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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Ospedale Unico: Dove ? E i ” Vecchi Ospedali ” ?

Si è parlato molto di Ospedale unico nel Veneto Orientale. Ne abbiamo parlato al Convegno che abbiamo organizzato proprio noi del ” Il Ponte” all’Hotel Forte 48″. La Sanità in questi anni sta cambiando e non solo nel Veneto Orientale ma in tutto il Veneto. E le altre Regioni ? Difficile dirlo oggi ma forse tenendo presente la crisi e i pochi soldi che i politici ci hanno lasciato anche le altre Regioni si adegueranno.

Certamente il cambio nella Sanità è in rapporto alla crisi e alla mancanza di fondi ma la Regione si muove in modo di ottimizzare la nostra Sanità. Sta creando dei poli di eccellenza . Pochi ma buoni. Sta cercando di limitare le fughe in altre Regioni e sta cercando al contrario di attirare pazienti da altre Regioni.

Sta eliminando i doppioni dei quali ha sempre sofferto la nostra Sanità e specialmente nel Veneto Orientale

Vi erano 3 Ospedali e una Casa di Cura che facevano all’incirca le stesse cose. Con spreco di denaro ma anche di risorse. E quando parliamo di risorse parliamo di risorse umane e di risorse tecnologiche. INfatti abbiamo sempre sostenuto che le attrezzature , i dispositivi medici, la tecnologia costano e costano sempre di più. I miglioramenti costano e non se ne può fare a meno. Non si può pensare che esca un macchinario che serve al meglio per curare una data patologia o serva per fare diagnosi nel modo migliore di patologie anche gravi e la nostra Sanità non lo possa comperare e usare. Certamente nel Veneto Orientale comperarne tre al meglio non era possibile.

Ma anche i medici devono essere formati, devono avere la migliore esperienza in un dato campo. E’ finita l’epoca in cui tutti sapevano fare di tutto. E non parlo solo di chirurgia ma anche di medicina con le varie specialità e nella diagnostica.  Oggi specializzarsi in un campo con gli strumenti migliori e all’avanguardia costa tempo e denaro e ogni medico deve diventare ” ottimo” in un dato campo.

Ogni medico deve fare un passo indietro e lasciare ad altri alcune patologia sia come diagnostica che come terapia e lavorare su quello che sa meglio,

Questo significa ottimizzare la medicina.

Per esempio nel Mio reparto ho deciso che uno ( il DR Bartelloni ) si occupi della laparoscopia in quanto i numeri fanno l’esperienza ma non tutta la laparoscopia. La patologia chirurgica del colon sx in laparoscopia impone esperienza, numeri di intervento e tecnologia e per tale motivo viene inviata o proposta ai pazienti   presso altra struttura ( a Portogruaro il Dr Fidanza ha un centro specializzato in laparoscopia ed esegue tutti gli interventi al meglio e in maniera ottimale). Io ho un fatto un passo indietro e segue maggiormente la Senologia ( della quale mi occupo dal 1983) e il melanoma , oltre alla terapia delle ulcere degli arti inferiori e del piede diabetico con la terapia con ossigeno normobarico che ho messo a punto e che si sta espandendo in Europa.

Questo significa ottimizzare la Medicina e l’Ospedale Unico va incontro a questo principio: ottimizzare le risorse di tecnologia o strumentario e le risorse umane specializzando e ottimizzando i medici .

Ma i problemi non finiscono qui. Ora si tratta di scegliere dove costruire l’Ospedale Unico e cosa si potrà o dovrà fare dei vecchi Ospedali.

Ne abbiamo parlato nel Convegno ma si sono buttate giù solo considerazioni. Se ne è parlato ma ancora non sono state prese decisioni

Si è detto che la decisione  spetta alla Conferenza dei Sindaci ma credete che i Sindaci trovino velocemente un accordo? . Mentre una volta si parlava di avere un Ospedale sotto casa in tutte le cittadine ora si parla di un Ospedale Unico sotto casa. In pratica ogni sindaco  ( ma significa ogni paese o cittadina ) vuole avere l’ospedale sotto casa. Certamente ragioni valide: Noi siamo la città più importante, noi siamo la città con più abitanti, noi abbiamo più turista, noi siamo vicini all’autostrada e chi più ne ha più ne dica.

Tutti hanno ragione ma la Conferenza dei Sindaci è formata da singoli Sindaci che rappresentano la propria città e fanno quello che vogliono i cittadini della loro città !  SE non portano a casa un risultato rischiano di non essere più eletti alle prossime elezioni.

E allora cosa fare: bisognerà che la Regione agisca anche con una commissione tecnica che studi i seguenti problemi:

-popolazione

-viabilità locale

-viabilità verso gli Ospedali regionali.

