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Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for Ospedale di San Donà di Piave

TAC Rotte a San Donà e Jesolo. Collaborazione e sinergismo

Le locandine di Oggi della Nuova Venezia portavano a titoli cubitali il problema delle TAC rotte nei due ospedali di San Donà e di Jesolo.

La Tac di Jesolo è rotta da qualche giorno ma se ne parla poco. A parte il buon Bison che si batte come un leone per l’Ospedale di Jesolo non si focalizza il problema. Il problema è data da una TC usata e obsoleta e di vecchia data.. Le attrezzature mediche , specie quelle all’avanguardia devono sempre essere controllate ed avere un contratto di manutenzione. Ma ogni macchina ha i suoi tempi. Ad un certo tempo deve essere sostituita con una più recente e con maggiori prestazioni. La tecnologia va avanti in tutti i campi e aggiornarsi in medicina è fondamentale per i pazienti. Capita spesso che una lesione non viene vista da una macchina mentre viene diagnosticata da una macchina più performante e moderna.

A jesolo può esserci una TAC anche di non nuova generazione ma a San Donà ve ne deve essere una aggiornata e credo meglio ancora due TAC.

A San Donà il problema è più modesto . Problemi tecnici e di software possono presentarsi spesso. Naturalmente questi problemi sono più frequenti a secondo l’uso e gli anni di lavoro della macchina. I problemi tecnici si risolvano spesso in 24  o 48 ore; i problemi di software si risolvono di solito in poche ore, come è successo questa volta.

Io credo che la collaborazione e la sinergia con la locale Casa di Cura Rizzola potrebbe risolvere diversi problemi.

Ritengo che il disagio di trasportare a Portogruaro dei pazienti sia importante. Sia da un punto di vista sociale in quanto i pazienti non ricoverati devo trovare che accompagna  il paziente a Portogruaro, sia dei tempi, dei pericoli lungo la strada.

Ma il problema maggiore consiste  nel trasporto di pazienti ricoverati . possono essere pazienti con problemi importanti e il trasporto ha un costo ma il disagio per un paziente ricoverato è grande.

Quindi credo che la collaborazione e la sinergia con il privato che è accreditato e convenzionato sarrebe utile e da potenziare

E non solo per la TAC ma anche per Risonanza Megnetica. In Casa di Cura vi è una RNM di ultima generazione e una RNM aperta per i pazienti che soffrono di claustrofobia.

La salute lo abbiamo sempre sostenuto non è nè pubblica nè privata : La Sanità abbiamo sempre sostenuto deve offrire ai cittadini i mezzi per mantenere la salute e , se questa viene a mancare, per potere ritornare in salute. L’importante è dare un servizio utile al cittadino naturalmente valutando costi e benefici.

Ma se i costi sono modesti o in rapporto a quelli del pubblico ma i benefici sono ottimali per il paziente si deve collaborare ed avere un sinergismo per lavorare al servizio dei cittadini

 

Ospedale unico o no nella ASL N.10 ?

Da quando sono uscite le schede regionali sulla sanità si fa un gran parlare di un Ospedale unico per tutto il territorio del Veneto Ortientale

Ma se ne parlava da tempo

Noi del ” Il Ponte” ne parliamo da anni. Da più di 10 anni. Ultimamente lo abbiamo ripetuto, molto tempo prima che le schede ospedaliere fossero note

Abbiamo sempre sostenuto che L’Ospedale Unico è la soluzione migliore ma al momento essendo i tempi lontani il suo programma va nella direzione di far funzionare i tre Ospedali pubblici e la Casa di Cura Rizzola

Orbene noi siamo della stessa opinione e lo diciamo da anni e qualcuno si ricorderà che Il POnte aveva organizzato anni fa una incontro con i vari consiglieri regionali sul problema all’Hotel Heraclia, ora Contenental con questa soluzione e anche un incontro dibattito pubblico all’Hotel Forte 48 successivamente

Ma avevamo fatto delle proposte di quella che per noi è l’unica soluzione possibile in questi anni e per molti anni ancora visto la mancanza di possibili finanziamenti per un Ospedale Unico.

