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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Dati emersi da un’indagine sull’Osteoporosi raccolti dal Dr Francescon presso la Casa di Cura Rizzola

Con piacere riportiamo i dati sull’Osteoporosi che gentilmente ci ha fatto pervenire il Dott Alessandro Francescon che è il Responsabile dello studio sull’Osteoporosi svolto nel mese scorso. I dati sono stati raccolti nell’ambulatorio che lui dirige presso la Casa di Cura Rizzola. I dati sono quindi parziali perché si riferiscono solo alle visita eseguite da noi ma prossimamente si avranno i dati nazionali

Solo tre i Centri partecipanti al Progetto Amico, nell’area che comprendeva quasi tutta la Provincia di Venezia e tutto il Friuli Venezia Giulia. Di questi, uno è stato quello per l’Osteoporosi  condotto dal Dott. Francescon Alessandro nella Clinica “Rizzola” di San Donà di Piave.

Tale Progetto Nazionale che ha visto coinvolti 100 Centri di Eccellenza di tutta Italia ha riscosso un notevole successo anche nella Clinica “Rizzola” in quanto, in poche ore, sono state  esaurite tutte le visite gratuite messe a disposizione, tanto che per dare la possibilità ad altre persone di avere una Valutazione Clinica con esecuzione di Densitometria ossea ad Ultrasuoni di ultima generazione, si sono incrementati i posti messi a disposizione.

Nel complesso sono state eseguite 34 visite, di cui 33 a pazienti di sesso femminile e 1 di sesso maschile; l’età dei pazienti era compresa tra i 34 e i 78 anni. La maggior parte delle persone che hanno usufruito del Progetto proveniva da San Donà di Piave (17 casi), i rimanenti, invece, provenivano da Comuni limitrofi. Si  sono registrati, infatti, 6 casi provenienti da Musile di Piave, 3 casi provenienti da Eraclea, 2 da Noventa di Piave e Caorle e, infine, un caso per ciascuno dai seguenti Comuni: Jesolo , Quarto D’altino, S.Stino di Livenza, Venezia.

Un dato interessante è stato che i pazienti si sono presentati spontaneamente alla visita  e quasi tutti erano asintomatici, ma all’analisi presentavano indicazioni cliniche all’esecuzione della Densitometria ossea e/o importanti fattori di rischio per L’Osteoporosi. La maggior parte di essi eseguivano la valutazione per la prima volta.

Si segnalano i più significativi fattori di rischio riscontrati: Menopausa precoce ( 3 casi), terapia cortisonica (2 casi), pregressa frattura vertebrale (2 casi), pregressa frattura calcaneare (1 caso), menopausa chirurgica (1 caso), pregressa neoplasia mammaria in terapia antiestrogenica (2 casi), ridotto apporto alimentare di calcio ( 2 casi), malassorbimento (1 caso), intolleranza al lattosio (1 caso), ipertiroidismo (1 caso), riscontro radiologico di rarefazione ossea alla testa dell’omero (1 caso), artrite reumatoide (1 caso) e polimialgia reumatica (1 caso). Nei rimanenti casi i pazienti non presentavano problematiche collegabili con l’Osteoporosi.

Il progetto  Amico- Settimana Nazionale dei disturbi osteoarticolari,alla sua prima edizione, è stato patrocinato dalle più importanti Società Scientifiche Italiane: SIOMMS, Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, SIOT,  Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIR, Società Italiana di Reumatologia, ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici, e FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro. L’iniziativa prevedeva  un’ indagine conoscitiva su un campione di medici e pazienti,  in una settimana, in cui in Centri specializzati distribuiti su tutto il territorio Nazionale si effettuavano visite gratuite a favore dei cittadini che ne facevano  richiesta. Lo scopo del Progetto era di  fornire un aiuto a tutti coloro che soffrono di patologie osteoarticolari, diagnosticando tempestivamente eventuali malattie.