-Terreni

-equidistanza dai centri principali

Allora si potrà decidere dove farlo mettendo insieme il parere politico e il parere dei tecnici

Ma poi vi è il problema dei ” vecchi Ospedali ”

Cosa farne ?  Che fine faranno ?

Nel Convegno si è parlato solo dell’Ospedale di Portogruaro dicendo che si poteva convertire in una Casa di Riposo con annesso Hospice. Ce ne sarebbe bisogno ma sarebbe una Casa di Riposo mega. Forse si potrebbe fare una Casa di Riposo, una Struttura Intermedia e un Hospice. Nella stessa struttura si potrebbe mettere un PS H24 per evitare di rendere intasato quello dell’Ospedale unico.

Di Jesolo si sa o si intuisce. D’altra è luogo turistico e gli affari sono affari. Ma certamente si può abbinare la riabilitazione turistica visto il mare….

E San Donà. Di questo non si è detto nulla

Non si può distruggere il vecchio Ospedale e ricovertirlo non è semplice.

Certamente si può in parte utilizzarlo per fare un PS H24 e mettere l’Hospice ma poi… e poi il risparmio dove sarebbe ?

Quindi la soluzione non è semplice.

Non è dato di sapere cosa pensa la Regione

Speriamo che alla  fine non sioa sempre il cittadino che non può dire la sua a pagare !

 

 

 

Riportiamo qui la locandina del Convegno sulla Sanità locale nei prossimi 10 anni

Giovedì 31 ottobre alle ore 20.45 si terrà il convegno sulla Sanità del Veneto Orientale nei prossimi 10 anni

Si parlerà di come cambierà la Sanità locale, dei tagli, dell’Ospedale unico

Pubblico qui sotto la locandina nel quale potrete vedere tutti i relatori  in modo che vi rendiate conto della utilità di tale convegno. Si spera che si apra un dibattito utile a tutti

 

 

Partecipare è un diritto ma anche un dovere in modo di conoscere e di chiedere su quello che per adesso è un dubbio.

Non dobbiamo avere dubbi ma conoscere per potere avere al meglio una sanità che funzioni

Iniziativa promossa dalla Associazione Diabetici Basso Piave nella Giornata Mondiale dei Diabete

Riportiamo qui la importante iniziativa portata avanti dalla Associazione Diabetici del Basso Piave coordinata da Giovanni Franchin

Riportiamo qui sotto la locandina

 

Riporto anche quanto ci ha fatto pervenire il Presidente della Associazione Diabetici Basso Piave sulla iniziativa e su notizie utili a tutti i diabetici

L’Associazione Diabetici Basso Piave

Invita tutti a partecipare alle manifestazioni della “ Giornata di prevenzione al diabete “ che si svolgeranno in Piazza Indipendenza a San Donà di Piave (davanti al comune)  Domenica 10 novembre 2013.

L’innovazione di questa’anno è la presenza dell’oculista dott. Franco Barosco che con uno strumento di ultima generazione e senza utilizzare il liquido dilatante visiterà gratuitamente gli occhi alla popolazione che si presenterà.

Ci sarà, come sempre, il personale della Diabetologia con le diabetologhe dell’Ospedale di San Donà di Piave chegratuitamente daranno delle indicazioni dopo le misurazioni della glicemia (da fare sempre tre ore dopo aver mangiato), della pressione arteriosa, del peso della persona e la definizione della massa corporea.

Alle ore 16 in auditorium Leonardo da Vinci presso il comune di San Donà di Piave con ingresso gratuito parlerà la diabetologa dott.ssa Carmela Vinci, al termine in accordo con l’Associazione “Amici di Cesco sarà presentata una commedia in dialetto veneto intitolata               “ In pretura “  .

Si allega la locandina, e si prega di divulgare questa iniziativa.

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vi inviamo  una selezione degli articoli più interessanti riguardanti FAND e il mondo del diabete, realizzata a cura dei nostri consulenti di HealthCom Consulting.

L’obiettivo è quello di una comune e proficua condivisione di alcune delle informazioni e del dibattito che ruota attorno al diabete nel nostro Paese.

Potrete scaricare facilmente la rassegna cliccando il seguente link:

http://hcc-milano.com/stampa/Fand

131028_RASSEGNA_Fand 28 ottobre 2013.pdf

 

A tutti, buona lettura.

 

Egidio Archero

Presidente nazionale  FAND  il Coordinatore  Giovanni Franchin

 

Allego una notizia arrivata da Diabete Italia per la sostituzione di un farmaco.

 

Sanofi (e non l’Aifa) ‘fa la cosa giusta’. Ritirate fenformina e clorpropramide

 

Diabete Italia ricorda alle persone in cura con Bidiabe o Pleiamide di recarsi prontamente presso il proprio specialista diabetologo o al proprio medico di famiglia, per la pronta sostituzione del farmaco che non è più prescrivibile e non è più (come il Bidiabe) o presto non sarà più (come la Pleiamide) disponibile in Farmacia.

