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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for Museo della Bonifica

Comunicato del Comitato a Difesa del Museo della Bonifica

Riceviamo questo messaggio, questo articolo da Dino Casagrande con il quale abbiamo stretto una collaborazione a difesa del Museo della Bonifica e contro lo spostamento e lo smembramento dello stesso.
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casagrande

” E’ un invito tutti coloro che al momento hanno manifestato interesse e voglia di difendere il museo dove si trova.
Stiamo raccogliendo le firme per l’adesione al Comitato. Contiamo di diffonderci ovunque, indipendentemente dalla posizione politica perché riteniamo che salvare il museo sia un impegno di tutti.
Lunedì mattina 29 febbraio e il lunedì successivo il 7 marzo, noi andremo avanti con la comunicazione. Sono previste due giornate per la distribuzione dei volantini che abbiamo predisposto e che vi invio in copia.
La distribuzione è autorizzata in quanto è stata inoltrata la domanda al Comando della Polizia locale, come prescritto dal vigente regolamento di Polizia Urbana e da quello sulla pubblicità. Per l’autorizzazione vige il silenzio-assenso. Il comando vigili, comunque, mi ha già comunicato che nulla osta. Stamattina è stato effettuato il prescritto versamento del canone e pertanto possiamo procedere alla distribuzione del materiale nei due giorni indicati. Ho predisposto 400 volantini e 400 li ha predisposti Adriano Caminotto poi quando saranno esauriti anche nella stessa giornata di lunedì procederemo a stamparne degli altri. Prevediamo di distribuirne migliaia. Alle prime due distribuzioni ne seguiranno altre fino a comprendere tutta la città. Dobbiamo organizzarci adeguatamente per una distribuzione capillare.
Ci siamo incontrati come direttivo per consolidare una adeguata program-mazione distributiva cercando di toccare centro e frazioni cittadine, scuole, centri culturali, centri associativi, centri commerciali e quant’altro.

Chi potrà distribuire ?

Attenzione, la distribuzione via web non è un problema ma il volantinaggio si. Essendo io il responsabile del comitato al momento addetti alla distribuzione saranno solo tre, poi potranno aggiungersene altri. E’ da tenere presente, infatti, che per ogni persona e per ogni giorno di distribuzione c’è da pagare il relativo canone che non è alto (Euro 5,13) ma va pagato per essere in regola ed evitare sanzioni amministrative che poi vanno a gravare su di me.

PERO’ COME DETTO SOPRA LA COMUNICAZIONE DEL VOLANTINO SI PUO’ ANCHE INVIARE PER EMAIL SI PUO’ PARLARE, SI PUO’ PERTANTO DIFFONDERE ANCHE VERBALMENTE IL MESSAGGIO …QUESTO SI PUO’ FARE. IL SITO CHE PAOLO MADEYSKI CI HA MESSO GENTILMENTE A DISPOSIZIONE (www.ilponte.ws attenzione !!: non .it !) già pubblica le nostre comunicazioni. Diffondete, cortesemente il nostro messaggio anche attraverso la segnalazione del sito.

Al momento, pertanto, potranno distribuire volantini il sottoscritto, Adriano Caminotto e sto cercando un altro volontario. Ben accetto, pertanto se si fa avanti qualcuno. SEGNALATEMI UN NOMINATIVO…GRAZIE.

L’idea che il museo possa essere trasferito come abbiamo già segnalato in più occasioni anche attraverso la stampa (ma comunque organizzeremo al momento opportuno, ovvero quando il comitato sarà ben solido ed operante, anche un incontro pubblico), è un’idea insana perché tende ad eliminare dalla memoria una sede vocata a questo utilizzo, per la quale la città ha speso ingenti risorse, per sostituirla ad un’altra meno capiente, non solo privando la città di un luogo simbolo della nostra identità, ma un luogo accessibile, ben individuato, ben definito nell’immaginario collettivo e che è entrato nella vita della nostra comunità cittadina come punto di riferimento insostituibile.

Cambiare è lecito ma dev’essere per migliorare e non per peggiorare. Il nuovo museo sarà diverso, sarà più piccolo, sarà smembrato, sarà meno accessibile, non sarà più in un edificio che è un’opera d’arte architettonica, non sarà più quello che conosciamo e costerà altre fatiche e altre risorse una scelta che priverà la città di servizi più necessari, perché le risorse non sono infinite. Non è sempre detto che cambiare sia positivo, cambiare a volte è negativo.

Ho riflettuto ancora sull’ipotesi di “cambiamento” ho elaborato altre considerazioni che sono proprio contrarie al progetto dell’amministrazione civica. Possono esserci altre ragioni che al momento non conosciamo perché non ci sono state rese note…e non è corretto fare delle illazioni sparare delle ipotesi senza rendere noto tutto il progetto… Vendita dell’immobile, permuta ? A qualcuno fa gola quell’edificio? Non è dato a sapere… Ne discuteremo.

Al momento vi ringrazio. Il sito del Il Ponte ha già pubblicato il volantino e anche il libretto scritto ancora in agosto e pubblicato sul sito il Ponte. Il libretto, se non l’avete già visto, contiene le prime impressioni contrarie all’ipotesi di trasferimento che sono tuttora valide ma che potremo integrare anche con il vostro aiuto. Da diffondere, a tutti quelli che conoscete, anche quello. Grazie.

Grazie dell’attenzione e cordiali saluti.

Dino Casagrande

COMITATO SPONTANEO DI CITTADINI “DIFENDERE IL MUSEO DELLA BONIFICA PER DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’” – STATUTO

Pubblichiamo lo Statuto del Comitato Spontaneo di cittadini ” Difendere il Museo della Bonifica per dfendere la nostra identità ”
Chi vuole aderire troverà poi la mail e il numero di telefono
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COMITATO SPONTANEO DI CITTADINI “DIFENDERE IL MUSEO DELLA BONIFICA PER DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’” – STATUTO
TITOLO I – FINALITA’ E SCOPI DEL COMITATO
Art. 1 – Richiamo all’atto costitutivo; sede del Comitato
I contenuti dell’atto costitutivo fanno parte integrante e sostanziale del presente statuto. La sede provvisoria del comitato è fissata in San Donà di Piave Corso Silvio Trentin, 101.
Art. 2 Scopi del Comitato.
Il Comitato come denominato in oggetto, e nel presente statuto chiamato d’ora in poi semplicemente Comitato, assume a proprio scopo salvare (e valorizzare, potenziare, sviluppare) il museo della Bonifica della Città di San Donà di Piave lì dov’è, in un immobile di assoluto pregio architettonico (parliamo della cosiddetta “ala vecchia”) che dispone già di collezioni molteplici ed archivi, di una biblioteca specializzata nelle materie soprattutto di agricoltura e bonifica, di ricchezze culturali costituite, anno dopo anno, in trent’anni di attività, un patrimonio di valore scientifico che va certamente oltre i confini nazionali. La sede, inoltre, è di completa accessibilità essendo non lontana dal centro cittadino, dotata di ampi parcheggi e collegamenti con le principali vie di comunicazione (circonvallazione interna e vicinanza con la bretella che collega alla rete di strade statali ed autostrade). Il Comitato, pertanto, ha per scopo la difesa del museo dove si trova, anche per difendere l’identità delle nostre genti. Il museo può candidarsi ad essere un fondamentale, insostituibile e privilegiato luogo di confronto e di dialogo costruttivo anche con le culture che vengono dall’esterno, perché nel museo si possono comprendere le origini contadine e popolari che contraddistinguono il nostro territorio e che affermano, inequivocabilmente, la sua precisa identità e allo stesso modo permettono di trovare dei valori comuni in un’ottica di interculturalità che è la premessa per garantire l’integrazione. Per quanto sopra specificato, tra gli scopi del Comitato vi sono anche le attività di studio, di documentazione, di ricerca, di informazione relative alla storia e allo sviluppo economico e sociale della città e del territorio.
Art. 3 – Salvaguardia di una visione unitaria del museo.
Il Comitato valuta che l’edificio “Monumento ai Caduti in Guerra”, ipotizzato come nuova sede del museo, oltre a comportare impegni finanziari gravosissimi per la ristrutturazione, è insufficiente a contenere le collezioni e i depositi attualmente ospitati nella sede di viale Primavera. Inoltre, il paventato smembramento del Museo della Bonifica in diverse sedi, si rivela inutile e dannoso perché comprometterebbe la visione unitaria di un museo che è anche emblema della storia, delle vicende umane e della identità del territorio, che qui ha visto sorgere la prima sede della Serenissima. Perderebbe, inoltre, anche la caratteristica di Museo della Bonifica che attualmente ha, tenuto conto del ruolo che la Città di San Donà di Piave ha avuto nell’epopea della bonifica, ospitando il congresso nazionale del 1922 che ha dato gli spunti per la legislazione nazionale relativa al settore, e con i grandiosi lavori realizzati nel proprio comparto territoriale, ha fornito esempio e modello per l’intera nazione, ammirato anche all’estero.
Art 4 – Promozione del museo.
Lo sdoppiamento in due o più sedi del museo, oltre a comportare uno stravolgimento della visione unitaria delle collezioni che in questo momento la sede di viale Primavera garantisce e assicura, è anche irrealistica sotto l’aspetto economico nell’attuale momento di crisi, aprendo alla necessità di gravare i bilanci di costi gestionali insostenibili. Il museo, indicato nel masterplan regionale della Grande Guerra come punto di accesso privilegiato per gli scenari della “Battaglia di arresto” e del “Solstizio” delle aree “Piave” e “Litorali”, dovrebbe invece essere potenziato e promosso proprio in vista degli eventi del Centenario.
Art. 5 – Partecipazione e assenza di finalità di lucro.
Il Comitato è senza scopo di lucro, fondato sull’attività gratuita, ed aperto a tutti cittadini e a tutti coloro che condividono le stesse finalità confermando la propria volontà sottoscrivendo l’adesione al presente statuto, non avrà alcuna connotazione ed orientamento di natura partitica, potrà essere allargato il più possibile, trattandosi di salvare un istituto che ha valenza per l’intera città. Potrà svolgere attività di volontariato finalizzata al perseguimento degli scopi per i quali è nato. Eventuali contributi verranno destinati a sostenerne l’attività.
Art. 6 – Attività.
Il Comitato porrà in essere attività secondo un programma definito dagli organi costituiti e approvato dall’assemblea per far conoscere i propri scopi attraverso le azioni di comunicazione ed informazione, una distribuzione di materiali informativi, raccolte di firme che ne potrà allargare e legittimare l’operato come specificato nel documento istitutivo.

