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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Buonismo? Razzismo? No, grazie. by F. Fontana

08-27-2014-Razzismo-e-integrazione

Arriva l’articolo del nostro Francesco Fontana. Uomo di snistra. Uomo di buon senso.
Il caso sul bambino che è stato fotografato a bagno in Piaza Indipendenza è chiuso
Quindi non ci torniamo su nulla: caso chiuso.
In questo articolo un uomo di sinistra ci parla di razzismo ma anche di buonismo
IL razzismo è se si parla di un bambino ( anche se fisicamente poco bambino) . Il razzismo però potrebbe essere anche se un uomo adulto rofugiato o clandestino ammazza delle persone a Milano ( ricordate il caso).
Il razzismo è quello se un ultras di destra uccide un nigeriamo
Raqzzismo è se qualcuno si lamenta che dei ROM disturbano o rubano.
E si può continuare
E cosa dice il nostro F. Fontana ?

Buonismo? Razzismo? No, grazie.

Prendo spunto dal post del “bagnetto” in Piazza Indipendenza su cui forse fin troppo si è scritto e dibattuto, per tirare un po’ le fila; finalmente!
Io ho letto tanti commenti, qualcuno l’ho postato anch’io, e devo dire che, al di là della vicenda in sè sulla quale continuare a discutere mi sembra ormai specioso, ho tratto qualche lezione e/o conclusione etica che vorrei condividere con voi.
Di fronte a “schizofrenie” (con tutto il rispetto s’intende, è solo un parere personale):
 di un tipo (commenti simili a: “che tornino a casa”, “ormai ci hanno conquistato”, “buttiamoli fuori”; per non parlare di cose becere e nemmeno commentabili simili a “babbuini”, “il colore della pelle c’entra con l’educazione”, “scimmie” e così via…);
 e dell’altro tipo (“in fin dei conti non è successo niente”, “i nostri fanno ben altro”, “chi ha fotografato un bambino dovrebbe vergognarsi”, “forse aveva solo bisogno di aiuto”, “la fontana invita a rinfrescarsi”, etc…)
Io credo che, come sempre… “in medio stat virtus”, diceva il filosofo!
La lezione che viene da dibattiti come questo per me è chiara:
 bisogna rifiutare in maniera ASSOLUTA il razzismo, il giudizio dato sulla base dell’etnia, della pigmentazione, dell’origine, del passaporto. Le brave persone esistono dappertutto e i delinquenti pure; così come i maleducati e le persone a modo. Su questo, a costo di passare per autoritario, io dico che NON SI DISCUTE.
 bisogna rifiutare ALLO STESSO MODO il buonismo, il giustificare tutto e tutti (o, ancora peggio, “certi”), magari a maggior ragione dopo aver guardato il colore della pelle; ci sono persone pronte a sparare a zero su giovani bianchi e italiani perchè sgommano con le moto o sputano a terra, ma allo stesso tempo pronte a giustificare il nero o il rom che importuna fuori dai negozi o si fa il bagno nelle fontane o peggio; allora viene davvero il sospetto che si tratti di… razzismo al contrario. Sgommare con la moto, sputare, importunare, bagnarsi nelle fontane o peggio è atto deprecabile SEMPRE. A prescindere dal fatto che chi lo compie sia africano, italiano, rom, sinti, svedese, pellerossa, giapponese, veneto, siculo, islamico, ateo, buddista, etc… Stop. Anche su questo, a costo di ri-passare per autoritario, io dico che NON SI DISCUTE.
Mi permetto infine di precisare una cosa, che comunque nulla c’entra col “bagno refrigerante” in Piazza Indipendenza: le regole vanno rispettate SEMPRE, ma quando si vive in un paese dove non sei nato, dove non hai contribuito a costruire la consuetudine sociale, dove ti accolgono come turista, profugo, rifugiato e forse ti mantengono… andrebbero rispettate ANCORA DI PIU’. Denunciare che a volte questo rispetto non c’è da parte di africani, ma anche di americani, europei, asiatici, australiani, di tutti quindi, non solo di un gruppo, e quindi da parte di rifugiati ma anche di turisti, uomini d’affari, sportivi, etc… NON è razzismo. E’ solo osservare, descrivere, denunciare e, se possibile, cercare una soluzione.

UNA PROPOSTA PER L’ITALIA DEL DOMANI SE A OTTOBRE VINCESSE IL NO (MA ANCHE IL SI’…)

renzi
bicameralismo
Riportaimo delle considerazioni del Nostro Scrittore Francesco Fontana.
In sostanza non si tratta di giudicare se rinnovare camera e senato ma come rifarli per rendere moderno il nostro sistema
Non si può pretendere che nulla cambi. Tutto feremo a volte significa andare indietro.
Si o no. Decisione difficle se si intende votare per questo tipo di riforma o se ne vuole una altra
Ma qualcosa si deve fare
Ma cosaà
Qui riporto le considerazioni del Fontana ma non è un invito a votare si o no
Sono solo considerazioni su nostro futuro

UNA PROPOSTA PER L’ITALIA DEL DOMANI
SE A OTTOBRE VINCESSE IL NO
(MA ANCHE IL SI’…)

