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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for Dino Casagrande

Progetto Museo della Bonifica: Botta e risposta tra Amministrazione e D. Casagrande

Giorni fa la Amministrazione aveva spiegato come intende agire per il trasferimento in centro del Museo della Bonifica. In relazione alle polemiche che questo argomento ha suscitato
Per chi non lo avesse letto riportiamo questo articolo apparso sulla Nuova Venezia

nuova venezia

Ed ecco pronta la risposta dell’ex Direttore del Museo della Bonifica
Il Dr Casagrande ribatte punto per punto e spiega i motivi per cui lui e molti sono contrari

Trasferimento del Museo della Bonifica “più” in centro a San Donà.
L’ articolo apparso recentemente sulla vostra testata (3 Novembre, “Una rete di musei civici per favorire il turismo”, con un intervento dell’Assessore Chiara Polita), e che mi chiama in causa, mi ha indotto alla stesura di questa breve lettera che pregherei gentilmente di pubblicare.
Mi sono bastate poche e brevi riflessioni per constatare che si vuole ancora procedere per una strada che ritengo sbagliata (ma ci sono altri cittadini che la pensano come me e presto sarà auspicabile metterci insieme!). Io ho redatto un piccolo libretto su questo non felice progetto, illustrando quelle che a mio parere sono le condizioni oggettive dell’istituto, attuali e di prospettiva, ma senza alcuno spirito polemico. Nel formulare delle osservazioni critiche, non solo per il bene del museo ma per la città, mi sono avvalso di una esperienza trentennale nel settore e quindi non ho bisogno di analizzare fantasiosi progetti per capire quanto deleteria possa essere questa idea.
Magari la conoscenza nel dettaglio del nuovo “sistema” (auspicata dall’Assessore), potrà essere fertile campo di studio ed approfondimento per chi non conosce il Museo della Bonifica e che non ha vissuto fin dall’origine tutti delicati passaggi effettuati e il dispendio di energie che ci son volute per arrivare a quel risultato, ma non per me che parto da una concreta visione dell’attuale che forse qualcuno ha perduto.
Per cui non è per spirito polemico che ho scritto quel breve opuscolo, ma per esprimere un’opinione con cognizione di causa che non è né fine a sé stessa, né tantomeno sterile.
Partiamo dalla capienza della nuova sede proposta: se non si costruisce in altezza e se non si scavano i depositi sottoterra (cosa alquanto pericolosa per la conservazione dei materiali visto il nostro territorio dove l’acqua è sempre in agguato), non ci saranno spazi né per garantire l’esposizione dei beni attualmente in mostra, né per conservare i materiali in deposito. Il deposito, infatti, dovrà essere ancora più capiente di prima visto che l’esposizione dovrà essere ridimensionata. Si vuol forse smembrare la collezione esistente relativa alla bonifica e così far perdere la caratteristica d’area vasta che il museo ha?
Non entro nemmeno nelle problematiche, che come constatiamo ogni giorno, rendono già difficile gestire malapena gli istituti culturali del comune: se sopravvivono è solo per merito degli operatori. Sono valutazioni che richiederebbero molto spazio e che certo eliminerebbero i voli di pura fantasia ai quali stiamo assistendo. Si pensi solo all’inevitabile apertura di nuovi fronti di spesa per la realizzazione e la gestione di un nuovo museo o addirittura di più musei. Si pensi a gestire meglio quello che già c’è, e più che dividere sarebbe forse consigliabile riunire.
Ma torniamo al Museo della Bonifica e alla sua attuale ubicazione. Fa sorridere la considerazione, in verità alquanto limitata come orizzonte, che si vuol trasferire il museo per “valorizzare il centro” e collocare tutti gli istituti culturali in un’unica area perché gli studiosi possano recarsi da una parte all’altra per cercare i materiali di cui necessitano. Il Museo dispone già di biblioteca specializzata, archivio storico, archivi fotografici, quindi uno studente o studioso ha già tutto sottomano. L’attuale sede può anche essere dotata di spazi più idonei per le attività didattiche (basta guardare il progetto). I consumi possono essere razionalizzati utilizzando il fotovoltaico, viste le grandi superfici dei tetti.
Invece, per valorizzare un istituto culturale è necessario che ci siano iniziative, mentre in museo mancano da troppo tempo. Una collocazione, come quella attuale, inoltre, è solo appena decentrata rispetto all’ombra della chiesa o del municipio dove si vorrebbe che ci fosse tutto, mentre è ben servita da vie di comunicazione. La nuova ubicazione prospettata, in un’area già satura per parcheggi e viabilità, è inadatta, soprattutto pensando che il Museo della Bonifica, è un museo del territorio, e che per sostenersi anche economicamente dovrebbe essere frequentato non solo da coloro che “passeggiano” nel centro di San Donà, ma da comitive di turisti, da scuole dell’intera regione e, ben vengano, quelle cittadine. E comunque con una salutare passeggiata o una breve corsa in bicicletta, l’attuale museo si può raggiungere facilmente. Altre ingenue considerazioni, come sono state fatte dall’Amministrazione, relative al “turista straniero” (e non italiano ?) che va al mercato e quindi “potrebbe” aver voglia anche di entrare in museo perché è lì vicino, fanno solo sorridere e le lasciamo stare. Il centro dev’essere valorizzato soprattutto potenziando e non demotivando le attività economiche, perché di questo la città ha davvero bisogno! Il voler recuperare un bene culturale architettonico come il Monumento ai Caduti in Guerra è più che giusto: va protetto e riutilizzato. Una decina di anni fa, avevo proposto di trasferire la sezione bellica del museo della Bonifica, ma era un periodo in cui le risorse finanziarie ed umane lo permettevano, adesso non è più così.
Perché, invece, non si avvia in modo concreto la rete dei musei della Grande Guerra che può avere una valenza regionale e interregionale ? La rete, fu creata con il fondamentale contributo del nostro museo ed hanno aderito dei musei importanti come il Museo del Risorgimento di Vicenza, Il Museo della Battaglia d Vittorio Veneto, il Museo 7° Alpini di Belluno, perché non si valorizza questa risorsa ?
Perché non si vuol pensare all’estensione proprio di questa rete, soprattutto nell’attuale periodo di celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, utilizzando le risorse comuni per valorizzare così con gli altri musei della regione anche il nostro e rilanciarlo come sarebbe giusto ? Forse si vuol farlo morire e chiudere in un momento in cui dovrebbe essere potenziato e vivere ?

Dino Casagrande
Già Direttore del Museo della Bonifica (dal 1983 al 2013)

Una iniziativa targata ROTARY : Editoria veneta: tradizione e cultura del libro

Finalmente siamo arrivati  al momento tanto atteso

Ne avevamo parlato nei mesi scorsi e lo potete leggere alla pagina:

http://www.ilponte.ws/portale/?p=1196

Per spiegare di cosa si trattava questa iniziativa  vi ricordo quanto scrissi allora :

” Interessante iniziativa del Rotary Club di San Donà di Piave. Un Service Club che si sta distinguendo sempre di più  nel nostro territorio e per il nostro territorio

Questo premio sostenuto e sponsorizzato  dal Rotary Club  vuole r premiare le tesi più significative riguardanti la storia, la cultura, l’arte, l’economia, la gestione del territorio, la politica, la società e qualsiasi altro studio che riguardi il nostro territorio tra SILE e PIAVE. Il premio, riservato alle tesi SPECIALISTICHE vuole appunto premiare i laureati che si sono dedicati a studiare il nostro territorio e le sue caratteristiche. Credo sia un’idea originale che come club il Rotary ha voluto portare avanti, proprio per segnalare l’importanza che i giovani riservino alla terra nella quale vivono il loro interesse e l’attività del loro studio e della loro ricerca, scoprendo anche dei lati originali e, soprattutto, dei buoni motivi per restare a viverci anche in futuro e a non abbandonarla per altre vie del Mondo.

Il Rotary di San Donà si è sempre distinto  per evidenziare quanto di bello esiste nel nostro territorio valorizzando il territorio che è stato raccolto anche nel Museo della Bonifica  al quale ha dedicato circa  trent’anni della sua  vita come direttore del museo il Dr Casagrande , attuale Presidente del Rotary Club.

Credo che con questa iniziativa il Rotary Club contribuisca ancora a tenere viva la tradizione  e la cultura del nostro territorio

Infatti Il Rotary Club di San Donà di Piave, allo scopo di favorire gli studi sul territorio: la sua storia, la sua cultura, il suo sviluppo economico, ha istituito un premio annuale, per un periodo di tre anni, riservato esclusivamente alle tesi di laurea inedite che abbiano come ambito territoriale il territorio tra Sile e Piave (corrispondente al Mandamento di San Donà di Piave che comprende i comuni di: San Donà di Piave, Ceggia, Eraclea, Fossalta di Piave, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, Torre di Mosto e il comune di Cavallino-Tre Porti).

Per essere ammesse al concorso le tesi di laurea dovranno riguardare esclusivamente il territorio così come individuato al precedente capoverso e riferirsi ai seguenti ambiti scientifico-culturali: storia, cultura, arte, tradizioni, natura, ambiente segnato dal singolare rapporto tra terra ed acqua, economia, società.

Possono partecipare al concorso coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica, magistrale o quinquennale presso una Università Italiana nel periodo 31 gennaio 2013 – 31 marzo 2014. Il bando viene pubblicato nel sito del Rotary http://www.rotarysandona.it/ , in vari siti istituzionali, comunicato alle università venete ed esposto negli appositi spazi frequentati da studenti. Per maggiori informazioni inviare una email al presidente: dino.casagrande@libero.it .

