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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Ospedale Unico: Dove ? E i ” Vecchi Ospedali ” ?

Si è parlato molto di Ospedale unico nel Veneto Orientale. Ne abbiamo parlato al Convegno che abbiamo organizzato proprio noi del ” Il Ponte” all’Hotel Forte 48″. La Sanità in questi anni sta cambiando e non solo nel Veneto Orientale ma in tutto il Veneto. E le altre Regioni ? Difficile dirlo oggi ma forse tenendo presente la crisi e i pochi soldi che i politici ci hanno lasciato anche le altre Regioni si adegueranno.

Certamente il cambio nella Sanità è in rapporto alla crisi e alla mancanza di fondi ma la Regione si muove in modo di ottimizzare la nostra Sanità. Sta creando dei poli di eccellenza . Pochi ma buoni. Sta cercando di limitare le fughe in altre Regioni e sta cercando al contrario di attirare pazienti da altre Regioni.

Sta eliminando i doppioni dei quali ha sempre sofferto la nostra Sanità e specialmente nel Veneto Orientale

Vi erano 3 Ospedali e una Casa di Cura che facevano all’incirca le stesse cose. Con spreco di denaro ma anche di risorse. E quando parliamo di risorse parliamo di risorse umane e di risorse tecnologiche. INfatti abbiamo sempre sostenuto che le attrezzature , i dispositivi medici, la tecnologia costano e costano sempre di più. I miglioramenti costano e non se ne può fare a meno. Non si può pensare che esca un macchinario che serve al meglio per curare una data patologia o serva per fare diagnosi nel modo migliore di patologie anche gravi e la nostra Sanità non lo possa comperare e usare. Certamente nel Veneto Orientale comperarne tre al meglio non era possibile.

Ma anche i medici devono essere formati, devono avere la migliore esperienza in un dato campo. E’ finita l’epoca in cui tutti sapevano fare di tutto. E non parlo solo di chirurgia ma anche di medicina con le varie specialità e nella diagnostica.  Oggi specializzarsi in un campo con gli strumenti migliori e all’avanguardia costa tempo e denaro e ogni medico deve diventare ” ottimo” in un dato campo.

Ogni medico deve fare un passo indietro e lasciare ad altri alcune patologia sia come diagnostica che come terapia e lavorare su quello che sa meglio,

Questo significa ottimizzare la medicina.

Per esempio nel Mio reparto ho deciso che uno ( il DR Bartelloni ) si occupi della laparoscopia in quanto i numeri fanno l’esperienza ma non tutta la laparoscopia. La patologia chirurgica del colon sx in laparoscopia impone esperienza, numeri di intervento e tecnologia e per tale motivo viene inviata o proposta ai pazienti   presso altra struttura ( a Portogruaro il Dr Fidanza ha un centro specializzato in laparoscopia ed esegue tutti gli interventi al meglio e in maniera ottimale). Io ho un fatto un passo indietro e segue maggiormente la Senologia ( della quale mi occupo dal 1983) e il melanoma , oltre alla terapia delle ulcere degli arti inferiori e del piede diabetico con la terapia con ossigeno normobarico che ho messo a punto e che si sta espandendo in Europa.

Questo significa ottimizzare la Medicina e l’Ospedale Unico va incontro a questo principio: ottimizzare le risorse di tecnologia o strumentario e le risorse umane specializzando e ottimizzando i medici .

Ma i problemi non finiscono qui. Ora si tratta di scegliere dove costruire l’Ospedale Unico e cosa si potrà o dovrà fare dei vecchi Ospedali.

Ne abbiamo parlato nel Convegno ma si sono buttate giù solo considerazioni. Se ne è parlato ma ancora non sono state prese decisioni

Si è detto che la decisione  spetta alla Conferenza dei Sindaci ma credete che i Sindaci trovino velocemente un accordo? . Mentre una volta si parlava di avere un Ospedale sotto casa in tutte le cittadine ora si parla di un Ospedale Unico sotto casa. In pratica ogni sindaco  ( ma significa ogni paese o cittadina ) vuole avere l’ospedale sotto casa. Certamente ragioni valide: Noi siamo la città più importante, noi siamo la città con più abitanti, noi abbiamo più turista, noi siamo vicini all’autostrada e chi più ne ha più ne dica.

Tutti hanno ragione ma la Conferenza dei Sindaci è formata da singoli Sindaci che rappresentano la propria città e fanno quello che vogliono i cittadini della loro città !  SE non portano a casa un risultato rischiano di non essere più eletti alle prossime elezioni.

E allora cosa fare: bisognerà che la Regione agisca anche con una commissione tecnica che studi i seguenti problemi:

-popolazione

-viabilità locale

-viabilità verso gli Ospedali regionali.