E’ stata necessaria la denuncia di Diabete Italia e delle Società Scientifiche della Diabetologia italiana: AMD e SID, e perfino una conferenza stampa tenuta a Barcellona nel quadro del Congresso della EASD. E finalmente qualcuno ha preso la decisione giusta. Dando prova di buon senso Sanofi ha rinunciato alla autorizzazione AIFA e ha ritirato dal mercato Pleiamide e Bidiabe, gli unici farmaci a base di clorpropramide e fenformina.

“Due principi attivi i cui benefici erano spesso inferiori ai rischi, soprattutto a fronte dell’esistenza di molti altri prodotti più efficaci e sicuri” ha commentato Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia.

Già dal 2010 gli Standard di cura AMD SID SIMG scrivevano che “La fenformina (ha una) efficacia ipoglicemizzante pari alla metformina ma con ben più elevato rischio di acidosi lattica fatale che ha comportato il suo ritiro dalla farmacopea in molti stati. In Italia è ancora disponibile in associazione, ma se ne sconsiglia l’uso”.

Quanto alla Clorpropramide, è noto fin dallo studio UKPDS pubblicato nel 1998, che si tratta dell’unica sulfanilurea capace di provocare seri sbalzi di pressione.

Diabete Italia ricorda alle persone in cura con Bidiabe o Pleiamide di recarsi prontamente presso il proprio specialista diabetologo o al proprio medico di famiglia, per la pronta sostituzione del farmaco che non è più prescrivibile e non è più (come il Bidiabe) o presto non sarà più (come la Pleiamide) disponibile in Farmacia.

Un po’ di amaro in bocca però rimane. “Sia perché la decisione è stata presa molti anni dopo che sono emerse le prove della pericolosità dei due principi attivi, sia perché è stata necessaria una mobilitazione nostra e delle Società Scientifiche, sia perché la decisione è stata presa per iniziativa dell’Azienda e non della Autorità cioè dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Garantire la sicurezza dei farmaci”, ha sottolineato Salvatore Caputo, “non significa solo porre barriere all’accesso di farmaci, magari più costosi perché  di ultima generazione, ormai dimostratisi sicuri, ma anche eliminare per tempo dal prontuario quelli che costano poco, ma che si rivelano pericolosi o comunque con un pessimo rapporto rischi/benefici”.

L’Aifa, che non fa capo al Ministero del Tesoro ma al Ministero della Salute, ha perso una occasione per dimostrare di essere una authority al servizio del paziente

 

La Sanità nel Veneto Orientale nel prossimi 10 anni in attesa dell’Ospedale Unico

Se vi ricordate in maggio abbiamo presentato come sarà la Sanità nei prossimi anni. Avevamo come relatori L’Assessore al Sociale della Regione Venata  Ass. Sernagiotto , il Presidente della 5 Commissione ( Sanità) della Regione Veneta Leonardo Padrin oltre al sottoscritto che è anche Presidente de ” Il Ponte” oltre ad essere medico.

Vi abbiamo di come evolve la sanità in generale e come potrebbe evolvere anche nel Veneto. Sia per quanto riguarda la medicina negli Ospedali e nel territorio e sia per quanto riguarda il sociale

La sala del Hotel Forte 48 era piena e le relazioni sono state esaurienti e utili a tutti, pubblico e operatori sanitari

La Sanità cambia e non solo per questione di risparmi ma renderla migliore: come si dice spesso per ottimizzarla

In questo mese sono state approvate dalla 5° commissione della Sanità nella Regione Veneta le schede del Piano sociosanitario del Veneto

A noi interessano le schede del Veneto Orientale dove noi viviamo e dove dobbiamo risolvere i nostri problemi di salute

Noi medici dobbiamo risolvere al meglio i vostri problemi i e voi cittadini dovete avere la possibilità in quanti è vostro diritto risolvere i problemi sanitari che si presnetano. Ma anche dovete essere in grado di prevenire le malattie con una prevenzione razionale .

Certamente i costi hanno il loro peso. Non ci sono soldi. Qualcuno li ha presi, qualcuno li ha mangiati. Ci dovrebbero essere se tutti i politici si fossero comportati bene. Per fortuna la Regione Veneta assieme alla Lombardia è una regione virtuosa e sta meglio di altre e i tagli dovrebbero essere con minor peso. Ma vediamo alla finestra cosa succederà

Intanto un passo avanti si è fatto. Si sono dati delle linee guida, si sono dati dei principi ai quali attenersi. Son o state approvate le schede del piano socio sanitario. Dopo varie polemiche

Abbiamo organizzato noi del ” Il POnte” una riunione per esporre ai cittadini e agli operatori sanitari quale sarà il fututo.

