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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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INTERVISTA AL DR. GENERALE ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA

 

 

Riportiamo qui la intervista al Dr Carlo Bramezza , Direttore Generale della nostra ASL . L’articolo è tratto dall’Ordine dei Medici della Provincia di Venezia. Tanti non lo hanno letto e trovarlo sul sito non è semplice

Credo che riportarlo faccia bene ai medici ma anche alle persone che devono sapere chi guida la nostra ASL

 

 

 

INTERVISTA AL DR. GENERALE ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA
20 Gennaio - Segreteria OMCeO Ve -

INTERVISTA AL DR. GENERALE DELL’ULSS 10 dr. CARLO BRAMEZZA

Secondo il Suo parere quale è oggi il moderno ruolo di un Ordine Professionale?
Il ruolo di un Moderno Ordine Professionale è quello di garantire la qualità delle prestazioni erogate dagli iscritti proprio nel momento in cui la congiuntura economica porterebbe a soluzioni vantaggiose per i prezzi, ma non sempre per i contenuti complessivi dell’intervento. La qualità si raggiunge, anche, con la formazione. In sostanza, l’Ordine esprime il livello di serietà del sistema. Il luogo del confronto a tutto campo, con l’obiettivo di individuare le linee di indirizzo base per consentire ai professionisti del settore di avere qualche certezza in più (o qualche incertezza in meno). L’Ordine deve contribuire alle grandi scelte della modernità che, oggi, equivalgono a diritti e doveri per tutti.

In quali campi e con quali obbiettivi Lei ritiene si potrebbero sviluppare sinergie tra l’OMCeO di Venezia e le Aziende Ulss della nostra Provincia?
Il contributo dell’Ordine verso le Aziende sanitarie della Provincia di Venezia, si può concretizzare come il luogo del dibattito per costruire un pensiero del cambiamento, con la consapevolezza delle scelte di estrema responsabilità. Non è permesso sbagliare e, per questo, tutte le intelligenze devono lavorare al massimo, per un risultato di qualità.

In particolare tra l’Azienda Ulss10 e l’OMCeO di Venezia quali potrebbero essere le specifiche priorità progettuali?
L’ordine deve diventare il “salotto buono” della sanità, nel quale si formano le soluzioni più appropriate. Un sistema che si alimenta di analisi ed esperienze senza i confini geografici degli ambii aziendali, procedendo con la scienza e la tecnica senza dimenticare la PERSONA e la diversità di ogni individuo.

Qual è la priorità strategica del Suo mandato?
All’arrivo in quest’Azienda ho trovato tensioni tra il personale e tra le varie strutture, che sono l’ossatura della stessa. Pertanto ho subito iniziato a lavorare, e questa è una della mie priorità, per creare un’unica grande squadra di medici, infermieri e personale amministrativo. La misson dell’Azienda sanitaria, e quindi di tutti coloro che lavorano in questa Ulss, è quello di far star bene gli assistiti perseguendo il benessere fisico, psichico e sociale della popolazione; tutto ciò è possibile solo attraverso l’impegno, la professionalità, un grande lavoro di squadra, e dialogando con il territorio: dalle istituzioni locali agli imprenditori del Veneto orientale.

Quale dovrebbe essere, secondo Lei, la giusta ripartizione delle risorse economiche tra ospedale e territorio?
Il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale prevede ha una svolta epocale per la sanità del Veneto, adeguata progresso tecnologico e delle reali necessità della popolazione. L’ospedale avrà un ruolo meno centrale e ci si rivolgerà a questa struttura solo per le acuzie. Tutti quei pazienti dimessi, che necessitano di un’assistenza continua, o coloro che hanno bisogno di cure non eseguibili al domicilio, troveranno spazio in strutture intermedie, territoriali, come ad esempio ospedali di comunità o aggregazioni di medici aperti con orario continuativo. Le risorse economiche dovranno essere necessariamente incrementate per il territorio e ridefinite per gli ospedali secondo il modello Hub & Spoke. Ma questa Ulss farà grande salto di qualità con la realizzazione di un ospedale unico che ingloberà i presidi di Portogruaro e San Donà. Una nuova struttura, efficiente, adattata agli attuali modelli organizzativi sanitari e agli utenti, fornita di nuove tecnologie, ci permetterà di usufruire di notevoli economie di scala e, oltre ad erogare servizi di eccellenza, attivare nuove prestazioni per i cittadini.

La medicina difensiva sta erodendo risorse al servizio sanitario nazionale. D’altronde i medici, specie quelli alla dipendenza, si sentono abbandonati da Ulss che neanche garantiscono una copertura assicurativa o che minacciano di rivalersi sul medico. Come, secondo lei, è possibile uscire da questo impasse?
Il problema della cosiddetta medical malpractice e dei riflessi assicurativi, economici e professionali che ne conseguono, sono da tempo all’attenzione delle regioni e del Governo. Infatti, da un lato alcune regioni, compreso il Veneto il cui progetto è in via di sperimentazione, hanno intrapreso il percorso dell’autoassicurazione; dall’altro, a livello di legislazione nazionale, si è tentato con il Decreto Balduzzi di porre un freno ai livelli di responsabilità dei medici. Entrambi i correttivi scontano la necessità di essere valutati a medio-lungo periodo. In Veneto le coperture assicurative sono tendenzialmente sempre garantite secondo i criteri che la regione sta elaborando e, quindi, rischi di scopertura in senso stretto non ne vedo, fermo restando ciò che da cui non si può prescindere è il concetto di responsabilità erariale nei casi di dolo e colpa grave, rischio a cui è esposto il sanitario come qualunque altro dipendente pubblico.

ll Direttore Generale dell’Ulss10.
• Nome: Carlo Bramezza
• Nato a: Treviso
• Età: 46 anni
• Stato civile: celibe
• Titolo di studio: laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bologna
• Esperienze precedenti: è stato direttore presso la Casa di Riposo “G e P Marani” di Villorba (Tv); direttore presso la casa di soggiorno “F.lli E. e P. Mozzetti” di Vazzola (Tv); direttore all’IPAB “Istituti San Gregorio” di Valdobbiadene (Tv); direttore nella casa albergo per anziani “a. Rusalen” di Meduna di Livenza (Tv); direttore presso la casa di riposo “Aita” di Crespano del Grappa (Vi); direttore presso la Casa di riposo “Casson” di Chioggia.

Continuano le polemiche sull’Ospedale Unico: ma cosa dicono i cittadini ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continuano le polemiche sull’Ospedale Unico nel Veneto Orientale: cosa dice la Gente ?

 

In questo periodo si sono susseguiti articoli sui giornali, dichiarazioni di politici o amministratori locali ma anche di esponenti politici a livello regionale che sono scesi in campo pro e contro l’Ospedale Unico nella nostra zona.

Ma la gente normale , la gente comune, che è poi quella che dovrà utilizzare l’Ospedale unico o che sta adoperando gli Ospedali attuali è stata ascoltata? Cosa dice la gente che si incontra per la strada ?

IN questo mese ho pubblicato diversi articoli sull’Ospedale Unico e diversi articoli riguardanti alcuni reparti e disservizi.

Certamente sono articoli che riportano critiche ma sono articoli costruiti sai commenti della gente che mi ha fatto pervenire in messi privati o pubblici o con mail il loro pensiero.

Ed è giusto sentire la loro opinione o cosa loro pensano della situazione attuale e di quella che sembra arrivare nel giro do 5 anni.

Ai commenti pervenuti tramite mess privati o pubblici, tramite mail ho aggiunto i commenti ricevuto dai pazienti che ho visitato in queste settimane.

Io faccio ambulatorio a San Donà di Piave, ma anche a Jesolo, Cavallino Treporti, Caorle , oltre fuori la nostra provincia. E quindi i commenti e le critiche o i ragionamenti sono raccolti da persone che vivono nelle varie zone del nostro territorio o, per farla breve, sia della zona di Jesolo, che di Portogruaro che di San Donà

 

Noi del ” Il Ponte” ne parliamo da anni. Da più di 10 anni. Ultimamente lo abbiamo ripetuto, molto tempo prima che le schede ospedaliere fossero note

Abbiamo sempre sostenuto che L’Ospedale Unico è la soluzione migliore ma vi  sono alcuni problemi che mi hanno riportato diverse persone

Il vero problema è il lato economico

Dove sono i soldi ?

