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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for mendicanti molesti

ROM e RUMENI: disinformazione per ignoranza o una informazione falsa ?

 

In un articolo sulla Nuova Venezia  del giorno 22 corrente mese si legge che la Comunità Rumena di San Donà si sarebbe sentita discriminata per fotografie di case e casette appartenenti ai Rom che risiedono in Romania  e da odio , a dir loro fomentato da commenti che sono apparsi su San Donà + Sicura.

Ci siamo incontrati con il sig. Daniel Saboanu  che è esponente della Comunità Rumena a San Donà e Presidente da anni della Associazione Socio – Culturale Rumena  DECEBAL – TRAIAN  , persona che conosco da anni e che stimo per il suo impegno. Chi meglio di lui poteva dare un giudizio sulle affermazioni che si ritrovano nell’articolo ? Ed ecco cosa è venuto fuori dalla chiacchierata :

“Prima di tutto, quella intervista evidenzia dei dubbi sulla razionalità del intervistato per il semplice motivo che a San Dona non c’è un’altra associazione oltre la nostra, almeno che qualcuno non si spacci per il rappresentante della comunità romena, e  solo se è un prete, ma di solito i preti non rilasciano interviste.”

Il sottoscritto  ha molte infermiere rumene in reparto e in sala operatoria e sono ragazze stupende sia dal punto di vista professionale che umano ed hanno come piace a me sempre il sorriso con gli ammalati e con me. Mi dicono tutte che si sentono bene con noi italiani e che nessuno li discrimina.

Quasi tutte sono su FB. e nessuna ha trovato da ridire qualcosa e in merito alle foto delle villette ; tutte concordano che sono vere e le hanno viste anche loro. Tra l’altro sono un po’ tutte simili come costruzioni  e sono grandi in merito alla ricchezza e alla potenza di tali zingari)

Un  anestesista rumeno mi ha mostrato immagini  simili che ha nel telefonino ed ha confermato tutto. MI ha detto che loro in Romania hanno gli stessi problemi con i ROM . Da loro non è vietato l’accottaggio ma in molti comuni vi è una disposizione del Comune che lo proibisce  e hanno i cartelli che lo vietano fuori dei negozi e ai semafori.

E i sign. Daniel mi darà una foto del cartello che da loro è appesa fuori dai negozi e ai semafori, simile a quello che abbiamo fatto noi. .

 Ma il concetto è sempre lo stesso: l’elemosina si può chiedere ma non deve essere insistente e con minaccia e con minori per impietosire la gente.

Nessuno non conosce la provenienza di denaro di quelle ville però siamo sicuri che non sono ne uomini d’affari e ne politici non gestiscono ne fabbriche e non sono ne in parlamento, quindi qualche pensiero di illegale può averlo chiunque.

Certamente molti rom chiedono la elemosina e poi portano i soldi nel loro villaggi assieme a merce rubata.

Il sign Daniel ha fatto notare che affettivamente molti confondono ROM con Rumeni ma dipende dalla ignoranza.  I Rom si trovano in molti paesi sia in Romania , come in altri paesi dell’est ma anche in Italia.

Sempre il Sign Daniel continua “. Non tutti i rom sono medicanti, (quelli di San Dona si) o malvagi. Ha detto di  conoscere dei rom che si sono convertiti al cattolicesimo tenendo conto che loro non hanno una religione, Non vogliamo  generalizzare, dice,  ma notiamo che in Italia come dicono tutti è la certezza della pena ce manca  piuttosto che mancanza delle leggi.

Di tutte queste cose ho parlato con il Sign Daniel che ha confermato quanto mi dicono tutti i rumeni che conosco. Anche lui si trova su FB e  guarda con interesse le nostre pagine e non si sente discriminato e offeso in quanto sa benissimo che quello che pubblichiamo si riferisce ai ROM e non ai Rumeni. Secondo lui tutti i Rumeni lo capiscono e  e non si sentono discriminati e sono integrati bene tra la nostra popolazione .

 In conclusione ribadiamo cheSe i Mendicanti molesti di San Donà sono dei ROm  è la sola Verità
Se questi ROM vengono dalla Romania è verità appurata
Se le villette pubblicate sulla pagina sono villette di ROM è documentato anche se quelle postate non appartengono ai ROM che abitano a San Donà. Tutti i Rumeni lo riconoscono e alcune sono fatte da ROM che portano soldi dall’Italia  mentre altre sono costruite con traffici illeciti
Ma questi sono problemi noti e documenati
Non vedo il perchè dire queste verità sia incitare all’odio come mi ha detto anche il Sig Daniel come rappresentante della Comunità Rumena
Noi però mettiamo sempre bene in chiaro che sono ROM e non Rumeni.
Quindi i Rumeni non possono offendersi.La ringrazio

ROM e RUMENI: disinformazione per ignoranza o una informazione falsa ?

 

In un articolo sulla Nuova Venezia  del giorno 22 corrente mese si legge che la Comunità Rumena di San Donà si sarebbe sentita discriminata per fotografie di case e casette appartenenti ai Rom che risiedono in Romania  e da odio , a dir loro fomentato da commenti che sono apparsi su San Donà + Sicura.

Ci siamo incontrati con il sig. Daniel Saboanu  che è esponente della Comunità Rumena a San Donà e Presidente da anni della Associazione Socio – Culturale Rumena  DECEBAL – TRAIAN  , persona che conosco da anni e che stimo per il suo impegno. Chi meglio di lui poteva dare un giudizio sulle affermazioni che si ritrovano nell’articolo ? Ed ecco cosa è venuto fuori dalla chiacchierata :

“Prima di tutto, quella intervista evidenzia dei dubbi sulla razionalità del intervistato per il semplice motivo che a San Dona non c’è un’altra associazione oltre la nostra, almeno che qualcuno non si spacci per il rappresentante della comunità romena, e  solo se è un prete, ma di solito i preti non rilasciano interviste.”

Il sottoscritto  ha molte infermiere rumene in reparto e in sala operatoria e sono ragazze stupende sia dal punto di vista professionale che umano ed hanno come piace a me sempre il sorriso con gli ammalati e con me. Mi dicono tutte che si sentono bene con noi italiani e che nessuno li discrimina.

Quasi tutte sono su FB. e nessuna ha trovato da ridire qualcosa e in merito alle foto delle villette ; tutte concordano che sono vere e le hanno viste anche loro. Tra l’altro sono un po’ tutte simili come costruzioni  e sono grandi in merito alla ricchezza e alla potenza di tali zingari)

Un  anestesista rumeno mi ha mostrato immagini  simili che ha nel telefonino ed ha confermato tutto. MI ha detto che loro in Romania hanno gli stessi problemi con i ROM . Da loro non è vietato l’accottaggio ma in molti comuni vi è una disposizione del Comune che lo proibisce  e hanno i cartelli che lo vietano fuori dei negozi e ai semafori.

E i sign. Daniel mi darà una foto del cartello che da loro è appesa fuori dai negozi e ai semafori, simile a quello che abbiamo fatto noi. .

 

Ma il concetto è sempre lo stesso: l’elemosina si può chiedere ma non deve essere insistente e con minaccia e con minori per impietosire la gente.

Nessuno non conosce la provenienza di denaro di quelle ville però siamo sicuri che non sono ne uomini d’affari e ne politici non gestiscono ne fabbriche e non sono ne in parlamento, quindi qualche pensiero di illegale può averlo chiunque.

Cretamente molti rom chiedono la elemosina e poi portano i soldi nel loro villaggi assieme a merce rubata.

Il sign Daniel ha fatto notare che affettivamente molti confondono ROM con Rumeni ma dipende dalla ignoranza.  I Rom si trovano in molti paesi sia in Romania , come in altri paesi dell’est ma anche in Italia.

Sempre il Sign Daniel continua “. Non tutti i rom sono medicanti, (quelli di San Dona si) o malvagi. Ha detto di  conoscere dei rom che si sono convertiti al cattolicesimo tenendo conto che loro non hanno una religione, Non vogliamo  generalizzare, dice,  ma notiamo che in Italia come dicono tutti è la certezza della pena ce manca  piuttosto che mancanza delle leggi.

Di tutte queste cose ho parlato con il Sign Daniel che ha confermato quanto mi dicono tutti i rumeni che conosco. Anche lui si trova su FB e  guarda con interesse le nostre pagine e non si sente discriminato e offeso in quanto sa benissimo che quello che pubblichiamo si riferisce ai ROM e non ai Rumeni. Secondo lui tutti i Rumeni lo capiscono e  e non si sentono discriminati e sono integrati bene tra la nostra popolazione .

 In conclusione ribadiamo cheSe i Mendicanti molesti di San Donà sono dei ROm  è la sola Verità
Se questi ROM vengono dalla Romania è verità appurata
Se le villette pubblicate sulla pagina sono villette di ROM è documentato anche se quelle postate non appartengono ai ROM che abitano a San Donà. Tutti i Rumeni lo riconoscono e alcune sono fatte da ROM che portano soldi dall’Italia  mentre altre sono costruite con traffici illeciti
Ma questi sono problemi noti e documenati
Non vedo il perchè dire queste verità sia incitare all’odio come mi ha detto anche il Sig Daniel come rappresentante della Comunità Rumena
Noi però mettiamo sempre bene in chiaro che sono ROM e non Rumeni.
Quindi i Rumeni non possono offendersi.La ringrazio

Ritorniamo su l problema dei Mendicanti Molesti.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorniamo sul problema dei Mendicanti Molesti.