Art. 7 – Contatti con le autorità e mobilitazione.
Il Comitato si assume il ruolo di ricercare ed ottenere dei contatti con le cariche politico-amministrative, ai vari livelli, per ottenere informazioni in un’ottica di confronto democratico finalizzato al raggiungimento degli scopi del comitato stesso. In relazione a quanto sopra il Comitato attuerà le iniziative di mobilitazione che si renderanno necessarie per difendere il Museo della Bonifica lì dove si trova.
TITOLO II – ORGANI DEL COMITATO
Art. 8 – Organi direttivi del Comitato.
Sono organi direttivi del Comitato: a) il Presidente con poteri di rappresentanza e b) il Consiglio Direttivo composto da quattro membri. Gli organi durano in carica un anno e sono rinnovabili. La carica di componente degli Organi del Comitato è incompatibile con quella di Sindaco e Assessore della Città di San Donà di Piave. Tutte le cariche nell’ambito degli organi del Comitato sono di servizio e a titolo gratuito.
Art. 9 – Assemblea.
L’assemblea, composta inizialmente dai soci fondatori indicati nell’atto costitutivo, nomina gli organi direttivi ed approva i programmi proposti dal Consiglio Direttivo. L’assemblea potrà essere allargata a tutti coloro che desidereranno far parte del Comitato firmando l’adesione agli scopi indicati nel presente statuto. L’assemblea nomina un revisore dei revisori dei conti, anche esterno all’assemblea.
Art. 10 – Convocazioni degli Organi, modalità, luoghi di riunione.
Il Presidente convoca il Consiglio Direttivo e l’Assemblea. La convocazione deve contenere l’ordine del giorno, la data, il luogo e l’ora della riunione, le modalità di convocazione si attuano attraverso le vie brevi: telefono, email, sms. Le riunioni sono valide con la presenza della metà più uno dei componenti. Qualora non fosse raggiunto il numero sufficiente la riunione verrà riconvocata in seconda convocazione e la riunione sarà valida con la presenza di qualsiasi numero dei componenti. Le decisioni degli organi sono assunte a maggioranza dei voti. Il luogo delle riunioni sarà stabilito di volta in volta.
Art. 11 – Finanziamenti, contributi, revisori dei conti.
Il Comitato, opera con autofinanziamento dei soci per spese inerenti propria attività. Potrà essere destinatario di contributi, conservando e documentando, ai sensi di legge, i relativi atti contabili. Il presidente potrà nominare tesoriere uno dei componenti del Consiglio Direttivo. Il revisore dei conti ha il compito di controllare la regolare tenuta della contabilità e di procedere alle verifiche economiche e finanziarie di legge qualora il comitato sia destinatario di contributi per l’attività.
Art. 12 – Norma finale.
Per tutto quanto non contemplato dal presente Statuto, è fatto espresso richiamo al Codice Civile. Il Comitato potrà richiedere il riconoscimento da parte di autorità amministrative ed enti secondo le norme dei relativi statuti o regolamenti.

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SIAMO CONTRARI AL TRASFERIMENTO DEL MUSEO DELLA BONIFICA: UNA PROPOSTA CHE PREOCCUPA CHI AMA IL MUSEO, E NON MIGLIORA LA CITTA’.
L’Amministrazione Comunale di San Donà di Piave ha espresso in termini formali (voce di bilancio), ancorché generici e finora imprecisati, la volontà di trasferire il Museo della Bonifica in altra sede (si ipotizza un trasferimento nell’edificio di rilievo storico ed architettonico denominato “Monumento ai Caduti in Guerra”), insufficiente a conservarne le collezioni.
Il Museo della Bonifica, denominazione del Museo Civico della Città di San Donà di Piave, aperto al pubblico il 3 ottobre 1983, ha svolto un’attività culturale importantissima per la città ed il territorio del quale è emblema riconosciuto. E’ STATO REALIZZATO E AMPLIATO CON INGENTI SPESE E CONTRIBUTI COMUNITARI. NOI VOGLIAMO CHE RIMANGA DOV’E’: QUESTO E’ IL NOSTRO PROPOSITO. E’ IN UN EDIFICIO STUPENDO, IN MEZZO AL VERDE, UN’OPERA D’ARTE ARCHITETTONICA CHE CON IL SUO CONTENUTO E’ NELL’INSIEME UN PATRIMONIO DAL VALORE INCALCOLABILE.
SIAMO CONVINTI che il museo nell’attuale sede rappresenta in modo organico, completo e difficilmente uguagliabile l’identità delle nostre popolazioni esempio costante, duraturo ed accessibile anche a coloro che vengono qui da altri paesi per affrontare nuove esperienze di vita. RITENIAMO PERCIO’ doveroso difendere IL MUSEO che con tanto lavoro è stato creato in trent’anni NELL’EDIFICIO CHE LA CITTA’ GLI HA DESTINATO, ampio, baricentrico e di facile accesso.
RITENIAMO DI ADOPERARCI, CON L’AIUTO DI TUTTI I CITTADINI, AFFINCHE’ L’ATTUALE SEDE SIA MANTENUTA POTENZIATA, PROMOSSA, VALORIZZATA COME MERITA.
NOSTRA EMAIL: avverte@gmail.com telefono: 3293817509
CHIAMACI, INVITA ALTRI AMICI AD ADERIRE! SIAMO ANCHE SU FACEBOOK E SUL SITO “IL PONTE”

IL MUSEO DELLA BONIFICA E’ IL MUSEO DEL TERRITORIO NEL QUALE LA POPOLAZIONE PUO’ RISPECCHIARSI TROVANDO IN ESSO I RIFERIMENTI E LE FONTI INSOSTITUIBILI DELLE PROPRIE ORIGINI, DELLA PROPRIA ESISTENZA, DELLA PROPRIA STORIA, DEL PROPRIO PROGRESSO ECONOMICO E SOCIALE.