Il premio per il 2013-2014 dell’importo di Euro 1000 lordi, verrà assegnato alla tesi ritenuta migliore, a giudizio esclusivo della commissione “Progetti” del Rotary Club, presieduta dal socio Prof. Luigi Salvioni , integrata dal Presidente pro-tempore del Club e dal Segretario pro-tempore. La commissione valuterà le tesi presentate attenendosi ai seguenti criteri: chiarezza espositiva, rilevanza scientifica, interesse per il territorio.

Bene . Allora ora siamo arrivati al 30 giugno , il giorno della premiazione e della visione delle opere

 

Rotary Club Distretto 2060

Club di San Dona’ di Piave, Iesolo, Venezia  Noale dei Tempesta, Portogruaro

 COMUNICATO STAMPA

30 maggio Jesolo Sala di Rappresentanza del Palazzo Comunale  h. 15.30

 Convegno di studi

Editoria veneta: tradizione e cultura del libro

V E N E Z I A

Ca’ Corner della Ca’ Granda

Aula del Consiglio Provinciale h. 11.30

Cerimonia del conferimento del

Premio Eccellenza Editoria Veneziana

IMPRESSUM VENETIIS A.D.

per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e provincia

proclamazione dei vincitori e consegna dei premi

 

http://comitatovenezia.it/il-comitato/attività/premio-impressum-venetiis-ad

impressum@comitatovenezia.it

 

Dino Casagrande (Presidente Rotary Club di San Dona’ di Piave): Da Aldo a Neri Pozza

Vittoria de Buzzacarini (Novacharta Editrice.): Esperienze di promozione del restauro come conoscenza del libro

Marco Trevisan (Venipedia) – Maurizio Vittoria (Comitato Venezia), Le vetrina del libro veneziano in rete

Lucia Sardo (Fondazione G. Cini), Le Aldine della collezione di Vittorio Cini

Alessandro Scarsella (Università Ca’ Foscari Venezia): Recenti studi sul Polifilo

 

Introduce e coordina Davide Scalzotto (capocronista della redazione di Venezia de “Il Gazzettino”)

La consegna del Premio Eccellenza Editoria Veneziana IMPRESSUM VENETIIS A.D. per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e provincia, avrà luogo sabato 31 maggio presso il Palazzo della Provinca di Venezia

Nel corso della manifestazione saranno proclamati i vincitori dalla Presidente della Provincia di Venezia dott.ssa Francesca Zaccariotto.

 

Ca’ Corner della Ca’ Granda, h. 11.30

 

Editoria veneta: tradizione e cultura del libro

convegno di studi   Promosso da

Rotary Club Distretto 2060 – Club di San Dona’ di Piave, Iesolo, Noale dei Tempesta, Portogruaro
Comitato Venezia – Venipedia – Novacharta Editrice -  Saviamo un Codice – Regione del Veneto – Provincia di Venezia – Città di Jesolo

Motivazioni

Nella fase  di transizione in cui viviamo, l’esistenza culturale del libro e della stampa sono messe in crisi dalle nuove forme di comunicazione elettronica e digitale, diviene tanto più doveroso rivolgere attenzione ai prodotti editoriali che proseguono faticosamente lungo la scia di quella tradizione che a Venezia e nell’entroterra ha conosciuto momenti di assoluta eccellenza, da Aldo Manuzio, a Mardersteig, a Neri Pozza, a Novacharta. La promozione di un riconoscimento per il nuovo artigianato librario, intende (sulla scia di recenti posizioni teoriche, diffuse per esempio dal Futuro Artigiano di Stefano Micelli) proporre delle narrazioni di un genere del made in Italy particolarmente apprezzato e legittimato da radici storiche e da una vera “scuola”.

Pertanto, nella convinzione che la produzione libraria a stampa costituisca tuttora una forma di sperimentazione formativa e creativa che interagisce positivamente con i nuovi media e con la digitalizzazione, l’iniziativa

 

IMPRESSUM VENETIIS A.D.

Premio Eccellenza Editoria Veneziana

per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e provincia

intende smuovere le acque e promuovere il libro e una cultura editoriale di qualità, premiando annualmente l’attività di artigiani e di imprese meritevoli di riconoscimento.

Al tal fine si inteso strutturare la prima edizione del premio in due sezioni:

  1. Premio di 2.500,00 Euro alla migliore edizione cartacea di qualità e di pregio, caratterizzata da originalità grafica e studio delle specifiche tecniche di impaginazione e progettazione di percorsi innovativi di comunicazione libraria.
  2. Premio di 2.000,00 Euro alla migliore collana cartacea, per i contenuti culturali e lo sforzo di continuità da essa rappresentato.

Il coinvolgimento nelle cerimonie di proclamazione premiazione di personalità del mondo editoriale e accademico, dell’economia e della ricerca, nonché esperti di storia del libro, dell’editoria e della grafica, dirigenti delle principali biblioteche venete, contrassegna la ricaduta positiva sul territorio consiste nella valorizzazione delle professionalità grafico-editoriali emergenti e innovative, e nella visibilità  del materiale

Sono previsti nel corso dell’anni eventi collaterali, tra i vari possibili nell’ambito della notevole interdisciplinarità della manifestazione, ed una estesa diffusione nel Web. Le opere vincitrici saranno promosse con incontri e presentazioni nel secondo semestre 2014 presso le sezioni dei Rotary Club che partecipano all’iniziativa e in altre sedi. I concorrenti dichiarati vincitori potranno inoltre stampare e utilizzare una fascetta di accompagnamento al volume con la dicitura: “Premio Eccellenza Editoria Veneziana 2014”. I due segnalati potranno analogamente utilizzare una fascetta di accompagnamento al volume con la dicitura: “Segnalato Premio Eccellenza Editoria Veneziana 2014”.

La partecipazione a entrambe le  sezioni del Premio è stata aperta gratuitamente a Case editrici, Stabilimenti tipografici, Studi grafico-editoriali residenti a Venezia e nella Provincia di Venezia.

Si ringrano coloro che hanno aderito:

1. Giovanni Keller Gambier&Keller editori

2. Giovanni Distefano supernova edizioni srl

3. Pierpaolo Pregnolato / Damocle Edizioni

4. oreste giacomo vistosi clony sas

5. LA TOLETTA EDIZIONI LT2 SRL

6. Michele Toniolo Amos Edizioni di Toniolo Michele

7. HELVETIA EDITRICE DI SPAGNOL DANIELA

8. ATENEO VENETO, Istituto di Scienze, Lettere e Arti Onlus

9. MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI JESOLO

10. Marina Zanazzo Corte del fontego editore di Marina Zanazzo

11. Marcianum Press

12. Corbo e Fiore Editori GIOVANNI MARIA FIORE EDITORE D’ARTE S.n.c.

13. CAFOSCARINA LIBRERIA EDITRICE CAFOSCARINA srl

14. Lorenza Stroppa Ediciclo Editore Srl

15. Paolo Vignando Compset snc

16. Editions du Dromadaire Editions du Dromadaire di Faval Florence

17. ANN RAYMOND STORTI EDIZIONI S.R.L

18. Claudio Cinti/Sinopia onlus

19. Silvano Gasparini Centro Internazionale della Grafica

L’aver localizzato in Venezia e Provincia il progetto, ha inteso focalizzare l’attenzione su un territorio fortemente attivo e innovativo nell’ambito della comunicazione e nella produzione di servizi culturali, consentendo altresì di ottimizzare le risorse messe a disposizione a titolo volontario dai promoter, che sono:

Dino Casagrande, già direttore di museo e coordinatore di attività culturali per la Regione del Veneto; bibliofilo ed esperto di collezionismo.  Presidente del Rotary Club di San Donà di Piave.

Alessandro Scarsella, docente universitario, storico della letteratura, del libro e dell’editoria; bibliofilo ed esperto di collezionismo di libri d’artista.

Marco Trevisan, imprenditore, creatore del portale Venipedia.

Maurizio Vittoria, già editore, quindi bibliotecario alla Marciana, ora Presidente del Comitato Venezia.

Si ringrazia altresì del sostegno e della partecipazione all’iniziativa:

Vittoria de Buzzaccarini, esperta di collezionismo, direttrice editoriale di Novacharta (Padova).

Per ulteriori informazioni  http://comitatovenezia.it/il-comitato/attività/premio-impressum-venetiis-ad

impressum@comitatovenezia.it

Il premio ha avuto il contributo del Distretto Rotary 2060, il supporto dell’Amministrazione Provinciale di Venezia e il patrocinio della Regione del Veneto e della Città di Jesolo.

 

 

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

 

 

 

 

 

 

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

Interessante iniziativa del Rotary Club di San Donà di Piave. Un Service Club che si sta distinguendo sempre di più  nel nostro territorio e per il nostro territorio

Questo premio sostenuto e sponsorizzato  dal Rotary Club  vuole r premiare le tesi più significative riguardanti la storia, la cultura, l’arte, l’economia, la gestione del territorio, la politica, la società e qualsiasi altro studio che riguardi il nostro territorio tra SILE e PIAVE. Il premio, riservato alle tesi SPECIALISTICHE vuole appunto premiare i laureati che si sono dedicati a studiare il nostro territorio e le sue caratteristiche. Credo sia un’idea originale che come club il Rotary ha voluto portare avanti, proprio per segnalare l’importanza che i giovani riservino alla terra nella quale vivono il loro interesse e l’attività del loro studio e della loro ricerca, scoprendo anche dei lati originali e, soprattutto, dei buoni motivi per restare a viverci anche in futuro e a non abbandonarla per altre vie del Mondo.

E’ importante ricordare come si vede dal bando  che la LA SCADENZA è IL 30 APRILE.