Renzi, sbagliando, personalizza il referendum di ottobre. Però ha ragione quando dice che si tratta di un appuntamento importantissimo. Lo penso anch’io.
Se passa il SI’ passa una riforma criticabilissima ma che almeno mette fine al bicameralismo perfetto, ormai deleterio.
Se passa il NO il governo va a casa e, presumibilmente, si rivota.
Io, amici, voterò SI’, turandomi il naso.
Ma sarei dispostissimo a votare NO se un esponente di quel fronte adottasse una simile proposta. Abbiate la pazienza di leggerla e dire la vostra:
“Se passa il NO avremo impedito una riforma imperfetta e raffazzonata ma soprattutto dovremo, un minuto dopo la bocciatura della riforma stessa, elaborarne un’altra da approvare in breve tempo per rendere l’Italia un paese moderno, mettendo mano anche alla brutta riforma elettorale. Ecco allora i 2 semplicissimi punti su cui costruire le nuove Istituzioni:
1) Una Camera con 500 deputati eletti con sistema maggioritario, senza liste e capilista bloccati, a due turni, e premio di maggioranza del 60% alla coalizione vincente al 2° turno (col 55% dell’Italicum in Italia non si governa). Questa avrà le attribuzioni dell’attuale Camera;
2) Un Senato con 200 membri, eletti con sistema proporzionale, che si occupa degli affari regionali; quindi NON dà la fiducia al governo, NON vota le leggi di bilancio e NON vota leggi a rilevanza nazionale.”
Lascio poi ai “costituzionalisti” sbizzarrirsi in arzigogoli su come eleggere il PDR, sul titolo V, etc… A me basterebbe che, dopo l’eventuale vittoria del NO (ma anche del SI’…), ci si mettesse subito al lavoro sulla base dei 2 punti sopra indicati. Allora sarei prontissimo a votare NO anch’io.
E’ proprio utopia?
Commentate e, se siete d’accordo, condividete e fate girare, chissà che non arrivi all’orecchio di qualcuno d’importante che poi la faccia propria… avremo l’orgoglio di essere stati anche noi, nel nostro piccolo, un po’ padri costituenti!

Uomini e sciacalli: Commento e consideraioni di F. Fontana

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Nessuno dei due : Buonanno e Fontana hanno bisogno di presentazioni
Uno è morto e l’altro continua a scrivere come uomo di sinistra ma con il buon senso che pochi hanno
Io sposo in pieno il commento di F. Fontana, scrittore da nooi molto apprezzato.
Io aggiungo solo un commento: leggere le furia di commenti oltraggiosi verso Buonanno mi lasciano perplesso e credo che i commenti politici non tengano conto che i figli del Buonanno sofriranno nel leggere i commmenti sul loro padre e il dolore alal m,orte del padre aumenterà alal louce di quello che leggeranno

Uomini e sciacalli

“Il sonno della ragione genera mostri” è una famosa frase attribuita a numerosi intellettuali, dal pittore Francisco Goya (è il titolo di una sua acquaforte) al filosofo Immanuel Kant, allo storico Johan Huzinga etc…
Io credo che sia una delle frasi più vere mai pronunciate da qualcuno. Un fatto accaduto recentemente mi ha dato ulteriore conferma di ciò.
Mi riferisco alla morte dell’esponente leghista Gianluca Buonanno, scomparso a soli 50 anni in uno schianto sulla pedemontana dei Laghi. I mostri generati dall’irrazionalità, che in questo caso assume le sembianze della più becera “ideologia”, non si sono fermati neppure di fronte alla morte.
Che Buonanno fosse un personaggio particolare, pittoresco, provocatore e anche molto, molto controverso non lo devo dire certo io che appartengo a tutt’altra cultura politica e, se mi permettete, anche etica.
Che io mi sia sempre sentito lontanissimo da Buonanno non mi ha però autorizzato a gioire o addirittura a farmi beffe per la sua morte. Certo, detestando io ogni ipocrisia, non mi sono neppure sperticato in lodi post mortem verso di lui, se uno non lo lodo in vita non vedo perchè devo lodarlo in morte, infatti non è che la morte ci santifichi. Però non mi sono neppure permesso nè di estrenare nè di provare alcuna gioia. Solo rispetto e silenzio.
Invece molte, troppe persone sul web, sui social in generale, sui media, si sono abbandonate a manifestazioni che non giudico bestiali solo perchè ho un profondo rispetto per le bestie.
Abbiamo sentito intellettualoni e professoroni perdersi in affermazioni che io mi vergognerei solo a pensarle, figuriamoci a pubblicarle! Abbiamo visto esponenti politici fare dell’ironia non certo da… salotto, ma da trivio. Abbiamo assistito a fuoriuscite di odio, di rancore, di disprezzo, esattamente come la lava fuoriesce dalla bocca di un vulcano o come altri fluidi fuoriescono da altri orifizi.
E, già che ci siamo e che abbiamo dichiarato guerra all’ipocrisia, ammettiamo che anche qui, da queste pagine, si sono levate prese di posizione assolutamente esecrabili, offensive, oppure semplicemente… stupide.
Non faccio nomi e cognomi, altrimenti sarebbe troppa la tentazione di precisare poi “Pinco Pallino… un nome una garanzia” vista la recidività da parte di determinati elementi, ma… a buon intenditor una parola basta! E qua dentro, per fortuna, a prescindere dalla nostra idea politica, dx o centro o sx (come me), siamo in tanti a essere buoni intenditori e ad aver pesato come meritano certi pollastri.
Purtroppo la conclusione è solo una: laddove domina l’ideologia la ragione dorme; e laddove la ragione dorme i mostri sono sempre pronti a uscir fuori, oggi per sputare sulla memoria del povero Gianluca Buonanno, domani per fare di tutto un falò e potre poi gioire, sulle macerie, urlando “Ce l’abbiamo fatta, finalmente, a scassare tutto! Evviva lo sfascismo!”

Medici, sindaci, e carte di credito…

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Un altro articolo che forse non è un racconto, non è un ” ricordo” ma forse è una considerazione sull’argomento del giorno
Dimissioni o non dimissioni ?
Si dimesso ma… i ragionamenti sono belli !