Vedete che non li chiamiamo Rom o Zingari o Sinti  ma solo Mendicanti. Nessuno ci potrà dire che siamo razzisti. Il mendicante non è una razza.

Il mendicante è colui che mendica l’elemosina e che vive di elemosina. Può chiedere l’elemosina perché non ha altri aiuti e deve vivere ( si dice anche vivere di elemosina). Ma ci sono anche persone che vivono di elemosina perché vogliono vivere in un mondo che non è più il loro mondo.

Ma ci sono anche i mendicanti che vivono di elemosina in quanto non vogliono vivere lavorando e preferiscono vivere a spese degli altri. E questi sono quelli che noi chiamiamo mendicanti molesti. Molesti perché pretendono di vivere con le nostre elemosine.

Non si proibisce di chiedere l’elemosina ma si deve proibire di vivere pretendendo l’elemosina.

Noi siamo liberi come dice in un suo post pubblico su Face Book Andrea M.

“Ma se facciamo che i miei soldi li do a chi mi pare, va bene lo stesso?”

Certo che va bene ma credo che nessuno darebbe i soldi se li vengono chiesti con insistenza e con minacce come spesso accade ( basta leggere le testimonianze)

Una minoranza di persone ( una vera minoranza) talvolta scrive che  “ io non sono stato molestato; do normalmente l’euro quando vedo uno che lo chiede…”; certamente uno può dare l’euro perché ne ha tanti ma se ne ha pochi fa fatica a darli anche se lo chiedono con insistenza.

In sostanza nessuno è contro una persona che vive medicando se lo fa educatamente senza carpire la fiducia e la pietà ( vedi falsi invalidi e vedi uso di minori per impietosire) ma noi siamo contro i mendicanti di qualsiasi etnia siano che pretendono.

Un pò come i rifugiati che pretendono di essere mantenuti con una vita di lusso. Tutti avrete letto quei rifugiati che trasportati in un Resort di lusso in Sardegna hanno preteso di tornale a Napoli in quanto in Sardegna erano lontani da città ( pur avendo piscina e televisione satellitare in stanza)

Riporto qui sotto l’articolo che il buon De Bortoli del Gazzettino ha scritto. Riportiamo la versione purgata che si trova online

“ Il racket dei mendicanti inizia in via Verdi a San Donà. Il ritrovo di una banda composta da sei-sette accattoni romeni è tutte le mattine, attorno alle 9,30, nel parcheggio tra l’ospedale e il parco Europa, per poi dividersi le zone della città, lasciando un “presidio” di questuanti nell’area.

Una situazione che ha esasperato i commercianti: «Da oltre un anno dobbiamo fare i conti con richieste pressanti, affronti, minacce, un clima pesante che manda via la clientela». In tutto una decina di esercizi, due bar e un supermercato che ha dovuto assumere una guardia per impedire agli accattoni di infastidire i clienti. Il capobanda sarebbe un uomo corpulento sui quarant’anni spalleggiato da due fratelli, moglie e due figli.

Chi si rifiuta di aiutarli o dare l’elemosina subisce dispetti, insolenze e intimidazioni. Uno degli esercenti ha denunciato il furto della propria bicicletta. «Ho negato al capobanda di venire a ricaricare il telefonino in negozio quando si è presentato con un iPhone di nuova generazione del valore di 700 euro. Ha minacciato di denunciarmi al mio principale, dicendo che vado al bar invece di lavorare. Dopo qualche giorno la bici è sparita».

Sono  soggetti ben noti alla polizia urbana e schedati dalla stessa, che si trovano ogni giorno fuori e dentro l’Ospedale di San Donà, fuori e dentro della Casa di Cura Rizzola, all’esterno del supermercato Lidl, del supermercato Dpiù , del supermercato Winner  e nei vari parcheggi di San dona di Piave. Queste persone molestano a volte pesantemente i cittadini non solo sollecitando l’elemosina ma a volte strattonandoli e offendendoli e creando paura con i loro atteggiamenti.

Queste persone vivono in una casa disabitata vicino al cimitero, usufruendo dei servizi collegati all’abitazione che ora abbiamo appurato da una nostra visita non esistere più essendo stati rovinati. Fanno i loro bisogni nei bagni dell’Ospedale, della Casa di Cura, del Supermercato Lidl. Esistono documentazioni fotografiche e filmati del loro comportamento. Gli stessi soggetti  considerazioni questo un lavoro  ( come sentito personalmente alla mattina quando in gruppo si dividono i posti e gli orari ) . Non accettano alimenti ma vogliono soldi e come da documentazione spendono i loro soldi in smartphones, in sigarette in Ipads e in gratta e vinci ( oltre naturalmente ai loro fabbisogni normali).

È mai possibile che i cittadini di San Donà non possono andare tranquillamente alla Santa Messa? andare tranquillamente a fare la spesa ad un supermercato ? andare tranquillamente all’Ospedale o in Casa di Cura senza essere continuamente vessati da richieste insistenti e da minacce a volte se non si cede all’elemosina?

Dopo aver parlato con dirigente del supermercato Lidl abbiamo saputo  che avendo appreso di perdere clienti proprio per la presenza di questi mendicanti sono stati costretti ad assumere delle persone che allontanino questi mendicanti.

E di questa settimana la notizia che a Catania è stato un esposto un cartello che invita i clienti a non dare l’elemosina in quanto questi mendicanti guadagnano più di un operaio specializzato.

 

 

E non si dica che non è vero in quanto il Supermercato a Catania ha raccolto le prove che questi mendicanti andavano alla sera a dare le monete e a farsi cambiare in denaro in carta.

Ma anche noi abbiamo raccolto la documentazione che i nostri mendicanti vanno a cambiare soldi alle sera in genere di 100 a 150 euro fino ad un massimo di 280 euro  .

Chi di voi può guadagnare comodamente tanti soldi

E pensate che lo fa con i nostri soldi

Noi di San Donà + Sicura ha preparato un altro cartello diverso da quello di Catania. Noi vogliamo fare vedere che non siam contro ROm , contro Zingari o altro , ma anzi vogliamo aiutarli se hanno fame, se non trovano lavoro. Noi li aiutano nel limite del possibile. Vi sono associazioni che aiutano tutti italiani e stranieri nel bisogno. Non regalano certamente smarthones o Ipads o sigarette  o televisioni al plasma ma aiutano realmente

E allora diamo a tutti i negozianti che lo desiderano questo caratello plastificato

 

 

Due signore oggi sul sito di San Donà + Sicura hanno lanciato l’idea “ Domani andiamo anche noi al LIDL a chiedere l’elemosina e vediamo se facendo la concorrenza la gente li da a noi o a loro “

I cittadini chiedono quando si potrà ritornare ad avere una città nella quale  noi tutti possiamo uscire tranquillamente e passeggiare sia di giorno che di sera; quando potremmo andare nei luoghi di cura; quando potremo andare alla Santa Messa o quando potremo recarci nei supermercati a fare la spesa senza essere continuamente vessati da queste persone

Portiamo qui una testimonianza di alcuni giorni fa

Testimonianza

Ancora mendicanti molesti! 
5 minuti fa volevo portare assieme a mio padre dei vestiti vecchi nel bidone della Caritas di San Pio X. Arriviamo, non facciamo a tempo a mettere giù la macchina che 2 persone, sempre le solite che chiedono l’elemosina dopo le messe (un uomo e una donna) ci braccano, aggredendoci e chiedendo di dare loro i sacchetti. Su 4 sacchi, per paura di ritorsioni, gliene abbiamo consegnati 2, e già per i 2 sacchi che abbiamo messo dentro erano molto scocciati, quasi avessi buttato via un tesoro.
Contemporaneamente, arriva una ragazza da sola, che ancora prima di scendere dalla macchina si sente chiedere “Hai vestiti?”
Lei, più risoluta di noi, scarica tutto e fa per mettere tutto dentro il bidone, intimandoli (alzando la voce) di andarsene e chiedendo rispetto. I due mollano la presa, ma se ne alza un terzo (più vecchio) e le va incontro. Quando vede che la ragazza non ha nessuna intenzione di dare loro niente, prima le prende il braccio, poi le blocca con la forza il maniglione che va tirato per mettere i sacchi dentro il contenitore. Io e mio padre, che eravamo rimasti nei paraggi di proposito visto che lei era sola, interveniamo per separarli, e per far finire il lavoro alla signorina. Il vecchio inizia a blaterare qualcosa in una lingua che non ho capito, si allontana mettendosi le mani nei capelli e mostrandoci il dito medio.

In genere la tattica non è violenta ma molesta certamente

Fuori dalla chiesa alla uscita della S. Messa chiedono qualcosa per mangiare e lamentandosi che hanno fame. Lo stesso fuori dall’Ospedale. Mentre all’eterno dei Supermercati chiedono di la moneta che era stata messa nel carrello. Sono sia lui che la donna insistenti anche se all’inizio cercano di aiutare le persone anziane a portare il carrello e a depositare le borsette in macchina. Ma diventano poi molesti anche se questi sono pacifici se non le viene dato nulla. Ma è difficile per una persona anziana o per una donna con dei bambini riportare il carrelli indietro e riprendere la monetina.

