamo qui una parte importante della storia del nostro territorio: la nascita del Club Rotary di San Don e di Portogruaro

Ora i Clubs sono due ma all’inizio era un Club Unico, anzi ora sono tre in quanto da poco esiste anche il Club di Jesolo

Per celebrare i 60 anni dalla loro fondazione è stato scritto e pubblicato un libro di 84 pagine che noi pubblichiamo in puntate di 10 pagine a puntata.

Unico neo è che non pubblichiamo le foto storiche del libretto. Non sono sopportate nella pubblicazione on line

E’ uno spaccato di vita che ha rappresentato e rappresenta una parte della nostra società e della nostra cultura

Sarà utile ai vecchi per ricordare e ai giovani per imparare

 

LA FONDAZIONE

UNA STORIA TRA FANTASIA E REALI PERSONAGGI

San Donà-Portogruaro 2014

 

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE /PORTOGRUARO 60° DI FONDAZIONE.

di Roberto Xausa Governatore Distretto Rotary 2060 anno 2013/2014

Il percorso storico ed umano di quegli Amici che decisero di fondare il Rotary di San Donà/Portogruaro già nella prima metà degli anni ’50 – in una Italia, in un Veneto, che stava ancora uscendo da un dopoguerra difficile – è senz’altro da assumere come esempio e paragone per le generazioni future.

Allora non c’era praticamente nulla.

In quegli anni il territorio dell’entroterra veneto aveva ben poco da offrire: nulla dal punto di vista industriale, molto poco dal punto di vista economico, forse molto di più dal punto di vista dell’agricoltura.

Ma la voglia di “fare”, di riemergere, di costruire un futuro, di guardare avanti con l’ottimismo di riuscire a farcela, era altissima.

Si potrebbe pensare ad una Società tutta presa dal fuoco degli affari, immersa solamente nel proprio lavoro, assorbita dai bilanci aziendali e dal furore di una scalata sociale che vedeva nell’acquisto della nuova auto, di una nuova casa, di un appartamento al mare, i soli obiettivi di vita.

Ma così non fu per i nostri Soci fondatori, un manipolo di persone che seppe guardare al cuore della gente, che aprì la strada ai valori rotariani della condivisione, del servizio, dell’aiuto agli altri.

18 Uomini, aggiungerei Grandi Uomini, che nell’aprire questa nuova strada erano ben consapevoli che anche in quelle terre poteva crescere l’ideale di Paul Harris : il Rotary.

Oggi tutto è cambiato, tutto è in costante evoluzione, l’industria ha preso velocemente il posto dell’agricoltura, le

3libere Professioni si sono affiancate agli Imprenditori ed anche il Rotary, al passo con i tempi, ha subìto grandi trasformazioni.

I Rotary Club non sono più legati ai nomi delle grandi Città, oggi la loro diffusione sul territorio li vede operativi anche nei piccoli centri urbani.

E’ logico, e sta nelle cose, che anche due tra le più prestigiose Città del Veneto, San Donà di Piave e Portogruaro, ad un certo punto del loro percorso comune abbiano deciso di proseguire su strade autonome, parallele, ma sicure per la certezza di una reciproca e forte sinergia.

Oggi celebriamo un grande anniversario, 60° di Club, e lo facciamo con l’entusiasmo di chi parte come fosse un primo giorno, come fosse l’inizio di una nuova avventura, carichi di quello spirito che quei Padri Fondatori ci hanno dimostrato con il loro esempio e con la loro determinazione.

Sapranno i nostri Club, saprà il Rotary, ripartire e dare ottimismo e spinta a tutti quei giovani che non riescono, oggi, a vedere un futuro?

Per tutto questo bisogna rilanciare la sfida, una sfida proiettata ai nuovi valori della Società per la quale gli amici di San Donà e di Portogruaro sapranno essere attori ed interpreti di nuove pagine di Storia.