Ecco il ragionamento del nostro F. Fontana

Medici, sindaci, e carte di credito…

Chi ha letto il mio libro lo sa già, per gli altri (che spero magari vengano spronati a leggerlo…) dico che Martin Hoeckstra è il personaggio forse più tragico e divertente allo stesso tempo del romanzo.
E’ un borgomastro, ovviamente di pura fantasia, che nella Germania Est, alcuni anni prima che cadessero il Muro e il comunismo, regge il piccolo villaggio montano di Winkel (Cantuccio), situato, nella mia immaginazione, tra le gole meno dolci e più selvagge dei Monti Metalliferi.
E’, fatalità quasi incredibile, un medico (giuro, non ho doti di preveggenza :-) ) e la sua caratteristica principale è quella di accentrare tutto nelle sue mani. Povero cristo, non tanto (o non solo) per manie di grandezza, quanto perchè il paesino è talmente piccolo da non annoverare nessuno, oltre a lui, disposto a fare il vicesindaco, il capo delle guardie, il farmacista, il giudice conciliatore, etc… (fortuna che ha trovato un candidato disposto a fare da unico consigliere comunale: sua moglie, la saggia Katharina!).
E’ senza dubbio una macchietta, preda di isterismi (mitiche le denunce e controdenunce che si scambia col proprio vice, ovvero con se stesso), di schizofrenia, e anche di arroganza, se vogliamo; oltre a una innegabile inclinazione verso un blando, simpatico ma comunque pericoloso totalitarismo!
Però, a suo indubbio onore, bisogna riconoscergli una virtù: non ha mai posseduto alcuna carta di credito per effettuare cene e spese di rappresentanza, non ha mai usato un solo quattrino che non fosse SUO per effettuare le SUE spese e per dare lustro al SUO incarico: perfino nelle occasioni conviviali i rinfreschi venivano preparati dalla saggia e paziente moglie, con le sue manine e con i propri ingredienti, non acquistati in pasticceria con i denari del Municipio, ovvero della cittadinanza, ovvero della “splendida comunità socialista dei contadini e degli operai di Winkel”!
Facendo un salto di qualche decennio e di alcune migliaia di chilometri oggi sentiamo che c’è gente che, dopo aver speso (in cene? in viaggi? in altro? Boh… non mi interessa neppure saperlo, non mi sono informato su questi dettagli dato che li giudico superflui) migliaia di Euro con la carta di credito “istituzionale” (le aboliremo prima o poi queste robacce???????) ora, siccome qualcuno ha fatto le pulci, ha deciso di “rimborsare” quelle spese di tasca propria. Magari presumendo di fare la figura dell’onesto senza macchia e senza difetto.
Ma scherziamo??? Io non so se chi fa queste cose sia onesto o no, non sono un giudice e non abito neppure dentro alla coscienza di nessun sindaco e di nessun medico, quindi non emetto opinioni di alcun tipo, però apparirebbe chiaro anche a un bambino che se io, nell’esercizio di una funzione pubblica, effettuo una spesa con soldi non miei e poi, per mettere a tacere alcuni “rumors”, li RIMBORSO, vuole dire o che sono un benefattore o che quei soldi non dovevo usarli in quel modo. Sbaglio??? Siccome io ai benefattori non ci credo… uno più uno fa due!
E poi, al di là della scarsissima opportunità del gesto (infatti io, se so di avere ragione, i soldi NON li rimborso! E spiego anche il perchè: non difendendomi, ma attaccando!!!), se nessuno avesse fatto le pulci, quei soldi sarebbero stati ugualmente rimborsati oppure sarebbero passati, come si suol dire, in cavalleria?
Insomma, parlando di medici e di sindaci, la mia conclusione è questa: meglio leggersi “La percezione delle Pleiadi” e farsi 4 risate su Martin Hoeckstra piuttosto che leggere i giornali di questi giorni e versare 4.000 lacrime di delusione, di disperazione e soprattutto di rabbia per come è ridotta l’etica politica in questa nostra amata Italia!!!!!
Un abbraccio, amici!

TRA ORTI URBANI, SINISTRA E DIVIETI…..

Riportiamo un articolo che è un commento ad iniziative che si spiegano da sole . O No ?

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TRA ORTI URBANI, SINISTRA E DIVIETI