RISPETTIAMO IL NOSTRO PASSATO PER COSTRUIRE IL FUTURO !

QUESTA INIZIATIVA RIMANE APERTA A TUTTI SENZA ALCUNA DIFFERENZA DI COLORE POLITICO. TI CHIEDIAMO DI PARTECIPARE PER CONTRIBUIRE A SALVARE IL MUSEO NELL’ATTUALE SEDE.

SPOSTARE IL MUSEO ? E’ UN SACRIFICIO COSTOSO ED INUTILE. AIUTACI A FARLO CAPIRE !

NOSTRA EMAIL: avverte@gmail.com telefono: 3293817509

CHI ADERISCE SARA’ AVVISATO DI TUTTE LE INIZIATIVE

IL COMITATO VOLONTARIO SPONTANEO “DIFENDERE IL MUSEO DELLA BONIFICA PER DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’”

Riportiamo gli articoli apparsi sulla stampa locale sul problema attuale del Museo della Bonifica. Si parla di trasferirlo in altro luogo. Nasce per questo un Comitato per difendere e sostenere la sede attuale del |Museo della Bonifica. A tale comitato ha aderito anche il Ponte . Il Comitato vuole difendere la sede storica ma anche promuovere il Museo come punto di attrazione turistica e punto di cultura e i identità storica nel nostro territorio

Riportiamo sotto gli articoli apparsi sulla stampa locale e poi un articolo che il Comitato ci ha fatto pervenire

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IL COMITATO VOLONTARIO SPONTANEO “DIFENDERE IL MUSEO DELLA BONIFICA PER DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’” SI E’ COSTITUITO PER VALORIZZARE L’ATTUALE MUSEO DELLA BONIFICA, MANTENENDONE LA COLLOCAZIONE NELL’ATTUALE SEDE EVITANDO COSTI INUTILI PER LA COLLETTIVITA’ CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA SEDE CON INGENTI COSTI DI TRASFERIMENTO E DI CREAZIONE DEI NECESSARI SERVIZI. IL COMITATO E’ FORMALMENTE COSTITUITO E REGISTRATO A SAN DONA’ DI PIAVE IL 6 .2.2016, N. 277, ATTI PRIVATI SERIE 3° – C.F. 93044620271.

IL COMITATO PUBBLICHERA’ SU QUESTO SITO UNA SERIE DI MEMORIE PER FAR CONOSCERE ALLA CITTADINANZA LE SUE INIZIATIVE.
IL GIORNO 11 FEBBRAIO 2016 SI E’ PRESENTATO ALLA STAMPA LOCALE (V. ARTICOLI PUBBLICATI SUL GAZZETTINO E LA NUOVA VENEZIA DEL GIORNO 12 FEBBRAIO) SERVIZI SARANNO ANCHE MESSI IN ONDA E TRASMESSI NEL SITO DI PIAVE TV.
PUNTI QUALIFICANTI DELL’ATTUALE EDIFICIO ADIBITO A MUSEO DELLA BONIFICA
E’ UBICATO IN UN EDIFICIO DI GRANDE PREGIO ARCHITETTONICO,
L’EDIFICIO E’ IN MEZZO AL VERDE, ED HA UNA STRUTTURA MODULARE E AVVINCENTE, UN’OPERA D’ARTE ARCHITETTONICA. I GIARDINI INTORNO NE SONO IL COMPLEMENTO

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IL MUSEO HA TROVATO COLLOCAZIONE NELL’EDIFICIO DENOMINATO EX CONVENTO CLARISSE DELLA PROVINCIA FRANCESCANA DI SANT’ANTONIO DA PADOVA. COSTRUITO NEL 1967 SU PROGETTO DEGLI ARCHITETTI BIANCHI E ZAMBUSI PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN UNICUM ARCHITETTONICO ANCHE PER LA PARTECIPAZIONE NELLA FASE PROGETTUALE DEL PROF. CARLO SCARPA, VENEZIANO, UNO DEGLI ARCHITETTI PIU’ IMPORTANTI DEL XX SECOLO.
IL MUSEO E’ DI PROPRIETA’ COMUNALE ED E’ STATO APERTO AL PUBBLICO NEL 1983, FUNZIONA ININTERROTTAMENTE DA OLTRE 32 ANNI. LA COSIDDETTA ALA NUOVA (ALA EST, A DESTRA DELL’IMMAGINE) FU PROGETTATA DALL’ARCH. UMBERTO BARUCCO ED HA UNA STRUTTURA CHE CONSENTE UNA ROTAZIONE ESPOSITIVA E MODULI VARIABILI DEGLI ALLESTIMENTI. E’ STATA REALIZZATA IN MASSIMA PARTE CON IL CONTRIBUTO DELLA COMUNITA’ EUROPEA.
L’EDIFICIO GARANTISCE UNA VISIONE UNITARIA DELL’INSIEME DELLE COLLEZIONI, E’ DOTATO DI SERVIZI (BIBLIOTECA SPECIALIZZATA, SALA STUDIO, SALA CONFERENZE ARCHIVI), DI LABORATORIO PER PREPARAZIONE DEGLI OGGETTI E PER LA LORO MANUTENZIONE PERIODICA, NONCHE’ DI DEPOSITI.
L’EDIFICIO POTREBBE AVERE UNA NATURALE CONTINUITA’ NELLA PARTE ORA OCCUPATA DALLA POLIZIA STRADALE, QUALORA LA SEZIONE, COME IPOTIZZATO, FOSSE UBICATA IN ALTRO LUOGO (EX CASERMA TOMBOLAN FAVA).
SI CREEREBBE UN POLO IMPORTANTE CON MAGGIORE DISPONIBILITA’ DI SPAZI E ALLARGAMENTO DEI SERVIZI TECNICI COME AD ESEMPIO UNA NUOVA COLLOCAZIONE DELLA BIBLIOTECA SPECIALIZZATA, DELLA SALA STUDIO, SALE DI CONSULTAZIONE E NATURALMENTE ALTRE NUOVE SALE DI ESPOSIZIONE, NONCHE’ DI ALTRI SERVIZI ACCESSORI (CAFFETTERIA).
NON HA BARRIERE ARCHITETTONICHE E DISPONE DI AMPI PARCHEGGI

