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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for Museo della Bonifica

Dino Casagrande è stato “silurato” dal Museo della Bonifica

Oggi ho appreso la notizia che l’Amministrazione Comunale di San Donà non ha rinnovato la collaborazione GRATUITA a Dino Casagrande presso il Museo della Bonifica.

Dino Casagrande non ha bisogno di alcuna presentazione. Non oso descrivere la sua cultura, il suo amore per i libri ( ricordo sempre con quanto amore mostrava ad una conferenza tenuta tre anni fa al Rotary Club i suo cari libri preziosi), la sua passione per San Donà.

Del Museo della Bonifica era  ” Il Papà “. Lo ha diretto per 30 anni ed ora che era andato in pensione come dirigente del Comune  aveva offerto la sua collaborazione  a titolo gratuito e in questo modo continuava a “dare ” al  ” suo ” museo.

Il museo sotto la sua direzione era cresciuto ed era una Stella per il Territorio.

Ricordo le visite che ho fatto io assieme ad altri personaggi che venivano a San Donà ; non si veniva a San Donà senza portare l’ospite a visitare il Museo.  Ogni anno quando il Governatore del nostro Distretto veniva a fare visita al Club Rotary di San Donà era obbligo portare lui e la consorte a visitare il Museo.

Ora L’amministrazione  ha deciso che non serve più. Non rientra nei piani di sviluppo del Museo o nei piani della Ammnistrazione. Io di Casagrande sono amico anche per la vecchia militanza nel Rotary, ma non ho mai chiesto verso che partito nutrisse simpatia. Il valore non ha colore politico. La cultura e l’esperienza non hanno colore e non hanno età.

Pensavo se a me L’Amministrazione della  Casa di Cura mi dicesse : madeyski non abbiamo più bisogno di Lei perchè è anziano  e se anche lavorasse gratis e continuasse a dare lustro alla struttura  noi volgiamo fare a meno di Lei.

Bella riconoscenza !

Riporto qui in ordine

1) Cosa è il Museo della Boniifica  ( notizie prese da fonti pubbliche in Internet)

2) La lettera che Dino Casagrande ha mandato alla Amministrazione Comunale con le sue considerazioni e il suo rammarico dopo aver ricevuto la lettera della Ammnistrazione stessa

3) La copia della lettera che la Ammnistrazione ha mandato a Casagrande per comunicare la negazione della collaborazione

 

1) IL Museo Civico di San Donà di Piave, istituito nel 1975, è stato inaugurato e aperto al pubblico nell’ottobre del 1983 assumendo la denominazione di ‘Museo della Bonifica’. 
Esso raccoglie immagini, plastici, oggetti che illustrano, seguendo un criterio espositivo cronologico, le vicende della trasformazione del territorio Sandonatese dall’antichità ai nostri giorni.
Completa ed integra l’insieme una raccolta etnografica.

L’edificio nel quale trova sede il Museo della Bonifica è un ex convento delle Calrisse costruito nel 1967. Persa la sua destinazione conventuale, la struttura fu acquistata dal comune di San Donà di Piave nel  1982  per ospitare il museo cittadino. L’idea originaria prevedeva una struttura museale relativa alla civiltà contadina del territorio, il museo nasceva infatti con la denominazione di “Museo delle genti del Veneto e del Basso Piave”.
La duratura collaborazione con il Consorzio di Bonifica Basso Piave  (avviata già a partire dagli anni Settanta), garantì al Museo una raccolta significativa di materiale sulla storia della bonifica, tanto che l’Amministrazione Comunale decise di mutare l’impostazione del museo. La denominazione originaria fu quindi modificata in “Museo della Bonifica”.
Il museo fu aperto al pubblico nel 1983. Negli anni seguenti la carenza degli spazi espositivi rispetto alla quantità del materiale raccolto impose una serie di lavori di ampliamento della struttura, terminati nel 1988  con l’inaugurazione di una nuova ala.