Avete visto dal titolo che si parla di un periodo che si pensa sia concluso fra 10 anni. Perchè. Perché nelle schede si è deciso che ci sarà un ospedale unico nel Veneto Orientale. Vediamo poi nella conferenza cosa si intende per Ospedale Unico e quale modifiche ci saranno per i cittadini e per gli operatori sanitari.

Diciamo che attualmente i cittadini ma nemmeno gli operatori sanitari ( medici e infermieri e tecnici) sanno quale futuro li attende.

Ecco che noi abbiamo invitato i massimi esponenti o anche quelli che sono al vertice della Sanità e che ci diranno come sarà la nostra Sanità adesso, nei prossimi 10 anni e poi con l’Ospedale Unico.

A dire il vero nelle schede si parla di 5 anni. Fra 5 anni ci sarà l’Ospedale unico. Lo ha ribadito anche il Nostro Direttore Genale Carlo Bramezza.

Io ci credo poco , abbiamo l’esperienza degli Ospedali Unici di Mestre, di Padova, di Pordenone ecc. o per dirla in altre parole pensiamo al Mose o allo Stretto di Messina. Nulla a che vedere con la Sanità ma sappiamo come in genere procedano i lavori.. Tutti si ricordano i tempi per il sottopasso della Ferrovia o la Bretella e il secondo Ponte e adesso il terzo ponte.

Bene ne parleremo poi e diremo anche la nostra su come dovrebbe essere la sanità .

Intanto sentiremo i nostri Ospiti cosa ci diranno e sarà interessante se i cittadini o gli operatori sanitari faranno domande e avranno una risposta

Qui sotto metto i relatori e la location

 

Il Movimento “ Il Ponte”

presenta

Il Futuro della Sanità nel Veneto Orientale nei prossimi 10 anni

Relatori

Carlo Bramezza : Direttore Generale ASL N10

Domenico Mantoan: Segretario Generale Sanità Regione Veneto

Paolo Leonardo Padrin: Presidente 5° Commissione Regione Veneto

Francesco Fidanza : Direttore Dipartimento Chirurgico ASL N 10

Giovanni Mazzanti: Direttore Dipartimento Medicina ASL N.10

Paolo Madeyski: Responsabile Chirurgia Casa di Cura Rizzola

 

Parteciperanno

Dottoressa Patrizia Benini: Direttirice Sanitaria ASL N 10

Dottoressa Carla: Direttrice Servizi Sociali ASL N 10

 

Moderatrice:  Daniela Ribbon

 

Si ringraziano i consiglieri delle Liste Civiche  che hanno collaborato nella preparazione del convegno in luce apartitica ma solo politica ( per il bene della gente)

NB: tutta la serata sarà ripresa da Piave TV e un sunto di una ora e mezza andrà in onda sulle televisioni regionali

Anche nella nostra ASL la terapia di lipofilling per le ulcere degli arti inferiori

Da questo mese ( marzo 2013 ) anche nella divisione di Chirurgia della Casa di Cura Rizzola a San Donà di Piave si inizia una nuova tecnica per la terapia delle ulcere croniche degli arti inferiori.

Questa tecnica verrà applicata alle ulcere che resistono al trattamento usuale che noi pratichiamo La tecnica viene attuata in collaborazione dal Dr Corezzola , chirurgo plastico, e dal Dr Madeyski sulle ulcere che non hanno risposto alla terapia usuale Normalmente noi eseguiamo una toilette chirurgica ( come potete vedere dai filmati su youtube ) e quindi sottoponiamo il paziente ad ossigenoterapia normobarica con il dispositivo ULCOSAN di nostra invenzione. I risultati in genere sono buoni o ottimi arrivando ad una guarigione in tempi variabili secondo il tipo di lesione nell’80% dei casi Ma rimangono sempre i casi difficili e ulcere che hanno scarsa tendenza alla guarigione. A volte un innesto libero sulla ulcera chiude definitivamente la lesione con un buon risultato e con scomparsa della sintomatologia dolorosa

Abbiamo quindi deciso di iniziare due nuove terapie: la pappa di piastrine e il lipofilling Da questo mese cominciamo il trattamento con il lipofilling