Vi è un piano di fattibilità ?

Dove farlo’

La distanza di un Pronto Soccorso efficiente

Diversi mi hanno parlato della possibilità di perdere alcuni specialisti

Diversi hanno paura di ritrovarsi con il caos che esiste all’Ospedale Dell’Angelo a Mestre

I problemi effettivamente sono diversi

Molti si chiedono che fine faranno gli attuali Ospedali. Sarà un buttar via i soldi investiti.

Difficile dare una risposta

Tanti dicono che sarebbe meglio far funzionare i tre Ospedali esistenti e la Casa di Cura

Ricordo che anni fa noi de IL PONTE avevamo organizzato anni fa una incontro con i vari consiglieri regionali sul problema all’Hotel Heraclia, ora Contenental  e un incontro dibattito pubblico all’Hotel Forte 48 successivamente vedendo la soluzione migliore ma anche quelle più fattibile.

La CGiL  boccia la proposta dell’Ospedale Unico. Proprio per il problema che i soldi non ci sono e non ci possono essere. E Mestre docet.

Un problema molto sentito dalla nostra ASl e dalla regione Veneto  è dato dal problema delle fughe di pazienti che sono circa 60.000. E questo rappresenta un costo per la ASL N.10

Ma perchè ci sono le fughe

La gente non va in Friuli perchè lo ritiene comodo ma perchè trova ivi delle eccellenze.

Ecco cosa manca nella nostra ASL. Manca spesso la eccellenza. Non che non ci siano reparti e medici al top ma manca la eccellenza.

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve ritornare a ripassare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

Per Jesolo non abbiamo ricevuto critiche particolari e la gente ritiene giusta la collocazione e la destinazione dell’ospedale come sarà organizzato A Jesolo é utile un  Ospedale specializzato rispetto alla locazione , al suo decentramento e al suo clima.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo La Regione ha deciso  che ci sarà un Pronto soccorso autonomo con un Primario. Si tratterà di sopportarlo nel periodo estivo con aumento del personale medico e infermieristico .

 

E per San Donà e per Portogruaro. Cosa ci aspettiamo visto che i costi di un Unico Ospedale sono proibitivi ?

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noi  abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie patologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risorse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione eccellente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

La polemica Ospedale unico o meno è solo una polemica che ci fa tornare indietro negli anni quando vi erano i vari campanili e tutti pensavo a sè stessi.

Ora il cittadino vuole essere curato nel modo migliore con la attrezzatura migliore

E tutto questo ha dei costi

E allora conviene avere due poli attrezzati con le attrezzature migliori e con gli specialisti con la maggior esperienza e formati in modo tale da rappresentare quella eccellenza che attualmente manca.

In ultimo la Casa di Cura Rizzola. Deve rappresentare una alternativa alla popolazione sempre che possa rappresentare dei poli di eccellenza per determinate patologia e che il rapporto costi-benefici sia favorevole.

Se la struttura può dare alcuni servizi di eccellenza a costi competitivi non si vede perche non possa esistere nella modalità e nell’ottica descritta sopra.

L’ospedale unico rappresenta una eccellenza se possibile. Altrimenti meglio avere due poli funzionanti come eccellenza.

 

Sostanzialmente questo è quanto ho potuto raccogliere dai vari commenti e suggerimenti

Lasciando stare i commenti dei politici che badano più ai voti che al reale beneficio dei cittadini. Non tutti sicuramente ma molti sì

 

Pronto Soccorso. Poca gentilezza ma sicuramente non è la regola

Voglio riportare qui un messaggio che mi è arrivato tramite Face Book. Certamente è un caso isolato ma il messaggio  mi è arrivato come post e quindi pubblico  e quindi visibile da tutti quelli che frequntano Face Book. E sono tanti

Questi episodi non fanno bene alla sanità e in modo particolare alla sanità del nostro territorio

Ho cercato negli articolo di oggi di giustificare i problemi che si ritrovano al Pronto Soccorso dovuti alla eccessiva presenza di gente che magari non ha urgenze e che dovrebbe andare dal proprio medico e nel al Pronto Soccorso ma a volte non ci sono giustificazioni

Ecco allora i pensieri che mi sono giunti

 

Buona sera Dottore, luglio 2010 mio figlio di 4 anni si apre un sopracciglio giocando con altri bambini, il fatto avviene di sabato ad Eraclea sono le 10 di sera circa, mia moglie decide di andare al P.S. Di San Donà anziché a quello di Jesolo dove viviamo

Continuo. Al P.S. Dopo le domande di rito e l’assegnazione di un codice bianco, una domanda ci lascia perplessi, “scusate perchè voi che siete di Jesolo venite qui a San Donà? Quelli di Jesolo pensano che qui non facciamo niente e vengono tutti qui?” Siamo usciti alle ore 1,15 di mattina. Non sapevo di poter andare solo al Pronto Soccorso di Jesolo.

Ecco io capisco che al Pronto Soccorso ci fosse molta gente , forse troppa,  capisco che il personale in servizio era presenta da diverse ore probabilmente . Ma devo anche dire che alle 10 di sera il personale non è certamente quello del giorno ma appartiene ad un nuovo turno

Ma anche se fosse stanco e se fosse stressato non è ammissibile che un medico o un infermiere possa rivolgersi ad un paziente con queste parole o con questi toni.

E se ci fosse l’Ospedale Unico e un unico Pronto Soccorso  cosa sarebbe successo?

Uno può o dovrebbe poter andare a curarsi in qualsiasi  Ospedale del territorio italiano e da novembre in qualsiasi Ospedale europeo.

Sembrerebbe una frase razzista perchè razzismo non è solo quello fra Nord e Sud o fra bianchi e neri…

Il medico o un infermiere deve lavorare con il sorriso anche quando è stanco e deve curare il paziente da qualsisi paese o località esso venga.

Io spero che questo episodio sia unico anche se le segnalazioni di poca gentilezza del personale in servizio non è sporadico.

Per quello che io conosco personalmente i nostri infermieri sono persone gentili, che non sentono la fatica , che lavorano senza guardare l’orario e quindi mi pare impossibile quello che mi è stato scritto

Ma lo riposto in quanto non è giusto nascondere la mano  e per far capire a tutti gli operatori sanitari che il loro lavoro è un lavoro  ( non una missione ) ma il lavoro ha dei codici ai quali attenersi e che tali episodi fanno apparire in modo non bello il nostro ospedale e la nostra sanità

 

 

 

 

 

Opinioni sull’Ospedale Unico gentilmente tratte da PIAVE TV…la nostra Televisione

 

 

Per dimostrare quanto l’interesse sull’Ospedale Unico sia in aumento vi propongo alcune notizie che la redazione di Piave TV di cui sono direttore scientifico ha riportato in queste prime settimane di gennaio. Sono solo alcune e tralascio quelle che sono apparse sui giuornali come sul Gazzettino e la Nuova Venezia.

Noi siano apartitici e non parteggiamo per nessuna forza politica e quindi non abbiamo interessi e non abbiamo nemmeno il fine dei giornali di pubblicare notizie che attirino la gente e poi…dico e non dicono..

Noi abbiamo le nostre idee indipendenti ma sono idee motivate dal fatto che il sottoscritto è medico e da 43 anni lavora come medico chirurgo e come medico lavora nel nostro territorio da 34 anni e si è sempre occupato degli aspetti socio sanitari a vantaggio solo della popolazione . Sono passato dalla Sanità Pubblica alla quella Privata ma come tutti sanno lavoro come lavoravo nel pubblico. Nessuno troverà appartamenti di qua o di la o conti in banche fuori di San Donà. Il mio lavoro è sempre stato di medico che pensa di fare quello che mi è stato insegnato da mio padre ( medico di campagna) ma che tutt’ora è amato e ricordato per il suo impegno.