E’ vero che sono un euro o due euro e si possono dare ma non tutti possono e poi ognuno può dare un obolo a chi vuole ma non piace darlo a chi lo chiede e quasi lo pretendente

San Donà + Sicura si sta muovendo

Occhio Sandonatese ha scritto oggi a proposito dell’articolo sul gazzettino “ Parlano.. tutti parlano.. ma nessuno fa niente “

San Donà + sicura si sta muovendo

Ha trovato i proprietari della Casa in cui vivono in Viale Primavera. Le voci erano tante e tanti dicevano che era del Comune. Noi abbiamo trovato i proprietari ed abbiamo fatto un esposto al Comune  e tramite Il Comune e l’ASL  è stato fatto un sopralluogo ed ora si sta facendo una ordinanza di sgombero e messa in sicurezza della struttura

Per le elemosine con moleste abbiamo ideato un manifesto per i negozi che lo vogliono.

Non è contro i ROM o gli Zingari ma contro i mendicanti molesti, siano italiani o di altra etnia

Se uno è mendicante può essere di tante razze e se è molesto lo può essere di tante etnie.

Noi vogliamo riportare San Donà alla Vita di 10 anni fa

Questa settimana i giornali hanno riportato che San Donà è la 50 città più vivibile in Italia ma…i dati si riferiscono ad anni fa

Adesso la situazione non è più la stessa. Si vive male,; i furti sono non uno ma diversi ogni giorno

Certamente noi scrivendo non possiamo fare molto. Sono i Politici e le Forse dell‘Ordine che possono fare qualcosa.

Ma noi possiamo fare opera di sensibilizzazione, possiamo aiutare le Forze dell’Ordine ma possiamo cercare di vivere in pace l’uno con l’altro senza violenza anche verbale che vediamo e sentiamo ogni giorno

Protocollo ” Mille occhi Sulla Città ”

PROTOCOLLO D’INTESA

Mille occhi sulla città

Tra

Prefettura di Venezia  e     gli Istituti di Vigilanza privata operanti nella provincia di Venezia     


VISTO il Protocollo di intesa sottoscritto in data 11 febbraio 2010 dal Ministro dell’Interno, dall’ANCI e dalle Associazioni rappresentative degli Istituti di Vigilanza privata, denominato “Mille occhi sulle città”, con l’obiettivo di sviluppare un sistema di sicurezza volto ad integrare le iniziative pubbliche e private nella cornice della “sussidiarietà” e della “complementarietà”;

CONSIDERATO che la sicurezza dei cittadini è un bene prioritario per la collettività, alla cui salvaguardia concorre sia l’azione delle Istituzioni che dei privati;

RITENUTO necessario realizzare la massima collaborazione tra le Autorità di pubblica sicurezza, le Forze di Polizia dello Stato, la Polizia Locale e gli Istituti di Vigilanza privata, cui è demandato, ai sensi dell’art. 256/bis del RD. 6 maggio 1940, n. 635 (Regolamento per l’esecuzione del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza) e successive modificazioni, lo svolgimento dei servizi di “sicurezza complementare”, nei limiti fissati dalle disposizioni del R.D. 18 giugno 1931, n. 773 e successive modificazioni;

CONSIDERATO che, ai sensi dell’art. 1 p. 1.2 del sopracitato Protocollo d’intesa “Mille occhi sulla città”, sottoscritto in data 11 febbraio 2010, è demandato al Prefetto il compito di individuare gli Istituti di Vigilanza privata anche non aderenti ad Associazioni imprenditoriali di categoria che, su base volontaria, possono essere coinvolti nel progetto, in relazione alle dotazioni tecnologiche impiegate, al numero di guardie particolari giurate dipendenti, ai servizi svolti sul territorio;

CONSIDERATO che, in linea con i criteri suindicati e tenuto conto delle specifiche e peculiari esigenze del territorio, sono stati individuati e selezionati i seguenti Istituti di Vigilanza privata: Castellano Srl, C.D.S. Costantini Divisione Sicurezza, CIVIS Spa, North East Services Spa, Serenissima Scarl, AXITEA Spa;

ATTESO che, in conformità agli indirizzi contenuti nella circolare prot. n. 11075/110(7) in data 2 marzo 2010 del Ministero dell’Interno, il Progetto dovrà essere attivato in ogni provincia, a partire dalla città capoluogo;

RITENUTO OPPORTUNO avvalersi, attraverso la stipula di apposita convenzione, della cooperazione degli enti privati che operano nel campo della sicurezza cosiddetta “complementare”, sentito il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza  Pubblica;

CONSIDERATO che, nell’ambito della seduta del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica del 25 febbraio 2011, in relazione alle valutate specifiche e peculiari esigenze del territorio, è stato definito l’ambito operativo territoriale del Protocollo, rilevando la necessità di dover coinvolgere nella fase attuativa iniziale il Comune capoluogo, ferma restando la possibilità di estendere l’iniziativa anche agli altri Comuni della provincia, qualora interessati;

VISTO il Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773 – Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza e successive modificazioni;

VISTO il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modifiche ed integrazioni;

VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica  4 agosto 2008, n. 153;

VISTO il Decreto legge 23 maggio 2008, n. 92 recante “misure urgenti in materia di sicurezza pubblica”- convertito dalla Legge 24 luglio 2008, n. 125;

VISTA la Legge 15 luglio 2009 n. 94, e i relativi regolamenti di attuazione;

 

TENUTO CONTO che :

  • le guardie particolari giurate, nello svolgimento dei servizi di “sicurezza complementare”, affidati dalla committenza all’Istituto di Vigilanza da cui dipendono, possono  svolgere,  altresì,  compiti  di  osservazione e raccogliere elementi di informazione di particolare utilità per le Forze di Polizia e le Polizie locali per la prevenzione e la repressione di reati, nei limiti di quanto stabilito dall’art. 54 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, nonché delle determinazioni assunte dall’apposito “Tavolo Tecnico”, istituito presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, volte a promuovere la standardizzazione delle procedure e dell’impiego delle tecnologie funzionali per la comunicazione delle informazioni, di cui al Disciplinare allegato al Protocollo d’intesa “Mille Occhi Sulle Città”, sottoscritto in data 11 febbraio 2010, che si richiama integralmente (all.1);
  •  la suddetta attività di osservazione e la trasmissione delle informazioni non comporta l’esercizio di pubbliche funzioni, né può comportare costi od oneri ulteriori rispetto a quelli corrisposti dalla committenza all’Istituto di Vigilanza privata per i servizi espletati, costituendo corollario della più generale attività di vigilanza;
  • il contributo fornito dall’attività di osservazione può essere opportunamente valorizzato in un contesto informativo che riguardi ogni notizia e segnalazione alle Forze di Polizia e alle Polizie locali utile per l’ordine e la sicurezza pubblica, comprese quelle relative a fattori ambientali che incidono sulla sicurezza urbana;

 

APPROVANO

il Protocollo di intesa denominato Progetto Mille occhi sulla città”

CONVENGONO QUANTO SEGUE:

 

1.   L’attivazione del Progetto “Mille occhi sulla città “;

1.1  La Prefettura – UTG di Venezia ed il Comune di Venezia favoriscono sul territorio un piano di collaborazione informativa tra le Forze di Polizia, il Corpo di Polizia locale e gli Istituti di vigilanza privata, per il monitoraggio delle situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana, secondo criteri operativi volti a potenziare il controllo del territorio, nonché l’efficacia dell’attività di vigilanza privata di cui all’allegato tecnico al predetto Protocollo d’intesa sottoscritto in data 11 febbraio 2010 che costituisce parte integrante del presente Protocollo (all.2);

1.2     Gli Istituti di Vigilanza privata che aderiscono al progetto provvedono ad assicurare la tempestiva trasmissione di dati e di notizie di interesse, anche sulla base di eventuali segnalazioni loro pervenute, utilizzando sistemi idonei a garantire la rapida e documentata comunicazione. A tal fine adottano, di massima, misure organizzative atte ad individuare un unico punto di contatto per la trasmissione delle comunicazioni alle Forze di Polizia a competenza generale ed alle Polizie locali. Tali informazioni verranno inoltrate, in via generale, alla Sala Operativa della Questura, nel caso di segnalazioni riguardanti il capoluogo di provincia ed alla Centrale operativa del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, negli altri casi, nonché alla Sala Operativa del Comando di  Polizia locale, per quanto attiene alla sicurezza urbana;

1.3 Il Questore di Venezia, tenuto conto delle intese raggiunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nonché delle contingenze locali indica le modalità operative dell’attività di osservazione cui gli Istituti di Vigilanza privata dovranno attenersi;

2   Formazione del personale degli Istituti di Vigilanza privata impiegato nel Progetto “Mille occhi sulla città “.

2.1 L’attività formativa sul territorio provinciale del personale degli Istituti di vigilanza privata verrà espletata, senza oneri per il bilancio dello Stato, da qualificato personale della Questura e/o del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Venezia, ovvero da personale della Polizia locale di Venezia  per gli aspetti attinenti alla sicurezza urbana, allo scopo di qualificare le singole guardie giurate affinché le stesse possano interagire in modo puntuale e compiuto con una struttura istituzionale, nonché svolgere in modo adeguato l’attività di osservazione di tipo preventivo.