 

Pubblicazione commemorativa impressa per celebrare la ricorrenza del

60° anniversario della fondazione del club di San Donà di Piave – Portogruaro

1954 – 2014

CEGGIA

Villa Marcello Loredan Franchin

17 febbraio 2014

I Presidenti dei club di San Donà di Piave e Portogruaro

Dino Casagrande e Michele Lipani

 

PRESENTAZIONE

Sono trascorsi sessant’anni da quando, arrivato da Chicago, fu consegnato dal Governatore Cesare Chiodi al Rotary di San Donà di Piave-Portogruaro il certificato con il quale il nostro club entrava a far parte, a tutti gli effetti formali, del Rotary International.

Quell’importante documento, tuttora gelosamente conservato, porta la data del 17 febbraio 1954, ed è munito delle firme delle massime autorità rotariane di quel tempo.

L’82° Rotary Club Italiano, questo era il numero d’ordine del sodalizio allora ultimogenito, era stato riconosciuto ed entrava nell’internazionalità che è uno dei pregi caratterizzanti la nostra associazione.

Sono passati tutti questi anni, le persone che hanno fondato il club o che ne hanno fatto parte in quei primi mesi sono sfumate, a poco a poco, come un palcoscenico che si svuota e le luci di una ribalta che lentamente si spengono.

Il ricambio consente e consentirà che altre persone continuino a portare avanti il lume inestinguibile dei nostri principi associativi e, tra questi, quello fondante del Rotary: “servire”.

Sarebbe improprio, in questo breve testo, tentare solo di accennare alle numerose attività organizzate, ai molteplici servizi realizzati, ai grandi o piccoli risultati raggiunti, ai momenti passati insieme costruttivamente, in allegra compagnia. Non può mancare il pensiero anche ai momenti più tristi che hanno colpito i nostri soci, e noi tutti, nei loro affetti, privandoli della loro libertà e, in un caso, anche della vita.

 

Ci auguriamo che questo anniversario porti un sentimento di maggiore unità e collaborazione nei nostri due club, ora autonome entità, perché fu proprio lo spirito di unione e di reciproca intesa che ispirò quelle 18 persone che decisero di iniziare, tanti anni fa, un cammino comune.

Questo racconto non ha pretese letterarie o scientifiche, vuol solo ricostruire brevemente la storia di quegli anni, identificare coloro che portarono in queste terre l’idea rotariana, descrivere gli ambienti, i luoghi, i contesti sociali nei quali operavano e, soprattutto, far percepire al lettore che avrà la pazienza di leggere queste poche righe, l’indole positiva ed ottimista che li sorreggeva, affinché essa rimanga ancora quale nostro patrimonio genetico per il futuro.

Noi del Rotary abbiamo una missione importante: portare fiducia, ottimismo, dare il nostro contributo per sconfiggere il male che abbruttisce le civiltà e i popoli, non con la violenza ma con il sostegno e la solidarietà, cercando modalità di convivenza per una pace duratura, per fare in modo di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato.

“Il male, infatti, non può sconfiggere il male, ma solo l’amore può farlo”.

Ol’ga Nikolaevna Romanova (Carskoe Selo 15 novembre 1895 – Ekaterinburg 17 luglio 1918).

 

“…la bellezza tiene il governo dell’umana moralità e diviene una potenza piena di misteri, la iniziazione nei quali, se per una parte richiede un apparato di organi squisitamente temprati, una preparazione di studj diligenti e lunghi, e soprattutto un animo vergine ed incontaminato, procaccia per l’altra una vita intera di gloria e di virtù.”

Girolamo Venanzio (Portogruaro 1791-1872)

L’INIZIO DI UN LUNGO CAMMINO

San Donà di Piave, mercoledì 4 Marzo dell’anno 1953, ore 10,33

Squillò il telefono nella Sala del Consiglio dei Consorzi di Bonifica Riuniti, il suono rimaneva rinchiuso tra le alte pareti, attutito dalle tele della tappezzeria dalla fitta trama grigiastra incupita dal tempo, in una eco ovattata che rimbalzava dai quadri, agli arredi di stile seicentesco, al pavimento di mattonelle rossastre. Il suono improvviso interruppe la quiete innaturale del luogo austero, dominato da un lungo tavolo rettangolare il cui colore scuro e l’aspetto greve, sembravano conservare, trattenuto e salvato dalle fibre naturali del legno, il clamore delle tante discussioni, a volte aspre, dai toni accesi, a volte pacate ma sempre costruttive che vi si svolgevano. Un tempo davano vita e continuità alla funzione di quello spazio.