Riporto qui quindi alcune notizie riportate dalle NEWS di Piave TV e lascia a voi i commenti

 

1) Una nuova proposta da parte dell’assessore Luigi Trevisiol per quel che riguarda la creazione dell’ospedale unico che mette ancora tutti in disaccordo.

L’assessore propone sì una nuova struttura, localizzata però a Caposile, in cui fondere insieme l’ospedale di San Donà e Jesolo, lasciando così a Portogruaro il proprio ospedale per evitare l’esodo dei pazienti verso il vicino Friuli.

 

COMMENTO: credo che l’Ass Trevisiol non abbia capito che non ci sarebbero risparmi e non si punterebbe alla eccellenza e sostanzialmente tutto rimarrebbe eguale perchè Jesolo ha bisogno particolari e devono essere soddisfatti in sede; mentre per gli altri bisogni si può benissimo andare a San Donà o a Portogruaro o in un Ospedale Unico.

La fuga verso il Friuli poi lo abbiamo già spiegato si attua solo con dei reparti in cui vi sia l’eccellenza almeno per alcune specialità; non è la posizione ma l’eccellenza o il buon o ottimo funzionamento dei reparti con i loro medici e i loro  infermieri

 

2)  La questione dell’ospedale unico è oramai un tema che fa discutere in molti, dagli addetti del mestiere, ai sindaci, alla Regione.

L’ultimo ad essersi espresso è l’assessore noventano Loris Merli, ex presidente della conferenza dei sindaci sulla sanità.

Dopo tutti i pareri positivi, l’assessore si chiede il perché di tutte queste polemiche. La Regione ha infatti espresso l’intenzione di fornire le risorse, il direttore generale dell’Asl Bramezza e la conferenza dei sindaci sono favorevoli, i medici e il personale sostengono l’iniziativa.

Secondo Merli il Veneto Orientale non può permettersi di lasciarsi sfuggire una simile opportunità che fornirebbe una maggiore qualità all’assistenza sanitaria.

Inoltre, sostiene, ai sindaci spetta il solo compito di informare la cittadinanza sui vantaggi che deriveranno da un unico polo ospedaliero.

 

COMMENTO: il Dr Merli ha cambiato idea nei tempi e va bene ma deve spiegare come dare la miglior assistenza ai cittadini. La miglior assistenza non è in rapporto all’Ospedale Unico ma ad un Ospedale o a Ospedali che funzionano bene e che abbiamo dei poli di eccellenza. Questo è il problema. Con Il DR Merli sono sempre stato d’accordo e mi ricordo bene che lui era con me come Presidente della conferenza dei Sindaci  quando piu di 10 anni fa presentammo a 9 Consiglieri Regionali i miei progetti che lui appoggiava ma la politica non era pronta ad accettarli perché non si era accorta che i soldi stavano finendo

 

4) Un confronto per far chiarezza sull’ospedale unico di Portogruaro. I capigruppo consiliari del comune portogruarese chiede un confronto pubblico con il governatore Zaia per illustrare nei dettagli, di fronte ai cittadini, cosa si intende fare dei due poli ospedalieri di Portogruaro e San Donà.

Le schede attuali non favoriscono la creazione di un polo unico, che pregiudicherebbe la qualità dei servizi erogati. I due ospedali sono infatti costruiti su modelli di specializzazione ben distinti dal modello di polo unico che vorrebbe la Regione. Attuare un polo ospedaliero comune significherebbe abbassare gli standard qualitativi delle prestazioni mediche, e non porterebbe alcun miglioramento.

Unitamente a quest’invito, resta invece confermato il “patto sull’ospedale di Portogruaro”, un modello più efficace (secondo i capigruppo) di integrazione tra i poli ospedalieri.

 

COMMENTO: questo ragionamento mi pare molto contorto e ho fatica a capirlo e quindi anche a giudicarlo o a criticarlo. Lascio a tutti giudicare e criticare o essere d’accordo

 

5) Non sembra placarsi il dibattito politico sull’ospedale unico che vede contrapporsi da mesi sostenitori e non.
Il nuovo piano socio sanitario della regione del Veneto prevede un ospedale ogni 200 mila abitanti, quindi su questa base parte la proposta di un nuovo ospedale unico che andrà ad accorpare quelli di San Donà, Jesolo e Portogruaro.

Il primo a dichiararsi contrario è stato proprio il sindaco di Portogruaro, Bertoncello, che non curante delle accuse di campanilismo fatte da molti, continua a puntare i piedi e a dire no.

Ma la scena polica si è riscaldata in seguito alle ultime dichiarazioni fatte dal vicesindaco di San Donà Oliviero Leo, il quale si dichiara favorevole alla costruzione del nuovo nosocomio e invita il sindaco Andrea Cereser a prendere posizione. Pronta la risposta del Sindaco di San Donà di Piave che prende le distanze dalle dichiarazioni del suo vice pur condividendone le preoccupazioni, e rilancia, invece, concertazione e dialogo su un argomento così importante

 

COMMENTO: siamo abituati a scaramucce politiche o partitiche. Invece di fare politica si fa partitica e si gioca per i propri interessi e si bada a fare cose che portino voti alla prossime elezioni e poco ai vantaggio veri ci cittadini.

Ho riportato solo alcuni passi di articoli di questi giorni . Vediamo in un incontro che come Piave TV organizzeremo se riusciamo a sviscerare i problemi che i cittadini e gli operatori sanitari ci chiedono e come gli amministratori tecnici o politici sapranno rispondere

 

 

Ospedale Unico: continuano le polemiche

Ho aspettato a ritornare sull’argomernto dell’Ospedale Unico nel nostro territorio per due motivo

1) volevo lasciare passare qualche mese da quando a fine ottobre abbiamo presentato all’Hotel Forte48 il Convegno che noi de ” Il Ponte” avevamo organizzato per presentare il progetto regionale sul riordino della Sanità nel Veneto Orientale. Tale progetto a noi interessava nel Veneto Orientale ma si sposa con la riorganizzazione di tutto il sistema sociosanitario nel Veneto

2) Volevo raccogliere opinioni, dati , considerazioni su cosa pensano i medici, gli infermieri e i cittadini che in fin dei conti sono gli utilizzatori della Sanità per difendere la loro salute. Volevo sentire pià opinioni possibili in mdo di fare il punto e vedere se

A) L’Ospedale unico è la vera soluzione ,l’unica soluzione , la soluzione migliore per il nostro territorio ?

B) Era possibile aspettare che il progetto fosse completato e pronto e funzionante come vi avevano detto ad ottobre fra 5 anni e non oltre . IO quella sera avevo detto che sarebbe stato pronto fra 8-10 anni ma ci avevano assicuraro che iltermine era 5 anni.

C) La gente, quelli cioè che avrebbero usufruito della struttura come la pensavano ?

D) I medici di base e i medici che lavorano negli Ospedali ora esistenti cosa dicevano

Per tali motivi ho aspettato ma ora sono premuto da più parti di fare il punto e quindi cercherò di riassumere critiche e suggerimenti

Diciamo subito che sono state deliberate le schede regionali che daranno la organizzazione della Sanità almeno per quanto riguarda il Veneto Orientale er che queste schede sono approvate e diventano esecutive e lo saranno per 5 anni in quant ai 5 anni sarà in funzione , secondo le schede stesse un Ospedale Unico nel Veneto Orientale. E più precisamente di un Ospedale Unico pubblico, di Un Ospedale privato accreditato complementare e di un Presidio Ospedaliero a Jesolo che avrà una funzione riabilitativa e di lungodegenza con facilitazioni turistiche.

Non voglio qui dilungarmi su quello che sarà la Sanità nel Veneto Orientale nei prossimi 5 anni in quanto ne abbiamo parlato molto sia nel convegno sia nei nostri articoli.