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L’EDIFICIO GODE DELLA VICINANZA ALLE VIE PRINCIPALI DI COMUNICAZIONE (CIRCONVALLAZIONE INTERNA E STATALE 14 A 800 METRI DI DISTANZA), E, ATTRAVERSO LA BRETELLA, UN VELOCE COLLEGAMENTO ALL’AUTOSTRADA E ALLA PROVINCIALE PER TREVISO, IN UNA POSIZIONE LOGISTICA IDEALE.
MUSEO COME VIENE VISTO DALLA CITTA’
IL MUSEO E’ IL LUOGO CHE NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO E’ IL CENTRO DELLA CONSERVAZIONE DELLE MEMORIE E DELL’IDENTITA’ DELLA COMUNITA’.
COME TALE E’ GIUSTO CHE ANCHE LA COMUNITA’ SE NE FACCIA CARICO INTERVENENDO NELLA GESTIONE.
E’ DOTATO DI IMPORTANTI COLLEZIONI DI MATERIALI E CONTIENE I RICORDI DELLE FAMIGLIE CHE HANNO DONATO LE PROPRIE COSE PERCHE’ DIVENGANO DI PATRIMONIO COMUNE DELLA CITTA’.
IL MUSEO E’ UN LUOGO PRIVILEGIATO DI INCONTRO TRA CULTURE.
COSTI DI GESTIONE
QUALI SONO I REALI COSTI DI GESTIONE ? UN MUSEO NON E’ MAI IN ATTIVO, LA CULTURA E’ UN SERVIZIO IMPORTANTE E CHE COSTA MA MANTENERE LE MEMORIE DI UNA CITTA’ HA UN COSTO DI GESTIONE SOPPORTABILE E CHE PUO’ ESSERE RIDOTTO CON LA COLLABORAZIONE DI TUTTI E CON INVESTIMENTI MODESTI.
VI SONO DEGLI INTERVENTI NECESSARI DA ATTUARE NELL’EDIFICIO COME LA MANUTENZIONE PERIODICA E LA MESSA A NORMA DELL’ALA OVEST.
LA RIDUZIONE DEI COSTI DEI CONSUMI DI ENERGIA SI PUO’ REALIZZARE ATTRAVERSO IMPIANTI CHE CREANO ENERGIA SFRUTTANDO LE NUOVE TECNOLOGIE E L’INSTALLAZIONE DI LUCI A MINOR CONSUMO.
IL MUSEO PUO’ OPERARE IN RETE CON ALTRI MUSEI PER UNA MAGGIORE PROMOZIONE E COLLABORAZIONE GESTIONALE. OTTENENDO ANCHE UNA MAGGIORE VISIBILITA’ (HA ISTITUITO CON ALTRI 3 MUSEI LA RETE DEI MUSEI DELLA GRANDE GUERRA CHE POTREBBE ALLARGARSI).
POTREBBE AMPLIARE LA PROMOZIONE ATTRAVERSO LE ATTIVITA’ TURISTICHE INSERENDOSI NEI PERCORSI TURISTICI IN COLLABORAZIONE CON LE ALTRE ASSOCIAZIONI DELLA CITTA’ E DEL TERRITORIO.
IL COMITATO VUOLE PORTARE AVANTI L’IDEA DEL MUSEO DELLA BONIFICA COME TESTIMONIANZA DELL’IDENTITA’ DELLA POPOLAZIONE CITTADINA, SI BATTERA’ PER CONSERVARE QUESTO LUOGO DI CIVILTA’.
E’ COME SE CHI CI HA PRECEDUTO CI AVESSE CONSEGNATO UN TESTIMONE, SENTIAMO COME DOVERE DI CITTADINI CONSERVARLO E PROMUOVERLO.
PERCHE’ NELLO STESSO LUOGO, OVVERO PERCHE’ SALVARE L’ESISTENTE ?
PERCHE’ LA LIMITATA CAPIENZA DELL’IMMOBILE PROPOSTO (MONUMENTO AI CADUTI) PORTEREBBE SICURAMENTE AD UNO SDOPPIAMENTO DEL MUSEO CON CONSEGUENTE DISGIUNGIMENTO DELLA VISIONE UNITARIA CHE QUESTO MUSEO HA E CHE PARTE DALL’ASSETTO ANTICO DEL TERRITORIO (DALL’EPOCA PREISTORICA ALLA PRIMA SEDE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA A CITTANOVA), PER ARRIVARE, DOPO L’EPOPEA DELLA BONIFICA, ALLA SITUAZIONE ATTUALE. SAN DONA’ DOPO IL CONGRESSO NAZIONALE DELLE BONIFICHE DEL MARZO 1922 PUO’ ESSERE CONSIDERATA COME LA PICCOLA CAPITALE DELLA BONIFICA. IL MONUMENTO COLLOCATO PROPRIO DAVANTI ALL’INGRESSO DEL MUSEO RICORDA I GRANDIOSI LAVORI DELLA BONIFICA MA ALLO STESSO TEMPO L’IMMANE LAVORO DI GENERAZIONI DI OPERAI. IL MUSEO CONSERVA TESTIMONIANZE DELLA DISTRUZIONE BELLICA E DELLA RICOSTRUZIONE DELLA CITTA’ CON I PROBLEMI CREATI DALL’ EMIGRAZIONE E DALLA POVERTA’ DIFFUSA E DA MALATTIE UN TEMPO ENDEMICHE COME MALARIA E PELLAGRA. OGGI TUTTO QUESTO E’ PASSATO MA CI TROVIAMO IN UN’AREA SEMPRE DIFFICILE E FRAGILE DAL PUNTO DI VISTA IDROGEOLOGICO. PER QUESTO E’ NECESSARIO MANTENERE QUELLA VISIONE UNITARIA CHE SOLO LA SEDE DI VIALE PRIMAVERA PUO’ CONSENTIRE.
IL MUSEO ATTUALE OFFRE UN PERCORSO COMPLETO, NELLO STESSO LUOGO, CON UNA MOLTEPLICITA’ DI SERVIZI, DI COLLEZIONI ANCHE NON VISIBILI.
SARA’ PUBBLICATA IN SEGUITO UNA RELAZIONE SPECIFICA.
NON SERVE FARE UN ALTRO MUSEO DELLA BONIFICA SALVIAMO INVECE L’ESISTENTE E VALORIZZIAMO I SUOI CONTENUTI.
IL COMITATO E’ APERTO A TUTTE LE COLLABORAZIONI ED ADESIONI E NON HA, NE’ AVRA’, ALCUN COLORE POLITICO.
IL MUSEO DELLA BONIFICA E’ COLLOCATO IN UN EDIFICIO “FIRMATO”…COME UN’OPERA D’ARTE. Come si vede dalla scritta.

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E allora ci chiediamo: Cosa si vuole fare dell’edificio ? Deve rimanere IL MUSEO !

Progetto Museo della Bonifica: Botta e risposta tra Amministrazione e D. Casagrande

Giorni fa la Amministrazione aveva spiegato come intende agire per il trasferimento in centro del Museo della Bonifica. In relazione alle polemiche che questo argomento ha suscitato
Per chi non lo avesse letto riportiamo questo articolo apparso sulla Nuova Venezia

nuova venezia

Ed ecco pronta la risposta dell’ex Direttore del Museo della Bonifica
Il Dr Casagrande ribatte punto per punto e spiega i motivi per cui lui e molti sono contrari

Trasferimento del Museo della Bonifica “più” in centro a San Donà.
L’ articolo apparso recentemente sulla vostra testata (3 Novembre, “Una rete di musei civici per favorire il turismo”, con un intervento dell’Assessore Chiara Polita), e che mi chiama in causa, mi ha indotto alla stesura di questa breve lettera che pregherei gentilmente di pubblicare.
Mi sono bastate poche e brevi riflessioni per constatare che si vuole ancora procedere per una strada che ritengo sbagliata (ma ci sono altri cittadini che la pensano come me e presto sarà auspicabile metterci insieme!). Io ho redatto un piccolo libretto su questo non felice progetto, illustrando quelle che a mio parere sono le condizioni oggettive dell’istituto, attuali e di prospettiva, ma senza alcuno spirito polemico. Nel formulare delle osservazioni critiche, non solo per il bene del museo ma per la città, mi sono avvalso di una esperienza trentennale nel settore e quindi non ho bisogno di analizzare fantasiosi progetti per capire quanto deleteria possa essere questa idea.
Magari la conoscenza nel dettaglio del nuovo “sistema” (auspicata dall’Assessore), potrà essere fertile campo di studio ed approfondimento per chi non conosce il Museo della Bonifica e che non ha vissuto fin dall’origine tutti delicati passaggi effettuati e il dispendio di energie che ci son volute per arrivare a quel risultato, ma non per me che parto da una concreta visione dell’attuale che forse qualcuno ha perduto.
Per cui non è per spirito polemico che ho scritto quel breve opuscolo, ma per esprimere un’opinione con cognizione di causa che non è né fine a sé stessa, né tantomeno sterile.
Partiamo dalla capienza della nuova sede proposta: se non si costruisce in altezza e se non si scavano i depositi sottoterra (cosa alquanto pericolosa per la conservazione dei materiali visto il nostro territorio dove l’acqua è sempre in agguato), non ci saranno spazi né per garantire l’esposizione dei beni attualmente in mostra, né per conservare i materiali in deposito. Il deposito, infatti, dovrà essere ancora più capiente di prima visto che l’esposizione dovrà essere ridimensionata. Si vuol forse smembrare la collezione esistente relativa alla bonifica e così far perdere la caratteristica d’area vasta che il museo ha?
Non entro nemmeno nelle problematiche, che come constatiamo ogni giorno, rendono già difficile gestire malapena gli istituti culturali del comune: se sopravvivono è solo per merito degli operatori. Sono valutazioni che richiederebbero molto spazio e che certo eliminerebbero i voli di pura fantasia ai quali stiamo assistendo. Si pensi solo all’inevitabile apertura di nuovi fronti di spesa per la realizzazione e la gestione di un nuovo museo o addirittura di più musei. Si pensi a gestire meglio quello che già c’è, e più che dividere sarebbe forse consigliabile riunire.
Ma torniamo al Museo della Bonifica e alla sua attuale ubicazione. Fa sorridere la considerazione, in verità alquanto limitata come orizzonte, che si vuol trasferire il museo per “valorizzare il centro” e collocare tutti gli istituti culturali in un’unica area perché gli studiosi possano recarsi da una parte all’altra per cercare i materiali di cui necessitano. Il Museo dispone già di biblioteca specializzata, archivio storico, archivi fotografici, quindi uno studente o studioso ha già tutto sottomano. L’attuale sede può anche essere dotata di spazi più idonei per le attività didattiche (basta guardare il progetto). I consumi possono essere razionalizzati utilizzando il fotovoltaico, viste le grandi superfici dei tetti.
Invece, per valorizzare un istituto culturale è necessario che ci siano iniziative, mentre in museo mancano da troppo tempo. Una collocazione, come quella attuale, inoltre, è solo appena decentrata rispetto all’ombra della chiesa o del municipio dove si vorrebbe che ci fosse tutto, mentre è ben servita da vie di comunicazione. La nuova ubicazione prospettata, in un’area già satura per parcheggi e viabilità, è inadatta, soprattutto pensando che il Museo della Bonifica, è un museo del territorio, e che per sostenersi anche economicamente dovrebbe essere frequentato non solo da coloro che “passeggiano” nel centro di San Donà, ma da comitive di turisti, da scuole dell’intera regione e, ben vengano, quelle cittadine. E comunque con una salutare passeggiata o una breve corsa in bicicletta, l’attuale museo si può raggiungere facilmente. Altre ingenue considerazioni, come sono state fatte dall’Amministrazione, relative al “turista straniero” (e non italiano ?) che va al mercato e quindi “potrebbe” aver voglia anche di entrare in museo perché è lì vicino, fanno solo sorridere e le lasciamo stare. Il centro dev’essere valorizzato soprattutto potenziando e non demotivando le attività economiche, perché di questo la città ha davvero bisogno! Il voler recuperare un bene culturale architettonico come il Monumento ai Caduti in Guerra è più che giusto: va protetto e riutilizzato. Una decina di anni fa, avevo proposto di trasferire la sezione bellica del museo della Bonifica, ma era un periodo in cui le risorse finanziarie ed umane lo permettevano, adesso non è più così.
Perché, invece, non si avvia in modo concreto la rete dei musei della Grande Guerra che può avere una valenza regionale e interregionale ? La rete, fu creata con il fondamentale contributo del nostro museo ed hanno aderito dei musei importanti come il Museo del Risorgimento di Vicenza, Il Museo della Battaglia d Vittorio Veneto, il Museo 7° Alpini di Belluno, perché non si valorizza questa risorsa ?
Perché non si vuol pensare all’estensione proprio di questa rete, soprattutto nell’attuale periodo di celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, utilizzando le risorse comuni per valorizzare così con gli altri musei della regione anche il nostro e rilanciarlo come sarebbe giusto ? Forse si vuol farlo morire e chiudere in un momento in cui dovrebbe essere potenziato e vivere ?