Scrivo queste righe anche con un po’ di ironia, non essendo oltre tutto un residente di San Donà di Piave, e spero che nessuno se ne abbia a male.
Per puro caso mi sono imbattuto nel bando per l’assegnazione degli Orti comunali della città di San Donà di Piave. Memore di un fondo qua sul Ponte in cui si comunicava l’alto numero di Orti non assegnati, mi sono incuriosito e ho voluto leggerlo un po’; e forse ho capito il perchè del “flop orticolo” avvenuto in quel di San Donà…
Bè, durante la mia lettura francamente ho riso molto. Non certo perchè il bando sia fatto male, ci mancherebbe, anzi è fatto benissimo, non mi permetterei oltre tutto mai di criticare da un punto di vista tecnico un atto creato dal lavoro di funzionari e impiegati, oltre che dall’indirizzo dell’organo politico. Spesso io a chi critica facilmente il lavoro altrui dico: “in genere chi non può essere criticato è colui che non lavora!”
Ma, tornando a noi, spiego subito perchè ho riso di gusto. Mi sono messo nei panni di un anziano ultrasessantacinquenne (la principale platea cui sono rivolti gli Orti) e, giunto al settore dei “divieti”, sono rimasto allibito per il semplice fatto che quell’elenco sembrava non finire più! Alla fine ne ho contati 51 (leggasi: cinquantuno)!!!
51 divieti per passare qualche ora a coltivare un appezzamento di terreno! Dopo i commi a), b), c) … z), si passa incredibilmente ad aa), bb), cc)… per finire con un iperbolico ww)!!!! Ripeto: 51 divieti raccolti in un bando per coltivare un Orto!!! A parte qualche mia sporadica perplessità, trattasi di divieti tutti sensatissimi, sia chiaro; solo che io mi sono però chiesto: perchè allora non vietare anche di commettere omicidi nell’Orto? O di disegnare svastiche? O di praticare la pedofilia? O magari… di suicidarsi? O di bestemmiare? O di fabbricare armi atomiche?
E poi, culmine del mio divertimento (sempre rispettoso per l’atto in questione e per chi lo ha redatto, tengo a ribadirlo; ma non posso neppure tacere di essermi divertito, evidentemente per problemi miei…), in calce a questo impietosa cinquantello di regole, è raccomandato, udite udite, di (riporto a memoria, scusandomi per l’eventuale imprecisione): “seguire OGNI ALTRA DISPOSIZIONE contenuta nelle Linee guida e NEGLI ULTERIORI ATTI che verranno consegnati al momento della concessione”! (le maiuscole sono mie). Come dire: “veci cari, questo xè soltanto l’antipasto, gavè da saver che ve speta ben altro se voè sapar un orto”. :-) :-) :-)
Se invece di disciplinare la zappata di qualche mq. di terra si fosse dovuto disiplinare, che ne so, un intervento militare contro l’Isis o la pianificazione economica del prossimo triennio in Europa ci saremmo trovati di fronte, probabilmente, a milioni e milioni di regole, altro che gli emendamenti di Calderoli al Senato… E mi sono chiesto: ma anche questi qua hanno un software come Calderoli che origina in automatico norme e postille??? Oppure è tutta farina del loro sacco? Perchè in tal caso sono ancora più bravi di quello che credevo…
Nella mia immensa ignoranza ho pensato subito che, essendo l’atto emesso da un Comune governato dalla sinistra cui pure io appartengo, forse dalla sinistra è anche ispirato politicamente.
E, tornando serio, ho riflettuto su quanto la sinistra sia da sempre incapace di liberarsi da un’abitudine che la blocca e la rende “culturalmente” arretrata rispetto ad altre ideologie: la coazione a normare.
Da sempre la sinistra, qualla che ripeto è anche la “mia” sinistra, è portata a regolare, disiplinare, normare, prescrivere, con caterve di leggi e regolamenti che poi, alla fin fine, vengono poco o punto rispettati. Si sa: quando le regole sono troppe si è istintivamente portati a ignorarle; ed è anche molto più facile aggirarle.
Basti pensare alla giungla di normative che in Italia vorrebbero tutelare il paesaggio e l’ambiente (vincoli, sopravincoli, sottovincoli, distanze dagli argini, dalle coste, misure e contromisure dei manufatti edilizi, regolamenti montani, marini, costieri, monumentali, belle arti, brutte arti, arti e basta, scarichi, fumi, vapori e controvapori… insomma: una marea stile Mont Saint Michel!). E poi, come risultato di tutto ciò (che, se applicato, dovrebbe aver trasformato l’Italia in un paradiso terrestre), abbiamo invece le Terre dei Fuochi, le emergenze rifiuti nei centri città, una cementificazione tra le peggiori d’Europa su monti e coste tra le migliori d’Europa, i tumori di Taranto, Genova che crolla a ogni temporale, la Pianura padana tra le aree più ammorbate del continente, Pompei che si sgretola, miasmi di acque venefiche, di arie olezzanti, etc… etc… etc…: un panorama deprimente.
Eh sì… ma abbiamo tante Leggi bellissime! Questo conta, vero? O no?
Francesco Fontana

Le notizie sui giornali ma la verità è diversa ! La Sicurezza è dei Citattadini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi sono gli articolo apparsi sulle testate del nostro territorio

Ma sarà vero ?

E’ stato veramente il Comune che ha avuto l’idea di aderire al Protocollo Regionale ” Mille Occhi sulla Città” ?

Chi ha la memoria buona ricorderà quanto noi di San Donà+Sicura abbiamo sostenuto e proposti al Comune

Dopo IL Convegno sulla Sicurezza  noi siamo andati avanti e non vedendo risposte nell’Amministrazione abbiamo pensato come fare approvare la sinergia tra Guardie Giurate e Polizia Locale o Forze dell’Ordine

Ne è la prova un articolo provocatorio a firma di Fabrizio Cibin sul Gazzettino

 

E allora spieghiamo bene come sono andate le cose perché a leggere i giornali sembrerebbe che il Comune di sua iniziativa abbia proposto e aderito al Protocollo ” Mille Occhi sulla città” in cui Crede molto il Sindaco Andfrea Cereser !

 

San Donà+Sicura ora sta spopolando. Fino a ieri San Donà era una città in cui i cittadini non avevano speranza ma solo rassegnazione.

Questo per diversi problemi ma in modo particolare per la sicurezza.

Poi le cose sono cambiate

Tutto è iniziato con il Convegno sulla Sicurezza al Forte 48 organizzato da ” Il Ponte”  venerdì 7 marzo.

Subito a conclusione di tale convegno in cui presentai il video dei ladri che svaligiarono casa mia  scrissi su questo sito

”  l’idea di fare questo convegno è nata quando proprio il giorno in cui organizzammo il convegno sulla Sanità i ladri mi svaligiarono la casa. Ma poi si decise di farlo a marzo perchè fui colpito dal clamore dei cittadini intorno al caso di Alem Saidy, il ragazzo picchiato un mese fa.

Quando pubblicai l’articolo sulla sicurezza e sul pestaggio del ragazzo afgano su questo sito avemmo migliaia di lettori, anche 7000 in un giorno. Questo era un segnale che la gente aveva paura e che la microcriminalità era imperante anche a Sa Donà.

D’altra parte nessun segnale veniva dalla Amministrazione.

Quante volte abbiamo parlato elle piste ciclopedonali ? Quante volte il Consigliere Fingolo delal Lista Civica Noi per San Donà ha chiesto un cosiglio straordinario sulla sicurezza  o quante volte ha portato alla attenzione del consiglio con interrogazioni e con mozione sulla pericolosità delle pieste ciclopedonali ?

Dalla Amministrazione non è arrivato nessun passo

Io sono amico di Leo Oliviero. E’ un medico e lo sento spesso. Da un punto politico ci sentiamo. Non come esponente partitico ma politico.  Sulla sicurezza la pensa come me . Ma deve stare al governo e nemmeno lui che ha sempre tuonato nella passata amministrazione su come far funzionare  la legge ha fatto qualcosa

Non è lui l’Assessore alla Sicurezza ?

Non era lui a dovere intervenire ?

Non era lui dovere  fare un convegno pubblico  per dire cosa era bene fare e sentire i problemi e vedere assieme alle forze dell’ordine e assieme ai magistrati cosa si poteva fare  e cosa consigliare ai cittadini ?