-Terreni

-equidistanza dai centri principali

Allora si potrà decidere dove farlo mettendo insieme il parere politico e il parere dei tecnici

Ma poi vi è il problema dei ” vecchi Ospedali ”

Cosa farne ?  Che fine faranno ?

Nel Convegno si è parlato solo dell’Ospedale di Portogruaro dicendo che si poteva convertire in una Casa di Riposo con annesso Hospice. Ce ne sarebbe bisogno ma sarebbe una Casa di Riposo mega. Forse si potrebbe fare una Casa di Riposo, una Struttura Intermedia e un Hospice. Nella stessa struttura si potrebbe mettere un PS H24 per evitare di rendere intasato quello dell’Ospedale unico.

Di Jesolo si sa o si intuisce. D’altra è luogo turistico e gli affari sono affari. Ma certamente si può abbinare la riabilitazione turistica visto il mare….

E San Donà. Di questo non si è detto nulla

Non si può distruggere il vecchio Ospedale e ricovertirlo non è semplice.

Certamente si può in parte utilizzarlo per fare un PS H24 e mettere l’Hospice ma poi… e poi il risparmio dove sarebbe ?

Quindi la soluzione non è semplice.

Non è dato di sapere cosa pensa la Regione

Speriamo che alla  fine non sioa sempre il cittadino che non può dire la sua a pagare !

 

 

 

La Sanità nel Veneto Orientale nel prossimi 10 anni in attesa dell’Ospedale Unico

Se vi ricordate in maggio abbiamo presentato come sarà la Sanità nei prossimi anni. Avevamo come relatori L’Assessore al Sociale della Regione Venata  Ass. Sernagiotto , il Presidente della 5 Commissione ( Sanità) della Regione Veneta Leonardo Padrin oltre al sottoscritto che è anche Presidente de ” Il Ponte” oltre ad essere medico.

Vi abbiamo di come evolve la sanità in generale e come potrebbe evolvere anche nel Veneto. Sia per quanto riguarda la medicina negli Ospedali e nel territorio e sia per quanto riguarda il sociale

La sala del Hotel Forte 48 era piena e le relazioni sono state esaurienti e utili a tutti, pubblico e operatori sanitari

La Sanità cambia e non solo per questione di risparmi ma renderla migliore: come si dice spesso per ottimizzarla

In questo mese sono state approvate dalla 5° commissione della Sanità nella Regione Veneta le schede del Piano sociosanitario del Veneto

A noi interessano le schede del Veneto Orientale dove noi viviamo e dove dobbiamo risolvere i nostri problemi di salute

Noi medici dobbiamo risolvere al meglio i vostri problemi i e voi cittadini dovete avere la possibilità in quanti è vostro diritto risolvere i problemi sanitari che si presnetano. Ma anche dovete essere in grado di prevenire le malattie con una prevenzione razionale .

Certamente i costi hanno il loro peso. Non ci sono soldi. Qualcuno li ha presi, qualcuno li ha mangiati. Ci dovrebbero essere se tutti i politici si fossero comportati bene. Per fortuna la Regione Veneta assieme alla Lombardia è una regione virtuosa e sta meglio di altre e i tagli dovrebbero essere con minor peso. Ma vediamo alla finestra cosa succederà

Intanto un passo avanti si è fatto. Si sono dati delle linee guida, si sono dati dei principi ai quali attenersi. Son o state approvate le schede del piano socio sanitario. Dopo varie polemiche

Abbiamo organizzato noi del ” Il POnte” una riunione per esporre ai cittadini e agli operatori sanitari quale sarà il fututo.

Avete visto dal titolo che si parla di un periodo che si pensa sia concluso fra 10 anni. Perchè. Perché nelle schede si è deciso che ci sarà un ospedale unico nel Veneto Orientale. Vediamo poi nella conferenza cosa si intende per Ospedale Unico e quale modifiche ci saranno per i cittadini e per gli operatori sanitari.

Diciamo che attualmente i cittadini ma nemmeno gli operatori sanitari ( medici e infermieri e tecnici) sanno quale futuro li attende.

Ecco che noi abbiamo invitato i massimi esponenti o anche quelli che sono al vertice della Sanità e che ci diranno come sarà la nostra Sanità adesso, nei prossimi 10 anni e poi con l’Ospedale Unico.

A dire il vero nelle schede si parla di 5 anni. Fra 5 anni ci sarà l’Ospedale unico. Lo ha ribadito anche il Nostro Direttore Genale Carlo Bramezza.