E su questo ha ragione la CGiL che ultimamente boccia la proposta dell’Ospedale Unico. Proprio per il problema che i soldi non ci sono e non ci possono essere,. Sia per fare l’Ospedale che per mantenerlo. E Mestre docet.

Ricordiamo al Dr . Btanezza e a tutti i cittadini che il nostro progetto che rappresenta la soluzione migliore per i cittadini del Veneto Orientale.

Un problema molto sentito dalla nostra ASl e dalla regione Veneto  è dato dal problema delle fughe di pazienti che sono circa 60.000. E questo rappresenta un costo per la ASL N.10

Ma perchè ci sono le fughe

La gente non va in Friuli perchè lo ritiene comodo ma perchè trova ivi delle eccelenze.

Ecco cosa manca nella nostra ASL. Manca spesso la eccelenza. Non che non ci siano reparti e medici al top ma manca la eccellenza.

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve passare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Il piano prevede la conversione e la utilizzazione di tutte le attuali strutture ospedaliere.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

A Jesolo é utile come messo nel piano delle schede ospedaliere un  Ospedale specializzato rispetto alla locazione , al suo decentramento e al suo clima.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo dovrebbe esserci un Pronto soccorso elastico ma autonomo . Elastico in quanto potenziato dagli altri due ospedali pubblici nel periodo estivo ( in cui diminuisce il lavoro nell’Ospedale normale ) .

E’ non economico e non produttivo fare un Reparto di Chirurgia e di Medicina Completi e un Pronto Soccorso egualmente funzionante tutto l’anno quando solo in 4 mesi vi è l’aumento di affluenza. Non si può avere tutto sotto xasa. Alla fine non è stato traumatico l’aver tolto da Jesolo la Ginecologia e la Ostetricia e tali reparti possono funzionare meglio in Ospedali meglio dotati

Quale turista andrebbe in vacanza a Jesolo e dintorni per poi ricoverasi con quello che costa il soggiorno a Jesolo. E’ evidente che si ricovererebbe solo il turista nell’emergenza e tale soggetto essendo limitato come numero può essere trasportato con mezzo mobile ( autoambulanza o elicottero) nell’Ospedale vicino.

In sostanza l’ospedale potrebbe essere riconvertito a struttura di Pronto Soccorso “elastico”.  Con un Reparto capiente di lungodegenza    e un reparto ortopedico riabilitativo che ben si adatterebbe al posto.

E per San Donà e per Portogruaro. Cosa ci aspettiamo visro che i costi di un Unico Ospedale sono proibitivi ?

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noi  abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie partologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risporse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione accelente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

La polemica Ospedale unico o meno è solo una polemica che ci fa tornare indietro negli anni quando vi erano i vari campanili e tutti pensavo a sè stessi.

Ora il cittadino vuole essere curato nel modo migliore con la attrezzatura migliore

E tutto questo ha dei costi

E allora conviene avere due poli attrezzati con le attrezzature migliori e con gli specialisti con la maggior esperienza e formati in modo tale da rappresentare quella eccellenza che attualmente manca.

In ultimo la Casa di Cura Rizzola. Deve rappresentare una alternativa alla popolazione sempre che possa rappresentare dei poli di eccellenza per determinate patologia e che iil rapporto costi-benefici sia favorevole.

Se la struttura può dare alcuni servizi di eccellenza a costi competitivi non si vede perche non possa esistere nella modalità e nell’ottica descritta sopra.

L’ospedale unico rappresenta una eccellenza se possibile. Altrimenti meglio avere due poli funzionanti come eccellenza.

Iniziativa importante dell’AVO a favore degli ammalati ricoverati nell’Ospedale di San Donà di Piave

Apprendiamo con piacere una iniziativa partita in questi giorni organizzata e ideata dall’AVo di Jesolo.