Vediamo di cosa si tratta

Il Lipofilling venne usato all’inizio per scopi diversi. A fini estetici o plastici o ricostruttivi. L’idea di usare il grasso per riempire zone del corpo avallate o che avevano avuto trattamenti demolitivi o radianti nasce circa due secoli fa Ma solo nel 1950 è letto ci fù il primo articolo che riguardava l’uso del grasso corporeo per la correzione del profilo. Poichè poteva causare rigetto nel corso degli anni la questione è stata approfondita fino a ottenere dei risultati davvero soddisfacenti Il Professore Coleman, un noto e famoso chirurgo, nel 1998 ha presentato i risultati ottenuti con una speciale tecnica d’infiltrazione da lui chiamata Lipostructure. In realtà la tecnica riguarda un innesto di tessuti che sono trasferiti in modo da mantenere intatta la struttura vascolare: il grasso è aspirato mediante una cannula collegata a una siringa e poi iniettato nella zona da dover trattare. Se il grasso è iniettato in grandi quantità non tutte le cellule adipose, sopravvivranno perché non a diretto contatto con il tessuto vascolarizzato

Su piano più squisitamente scientifico gli studi più importanti sul lipofilling sono stati svolti e pubblicati da un gruppo italiano guidato dal Dr. Gino Rigotti di Verona il quale ha per primo fornito solide basi scientifiche che spiegassero i risultati (talora soprendenti) raggiungibili con tale tecnica.

Ma poi venne la chirurgia che possiamo chiamare rigenerativa in quanto tendeva a stimolare la rigenerazione dei tessuti mancanti e stimolare la granulazione dei tessuti di zone come le ulcere croniche che avevano scarsa tendenza alla rigenerazione La medicina rigenerativa è una branca molto recente, nata con la proposta di Whitman nel 1997 di integrare nella colla di fibrina dei concentrati piastrinici. Nel 1998 Marx et al hanno dimostrato che il concentrato piastrinico (PRP) era in grado di indurre rigenerazione ossea in campo odonto-stomatologico. 
Nello stesso periodo si è scoperta la possibilità delle cellule staminali di riparare molteplici tessuti.

La medicina rigenerativa si basa dunque sull’impiego clinico di cellule staminali e/o di prodotti biologici (PRP), che hanno la proprietà di indurre la migrazione delle cellule staminali nel tessuto danneggiato, di stimolarle a riprodursi e, alla fine del processo, di ottenere la riparazione dei tessuti lesi. 
Quando i tessuti sono danneggiati, le cellule staminali sono in grado di promuovere la riparazione di tessuti di varia natura come pelle, tendini, ossa, muscoli. 
Questa peculiare capacità delle cellule staminali può essere sfruttata per applicazioni terapeutiche che sono praticamente illimitate.

Il principio alla base del lipofilling consiste nel prelievo di grasso da una parte del corpo e il suo trasferimento in un’altra. Il tessuto adiposo viene prelevato da una sede donatrice (di solito l’interno delle ginocchia, l’addome o la parte laterale delle cosce) con una procedura molto simile ad una piccola liposuzione eseguibile in anestesia locale. Il piccolo foro di accesso viene chiuso con un punto di sutura e la zona prelievo viene fasciata. Il grasso prelevato a questo punto può essere direttamente iniettato nella zona da riempire o come nel caso nostro nelle ulcere croniche La tecnica più utilizzata è quella della centrifugazione, proprio descritta dal Dr. Coleman. Il passaggio prevede l’inserimento delle siringhe di grasso prelevato dentro una apposita centrifuga per alcuni minuti, che ne consentirà la separazione del grasso puro dalle parti non utili quali il siero e l’olio. A questo punto il grasso è pronto per essere impiantato attraverso una serie di semplici iniezioni con delle siringhe ed aghi normali. Nel tessuto impiantato le due componenti principali sono gli adipociti ovvero le cellule adipose (il vero e proprio grasso) e la componente vascolo-stromale ossia il tessuto che normalmente fornisce l’”impalcatura” del tessuto adiposo e nel cui contesto sono comprese le cellule staminali. Sono proprio gli adipociti e le cellule staminali che, come vedremo fra poco, consentono di raggiungere i risultati voluti.

I risultati sono principalmente due 1. Soluzione di problemi estetici con aumento di volume per il riempimento di depressioni patologiche (esito di trauma, decubiti o interventi chirurgici) o per il miglioramento estetico di specifiche aree anatomiche (seno, zigomi, labbra, glutei, etc..). 2. Stimolazione del tessuto di riparazione di ulcere croniche con effetto anti infiammatorio e stimolante la granulazione .

I principali responsabili sono le cellule staminali e i fattori di crescita plasmatici. In parole semplici la componente vascolo stromale ha la capacita di “sanificare” aree affette da infiammazione cronica come negli esiti di radioterapia e nelle ulcere croniche

Chiaramente non ci dobbiamo aspettare miracoli come sempre in medicina e specie nel campo delle ulcere che per definizione sono croniche I risultati ottenibili non sono sempre riproducibili in tutti i pazienti e questo dipende soprattutto dall’mprevedibilità della percentuale di attecchimento di ogni singolo impianto di tessuto adiposo. In linea generale l’attecchimento varia dal 30-50% per ogni seduta che può essere ripetuta a distanza..