Dino Casagrande
Già Direttore del Museo della Bonifica (dal 1983 al 2013)

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

 

 

 

 

 

 

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

Interessante iniziativa del Rotary Club di San Donà di Piave. Un Service Club che si sta distinguendo sempre di più  nel nostro territorio e per il nostro territorio

Questo premio sostenuto e sponsorizzato  dal Rotary Club  vuole r premiare le tesi più significative riguardanti la storia, la cultura, l’arte, l’economia, la gestione del territorio, la politica, la società e qualsiasi altro studio che riguardi il nostro territorio tra SILE e PIAVE. Il premio, riservato alle tesi SPECIALISTICHE vuole appunto premiare i laureati che si sono dedicati a studiare il nostro territorio e le sue caratteristiche. Credo sia un’idea originale che come club il Rotary ha voluto portare avanti, proprio per segnalare l’importanza che i giovani riservino alla terra nella quale vivono il loro interesse e l’attività del loro studio e della loro ricerca, scoprendo anche dei lati originali e, soprattutto, dei buoni motivi per restare a viverci anche in futuro e a non abbandonarla per altre vie del Mondo.

E’ importante ricordare come si vede dal bando  che la LA SCADENZA è IL 30 APRILE.

Il Rotary di San Donà si è sempre distinto  per evidenziare quanto di bello esiste nel nostro territorio valorizzando il
territorio che è stato raccolto anche nel Museo della Bonifica  al quale ha dedicato circa  trent’anni della sua  vita come direttore del
museo il Dr Casagrande , attuale Presidente del Rotary Club.
E’0 bello ricordare e sottolineare che in data 17 marzo , alla Scuola Schiavinato, si è celebrato con solennità e con
partecipazione sentita, l’anniversario della nascita del Regno d’Italia (17 marzo 1861), ovvero dell’Unità d’Italia ed è bello evidenziare che la  la Dirigente Scolastica prof. Annamaria Babbo e subito dopo il relatore dott. Sergio Tazzer  hanno ringraziato davanti a tutti i ragazzi, ai loro insegnanti, alle associazioni e alle autorità per quello che  il Dr Casagrande ha fatto per il Museo e per la Cultura del nostro territorio.

Credo che con questa iniziativa il Rotary Club contribuisca ancora a tenere viva la tradizione  e la cultura del nostro territorio

Riporto quindi il bando del Concorso in modo che chi fosse interessato possa prenderne atto e partecipare tenendo presente bene la data di scadenza.,

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

Il Rotary Club di San Donà di Piave, allo scopo di favorire gli studi sul territorio: la sua storia, la sua cultura, il suo sviluppo economico, ha istituito un premio annuale, per un periodo di tre anni, riservato esclusivamente alle tesi di laurea inedite che abbiano come ambito territoriale il territorio tra Sile e Piave (corrispondente al Mandamento di San Donà di Piave che comprende i comuni di: San Donà di Piave, Ceggia, Eraclea, Fossalta di Piave, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, Torre di Mosto e il comune di Cavallino-Tre Porti).

Per essere ammesse al concorso le tesi di laurea dovranno riguardare esclusivamente il territorio così come individuato al precedente capoverso e riferirsi ai seguenti ambiti scientifico-culturali: storia, cultura, arte, tradizioni, natura, ambiente segnato dal singolare rapporto tra terra ed acqua, economia, società.

Possono partecipare al concorso coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica, magistrale o quinquennale presso una Università Italiana nel periodo 31 gennaio 2013 – 31 marzo 2014. Il bando viene pubblicato nel sito del Rotary http://www.rotarysandona.it/ , in vari siti istituzionali, comunicato alle università venete ed esposto negli appositi spazi frequentati da studenti. Per maggiori informazioni inviare una email al presidente: dino.casagrande@libero.it .

Il premio per il 2013-2014 dell’importo di Euro 1000 lordi, verrà assegnato alla tesi ritenuta migliore, a giudizio esclusivo della commissione “Progetti” del Rotary Club, presieduta dal socio Prof. Luigi Salvioni , integrata dal Presidente pro-tempore del Club e dal Segretario pro-tempore. La commissione valuterà le tesi presentate attenendosi ai seguenti criteri: chiarezza espositiva, rilevanza scientifica, interesse per il territorio.

Le tesi di laurea dovranno essere consegnate ENTRO IL 30 APRILE 2014 PRESSO LA SEDE SOCIALE DEL ROTARY CLUB A SAN DONA’ DI PIAVE IN VIA XIII Martiri 229 (PARK HOTEL CONTINENTAL), in un’unica copia e accompagnate da una domanda di ammissione al concorso, debitamente sottoscritta dai concorrenti, che indichi oltre alle generalità:

a) la residenza, il recapito telefonico e l’indirizzo di posta elettronica; b) il titolo della tesi di laurea; c) il cognome e il nome del Relatore della tesi di laurea. d) l’autorizzazione a utilizzare i dati forniti dal candidato ai fini del concorso, nonché alla eventuale divulgazione, con i mezzi e nei modi ritenuti più opportuni, della tesi premiata.

Alla domanda dovrà essere allegata anche la copia di un documento di identità. Non possono partecipare al concorso figli di soci rotariani.

Il premio verrà consegnato nel corso di una cerimonia che si svolgerà entro il 30 giugno 2014. Il premio dovrà essere ritirato esclusivamente dal vincitore. Nel caso in cui non vi fossero partecipanti, ovvero la commissione giudicatrice ritenesse di non assegnare alcun premio, la somma non corrisposta andrà ad integrare il premio dell’anno successivo.