Riportiamo l’articolo apparso sul Gazzettino e scritto dal giornalista di San Donà di Piave David De Bortoli.

Il DE Bortoli è molto sensibile alle iniziative sociali e si occupa anche lui di volontariato attivo da tempo

SAN DONÀ – Una raccolta di fondi per acquistare 25 televisori destinati ai malati dell’ospedale di San Donà.

È la nuova iniziativa dell’AVO, Associazione dei Volontari Ospedalieri, una trentina di persone che da quattro anni si occupano di fornire un sostegno psicologico ai malati ospitati nei reparti di medicina, day hospital oncologico e pronto soccorso.

La presidente del gruppo Franca Santin ha preso carta e penna indicando in una lettera destinata alla cittadinanza le finalità dell’iniziativa L’AVO già lo scorso anno si è fatta promotrice di un’analoga iniziativa per l’ospedale di Jesolo dove opera altri 35 volontari, acquistando 13 televisori a parete per gli ammalati di lunga degenza

La somma complessiva da raccogliere destinata a San Donà è di circa 7mila euro, una targa sarà esposta fuori del reparto di medicina in ricordo dei donatori. Per aderire al progetto si possono contattare i numeri: 347.5459251, oppure lunedì e giovedì dalle 16 alle 18 allo 0421.388672. (D.DeB. )

 

L’anno scorso l’iniziativa è stata molto apprezzata e credo che la stessa ripetuta nell’Ospedale di San Donà sia ancora più importante specialmente essendo diretta al day hospital di Oncologia 8 i malati spesso vedono passare il tempo che sembra non passare mai )

Noi siamo felici che come sempre nella nostra zona il volontariato sia sempre al primo posto nella vita di tutti. Poche zona hanno un volontariato così attivo e vario.

Siamo un pò meno felici che per dare un sorriso a tanti malati si debba ricorrere al volontariato quando per cifre o somme modeste le istituzioni potrebbero intervenire personalmente  come principio di aiuto agli ammalati che hanno bisogno di ore serene e non solo di terapia mediche

Proteste per la Anatomia Patologica di San Donà di Piave

Noi del Ponte ci siamo occupati altre volte del Nostro Ospedale e ultimamente del Reparto di Anatomia Patologica.

Ora ce ne occupiamo in quanto la situazione non migliorata . Diciamo che tutto tace. Un pò come per il problema dei videodermatoscopi nel due Ospedali di Jesolo e Portogruaro.

Bene i videodertmatoscopi giaciono in pace e …anche la Anatomia Patologica possiamo dire che giace in pace nello stesso posto ritenuto non idoneo, con la stessa carenza di personale. Ma non possiamo dire che la situazione sia proprio statica ma..peggiora. Infatti mentre il tempo passa i tempi di attesa per un referto di allungano.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato con il Tribunale dell’Ammalato  e precisamente con il sign Luigi Basso, Presidente di questo Organismo. Abbiamo avuto un colloquio in quanto al Tribunale dell’Ammalato cominciano ad arrivare le segnalazione di persone che ritengono che la attesa di un esame istologico riguardante una loro patologia sia troppo lungo.

Non siamo autorizzati a fare nomi ma ci sono persone che hanno aspettato  più di un mese per sapere la diagnosi della loro patologia.

Il tempo è relativo ma diventa importante la attesa se la diagnosi comporta una modifica della terapia chirurgica o medica.

Pensate ad una donna che subisce un intervento di asportazione di un nodo sospetto alla mammella e che aspetta un mese o più per sapere se tale nodo è un tumore benigno o maligno. Con la conseguenza che un eventuale intervento allargato e successivamente una terapia medica . Ecco in questo caso il tempo è importante. Probabilmente non ci saranno danni per un ritardo di diagnosi e di ultereiore terapia. Ma pensiamo alla donna che sta aspettando. Mettetevi nei suoi panni e vedrete come passerà questo mese e come la donna vivrà in questo tempo di attesa.