Era il fulcro delle azioni che venivano avviate per realizzare il grande impianto bonificatorio, la sala delle decisioni più importanti.

Il luogo sembrava raccontare di coloro che avevano fatto la storia delle bonifiche, a partire da un’epoca ben più antica, precedente alla grande epopea della trasformazione del territorio circostante.

Un secolo prima, il comune viandante che dopo aver superato le ultime abitazioni del piccolo centro si fosse inoltrato verso l’interno della campagna, e poi si fosse spinto fino al limite estremo delle terre emerse, per poi superarlo, si sarebbe trovato ben presto immerso in una sconfinata palude dove la distesa dei canneti, immagine continua di immutato paesaggio, trovava, solo all’orizzonte, il contatto con il cielo, nascondendo la fitta rete di canali interni per millenni via d’acqua sicura per i trasporti e le comunicazioni.

Allora i pionieri erano riusciti a conquistare lo spazio vitale, metro dopo metro, sottraendolo, con immane lavoro, al putrido pantano, per creare una nuova terra emersa resa, a fatica, coltivabile e produttiva. Costruivano argini per separare le zone acquitrinose, rialzi creduti solidi e sicuri nel mezzo delle acque stagnanti e con enorme difficoltà ne prosciugavano l’interno ma alla prima forte pioggia, gli interstizi si allargavano, l’acqua dirompeva, gli argini cedevano e crollavano e la palude riprendeva il dominio dello spazio come tutto d’intorno. Il grave lavoro era vanificato.

Dopo tanti, difficili tentativi, molti insuccessi e ingenti capitali inghiottiti dal vortice delle acque di piena, essi riprendevano lentamente, con immutata tensione, con altrettanta instancabile costanza, a far riemergere dalla melma i terreni per destinarli ancora alla coltivazione. Rimaneva il timore di nuovi insuccessi e così per molti, interminabili anni.

Erano uomini solidi, non solo per una caratteristica fisica d’impronta oltralpina, ma per la tenacia e l’intraprendenza che li avrebbe spinti, nel secolo entrante, ad affrontare altre sfide in terre lontane, al di là dell’oceano o nel più profondo del continente che si affacciava sullo stesso mare, nuovo territorio di conquista.

In questa parte ad est della circoscrizione amministrativa provinciale di Venezia, i due capoluoghi distrettuali di Portogruaro e San Donà di Piave avevano avuto origini e storie diverse.

Più antica ed aristocratica, Portogruaro era tendenzialmente riservata, chiusa come la sua cinta di mura d’influsso teutonico, soggetta per secoli ad un forte potere vescovile, ricca di case e palazzi gotico-rinascimentali con sottostanti ampi portici, alcuni di essi con la facciata affrescata. La città era orientata a Venezia che avrebbe voluto imitare anche nella funzionalità della struttura urbanistica, intersecando gli isolati con rii e canali attrezzati per l’attracco di barche e navigli.

 

Chi vuole leggere tutto il volumetto completo con le fotografie può cliccare sul link che vedete sotto oppure scaricarlo e leggerlo successivamente

ROTARY’S

Continua la Musica…continua la Cultura a San Donà di Piave

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continuano i momenti di cultura che vedono al centro concerti e performance di illustri musicisti

Bello che al Centro della iniziativa vi sia un illustre musicista sandonatese che tanto ha dato alla nostra città e che tutti ricordano anche nei suoi momenti politici fatti sia di politica ma anche di buon senso

Credo che il concerto sia un momento di non perdere per poter ascoltare e meditare perchè la Musica è arte solo quando ognuno la interpreta come la sente !