Quante volte ho detto anche a Leo Oliviero che non costava tanto mettere uno specchio  all’angolo dell’Ospedale nella curva della Pista Ciclopedonale vicino al laboratorio analisi  dove sempre avvengano piccoli incidenti ?

Fatto qualche cosa ?

E allora se i politici non fanno nulla noi abbiamo cercato di fare qualcosa. ”

Ci siamo incontrati con Jesolo+Sicura nella persona di Nicola Manente e abbiamo trovato un accordo per una sinergia.  abbiamo aperto  una pagina simile alla loro con il Nome di San Donà+Sicura su FB

Il prossimo comandante della Polizia Municipale che dovrebbe unire Jesolo e San Donà si è detto disponibile a lavorare come a Jesolo controllando e mettendosi a disposizione in maniera pratica con tutti quelli che vogliono vivere in serenità e con il sorriso.

Bisognava vedere però se  la amministrazione ci dava  una mano

Bisogna capire che i cittadini si trovano in stato di necessità e devono anche capire che devono aiutare anche loro. E’ come per la Sanità. I tagli ci sono e sono importanti. E allora noi vediamo in aiuto cercando di facilitare il cittadino con prezzi possibili. Noi della Casa di Cura lo abbiamo già fatto con accordi con la Confesercenti e presto con la Confcommercio .

Lo stesso sarà con la Sicuerezza. I cittadino devono capire che lo Stato non ha soldi per tutto e un aiuto lo deve dare anche lui.

Eravamo stati contattati al Convegno dai Rangers, uno dei gruppo di sicurezza privati più grandi in Italia.

Abbiamo deciso di vedere se riuscivamo a fare sinergia non solo con I Rangers ma con tutte le forze delle pattuglie che girano di notte per la città e le frazioni

Io credo che alla fine tutto questo lavoro se trova la collaborazione dei cittadini e delle associazioni di categoria porterà i suoi frutti

E dopo aver fondato la pagina di San Donà+Sicura

Ci siamo riuniti nella pagina . Ci siamo dati 8 amministratori ed abbiamo cercato di vedere di trovare la adesione dei cittadini, la loro collaborazione e vedere come fare partecipare la Amministrazione.

Il 2 aprile abbiamo fondato la pagina intereattiva e già il giorno 8 aprile scrivevamo

Poi abbiamo smosso le acque e anche la Amministrazione se ne è accorta

In un articolo del Gazzettino di quel giorno  il Vicesindaco in sostanza dice quello che noi dicevamo da più di un mese ” Bisogna che i cittadini collaborino con le forse dell’ordine segnalando ogni problema di pericolo, ogni violenza, ogni abusivo eccc con segnalazioni in modo da ridurre questi fenomeni . E si riferiva ai mendicanti pericolosi o in ogni ai mendicanti che molestano.

Sostanzialmente quello che noi stiamo facendo e quello che i cittadini hanno cominciato a fare in questi giorni.

La collaborazione è iniziata e aumenterà

Se ne è accorta anche la Amministrazione che si deve porre uno stop ai pericoli, agli abusivi  ai mendicanti che opprimono gli anziani e i deboli e le donne con bambini

Ma la Amministrazione se ne accorgeva ma in pratica non si faceva nulla. Nemmeno uno specchio come promesso.

Presentammo la pagina alla televisione

E il successo aumentava

ma la Amministrazione taceva

Allora il giorno 5 maggio chiedemmo un appuntamento al Vicesindaco Leo Oliviero per portare le nostre proposte : Gentilmente venimmo ricevuti il giorno successivo martedì  6 maggio alle ore 13. Eravamo in 5 persone  e decise a dare le nostre richieste ed ad ottenere risposte

Fummo ascoltati e ci furono promesse.

Portammo a Leo Oliviero copia del Protocollo ” Mille Occhi sulla Città” che lui e la Amministrazione non conoscevano.  Un dirigente dei Rangers spiego il protocollo e il progetto che intendevamo portare avanti. Ci promise che lo avrebbe caldeggiato in Giunta. Ci promise che si poteva fare  e aderire e doveva verificare non conoscendo il Progetto.  Ci promise che il giorno successivo alle ore 14 ci saremmo trovati con il Vicecomandante Finotto e lui stesso all’Ospedale per vedere come mettere il tanto atteso specchio all’angolo. E così fu e ci venne detto che lo specchi ci sarebbe stato.

Venen deciso che ogni compagnia di guardie giurate private avrebbe partecipato ad un bando in cui le guardie giurate avrebbero fatto la guardia ai siti comunali a costo zero e che i cittadini avrebbero deciso o meno se aderire ad un servizio privato che sarebbe stato in collaborazione con le forze dell’ordine

Il lunedì successivo sentimmo Leo e ci disse che la giunta faceva difficoltà ad recepire il progetto. Noi eravamo decisi e decidemmo di fare una conferenza stampa per  esporre i progetti che avevamo chiesto alla Ammnistrazione.

Dopo poche ore il Vicesindaco ci telefonò dicendo che la Giunta aveva approvato e che il progetto andava avanti in tutto. Chiese di non dare la notizia alla stampa perchè era meglio darla assieme in una conferenza stampa in modo che la Amministrazione ne venisse furori bene come se il progetto fosse stato fatto assieme.

Noi accettammo  e non venen detto nulla alla stampa salvo notizie fra le righe sulla pagina in FB.

E poi è arrivato dato un comunicato stampa in cui si dice che la Amministrazione ha deciso, che la Amministrazione fa , che tutti assieme in giunta hanno deciso e che la Amministrazione continua a lavorare per la sicurezza dei cittadini, che il Sindaco Andrea Cereser crede molto in questo Protocollo  ecc…

E allora abbiamo voluto raccontare la verità la verità

SE non ci fossimo stati noi di San Donà+Sicura niente sarebbe stato fatto anche perché la Amministrazione per loro am missione non conosceva nemmeno il Protocollo !

Alla fine è stato un loro autogol  in quanto la gente ha capito che siamo stati noi a fare la proposta e ad avere la idea del progetto e questo fatto ha dato una grossa visibilità alla pagina di San Donà+Sicura ed ora siamo più forti.