Il Rotary di San Donà si è sempre distinto  per evidenziare quanto di bello esiste nel nostro territorio valorizzando il
territorio che è stato raccolto anche nel Museo della Bonifica  al quale ha dedicato circa  trent’anni della sua  vita come direttore del
museo il Dr Casagrande , attuale Presidente del Rotary Club.
E’0 bello ricordare e sottolineare che in data 17 marzo , alla Scuola Schiavinato, si è celebrato con solennità e con
partecipazione sentita, l’anniversario della nascita del Regno d’Italia (17 marzo 1861), ovvero dell’Unità d’Italia ed è bello evidenziare che la  la Dirigente Scolastica prof. Annamaria Babbo e subito dopo il relatore dott. Sergio Tazzer  hanno ringraziato davanti a tutti i ragazzi, ai loro insegnanti, alle associazioni e alle autorità per quello che  il Dr Casagrande ha fatto per il Museo e per la Cultura del nostro territorio.

Credo che con questa iniziativa il Rotary Club contribuisca ancora a tenere viva la tradizione  e la cultura del nostro territorio

Riporto quindi il bando del Concorso in modo che chi fosse interessato possa prenderne atto e partecipare tenendo presente bene la data di scadenza.,

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

Il Rotary Club di San Donà di Piave, allo scopo di favorire gli studi sul territorio: la sua storia, la sua cultura, il suo sviluppo economico, ha istituito un premio annuale, per un periodo di tre anni, riservato esclusivamente alle tesi di laurea inedite che abbiano come ambito territoriale il territorio tra Sile e Piave (corrispondente al Mandamento di San Donà di Piave che comprende i comuni di: San Donà di Piave, Ceggia, Eraclea, Fossalta di Piave, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, Torre di Mosto e il comune di Cavallino-Tre Porti).

Per essere ammesse al concorso le tesi di laurea dovranno riguardare esclusivamente il territorio così come individuato al precedente capoverso e riferirsi ai seguenti ambiti scientifico-culturali: storia, cultura, arte, tradizioni, natura, ambiente segnato dal singolare rapporto tra terra ed acqua, economia, società.

Possono partecipare al concorso coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica, magistrale o quinquennale presso una Università Italiana nel periodo 31 gennaio 2013 – 31 marzo 2014. Il bando viene pubblicato nel sito del Rotary http://www.rotarysandona.it/ , in vari siti istituzionali, comunicato alle università venete ed esposto negli appositi spazi frequentati da studenti. Per maggiori informazioni inviare una email al presidente: dino.casagrande@libero.it .

Il premio per il 2013-2014 dell’importo di Euro 1000 lordi, verrà assegnato alla tesi ritenuta migliore, a giudizio esclusivo della commissione “Progetti” del Rotary Club, presieduta dal socio Prof. Luigi Salvioni , integrata dal Presidente pro-tempore del Club e dal Segretario pro-tempore. La commissione valuterà le tesi presentate attenendosi ai seguenti criteri: chiarezza espositiva, rilevanza scientifica, interesse per il territorio.

Le tesi di laurea dovranno essere consegnate ENTRO IL 30 APRILE 2014 PRESSO LA SEDE SOCIALE DEL ROTARY CLUB A SAN DONA’ DI PIAVE IN VIA XIII Martiri 229 (PARK HOTEL CONTINENTAL), in un’unica copia e accompagnate da una domanda di ammissione al concorso, debitamente sottoscritta dai concorrenti, che indichi oltre alle generalità:

a) la residenza, il recapito telefonico e l’indirizzo di posta elettronica; b) il titolo della tesi di laurea; c) il cognome e il nome del Relatore della tesi di laurea. d) l’autorizzazione a utilizzare i dati forniti dal candidato ai fini del concorso, nonché alla eventuale divulgazione, con i mezzi e nei modi ritenuti più opportuni, della tesi premiata.

Alla domanda dovrà essere allegata anche la copia di un documento di identità. Non possono partecipare al concorso figli di soci rotariani.

Il premio verrà consegnato nel corso di una cerimonia che si svolgerà entro il 30 giugno 2014. Il premio dovrà essere ritirato esclusivamente dal vincitore. Nel caso in cui non vi fossero partecipanti, ovvero la commissione giudicatrice ritenesse di non assegnare alcun premio, la somma non corrisposta andrà ad integrare il premio dell’anno successivo.

San Donà di Piave 1 ottobre 2013

Il Presidente pro-tempore Dott. Dino Casagrande

 

60 Anni di Rotary San Donà e Portogruaro. La nascita di un Club che ha dato vita e cultura al nostro territorio

 

Riportiamo qui una parte importante della storia del nostro territorio: la nascita del Club Rotary di San Don e di Portogruaro

Ora i Clubs sono due ma all’inizio era un Club Unico, anzi ora sono tre in quanto da poco esiste anche il Club di Jesolo

Per celebrare i 60 anni dalla loro fondazione è stato scritto e pubblicato un libro di 84 pagine che noi pubblichiamo in puntate di 10 pagine a puntata.

Unico neo è che non pubblichiamo le foto storiche del libretto. Non sono sopportate nella pubblicazione on line

E’ uno spaccato di vita che ha rappresentato e rappresenta una parte della nostra società e della nostra cultura

Sarà utile ai vecchi per ricordare e ai giovani per imparare

 

LA FONDAZIONE

UNA STORIA TRA FANTASIA E REALI PERSONAGGI

San Donà-Portogruaro 2014

 

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE /PORTOGRUARO 60° DI FONDAZIONE.

di Roberto Xausa Governatore Distretto Rotary 2060 anno 2013/2014

Il percorso storico ed umano di quegli Amici che decisero di fondare il Rotary di San Donà/Portogruaro già nella prima metà degli anni ’50 – in una Italia, in un Veneto, che stava ancora uscendo da un dopoguerra difficile – è senz’altro da assumere come esempio e paragone per le generazioni future.

Allora non c’era praticamente nulla.

In quegli anni il territorio dell’entroterra veneto aveva ben poco da offrire: nulla dal punto di vista industriale, molto poco dal punto di vista economico, forse molto di più dal punto di vista dell’agricoltura.

Ma la voglia di “fare”, di riemergere, di costruire un futuro, di guardare avanti con l’ottimismo di riuscire a farcela, era altissima.

Si potrebbe pensare ad una Società tutta presa dal fuoco degli affari, immersa solamente nel proprio lavoro, assorbita dai bilanci aziendali e dal furore di una scalata sociale che vedeva nell’acquisto della nuova auto, di una nuova casa, di un appartamento al mare, i soli obiettivi di vita.

Ma così non fu per i nostri Soci fondatori, un manipolo di persone che seppe guardare al cuore della gente, che aprì la strada ai valori rotariani della condivisione, del servizio, dell’aiuto agli altri.

18 Uomini, aggiungerei Grandi Uomini, che nell’aprire questa nuova strada erano ben consapevoli che anche in quelle terre poteva crescere l’ideale di Paul Harris : il Rotary.

Oggi tutto è cambiato, tutto è in costante evoluzione, l’industria ha preso velocemente il posto dell’agricoltura, le

3libere Professioni si sono affiancate agli Imprenditori ed anche il Rotary, al passo con i tempi, ha subìto grandi trasformazioni.

I Rotary Club non sono più legati ai nomi delle grandi Città, oggi la loro diffusione sul territorio li vede operativi anche nei piccoli centri urbani.

E’ logico, e sta nelle cose, che anche due tra le più prestigiose Città del Veneto, San Donà di Piave e Portogruaro, ad un certo punto del loro percorso comune abbiano deciso di proseguire su strade autonome, parallele, ma sicure per la certezza di una reciproca e forte sinergia.

Oggi celebriamo un grande anniversario, 60° di Club, e lo facciamo con l’entusiasmo di chi parte come fosse un primo giorno, come fosse l’inizio di una nuova avventura, carichi di quello spirito che quei Padri Fondatori ci hanno dimostrato con il loro esempio e con la loro determinazione.

Sapranno i nostri Club, saprà il Rotary, ripartire e dare ottimismo e spinta a tutti quei giovani che non riescono, oggi, a vedere un futuro?

Per tutto questo bisogna rilanciare la sfida, una sfida proiettata ai nuovi valori della Società per la quale gli amici di San Donà e di Portogruaro sapranno essere attori ed interpreti di nuove pagine di Storia.

 

Pubblicazione commemorativa impressa per celebrare la ricorrenza del

60° anniversario della fondazione del club di San Donà di Piave – Portogruaro

1954 – 2014

CEGGIA

Villa Marcello Loredan Franchin

17 febbraio 2014

I Presidenti dei club di San Donà di Piave e Portogruaro

Dino Casagrande e Michele Lipani

 

PRESENTAZIONE

Sono trascorsi sessant’anni da quando, arrivato da Chicago, fu consegnato dal Governatore Cesare Chiodi al Rotary di San Donà di Piave-Portogruaro il certificato con il quale il nostro club entrava a far parte, a tutti gli effetti formali, del Rotary International.

Quell’importante documento, tuttora gelosamente conservato, porta la data del 17 febbraio 1954, ed è munito delle firme delle massime autorità rotariane di quel tempo.

L’82° Rotary Club Italiano, questo era il numero d’ordine del sodalizio allora ultimogenito, era stato riconosciuto ed entrava nell’internazionalità che è uno dei pregi caratterizzanti la nostra associazione.

Sono passati tutti questi anni, le persone che hanno fondato il club o che ne hanno fatto parte in quei primi mesi sono sfumate, a poco a poco, come un palcoscenico che si svuota e le luci di una ribalta che lentamente si spengono.

Il ricambio consente e consentirà che altre persone continuino a portare avanti il lume inestinguibile dei nostri principi associativi e, tra questi, quello fondante del Rotary: “servire”.

Sarebbe improprio, in questo breve testo, tentare solo di accennare alle numerose attività organizzate, ai molteplici servizi realizzati, ai grandi o piccoli risultati raggiunti, ai momenti passati insieme costruttivamente, in allegra compagnia. Non può mancare il pensiero anche ai momenti più tristi che hanno colpito i nostri soci, e noi tutti, nei loro affetti, privandoli della loro libertà e, in un caso, anche della vita.