Le liste di attesa e la Anatomia Patologica

Torno sull’argomento in quanto l’articolo pubblicato ieri ha avuto un riscontro superiore alle aspettative. Sono arrivati messaggi  tramite F.B. e sul sito del ” Il Ponte”. Il problema era noto e la gente ha posto il dito nella piaga ma ha evidenziato anche il problema delle liste di attesa.

Le liste di attesa rappresentano un problema del quale si discute da anni. La Regione ha cercato di risolvere i problemi facendo segnare sulle impegnative una lettera che rappresenta la priorità della visita o dell’esame.

Ma

quale è il medico di base o di medicina generale o di famiglia che non si lascia indurre nel mettere almeno la lettera B dell’urgenza di 10 giorni?

Se andiamo a guardare la statistica vedremo che vi sono le urgenza che devono essere eseguite in giornata o in poche ore mentre la prestazioni con priorità C e D sono poche .

La maggioranza di gran lunga sono quelle con priorità B.

Riporto qui sotto una mess arrivato tramite F.B. che pone il dito sul problema delle lista di attesa che si aggrava al ritardo dei referti di anatomia patologica.

“…è giusto che chi fà una colon deve aspettare circa due mesi per l esito dell istologico perchè c sono solo due medici anatomopatologo? Tutti lo sanno e nessuno fà niente….”

Ecco il problema come viene visto:; Tutti lo sanno ma nessuno fa niente

Sembra che ci troviamo alle solite critiche che troviamo quando parliamo delle cose che non vanno in politica. Tutti conoscono gli scandali, tutti conoscono le cose che non vanno ma alla fine nessuno s muove: solo promesse ma nessun fatto.

Il problema non è semplice da risolvere se seguiamo le regole , la burocrazia, i contratti ecc.

Il problema della mancanza di fondi ( di soldi ) è fondamentale.

E allora cosa fare

Io credo che in momenti difficili ci debba essere l’impegno di tutti. Chi lavora nella sanità sa che lavora nell’ambito del sociale e quindi credo che tutti noi che lavoriamo per gli altri ( medici, infermieri, tecnici, insegnanti …) debbono sacrificarsi e aiutare le istituzioni a lavorare per risolvere i problemi dei cittadini

Quindi io propongo che si

1) l’orario di lavoro sia aumentato per un periodo fissato di mesi di una percentuale del 5 % o del 10%

2) che si utilizzino a tempo pieno le strutture e le macchine o dispostivi medici

3) che si integrino le capacità lavorative di personale sanitario e di attrezzature della sanità privata con quella pubblica, con tetti di spesa stabiliti.

4) che si attui un principio per cui ci battiamo da tempo: unire le capacità professionale  con le attrezzature migliori dovunque si trovino ma eliminando i doppioni che portano a prestazioni non ottimali

5) Sentire le organizzazioni medica e paramediche e anche le organizzazioni sindacali ma alla fine che ci sia uno o un ristretto numero di persone che decidano per il bene di tutti o dei più

 

 

 

 

Proteste per la Anatomia Patologica di San Donà di Piave

Noi del Ponte ci siamo occupati altre volte del Nostro Ospedale e ultimamente del Reparto di Anatomia Patologica.

Ora ce ne occupiamo in quanto la situazione non migliorata . Diciamo che tutto tace. Un pò come per il problema dei videodermatoscopi nel due Ospedali di Jesolo e Portogruaro.

Bene i videodertmatoscopi giaciono in pace e …anche la Anatomia Patologica possiamo dire che giace in pace nello stesso posto ritenuto non idoneo, con la stessa carenza di personale. Ma non possiamo dire che la situazione sia proprio statica ma..peggiora. Infatti mentre il tempo passa i tempi di attesa per un referto di allungano.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato con il Tribunale dell’Ammalato  e precisamente con il sign Luigi Basso, Presidente di questo Organismo. Abbiamo avuto un colloquio in quanto al Tribunale dell’Ammalato cominciano ad arrivare le segnalazione di persone che ritengono che la attesa di un esame istologico riguardante una loro patologia sia troppo lungo.

Non siamo autorizzati a fare nomi ma ci sono persone che hanno aspettato  più di un mese per sapere la diagnosi della loro patologia.

Il tempo è relativo ma diventa importante la attesa se la diagnosi comporta una modifica della terapia chirurgica o medica.

Pensate ad una donna che subisce un intervento di asportazione di un nodo sospetto alla mammella e che aspetta un mese o più per sapere se tale nodo è un tumore benigno o maligno. Con la conseguenza che un eventuale intervento allargato e successivamente una terapia medica . Ecco in questo caso il tempo è importante. Probabilmente non ci saranno danni per un ritardo di diagnosi e di ultereiore terapia. Ma pensiamo alla donna che sta aspettando. Mettetevi nei suoi panni e vedrete come passerà questo mese e come la donna vivrà in questo tempo di attesa.