Possiamo dire che ora nulla si fa se i cittadini e noi non siamo ascoltati !

E prossimamente ci saranno altre  novità. Andremo oltre sia nelle competenze delal collaborazione tra guardie giurate e Forze dell’Ordine e oltre nei limiti dei comuni attuali

Ne vedremo delle belle !

 

Ospedale Unico: Passo Avanti !

 

 

 

 

 

 

 

Dopo vari litigi, dopo vari ripensamenti, dopo smentite e proclami, sembra che si sia fatto un passo avanti

Avanti verso l’Ospedale Unico.

Bisogna dire che difficilmente la Regione , Il Governatore Zaia e la Giunta, avrebbero fatto un passo indietro. Fare un passo indietro avrebbe significato  rivedere le schede di dotazione ospedaliera, ripensare alla strategia sanitaria non solo degli Ospedali ma anche di tutto il sistema sanitario del Veneto Orientale.

Nell’ultimo mese, dopo che la Conferenza dei Sindaci si era espressa alla unanimità , dopo che al Convegno organizzato da ” Il Ponte” i due Sindaci ( quello di Eraclea e quello di San Donà ) si erano espressi alla costruzione del nuovo Ospedale, erano cominciati i passi indietro

Passi indietro che erano stati fatti da diversi Sindaci e in modo particolare da quello di San Donà e di quello di Portogruaro. Il motivo era semplice e lo avevamo già detto al Convegno: nessuno voleva avere l’ospedale dell’altra città favorito rispetto al suo. In sostanza tutti temevano di perdere l’Ospedale sotto casa , nella propria città a vantaggio della città alternativa. E anche il pensare di un Ospedale a mezza via non accontentava tutti.

Tutti in sostanza volevano avere il nuovo Ospedale a casa loro . Tutti avevano paura di perdere consensi. Certamente ufficialmente tenevano una altra posizione e una altra giustificazione. Tutti esprimevano la paura di non avere  una assistenza pronta per i propri abitanti. Temevano di perdere un Ospedale, temevano che un edificio sarebbe stato abbandonato. Ma tutto sommato temevano di perdere consensi presso la propria popolazione , temevano di non aver difeso i propri cittadini

Varie sono state le opinioni e varie le soluzioni.

Alcuni esponenti politici ( vedi l’Ass Chisso) aveva detto pubblicamente all’Hotel Continental) che se non vi era un accordo e che la Regione non riceveva un piano di fattibilità  e un piano economico , tutto saltava e si perdeva un treno.

La settimana scorsa venen anche fuori un  documento ufficiale del PD e del Sindaco Cereser ( che ricordiamo è dello stesso partito del Sindaco di Portogruaro) che rimetteva tutto in discussione. Voleva un cambiamento delle schede ospedaliere e chiedeva di riorganizzare la sanità in modo diverso

La conclusione di questo documento lo riportiamo qui sotto mentre il documento integrale lo trovate negli articoli precedenti

 

Per quanto riguarda infine gli obiettivi a breve termine, si ribadisce che il PD chiede l’immediata sospensione dell’applicazione delle schede ospedaliere ed esprime la propria ferma opposizione alla ristrutturazione ospedaliera del presidio di San Donà come previsto dalle schede stesse reclamandone, in ogni caso, il potenziamento dei servizi sino agli standard previsti, per garantire, qui, ora e sino alla realizzazione concreta di eventuali alternative, la salute dei cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi.

Partito Democratico – Circolo di San Donà 12 febbraio 2014

 

Sembrava tutto quindi ritornare in gioco e la conclusione era uno stallo, un passo indietro e ritornare alla Sanità attuale

Ma per fortuna qualche cosa si è mosso

Giovedì vi è stata la Conferenza dei Sindaci e contemporaneamente il Vicesindaco che è un pilastro della maggioranza con il suo schieramento si è trovato fino a notte inoltrata con il PD e hanno deciso assieme una soluzione.

La soluzione è stata come l’uovo di Colombo. Una commissione tecnica assieme ai Sindaci delle Principali città interessate avrebbe deciso la locazione del nuovo Ospedale. La città ( Portogruaro o San Donà ) che sarebbe stata più distante dal nuovo Ospedale avrebbe avuto una sede di Pronto intervento in modo da garantire una assistenza veloce a tutti.

Nello stesso tempo la Conferenza dei Sindaci  venne alla setssa decisione e la decisione è stata presa alla unanimità.

Il Presidente dalla Conferenza, l’Avv Tamai ha detto chiaramente che il territorio non poteva perdere una occasione simile per migliorare la nostra sanità.

Il Sindaco di Torre di Mostro ha detto chiaramente che condannava l’atteggiamento di chi si opponeva all’Ospedale Unico

Alla fine della riunione infuocata anche se le resistenza del Sindco Bertoncello non erano tutte spente il documento è stato firmato alla unanimità per cui possiamo dire

Si è fatto un passo AVANTI !

 

 

 

Ospedale unico: Un problema senza fine mentre tutti litigano

 

 

 

 

 

 

 

Ospedale unico ? No grazie ! sembrano dire oramai molti. Si moltiplicano le riunioni di addetti ai lavori, di sindaci, di medici, di associazioni  che dicono la loro opiniobe. Vi sono ora comitati che cercano di fare marcia indietro alla decisione della Giunta Regionale.

Noi de ” Il Ponte ” avevamo fatto un convegno in ottobre l’anno scorso con rappresentanti dei vertici della Sanità Regionale e della ASL e ci venne spiegato che l’Ospedale Unico era la sola possibilità attuale per portare una eccellenza nella nostra Sanità locale.

Si era spiegato che i costi per mettere al passo i vecchi Ospedali era troppo alto, che la sanità moderna andava verso questa direzione, che i soldi erano stati trovati…..

Si dise anche che entro 5 anni l’Ospedale Unico sarebbe stato pronto  . IO ero scettico tanto che finii gli intervento del convegno dando appuntamento a tutti fra 5 anni e vedere chi aveva ragione : loro o io che pensavo che tutto poteva avvenire fra 10 anni.