2.2 In sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, il Prefetto ed il Sindaco di Venezia possono valutare l’opportunità di far partecipare le guardie particolari giurate a programmate attività formative svolte nell’ambito dell’aggiornamento professionale del personale delle Forze di Polizia e di Polizia Locale normalmente impiegato nel controllo del territorio ed in attività di prevenzione.

3    Verifiche, integrazioni, modifiche e durata.

3.1 La Prefettura – UTG di Venezia effettua il monitoraggio sull’attuazione del presente protocollo, il cui esito è sottoposto semestralmente all’esame del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Le periodiche valutazioni sulla efficienza e l’efficacia delle attività regolate dal presente protocollo sono comunicate dal Prefetto al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che avrà cura di segnalare anche eventuali problematiche o proposte meritevoli di intervento a livello centrale, affinchè possano essere esaminate d’intesa con l’A.N.C.I. e le Associazioni, per la parte di rispettiva competenza, anche per eventuali integrazioni o modifiche da apportare al presente Protocollo;

3.2       Il presente Protocollo adottato con il Comune di Venezia e che potrà essere esteso anche ad altri Comuni della provincia, ha la durata di tre anni ed alla scadenza potrà essere prorogato di ulteriori tre anni.

3.3      I titolari degli Istituti di Vigilanza privata interessati devono informare dettagliatamente le guardie particolari giurate dipendenti sui contenuti del presente Protocollo d’Intesa.

4    Oneri.

4.1 II presente accordo non comporta alcun onere per il bilancio dello Stato. Gli oneri eventualmente connessi all’adeguamento delle strutture, all’approvvigionamento dei supporti tecnologici necessari ed alla formazione, saranno a completo carico degli Istituti di Vigilanza privata interessati.

 

Venezia, 21 aprile 2011

ALLEGATO 1

DISCIPLINARE PREDISPOSTO DAL TAVOLO TECNICO ISTITUITO PRESSO IL DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA VOLTO A PROMUOVERE LA STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE E DELL’IMPIEGO DELLE TECNOLOGIE

Progetto “MILLE OCCHI SULLA CITTA’

 

A)    -  DISPOSIZIONI GENERALI

1)    Il presente disciplinare – ferme restando le procedure per l’inoltro di richieste di pronto intervento e di soccorso pubblico – ha per oggetto la standardizzazione delle procedure e dell’impiego delle tecnologie per la realizzazione della collaborazione informativa tra Istituti di Vigilanza, Forze di polizia e polizia locale, così come convenuto nel Protocollo d’intesa “Mille occhi sulle città” sottoscritto l’11 febbraio 2010 dal Ministro dell’Interno, dall’A.N.C.I. e dalle Associazioni rappresentative degli Istituti di Vigilanza Privata. Il documento è stato elaborato in seno al “tavolo tecnico” previsto dal punto 1.5 del Protocollo d’intesa, composto dalle Associazioni firmatarie, dalle Forze di polizia interessate e dai rappresentanti della Polizia locale.

2)    La collaborazione informativa si realizza nella comunicazione alle Forze di polizia e, ove presente, alla Polizia locale delle informazioni assunte dalle guardie particolari giurate nel corso dello svolgimento dei servizi di vigilanza, concernenti situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana; le relative notizie dovranno essere complete ed attendibili.

3)    Il sistema dovrà consentire la comunicazione diretta, anche telefonica, tra le sale e le centrali operative delle Forze di polizia e della Polizia locale ed il Centro di coordinamento o la Centrale Operativa dell’I.V.P. attraverso procedure che garantiscano, in relazione al contenuto delle singole informazioni, la necessaria tempestività.

4)    Le sale e le centrali operative delle Forze di polizia e, ove esistenti, quelle della Polizia locale – nei limiti di cui al punto 1.3 dell’allegato tecnico al Protocollo d’intesa – dirameranno le segnalazioni di ricerca al Centro di coordinamento o alla Centrale operativa degli Istituti di Vigilanza privata.

5)    Tutte le comunicazioni dovranno essere annotate e registrate informaticamente con le modalità individuate nel presente documento, nell’ambito di quanto stabilito dall’art.54 del decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196; al riguardo, gli Istituti di Vigilanza privata dovranno attenersi ai requisiti previsti nell’emanando decreto in materia di capacità tecnica degli istituti di vigilanza attuativo delle disposizioni dell’art. 257 R.E. del T.U.L.P.S.

6)     Il sistema di gestione del flusso informativo dovrà essere compatibile con i sistemi già presenti nelle sale/centrali operative delle Forze di polizia ed in quelle della Polizia locale.

7)    Le specifiche tecniche proposte nel presente documento sono da intendersi come requisiti minimi; potranno, pertanto, essere implementate con soluzioni tecnologiche migliorative purché tali da garantire gli obiettivi prefissati in termini di prestazioni, sicurezza e gestibilità.

8)    Gli Istituti di Vigilanza privata saranno individuati dai Prefetti, in base alle specifiche esigenze del territorio e tenendo conto dei requisiti minimi di capacità tecnica e qualità dei servizi previsti dal decreto ministeriale di cui all’art. 257, comma 4, del Regolamento d’esecuzione T.U.L.P.S.

      B)  -  FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA

1)    Le segnalazioni che possono formare oggetto di comunicazione sono indicate al punto 3) dell’Allegato tecnico al Protocollo d’intesa.

2)    Tali segnalazioni saranno inoltrate dal Centro di Coordinamento o dalla Centrale Operativa degli Istituti di Vigilanza alle sale ed alle centrali operative delle Forze di polizia e di Polizia locale tramite comunicazioni telefoniche e, nei casi non urgenti, per mezzo di un sistema di Posta Elettronica Certificata – PEC. I dati contenuti nel messaggio di posta elettronica dovranno comprendere tutti gli elementi identificativi e referenziali dell’istituto di vigilanza da cui proviene la segnalazione, oltre alla data, all’indirizzo ed alla tipologia di segnalazione. Le comunicazioni saranno registrate e archiviate informaticamente da un sistema che riunisca i requisiti elencati al successivo paragrafo C).

3)    Gli eventuali oneri aggiuntivi per la realizzazione ed il corretto funzionamento del sistema di messaggistica, compresi quelli derivanti dall’installazione di programmi antivirus, nonché, qualora necessario, la formazione degli addetti alle sale/centrali operative sono a completo carico degli Istituti di Vigilanza.

4)    Il regime di ripartizione delle comunicazioni ai diversi destinatari previsti dal Protocollo è disciplinato dal punto 1.4) dello stesso laddove è previsto che le “informazioni verranno inoltrate, in via generale, alla sala operativa della Questura, nel caso di segnalazioni riguardanti il capoluogo di provincia ed alla centrale operativa del comando Provinciale dei Carabinieri, negli altri casi, nonché alle centrali operative delle Polizie locali, ove esistenti, per quanto attiene alla sicurezza urbana. Restano salve diverse modalità di comunicazione, stabilite in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.


     C)  -  SICUREZZA DELLE REGISTRAZIONI

Il supporto della memoria presso il Centro di coordinamento o la Centrale Operativa dell’I.V.P. sulla quale sono registrate le comunicazioni, per le finalità d’impiego da parte dell’Autorità giudiziaria, dovrà obbligatoriamente essere:

1)    asportabile, o trasferibile in modo non modificabile, da parte degli organi di Polizia Giudiziaria e conseguentemente sostituibile con analogo apparato, a carico degli Istituti, per garantire la continuità del servizio;

2)    leggibile attraverso un collegamento rapido ad un generico personal computer, dotato del necessario software di lettura, ma non modificabile nei contenuti;

3)    monitorabile, in locale o da remoto, attraverso la registrazione di un file di log di tutte le variazioni di stato di funzionamento dello stesso supporto (il file di log dovrà essere reso disponibile agli organi di P.G. contestualmente al sequestro del supporto);

4)    custodito con efficaci misure di protezione

 

Roma, 21 giugno 2010

ALLEGATO 2

 

ALLEGATO TECNICO AL PROTOCOLLO D’INTESA  

“MILLE OCCHI SULLA CITTA’ “

 SOTTOSCRITTO IN DATA 11 FEBBRAIO 2010

 

 1.      Caratteristiche operative del servizio.

1.1   Il servizio si basa sulla collaborazione informativa tra Istituti di vigilanza, organi di polizia e di Polizia locale, per il monitoraggio delle situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana, secondo criteri operativi volti a potenziare il controllo del territorio, nonché l’efficacia dell’attività di vigilanza privata.

1.2   La collaborazione informativa avviene tra le centrali operative degli Istituti di vigilanza – possibilmente organizzate in modo da individuare un unico punto di contatto – cui le singole guardie particolari giurate comunicheranno tutte le notizie concernenti situazioni di rilievo per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana, assunte durante lo svolgimento dei servizi di vigilanza, e quelle delle Forze di polizia e di Polizia locale.

1.3   Le sale o centrali operative delle predette forze di polizia e, ove esistenti, quelle di Polizia locale, ove non ostino esigenze di segretezza o riservatezza operativa o di tutela di dati personali, dirameranno le segnalazioni di ricerca o note d’allarme anche alle centrali operative degli Istituti, in modo che gli stessi possano allertare le rispettive pattuglie, ampliando, così, il numero di operatori in grado di verificare le diverse situazioni.

 

  1. 2.      Gestione del servizio.