Lo stesso problema naturalmente esiste per un uomo che aspetta di sapere se il nevo asportato è un melanoma o meno e se i linfonodi asportati con il melanoma sono positivi o meno.

Con Il presidente del Tribunale dell’Ammalato abbiamo parlato e scorso in rassegna i possibili rimedi.

Purtroppo ci si scontra con la mancanza di fondi della Regione e con la burocrazia.

Vediamo la situazione

Esiste un servizio di Anatomia Patologica nell’Ospedale di San Donà di Piave

Noi sappiamo che l’anno scorso sono stati eseguiti 12 mila esami istologici e altrettanti esami citologici. Orbene più della metà proviene da San Donà  ( compresi quelli della Casa di Cura ) , 1000 vengono da Jesolo e 4000 da Portogruaro.

E’sempre stato un ottimo reparto , un reparto di eccelenza. Fin dai tempi del Prof Boccato, coadiuvato dal Dr Briani e dal Dr PASINI ( attualmente a Monastier).

Successivamente Il Reparto venne condotto dal Dr Sacchi, sempre coadiuvato sempre dal Dr Briani, dalla Dottssa Chiara e dalla Dottssa Cristina Antonini.

Tutto bene. Poi sono nate le polemiche circa il trasferimento del Reparto da Jesolo a Portogruaro.

Il futuro spostamento non è stato digerito dal Dr Sacchi e dal Dr Briani che hanno dato subito le dimissione dal servizio. Certamente erano prossimi ad andare in pensione: si trattava di mesi ma hanno anticipato il pensionamento.

La storia poi la conoscete. Il Dr Briani è deceduto dopo un secondo infarto. Il DR Sacchi è andato in pensione come da richiesta fatta nel mese di ottobre.

Nella Anatomia Patologica di San Donà di Piave sono rimaste quindi le due dottoresse e diciamo che sostanzialmente il reparto è stato dimezzato solo tenendo conto dei numeri degli operatori sanitari.  Ma dobbiamo tenere conto anche della esperienza del Dr Sacchi e del Dott Briani: l’esperienza, gli anni e il trascorso ospedaliero hanno il loro peso.

La dirigenza della ASL ha dato un incarico di consulenza con il Dott Murer, proveniente da ASL distante e con una grossa esperienza ma…per questione burocratiche tale consulenza deve ancora iniziare.

Il 16 gennaio è sgtato fatto un concorso per un posto di medico che va a coprire la mancanza del Dr Briani. Bene !. Ma…il medico è un giovane e valente medico ma all’inizio della carriera e con una esperienza limitata dagli anni.

A questo punto tutti possono capire perchè l’Anatomia Patologica ha dei ritardi nei referti.

I medici attuali non possono certamente sopperire alla mancanza dei due medici che hanno lasciato il reparto. La Dottoressa Chiara Antonella ha una ottima esperienza e lavora in maniera instancabile ma la mole di lavoro è molta.

Vediamo i numeri

Noi sappiamo che l’anno scorso sono stati eseguiti 12 mila esami istologici e altrettanti esami citologici. Orbene più della metà proviene da San Donà  ( compresi quelli della Casa di Cura ) , 1000 vengono da Jesolo e 4000 da Portogruaro.

In Totale sono passati nella Anatomia Patologica circa 24.000 esami

Come si può pensare che una tale mole di lavoro possa essere smaltita in tempi reali. Perche quello che la gente è il tempo reale. Tempo reale compatibile con i tempi tecnici di esecuzione di un esame.

E allora cosa proponiamo noi del ” Il Ponte” ?

Dare una testa al Reparto.  Una testa che diriga è indispensabile. Quindi dare le mansioni superiori alla Dottoressa Chiara Antonella  che ha i titoli e le capacità . Oltre a dirigere e programmare ufficialmente il lavoro la dottoressa sarebbe gratificata e stimolata ad una lavoro ancora più intenso ( è umano)

Secondo. Richiamare il Dr Sacchi a fare il consulente 4 giorni alla settimana . La sua consulenza sarebbe più fattibile di altri in quanto conosce l’ambiente e quindi sarebbe già inserito e a conoscenza delle problematiche e di come risolvere i vari problemi.

Il Dott Sacchi , sentito da nopi e dal Tribunale dell’ammalato, sarebbe disponbile in linea di massima.

Queste due mosse credo che sarebbero sufficienti a fare ritornare il lavoro a pieno ritmo . Nello stesso tempo il medico che ha avuto il posto per concorso si farebbe le ossa e prenderebbe contatto con i problemi e potrebbe avere dal Dr Sacchi utili informazioni sulla diagnostica e sulle metodiche.