Venerdì 21 febbraio 2014 alle ore 21 presso l’Auditorium Centro Culturale Leonardo da Vinci in piazza Indipendenza a San Donà di Piave avrà luogo il terzo concerto della VII Rassegna Musicale Città di San Donà di Piave.
Vasco Magnolato al flauto e Gianluca Badon al pianoforte eseguiranno musiche di Scarlatti, Schumann, Beethoven, Donizetti e Bizet.
La Rassegna Musicale è organizzata dall’Associazione Culturale Centro Musica in collaborazione con l’Assessorato al Cultura del Comune di San Donà.
Vasco Magnolato è uno dei maggiori flautisti italiani e vanta un’attività artistica trentennale con concerti in tutta Europa, oltre a dedicarsi alla didattica e all’organizzazione culturale; è stato anche docente di storia della musica presso l’Università di Trieste.
Gianluca Badon è un giovane pianista laureato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e attualmente perfezionando presso la prestigiosa Accademia Pianistica Internazionale di Imola; ha al suo attivo già numerosi concerti in Italia ed è stato vincitore in importanti concorsi pianistici internazionali.
Un concerto che si promette essere un’entusiasmante performance di due virtuosi di diversa generazione ma con un unico intento: valorizzare la bella musica portandola nella nostra comunità

Importante avvenimento culturale a San Donà: 7° Edizione Rassegna musicale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Importante avvenimento musicale a San Donà di Piave Domenica 16 febbario.

Si rinnovano gli incontri con la buona musica

Parliamo della 7° Rassegna Musicale che attira sempre molte persone amanti della buona musica

Vi allego il comunicato stampa della Rassegna

Domenica 16 febbraio 2014 alle ore 16.30 nell’Auditorium Centro Culturale in piazza Indipendenza a San Donà di Piave avrà luogo il secondo concerto della Settima Rassegna Musicale Città di San Donà di Piave. Suoneranno Roberto D’Auria al violino e Francesca Vidal al pianoforte in un programma che prevede una sonata di Beethoven, una di Mozart, la Meditation di Ciaykovsky e la celebre sonata di Cesar Franck.
Roberto D’Auria è giovanissimo (nato nel 1994), ma è già un affermato solista vincitore di importanti premi internazionali. Francesca Vidal, sandonatese, è nata nel 1985, ma ha già al suo attivo una prestigiosa carriera solistica. Attualmente è docente di pianoforte principale presso il Conservatorio di Reggio Emilia e presso il Centro Musica di San Donà di Piave

La entrata è gratis. Quale occasione migliore per godere una rassegna musicale con artisti giovani ma così prestigiosi

Il pomeriggio è una occasione per respirare musica ma anche cultura !

La Prevenzione nel nostro territorio: come evitare le fratture nell’anziano

 

La prevenzione si fa in tanti modi

Tutti parlano della prevenzione dei tumori, Si parla dei tumori della mammella , del melanoma , del collo dell’utero…

Ma La prevenzione si fa per tutte le malattie. E dobbiamo vedere se e come si fa a prevenirle.

Oggi vogliamo tornare alla Prevenzione dell’Osteoporosi che è una delle cause frequenti delle fratture dell’anziano

E prendiamo spunto dal fatto che nella nostra zona esiste uno specialista dell’Osteoporosi.  il Dr Francescon Alessando ci ha mandato questo lavoro che spiega il problema

Perché l’anziano si frattura? Quali le possibilità di terapia e di prevenzione?

Presentiamo allora un interessante articolo del Dott. Alessandro Francescon, che prendendo spunto da un  Simposio “Osteoporosi e fratture nell’anziano” svoltosi  nell’ambito di un recente Congresso Nazionale di Geriatria organizzato dalla Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG), espone alcune riflessioni sulla malattia Osteoporotica analizzandone aspetti epidemiologici, terapeutici e gestionali, condividendo anche quanto riportato dagli Autorevoli  Cattedratici Relatori del Simposio.

Perché l’anziano si frattura? Quali le possibilità di terapia e di prevenzione?

A cura di: Dott. Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi- Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

Il problema dell’Osteoporosi riveste in Italia un ruolo molto importante essendo il nostro uno dei paesi più “vecchi” del mondo. L’attenzione che deve essere data a questo problema deve esser massima soprattutto  in questo momento in cui la ricerca scientifica  attraverso i numerosi  trial clinici ci sta fornendo dati interessanti non soltanto a riguardo della densità minerale ossea ma soprattutto sull’efficacia dei farmaci nel ridurre l’incidenza di fratture osteoporotiche.