Visto il successo dell’iniziativa, riscontrato anche su scala Nazionale, è molto probabile che tale Progetto sia riproposto anche il prossimo anno.

Anche a San Donà un servizio di Geriatria

Nella Casa di Cura Rizzola si aprono spazi per la Geriatria. Esiste un Reparto di Geriatria che lavora in rapporto o collaborazione con la ASL che invia tramte il Pronto Soccorso pazienti che abbiamo bisogno di ricovero

Al primo piano esiste il Reparto di Lungodegenza e Riabilitazione . In tale Reparto lavora il DR Francescon, specialista in Geriatria e che si occupa da anni di Osteoporosi . Ha pubblicato numerosi lavori su varie riviste scientifiche e tenute relazioni in vari congressi

Da qualche mese ha iniziato a eseguire esami per la osteoporosi e in modo particolare la densimetria ossea , dando anche un servizio di consulenza e di visite.

Dal primo gennaio aprirà anche un servizio ambulatoriale di visite di geriatria e , per favore le popolazione , anziana, queste visite saranno a tariffa agevolata.

Pubblichiamo qui uno scritto sui problemi legati al paziente geriatrico che potrà essere utile  a tutti

 

Il Paziente Geriatrico

A cura di : Dott.Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)

Nel 1999, Hazzard, Autorevole Geriatra  Americano, alla domanda “chi è il tipico paziente geriatrico” rispondeva: <Pensa al più anziano, al più malato, al più complicato ed al più fragile dei tuoi pazienti…affetto di solito da malattie multiple, portatore di deficit funzionali. I suoi problemi di salute sono cronici, solo in parte reversibili…>.

L’anziano fragile è frequentemente disabile e spesso presenta  problematiche di tipo socio economico come solitudine e povertà. Generalmente le sue patologie, interagendo tra di loro, si presentano in maniera atipica, rendendo difficile una diagnosi precisa; frequenti risultano pure le complicanze a cui va soggetto come malnutrizione, disidratazione, confusione mentale, reazioni da farmaci, infezioni; a volte le complicanze sono anche chirurgiche. Tali situazioni portano spesso alla perdità dell’autosufficienza con conseguente  istituzionalizzazione e, talora, può intervenire anche il decesso.

L’invecchiamento della popolazione, caratterizzato in particolare dall’aumento degli  ultraottantenni (grandi vecchi) comporta un aumento significativo di soggetti  affetti dalla cosidetta sindrome clinica da fragilità. La conoscenza scientifica geriatrica ha sviluppato, nell’ultimo ventennio, una particolare modalità di approccio all’anziano fragile rappresentata dalla  valutazione multidimensionale geriatrica e da un modello di assistenza continuativa che consente il proseguimento delle cure dall’Ospedale al Territorio.Tali modalità di intervento  si sono dimostrate in grado di ridurre il numero dei ricoveri nei reparti di degenza Ospedaliera con conseguente riduzione dei costi sanitari, miglioramento della qualità della vita dei pazienti e sollievo per i familiari.

L’Unità di Valutazione Geriatrica (UVG) ha il compito di elaborare un piano di assistenza personalizzato, di individuare  le strutture e i servizi  più adeguati per il singolo paziente (Assistenza Domiciliare Integrata, Residenza Sanitaria Assistita, Medico di Medicina Generale, Ospedale per Acuti, Lungodegenza Geriatrica Riabilitativa, Day Hospital, Centro Diurno, Servizi Sociali, etc), di verificare periodicamente l’efficacia degli interventi  e se necessario di modificarli. Tutti i servizi e le strutture della rete devono essere in collegamento. Il modello della continuità assistenziale  proposto per l’anziano fragile può fornire risposte continue, globali e modificabili nel tempo. Qualitativamente adeguato ai bisogni, si è dimostrato economicamente vantaggioso in quanto riduce il ricorso all’ospedalizzazione del paziente, a volte impropria, e può risolvere il problema delle dimissioni difficili e dei ricoveri ripetuti con conseguente riduzione dei costi dell’assistenza ospedaliera, che più di ogni altra voce incide sulla spesa sanitaria.