Voglio solo riassumere i punti fondamentali

1) Per quanto riguarda Jesolo diventerà un Presidio dedicato alla Lungodegenza e alla Riabilitazione con accordi di sviluppo per i turisti e il turismo in genere. Per la locazione e per il turismo vi sarà anche un Pronto Soccorso autonomo con un  Primario e sarà potenziato nei periodi estivi

2) Per quanto riguarda la Casa di Cura Rizzola questa rimarrà con la stessa dotazione di posti letti aumentata in caso di attrazione fuori regione. Sarò per quanto possibile complementare all’Ospedale unico.

3) Per quanto riguarda gli Ospedali di Portogruaro e di San Donà , questi saranno dismessi con la creazione , tramite fondi europei,  con un Ospedale unico in cui unendo le forze si dovrebbe avere le eccellenze per dare una maggior risposta ai cittadini e per diminuire le fughe verso altri territori.

Ora mentre sui primi due punti non ci devono essere polemiche e concordo anche io su tali punti e concordo da anni e riporterò il progetto che avevo presentato più di 10 anni fa a diversi consiglieri regionali ma i tempi non erano maturi.

 

I veri problemi nascono sulla dismissione dei due Ospedali principali e la creazione di un Ospedale Unico ( come Mestre per intenderci)

Ora è vero che dobbiamo combattere le fughe verso alter ASL e verso altre Regioni  ma non si capisce perchè un cittadino non possa andare a farsi curare dove meglio crede che vi sia una eccelenza. Siamo liberi in Europa e non siamo liberi in casa nostra !

Il problem piuttosto si sposta sul fatto che dobbiamo dare in sede le eccellenze e allora la gente non andrà a cercarle altrove.

Nessuno si è mai posto come mai l’ospedale di Oderzo ha più nascite ( o parti ) dell’Ospedale di San Donà e di Portogruaro messi assieme? E parlo anche di infermerie che lavorano in Casa di Cura o nell’Ospedale di San Donà.

Forse ma manca la eccellenza ma forse manca ancora la informazione di quanto si faccia e come lo si faccia presso i  nostri Ospedali. Forse. Io ho vissuto diversi anni nell’Ospedale di San Donà e devo dire che tutti sapevano che i parti quando vi era il Prof Prosdocimi e della sua equipe avevano altri numeri ( e notate che vi era ancora la ostetricia di Jesolo ).

Ecco questi sono in  punti da capire prima di dire facciamo un Ospedale unico e la gente non andrò via ma rimarrà in sede

Certamente mancano e mancheranno anche dopo certe specialità come Cardiochirurgia, Neurochirurgia , Medicina Nucleare ma queste specialità si mantengono come spesa e come eccellenza  in rapporto all’afflusso e ai casi di tale patologia.

Il piano socio regionale ora prevedere per i prossimi 5 anni che divisione di reparti tra i due Ospedali pubblici di Portogruaro e di San Donà. Verranno aboliti alcuni primariati  ( bisogna risparmiare) e vi sarà un polo chirurgico a Portogruaro e uno a medico a San Donà . I due Ospedali funzioneranno con poche differenze ma per certi tipi di patologie sia mediche che chirurgiche si dovrà andare a Portogruaro o a San Donà.

La Casa di Cura Rizzoloa sarà da complemento alle strutture pubbliche lavorando in modo particolare su alcune patologi e tra questi in modo particolare su alcune patologie di nicchia

In effetti abbiamo sempre detto che avere 4 Ospedali  che fanno tutti le stesse cose, hanno tutte le stesse strutture di diagnosi e di terapia e hanno tutti medici che siano più o meno esperti in tutto non era la soluzione migliore

La medicina progredisce in strumentazione e in tecnologia ma anche in conoscenze mediche . Non è possibile sapere e fare tutto al meglio come 50 anni fa come non è possibile per problemi di costi che ogni struttura abbia la stessa attrezzatura migliore

Mi ricordo come nel 1994 quando presi la direzione chirurgica della Casa di Cura comprammo assieme alla azienda ospedaliera lo strumento per la rivelazione del linfonodo  sentinella. E ce lo passavano nel giorno in cui lo usavamo. Ora lo abbiamo tutti ma anche questo cambia e si ottimizza e comperalo tutti quello migliore sarebbe uno spreco. Io sono sempre stato dell’opinione e lo credo fermamente che ogni reparto dovrebbe trattare alcune patologie con la strumentazione migliore e con i medici che abbiamo la esperienza maggiore

Più allora che uno Ospedale unico sarebbe utile avere i due Ospedali di San Donà e Portograuro ma potenziati e suddivisi per competenze

Questo risolverebbe le critiche si sentono spesso e che sono

-Dove fare la sede ? Tutti vedono che tutti lo vogliono sotto casa e non pensavo alla viabilità e al fatto di avere un Proto Soccorso vicino  e funzionante

-Come avere le eccellenze ? che non siano però in mano ai politici ma a criteri obiettivi

-Come limitare le fughe : Che non si diminuiscono con l’Ospedale Unico ma con le eccellenze in posti che siano raggiungibili e con una informazione eccellente che possa non solo trattenere i pazienti ma anzi farli arrivare nei nostri Ospedali

SE nella mia Chirurgia arrivano pazienti da altre Regioni anche lontane come non solo Friuli e Trentino, ma Puglia, Campania, Sicilia ci sarà un motivo. Abbiamo nomi prestigiosi che attirano e portano pazienti nei posti dove sono conosciuti .

E poi diversi pazienti arrivano da diverse regioni attirati dal fatto che si sa attraverso congressi, filmati articoli sul WEB delle terapie con Ossigenoterapia normobarica che facciamo da noi. Tanto è vero che tale terapia si sta ampliando in Italia e all’estero. Ecco avere delle nicchie in cui vi è una eccellenza fa sì che la gente venga da noi e non fugga in altre Regioni.

 

L’Ospedale Unico a detta della maggioranza dei medici di famiglia, degli operatori sanitari degli Ospedali e della gente non sembra essere la soluzione giusta e come tale a fatica viene e non viene accettata.

E la sede ? Certo potrà decidere un Comitato tecnico regionale ma siamo sicuri che poii verrà utilkizzato in maniera ottimale se non sarà gradito

Io credo che si dovrà ripensarci

Oggi o domani cerco la proposta di come riorganizzare la nostra sanità nel nostre territorio e la pubblico qui nel ” Il Ponte” e vedrete che questa soluzione non accontenterà tutti ma la maggioranza.

 

 

 

 

Disavventura al Pronto Soccorso. Lettera di una paziente.

Oggi ho pubblicato alcuni problemi del Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Donà di Piave. Problemi che tutti conoscono anche perché questi problemi mi sono stati comunicati a voce, d persona o per messaggio o per mail. Non ho messo solo i problemi o i disservizi ma ho cercato di mettere assieme critiche e proposte per risolvere i problemi. Le critiche solo lasciano il tempo che trovano.

Avrei potuto raccontare alcuni episodi che mi hanno avuto anche come spettatore , episodi che invece ho verificato ma l’importante è mettere il dito nella piaga e non muoverlo per non fare soffrire il paziente ma stimolare gli addetti a risolvere i problemi.

Voglio brevemente raccontare due episodi e poi trascrivere una lettera di una paziente che mi ha dato il premesso di pubblicarla anche se censurata da me stesso.