San Donà di Piave 1 ottobre 2013

Il Presidente pro-tempore Dott. Dino Casagrande

 

Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Città di San Donà di Piave

 

Ho visto l’articolo recentemente apparso sulla richiesta di conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Civile a San Donà.

E’ una vecchia idea sorta durante la precedente Amministrazione e proposta anche a questa nuova Amministrazione. La proposta era stata formulata dal sig. Ballarin della Croce Rossa di San Donà più di un anno fa nella prospettiva di ottenere una Medaglia d’Oro al Valor Militare ma subito si era attivato il Museo della Bonifica  individuando nella massima decorazione al merito civile, l’unico risultato concretamente raggiungibile.

 

Per sostenere adeguatamente il progetto erano necessari supporti giustificativi e studi di merito che sono stati seguiti   dal direttore della struttura,  coordinandoli anche al fine di redigere una accurata relazione giustificativa opportunamente  motivata con dati di fatto documenti e altre prove concrete.

Inoltre, proprio con questa finalità era stato effettuato uno studio accuratissimo sui luoghi della  Grande Guerra e sulle vicende della popolazione civile anche da collaboratori interni all’amministrazione  che hanno operato anche con il supporto fondamentale del Museo.

Infatti erano necessari dei dati concreti e riscontrabili per  l’avvio della pratica, raggiunti anche grazie al ritrovamento  di rari materiali redatti dal nucleo operativo del comune di San Donà, capeggiato dal Commissario Straordinario di allora Giuseppe Bortolotto nella sede provvisoria di Firenze, in via de’ Vecchietti 6 bis, durante il periodo dell’occupazione Austrungarica, oltre alle vicende drammatiche dei cittadini  rimasti nel territorio e che non sono  sfuggiti a privazioni inenarrabili documentate e ricordate nella relazione dell’arciprete di allora Mons. Saretta. La pratica era rimasta sospesa per il cambio amministrativo ma poi subito ripresentata all’attuale amministrazione comunale che l’ha ora avviata.

 

L’obiettivo (Medaglia d’Oro al Valor Civile), lo studio e il lavoro di ricerca è soprattutto frutto dell’impegno  di chi ha lavorato in precedenza e ci auguriamo tutti che porterà sicuramente ai risultati positivi che  ci attendiamo.

Come spesso accade le pratiche e il lavoro sono lunghi ma alla fine l’attesa viene premiata. Mi ricordo quando ero in consiglio comunale e nella terza commissione come andavano queste cose

Cito solo un esempio la pratica più lunga in assoluto della civica amministrazione del comune di San Donà, iniziata nel 1862 fu quella del riconoscimento dello stemma e del Gonfalone che oggi tutti vediamo nelle carte intestate dell’Ente comunale. Ebbene la pratica  si è conclusa positivamente solo nel 1987 , grazie alla sensibilità di un Sindaco come Mario Cei che credeva al progetto e   così si è riusciti a realizzare un obiettivo che si attendeva da ben 125 anni, tanto ci è voluto per completare la pratica di riconoscimento dello stemma e del gonfalone cittadino. Io credo sia una delle più lunghe pratiche burocratiche della storia italiana; in quel frangente il sindaco di allora riconobbe pubblicamente anche il lavoro di tutti quelli che avevano collaborato.

Leggendo l’articolo sul giornale, e probabilmente vi è stato un comunicato stampa,  però non si fa cenno ai trascorsi  mentre sarebbe stato   giusto, e può essere fatto ancora, evidenziare tutti i complessi passaggi che hanno portato verso questo obiettivo che non parte da questa Amministrazione ma da molto più   lontano. Sarebbe stato più opportuno e corretto dire che non si tratta di una idea nuova e citare anche coloro che l’hanno proposta e portata avanti finora.  Per correttezza lo diciamo, intanto, noi.

Museo della Bonifica. Il Prof Orlando ebbe l’idea ma poi bisogna farlo crescere….

La vicenda del Museo della Bonifica e del siluramento di Dino Casangrande sta facendo discutere. SE ne parla molto e non solo a San Donà. Gli articoli scritti su tale argomento sono letti da centinai e centinaia di persone anche dall’estero come Sud Africa, Isole Mauritius, australia e molti altri paesi. Si vede che Dino Casagrande era noto anche all’estero o a molti in altre nazioni interessa il nostro Museo della Bonifica.

Credevo che il caso fosse chiuso ma appare un articolo sulla Nuova Venezia che riaccende la polemica

Io conosco bene il Prof Orlando come tutti voi.

Sulla Nuova Venezia viene riportato che il Museo della Bonifica fu ideato da Massimiliano Orlando e non da Casagrande.

Giustissimo. Lo sanno tutti però. LO stesso Casagrande quando al Rotary del quale è Presidente tenne la conferenza sui 30 anni del Museo disse che l’idea era di Massimiliano Orando e che si impegno per la costruzione comprando o facendo comperare il terreno

Il Dott Orando non era presente alla serata in quanto le riunioni del Rotary non sono pubbliche ma private e si può essere presenti solo per invito come lo fu per l’Ass Chiara Polita invitata dallo stesso Casagrande. SE fosse stato presente avrebbe sentito a chi andavano i meriti dell’idea e della realizzazione . E sicuramente avrebbe preso la parola.

Dino Casagrande mi ha fatto pervenire una lettera che ha mandato alla Redazione della Nuova Venezia per puntualizzare la situazione e per non far credere che lui voleva prendersi il merito della iniziativa mentre sui si era solo adoperato per il suo sviluppo e per i progetti culturali negli anni seguenti

 

Riporto qui la lettera del Casagrande che può servire a molti per fare il punto sull’argomento

 

Gentile redazione

Ho letto una  lettera del dott. Massimiliano Orlando, pubblicata nella vostra edizione del  4 gennaio relativa al Museo della Bonifica. Nel considerare sua la primogenitura del museo, il dott. Orlando ha pienamente ragione e in questo senso, per non dar adito ad equivoci nel presentare una relazione in occasione del trentennale del museo, celebrata al Rotary club di San Donà, proprio chi scrive, Presidente pro-tempore del Club,  ha fatto espressamente il suo nome. Al dott. Orlando, infatti, dev’essere riconosciuto il merito di aver portato nella sua amministrazione l’idea del museo a San Donà, nonché quella di essersi successivamente battuto politicamente per realizzarlo, anche con l’acquisto dell’immobile dove attualmente si trova. Tutto questo per chiarire quanto avvenuto e che probabilmente se lui  fosse stato presente (purtroppo le comunicazioni diffuse non sono state riprese dalla stampa) avrebbe potuto apprenderlo dalla mia viva voce, in cui ho riferito che l’iniziativa partiva da lontano, e, come ho detto, citandolo espressamente nella relazione.   Ciò nonostante, come ben succede, i figli non sono tanto di chi li concepisce ma di chi li cresce.  Pertanto, nel nostro caso, non solo di chi ha l’idea ma anche di chi la porta avanti, la realizza e la vive fino in fondo. E così, sia pur riconoscendo doverosamente a ciascuno i meriti che ha,  dobbiamo anche considerare che rendere efficace e dare continuità ad una iniziativa talmente complessa come quella di tenere in vita e valorizzare un museo, si devono non solo avere le idee ma lavorare strenuamente per realizzarle, giorno dopo giorno, momento dopo momento, intessendo una fitta rete di rapporti con enti esterni, soprintendenze, regione, cittadini, associazioni ed anche interni alle stesse amministrazioni che possono a volte condividere, a volte ritenere la spesa per un museo superflua, e allora ridimensionare gli obiettivi e cercare di sopravvivere. Tutto questo per far ben comprendere che le idee sono buone  e soprattutto un’idea come questa lo è stata  e di importanza rilevante per la cultura, non solo  per la città e per l’intero territorio, ma è opportuno, però,  che si sappia che fu realizzata sotto l’amministrazione Pianon, Sindaco che sposò in pieno l’iniziativa e che fu organizzata ed avviata con il dr. Luigi Fassetta, un efficace organizzatore, un rotariano, e, se vogliamo, anche da chi scrive che collaborò con lui. Poi non è nemmeno immaginabile  tutto il lavoro che si è reso necessario per permettere che in seguito questa idea decollasse  e si affermasse. Quindi, giustamente,  a ciascuno il suo.