Le conoscenze Scientifiche Geriatriche sull’anziano fragile  hanno consentito di sperimentare idonei  modelli di cura grazie anche alla specifica formazione Gerontologico Geriatrica degli operatori dell’Unità Valutativa Geriatrica.

Sempre sull’anziano fragile Hazzard più di recente ha scritto “… un uomo, o più spesso una donna, che vive sul  filo del rasoio, in bilico tra il mantenimento della propria indipendenza e il rischio di una tragica cascata di eventi patologici, disabilità e complicanze, che troppo spesso si dimostrano irreversibili, rappresentando i più complessi problemi che i medici e tutte le figure professionali sanitarie si trovano a dover affrontare…”

Prevenzione dell’Osteoporosi nelle pazienti operate di tumore del seno

Prevenzione dell’Osteoporosi  nelle pazienti  operate di tumore del seno

A cura di: Dott. Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi – Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

Il tumore della mammella è una delle più comuni malattie tumorali della donna, ma, fortunatamente, la mortalità per questa  malattia  è diminuita drasticamente negli ultimi anni per la possibilità di una diagnosi precoce e la maggiore efficacia del trattamento terapeutico. Una caratteristica peculiare di questo tumore è la sua sensibilità agli ormoni sessuali femminili. Pertanto, oltre a interventi terapeutici  come la chemioterapia e la radioterapia sono state introdotte terapie con farmaci che determinano la  riduzione della secrezione di tali ormoni o della loro attività. Tra i farmaci più usati nel trattamento del tumore mammario si riconosce il Tamoxifene, sviluppato negli anni ‘70 e che è stato il farmaco di prima scelta per almeno i 20 anni successivi; più recentemente, sono entrati nella pratica clinica anche gli inibitori dell’aromatasi.

In questa trattazione, non ci addentriamo nella indicazione clinica sulla scelta di un farmaco rispetto all’altro, che spetta ovviamente all’Oncologo, ma ci limiteremo esclusivamente a considerazioni legate agli effetti collaterali di questi farmaci nei confronti dell’Osteoporosi. E’ da rilevare che, mentre gli inibitori dell’aromatasi aumentano il rischio di Osteoporosi, il Tamoxifene  sembra addirittura  ridurlo. Quest’ ultimo farnaco ha un’azione antiestrogenica selettiva, agendo, in questa, soprattutto a livello mammario più che a livello osseo.

L’Osteoporosi, come è noto, è una malattia in cui vi è  riduzione della densità minerale ossea (BMD) che determina una fragilità dello scheletro e un aumento del rischio di fratture con conseguenze, a volte, invalidanti  e con impatto notevole sulla qualità della vita. Malattia silente e insidiosa, spesso il sintomo del suo esordio è una frattura. L’incidenza delle fratture da fragilità ossea nelle donne sopravissute al tumore mammario  è  superiore a quella riscontrabile in donne sane.

Una strategia di prevenzione dell’Osteoporosi si rende, pertanto, necessaria  nelle donne affette da tumore mammario, soprattutto se assumono terapia con inibitori dell’ aromatasi  o hanno seguito altri interventi terapeutici, quali la chemioterapia o la  radioterapia. Altrettanta attenzione andrà riservata anche per queste pazienti alla individuazione degli altri fattori di rischio di Osteoporosi. La densità minerale ossea andrà monitorata almeno ogni 2 anni. Un trattamento  terapeutico si renderà necessario, soprattutto, nelle pazienti con una perdita annuale della densità minerale ossea del  5 % o più.

Grande successo per la Prevenzione della Osteoporosi In Casa di Cura Rizzola

Fa piacere evidenziare che l’annuncio della settimana si Prevenzione della Osteoporosi  che si svolge nella Casa di Cura Rizzola e condotto dallo specialista Dott Francescon ha avuto una risposta eccezionale.