 

Ci auguriamo che questo anniversario porti un sentimento di maggiore unità e collaborazione nei nostri due club, ora autonome entità, perché fu proprio lo spirito di unione e di reciproca intesa che ispirò quelle 18 persone che decisero di iniziare, tanti anni fa, un cammino comune.

Questo racconto non ha pretese letterarie o scientifiche, vuol solo ricostruire brevemente la storia di quegli anni, identificare coloro che portarono in queste terre l’idea rotariana, descrivere gli ambienti, i luoghi, i contesti sociali nei quali operavano e, soprattutto, far percepire al lettore che avrà la pazienza di leggere queste poche righe, l’indole positiva ed ottimista che li sorreggeva, affinché essa rimanga ancora quale nostro patrimonio genetico per il futuro.

Noi del Rotary abbiamo una missione importante: portare fiducia, ottimismo, dare il nostro contributo per sconfiggere il male che abbruttisce le civiltà e i popoli, non con la violenza ma con il sostegno e la solidarietà, cercando modalità di convivenza per una pace duratura, per fare in modo di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato.

“Il male, infatti, non può sconfiggere il male, ma solo l’amore può farlo”.

Ol’ga Nikolaevna Romanova (Carskoe Selo 15 novembre 1895 – Ekaterinburg 17 luglio 1918).

 

“…la bellezza tiene il governo dell’umana moralità e diviene una potenza piena di misteri, la iniziazione nei quali, se per una parte richiede un apparato di organi squisitamente temprati, una preparazione di studj diligenti e lunghi, e soprattutto un animo vergine ed incontaminato, procaccia per l’altra una vita intera di gloria e di virtù.”

Girolamo Venanzio (Portogruaro 1791-1872)

L’INIZIO DI UN LUNGO CAMMINO

San Donà di Piave, mercoledì 4 Marzo dell’anno 1953, ore 10,33

Squillò il telefono nella Sala del Consiglio dei Consorzi di Bonifica Riuniti, il suono rimaneva rinchiuso tra le alte pareti, attutito dalle tele della tappezzeria dalla fitta trama grigiastra incupita dal tempo, in una eco ovattata che rimbalzava dai quadri, agli arredi di stile seicentesco, al pavimento di mattonelle rossastre. Il suono improvviso interruppe la quiete innaturale del luogo austero, dominato da un lungo tavolo rettangolare il cui colore scuro e l’aspetto greve, sembravano conservare, trattenuto e salvato dalle fibre naturali del legno, il clamore delle tante discussioni, a volte aspre, dai toni accesi, a volte pacate ma sempre costruttive che vi si svolgevano. Un tempo davano vita e continuità alla funzione di quello spazio.

Era il fulcro delle azioni che venivano avviate per realizzare il grande impianto bonificatorio, la sala delle decisioni più importanti.

Il luogo sembrava raccontare di coloro che avevano fatto la storia delle bonifiche, a partire da un’epoca ben più antica, precedente alla grande epopea della trasformazione del territorio circostante.

Un secolo prima, il comune viandante che dopo aver superato le ultime abitazioni del piccolo centro si fosse inoltrato verso l’interno della campagna, e poi si fosse spinto fino al limite estremo delle terre emerse, per poi superarlo, si sarebbe trovato ben presto immerso in una sconfinata palude dove la distesa dei canneti, immagine continua di immutato paesaggio, trovava, solo all’orizzonte, il contatto con il cielo, nascondendo la fitta rete di canali interni per millenni via d’acqua sicura per i trasporti e le comunicazioni.

Allora i pionieri erano riusciti a conquistare lo spazio vitale, metro dopo metro, sottraendolo, con immane lavoro, al putrido pantano, per creare una nuova terra emersa resa, a fatica, coltivabile e produttiva. Costruivano argini per separare le zone acquitrinose, rialzi creduti solidi e sicuri nel mezzo delle acque stagnanti e con enorme difficoltà ne prosciugavano l’interno ma alla prima forte pioggia, gli interstizi si allargavano, l’acqua dirompeva, gli argini cedevano e crollavano e la palude riprendeva il dominio dello spazio come tutto d’intorno. Il grave lavoro era vanificato.

Dopo tanti, difficili tentativi, molti insuccessi e ingenti capitali inghiottiti dal vortice delle acque di piena, essi riprendevano lentamente, con immutata tensione, con altrettanta instancabile costanza, a far riemergere dalla melma i terreni per destinarli ancora alla coltivazione. Rimaneva il timore di nuovi insuccessi e così per molti, interminabili anni.

Erano uomini solidi, non solo per una caratteristica fisica d’impronta oltralpina, ma per la tenacia e l’intraprendenza che li avrebbe spinti, nel secolo entrante, ad affrontare altre sfide in terre lontane, al di là dell’oceano o nel più profondo del continente che si affacciava sullo stesso mare, nuovo territorio di conquista.

In questa parte ad est della circoscrizione amministrativa provinciale di Venezia, i due capoluoghi distrettuali di Portogruaro e San Donà di Piave avevano avuto origini e storie diverse.

Più antica ed aristocratica, Portogruaro era tendenzialmente riservata, chiusa come la sua cinta di mura d’influsso teutonico, soggetta per secoli ad un forte potere vescovile, ricca di case e palazzi gotico-rinascimentali con sottostanti ampi portici, alcuni di essi con la facciata affrescata. La città era orientata a Venezia che avrebbe voluto imitare anche nella funzionalità della struttura urbanistica, intersecando gli isolati con rii e canali attrezzati per l’attracco di barche e navigli.

 

Chi vuole leggere tutto il volumetto completo con le fotografie può cliccare sul link che vedete sotto oppure scaricarlo e leggerlo successivamente

ROTARY’S

Premio Eccellenza Editoria Veneziana: un evento targato Rotary San Donà e Dino Casagrande

Un altro colpo messo a segno da Dino Casagrande , Presidente del Rotary Club di San Donà di PIave

Quest’anno Il Presidente ha dato una impronta culturale  alla sua annata alla conduzione del Rotary locale. E non poteva essere diversamente visto la sua cultura. Quando il passato presidente Madeyski lo aveva nominato sapeva che l’annata sarebbe stata magistrale in tutti i sensi ma in modo particolare nella cultura

Dopo il Concerto memorabile sia come evento culturale  che come evennto musicale e anche come fatto sociale per lo scopo di aiutare i ragazzi bisognosi delle nostre scuole , ora DINO CASAGRANDE ha voluto sostenere questo prestigioso premio dell’Editoria veneta

Riporto qui le modalita, gli scopi

 

Rotary Club Distretto 2060

Club di San Dona’ di Piave, Iesolo, Noale dei Tempesta, Portogruaro

in collaborazione con

Comitato Venezia e Venipedia®: molto più di un’enciclopedia di Venezia

promuovono

 

IMPRESSUM VENETIIS A.D.

Premio Eccellenza Editoria Veneziana

per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e provincia


Nel momento in cui l’esistenza del libro e della stampa sono messe in crisi da forme di comunicazione elettronica, diviene tanto più doveroso rivolgere attenzione ai prodotti editoriali che proseguono faticosamente lungo la scia di quella tradizione che a Venezia e nell’entroterra ha conosciuto momenti di assoluta eccellenza, da Aldo Manuzio, a Mardersteig,  a Neri Pozza.

Nella convinzione che la produzione libraria a stampa costituisca tuttora una forma di sperimentazione formativa e creativa che interagisce positivamente con i nuovi media e con la digitalizzazione, l’iniziativa

IMPRESSUM VENETIIS A.D.

intende smuovere le acque e promuovere il libro e una cultura editoriale di qualità, premiando annualmente l’attività di imprese meritevoli di riconoscimento.

Al tal fine si intende strutturare  il premio in due sezioni:

  1. Premio  di 2.500,00 Euro alla migliore edizione cartecea di qualità e di pregio, caratterizzata da originalità grafica e studio delle specifiche tecniche di impaginazione e progettazione di percorsi innovativi di comunicazione libraria
  2. Premio di 2.000,00 Euro alla migliore collana cartecea, per i contenuti culturali e lo sforzo di continuità da essa rappresentato.

Saranno coinvolti nelle cerimonie di premiazione personalità del mondo accademico, dell’economia, e della ricerca, nonché esperti di storia del libro, dell’editoria e della grafica, dirigenti delle principali biblioteche venete.

La ricaduta positiva sul territorio consisterà nella valorizzazione delle professionalità grafico-editoriali emergenti e nella collocazione, all’interno delle biblioteche pubbliche delle città di Jesolo, Noale e Portogruaro, di alcune copie del materiale editoriale pervenuto ai sensi delBando.

Verranno effettuati eventi collaterali tra i vari possibili nell’ambito della notevole interdisciplinarità della manifestazione ed una estesa diffusione nel Web.

Le opere vincitrici saranno promosse con incontri e presentazioni nel secondo semestre 2014 presso le sezioni dei Rotary Club che partecipano all’iniziativa.
I concorrenti dichiarati vincitori potranno inoltre stampare e utilizzare una fascetta di accompagnamento al volume con la dicitura: “Premio Eccellenza  Editoria Veneziana 2014”.

 

A chi interssa pubblico il Bando per la Partecipazione

 

Bando 2014

Prima edizione

 

REGOLAMENTO

 

 

1. Sezioni del Premio

 

Sezione A

Premio  di 2.500,00 Euro alla migliore edizione cartacea di qualità e di pregio, edita nel biennio 2012/2013, caratterizzata da originalità grafica, studio delle specifiche tecniche di impaginazione e progettazione di percorsi innovativi di efficace comunicazione libraria.