Dissi fra 10 anni pensando a tanti problemi ma poiché nessuno in quel convegno criticò, a parte uno del pubblico, le schede ospedaliere che andavano incontro all’Ospedale Unico e facevano un percorso in attesa di tale Ospedale, diedi per buono che l’Ospedale UNICO  SI SAREBBE FATTO.

Era presente anche il Sindaco di San Donà che diede l’OK alle schede regionali. Lo stesso Sindaco che il percorso fosse fatto entro determinai termini e che non si lasciasse sguarnita la popolazione nei servizi fino ai prossimi 5 anni.

Lo stesso Vicesindaco di San Donà che è un medico era d’accordo nel progetto

Jesolo aveva accettato la sua conversione in un Ospedale unico con indirizzo riabilitativo e di lungodegenza che poteva far pensare a pacchetti per i turisti e ad incentivare il turismo.

Ma poi sono cominciate i litigi per la sede. Tutti volevano un Ospedale sotto casa , più vicino alla propria casa e ora tutti volevano l’Ospedale Unico a casa loro. Bene Ospedale Unico ma a San Donà o a Portogruaro. Sono cominciate le polemiche. Si disse : bene lasciamo che siano i tecnici della regione a decidere la sede. Ma alla fine anche questa soluzione non andava bene.

Il consigliere Trevisiol di Musile ha dichiarato , almeno letto sui giornali, che l’Ospedale Unico doveva essere fatto a Caposile  e che doveva essere lasciato l’Ospedale di Portogruaro.

Sono intervenuti il Dr Merli ex Sindaco e Ex Presidente della Conferenza dei Sindaci per la Sanità

E poi sembra che ora tutti facciano un passo indietro.

Oggi si legge un documento del Pd ufficiale  che prende posizione e vuole mettere in discussione tutto e sostanzialmente tronare a prima delle schede.

Poichè è un documento ufficiale  lo riporto integralmente senza commenti e lascio a tutti i commenti

 

l Direttivo di Circolo del PD di San Donà ha approvato ieri sera all’unanimità un documento in cui sintetizza la propria posizione sulla situazione e sulle prospettive della sanità nel Veneto Orientale.
Preciso ed insisto: il PD parla di sistema sociosanitario; il tema è il diritto alla salute, il servizio ai cittadini.
È visibile dal testo che il PD sandonatese ha idee e proposte su ogni aspetto della programmazione sociosanitaria e quindi siamo pronti e disponibili al confronto su ogni proposta; purché sia una proposta e non una iniziativa di propaganda: rifiutiamo in partenza l’idea caricaturale che parlare di sanità nel Veneto Orientale si riduca a parlare di un fantomatico “ospedale unico” senza nemmeno spiegare cosa sia.
Un baratto tra la sanità oggi e la gallina domani è inaccettabile. All’incontro con la Conferenza dei sindaci venerdì scorso, la Regione ha incredibilmente proposto uno “scambio” tra il sì incondizionato all’ “ospedale unico” – di cui si rifiuta comunque di precisare ogni dettaglio! – e la sospensione dell’applicazione delle schede sanitarie. Dove stia il collegamento tra le due cose risulta incomprensibile, a meno che le schede sanitarie non siano già state pensate come pistola puntata per portare a casa la grande opera.
Noi chiediamo la immediata sospensione delle schede sanitarie perché configurano un disastroso degrado del servizio sanitario nel territorio e in particolare lo smantellamento del presidio ospedaliero di San Donà; chiediamo impegni precisi (modi, tempi, fondi) sulla rete di servizi territoriali; chiediamo che sia allineata agi standard la spesa per l’AULSS n. 10, che risulta invece inspiegabilmente sotto finanziata rispetto a molte altre realtà regionali. Pensiamo che sia necessaria una mobilitazione delle istituzioni e della cittadinanza tutta e faremo la nostra parte perché ogni decisione sia frutto di un aperto confronto con il territorio e non calata dall’alto.

ed ecco il DOCUMENTO DEL PD

 

LA POLITICA SANITARIA NEL VENETO ORIENTALE E LA PROGRAMMAZIONE OSPEDALIERA

Il programma di mandato del Sindaco Cereser

Il Programma di mandato del Sindaco Cereser, nel capitolo denominato “per la salute”, evidenzia, tra gli altri, alcuni punti fondamentali come:

- “svolgere un ruolo attivo e autorevole all’interno della Conferenza dei Sindaci della Sanità, difendendo il diritto ad una buona sanità per tutti i cittadini”;

- “valorizzare e migliorare i servizi territoriali (sanitari e socio-sanitari), favorendo l’aggregazione dei medici di base”;

- ”riorganizzare la rete delle Case di Riposo e potenziare i servizi diurni dei Centri Servizi”;

- “puntare ad un unico Ospedale di territorio con tre poli operativi (San Donà, Portogruaro, Jesolo) migliorando la qualità dei servizi e tutelando le eccellenze già presenti”;

- “migliorare l’efficienza dei servizi sanitari inserendo nella loro rete i servizi di trasporto pubblico, le associazioni di volontariato, il Tribunale dei Diritti del Malato, la rete delle comunicazioni”.

Le motivazioni che muovono questi obiettivi, che hanno ottenuto l’approvazione dei cittadini nell’ultima tornata elettorale, trovano il loro fondamento nei valori che il PD intende mettere al centro della propria agenda politica per il nostro comune, primo fra tutti il diritto alla salute, così come sancito dall’art. 32 della Carta Costituzionale.

Per noi risultano fondamentali:

1 – la centralità della persona e il suo diritto alla salute ed alla qualità di vita, in particolare se fragile e malata;

2 – l’attenzione all’efficienza dei servizi dove gli aspetti economici, intesi come una delle risorse di sistema, non sono la finalità ma uno strumento, da usare bene, per raggiungere gli obiettivi di salute che la comunità si prefigge;

3 – una visione globale dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali, che insieme formano una rete integrata in grado di garantire il diritto alla salute sin dal domicilio, con i servizi semiresidenziali e residenziali, con le strutture intermedie ed infine, quando necessario, con le strutture ospedaliere le quali assumono solo una delle possibili risposte ai bisogni di salute.