Noi speriamo che il Nuovo Direttore Generale  dr Carlo Bramezza tenga conto di questo proposte.

Fra 15 giorni saremmo a colloquio con il Direttore Generale e porteremmo alla sua attenzione  il problema della Anatomia Patologica e il problema dei videodermatoscopi non utilizzati.

 

 

Che fine hanno fatto i videodermatoscopi nella ASL N.10 ?

Parliamo tanto di efficienza nella sanità. Parliamo tanto di prevenzione.

Ma…

Noi sappiamo che per fare una diagnosi precoce di melanoma uno strumento essenziale è il videodermatoscopio. Naturalmente ce ne sono di vari tipi, di vari modelli, più o meno sofisticati con schermi grandi, con schermi tridemensionali, con software più o meno sofisticati…

Noi sappiamo che un dermatologo per lavorare bene o al meglio dovrebbe usare un videodermatoscopio per analizzare i nevi, le lesioni sospette, vederne i particolari, vederne la microcircolazione per arrivare ad una diagnosi di probabilità. Certamente la vera diagnosi è data dalla diagnosi istologica; ma la possibilità che il nevo sia sospetto e quindi richieda la sua asportazione veien aiutata moto dall’ingrandimento del videodermatoscopio.

Ma il videodermatoscopio al giorno d’oggi serve anche per la mappatura e per fotografare e registrare le immagini dei nevi in modo di confrontarle a distanza di tempo nei vari controlli. Nessuno può ricordarsi a mente come era un nevo o come si è modificato.

Se vi riocordate esiste la regola dell’ ABCDE per la diagnosi dei melanomi.

LA E STA PER EVOLUZIONE E QUINDI è IMPORTANTE CAPIRE COME è STATA L’EVOLUZIONE DI UN NEVO.

La evoluzione si fa confrontando i nevi. Si osserva così a distanza se il nevo è aumentato di dimensione, se è cambiato di aspetto , di colore, se i bordi sono diventati irregolari.

Bene il videodermatscopio serve a questo.

Non è possibile fare una mappatura accurata senza un videodermatoscopio.

Nella nostra ASL la Salute è gestita nella Sanità pubblica e nella Sanità Privata.

Orbene la Sanità pubblica non si dimostra efficiente  per quanto riguarda la diagnosi del melanoma

Nella nostra ASL vi sono tre Ospedali pubblici e una Casa di Cura Privata ma convenzionata.

La Casa di Cura ha un videodermatoscopio e lo usa in convenzione per mappature e per fare diagnosi. Il videodermatoscopio è ottimo ed è appena stato cambiato con uno di ultima generazione.

L’Ospedale di San Donà non ha nessun  videodermatoscopio.

L’Ospedale di Portogruaro ne dovrebbe avere uno. Infatti il 26 novembre del 2011 Il Rotary, assieme al Lions e Soroptimist ne regalarono uno all’Ospedale di Portogruaro. Ma non venen mai usato e dopo vari solleciti al Direttore Generale  venne “imprestato” all’ambulatorio del Distretto a Musile di Piave. Ma anche li non venne mai usato e dopo un anno e mezzo giace ancora e riposa in pace in tale ambulatorio. La dermatologa ci ha detto che aspetta istruzione dalla dirigenza della ASL per farlo funzionare.

L’Ospedale di Jesolo ne ha uno da alcuni anni ( di dice 6 anni ) ma anche questo riposa in pace e non è mai stato usato. La dermatologa che ivi lavora ci ha detto che non è mai stato usato e attende istruzioni dalla dirigenza della ASL.

Quindi gli Ospedali pubblici continuano a non avere perché non vogliono usare i videodermatoscopi che hanno. E questa sarebbe la efficienza.

E’ vero che entrambi i videormatoscopi sono stati regalati e quindi lo Stato non ha speso nulla. Ma è pur vero che avere uno strumento e non usarlo è un buttare via i soldi

A fine mese tornerò dal Nuovo Direttore Generale e vediamo cosa intende fare. Per i cittadini che hanno diritto ad essere curati nel modo migliore con gli strumenti adatti a fare diagnosi.

E’ vero che tali strumenti esistono e funzionano bene nelle struttura private come il Centro di Medicina ( dietro la Coop) e nel Poliambulatorio Caorlense a Caorle ma il cittadino ha diritto ad una diagnosi coretta senza pagare una prestazione interamente visto che gli strumenti ci sono e possono essere usati.

Ci si scandalizza di come tanti politici rubano o fanno pagare a tutti i cittadini la Nutella ma non vedo come non ci si possa meravigliare di come i dirigenti della ASL N.10 non riescano a far funzionare due strumenti diagnostici regalati e quindi a costo zero !

 

 

 

 

 

Presentazione del Dr Carlo Bramezza

La conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore Generale della ASL N.10