Sezione B   

Premio di 2.000,00 Euro alla migliore collana editoriale cartacea, edita nel biennio 2012/2013, rappresentata dagli ultimi due volumi pubblicati, per i contenuti culturali e lo sforzo di continuità da essa rappresentato.

 

2. Modalità di partecipazione

 

La partecipazione a entrambe le  sezioni del Premio è aperta gratuitamente a Case editrici, Stabilimenti tipografici, Studi grafico-editoriali residenti a Venezia e nella Provincia di Venezia.

Per partecipare occorre:

  1. Compilare il Modulo di iscrizione online reperibile nel sito Web del Comitato Venezia, all’indirizzo: http://comitatovenezia.it/premio-impressum-venetiis-ad/iscrizione, dove è possibile specificare a quali sezioni si intende partecipare e con quali opere. È necessario inserire anche le immagini delle copertine; 
  2. Inviare all’indirizzo postale:
    IMPRESSUM VENETIIS A.D., Corso Silvio Trentin 101, 30027 San Donà di Piave 
    n.3 copie di ciascuna opera per ogni sezione del concorso alla quale si è iscritti.
    Le opere possono essere spedite (in triplice copia)  in un’unica spedizione oppure in spedizioni successive nel periodo gennaio-febbraio 2014.

Gli interessati possono partecipare alle due sezioni del premio o solo a una di esse.

Per ogni sezione del Premio è possibile partecipare con un massimo di due edizioni o due collane per ogni casa editrice.

In ogni caso dovrà essere specificato, anche nella lettera d’accompagnamento all’invio materiale dei volumi, a quale delle sezioni si intende far partecipare l’opera/collana inviata.

 

3. Scadenza

 

È possibile iscriversi al  Premio dal 15 gennaio 2014 al 15 marzo 2014.
Farà fede il timbro postale della spedizione dei volumi.

 

4. Premiazione

 

Alla scadenza del termine di consegna delle opre iscritte verrà nominata una apposita Commissione giudicatrice.

La premiazione delle opere vincitrici del Premio Eccellenza Editoria Veneta per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e Provincia è prevista il giorno 31 maggio 2014 nella Sala del Consiglio Provinciale, Palazzo Corner della Ca’ Granda, Venezia.

Le opere vincitrici potranno essere promosse nel secondo semestre 2014 con incontri e presentazioni presso le sezioni dei Rotary Club che partecipano all’iniziativa ed eventualmenre  in alcune biblioteche, librerie e luoghi di cultura.

I concorrenti dichiarati vincitori potranno inoltre stampare e utilizzare una fascetta di accompagnamento al volume con la dicitura: “Premio Eccellenza  Editoria Veneziana 2014”.

Il giudizio della giuria è insindacabile.

La partecipazione al concorso implica la piena accettazione del presente Regolamento.

 

Data del Bando:  Venezia – San Donà di Piave, 20 dicembre 2013.

 

Un altro successo targato Casagrande Dino e Rotary

Il Rotary in aiuto a studenti con famiglie in difficoltà : Il Concerto !

Vogliamo segnalare un avvenimento che si terrà mercoldì prossimo a San Donà.

Sotto potete vedere la locandina e il programma di un Concerto  che oltre essere un concerto importante per il repertorio ma anche per i musicisti che suonano. Top al TOP !

 

Ch è la Sinfonietta Movie Ensemble

L’Ensemble nasce dall’incontro di dieci musicisti (un quintetto d’archi, pianoforte, tromba, trombone, sax e percussioni) vincitori di importanti premi in concorsi nazionali ed internazionali, ed impegnati in un’intensa attività concertistica che li porta ad esibirsi per importanti festivals sia in Italia che all’estero. Molti componenti del gruppo hanno collaborato con importanti orchestre italiane, quali quelle del Teatro La Fenice di Venezia, del Teatro Verdi di Trieste, del Teatro Regio di Parma, del Teatro Comunale di Bologna, Haydn di Trento e Bolzano, etc….

L’Ensemble unisce l’esperienza della musica classica a quella della musica jazz, unendo le due in un unico ed interessante connubio.

L’intento della “Sinfonietta Movie Ensemble” è quello di rendere omaggio alla grande musica da film, italiana ed estera, proponendola con arrangiamenti originali ed accattivanti, evocativi dell’atmosfera particolare creata nelle celebri pellicole per le quali sono stati composti.

I brani presentati metteranno in luce virtuosismi e melodie, così come la fusione dei diversi timbri caratteristici di ogni strumento. Tra le varie colonne sonore previste nel programma come non citare “Il Gladiatore”, “Amarcord”, “Mission”, “Schindler’s List”, “C’era una volta il west”, “8 1/2”, “Il Gattopardo”, etc.

Infatti  il 15 gennaio si terrà un concerto abilmente organizzato dal socio e  amico Sandro Prosdocimi che ringraziamo infinitamente e anche Micol Pillon che ha preparato il bellissimo materiale di comunicazione ed ha curato l’organizzazione e la diffusione.

Il Rotary ha ritenuto di finalizzare il Concerto  ad uno scopo specifico, aiuto a studenti con famiglie in difficoltà.

Su questo progetto Il Rotary ha avuto l’adesione del ROTARACT   , del SOROPTIMIST avendo gentilmente aderito la Presidentessa Evelina Caltabiano e della FIDAPA attraverso la gentile Presidentessa Katiuscia Specchio .

L’obiettivo è molto semplice raccogliere in quell’occasione (l’entrata è libera ma saranno consegnate delle buste per un’offerta volontaria e del tutto libera) e il ricavato andrà per un service particolare, di interesse locale: la scuola.

Il Presidente Dr Casagrande  si è confrontato soprattutto con un istituto scolastico cittadino: la Scuola Schiavinato ed ho sentito dalla viva voce dei referenti che purtroppo vi sono delle situazioni di grande difficoltà economica che non rendono i ragazzi tutti uguali. Non è bello sapere che un bambino rimane a casa da una gita scolastica, oppure non ha il denaro per acquistare un sussidio scolastico perché la famiglia non può, forse nemmeno la somma per acquistare un paio di scarpe da ginnastica od una tuta…o forse anche la merenda.

Questa esperienza Casagrande  l’ha constatata realmente perché per molti anni ha operato come dirigente in quel settore e tempo fa non era così, i casi erano limitatissimi, oggi no sono di gran lunga cresciuti di numero e quindi qualcuno deve farsi carico, per quanto possibile, anche di questa situazione difficile.

Una volta c’era l’Assistenza Scolastica, che interveniva ma non si conoscono bene i casi e la scuola ha informazioni più dirette. Come ex direttore del museo non posso sopportare che un bambino non  partecipi alle gite di istruzione, non dico a San Donà dove mi sono sempre fatto carico che le attività nel museo (trasporti, laboratori, guide) fossero gratuite, ma anche per qualsiasi gita di istruzione che per molti è una occasione unica, ve lo posso garantire, per vedere un edificio storico, un museo, una mostra di particolare interesse.

Ecco, per tutte queste ragioni che espliciterà anche nel  breve intervento che terrà nell’occasione, dove anche ringrazierà le associazioni che  hanno sostenuto il progetto e il Concerto stesso.

Tutti sono invitati caldamente non solo ad essere presenti ma anche a collaborare attivamente per la riuscita dell’evento diffondendone nel migliore dei modi la conoscenza per una numerosa partecipazione.

Museo della Bonifica. Il Prof Orlando ebbe l’idea ma poi bisogna farlo crescere….

La vicenda del Museo della Bonifica e del siluramento di Dino Casangrande sta facendo discutere. SE ne parla molto e non solo a San Donà. Gli articoli scritti su tale argomento sono letti da centinai e centinaia di persone anche dall’estero come Sud Africa, Isole Mauritius, australia e molti altri paesi. Si vede che Dino Casagrande era noto anche all’estero o a molti in altre nazioni interessa il nostro Museo della Bonifica.

Credevo che il caso fosse chiuso ma appare un articolo sulla Nuova Venezia che riaccende la polemica

Io conosco bene il Prof Orlando come tutti voi.

Sulla Nuova Venezia viene riportato che il Museo della Bonifica fu ideato da Massimiliano Orlando e non da Casagrande.

Giustissimo. Lo sanno tutti però. LO stesso Casagrande quando al Rotary del quale è Presidente tenne la conferenza sui 30 anni del Museo disse che l’idea era di Massimiliano Orando e che si impegno per la costruzione comprando o facendo comperare il terreno

Il Dott Orando non era presente alla serata in quanto le riunioni del Rotary non sono pubbliche ma private e si può essere presenti solo per invito come lo fu per l’Ass Chiara Polita invitata dallo stesso Casagrande. SE fosse stato presente avrebbe sentito a chi andavano i meriti dell’idea e della realizzazione . E sicuramente avrebbe preso la parola.