 

Mesi  orsono accompagnai una persona che mi aveva chiamato perchè non stava bene. Era in macchina alla periferia di San Donà e si mi chiamò per amicizia . Andai e vidi che aveva dei problemi che potevano essere di tipo vascolare cerebrali. Lo caricai sulla mia macchina e lo accompagnai al Pronto Soccorso. Scesi e cercai aiuto per trasportarlo all’interno e farlo vedere in quanto per me era urgente. Entra ma non vi era nessun infermiere o portantino  che mi potesse aiutare. Non trovai una seggiola mobile o un letttino. Per fortuna era presenta una persona che conosceva me e anche il signore che cercavo di aiutare. MI aiutò a trasportare il paziente all’interno e poi cercai una seggiola . Dopo un pò riuscii a trovare la seggiola e aiutato lo portai dentro un ambulatorio presentandomi come medico e spiegando il caso e l’urgenza. A questo punto la infermiera che trovai fece sdraiare il paziente e chiamò il medico di guardia che conoscevo e quindi tutto filò liscio. Ma mi potei accorgere che il medico in servizio era solo, che gli infermieri erano pochi, che la gente in sala di aspetto erano 70 ( così mi venne detto ), che il medico di servizio doveva anche uscire in caso di necessità eccc…

 

Altro episodio di primi di dicembre. Un sacerdote anziano di 88 anni stava male e presentava una situazione che necessitava di ricovero per osservazione e eventuale intervento. Si recò al Pronto Soccorso e io avevo fatto due righe su di un foglio di mia intestazione in cui richiedevo il ricovero. Tale persona arrivò al Pronto Soccorso alle ore 20.40 e venne avvisato da in infermiere alle ore 21.20 circa che il medico lo avrebbe visitato verso le ore 2 in quanto. le persone che aspettavano erano moltissime. IL sacerdote mi telefonò e poichè non ce la faceva a stare ad aspettare in sedi tutte queste ore , lo feci andare in una struttura accompagnata da infermiera volontaria che mi avrebbe avvisato in caso di urgenza. Andò tutto bene e la mattina lo ricoverai nel mio reparto avendo il letto libero. Il paziente venne successivamente operato ed ora sta bene.

 

E adesso la lettara di una signora che aveva un problema con il suo bambino

Dalla lettera tolgo riferimenti alla persona , al giorno e a medici e infermieri anche se la persona me ne dava il permesso.

 

Gent. Mo Dott. Madeyski, mi scuso fin d’ora per non essere riuscita ad inviarLe la presente prima di quest’oggi, ma con due bambini piccoli, fatico ad arrivare alla sedia del pc….( sono riuscita a scrivere la prima riga, e gia’ mi chiamavano….).

Comunque, bando alle ciance, la ringrazio ancora di cuore per essersi interessato al nostro caso e Le illustro subito cosa e’ accaduto nella giornata del xx.xx.xxxx

in seguito alla nottata trascorsa in bianco a causa di un dolore all’orecchio dx di A. (3 anni) che non passava né con Tachipirina, né con Nurofen, abbiamo deciso di recarci al pronto soccorso di San Donà in quanto il nostro pediatra di fiducia era assente per ferie, e il suo sostituto ci avrebbe ricevuto alle 17 della stessa giornata.

Siamo arrivati al pronto soccorso circa alle 9.30 dove abbiamo fatto quasi subito l’accettazione e il medico presente allo sportello, appurata l’assenza dell’otorino, ci ha inviati in reparto pediatria, dove l’infermiera ha ritirato il foglio d’accettazione alle ore 10.00 scusandosi in anticipo perchè  ci sarebbe stato un po’ da aspettare…..(noi saremmo stati i secondi ad entrare).

Nel frattempo il piccolo comincia a scottare e a vomitare. L’infermiera (forse caposala) si limita a portarmi un termometro e dei teli per eventuali altri rigetti. Febbre 38.1. Non molto alta, però il bambino ha un secondo rigetto e comincia ad essere poco vigile. Io gentilmente e sottolineo, GENTILMENTE, chiedo se il medico riesce a dargli un occhio e la Signora mi risponde in malomodo ( ho i testimoni di tutta la sala d’attesa) che dovevo avere pazienza e che c’erano altri bambini che avevano la precedenza su di lui in reparto. Allorchè chiedo quanti medici ci fossero disponibili, e mi risponde che era presente un medico per le visite in reparto e un medico per le visite esterne, ma entrambi occupati in un’emergenza.

Nel frattempo arrivano dei romeni con una bambina di 5-6 mesi con febbre a 39,8, uma coppia di marocchini con un bimbo di 3-4 anni con febbre e fortissima tosse che gira per la sala d’attesa e un’altra bambina italiana con i vermi.

Chiedo se fosse perlomeno possibile avere un lettino dove poter stare almeno lontani da altri contagi, e mi viene risposto che tutto il reparto è pieno (ed è naturale in questo periodo).

Attendiamo ancora e il bambino ha l’ennesimo rigetto, ma dei medici neanche l’ombra…. fino alle 14.00!

Finalmente alle 14.00 cominciano le visite. Noi entriamo alle 14.15 circa e diagnosticano ad A. un otite media e una forte tonsillite. Decidono di dare l’antivomito prima dell’antibiotico. Qindi dobbiamo attendere l’effetto del primo. Alle 15.00 somministrano l’Augmentin, ma siccome il fratello ha avuto delle reazioni allergiche a questo farmaco, decidono di trattenerci ancora 2 ore per tenerlo sotto osservazione: il tutto sempre in sala d’attesa!!!!

Finalmente le 2 ore passano (oramai sono le 17.00) e ci possono “dimettere”: NO!!!!!  Il medico è di nuovo impegnato con la stessa emergenza, e quindi dobbiamo avere ancora pazienza. Non è andata neanche poi male, visto che il medico è ritornato per le 17.40.

Ma ci attendeva ancora una lunga coda al pronto soccorso per la chiusura pratica. Pronto soccorso invaso da gente. Morale: io ho attesa in macchina col piccolo, e mio marito ci ha impiegato un’altra ora abbondante. ( Ho tutte le carte che confermano).

Quello che ci ha stupito al P.s. É stato che allo sportello era presente un medico (lo stesso della mattina) che doveva sbrigare tutto : accettazione, pegamenti ticket, aiutare le persone in difficoltà….non so se sia stata una coincidenza, ma è inevitabile quindi, che si formino code. E sappiamo benissimo che durante le feste i casi da pronto soccorso, si moltiplicano.

In conclusione: non abbiamo niente da ridire sulla professionalità dei medici una volta entrati in reparto, ma non troviamo giusto dover attendere tutto quel tempo in sala d’attesa, con bambini piccoli che di pazienza ne hanno sicuramente meno di noi adulti, e se per noi adulti è stata dura attendere, figuriamoci per loro in quelle condizioni, con anche il timore del contagio di altre malattie.

Riteniamo anche che in periodi come le feste  dove c’è maggiore rischio di ammalarsi per bambini e anziani, siano presenti più di due medici.

Ci auguriamo che sia stata solo una brutta coincidenza e che queste cose non accadano più.

La ringraziamo ancora e le auguriamo un anno pieno di salute per Lei e la Sua famiglia.

Firmata

xxx xxxxxx

 

Ecco questi sono esempi di fatti che accadono spesso

Però questi episodi possono stimolo a risolvere la situazione in cui spesso si trova il Pronto Soccorso. I rimedi credo siano possbili e li trovate nell’articolo pubblicato prima di questo sempre nel nostro Sito

 

 

Crescono le proteste per Il Pronto Soccorso a San Donà . Proposte e non solo critiche

 

Da sempre siamo abituati a sentire gente che si lamenta dopo essere stata al P.S. dell’Ospedale di San Donà. Notate bene che stiamo prendendo in considerazione solo il problema dell’Ospedale di San Donà di Piave. Lo stesso discorso potrebbe essere fatto per altri Proto Soccorso di Ospedali del nostro territorio ma anche di altre AAS. E credo che se andassimo in altre Regioni il problema non cambierebbe. E non parliamo dei P.S. di Città come Roma e ancor peggio in Regioni del Sud ( io personalmente ho constato un P.S. in Sicilia)

Diciamo subito che i disservizi che notiamo nel nostro Ospedale sono relativi rispetto ad altri Ospedali…ma questo non deve consolarci . Sembrerebbe altrimenti di sentire le frasi che abbiamo sentito in questi giorni a proposito di ruberie a livello politico quando si sente alcuni politici dire ” ma lo fanno tutti…lo ha fatto anche tizio o caio..è la norma eccc…).

Noi dobbiamo qui ascoltare le proteste o le lamentale dei cittadini , verificare la realtà, capire la realtà e vedere come risolvere i problemi. Perchè problemi ce ne sono , è inutile negarlo.