 

La Struttura museale

 

I materiali esposti sono organizzati secondo un criterio espositivo cronologico suddiviso in cinque percorsi tipologici:

  • Sezione Archeologica – raccoglie reperti, molti dei quali riferibili all’insediamento dell’antica  Heraclia che documentano la presenza romana e tardoantica nel territorio del Basso Pave
  • Sezione Etnografica – ricostruisce l’ambiente del mondo contadino nel periodo precedente alle grandi bonifiche;
  • Sezione Bonifica – illustra la storia degli interventi di bonifica nel Veneto Orientale  avviata alla fine dell’Ottocento e completata nella prima metà del secolo scorso;
  • Sezione Bellica – riunisce le testimonianze relative alla prima guerra mondiale
  • Sezione Naturalistica – ricostruisce la situazione ambientale del territorio antecedente alla bonifica per mezzo di diorami, pannelli illustrativi e disegni.

 

La biblioteca spacializzata

Comprende circa 11.000 volumi inerenti all’agricoltura, alla bonifica, alla storia veneta e alla storia della Grande Guerra. Il nucleo antico è costituito da oltre 200 volumi, tra cui un esemplare del primo atlante italiano, la famosa “Italia” del Magini

L’archivio storico comunale

L’Archivio Storico Comunale di San Donà di Piave. Si tratta della documentazione dell’amministrazione comunale più antica, dal momento che gli archivi precedenti sono andati perduti durante la prima guerar mondiale.

 

L’archivio Vittorio Ronchi

L’archivio nasce dalla donazione della biblioteca privata di Vittorio Ronchi , agronomo, enotecnico e commissario per l’Alimentazione presso l’ Assemblea costituente. Rappresenta una fonte molto importante per la ricostruzione di una parte della storia del Novecento: dalla bonifica al problema dell’alimentazione nei periodi bellici e post-bellici, all’emigrazione.

 

L’archivio Ottorino Tombolan Fava

La raccolta è stata donata nel 2002 dal 5º Reggimento Artiglieria C/A “Pescara”. Comprende materiali bellici, documenti di archivio (relativi a Ottorino Tombolan Fava) e fotografie.

 

L’archivio Giovanni Battista Pitotti

Si tratta della biblioteca e dell’archivio personale di Giovanni Battista Pitotti i che fu tra la fine dell’Ottocento e primi anni del Novecento professore ordinario della cattedra ambulante di agricoltura della Provincia. Include circa 4000 tra volumi, opuscoli, manoscritti, studi e relazioni scientifiche.

 

L’archivio cartografico

Raccoglie molte delle carte antiche del territorio realizzate tra il XVI e il XX secolo (tra cui una collezione di carte militari delle Grande Guerra, sia italiane che austroungariche).

2) Lettera di Dino Casagrande

Dr. DINO CASAGRANDE – Corso Silvio Trentin, 101 -  30027 SAN DONA’ DI PIAVE

Oggetto: Nota in data 13 dicembre u.s. Prot. 47886, con la quale è stata respinta dall’Amministrazione    Comunale la mia disponibilità alla collaborazione gratuita presso il  “Civico Museo della Bonifica”.

Sig. Sindaco

                                                                                                            Sig. Assessore alla Cultura

                                                                                                            della Città di S. Donà di Piave

                                                                        e, p.c. ai                 Sig.ri Assessori

                                                                                    ai              Sig.ri Consiglieri Comunali (per email)

                                                                     ad            Associazioni cittadine,  singoli operatori

                                                                                      e a persone che mi conoscono (per email)

Egr. Sig. Sindaco e gentile Sig.a Assessore alla Cultura,

ho ricevuto nei giorni che precedevano la festività, la laconica nota a firma delle SS.LL., con la quale mi si  comunicava che la mia offerta di collaborazione gratuita al museo per il prossimo anno, era stata respinta.  Come Loro ben sanno,  la mia attività di direzione del museo dura da trent’anni, negli ultimi tre dei quali ho avuto un incarico limitatamente all’aspetto di consulenza scientifica e non gestionale, non essendo più dirigente.   L’ho fatto a titolo puramente volontaristico e di conseguenza senza alcun compenso, per passione e per amore della mia città.