Dino Casagrande mi ha fatto pervenire una lettera che ha mandato alla Redazione della Nuova Venezia per puntualizzare la situazione e per non far credere che lui voleva prendersi il merito della iniziativa mentre sui si era solo adoperato per il suo sviluppo e per i progetti culturali negli anni seguenti

 

Riporto qui la lettera del Casagrande che può servire a molti per fare il punto sull’argomento

 

Gentile redazione

Ho letto una  lettera del dott. Massimiliano Orlando, pubblicata nella vostra edizione del  4 gennaio relativa al Museo della Bonifica. Nel considerare sua la primogenitura del museo, il dott. Orlando ha pienamente ragione e in questo senso, per non dar adito ad equivoci nel presentare una relazione in occasione del trentennale del museo, celebrata al Rotary club di San Donà, proprio chi scrive, Presidente pro-tempore del Club,  ha fatto espressamente il suo nome. Al dott. Orlando, infatti, dev’essere riconosciuto il merito di aver portato nella sua amministrazione l’idea del museo a San Donà, nonché quella di essersi successivamente battuto politicamente per realizzarlo, anche con l’acquisto dell’immobile dove attualmente si trova. Tutto questo per chiarire quanto avvenuto e che probabilmente se lui  fosse stato presente (purtroppo le comunicazioni diffuse non sono state riprese dalla stampa) avrebbe potuto apprenderlo dalla mia viva voce, in cui ho riferito che l’iniziativa partiva da lontano, e, come ho detto, citandolo espressamente nella relazione.   Ciò nonostante, come ben succede, i figli non sono tanto di chi li concepisce ma di chi li cresce.  Pertanto, nel nostro caso, non solo di chi ha l’idea ma anche di chi la porta avanti, la realizza e la vive fino in fondo. E così, sia pur riconoscendo doverosamente a ciascuno i meriti che ha,  dobbiamo anche considerare che rendere efficace e dare continuità ad una iniziativa talmente complessa come quella di tenere in vita e valorizzare un museo, si devono non solo avere le idee ma lavorare strenuamente per realizzarle, giorno dopo giorno, momento dopo momento, intessendo una fitta rete di rapporti con enti esterni, soprintendenze, regione, cittadini, associazioni ed anche interni alle stesse amministrazioni che possono a volte condividere, a volte ritenere la spesa per un museo superflua, e allora ridimensionare gli obiettivi e cercare di sopravvivere. Tutto questo per far ben comprendere che le idee sono buone  e soprattutto un’idea come questa lo è stata  e di importanza rilevante per la cultura, non solo  per la città e per l’intero territorio, ma è opportuno, però,  che si sappia che fu realizzata sotto l’amministrazione Pianon, Sindaco che sposò in pieno l’iniziativa e che fu organizzata ed avviata con il dr. Luigi Fassetta, un efficace organizzatore, un rotariano, e, se vogliamo, anche da chi scrive che collaborò con lui. Poi non è nemmeno immaginabile  tutto il lavoro che si è reso necessario per permettere che in seguito questa idea decollasse  e si affermasse. Quindi, giustamente,  a ciascuno il suo.

Dr. Dino Casagrande ex direttore del Museo

Grazie ma facciamo da soli. Il Comune contro Casagrande

In questi due giorni nei quali avevo messo in evidenza il comportamento del Comune verso l’Ex Direttore del Museo di Bonifica di San Donà di Piave, il nostro sito ha raggiunto il massimo storico delle visite e dei lettori che hanno cercato notizie ed hanno letto i due articoli scritti

Siamo rimasti meravigliati di quanto interesse ci sia stato. Non succedeva da tempo. Il secondo articolo ma distanziato in modo significativo come visite era stato nel 2013 l’articolo in cui raccontava la versione corretta secondo le nostre indagine dei due infermieri accusati dai partenti di una paziente ricoverata nel Reparto di Geriatria della Casa di Cura Rizzola. Era stati accusati di molestie sessuali verso la degente anziana. Ma si capiva  come il caso era diventato pubblico, ne avevano parlato i giornali e la televisione.

Ma del Caso Casagrande e  Museo della Bonifica nulla era apparso sui giornali e Casagrande non poteva creare stimolazione nelle persone interessati a Gossip. Perché tale è risultato l’accusa dei parenti dele degente. Nessuna prova e anzi le indagini interne sugli infermieri e sulle loro famiglie e sui loro comportante hanno dimostrato essere due ottimi infermieri, umani che lavorano in maniera corretta e , come hanno detto, troppo corretta e legati ai pazienti.

L’articolo su Casagrande è risultato non solo il più letto del 2013 ma da quando esiste ” Il Ponte” Si sono mossi in tanti, messaggi, mail a me e a Casagrande da tante pesrone e gran parte di persone che io non conoscevo e nemmeno Casagrande

Ora il Comune è intervenuto o, dobbiamo dire, è dovuto intervenire perché non poteva tacere viste i comment che si sono letti anche in Face Book o che si sentivano girando per la città.

Bene vediamo cosa ha detto il Comune

Posso solo trasc rivere quanto riportato dal Gazzettino e dalla Nuova Venezia

Prendiamo il Gazzettino

Titolo: ” Grazie ma facciamo da soli” Casagrande fuori dal Museo.  La prima è tra virgolette e quindi devono essere parole dette dalla Amministrazione.

Naturalmente l’Amministrazione ha tutto il diritto di “fare da sola” Nessuno contesta questo. Quello che si contesta è il modo.  Come ha scritto qualcuno a me e qualcuno anche su F.B. sarebbe stato più delicato se dopo 30 anni di Direzione mai contestata sotto Amministrazioni di destra e di sinistra e di Lega, si fosse fatta una festicciola o una bicchierata per dare l’addio ad dipendente in pensione  che aveva deciso assieme alla Amministrazione precedente di collaborare a titolo gratuito. Come sempre ad una persona che lascia o che viene sostituita  se ha lavorato bene si organizza una bicchierata di addio ed essendo una funziona pubblica si convoca una conferenza stampa dando l’addio , ringraziandolo del suo lavoro e motivando il motivo del cambio.

Nulla di questo è stato fatto

Continuiamo  con il Gazzettino

Da domani 1 gennaio, l’ex vice segretario comunale ed ex direttore che aveva continuato a svolgere volontariamente il ruolo di consulente scientifico anche dopo la pensione ( che non gli consentiva più di assumere la direzione) , non farà più parte della struttura. Lo hanno deciso il Sindaco Andrea Cereser e l’ass. Chiara Polita che di Casagrande era stata collaboratrice. ” Rinnoviamo i ringraziamenti personali e dell’amministrazione a Dino Casagrande per la sua opera nella direzione del Museo” commentano Cereser e la Polita, struttura che si vuole ulteriormente valorizzare. Come già preannunciato allo stesso Casagrande, l’amministrazione, l’amministrazione ha deciso di riportare le funzioni gestionali e scientifiche all’interno dell’ente , avendo ben chiara la distinzione tra indirizzo e gestione. Anche il Museo e la rete dei servizi culturali rientrano in una generale riorganizzazione  in funzione del programam di mandato che comunque valorizza la più ampia partecipazione”. Il diretto interessato non l’ha ha presa bene e accusa l’amministrazione di “insensibilirà” per quanto fatto da lui negli ultimi anni.

Da ignorante dico che non capisco cosa vuole dire il commento della Amministrazione. Mi consola che a chi ha letto assieme a me l’articolo del giornale ha dato lo stesso giudizio. E’ un giro di parole che non dicono o niente mi hanno detto stamattina quando abbiamo letto l’articolo. Ma io sono piu pratico e meno burocrate e non partitico ma solo politico

E veniamo alla Nuova Venezia.

Giustamente Cagnassi riposta le stesse parole riportate dal Gazzettino e quindi non le riporterò nuovamente ma trasporto le frasi di commento e quanto di nuovo appare.

” Aveva da poco parlato al Rotary per i 30 anni del Museo della Bonifica, quando , all’improvviso, arriva il ben servito a Dino Casagrande, consulente del Museo. Una nota del Sindaco e dell’Ass. alla Cultura Chiara Polita, lo ha ringraziato della disponibilità, oltretutto gratuita, di consulente, conmunicandogli di aver deciso di riportare all’interno dell’ente le funzioni gestionali e scientifiche.

” Mi hanno scritto ” precisa Casagrande ” che posso continuare a svolgere la mia attività culturale a svolgere la mia attività culturale però in ” altri ambiti” di fatto estromettendomi dalal vita del Museo la cui storia è segnata in ogni suo passo dal mio lavoro e che è stato sempre il mio mambito cittadino di attiivtà culturale. A sostegno di Casagrande si è mosso anche il Movimento ” Il Ponte ” di Paolo Madeyski  che ha criticato il modo dell’estyromissione….

” IO avevo già capito cosa si stava preparando” dice Casagrande ” anche perchè non c’è stato nessun confronto su un rilancio del Museo e l’occasione  del trentennale  è finita nel vuoto. “….si nota una macroscopica insensibilità per tutto quello che ho realizzato di fatto vivendo in tutti questi anni anche per gran parte del mio tempo libero nel Musee e senza alcuna velleità di apparire”

 

Difficile commentare

D’altra parte a lato nella Nuova Venezia vi è un altro articolo che in certi aspeti si collega. ” Cambio al vertice dei vigili destirtuita Danila Sellan.

Era il Comandante simbolo dell’era Zaccariottto. Si parla di risparmi di unificazione ma la Sellan non può essere licenziata e andrà ad occupare solo un nuovo ufficio magari a Musile ma sempre in zona., Musile sappiamo è ancora in mano alla Lega anche se Forcolin al momento è sospeso

Quando avremmo in mano qualcosa di obiettivò torneremo sull’argomento.

La Sellan era un simbolo e anche se avevo lottato invano perchè smettesse di fumare e lei lo prometteva sempre devo riconoscerle un impegno continuo nel nostro terriorio

 

 

 

 

 

 

30 anni di storia del Museo della Bonifica al servizio della cultura cittadina

Riporto qui parte del Bollettino del Rotary della serata del giorno 11 dicembre quando Dino Casagrande, Presidente del Rotary, ha tenuto una conferenza sul Museo della Bonifica.