Lo stesso problema naturalmente esiste per un uomo che aspetta di sapere se il nevo asportato è un melanoma o meno e se i linfonodi asportati con il melanoma sono positivi o meno.

Con Il presidente del Tribunale dell’Ammalato abbiamo parlato e scorso in rassegna i possibili rimedi.

Purtroppo ci si scontra con la mancanza di fondi della Regione e con la burocrazia.

Vediamo la situazione

Esiste un servizio di Anatomia Patologica nell’Ospedale di San Donà di Piave

Noi sappiamo che l’anno scorso sono stati eseguiti 12 mila esami istologici e altrettanti esami citologici. Orbene più della metà proviene da San Donà  ( compresi quelli della Casa di Cura ) , 1000 vengono da Jesolo e 4000 da Portogruaro.

E’sempre stato un ottimo reparto , un reparto di eccelenza. Fin dai tempi del Prof Boccato, coadiuvato dal Dr Briani e dal Dr PASINI ( attualmente a Monastier).

Successivamente Il Reparto venne condotto dal Dr Sacchi, sempre coadiuvato sempre dal Dr Briani, dalla Dottssa Chiara e dalla Dottssa Cristina Antonini.

Tutto bene. Poi sono nate le polemiche circa il trasferimento del Reparto da Jesolo a Portogruaro.

Il futuro spostamento non è stato digerito dal Dr Sacchi e dal Dr Briani che hanno dato subito le dimissione dal servizio. Certamente erano prossimi ad andare in pensione: si trattava di mesi ma hanno anticipato il pensionamento.

La storia poi la conoscete. Il Dr Briani è deceduto dopo un secondo infarto. Il DR Sacchi è andato in pensione come da richiesta fatta nel mese di ottobre.

Nella Anatomia Patologica di San Donà di Piave sono rimaste quindi le due dottoresse e diciamo che sostanzialmente il reparto è stato dimezzato solo tenendo conto dei numeri degli operatori sanitari.  Ma dobbiamo tenere conto anche della esperienza del Dr Sacchi e del Dott Briani: l’esperienza, gli anni e il trascorso ospedaliero hanno il loro peso.

La dirigenza della ASL ha dato un incarico di consulenza con il Dott Murer, proveniente da ASL distante e con una grossa esperienza ma…per questione burocratiche tale consulenza deve ancora iniziare.

Il 16 gennaio è sgtato fatto un concorso per un posto di medico che va a coprire la mancanza del Dr Briani. Bene !. Ma…il medico è un giovane e valente medico ma all’inizio della carriera e con una esperienza limitata dagli anni.

A questo punto tutti possono capire perchè l’Anatomia Patologica ha dei ritardi nei referti.

I medici attuali non possono certamente sopperire alla mancanza dei due medici che hanno lasciato il reparto. La Dottoressa Chiara Antonella ha una ottima esperienza e lavora in maniera instancabile ma la mole di lavoro è molta.

Vediamo i numeri

Noi sappiamo che l’anno scorso sono stati eseguiti 12 mila esami istologici e altrettanti esami citologici. Orbene più della metà proviene da San Donà  ( compresi quelli della Casa di Cura ) , 1000 vengono da Jesolo e 4000 da Portogruaro.

In Totale sono passati nella Anatomia Patologica circa 24.000 esami

Come si può pensare che una tale mole di lavoro possa essere smaltita in tempi reali. Perche quello che la gente è il tempo reale. Tempo reale compatibile con i tempi tecnici di esecuzione di un esame.

E allora cosa proponiamo noi del ” Il Ponte” ?