Dr. Dino Casagrande ex direttore del Museo

Dino Casagrande risponde al Gazzettino e fa le sue considerazioni

Ricevo proprio ora una lettera di Dino Casagrande sulla vicenda che purtroppo lo vede coinvolto

La lettera me la ha inviata in seguito all’ultimo articolo che ho scritto su questo sito

Una parte è la lettera che ha scritto a Cibin , autore dell’articolo sul Gazzettino. Era in effetti un articolo modesto, freddo, che non suscitava nulla. Era un articolo di cronaca e di giornalismo che va dentro la notizia.

Nella seconda parte Casagrande fa alcune considerazioni che io riporto integralmente anche se conosco bene la storia e potrei aggiungere particolari . Ma non voglio scendere nei particolari. Non sono qui a fare il difensore di Casagrande ma solo ribadire che non è il modo di estromettere una persona che ha dato tanto a San Donà e al Museo di Bonifica. Sicuramente senza di lui non sarebbe cosi.

Sapevo che vi erano problemi tra Casagrande e la Chiara Polita anche perché  lei stessa me lo aveva confermato due anni quando io ero  il Presidente Del Rotary Club.

Ma pensavo che si fosse appianato tanto è vero che nella riunione di 2 settimane prima del Rotatry in cui Casagrande teneva la relazione sui 30 anni del Museo della Bonifica, la stessa Polita era Ospite non del Club ma di Casagrande e Lei prese la parola ringraziando e portando i saluti del Sindaco Cereser.

Ecco quello che contesto è il modo

Ritengo ancora come mi è stato fatto notare da molte persone anche non della zona che l’Amministrazione doveva fare un brindisi di addio e fare i ringraziamenti pubblici

Spero che se la Sellan verrà allontanata la Amministrazione abbia capito come deve comportarsi e lo faccia con la Sellan.

La Sella fuma e io ho cercato di convincerla ; non ha mai agito sui divieti di fumo in pubblico e in presenza di bambini; ma ciò non toglie che ha lavorato per anni per il Comune

Proprio perchè io ne ho parlato Casagrande ha fatto un cenno anche alla Sellan ma il caso naturalmente è differente

 

Riporto ora la lettera che mi ha spedito Casagrande  togliendo solo gli appunti personali che non interessano nessuno e auguro a tutti che il prossimo anno la politica sia migliore e come dice Papa Francesco si usi sempre: scusi, grazie, permesso e si sopporti l’un l’altro

 

 

 

Carissimo Paolo,

ti ringrazio ancora e non finirò mai per quello che stai facendo per me.

La risposta dell’amministrazione è stata debolissima, proprio da

principianti. E  questa volontà di non ritornare sui loro passi (peraltro

prevista) questa assurda scelta, va contro la loro stessa logica ed è in

nettissima contraddizione con quanto affermano di voler allargare la

partecipazione. Ma come ? Escludendo. Assurdo e contraddittorio sotto ogni

punto di vista.

Io ho inviato una risposta a Cibin di questo tenore:

 

Caro Fabrizio,

ho letto lo scarno articolo. Dice molto poco, in effetti, non dice di tutti

coloro che mi sostengono e che nemmeno l’amministrazione è incappata in un

pessimo scivolone su questa vicenda. Quello che ci rimette non sono io, più o

meno me l’aspettavo, io esco a testa alta e non me la prendo più di tanto,

continuerò a svolgere il mio lavoro nel mio ambito culturale. Chi ci rimette

però è la cultura in senso generale, chi ci rimette è la considerazione che

quello che si fa poi viene distrutto da pochi che non sanno giudicare, chi ci

rimette è il senso di stima per un lavoro svolto con cura, chi ci rimette è la

considerazione per tutti coloro che nella società svolgono una attività di

volontariato, per coloro che danno senza chiedere, per coloro che hanno un

patrimonio di conoscenze personali, frutto di intensi studi e ricerche, che

mettono a disposizione della collettività e qualcuno pensa, solo perché ha un

potere di effimera durata,  di poter avere il diritto di chiudere una porta in

faccia. Io non mi sento un perdente per le tante espressioni stima e di affetto

che ho ricevuto e che sto ricevendo in questi giorni, mi sento un vincitore

perché capisco che la società più sensibile, nonostante tutto, ha ancora dei

sani valori di riconoscenza (non una riconoscenza di stampo “giudaico” [ errore

volevo dire farisaico..] .che ho letto nel suo articolo)  mentre per

superficialità,  per gioco politico, per semplice voglia di cambiamento nel

“nulla”, mancano alla nostra classe politica.

Cordialmente,

Dino Casagrande

 

Io credo che questa amministrazione non andrà lontano con questi sistemi,

anche la collega Sellan ha fatto la stessa fine… ma io ero fuori da tempo io

non avevo un incarico politico come lei io avevo un incarico tecnico e mi

reputo un tecnico che ha lavorato per la sua città, sono sempre rimasto lontano

dalla politica, ho collaborato con la sinistra e con la destra perché ritengo,

sia pur con i miei limiti, di aver svolto il mio lavoro seriamente non porto

distintivi o bandierine partitiche sul bavero della giacca, semmai il simbolo

del Rotary . …

Comunque ti lascio stare al tuo riposo perché tanto hai fatto per me in questi

giorni e sei veramente un amico.

A buon rendere !

Ciao ancora e …ancora tanti auguri a te e a Maria.

Dino

Grazie ma facciamo da soli. Il Comune contro Casagrande

In questi due giorni nei quali avevo messo in evidenza il comportamento del Comune verso l’Ex Direttore del Museo di Bonifica di San Donà di Piave, il nostro sito ha raggiunto il massimo storico delle visite e dei lettori che hanno cercato notizie ed hanno letto i due articoli scritti

Siamo rimasti meravigliati di quanto interesse ci sia stato. Non succedeva da tempo. Il secondo articolo ma distanziato in modo significativo come visite era stato nel 2013 l’articolo in cui raccontava la versione corretta secondo le nostre indagine dei due infermieri accusati dai partenti di una paziente ricoverata nel Reparto di Geriatria della Casa di Cura Rizzola. Era stati accusati di molestie sessuali verso la degente anziana. Ma si capiva  come il caso era diventato pubblico, ne avevano parlato i giornali e la televisione.

Ma del Caso Casagrande e  Museo della Bonifica nulla era apparso sui giornali e Casagrande non poteva creare stimolazione nelle persone interessati a Gossip. Perché tale è risultato l’accusa dei parenti dele degente. Nessuna prova e anzi le indagini interne sugli infermieri e sulle loro famiglie e sui loro comportante hanno dimostrato essere due ottimi infermieri, umani che lavorano in maniera corretta e , come hanno detto, troppo corretta e legati ai pazienti.

L’articolo su Casagrande è risultato non solo il più letto del 2013 ma da quando esiste ” Il Ponte” Si sono mossi in tanti, messaggi, mail a me e a Casagrande da tante pesrone e gran parte di persone che io non conoscevo e nemmeno Casagrande

Ora il Comune è intervenuto o, dobbiamo dire, è dovuto intervenire perché non poteva tacere viste i comment che si sono letti anche in Face Book o che si sentivano girando per la città.

Bene vediamo cosa ha detto il Comune

Posso solo trasc rivere quanto riportato dal Gazzettino e dalla Nuova Venezia

Prendiamo il Gazzettino

Titolo: ” Grazie ma facciamo da soli” Casagrande fuori dal Museo.  La prima è tra virgolette e quindi devono essere parole dette dalla Amministrazione.

Naturalmente l’Amministrazione ha tutto il diritto di “fare da sola” Nessuno contesta questo. Quello che si contesta è il modo.  Come ha scritto qualcuno a me e qualcuno anche su F.B. sarebbe stato più delicato se dopo 30 anni di Direzione mai contestata sotto Amministrazioni di destra e di sinistra e di Lega, si fosse fatta una festicciola o una bicchierata per dare l’addio ad dipendente in pensione  che aveva deciso assieme alla Amministrazione precedente di collaborare a titolo gratuito. Come sempre ad una persona che lascia o che viene sostituita  se ha lavorato bene si organizza una bicchierata di addio ed essendo una funziona pubblica si convoca una conferenza stampa dando l’addio , ringraziandolo del suo lavoro e motivando il motivo del cambio.