Io ci credo poco , abbiamo l’esperienza degli Ospedali Unici di Mestre, di Padova, di Pordenone ecc. o per dirla in altre parole pensiamo al Mose o allo Stretto di Messina. Nulla a che vedere con la Sanità ma sappiamo come in genere procedano i lavori.. Tutti si ricordano i tempi per il sottopasso della Ferrovia o la Bretella e il secondo Ponte e adesso il terzo ponte.

Bene ne parleremo poi e diremo anche la nostra su come dovrebbe essere la sanità .

Intanto sentiremo i nostri Ospiti cosa ci diranno e sarà interessante se i cittadini o gli operatori sanitari faranno domande e avranno una risposta

Qui sotto metto i relatori e la location

 

Il Movimento “ Il Ponte”

presenta

Il Futuro della Sanità nel Veneto Orientale nei prossimi 10 anni

Relatori

Carlo Bramezza : Direttore Generale ASL N10

Domenico Mantoan: Segretario Generale Sanità Regione Veneto

Paolo Leonardo Padrin: Presidente 5° Commissione Regione Veneto

Francesco Fidanza : Direttore Dipartimento Chirurgico ASL N 10

Giovanni Mazzanti: Direttore Dipartimento Medicina ASL N.10

Paolo Madeyski: Responsabile Chirurgia Casa di Cura Rizzola

 

Parteciperanno

Dottoressa Patrizia Benini: Direttirice Sanitaria ASL N 10

Dottoressa Carla: Direttrice Servizi Sociali ASL N 10

 

Moderatrice:  Daniela Ribbon

 

Si ringraziano i consiglieri delle Liste Civiche  che hanno collaborato nella preparazione del convegno in luce apartitica ma solo politica ( per il bene della gente)

NB: tutta la serata sarà ripresa da Piave TV e un sunto di una ora e mezza andrà in onda sulle televisioni regionali

Ospedale unico o no nella ASL N.10 ?

Da quando sono uscite le schede regionali sulla sanità si fa un gran parlare di un Ospedale unico per tutto il territorio del Veneto Ortientale

Ma se ne parlava da tempo

Noi del ” Il Ponte” ne parliamo da anni. Da più di 10 anni. Ultimamente lo abbiamo ripetuto, molto tempo prima che le schede ospedaliere fossero note

Abbiamo sempre sostenuto che L’Ospedale Unico è la soluzione migliore ma al momento essendo i tempi lontani il suo programma va nella direzione di far funzionare i tre Ospedali pubblici e la Casa di Cura Rizzola

Orbene noi siamo della stessa opinione e lo diciamo da anni e qualcuno si ricorderà che Il POnte aveva organizzato anni fa una incontro con i vari consiglieri regionali sul problema all’Hotel Heraclia, ora Contenental con questa soluzione e anche un incontro dibattito pubblico all’Hotel Forte 48 successivamente

Ma avevamo fatto delle proposte di quella che per noi è l’unica soluzione possibile in questi anni e per molti anni ancora visto la mancanza di possibili finanziamenti per un Ospedale Unico.

E su questo ha ragione la CGiL che ultimamente boccia la proposta dell’Ospedale Unico. Proprio per il problema che i soldi non ci sono e non ci possono essere,. Sia per fare l’Ospedale che per mantenerlo. E Mestre docet.

Ricordiamo al Dr . Btanezza e a tutti i cittadini che il nostro progetto che rappresenta la soluzione migliore per i cittadini del Veneto Orientale.

Un problema molto sentito dalla nostra ASl e dalla regione Veneto  è dato dal problema delle fughe di pazienti che sono circa 60.000. E questo rappresenta un costo per la ASL N.10

Ma perchè ci sono le fughe

La gente non va in Friuli perchè lo ritiene comodo ma perchè trova ivi delle eccelenze.

Ecco cosa manca nella nostra ASL. Manca spesso la eccelenza. Non che non ci siano reparti e medici al top ma manca la eccellenza.

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve passare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Il piano prevede la conversione e la utilizzazione di tutte le attuali strutture ospedaliere.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

A Jesolo é utile come messo nel piano delle schede ospedaliere un  Ospedale specializzato rispetto alla locazione , al suo decentramento e al suo clima.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo dovrebbe esserci un Pronto soccorso elastico ma autonomo . Elastico in quanto potenziato dagli altri due ospedali pubblici nel periodo estivo ( in cui diminuisce il lavoro nell’Ospedale normale ) .

E’ non economico e non produttivo fare un Reparto di Chirurgia e di Medicina Completi e un Pronto Soccorso egualmente funzionante tutto l’anno quando solo in 4 mesi vi è l’aumento di affluenza. Non si può avere tutto sotto xasa. Alla fine non è stato traumatico l’aver tolto da Jesolo la Ginecologia e la Ostetricia e tali reparti possono funzionare meglio in Ospedali meglio dotati

Quale turista andrebbe in vacanza a Jesolo e dintorni per poi ricoverasi con quello che costa il soggiorno a Jesolo. E’ evidente che si ricovererebbe solo il turista nell’emergenza e tale soggetto essendo limitato come numero può essere trasportato con mezzo mobile ( autoambulanza o elicottero) nell’Ospedale vicino.