Era Presente L’Ass. Chiara Polita in rappresentanza anche del indaco

Riporto questo incontro per evidenziare che nulla faceva pensare ad un allontanamento del Casagrande dal Museo della Bonifica visto la Presenza dell’Ass. Polita

 

Erano presenti 27  soci: Rodolfo AGOSTINI, Maria Antonia BARUCCO, Dino CASAGRANDE, Roberto CECCHINATO, Alessandro COLLE TIZ, Gianfranco CORELLI GRAPPADELLI, Pierfrancesco CONTARINI, Giorgio DAL CORSO, Massimo D’ATRI, Marino FANTIN, Loredano MILANI, Orfeo MONTAGNER, Giovanni PASINI, Francesco PASTI, Aldo PELLIS, Alessandro PERUCH, Alessandro PROSDOCIMI, Micol PILLON, Giuseppe ROSETTI, Mario SPINAZZE’, Luigi SALVIONI, Fabio TOFFOLETTO, Stefano TORRICELLA, Giulio VALLIS, Silvano VANIN, Alberto VIGANI , Giuseppe ZORZENONI.

E’ altresì presente il PDG Franco CARCERERI [zio Franco] , socio onorario del club.

Ospiti del Presidente:

la dott.ssa Chiara POLITA, il sig. Giorgio Sergio BASSO e signora, la sig.a Luciana BASSETTO, il prof. Giacomo CARLETTO, la dott.ssa Giulia ZIN, il dott. Massimo Scomparin.

La relazione della serata è tenuta dallo stesso presidente Dino CASAGRANDE e riguarda i 30 anni di storia del museo della bonifica al servizio della cultura cittadina.

Dino direttore del museo per tutti questi anni anni ne traccia con evidente partecipazione la storia che iniziata ufficialmente il 3 ottobre 1983 con l’inaugurazione in occasione della Fiera del Rosario risale comunque in precedenza nel 1975 come museo civico poi evolutosi come Museo della bonifica.

Viene con giustificato orgoglio evidenziato come l’istituzione abbia svolto nel corso degli anni non solo la funzione di museo ma sia stata promotrice e organizzatrice di importanti eventi culturali e divulgatrice della cultura del nostro territorio con formazione didattica per adulti e ragazzi.

E’ interessante conoscere come la storia del museo e quella del Rotary si intersecano e si fondono inscidiblmente considerando che a Fassetta socio fondatore del club fu affidato l’incarico per il primo allestimento del museo, Casagrande che ne è stato il direttore ha seguito tutte le varie vicende hanno contribuito alla crescita come, ad esempio, l’ ampliamento che ha visto l’arch Barucco come progettista( padre di una nostra socia ) e l’attuale socio ing. Bisiol allora assessore ai lavori pubblici come importante referente.

Nello stretto legame tra il museo e il consorzio di bonifica altri soci hanno intersecato le storie come Carceri, Ronchi, e Montagner. Anche per questi intimi legami al termine della relazione ( che ha anche delineato le prospettive future ) sono seguiti numerosi interventi in primis quello del PDG Carcereri che ha ribadito l’importanza della struttura e ricordato ad esempio in ambito rotariano come sia consuetudine portarvi i nostri ospiti in visita.

L’Assessore alla Cultura Chiara Polita ringrazia per l’invito e portando i saluti del Sindaco ricorda l’importanza del museo come punto di riferimento per la memoria storica della Città e del territorio.

Alla fine della relazione vi è la consegna del Paul Harris Fellow ( PHF ) a Giorgio Sergio Basso collaboratore del museo della bonifica per 10 anni e che dal suo pensionamento avvenuto 18 anni or sono continua, senza alcun compenso, a prestare la sua opera. Il presidente Casagrande promotore dell’iniziativa con appoggio unanime del c.d.ne traccia un breve ritratto.

 

Quindi doccia fredda come augurio di buone feste e di un felice anno nuvo

Dino Casagrande è stato “silurato” dal Museo della Bonifica

Oggi ho appreso la notizia che l’Amministrazione Comunale di San Donà non ha rinnovato la collaborazione GRATUITA a Dino Casagrande presso il Museo della Bonifica.

Dino Casagrande non ha bisogno di alcuna presentazione. Non oso descrivere la sua cultura, il suo amore per i libri ( ricordo sempre con quanto amore mostrava ad una conferenza tenuta tre anni fa al Rotary Club i suo cari libri preziosi), la sua passione per San Donà.

Del Museo della Bonifica era  ” Il Papà “. Lo ha diretto per 30 anni ed ora che era andato in pensione come dirigente del Comune  aveva offerto la sua collaborazione  a titolo gratuito e in questo modo continuava a “dare ” al  ” suo ” museo.

Il museo sotto la sua direzione era cresciuto ed era una Stella per il Territorio.

Ricordo le visite che ho fatto io assieme ad altri personaggi che venivano a San Donà ; non si veniva a San Donà senza portare l’ospite a visitare il Museo.  Ogni anno quando il Governatore del nostro Distretto veniva a fare visita al Club Rotary di San Donà era obbligo portare lui e la consorte a visitare il Museo.

Ora L’amministrazione  ha deciso che non serve più. Non rientra nei piani di sviluppo del Museo o nei piani della Ammnistrazione. Io di Casagrande sono amico anche per la vecchia militanza nel Rotary, ma non ho mai chiesto verso che partito nutrisse simpatia. Il valore non ha colore politico. La cultura e l’esperienza non hanno colore e non hanno età.

Pensavo se a me L’Amministrazione della  Casa di Cura mi dicesse : madeyski non abbiamo più bisogno di Lei perchè è anziano  e se anche lavorasse gratis e continuasse a dare lustro alla struttura  noi volgiamo fare a meno di Lei.

Bella riconoscenza !

Riporto qui in ordine

1) Cosa è il Museo della Boniifica  ( notizie prese da fonti pubbliche in Internet)

2) La lettera che Dino Casagrande ha mandato alla Amministrazione Comunale con le sue considerazioni e il suo rammarico dopo aver ricevuto la lettera della Ammnistrazione stessa

3) La copia della lettera che la Ammnistrazione ha mandato a Casagrande per comunicare la negazione della collaborazione

 

1) IL Museo Civico di San Donà di Piave, istituito nel 1975, è stato inaugurato e aperto al pubblico nell’ottobre del 1983 assumendo la denominazione di ‘Museo della Bonifica’. 
Esso raccoglie immagini, plastici, oggetti che illustrano, seguendo un criterio espositivo cronologico, le vicende della trasformazione del territorio Sandonatese dall’antichità ai nostri giorni.
Completa ed integra l’insieme una raccolta etnografica.

L’edificio nel quale trova sede il Museo della Bonifica è un ex convento delle Calrisse costruito nel 1967. Persa la sua destinazione conventuale, la struttura fu acquistata dal comune di San Donà di Piave nel  1982  per ospitare il museo cittadino. L’idea originaria prevedeva una struttura museale relativa alla civiltà contadina del territorio, il museo nasceva infatti con la denominazione di “Museo delle genti del Veneto e del Basso Piave”.
La duratura collaborazione con il Consorzio di Bonifica Basso Piave  (avviata già a partire dagli anni Settanta), garantì al Museo una raccolta significativa di materiale sulla storia della bonifica, tanto che l’Amministrazione Comunale decise di mutare l’impostazione del museo. La denominazione originaria fu quindi modificata in “Museo della Bonifica”.
Il museo fu aperto al pubblico nel 1983. Negli anni seguenti la carenza degli spazi espositivi rispetto alla quantità del materiale raccolto impose una serie di lavori di ampliamento della struttura, terminati nel 1988  con l’inaugurazione di una nuova ala.

 

La Struttura museale

 

I materiali esposti sono organizzati secondo un criterio espositivo cronologico suddiviso in cinque percorsi tipologici:

  • Sezione Archeologica – raccoglie reperti, molti dei quali riferibili all’insediamento dell’antica  Heraclia che documentano la presenza romana e tardoantica nel territorio del Basso Pave
  • Sezione Etnografica – ricostruisce l’ambiente del mondo contadino nel periodo precedente alle grandi bonifiche;
  • Sezione Bonifica – illustra la storia degli interventi di bonifica nel Veneto Orientale  avviata alla fine dell’Ottocento e completata nella prima metà del secolo scorso;
  • Sezione Bellica – riunisce le testimonianze relative alla prima guerra mondiale
  • Sezione Naturalistica – ricostruisce la situazione ambientale del territorio antecedente alla bonifica per mezzo di diorami, pannelli illustrativi e disegni.

 

La biblioteca spacializzata

Comprende circa 11.000 volumi inerenti all’agricoltura, alla bonifica, alla storia veneta e alla storia della Grande Guerra. Il nucleo antico è costituito da oltre 200 volumi, tra cui un esemplare del primo atlante italiano, la famosa “Italia” del Magini

L’archivio storico comunale

L’Archivio Storico Comunale di San Donà di Piave. Si tratta della documentazione dell’amministrazione comunale più antica, dal momento che gli archivi precedenti sono andati perduti durante la prima guerar mondiale.

 

L’archivio Vittorio Ronchi

L’archivio nasce dalla donazione della biblioteca privata di Vittorio Ronchi , agronomo, enotecnico e commissario per l’Alimentazione presso l’ Assemblea costituente. Rappresenta una fonte molto importante per la ricostruzione di una parte della storia del Novecento: dalla bonifica al problema dell’alimentazione nei periodi bellici e post-bellici, all’emigrazione.

 

L’archivio Ottorino Tombolan Fava

La raccolta è stata donata nel 2002 dal 5º Reggimento Artiglieria C/A “Pescara”. Comprende materiali bellici, documenti di archivio (relativi a Ottorino Tombolan Fava) e fotografie.

 

L’archivio Giovanni Battista Pitotti

Si tratta della biblioteca e dell’archivio personale di Giovanni Battista Pitotti i che fu tra la fine dell’Ottocento e primi anni del Novecento professore ordinario della cattedra ambulante di agricoltura della Provincia. Include circa 4000 tra volumi, opuscoli, manoscritti, studi e relazioni scientifiche.

 

L’archivio cartografico

Raccoglie molte delle carte antiche del territorio realizzate tra il XVI e il XX secolo (tra cui una collezione di carte militari delle Grande Guerra, sia italiane che austroungariche).