2.1   Ogni notizia, sia in entrata che in uscita, sarà debitamente annotata, secondo quanto stabilito dall’art. 54 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e registrata informaticamente in base alle procedure che verranno stabilite in sede di “tavolo tecnico” di cui al punto 1.5 del Protocollo, al fine di consentire sia una rapida comunicazione che l’espletamento del controllo sulla puntuale osservanza dei nuovi criteri di interscambio da parte di tutti i soggetti interessati, estrapolando il numero delle note girate, la rispondenza ai parametri sopra introdotti, la rapidità dello scambio ed ogni altro elemento di verifica.

  1. 3.      Definizione delle informazioni che possono formare oggetto di comunicazione.

3.1 Le segnalazioni potranno riguardare:

a)      la presenza di mezzi di trasporto o di persone sospette;

b)      l’eventuale fuga di mezzi o persone dal luogo del delitto;

c)      la segnalazione di auto o moto rubate;

d)      la segnalazione di bambini, persone anziane, persone in stato confusionale ed in evidente difficoltà;

e)      la segnalazione della presenza di ostacoli sulle vie di comunicazione;

f)       l’interruzione dei servizi di fornitura di fonti energetiche;

g)              la segnalazione di allontanamento da presidi ospedalieri di persone anziane o in trattamento sanitario obbligatorio;

h)             la segnalazione di ogni altra situazione che faccia ritenere imminente la commissione di reati;

i)                le situazioni particolarmente significative di degrado urbano e disagio sociale.

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

Egregio Signor Sindaco scrivo non come Presidente del Movimento di Opinione Il Ponte, non come l’ideatore e amministratore della Pagina San Donà  Sicura nonché Coordinatore di tutta la Rete +  Sicura.

Le scrivo come cittadino di San Donà  di Piave.

Questa sera  quando mi sono recato alla Santa messa sono stato molestato pesantemente al’ingresso della Chiesa di San Pio X da uno soliti mendicanti molesti che lei conosce bene vivendo a San Donà e leggendo gli articoli e le denunce sui giornali. Sono stato molestato pesantemente perché non ho dato loro l’elemosina e non ho, secondo loro, augurato a loro una buona domenica.

Sono  soggetti ben noti alla polizia urbana e schedati dalla stessa, che si trovano ogni giorno fuori e dentro l’Ospedale di San Donà, fuori e dentro della Casa di Cura Rizzola, all’esterno del supermercato Lidl, del supermercato Dpiù , del supermercato Winner  e nei vari parcheggi di San dona di Piave. Queste persone molestano a volte pesantemente i cittadini non solo sollecitando l’elemosina ma a volte strattonandoli e offendendoli e creando paura con i loro atteggiamenti.

Queste persone come lei ben sa vivono in una casa disabitata vicino al cimitero, usufruendo dei servizi collegati all’abitazione. Fanno i loro bisogni nei bagni dell’Ospedale, della Casa di Cura, del Supermercato Lidl. Esistono documentazioni fotografiche e filmati del loro comportamento. Gli stessi soggetti  considerazioni questo un lavoro  ( come sentito personalmente alla mattina quando in gruppo si dividono i posti e gli orari ) . Non accettano alimenti ma vogliono soldi e come da documentazione spendono i loro soldi in smartphones, in sigarette in Ipads e in gratta e vinci ( oltre naturalmente ai loro fabbisogni normali).

Io oggi ho ricevuto l’attestazione di solidarietà dalle persone vicine ma certamente il diverbio e le offese non mi hanno permesso  di poter ascoltare tranquillamente la Santa Messa.

È mai possibile che i cittadini di San Donà non possono andare tranquillamente alla Santa Messa? andare tranquillamente a fare la spesa ad un supermercato ? andare tranquillamente all’Ospedale o in Casa di Cura senza essere continuamente vessati da richieste insistenti e da minacce a volte se non si cede all’elemosina?

Oggi ho parlato con un dirigente del supermercato Lidl che mi ha detto che avendo appreso di perdere clienti proprio per la presenza di questi mendicanti sono stati costretti ad assumere delle persone che allontanino questi mendicanti.

Le sembra giusto che un cittadino di questa città non possa vivere tranquillamente e debba difendersi da solo da questi individui?. Lei come Sindaco è responsabile della Salute dei suoi cittadini e per Salute si intende lo stato psicofisico del cittadino. Lei è anche responsabile della sicurezza dei cittadini e la sicurezza comprende lo stato che ogni cittadino ha di poter girare in sicurezza e in serenità per la propria città.

Chiedo e ce lo chiedono migliaia di cittadini quando si potrà ritornare ad avere una città nella quale  noi tutti possiamo uscire tranquillamente e passeggiare sia di giorno che di sera; quando potremmo andare nei luoghi di cura; quando potremo andare alla Santa Messa o quando potremo recarci nei supermercati a fare la spesa senza essere continuamente vessati da queste persone.

Le chiedo se la sua Amministrazione intende porre rimedio a questa situazione che rende poco vivibile la vita di noi cittadini. Questa lettera aperta viene messa sui Social Networks   e nel sito ”  Il Ponte”  in quanto la visibilità è alta e  in molti aspetteranno una Sua risposta per poter pensare ad un prossimo futuro più sereno e tranquillo

Ringraziandola dell’attenzione porgo distinti saluti

Madeyski Paolo

Problema di sicurezza, ma il Comune sembra non voglia decidere: quello che non avete letto da nessuna parte!

La Sicurezza ha ora un posto rilevante sui giornali. La pagina FB San Donà+Sicura sta spopolando. Sono migliaia le persone che leggono i post. Sono decine le persone che mandano segnalazioni, sono decine le persone che commentano. Ma ci sono anche persone che criticano e fanno proposte e suggeriscono soluzioni ai vari problemi della sicurezza.

Il video che abbiamo messo online dei ladri in azione a San Donà quando hanno svaligiato una casa è stato messo su YouTube con migliaia di visioni e poi è stato messo online su vari giornali del Veneto e non solo. Lo si è visto su alcune televisioni regionali sia collegate a PiaveTV ma anche indipendenti.

Tutto questo ha smosso anche la Amministrazione che ora si è vista fare dei comunicati, ricevere dei cittadini, dare delle risposte.

Ma..

Ma.. risultati fino adesso sono pochi

Oggi è apparso un articolo sul Gazzettino9che sostanzialmente riportava l’azione di alcune signore di San Donà verso la Amministrazione.

Queste donne erano state dal Vicesindaco Leo Oliviero  nell’ottobre 2013  facendo presente alcune problematiche e proponendo delle soluzioni.

Non avendo visto nessuna soluzione ai problemi che avevano posto sono tornati lunedì scorso dal Vicesindaco per sapere come mai nulla era stato fatto. Hanno riportato , come si legge sull’articolo, le problematiche già portate in ottobre  e in modo particolare hanno sollevato il problema dei vigili. Vigili che non si vedono, vigili che non sono armati e che sono impotenti. Hanno poi fatto presente  che il Nuovo Comandante Vanin potrebbe essere poco presente a San Donà , dovendo lavorare molto d’estate a Jesolo. Le donne hanno poi chiesto più attenzione e sicurezza nei parchi .

Il Vicesindaco  Leo Oliviero ha promesso, ha spiegato ma non ha convinto le donne.

La Lucia Camatta aveva scritto sula pagina di San Donà+Sicura alcuni commenti e poi mi ha mandato tutte la sua relazione su come si è svolto l’inconto di ottobre con il vicesindaco e poi le conclusioni e il commento.

Noi pubblichiamo integralmente questi documenti per poter dare modo a tutti i cittadini di sapere come sono andate esattamente le cose.

Noi ci limitiamo a riportare i documenti ricevuti e mettiamo solo alcuni commenti personali

 

Dapprima riportiamo il resoconto di perché la Lucia Camatta e le altre signore sono andata dalla Amministrazione ne mese di ottobre e ci cosa hanno parlato, che problemi hanno esposto

 

1) Primo documento di Lucia Camatta

Dopo gli ultimi episodi di violenza usati contro un diversamente abile, dipendente Asl, e una  ragazza fatta oggetto di violenza dietro il supermercato Eurospin, ho raccolto i malumori, in rete, di alcune amiche le quali mi hanno chiesto di prendere un appuntamento con l’Assessore Leo,per parlare della sicurezza di San Donà.

Detto fatto: 14 ottobre alle 1030

Ho chiesto al dr.Leo cosa sta facendo l’amministrazione per salvaguardare tale diritto dei cittadini.

L’assessore, con il Sindaco sono stati ricevuti un paio di settimane fa dal Prefetto, presente il Questore, la Provincia, le Forze dell’Ordine (di ciò, se non ricordo male, è stato dato spazio anche sulla stampa).

La richiesta della ns. amministrazione è stata quella di avere almeno una pattuglia per sorvegliare il territorio. La risposta non è stata delle più esaustive in quanto, essendo state rilevate n. 50 denunce in meno nel periodo 1 gennaio/31 luglio 2012, rispetto l’anno precedente, non viene ravvisata tale urgenza.

Sta di fatto che l’urgenza a San Donà c’è: ne è consapevole anche l’assessore c he ci informa che entro il 31 dicembre pv, attraverso una delibera, verranno armati i vigili di San Donà, nel rispetto di quanto promesso in campagna elettorale. Anche il Sindaco è d’accordo(forse un po’ meno certi consiglieri dello zoccolo duro). Se ciò non avvenisse, lascio questa poltrona, ha detto.