La cosa mi sorprende non tanto per il contenuto, perché rientra nelle prerogative del tutto legittime di una amministrazione, ma soprattutto per la modalità utilizzata: una stringata lettera di sei righe, senza che vi sia stato un minimo confronto per capire meglio, de visu, le ragioni che hanno portato a questa esclusione. Si vogliono maggiormente valorizzare le risorse umane interne ? Si vogliono impostare nuovi programmi per un rilancio del  museo?  Ben venga tutto questo ma non ci sono stati confronti in tal senso! Una collaborazione scientifica non può essere certo di ostacolo, ma di aiuto. Poteva essere trovata  una diversa soluzione istituendo  una funzione del tutto onoraria come in molti musei si fa, e come avevo suggerito all’Assessore alla Cultura, avendo intuito da tempo le sue intenzioni, prendendo atto della rarefazione dei contatti, del mancato coinvolgimento e del ruolo dimesso che si è voluto dare negli ultimi tempi al museo. Nella breve nota di sei righe, nella ricerca di qualche motivazione,  si parla di un “nuovo ruolo da assegnare al Museo Civico unitamente alla Galleria ed agli spazi espositivi” che come l’Assessore, che è stata mia apprezzata collaboratrice per 10 anni ben sa, quella di creare un unico istituto culturale che raggruppasse museo e centri espositivi  è una mia vecchia idea che io non ho avuto la necessità di realizzare in quanto, non come direttore del museo ma come dirigente, avevo già tutti gli istituti di cultura nel mio organico;  pertanto di “nuovo” non è che ci sia molto.

Ci sono forse delle ragioni personali  da parte dell’Assessore? C’è da parte di qualche amministratore la voglia di diventare, in modo ufficioso, pena l’incompatibilità, una sorta di consulente scientifico del museo? Come altra motivazione, infatti, viene anche citata la riconduzione nell’ambito interno della funzione scientifica. Nulla quaestio,  se vi è necessità di riorganizzazione e recupero, doveroso, di risorse interne, ma ciò non giustifica che si respingano delle collaborazioni. Per “ interno” si intende anche qualche amministratore ?  Se questo fosse vero,  forse dava fastidio che  anche un altro consulente svolgesse una tale funzione e che quindi, nonostante la buona volontà e la gratuità del suo servizio, si è ritenuto opportuno eliminarlo. E questo, comunque si veda la cosa, rappresenta  un danno certo al museo cittadino, perché è stato privato di una risorsa disponibile e competente.

Decisamente grave, se così fosse, e al di là di ogni possibile interpretazione tra le righe di quanto accaduto nel normale andare delle cose lo si verificherà, è comunque molto poco lungimirante ritenere esclusivamente interna  una funzione scientifica. Mi sembra, invece, che chi opera, ed ha responsabilità, nella cultura  dovrebbe considerare l’attività culturale in un’ottica di spazio aperto e coinvolgere una pluralità di risorse, tanto più quelle che non solo conoscono ma hanno contribuito a creare una istituzione culturale. Le persone che hanno dato molto in questi anni e possono dare ancora un contributo positivo, credo che la Città abbia tutto l’interesse a tenerle in considerazione e non ad eliminarle. Qual è la logica? E’ di segno opposto alla prospettiva di valorizzazione delle risorse locali tanto decantata in campagna elettorale.  Indubbiamente un bel biglietto da visita per  codesta Amministrazione !

Con un semplice comunicato di servizio, infatti, senza tener conto delle attività in corso, dei rapporti in essere con le università (proprio qualche giorno fa è stata discussa all’Università di Padova una tesi sul nostro territorio della quale ero correlatore), della nomina a direttore della Rete dei musei della Grande Guerra per il biennio 2013-2014 e del mio ruolo di componente del Comitato Scientifico Regionale per la Grande Guerra (altri incarichi svolti senza alcun compenso), avete voluto respingere la collaborazione di una persona  la cui dedizione e competenza, ha garantito alla nostra istituzione culturale  una riconosciuta autorevolezza  che va ben oltre i ristretti limiti dei nostri confini comunali.