2) Lettera di Dino Casagrande

Dr. DINO CASAGRANDE – Corso Silvio Trentin, 101 -  30027 SAN DONA’ DI PIAVE

Oggetto: Nota in data 13 dicembre u.s. Prot. 47886, con la quale è stata respinta dall’Amministrazione    Comunale la mia disponibilità alla collaborazione gratuita presso il  “Civico Museo della Bonifica”.

Sig. Sindaco

                                                                                                            Sig. Assessore alla Cultura

                                                                                                            della Città di S. Donà di Piave

                                                                        e, p.c. ai                 Sig.ri Assessori

                                                                                    ai              Sig.ri Consiglieri Comunali (per email)

                                                                     ad            Associazioni cittadine,  singoli operatori

                                                                                      e a persone che mi conoscono (per email)

Egr. Sig. Sindaco e gentile Sig.a Assessore alla Cultura,

ho ricevuto nei giorni che precedevano la festività, la laconica nota a firma delle SS.LL., con la quale mi si  comunicava che la mia offerta di collaborazione gratuita al museo per il prossimo anno, era stata respinta.  Come Loro ben sanno,  la mia attività di direzione del museo dura da trent’anni, negli ultimi tre dei quali ho avuto un incarico limitatamente all’aspetto di consulenza scientifica e non gestionale, non essendo più dirigente.   L’ho fatto a titolo puramente volontaristico e di conseguenza senza alcun compenso, per passione e per amore della mia città.

La cosa mi sorprende non tanto per il contenuto, perché rientra nelle prerogative del tutto legittime di una amministrazione, ma soprattutto per la modalità utilizzata: una stringata lettera di sei righe, senza che vi sia stato un minimo confronto per capire meglio, de visu, le ragioni che hanno portato a questa esclusione. Si vogliono maggiormente valorizzare le risorse umane interne ? Si vogliono impostare nuovi programmi per un rilancio del  museo?  Ben venga tutto questo ma non ci sono stati confronti in tal senso! Una collaborazione scientifica non può essere certo di ostacolo, ma di aiuto. Poteva essere trovata  una diversa soluzione istituendo  una funzione del tutto onoraria come in molti musei si fa, e come avevo suggerito all’Assessore alla Cultura, avendo intuito da tempo le sue intenzioni, prendendo atto della rarefazione dei contatti, del mancato coinvolgimento e del ruolo dimesso che si è voluto dare negli ultimi tempi al museo. Nella breve nota di sei righe, nella ricerca di qualche motivazione,  si parla di un “nuovo ruolo da assegnare al Museo Civico unitamente alla Galleria ed agli spazi espositivi” che come l’Assessore, che è stata mia apprezzata collaboratrice per 10 anni ben sa, quella di creare un unico istituto culturale che raggruppasse museo e centri espositivi  è una mia vecchia idea che io non ho avuto la necessità di realizzare in quanto, non come direttore del museo ma come dirigente, avevo già tutti gli istituti di cultura nel mio organico;  pertanto di “nuovo” non è che ci sia molto.

Ci sono forse delle ragioni personali  da parte dell’Assessore? C’è da parte di qualche amministratore la voglia di diventare, in modo ufficioso, pena l’incompatibilità, una sorta di consulente scientifico del museo? Come altra motivazione, infatti, viene anche citata la riconduzione nell’ambito interno della funzione scientifica. Nulla quaestio,  se vi è necessità di riorganizzazione e recupero, doveroso, di risorse interne, ma ciò non giustifica che si respingano delle collaborazioni. Per “ interno” si intende anche qualche amministratore ?  Se questo fosse vero,  forse dava fastidio che  anche un altro consulente svolgesse una tale funzione e che quindi, nonostante la buona volontà e la gratuità del suo servizio, si è ritenuto opportuno eliminarlo. E questo, comunque si veda la cosa, rappresenta  un danno certo al museo cittadino, perché è stato privato di una risorsa disponibile e competente.

Decisamente grave, se così fosse, e al di là di ogni possibile interpretazione tra le righe di quanto accaduto nel normale andare delle cose lo si verificherà, è comunque molto poco lungimirante ritenere esclusivamente interna  una funzione scientifica. Mi sembra, invece, che chi opera, ed ha responsabilità, nella cultura  dovrebbe considerare l’attività culturale in un’ottica di spazio aperto e coinvolgere una pluralità di risorse, tanto più quelle che non solo conoscono ma hanno contribuito a creare una istituzione culturale. Le persone che hanno dato molto in questi anni e possono dare ancora un contributo positivo, credo che la Città abbia tutto l’interesse a tenerle in considerazione e non ad eliminarle. Qual è la logica? E’ di segno opposto alla prospettiva di valorizzazione delle risorse locali tanto decantata in campagna elettorale.  Indubbiamente un bel biglietto da visita per  codesta Amministrazione !

Con un semplice comunicato di servizio, infatti, senza tener conto delle attività in corso, dei rapporti in essere con le università (proprio qualche giorno fa è stata discussa all’Università di Padova una tesi sul nostro territorio della quale ero correlatore), della nomina a direttore della Rete dei musei della Grande Guerra per il biennio 2013-2014 e del mio ruolo di componente del Comitato Scientifico Regionale per la Grande Guerra (altri incarichi svolti senza alcun compenso), avete voluto respingere la collaborazione di una persona  la cui dedizione e competenza, ha garantito alla nostra istituzione culturale  una riconosciuta autorevolezza  che va ben oltre i ristretti limiti dei nostri confini comunali.

Addirittura mi indicate o meglio, a questo punto, è più idoneo usare il termine “ordinate”, mettendomi di fronte al fatto compiuto, di svolgere in futuro la mia attività culturale “in altri ambiti”. Ma l’ambito nel quale ho sempre operato  e nel quale mi viene richiesto di operare, anche dall’esterno (regione, provincia, università, studiosi o cittadini), e che considero il “mio ambito”, è quello della nostra città, della sua storia, delle sue tradizioni  e dei suoi istituti culturali, museo in primis; non conosco in città “altri ambiti”, e quindi, in sostanza, non solo  mi avete chiuso la porta in faccia ma anche esortato ad emigrare altrove ! Complimenti!

Non guardo nemmeno lo schiaffo alla dignità di chi, come me,  ha dato tutto, al di là del lavoro, dei problemi familiari, delle difficoltà incontrate anche nel non facile dibattito e confronto con la politica per  far emergere  il ruolo del museo, assicurando con il proprio sacrificio personale, con il proprio tempo libero sempre e comunque, la continuità di trent’anni di ininterrotta attività. Anche in questa circostanza si conferma la mancanza di qualsiasi qualità umana della vostra politica. La scarna letterina che mi è arrivata ne è la prova disgustosa. Le sei scarne righe dicono poco ma dicono tutto: eliminazione ed esclusione; sei fuori e non ti far più vedere ! Bella soddisfazione per aver dedicato trent’anni della propria vita al museo !

Mi rammarica, in quanto inaspettata, soprattutto da parte di persone che conosco da sempre, come il Sig. Sindaco, la mancanza  del senso di lealtà, mettendomi alla porta  senza dirmi una parola!

La storia, però, non si cambia. Nel museo, quasi ogni pietra, ogni oggetto, ogni attività, ogni momento della sua vita, parla di me,  ogni documento in tutti questi trent’anni,  è scandito dal mio complesso lavoro. Ho concepito un museo proiettato verso il futuro,  dotandolo di importanti servizi (biblioteca specializzata, archivio cartografico, archivi di documenti e fotografici) e la mia opera è testimoniata anche da tante lotte per avere strutture più funzionali e idonee alla sua attività di conservazione, culturale e didattica, per avere un edificio a norma, con innumerevoli richieste di intervento spesso cadute nel vuoto e, comunque, anche i tanti successi ottenuti, le molteplici attività organizzate, gli spettacoli, le mostre anche a livello internazionale, la promozione di ricerche archeologiche, gli studi storico scientifici, la costante attività didattica per adulti e le scuole e anche, di recente, il notevole lavoro svolto per valorizzare il museo, ora individuato, in documenti ufficiali, come punto di riferimento del territorio anche in vista di prossime importanti celebrazioni.  A meno che non si vogliano distruggere gli atti, tutto questo fa parte della storia del museo e mai nessuno la potrà cancellare.

E  tranquillizzo comunque tutti, e per questo la lettera è inviata anche alle associazioni cittadine, ad operatori culturali, a persone che conosco e con le quali ho collaborato e collaboro per la maggiore conoscenza del nostro territorio,  che io non raccolgo certo il desiderio (anche se sarebbe meglio chiamarla provocazione) dell’amministrazione,  avvisandoli che io non smetterò di operare nel “mio ambito”, in quanto la storia della città non è un patrimonio di qualcuno e il museo è un luogo pubblico e i servizi che io ho creato sono, fino a prova contraria, accessibili a tutti. Pertanto tutti coloro che avessero il desiderio di approfondire i suoi contenuti, avere necessità di consigli, per i propri studi o anche per i propri interessi culturali di effettuare delle ricerche sulla storia, le tradizioni, lo sviluppo del territorio, la sua economia, la straordinaria epopea della bonifica o qualsiasi altro argomento che interessi la città,  potranno continuare a fare riferimento anche a me, senza alcun problema, perché io conosco ogni angolo anche il più recondito del “mio ambito” ed è questo un patrimonio che metto a disposizione di tutti e che la città più sensibile e aperta  non può certo permettersi di buttare come un contenitore vuoto.

San Donà di Piave 27.12.2013

Miei riferimenti:

cell. :  3293817509

Email: dino.casagrande@libero.it

trincavellus@gmail.com

 

3) Lettera della Amministrazione Comunale