Tra gli elementi da considerare come principali cause di fratture nell’anziano vanno annoverate le cadute che certamente sono il fattore di rischio più importante, facilitate dalla ridotta stabilità, alterazioni dell’equilibrio, ridotta forza muscolare, calo della vista, patologie concomitanti come l’ictus e  altri disturbi neurologici, le cadute possono essere dovute a cali pressori o all’azione di farmaci, in particolare psicofarmaci. Altro fattore predominante e concausa  di una frattura è  la fragilità ossea.

Cadute e fragilità ossea  sono influenzati da altri molteplici fattori, tra questi rilevante è l’entità della massa muscolare e questo perché quando non c’è armonia tra osso e muscolatura, può aumentare il rischio di frattura , vuoi per le cadute, vuoi per altri meccanismi più complessi, a prescindere dalla massa ossea, che comunque nell’anziano di solito è ridotta.

Attualmente i criteri per la diagnosi di Osteoporosi sono basati sulla esecuzione della Densitometria ossea (ad ultrasuoni o a raggi X), sulla valutazione della presenza di fattori di rischio e su una imprescindibile valutazione clinica multidimensionale, in particolare nei soggetti di età avanzata.

Dati recenti evidenziano però la necessità di valutare oltre che la misurazione della densità minerale ossea che come già detto con l’avanzare dell’età si riduce progressivamente, altri parametri, tra questi, di peculiare rilevanza risulta la distribuzione  geometrica dell’osso.

La distribuzione geometrica e il tessuto osseo si modificano con l’invecchiamento, l’osso riduce sia  il suo contenuto minerale che la matrice proteica, perde elasticità e diventa sempre più “porotico”. Nella popolazione più giovanile, ma anche in un soggetto affetto da Osteoporosi,  attraverso il processo di rimodellamento osseo, si assiste ad una prima fase in cui l’osso va incontro ad un riassorbimento, poi a una seconda fase in cui  attraverso un processo di apposizione di nuovo osso periostale, l’osso si rigenera e può diventare anche più resistente ai traumi. Tale processo sembra essere più efficace nel sesso maschile rispetto a quello femminile. Se il rimodellamento osseo non avviene in maniera come sul dirsi “armonica”l’osso può perdere le sue caratteristiche strutturali e geometriche che da un punto di vista fisico meccanico si traducono in perdita di elasticità e robustezza, con facilità quindi a fratturarsi in relazione ai traumi a volte anche di lieve entità.

L’Osteoporosi, così come tutte le patologie età dipendenti, è assai importante nel soggetto anziano già di per sè fragile in quanto può favorire la perdita dell’autosufficenza. L’Osteoporosi e le fratture ad essa correlate rappresentano uno dei temi cardine della Geriatria anche se, questi argomenti sono stati per anni un po’ trascurati. Molto deve essere  ancora fatto per la prevenzione dell’Osteoporosi a cominciare dalla correzione dell’introito di Calcio e Vit D nella popolazione Italiana, i cui livelli sono ancora sotto i valori minimi.

Solo da poco tempo è emerso il concetto che la prevenzione ed il trattamento di questa Patologia debbono essere prioritari al fine di migliorare la qualità di vita del soggetto anziano oltre che ridurre i costi socio sanitari.

Un recente studio ha mostrato come la densitometria ossea sia in grado di fornire una indicazione del rischio di frattura  pari a quello dato dai valori pressori  per il rischio di ictus cerebrale.

Oltre ai farmaci che già hanno dimostrato efficacia nella riduzione del numero di eventi fratturativi, come i Bifosfonati, è da sottolineare che sono in fase di studio alcune molecole nuove per la terapia dell’Osteoporosi, tra queste gli Estreni.

Molto promettente, infine, risulta  per i pazienti affetti da Osteoporosi  una nuova modalità di  approccio denominata “Osteoporosis school” della quale però parleremo più in dettaglio, prossimamente, in un altro articolo ad essa dedicato.