Addirittura mi indicate o meglio, a questo punto, è più idoneo usare il termine “ordinate”, mettendomi di fronte al fatto compiuto, di svolgere in futuro la mia attività culturale “in altri ambiti”. Ma l’ambito nel quale ho sempre operato  e nel quale mi viene richiesto di operare, anche dall’esterno (regione, provincia, università, studiosi o cittadini), e che considero il “mio ambito”, è quello della nostra città, della sua storia, delle sue tradizioni  e dei suoi istituti culturali, museo in primis; non conosco in città “altri ambiti”, e quindi, in sostanza, non solo  mi avete chiuso la porta in faccia ma anche esortato ad emigrare altrove ! Complimenti!

Non guardo nemmeno lo schiaffo alla dignità di chi, come me,  ha dato tutto, al di là del lavoro, dei problemi familiari, delle difficoltà incontrate anche nel non facile dibattito e confronto con la politica per  far emergere  il ruolo del museo, assicurando con il proprio sacrificio personale, con il proprio tempo libero sempre e comunque, la continuità di trent’anni di ininterrotta attività. Anche in questa circostanza si conferma la mancanza di qualsiasi qualità umana della vostra politica. La scarna letterina che mi è arrivata ne è la prova disgustosa. Le sei scarne righe dicono poco ma dicono tutto: eliminazione ed esclusione; sei fuori e non ti far più vedere ! Bella soddisfazione per aver dedicato trent’anni della propria vita al museo !

Mi rammarica, in quanto inaspettata, soprattutto da parte di persone che conosco da sempre, come il Sig. Sindaco, la mancanza  del senso di lealtà, mettendomi alla porta  senza dirmi una parola!

La storia, però, non si cambia. Nel museo, quasi ogni pietra, ogni oggetto, ogni attività, ogni momento della sua vita, parla di me,  ogni documento in tutti questi trent’anni,  è scandito dal mio complesso lavoro. Ho concepito un museo proiettato verso il futuro,  dotandolo di importanti servizi (biblioteca specializzata, archivio cartografico, archivi di documenti e fotografici) e la mia opera è testimoniata anche da tante lotte per avere strutture più funzionali e idonee alla sua attività di conservazione, culturale e didattica, per avere un edificio a norma, con innumerevoli richieste di intervento spesso cadute nel vuoto e, comunque, anche i tanti successi ottenuti, le molteplici attività organizzate, gli spettacoli, le mostre anche a livello internazionale, la promozione di ricerche archeologiche, gli studi storico scientifici, la costante attività didattica per adulti e le scuole e anche, di recente, il notevole lavoro svolto per valorizzare il museo, ora individuato, in documenti ufficiali, come punto di riferimento del territorio anche in vista di prossime importanti celebrazioni.  A meno che non si vogliano distruggere gli atti, tutto questo fa parte della storia del museo e mai nessuno la potrà cancellare.

E  tranquillizzo comunque tutti, e per questo la lettera è inviata anche alle associazioni cittadine, ad operatori culturali, a persone che conosco e con le quali ho collaborato e collaboro per la maggiore conoscenza del nostro territorio,  che io non raccolgo certo il desiderio (anche se sarebbe meglio chiamarla provocazione) dell’amministrazione,  avvisandoli che io non smetterò di operare nel “mio ambito”, in quanto la storia della città non è un patrimonio di qualcuno e il museo è un luogo pubblico e i servizi che io ho creato sono, fino a prova contraria, accessibili a tutti. Pertanto tutti coloro che avessero il desiderio di approfondire i suoi contenuti, avere necessità di consigli, per i propri studi o anche per i propri interessi culturali di effettuare delle ricerche sulla storia, le tradizioni, lo sviluppo del territorio, la sua economia, la straordinaria epopea della bonifica o qualsiasi altro argomento che interessi la città,  potranno continuare a fare riferimento anche a me, senza alcun problema, perché io conosco ogni angolo anche il più recondito del “mio ambito” ed è questo un patrimonio che metto a disposizione di tutti e che la città più sensibile e aperta  non può certo permettersi di buttare come un contenitore vuoto.

San Donà di Piave 27.12.2013

Miei riferimenti:

cell. :  3293817509

Email: dino.casagrande@libero.it

trincavellus@gmail.com

 

3) Lettera della Amministrazione Comunale