Nulla di questo è stato fatto

Continuiamo  con il Gazzettino

Da domani 1 gennaio, l’ex vice segretario comunale ed ex direttore che aveva continuato a svolgere volontariamente il ruolo di consulente scientifico anche dopo la pensione ( che non gli consentiva più di assumere la direzione) , non farà più parte della struttura. Lo hanno deciso il Sindaco Andrea Cereser e l’ass. Chiara Polita che di Casagrande era stata collaboratrice. ” Rinnoviamo i ringraziamenti personali e dell’amministrazione a Dino Casagrande per la sua opera nella direzione del Museo” commentano Cereser e la Polita, struttura che si vuole ulteriormente valorizzare. Come già preannunciato allo stesso Casagrande, l’amministrazione, l’amministrazione ha deciso di riportare le funzioni gestionali e scientifiche all’interno dell’ente , avendo ben chiara la distinzione tra indirizzo e gestione. Anche il Museo e la rete dei servizi culturali rientrano in una generale riorganizzazione  in funzione del programam di mandato che comunque valorizza la più ampia partecipazione”. Il diretto interessato non l’ha ha presa bene e accusa l’amministrazione di “insensibilirà” per quanto fatto da lui negli ultimi anni.

Da ignorante dico che non capisco cosa vuole dire il commento della Amministrazione. Mi consola che a chi ha letto assieme a me l’articolo del giornale ha dato lo stesso giudizio. E’ un giro di parole che non dicono o niente mi hanno detto stamattina quando abbiamo letto l’articolo. Ma io sono piu pratico e meno burocrate e non partitico ma solo politico

E veniamo alla Nuova Venezia.

Giustamente Cagnassi riposta le stesse parole riportate dal Gazzettino e quindi non le riporterò nuovamente ma trasporto le frasi di commento e quanto di nuovo appare.

” Aveva da poco parlato al Rotary per i 30 anni del Museo della Bonifica, quando , all’improvviso, arriva il ben servito a Dino Casagrande, consulente del Museo. Una nota del Sindaco e dell’Ass. alla Cultura Chiara Polita, lo ha ringraziato della disponibilità, oltretutto gratuita, di consulente, conmunicandogli di aver deciso di riportare all’interno dell’ente le funzioni gestionali e scientifiche.

” Mi hanno scritto ” precisa Casagrande ” che posso continuare a svolgere la mia attività culturale a svolgere la mia attività culturale però in ” altri ambiti” di fatto estromettendomi dalal vita del Museo la cui storia è segnata in ogni suo passo dal mio lavoro e che è stato sempre il mio mambito cittadino di attiivtà culturale. A sostegno di Casagrande si è mosso anche il Movimento ” Il Ponte ” di Paolo Madeyski  che ha criticato il modo dell’estyromissione….

” IO avevo già capito cosa si stava preparando” dice Casagrande ” anche perchè non c’è stato nessun confronto su un rilancio del Museo e l’occasione  del trentennale  è finita nel vuoto. “….si nota una macroscopica insensibilità per tutto quello che ho realizzato di fatto vivendo in tutti questi anni anche per gran parte del mio tempo libero nel Musee e senza alcuna velleità di apparire”

 

Difficile commentare

D’altra parte a lato nella Nuova Venezia vi è un altro articolo che in certi aspeti si collega. ” Cambio al vertice dei vigili destirtuita Danila Sellan.

Era il Comandante simbolo dell’era Zaccariottto. Si parla di risparmi di unificazione ma la Sellan non può essere licenziata e andrà ad occupare solo un nuovo ufficio magari a Musile ma sempre in zona., Musile sappiamo è ancora in mano alla Lega anche se Forcolin al momento è sospeso

Quando avremmo in mano qualcosa di obiettivò torneremo sull’argomento.

La Sellan era un simbolo e anche se avevo lottato invano perchè smettesse di fumare e lei lo prometteva sempre devo riconoscerle un impegno continuo nel nostro terriorio

 

 

 

 

 

 

30 anni di storia del Museo della Bonifica al servizio della cultura cittadina

Riporto qui parte del Bollettino del Rotary della serata del giorno 11 dicembre quando Dino Casagrande, Presidente del Rotary, ha tenuto una conferenza sul Museo della Bonifica.

Era Presente L’Ass. Chiara Polita in rappresentanza anche del indaco

Riporto questo incontro per evidenziare che nulla faceva pensare ad un allontanamento del Casagrande dal Museo della Bonifica visto la Presenza dell’Ass. Polita

 

Erano presenti 27  soci: Rodolfo AGOSTINI, Maria Antonia BARUCCO, Dino CASAGRANDE, Roberto CECCHINATO, Alessandro COLLE TIZ, Gianfranco CORELLI GRAPPADELLI, Pierfrancesco CONTARINI, Giorgio DAL CORSO, Massimo D’ATRI, Marino FANTIN, Loredano MILANI, Orfeo MONTAGNER, Giovanni PASINI, Francesco PASTI, Aldo PELLIS, Alessandro PERUCH, Alessandro PROSDOCIMI, Micol PILLON, Giuseppe ROSETTI, Mario SPINAZZE’, Luigi SALVIONI, Fabio TOFFOLETTO, Stefano TORRICELLA, Giulio VALLIS, Silvano VANIN, Alberto VIGANI , Giuseppe ZORZENONI.

E’ altresì presente il PDG Franco CARCERERI [zio Franco] , socio onorario del club.

Ospiti del Presidente:

la dott.ssa Chiara POLITA, il sig. Giorgio Sergio BASSO e signora, la sig.a Luciana BASSETTO, il prof. Giacomo CARLETTO, la dott.ssa Giulia ZIN, il dott. Massimo Scomparin.

La relazione della serata è tenuta dallo stesso presidente Dino CASAGRANDE e riguarda i 30 anni di storia del museo della bonifica al servizio della cultura cittadina.

Dino direttore del museo per tutti questi anni anni ne traccia con evidente partecipazione la storia che iniziata ufficialmente il 3 ottobre 1983 con l’inaugurazione in occasione della Fiera del Rosario risale comunque in precedenza nel 1975 come museo civico poi evolutosi come Museo della bonifica.

Viene con giustificato orgoglio evidenziato come l’istituzione abbia svolto nel corso degli anni non solo la funzione di museo ma sia stata promotrice e organizzatrice di importanti eventi culturali e divulgatrice della cultura del nostro territorio con formazione didattica per adulti e ragazzi.

E’ interessante conoscere come la storia del museo e quella del Rotary si intersecano e si fondono inscidiblmente considerando che a Fassetta socio fondatore del club fu affidato l’incarico per il primo allestimento del museo, Casagrande che ne è stato il direttore ha seguito tutte le varie vicende hanno contribuito alla crescita come, ad esempio, l’ ampliamento che ha visto l’arch Barucco come progettista( padre di una nostra socia ) e l’attuale socio ing. Bisiol allora assessore ai lavori pubblici come importante referente.

Nello stretto legame tra il museo e il consorzio di bonifica altri soci hanno intersecato le storie come Carceri, Ronchi, e Montagner. Anche per questi intimi legami al termine della relazione ( che ha anche delineato le prospettive future ) sono seguiti numerosi interventi in primis quello del PDG Carcereri che ha ribadito l’importanza della struttura e ricordato ad esempio in ambito rotariano come sia consuetudine portarvi i nostri ospiti in visita.

L’Assessore alla Cultura Chiara Polita ringrazia per l’invito e portando i saluti del Sindaco ricorda l’importanza del museo come punto di riferimento per la memoria storica della Città e del territorio.

Alla fine della relazione vi è la consegna del Paul Harris Fellow ( PHF ) a Giorgio Sergio Basso collaboratore del museo della bonifica per 10 anni e che dal suo pensionamento avvenuto 18 anni or sono continua, senza alcun compenso, a prestare la sua opera. Il presidente Casagrande promotore dell’iniziativa con appoggio unanime del c.d.ne traccia un breve ritratto.

 

Quindi doccia fredda come augurio di buone feste e di un felice anno nuvo