In sostanza l’ospedale potrebbe essere riconvertito a struttura di Pronto Soccorso “elastico”.  Con un Reparto capiente di lungodegenza    e un reparto ortopedico riabilitativo che ben si adatterebbe al posto.

E per San Donà e per Portogruaro. Cosa ci aspettiamo visro che i costi di un Unico Ospedale sono proibitivi ?

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noi  abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie partologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risporse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione accelente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

La polemica Ospedale unico o meno è solo una polemica che ci fa tornare indietro negli anni quando vi erano i vari campanili e tutti pensavo a sè stessi.

Ora il cittadino vuole essere curato nel modo migliore con la attrezzatura migliore

E tutto questo ha dei costi

E allora conviene avere due poli attrezzati con le attrezzature migliori e con gli specialisti con la maggior esperienza e formati in modo tale da rappresentare quella eccellenza che attualmente manca.

In ultimo la Casa di Cura Rizzola. Deve rappresentare una alternativa alla popolazione sempre che possa rappresentare dei poli di eccellenza per determinate patologia e che iil rapporto costi-benefici sia favorevole.

Se la struttura può dare alcuni servizi di eccellenza a costi competitivi non si vede perche non possa esistere nella modalità e nell’ottica descritta sopra.

L’ospedale unico rappresenta una eccellenza se possibile. Altrimenti meglio avere due poli funzionanti come eccellenza.

il Dr Carlo Branezza, nuovo Direttore Generale ASL N.10 e l’Ospedale Unico

Abbiamo cominciato a conoscere il Dr Carlo Branezza, appena nominato Direttore Generale della ASL N. 10 del Veneto Orientale.

Si è presentato con una conferenza stampa e delineare il suo pensiero relativamente ai problemi della ASL e di come intende muoversi.

I giornali hanno maggior risalto ad una sua affermazione nella quale affermava che avrebbe venduto l’auto blu della ASL e avrebbe viaggiato sulla Panda

Non credo che questo abbia una importanza salvo ad una visibilità mediatica che poco ha a che vedere con la conduzione della ASL volta a risolvere gravi problemi attuali

Non si è parlato del problema della Anatomia Patologica che al momento rappresenta il problema più urgente e grave; ma era naturale, non facendo parte di una linea programmatica di problemi concreti e singoli da risolvere

La affermazione che più ci ha colpito è quella che lo faceva affermare che l’Ospedale Unico è la soluzione migliore ma al momento essendo i tempi lontani il suo programma va nella direzione di far funzionare i tre Ospedali pubblici e la Casa di Cura Rizzola

Orbene noi siamo della stessa opinione e lo diciamo da anni e qualcuno si ricorderà che Il POnte aveva organizzato anni fa una incontro con i vari consiglieri regionali sul problema con questa soluzione e anche un incontro dibattito pubblico all’Hotel Forte 48.

Ma avevamo fatto delle proposte di quella che per noi è l’unica soluzione possibile in questi anni e per molti anni ancora visto la mancanza di possibili finanziamenti per un Ospedale Unico.

Ricordiamo al Dr . Btanezza il nostro progetto che rappresenta la soluzione migliore per i cittadini

 

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve passare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Il piano prevede la conversione e la utilizzazione di tutte le attuali strutture ospedaliere.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

A Jesolo sarebbe utile avere un  Ospedale specializzato rispetto alla locazione , al suo decentramento e al suo clima.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo dovrebbe esserci un Pronto soccorso elastico. Elastico in quanto potenziato dagli altri due ospedali pubblici nel periodo estivo ( in cui diminuisce il lavoro nell’Ospedale normale ) .

E’ non economico e non produttivo fare un Reparto di Chirurgia e di Medicina Completi e un Pronto Soccorso egualmente funzionante tutto l’anno quando solo in 4 mesi vi è l’aumento di affluenza.

Quale turista andrebbe in vacanza a Jesolo e dintorni per poi ricoverasi con quello che costa il soggiorno a Jesolo. E’ evidente che si ricovererebbe solo il turista nell’emergenza e tale soggetto essendo limitato come numero può essere trasportato con mezzo mobile ( autoambulanza o elicottero) nell’Ospedale vicino.

In sostanza l’ospedale potrebbe essere riconvertito a struttura di Pronto Soccorso “elastico”.  Con un Reparto capiente di lungodegenza    e un reparto ortopedico riabilitativo che ben si adatterebbe al posto.