In due giorni si sono esauriti i  posti a disposizione  e tutt’ora continuano ad arrivare telefonate per prenotare tale esame e i consigli  dati dallo specialista.

La gente ha capito l’importanza di tale esame che rientra nella Prevenzione di cui noi ci battiamo da tempo

Tutte le donne dopo i 40 -50 anni dovrebbe sottoporsi a tale esame e seguire i consigli dello specialista su eventuale dieta o terapia

Specialmente le donne in menopausa e le donne che sono state operate di isterectomia e di neoplasia mammaria, sia che siano in terapia ormonale o meno ma specialmente  quelle che assumono farmaci tipo Nolvadex, Femara o simili dopo intervento per neoplasia mammaria.

Prossimamente  il Dr Francescon sarà ospite della mia trasmissione ” Tre minuti per la tua salute” e lo intervisterò per avere in diretta consigli su tale patologia

Depliant per l’iniziativa di Prevenzione dell’Osteoporosi in Casa di Cura Rizzola a cura del Dr Francescon

Nel depliant che che potete vedere e scaricare potete leggere  il programma e le finalità di questa interessante iniziativa

 

3_Depliant Settimana Disturbi Osteoarticolari

Anche a San Donà presso la Casa di Cura Rizzola La Prevenzione della Osteoporosi con il Dott Francescon

Con grande piacere e soddisfazione annunciamo una iniziativa che porta lustro alla Città di San Donà e alla Casa di Cura Rizzola

Nella Casa di Cura Rizzola si è sempre tenuta in considerazione la Prevenzione con varia iniziative (melanoma, Neoplasia mammaria ecc ) e oggi anche per la osteoporosi

Il Dott. Francescon partecipa ad un progetto Nazionale sulla prevenzione dell’Osteoporosi

Il Dott. Francescon Alessandro, che conduce l’Ambulatorio di Osteoporosi della Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola , è stato invitato a dare la sua adesione a partecipare al progetto “Amico- Settimana Nazionale dei disturbi osteoarticolari” che vede coinvolti 100 Centri di Eccellenza di tutta Italia.

Il prestigioso Progetto, alla sua prima edizione, è stato promosso dalle più importanti Società Scientifiche Italiane. La SIOMMS,Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, la SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, la SIR, Società Italiana di Reumatologia, la ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici e la FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro hanno deciso di promuovere la “Settimana dei disturbi Osteoarticolari”, in programma , dall’8 al 12 ottobre 2012.

L’iniziativa prevede un indagine conoscitiva su un campione di medici e pazienti nella seconda settimana di Ottobre. In Centri specializzati distribuiti su tutto il territorio Nazionale si eseguiranno visite gratuite a favore dei cittadini che ne faranno richiesta, telefonando dal 1 ottobre 2012 al Numero Verde 800 122 793 (giorni feriali ore 9-18). Il paziente sarà informato sulle strutture più vicine alla sua residenza , che partecipano al Progetto e potrà, quindi, prenotare una visita gratuita fino ad esaurimento della disponibilità delle visite.

Nella Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, il Progetto sarà indirizzato alla Prevenzione dell’Osteoporosi, patologia sotto- diagnosticata, la cui diagnosi precoce, oggi possibile, consente di attuare adeguate norme di prevenzione e terapia.

 

 

Prevenzione dell’Osteoporosi e individuazione dei soggetti da sottoporre all’indagine di densitometria ossea

Prevenzione dell’Osteoporosi e individuazione dei soggetti da sottoporre all’indagine di densitometria ossea

 A cura di : Dott.Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi- Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

 

L’ osteoporosi è una malattia in cui vi è la riduzione della densità minerale ossea (BMD), ciò porta a una fragilità dello scheletro e ad un aumentato rischio di fratture, in particolare a livello della colonna vertebrale, dell’anca e del polso. La prevenzione delle fratture è un obiettivo che  consente un miglioramento della qualità della vita per la riduzione della disabilità e la  riduzione dei costi socio sanitari derivanti dalla perdita dell’autosufficenza.