A gennaio pv verrà convocata la conferenza dei sindaci(programma strade sicure) I vigili, ad esempio, di Eraclea, a rotazione, controlleranno il territorio 24 su 24.

Potrebbero esser utilizzati anche i vigili di Jesolo che durante la stagione invernale risultano in esubero.

C’è stato un incontro col sindaco di Portogruaro: i soldati, circa 800, che stazionano nella caserma, potrebbero esser di supporto alle forze dell’ordine.

Abbiamo, inoltre, fatto notare, l’aumento di gente che bighellona per San Donà: di che cosa vivono? Hanno i documenti in regola? Basta andare in via vizzotto Bar Quintavalle…Dr. Leo ci conferma che i vigili urbani possono chiedere i documenti: allora che lo facciano!

Idem per parchi, mercato, o dietro il duomo dove sistematicamente ci sono due persone. Uno è fisso alla colonnina dei tikets parcheggio in Piazza Rizzo

Vicolo Nuovo: verrà installata a breve telecamera potente 24 su 24.

Abbiamo proposto di utilizzare i vigili d’argento per certi servizi di sorveglianza. Mi è sembrato disposto.

Sale gioco: non possono impedire l’apertura ma ci ha assicurato il controllo.

Spaccio dietro il Caffè Letterario: si sono già attivati e continua il controllo: dopo l’ultima retata (stampa di sabato 12 ottobre) chissà che ci sia un lungo periodo di tregua.

In conclusione

Si sa che l’Amminitrazione può fare fino a un certo punto, però, abbiamo ribadito, che si devono far portavoce presso le compenti istituzioni. Di questo sono consapevoli.

Ci siamo lasciati dicendo che li terremo monitotrizzati.

 

Dopo questo incontro vi sono stati diversi episodi  che hanno sollevato clamore. Il ragazzo Alem Saidy che è stato brutalmente pestato con fratture e intervento chirurgico in Ospedale, i furti e rapine che sono state continue e il furto nella casa del Dr Madeyski aveva destato clamore. Successivamente all’inizio dell’anno e vi è stato il Convegno sulla Sicurezza  che ha smosso la opinione. Durante il Convegno è stato reso noto il video dei ladri in azione  e successivamente il video è stato messo online e quindi pubblicato su vari giornali e trasmesso su varie televisioni regionali.

Ma tutto è rimasto invariato.

La sicurezza in Città e frazioni non è cambiata.

Il Ponte ha organizzato grazie alla collaborazione di Nicola Manente e Jesolo+Sicura la pagina su FB ” San Donà+Sicura” che in otto giorni è esplosa come persone che partecipano e fanno segnalazioni.

Bene la Lucia Camatta è tornato dopo questi mesi , lunedì scorso a parlare con il Vicesindaco Leo Oliviero per evidenziare i problemi e chiedere cosa è stato fatto.

 

Riportiamo qui il secondo documento della Lucia Camatta

2) Secondo documento di Lucia Camatta su quanto chiesto a Leo Oliviero il 4 aprile.

Sintesi dell’incontro avuto col dr. Leo in data 7 aprile 2014 ore 11.30

 

Abbiamo chiesto all’Amministrazione conto di quanto attuato da ottobre (il 19 avevamo avuto il primo incontro) ad oggi in materia di sicurezza:

Pochissimo praticamente zero!

E’ stata installata telecamera operativa h 24 in Vicolo Nuovo che non ha dato(parole di Leo) dei buoni risultati. In effetti i primi tempi è servita ora, probabilmente i malavitosi operano di nascosto la telecamera.

Vigili armati, altro nodo cruciale: si va per le lunghe. Si sta riorganizzando la polizia a mezzo di un unico distretto con i comuni del litorale e quelli dell’entroterra. Cavallino non necessita di vigili armati, Eraclea non ora, Noventa si, subito la convenzione per armamento entro estate.

Abbiamo chiesto se  un unico comando di polizia urbana penalizzi san donà favorendo per ovvii motivi jesolo (affluenza estiva): Il dr. Leo garantisce di no: il comando sarà si a jesolo ma il comune capofila sarà San Donà che organizzerà i servizi sul territorio. Praticamente comando unico su due sedi.

In una prima fase i ns.vigili rimarranno a San Donà. Una seconda fase prevede la loro mobilità (superata anche le difficoltà burocratiche per tali spostamenti).

E’ intenzione di questa amministrazione di insistere col Prefetto,attraverso una mozione , per il potenziamento di polizia/carabinieri. Se la maggioranza fosse reticente vedrà un accordo per tale mozione con la minoranza.

Parchi pubblici: c’è la volontà di impiegare “vigili/guardiani” per la sorveglianza. Mah!

Slot machine: c’è il libero mercato: verranno posizionati cartelli all’interno dei locali tipo “il gioco crea dipendenza ecc..” (vedi pacchetti di sigarette) altro non si può fare .

Stazionamento, tipo bar da Quintavalle, di persone h 24 che non fanno nulla: manderà vigili in borghese (una volta attuata la riforma del comando unico vigili) Altro mah!

Conclusioni: La burocrazia, i c.d. tavoli di lavoro la fanno da padrona: intanto noi rimaniamo in balia di chi vive di furti, di accattonaggio. Non siamo più padroni dei nostri parchi/golena; neanche di andar a far la spesa al Centro Piave perché rischi di trovarti l’auto sfregiata . ( Dice il dr.Leo che c’è una squadra di extra comunitari che arriva da Padova, di mattina, per posizionarsi al centro commerciale!)

Ci ha invitato a segnalare qualsiasi atto, situazione strana di cui fossiamo a conoscenza, attraverso segnalazione scritta ed ovviamente firmata. E ,questo atteggiamento dovremo averlo tutti noi cittadini: più denunciamo più c’è la possibilità che qualcosa cambi.

La difficoltà oggettiva c’è.  Riscontriamo però che questa Amministrazione è lenta, soprattutto non prende decisioni.

 

E adesso riportiamo l’ultimo documento della Lucia Camatta

3) Documento di Lucia Camatta con il suo commento su come la Amministrazione si sia mossa in questi mesi e cioè da ottobre ad aprile

 

Dopo il colloquio avuto in data 14 ottobre 2013 col Vice Sindaco di San Donà di Piave, dr. Leo, mi sembra che nulla sia cambiato per  quel che riguarda la sicurezza della nostra città. Anzi, continui, sono gli episodi di delinquenza che si perpetuano nel nostro paese.

Lo scenario  è tale e quale quello di ottobre: forse tendente al peggio.

Controlli, dal nostro osservatorio: zero.

Le nostre strade, i nostri bar pullulano di gente che bivacca.

Avevamo fatto presente al vice sindaco la situazione del bar Quintavalle (uno dei tanti): io passo in modo abituale davanti e questi giovani uomini stranieri stazionano praticamente lì. Ci chiediamo e chiediamo alle forze dell’ordine dove e di che vivono, hanno un lavoro che permetta loro di pagarsi un’abitazione, di fumare, di avere l’auto?

I vigili urbani chiedono loro le generalità e i permessi di soggiorno ecc?

Quando ci rechiamo al Centro Commerciale non vogliamo più esser tediate da queste persone che, se non gli dai qualcosa, rischi di trovarti l’auto strisciata. Vogliamo, ogni tanto fare una retata? E poi, la roba che vendono che provenienza ha?

Anziché mandare due vigili al mercato a misurare gli spazi, uno potrebbe esser utilizzato per altri controlli.

Anche la situazione dei parchi pubblici continua ad esser precaria.

Per la vigilanza dei parchi, avevamo proposto i vigili d’argento(in buone condizioni fisiche e dotati di cellulare). Anche questa proposta non ha avuto seguito..

Vicolo Nuovo? Telecamere funzionano?

Che cosa se ne è fatto dell’armamento della polizia locale? Quanti ancora tavoli di lavoro dobbiamo attendere prima di vederli girare armati per la nostra intristita San Donà ?  Il termine era 31.12.2013!

Ora che i due comandi della Polizia Urbana (Jesolo-San Donà) verranno unificati, questo “matrimonio”  gioverà più a noi o a Jesolo?  Ho la sensazione che durante il periodo estivo, per ovvii motivi, passeremo in secondo ordine e questo sarebbe grave. Non dimentichiamo che durante il mese di agosto di intensificano i furti nella abitazioni.

La gente sandonatese, in questo senso, non è né informata  né tutelata a sufficienza dall’amministrazione. Ne prova il fatto che, proprio in questi giorni, è sorta un’iniziativa de “Il Ponte” (che non è collegato alla politica) per migliorare la sicurezza globale(ladri, rapine, abusivi..ecc).

Slot machine: l’amministrazione ha preso qualche provvedimento?

 

Bene non mi restano commenti da fare. Abbiamo riportato  tutto

Possiamo solo fare alcune precisazioni

A) Il problema dei parchi e del ritrovamento di siringhe è un problema attuale che non ha visto soluzioni. Noi de ” Il Ponte” e “San Donà +Sicura” riporteranno le segnalazioni e le foto di questi fatti. Speriamo che serva !