In questi ultimi mesi sono aumentate le lamentele . O forse sono le stesse ma sapendo che io raccoglievo tale lamentale la gente si è fatta viva maggiormente e quindi ho preso visione mglio dei problemi che esistono

In ordine di frequenza vediamo i disservizi che la gente lamenta nel nostro Ospedale.

Naturalmente non riporto nomi o cognomi e rimango nel generico perchè la maggior parte di problemi mi sono stati raccontati a voce e anche quelli scritti sono stati raccontati in via confidenziale e rispetto tali decisioni. Chi voleva fare una protesta o lamentarsi in modo solo critico ha scelto altre forme di comunicazione.

La maggior parte delle persone lamentano i tempi di attesa  e questo poteva sembrare logico e vedremo il perchè. I tempi di attesa vanno da poche ore a diverse ore fino a 9 ore .

Bisogna vedere però i gironi in cui le attese sono maggiori e gli orari

I giorni incriminati sono il sabato e la domenica. E in questi giorni l’attesa è lunga a qualsiasi orario.

Negli altri giorni le ore di maggior affollamento che comporta la attesa maggiore sembra che sia la sera

Altre lamentele sono date dalla gentilezza che spesso non è adeguata da parte del personale.

Ci si lamenta che il personale non rispetta per la precedenza dei codici di urgenza o che tali codici vengono non applicati correttamente .

Ci si lamenta che le consulenza non siano veloci e che a volte si è fatti aspettare per la mancanza di alcuni consulenti.

Abbiamo avuto lamentale di mancanza di Privacy

Diversi si sono lamentati per mancanza di parcheggio all’esterno del Pronto Soccorso ma dentro il recinto ospedaliero.

Si è fatto presente la mancanza di personale infermieristico che accoglie aiutando i pazienti in difficoltà che spesso devono arrangiarsi da soli.

Si è fatto notare che spesso il medico  in servizio è insufficiente al servizio se ci sono delle emergenze  e che dovrebbe essere sopportato in certe ore da altri medici.

Vi sono poi i casi che si possono ascrivere alla malsanità in quanto capitano pazienti che sono stati sottovalutati e che poi afferiscono ad altra struttura ed effettivamente la diagnosi , o la terapia o la medicazioni non era la migliore o la più completa. Ma questo non è dovuto ad un disservizio del PS ma al fatto che la professione medica e infermieristica come per altre professioni ha subito un degrado costante per motivi culturali  sociali.

Faccio un esempio per un paziente che ho visto personalmente  alcuni giorni orsono e che mi ha raccontato una sua visita di due ore prima.

IL paziente era venuto da me per una ferita al piede diabetico come tanti dato che ne anni me ne occupo. Vedendo l’ambulatorio pieno e la sala d’aspetto e il corridoio affollato di gente chiacchierando con i pazienti in attesa del loro turo il figlio aveva saputo che io operavo anche altre patologi come l’ernia, mi chiede se potevo vedere la probabile ernia del padre. Mi dice che veniva dal PS dove era stato visto da una dottoressa ( non era il PS di San Donà) per una tumefazione inguinale dx e sx. Ha detto cosa poteva essere il problema in modo non esatto ed ha consigliato alcuni esami e visite specialistiche. Una visita pur veloce di minuti 2 e non di più mi faceva fare diagnosi di una ernia inguinoscrotale con idrocele reattivo  a sx e di un idrocele senza ernia ma sotto tensione a dx . Non necessitava di visita specialistiche, di esami , di ecografie eccc. Ma non è dovuto ad un PS che funziona male ma al fatto che spesso ora i medici visitano poco forse per mancanza di tempo o di esperienza o di scuola.

Ma lasciamo stare questi episodi che non sono infrequenti ma non sono da imputare al Pronto soccorso anche se un appunto al sistema si deve fare

Al Pronto soccorso per il tipo di pazienti che giungono e che necessita di diagnosi  e di terapia spesso urgente, io credo che dovrebbe essere posto un medico con esperienza medica e chirurgica affiancato da un anestesista. In Ospedali maggiori come a Treviso infatti esiste un Pronto Soccorso Medico e uno Chirurgico. Gli altri specialisti devo essere a disposizione nei reparti  per le patologie più frequenti come per l’Ortopedia o a domicilio reperibili per le patologie meno frequenti. Invece spesso i medici che sono al Pronto Soccorso hanno una esperienza limitata e non sono molti quelli che hanno la specialità in medicina d’urgenza o in Chirurgia d’urgenza. Ma anche che abbiamo una esperienza consolidata nel tempo e che non siano arrivati al PS perchè non trovavno posto in altri reparti o dovevano abbandonare i reperti in cui erano presenti.

Dei disservizi ripostati nel nostro Ospedale ne ho parlato due volte con il Direttore Generale Dr Bramezza, ce era molto interessato al problema, che ha confermato i disservizi che si possono migliorare ma ho focalizzato il problema anche sul fatto che è il sitema a non funzionare. Quindi non solo ASL e medici e infermieri ma la struttura sanitaria e sociale e la cultura dei cittadini

Il problema del parcheggio ha promesso che verrà risolto in quanto si può risolvere. Ha anche spiegato come farà e mi sembra semplice e fattibile senza spese partioclari. Verrà ampliato all’interno occupando la zona limitrofa  sul lato sx all’entrata del PS:

Per la problema della gentilezza mi sento di difendere il personale paramedico in quanto bisognerebbe lavorare nelle loro condizioni, con i numeri che vi sono sia di personale che di pazienti in attesa e vedere che non è semplice sfoderare il sorriso a 48 denti. Non tutti sono nella condizione di farlo e dopo alcune ore di alvoro stressante non se ne ha la forza o lo spirito. Ma il problema potrebbe essere risolto aumentando il personale ( se fosse possibile dalle assunzioni ) ma sicuramente diminuendo l’afflusso della gente al PS. E vedremo come.

Il medico spesso è carente o insufficiente in certe ore. Certamente ma questo è legato non alla velocità del medico ma delle condizioni in cui lavora e dall’afflusso della gente e vedremo come si può risolvere. La soluzione più ovvia sarebbe aumentare il numero dei medici ( ma vi è la impossibilità ad assumere nuovo personale anche medico ), si dovrebbe avere due medici presenti sempre uno specialista in medicina e uno in chirurgia e se possibili con la specialità verso l’urgenza e un anestesista. Ma la momento gli organici non lo permettono.

La soluzione minima che ho sentito da diversi e che in parte condivido anche io è quelle di un personale elastico sia medico che infermieristico nelle ore e nei giorni del sabato e domenica o festivi.

Io credo che con un sacrificio di organizzazione e del personale medico e infermieristico che dovrebbe adattarsi provvisoriamente al bisogno dei cittadini  e dividere il loro orario tra reparto e Pronto Soccorso. In fin dei conti il personale in alcuni Reparti non è scarso specie dopo la soppressione della Chirurgia a Jesolo.

Per la Privacy la soluzione sarebbe semplice; si dovrebbe mettere delle barriere all’ingresso in modo che quando si parla alla accettazione si sia isolati.

Ma il vero problema è l’attesa delle prestazioni. E qui la soluzione non è semplice perchè non riguarda solo il numero dei medici e de paramedici  ma la cultura della cittadinanza e la organizzazione della sanità pubblica

Vi siete mai chiesti perche le ore maggiormente frequentati al Pronto Soccorso sono quelle serali e le giornate sono il Sabato e la Domenica ?

Ben facile dirsi. I motivi sono due. E sono motivi esistenti da sempre. Io ho lavorato in Ospedale per anni. Dal 2 febbraio 1972  al 31 dicembre 1993 lavoravo i Ospedale a Treviso, Sacile San Donà. E il problema era sempre lo stesso.