Dare una testa al Reparto.  Una testa che diriga è indispensabile. Quindi dare le mansioni superiori alla Dottoressa Chiara Antonella  che ha i titoli e le capacità . Oltre a dirigere e programmare ufficialmente il lavoro la dottoressa sarebbe gratificata e stimolata ad una lavoro ancora più intenso ( è umano)

Secondo. Richiamare il Dr Sacchi a fare il consulente 4 giorni alla settimana . La sua consulenza sarebbe più fattibile di altri in quanto conosce l’ambiente e quindi sarebbe già inserito e a conoscenza delle problematiche e di come risolvere i vari problemi.

Il Dott Sacchi , sentito da nopi e dal Tribunale dell’ammalato, sarebbe disponbile in linea di massima.

Queste due mosse credo che sarebbero sufficienti a fare ritornare il lavoro a pieno ritmo . Nello stesso tempo il medico che ha avuto il posto per concorso si farebbe le ossa e prenderebbe contatto con i problemi e potrebbe avere dal Dr Sacchi utili informazioni sulla diagnostica e sulle metodiche.

Noi speriamo che il Nuovo Direttore Generale  dr Carlo Bramezza tenga conto di questo proposte.

Fra 15 giorni saremmo a colloquio con il Direttore Generale e porteremmo alla sua attenzione  il problema della Anatomia Patologica e il problema dei videodermatoscopi non utilizzati.

 

 

Che fine farà la Anatomia Patologica di San Donà di Piave

Qualche settima orsono abbiamo ripreso un articolo dei giornali locali in cui si dava la notizia che la Anatomia Patologica della nostra ASL veniva trasferita dall’Ospedale di San Donà a quello di Portogruaro.

Vi è stata una interrogazione al consiglio comunale di San Donà ma nulla si è mosso

Si è detto che il trasferimento a Portogruaro sarebbe stato provvisorio e una volta risolto il problema dei locali di Anatomia Patologica di San Donà , il Reparto sarebbe tornato nella sede originale.

Ma noi siamo navigati come voi che leggete.

Voi sapete che i soldi non ci sono e non ci sono nemmeno per la Sanità nel Veneto. E allora quando mai s troveranno i soldi o i finanziamenti per sistemare i locali nel nostro Ospedale?. Sicuramente fino a che la crisi non sarà finita difficilmente si troveranno i fondo o la Regione stanzierà una cifra che non sarà da poco. E allora?

Allora significa che il trasferimento provvisorio sarà sostanzialmente definitivo.

Ma non basta !

Circolano voci molto attendibili la Anatomia Patologica farà una fine ancora peggiore.

Nell’ottica dei risparmi sembra che la Regione abbia deciso che ci sia una Anatomia Patologica ogni 400.000 abitanti  e quindi che scompaia la Anatomia Patologia dalla nostra ASL per fare capo tutto a Mestre

L’Ospedale di Mestre è costato molto e deve essere sfruttato e in più si devono risparmiare soldi nella sanità anche nel Veneto.

Si parla di tagli importanti. Si parla di 1000 posti letto nel Veneto. Ma si parla di tagli nei servizi

In Sostanza al pensionamento delo Dr Sacchi la Anatomia Patologica che sarà localizzata a Portogruaro non avrà più un Primario o come si dice adesso un Direttore. Tutto farà capo all’Ospedale all’Angelo di Mestre.

A Postogruaro rimarra un servizio con dei medici e del persoianale tecnico che lavorerà ma per quanto riguarda la direzione sarà a Mestre.

Quindi le voci sono che la Anatomia Patologica sarà trasferita a Portogruaro e che non avrà più un  Primario.

In sostanza sarà reso monco l’Ospedale di San Donà ma tutat la nostra ASL soffrirà di questi tagli.

E nessuno protesta.

Perchè protestare non serve. E’ stato deciso in alto e il cittadino normale o il medico che lavora con i pazienti e spesso con la vita dei cittadini non hanno diritto di replica o la loro voce non sarebbe che una voce nel deserto

Sarebbe bello che i cittadini e i giornalisti e i politici locali andassero a visitare i locali della Anatomia Patologica attuale e sapessero esattamente come e con tempi avranno le risposte alle loro patologia.