B) Il problema degli abusivi e dei mendicanti violenti è stato segnalato piu volte ma non si fa nulla. Non sarebbe difficile fare visite periodiche a ore non fisse,; chiedere i documenti. Fermare e sequestrare la merce, dare multe

c)La sicurezza delle strade , dei marciapiedi e delle piste ciclopedonali è rimasto fermo. Non si è fatto nulla. Nemmeno uno specchio dove è necessario onde evitare incidenti è stato messo E sì che è stato fatto presente al Sindaco e all’Assessore competente !

d) Educazione stradale ? Nemmeno per sogno

 

Per ultimo vi riporto i consigli dati da una signora che non vuole essere razzista ma che vuole mostrare come il dare la monetina del carrello non è dare la elemosina ma fare un qualcosa non legale

 

SEI MOTIVI PER NON LASCIARE PIU’ LA MONETINA DEL CARRELLO

Premessa d’obbligo : nulla di tutto ciò che segue è a sfondo razzista.

A chi di voi non è capitato di sentirsi richiedere il carrello all’uscita del supermercato? Oramai è impossibile scampare al nero o al rumeno di turno che ti punta all’ingresso e ti insegue all’uscita. Le tecniche che utilizzano sono le più svariate, l’obiettivo sempre lo stesso : la monetina che hai messo nel carrello. Buon per loro, sono tanti coloro che cedono e credono di aver fatto una buona azione. Altri si arrendono per disperazione e donano un euro oggi per essere lasciati in pace successivamente …perché ogni supermercato ha il suo “acchiappacarrello” di turno e ti saluta all’arrivo come un amico di vecchia data. Oggi voglio darvi SEI BUONI MOTIVI per non lasciare più nemmeno un centesimo ed allo stesso tempo, oltre a non sentirvi a disagio per aver rifiutato, riuscirete a giudicare i fatti con occhio diverso.

PRIMO MOTIVO : Il tizio che vi chiede la monetina guadagna una media di 45 euro al giorno. A fine mese intasca circa 1200 euro puliti ed esentasse. Dunque un vero e proprio lavoro nero …che all’italiano non è permesso. E vi assicuro che gli “incassi” sono maggiori.

SECONDO MOTIVO : Nonostante la crisi di oggi è molto semplice e remunerativo lavorare come “acchiappacarrelli” ma l’italiano, anche volendo, non potrebbe farlo per due semplici ragioni : la prima è che il ”mercato del carrello” è oramai un vero e proprio racket gestito da gruppi di extracomunitari organizzati (che creano notevoli problemi anche agli esercenti), la seconda è che l’italiano che lavora in nero rischia di essere colpito dallo stesso Stato che non fa nulla per arginare questo fenomeno.

TERZO MOTIVO : Il ricavato di questa attività illegale è in buona percentuale inviato all’estero. Semplice fare due conti per capire quanto denaro fugge dall’economia italiana, tutto denaro che altrimenti sarebbe stato reinvestito nel mercato nostrano. Provate a fare un calcolo e vedrete che la cifra mensile sarà nell’ordine di milioni di euro.

QUARTO MOTIVO : Abbiamo visto come questa attività possa considerarsi un vero e proprio lavoro… nero. Tutti coloro che sono preposti a far rispettare le regole e le leggi lo sanno ma non fanno nulla.e probabilmente è lo stesso Stato che li mette nelle condizioni di non per poter operare. Dunque possiamo stabilire che abbiamo a che fare con una vera e propria evasione fiscale legalizzata.

QUINTO MOTIVO : Probabilmente coloro ai quali date la monetina già usufruiscono di una diaria giornaliera per l’accoglienza degli immigrati che voi già state pagando con le vostre tasse.

SESTO MOTIVO : Se lasciate la monetina diventate complici di uno Stato che non ha più la capacità di tutelare te che sei un cittadino onesto. Gli stessi motivi qui elencati sono validi per tutte le forme di “falsa elemosina” o di “tentata vendita” che oramai ci circondano.

Se siete tra i fortunati che hanno la possibilità di donare un euro (o qualcosa più) fate donazioni a favore di enti riconosciuti che operano in Italia ed all’estero, e tramite loro aiuterete davvero i malati, i bambini, le popolazioni colpite da disastri ambientali e tutti coloro che sono in difficoltà senza distinzione di razza o religione. Solo in questo modo potrete pensare di aver fatto davvero una buona azione.

 

 

 

Abbiamo smosso qualche cosa. Anche il Vicesindaco Leo Oliviero dice: Cittadini aiutate la Città

 

Abbiamo smosso qualche cosa. Noi del ” Il Ponte” siamo andati a testa bassa nel nostro progetto che pensa alla sicurezza della Città e non solo. Noi pensiamo alal sicurezza della Città ma anche di tutte le frazioni e forse anche dei comuni vicini. Noi pensaimo alal sicurezza dei cittadini.

Sembrava che ci fosse stata una polemica con l’Amministrazione, con il Vicesindaco  in quanto non avevamo invitato come relatori il Sindaco o gli Assessori al Convegno sulla Sicurezza di un mese fa. Ma noi del Il Ponte non siamo legati a nessun carro partitico ma badiamo alla politica in quanto tal ( cioè alla poles, alla gente , ai cittadini)

E siamo andati avanti. Dopo il Convegno siamo andati avanti sulla pagina di FN ” Il Ponte” e abbiamo ricevuto più di 1300 adesioni

Al convegno abbiamo conosciuto e preso contatti con Nicola Manente di Jesolo+Sicura e di Claudio Vanin, prossimo Comandate unico di Jesolo e San Donà. Si sono dimostrati disponibili ad una piena collaborazione.

Abbiamo sul loro esempio e con la loro collaborazione creato la pagina di San Donà +Sicura che metteva sul piano superiore il cittadino che ha voglia di collaborare con gli altri e con la istituzione ( Amministrazione e le varie forze dell’ordine)

La pagina di Sa Donà + Sicura sta funzionando egregiamente. La gente mette il ” mi piace” , gradisce la pagina , legge tutti i posti sempre di piu.

Se ieri vi è stato un netto aumento dopo l’articolo sul Gazzettino e la messa on line del video del furto, oggi è proseguita la corsa a mettere il ” mi piace” e a postare segnalazioni. I posto sono sempre più letti.

Siamo passati nelle ultime 24 ore da 170 ” mi piace” a 240 ” mi piace” e la lettura dei post che era ieri sera di 150 lettori per articolo, a questa ora di oggi siamo arrivati a 570 lettori di qualche articolo e certamente ora della fine giornata arriviamo a 600 visoni.

Si vede che la gente ha capito che bisogna informarsi e bisogna collaborare

Abbiamo smosso le acque e anche la Amministrazione se ne è accorta

Potete vedere allora l’articolo del Gazzettino che ho messo all’inizio dell’articolo

In questo articolo il Vicesindaco in sostanza dice quello che noi diciamo da più di un mese ” Bisogna che i cittadini collaborino con le forse dell’ordine segnalando ogni problema di pericolo, ogni violenza, ogni abusivo eccc con segnalazioni in modo da ridurre questi fenomeni . E si riferiva ai mendicanti pericolosi o in ogni ai mendicanti che molestano.

Sostanzialmente quello che noi stiamo facendo e quello che i cittadini hanno cominciato a fare in questi giorni.

La collaborazione è iniziata e aumenterà

Se ne è accorta anche la Amministrazione che si deve porre uno stop ai pericoli, agli abusivi  ai mendicanti che opprimono gli anziani e i deboli e le donne con bambini

Il dare poi la monetina e il carrello per tenere la moneta è una prassi illegale e vi riporto qui sotto le motivazioni che ho trovato presso Linda Taylor e lo riporto integralmente perchè deve fare riflettere

SEI MOTIVI PER NON LASCIARE PIU’ LA MONETINA DEL CARRELLO

Premessa d’obbligo : nulla di tutto ciò che segue è a sfondo razzista.

A chi di voi non è capitato di sentirsi richiedere il carrello all’uscita del supermercato? Oramai è impossibile scampare al nero o al rumeno di turno che ti punta all’ingresso e ti insegue all’uscita. Le tecniche che utilizzano sono le più svariate, l’obiettivo sempre lo stesso : la monetina che hai messo nel carrello. Buon per loro, sono tanti coloro che cedono e credono di aver fatto una buona azione. Altri si arrendono per disperazione e donano un euro oggi per essere lasciati in pace successivamente …perché ogni supermercato ha il suo “acchiappacarrello” di turno e ti saluta all’arrivo come un amico di vecchia data. Oggi voglio darvi SEI BUONI MOTIVI per non lasciare più nemmeno un centesimo ed allo stesso tempo, oltre a non sentirvi a disagio per aver rifiutato, riuscirete a giudicare i fatti con occhio diverso.

PRIMO MOTIVO : Il tizio che vi chiede la monetina guadagna una media di 45 euro al giorno. A fine mese intasca circa 1200 euro puliti ed esentasse. Dunque un vero e proprio lavoro nero …che all’italiano non è permesso. E vi assicuro che gli “incassi” sono maggiori.

SECONDO MOTIVO : Nonostante la crisi di oggi è molto semplice e remunerativo lavorare come “acchiappacarrelli” ma l’italiano, anche volendo, non potrebbe farlo per due semplici ragioni : la prima è che il ”mercato del carrello” è oramai un vero e proprio racket gestito da gruppi di extracomunitari organizzati (che creano notevoli problemi anche agli esercenti), la seconda è che l’italiano che lavora in nero rischia di essere colpito dallo stesso Stato che non fa nulla per arginare questo fenomeno.