I medici esterni o come molti chiamano di medicina di base hanno orari definiti a scelta che al momento coprono solo alcune pre del giorno. Certamente l’orario viene definito dal singolo medico . I medici di medicina generale sono convenzionati e a loro non viene imposto un orario definito dalla Sanità. Vi sono medici disponibili che sono presenti in orari ampi  e altri che hanno orari definiti ma non ampi condivisi con altre professioni che esercitano. Vi sono medici che rispondo sempre al telefono e altri meno o che non rispondono. Vi sono medici che vedono su appuntamento salvo le urgenza e medici che hanno la fila di pazienti nella sla di aspetto. L’aspetto della Medicina di Base è variegato.

Bisogna mettere ordine , magari con una altra convenzione e con l’accordo dei medici ma sempre al servizio dei cittadini.

Io credo che si vada verso una direzione giusta con la riforma che si prospetta. Ne abbiamo parlato nel convegno tenuto al Forte 48 a fine ottobre. stiamo andando verso la medica di Gruppo con un orario H12 che diventerà H24 far un anno.

Cosa significa ?. I medici si riuniscono in ambulatori unici e suddivisi ma nello stesso appartamento. Vi saranno 5-7 medici che avranno orari sfasati o continui ma che assicureranno sempre la presenza di un medico per ora 12 ore al giorno e successivamente 24 ore al giorno. Naturalmente i medici saranno on line con i database dei pazienti dei colleghi per cui la visita di un medico del gruppo, salvo simpatie o conoscenza particolari, porterà la conoscenza del paziente a qualsiasi medico. Vi sarà una segretaria  e una infermiera di gruppo per vari servizi. Si dovrebbe avere anche la disponibilità di uno specialista di alcune branche in sede a secondo gli orari fissati.

Questa progetto sarebbe una soluzione che renderebbe meno affollato il Pronto Soccorso al Sabato e alla Domenica e in certi orari in quanto le persone che hanno problemi non da vero Pronto Soccorso possono  e devono andare dal proprio medico che sarà sempre disponibile nella figura sua o di un collega. Naturalmente al sabato e alla Domenica la presenza dei Medici e infermieri al Pronto Soccorso deve essere potenziata in quanto le necessita per incidenti  è maggiore.

Quando poi vi sarà la medicina di Gruppo H24 e cioè per 24 ore cedo che tanti problemi al Pronto Soccorso saranno risolti

Ma vi è un però !

Bisogna che la gente si abitui ad una nuova cultura. Una cultura che è sempre mancata a noi italiani. La cultura di fare i furbi

Io ho lavorato anche al PS. Per farevi un esempio vi racconto un caso che capitava frequentemente

Alle 19 vedevo un uomo di 45 anni che mi diceva che lamentava un dolore all’addome . Da quando ? da due giorni. E cosa ha aspetto e non è andato dal suo medico? La risposta immancabile era questa: ma vede dottore io lavoro fino alle 18 e il mio medico a questa ora non è più in ambulatorio  e allora sono venuto qui in quanto sempre aperto.

Io lo visitavo, constatavo che non vi era nulla di urgenza , scrivevo allora al medico curante una lettera in cui dicevo: ” Caro collega, oggi ho visitato il tuo paziente  x  y. Mi scuso per lui in quanto non si  era presentato da te solo perché non aveva il tempo che coincideva con il tuo. Non ha fatti urgenti per cui lo rimando da per decidere quale percorso diagnostico sarà da fare ”  Io facevo il mio dovere in quanto vedevo il paziente , lo visitavo e facevo la lettera la medico. Se fosse stata una urgenza avrei fatto tutto il possibile e oltre ma se era solo per accontentare la furbizia del paziente che in tale modo aveva creato un ingorgo al Pronto Soccorso facendo aspettare altre persone che avevano bisogno, ho sempre ritenuto corretto verso il medico curante e verso la gente che aveva veramente bisogno rimandare la persona dal proprio medico.  Questo è un esempio ma è quyello che capita piu spesso.

Allora il problema è la mancanza di medici , di organizzazione della Sanità ma è anche per mancanza di educazione delle persone che vanno al Pronto Soccorso perche trovano sempre qualcuno nel momento che a loro fa comodo e perché sperano di non pagare nulla per eventuali esami.

Questa è la verità

Allora critichiamo a sappiamo che spesso al colpa è nostra

Vedete è come quando sento gente che si lamenta perchè paghiamo molto per i servizi al Comune.

Ma quando vedo lo stesso cittadino che butta la carta per terra o che butta la sigaretta per strada e non pensa che sporca e che poi paghiamo tutti quello che lui sporca..beh la colpa delle tasse altre è dovuto anche alla mala educazione di tanti e tanti cittadini

Lo stesso per il PS dell’Ospedale

Io credo che il Direttore Generale stia lavorando per migliorare la situazione del nostro parcheggio e il problema della Medicina di Gruppo H12.

Vediamo a fine anno i risultati

E poi ci risentiamo !

 

 

 

 

 

 

 

 

La magia del Natale al Centro Servizi “ANNI Sereni” ad Eraclea

Con questo video che potete vedere anche nelle televisioni che trasmettono le trasmissioni di Piave Tv e che sono al momento rappresentate da

Telechiara, Televenezia, TelealtoVeneto, LA 12 , La 13

potete vedere una breve parte della festa natalizia che si è svolta sabato scorso nella Casa di Riposo, come vogliono essere chiamati , al Centro dei Servizi di Eraclea. Praticamente abbiamo portato una giornata serena al Centro Anni Sereni

Nonostante la nebbia e la giornata uggiosa il sorriso è comparso in tutti gli ospiti e nel viso dei parenti. Sono  stati momenti di gioia, di rivivere momenti lontani e felici, momenti di tradizioni

E tutto questo grazie alla presenza di Rino Balduit e di Saulo Balduit.

Rino Balduit è un personaggio storico e conosciuto da tutti visto che da anni è impegnato nel sociale ; scrittore e interprete di commedie in dialetto del Basso Piave, scrittore di Poesie dialettali, pittore , oltre ad essere un infermiere sempre impegnato nel volontariato.

Ma la sopresa è stato Saulo Balduit. Difficilmente si trova una voce così  bella che nulla a invidiare a voci come quelle di Bocelli o altri artisti famosi. Tutto lo hanno ascoltato con stupore ma la cosa più bella è che ha saputo scegliere un repertorio che ha commosso gli ospiti della struttura. Gli ospiti hanno così potuto ricordare tempi passati e molti si sono commossi. Gli occhi lucidi hanno mostrato la gioia e noi del ” Il Ponte ” che abbiamo organizzato tale giornata siamo stati ripagati dalla felicità che abbiamo potuto donare

Vi erano anche le autorità dal Sindaco di Eraclea, al Direttore Generale dott Bramezza , al Consigliere Regionale Moreno Teso, Al Dr Babbo e a molti altri . Noi li ringraziamo tutti per aver voluto partecipare perchè hanno onorato la nostra iniziativa ma specialmente in quanto hanno collaborato a dare un momento di serenità a tenta persone che spesso vivono di ricordi

La struttura Anni Sereni è una struttura moderna, confortevole che ha una assistenza ottimale e cerca di fare vivere agli ospiti la atmosfera familiare.

Speriamo che tale struttura possa aumentare i posti letto convenzionati in modo di accontentare più gente possibile.

Mancava l’Ass. Regionale alle Politiche Sociali Remo Sernagiotto, a letto con la influenza. Ma l’Ass; Sernagiotto ci ha telefonato  e ci ha promesso che in Gennaio verrà a fare visita alla struttura per constatare la efficenza della stessa.

 

 

DIABETE, 3MILA CARTOLINE PER L’ASSESSORE COLETTO

 

 

 

 

 

 

Il Ponte appoggia tale iniziatva utile a molte persone : diabetici e tanti familiari

Complimenti alla Associazione Diabetici Basso Piave

Durante la Giornata Mondiale del Diabete celebrata lo scorso 9 e 10 novembre, a tutti i cittadini, presenti ai circa 30 incontri di prevenzione e informazione sulla malattia organizzati in varie piazze del Veneto, era stata consegnata la cartolina che recava l’appello: “Io al Diabete non gliela do vinta, e tu?”.