Conoscere i fattori di rischio dell’osteoporosi che ci riguardano è il primo passo per rallentare o prevenire questa malattia. E’ possibile, infatti, rallentare la perdita  dei sali minerali e della massa dell’osso intervenendo sul suo turnover, cioè sul processo di rimodellamento dell’osso.

Esistono strategie di intervento  che possono prevenire o ridurre gli effetti dell’osteoporosi, una volta che si è riconosciuto il rischio.La densitometria ossea associata ad una esperta valutazione clinica si può ritenere adeguata ai fini  di una prevenzione e cura dell’osteoporosi sia per il maschio che per la femmina.

Il fumo di sigaretta, l’assunzione in eccesso di alcol e di caffè, le sostanze stupefacenti, l’uso di determinati farmaci che interferiscono sul metabolismo osseo risultano fattori di rischio di osteoporosi per entrambi i sessi.

Nel maschio, inoltre, il 25-30 % è destinato a incorrere in una frattura da osteoporosi nel corso della vita con elevate conseguenze invalidanti e, anche per questo motivo, l’osteoporosi viene sempre più studiata anche nei maschi. Spesso è  conseguenza o associata ad altre patologie croniche come la  bronchite cronica ostruttiva,  l’insufficenza renale cronica , le epatopatie croniche, etc. Altri fattori di rischio sono: precedenti fratture da fragilità, familiarità per osteoporosi e fratture ossee, ipogonadismo, presenza di malattie osteopenizzanti (malattie reumatiche,emolinfopatie, malattie neoplastiche,etc),disendocrinopatie (Iperparatiroidismo,Sindrome di Cushing ,Ipertiroidismo ,Diabete mellito di tipo I e altre malattie endocrine), riscontro radiologico di osteopenia o deformazioni vertebrali, distrurbi nutrizionali comportanti  ridotto introito di calcio e Vitamina D, magrezza con indice di massa corporea <19 , patologie comportanti malassorbimento intestinale,allettamento prolungato e altri fattori di rischio meno frequenti.

Nella donna il rischio di osteoporosi  aumenta in quanto a tutte le patologie e i fattori di rischio su considerati si possono addizionare altri fattori di rischio quali la menopausa precoce (<45 anni), alterazioni del ciclo mestruale con periodi di amenorrea superiori a sei mesi, ipogonadismo , ovariectomia in età fertile.Questi ultimi fattori di rischio, attribuibili al sesso femminile, rendono auspicabile che l’indagine strumentale della densità ossea sia effettuata in epoca peri-post menopausale, quando  per il venir meno della funzione ovarica  si  determina un aumento del riassorbimento del tessuto osseo. La densitometria ossea è, infatti, un esame importante per decidere se prescrivere una terapia ormonale estrogenica sostitutiva alle donne in menopausa, soprattutto se con sindrome climaterica. L’esecuzione della densitometria ossea è indicata, inoltre, anche per il monitoraggio della terapia antiosteoporotica in atto, per entrambi i sessi.

Per quanto riguarda il paziente anziano, va fatta una  citazione particolare sull’uso dei farmaci. L’anziano, spesso, assume molti  farmaci ed è importante conoscere  la loro eventuale azione sul metabolismo osseo. Particolare attenzione va posta all’uso di cortisonici, se assunti per un periodo prolungato, immunosoppressori, chemioterapici, anticonvulsivanti  e molti altri.

In conclusione, si rende necessario  individuare i  pazienti che per fattori genetici , o  per la presenza di fattori di rischio o patologie pregresse o  in atto, è opportuna l’esecuzione della densitometria ossea visto che la riduzione  della densità minerale ossea (BMD) rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per le fratture da fragilità. In particolare, questo tipo di esame e la valutazione clinica  vanno fatte negli anziani affetti da una polipatologia e  che assumono molti farmaci, con frequenti episodi di caduta, fattore, quest’ultimo, determinante  la frattura  da fragilità.