TERZO MOTIVO : Il ricavato di questa attività illegale è in buona percentuale inviato all’estero. Semplice fare due conti per capire quanto denaro fugge dall’economia italiana, tutto denaro che altrimenti sarebbe stato reinvestito nel mercato nostrano. Provate a fare un calcolo e vedrete che la cifra mensile sarà nell’ordine di milioni di euro.

QUARTO MOTIVO : Abbiamo visto come questa attività possa considerarsi un vero e proprio lavoro… nero. Tutti coloro che sono preposti a far rispettare le regole e le leggi lo sanno ma non fanno nulla.e probabilmente è lo stesso Stato che li mette nelle condizioni di non per poter operare. Dunque possiamo stabilire che abbiamo a che fare con una vera e propria evasione fiscale legalizzata.

QUINTO MOTIVO : Probabilmente coloro ai quali date la monetina già usufruiscono di una diaria giornaliera per l’accoglienza degli immigrati che voi già state pagando con le vostre tasse.

SESTO MOTIVO : Se lasciate la monetina diventate complici di uno Stato che non ha più la capacità di tutelare te che sei un cittadino onesto. Gli stessi motivi qui elencati sono validi per tutte le forme di “falsa elemosina” o di “tentata vendita” che oramai ci circondano.

Se siete tra i fortunati che hanno la possibilità di donare un euro (o qualcosa più) fate donazioni a favore di enti riconosciuti che operano in Italia ed all’estero, e tramite loro aiuterete davvero i malati, i bambini, le popolazioni colpite da disastri ambientali e tutti coloro che sono in difficoltà senza distinzione di razza o religione. Solo in questo modo potrete pensare di aver fatto davvero una buona azione.”

Dove non siamo d’accordo con il Vicesindaco Leo Oliviero è dove afferma che la colpa è del fatto che i vigili sono solo 27 e sono pochi per pattugliare tutti i possibili luoghi dove tale fenomeno di abusivismo avviene.

Certamente i vigili sono sempre pochi, e più sono e meglio è  ma il problema nasce che i vigili non li vediamo mai in giro.

Se togliamo i vigili che stanno al comando di polizia e fanno i loro turni di servizio  e se vediamo quanto rimangano e anche loro fanno il loro turno di servizio allora ci accorgiamo quale sia il motivo che non se ne vedono girare per i vari posti.

Io credo che basterebbe che una pattuglia girasse 24 ore a giorno notte puntando ogni qualche giorno ai posti maggiormente frequentati e pericolosi. Se agiscono e si fanno vedere e chiedono i documenti e mettono le multe e portano le persone non regolari al comando e lo fanno in maniera sistematica si vedrà allora una diminuzione degli abusivi

Ma io non vedo quasi mai nessuno. Alla mattina e al pomeriggio quando vado e torno dal lavoro in bicicletta non vedo mai nessun vigile che ferma i ragazzi che in maniera maleducata e incivile e pericolosa disturbano il passaggio  di bicicletta e pedoni.

Perchè?

Se un vigile ogni giorno per una settimana stesse nei vali in presso di qualsiasi scuola e fermasse i ragazzi che disturbano il traffico e si fanno dare le generalità e vanno a parlare con i genitori , si vedrà nel giuro di un mese come la situazione possa cambiare. Ma non si vede nessuno

Riporto a tal proposito una segnalazione di oggi di una signora del posto ” Vorrei segnalare la difficile viabilità che avviene in Via Sabbioni il mattino intorno le ore 7,45 – 8,00 in corrispondenza dell’arrivo dei treni con studenti che si avviano verso gli istituti superiori.
Questi camminano appaiati nel senso di marcia dei veicoli, non curanti anche del passaggio del bus che a volte deve rimanere dietro di loro per non scontrarsi con i mezzi che sopraggiungono dal lato opposto.
Oltre a rendere impossibile il cammino per coloro che nel verso giusto vanno a prendere il treno”

Ecco di cosa si lamentano i cittadini. Ma i vigili saranno pochi ma nessuno si vede in giro.

Avete visto un vigile a San Donà multare una persona che che guida parlando con il cellulare e magari nello stesso momento con l’atra mano sta fumandoi una sigaretta ?

Io no, mai !

Ecco in casa Leo Oliviero sbaglia o meglio ecco cosa non fa: deve fare sì che la polizia urbano si muova e esca dagli uffici e giri e agisca. Solo così i cittadini si sentiranno sicuri

Questo è quello che i cittadini chiedono continuamente

 

 

 

 

 

 

 

 

Mendicanti che molestano e infastidiscono ma spesso violenti

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Una signora scrive:o ogni volta segnalo all’ufficio informazioni della SME pare che abbiano un guardiano che li “fa calmare” perché davvero sono sempre più aggressivi anche verbalmente.

Ma il commento che più colpisce è: ma comunque le forse dell’ordine non ci sono mai.

E’ anche vero che diverse persone mi hanno scritto o detto che a volte arrivano i vigili ma non succede nulla. I mendicanti scappano all’interno della SMe o del Centro Commerciale e tutto si ferma . Poi i vigili vanno via e tutto torna come prima.

Nello spazio davanti alla SME e fuori dal parcheggio del Centro Commerciale stazionano decine di mendicanti , se possiamo chiamarli così. Ma non solo al Centro Commerciale . Lo stesso fenomeno anche se ridotto ma solo per problemi di spazi lo troviamo all’ingresso del cimitero, al di fuori dei supermercati tipo LIDT o Winner o Eurospin ma anche fuori al parcheggio dell’Ospedale di San Donà e a quello di Portogruaro.

Episodi di mendicanti molesti, insistenti specie con le donne con bambini o con anziani sono normali.

Le violenze sono rare

Mesi fa aveva fatto notizia la vigilessa picchiata nel parcheggio dell’Ospedale di Portogruaro ma poi finì tutto li.

D’algtra parte rimane il fatto che molti mi hanno segnalato specie a voce: ma poi se li prendono e li identificano o li portano in caserma , poi vengono messi in libertà subito. La denunzia non ha seguito.

L’episodio che il Gazzettino ha segnalato va bene ma poi …..

E’ vero anche che il Centro Commerciale le ha provate tutte: dal non mettere le mote per avere i carrelli, al gettone da comperare, dalla guardie di sorveglianza , ma nulla è valso

Fino a che la polizia locale non faccia una opera sistematica d presenza e di controllo credo che il problema non si risolverà

Giorni fa ho provato ad intervistare un mendicante che vedo sistematicamente fuori dalla chiesa di San PIOX, dal supermercato LIDT, dal supermercato EUROSPIN e fuori dall’Ospedale di San Donà. Lo conosco bene in quanto lo vedo sempre ora in un posto ora in un altro. E a volte in un posto e a volte vi è una donna e spesso sono assieme.

La tattica è sempre la stessa. Fuori dalla chiesa alla uscita della S. Messa chiedono qualcosa per mangiare e lamentandosi che hanno fame. Lo stesso fuori dall’Ospedale. Mentre all’eterno dei Supermercati chiedono di la moneta che era stata messa nel carrello. Sono sia lui che la donna insistenti anche se all’inizio cercano di aiutare le persone anziane a portare il carrello e a depositare le borsette in macchina. Ma diventano poi molesti anche se questi sono pacifici se non le viene dato nulla. Ma è difficile per una persona anziana o per una donna con dei bambini riportare il carrelli indietro e riprendere la monetina.

E’ vero che sono un euro o due euro e si possono dare ma non tutti possono e poi ognuno può dare un obolo a chi vuole ma non piace darlo a chi lo chiede e quasi lo pretendente

Dicevo che ho intervistato questo mendicante, ovvero ho cercato di intervistarlo. Non era una intervista ; era un tentativo di capire perché fa sistematicamente questo lavoro

Ero furoi dall’Europsin e non vi era gente per cui lui non era occupato al momento con nessuno

Gli ho chiesto da dove venisse ma non mi ha risposto. Gli ho detto che lo vedo nei vari posti e che tutti i giorni è in giro a chiedere il soldo . Mi ha risposto che non era vero ma gli ho citato tutti i posti  dove si trova ogni giorno. Gli ho detto che se era lui era sua moglie. Mi ha risposto che tutti gli dicono così ma non è sua moglie ma una donna che non conosce. Ma vanno poi via alla sera assieme e quindi sicuramente almeno si conoscono.

Ho cercato di chiedergli ancora da dove venisse  e dove abitava ma infastidito è andato verso il muretto. Poi è giunta una signora con due bambini e lui la ha seguita e ho visto che la aiutata a mettere le borsette dal carrello all’interno della macchina e poi la signora gli ha lasciato il carrello che lui ha riportato al supermercato intascando la monetina.,

Con la signora è stato gentile ma come poteva la signora con due bambini andare a riportare il carrello indietro e riavere la moneta ? Era impossibile con i bambini e quindi è stata costretta ad una elemosina magari non voluta

Questi mendicanti in genere sono dell’Est ma ve ne sono molti di colore specie al Centro Commerciale che cercano di vendere oggettivi inutile ma che possono stimolare e farsi dare qualcosa . Il fatto che poi possano essere mossi da qualcuno che sta più in alto come nel caso delle prostitute che sono sfruttate e poco rimane in tasca loro è un altro problema.

Io spero tanto che la Amministrazione Comunale e che i Vigili o Polizia locale possano e debbano fare qualcosa per la sicurezza di tutti