3mila persone hanno firmato altrettante cartoline che, ora, a un mese di distanza dall’evento, saranno consegnate al loro destinatario: l’Assessore Regionale alla Sanità Luca Coletto.

Martedì 10 dicembre, dalla Stazione Ferroviaria di San Donà di Piave (centro di raccolta del Veneto di tutte le cartoline firmate) il coordinatore delle Associazioni Diabetici del Veneto, Giovanni Franchin, partirà con il treno delle 10.46 diretto a Venezia, dove consegnerà personalmente nelle mani dell’assessore le 3mila cartoline.

All’arrivo a Venezia una barca accompagnerà il coordinatore Franchin fino a raggiungere l’approdo di Palazzo Balbi, dove, alle 13.30 sul pontile, ci sarà ad attenderlo l’assessore Luca Coletto.

Nel Veneto ci sono circa 250mila persone malate di diabete, ma più di 130mila non sanno di avere questa malattia. La mancanza di informazione e prevenzione può far crescere per queste persone la probabilità di sviluppare delle gravi conseguenze fisiche come infarti, ictus o seri problemi agli occhi, ai reni o ai piedi.

Una persona con diabete mellito ben informata, motivata, che accede alle cure specialistiche, ai farmaci e ai presidi appropriati, probabilmente manterrà il proprio diabete in equilibrio senza troppe difficoltà, e riuscirà a evitare o ritardare la comparsa delle complicanze vascolari, continuando a essere un soggetto attivo nella sua famiglia, sul lavoro e nella comunità.

Le cartoline indirizzate all’Assessore Regionale alla Sanità Luca Coletto recano sul retro una richiesta specifica, ossia un investimento fattivo in cure e prevenzione, affinché sia garantito l’accesso appropriato alle visite specialistiche, ai farmaci e ai presidi necessari per la sfida quotidiana alle complicanze del diabete. In particolare si richiede di mettere in pratica le raccomandazioni del Piano Nazionale Diabete redatto dal Ministero della Salute e accolto in estate nella legislazione regionale.

Una richiesta d’aiuto quindi che può fare la differenza per migliaia di persone, perché non sia il diabete ad averla vinta ma la salute dei cittadini.

Lunedì 10 dicembre l’Assessore Coletto riceverà 3 mila ‘cartoline’

L’associazione Diabetici Basso Piave diretta da Giovanni Franchin è sempre molto attiva e presente sul territorio per cercare i risolvere i problemi dei diabetici della nostra zona . I diabetici sono in aumento e crediamo cosa utile riportare quanto ci è stato comunicato da Giovanni Franchin

Noi saremo sempre al loro fianco come siamo al fianco di tutte quelle persone che hanno bisogno di risolvere i loro problemi di salute o sociali

Lo scorso 10 novembre anche San Donà ha celebrato la Giornata Mondiale del Diabete.

Nell’occasione, sono state distribuite delle cartoline le quali, sottoscritte dai cittadini, saranno consegnate prossimamente all’Assessore Regionale alla Sanità Luca COLETTO.

 Di seguito e nel comunicato in allegato (a cura dell’Associazione “Diabete Italia”)  tutti I particolari dell’evento.

 Martedì 10 dicembre partenza dalla Stazione Ferroviaria di San Donà di Piave ( centro di raccolta del Veneto di tutte le cartoline firmate durate la giornata mondiale del diabete) alle ore 10.46  con arrivo alla stazione Santa Lucia alla ore 11.26

In fondamenta Santa Lucia ad aspettarci ci sarà  un’Associazione ………  di Venezia che con la loro barca ci trasporteranno lungo i canali di Venezia ( in Rio Novo –  affiancheremo la  Fondamenta Papadopoli poi  in Rio Ca Foscari  e  alla fine ci troveremo in Canal Grande con la prora verso il ponte di Rialto )  poche vogate e saremo all’approdo di Palazzo Balbi dove alle 13.30 ci sarà l’Assessore alla Sanità Luca Coletto  ad aspettarci.

 

La cerimonia di consegna avverrà sul pontile di Palazzo Balbi alle 13:30

 

Lunedì 10 dicembre l’Assessore Coletto riceverà 3 mila ‘cartoline’

 

Cerimonia di consegna all’Assessore Coletto delle 3 mila ‘cartoline all’Assessore’ firmate dalle persone con diabete. L’Assessore riceverà  il rappresentante delle Associazioni fra persone con diabete in Veneto che arriveranno con la barca a palazzo Balbi.

Il giorno 10 alle ore 13:30 verranno consegnate all’Assessore alla Salute Luca Coletto 3 mila cartoline firmate dai cittadini veneti nel corso della Giornata Mondiale del Diabete. Questa ‘petizione’ chiede alla Regione l’accesso appropriato alle visite specialistiche, ai farmaci e ai presidi necessari nella loro sfida quotidiana alle complicanze del diabete.

La consegna avverrà sul pontile di Palazzo Balbi.

Il Coordinatore della Giornata Mondiale del Diabete arriverà alla stazione di Santa Lucia alle 11.26.  in Fondamenta Santa Lucia salirà su una barca che lo porterà (via Rio Novo – Fondamenta Papadopoli, Rio Ca Foscari e Canal Grande prima del  ponte di Rialto all’approdo di Palazzo Balbi dove alle 13.30 l’Assessore alla Sanità Luca Coletto riceverà le 3 mila cartoline come un segno di collaborazione di tutti i veneti nella lotta a questa malattia.

 

Vi invitiamo a essere presenti per fotografare o a riprendere questo evento.

Nella stessa giornata manderemo comunque un comunicato stampa con le fotografie

 

In ogni caso verrà effettuata a nostra cura una ripresa televisiva professionale di tutte le fasi della consegna.

Potete chiedere gratuitamente i filmati già dalle ore 15.00 a Videosound

Via XXVIII Aprile, 18, San Dona’ di Piave (VE)
Referente: Gigi Salierno tel .340 684 3098

Il Coordinatore della Giornata Mondiale del Diabete in Veneto Giovanni Franchin è a disposizione per interviste telefoniche o di persona al numero  339 4968104

 

Queste cartoline chiedono alla Giunta Regionale di fare di più per aiutare le persone e i loro familiari a gestire il loro diabete e a fare la differenza tra una condizione sopportabile e una catastrofe per la salute della persona e per la vita della famiglia. In particolare si richiede di mettere in pratica le raccomandazioni del Piano Nazionale Diabete redatto dal Ministero della Salute e accolto in estate nella legislazione regionale.

Accogliendo una proposta di Diabete Italia, durante la Giornata Mondiale del Diabete tra il 9 e il 14 novembre, nel corso dei circa 30 eventi organizzati per la Giornata Mondiale del Diabete in Veneto, i volontari delle Associazioni e dei Team diabetologici hanno chiesto ai cittadini di firmare delle ‘Cartoline all’Assessore’.

Le persone con diabete infatti (si stima siano 250 mila nella nostra Regione) si impegnano quotidianamente a migliorare la loro alimentazione e fare esercizio fisico ma questo non basta per allontanare il rischio di infarti, ictus, cecità, dialisi e amputazioni. Occorre anche avere  accesso agli specialisti per i controlli periodici, ai presidi per l’autocontrollo,e ai farmaci appropriati.

Non sempre in Veneto questo avviene. Anzi si nota una riduzione nelle possibilità di accesso delle persone con diabete ad alcuni o a tutti questi strumenti.

 

Per approfondire

www.giornatadeldiabete.it/mediaregioni 

Contiene: un’intervista al Coordinatore Regionale della Giornata (con foto) e dati sul diabete nella Regione.

www.giornatadeldiabete.it/dati

Contiene: Che cos’è la Giornata Mondiale del Diabete; Che cos’è Diabete Italia; il Logo della Giornata
Mondiale del diabete, un ‘visual’ della campagna stampa, un’immagine della ‘Cartolina all’Assessore’.

Per ulteriori informazioni:

Giovanni Franchin 339 4968104 – Mail : g.franchin@teletu.it

Ufficio Stampa GMD        02.58312477  alberto@in-pagina.it 339 3354938