Per quanto finora detto, quando si parla di politica socio sanitaria, non ha alcun senso concentrare l’attenzione solo sul tema ospedaliero, ma dobbiamo partire dai bisogni delle persone per la costruzione di un disegno complessivo, che comprende il servizio ospedaliero, in grado di rispondere alle legittime aspettative di una società post industriale che si definisce ai massimi livelli nazionali ed europei in tema di diritto alla salute.

Partire dalla rete dei servizi sul territorio.

Indipendentemente dalla soluzione che si vuole dare al tema della riorganizzazione ospedaliera (ospedali in rete od ospedale unico, servizio pubblico e servizio privato, in concorrenza o complementari, ecc.), resta del tutto da risolvere il problema dei servizi territoriali, sia sul versante della progettazione che, ancor più importante, della loro realizzazione. Si tratta, come noto, di dotare i distretti socio sanitari degli strumenti e delle    risorse utili per la costruzione di una rete di servizi, che ha il proprio fulcro sui medici di medicina generale e sui pediatri di libera scelta, organizzati e integrati con i servizi necessari – hospice, ospedali di comunità, RSA, unità riabilitative territoriali, centri diurni, ADI, ecc. – per garantire un sistema di cure vicino alle persone ed alle loro famiglie, per evitare ricoveri impropri negli ospedali, per garantire l’assistenza e la cura post- ospedaliera.

Il potenziamento dei servizi territoriali potrà così avere, inoltre, un importante ruolo nella prevenzione, obiettivo raggiungibile solo attraverso una diffusa e diversa cultura della salute.

Una rete dei servizi così intesa permetterebbe agli ospedali di concentrarsi, in linea con la propria mission, solo sui problemi acuti, mentre il percorso per le persone in condizione di fragilità – ad esempio in dimissioni protette – o di cronicità, potrebbero trovare soluzione negli altri servizi integrati della rete territoriale.

Per realizzare tutto questo è necessaria una politica di sviluppo con adeguati finanziamenti per l’apertura, da subito, dei nuovi servizi territoriali mancanti o insufficienti.

Contrariamente a quanto fin qui auspicato, da oltre un anno a questa parte assistiamo ad una riorganizzazione che va esattamente nella direzione opposta, a partire dalla riduzione dei servizi territoriali e dall’incomprensibile riduzione da due distretti socio sanitari ad uno solo, coincidente con tutta l’ULSS 10.

L’ospedale unico è veramente la scelta migliore e più conveniente ?

Da alcuni anni, ma recentemente in modo più frequente, all’interno dell’ULSS 10 si sta sostenendo l’opportunità di passare da un modello di strutture ospedaliere policentrico all’idea dell’ospedale unico.

Questa affermazione, sostenuta dalla direzione generale dell’ULSS 10, non è mai stata accompagnata da un preliminare di massima, non è stato detto con certezza quanto costerà (si è sentito dire 100, 150, 170 milioni di €… chi offre di più?), non è stato detto in che modo i cittadini, attraverso le tasse, dovranno pagarlo, non è stata presentata alcuna seria analisi circa i costi di gestione, né una seria analisi circa i costi sociali di una simile iniziativa.

Ad incrementare la confusione e la demagogia contribuisce il fatto che quando viene sbandierata l’ipotesi dell’ospedale unico sembra ne debba esistere, per l’appunto, uno solo. Ma non è così. L’ospedale unico, infatti, non sostituirebbe tutti e 4 gli ospedali esistenti, ma solo due, perché l’ospedale ad indirizzo monospecialistico riabilitativo di Jesolo continuerebbe ad esistere, così come la Casa di Cura privata Rizzola. La riduzione sarebbe dagli attuali 4 a 3, da realizzarsi, come sopra ricordato, non si sa quando, dove, con che soldi… e soprattutto perché.

Ed a proposito di soldi, sul piano della convenienza economica, sono viceversa molte le esperienze Venete che mantenendo due presidi ospedalieri di rete territorialmente vicini, dimostrano l’esatto contrario di quanto affermato dai sostenitori dell’ospedale unico: è il caso di Dolo e Mirano, di Conegliano e Vittorio Veneto, di Castelfranco e Montebelluna, di Cittadella e Camposampiero. In tutti questi casi, come in innumerevoli altri nel Veneto ed in Italia, con due presidi ospedalieri, con adeguate specialità e con posti letto in linea con i parametri regionali, queste ULSS hanno ottimi servizi e conti in ordine. Posta in questi termini, eventuali risultati negativi sembrano più un problema gestionale che di modello.

Ma quando si parla di costi, dobbiamo pensare che non si tratta solo di quelli economici, ma anche di quelli sociali. Con una conformazione geografica come quella dell’ULSS 10, un solo ospedale, ancorché centrale, obbligherebbe la stragrande maggioranza dei cittadini a sobbarcarsi distanze e tempi di percorrenza inaccettabili e non convenienti, considerato anche il sistema viario e di trasporti pubblici esistente. Un ulteriore buon motivo per andare a trovare le risposte in altre ULSS incrementando ulteriormente le “fughe” verso l’esterno. L’impressione è dunque che l’ospedale unico possa essere un modo per tenere occupata la classe politica e l’opinione pubblica, utile per spostare l’attenzione dall’operazione in corso, sottotraccia, di smantellamento dei servizi esistenti. Così facendo, alla naturale denuncia dei disservizi verrà risposto, in modo demagogico, che è un problema di risorse e che l’unica soluzione è l’ospedale unico.

Qualche considerazione va fatta anche sui ruoli e le funzioni fin qui esercitate: per quanto attiene la questione politica della programmazione sanitaria, riteniamo che la questione debba essere trattata in sede politica, ovvero con il Presidente della Regione Veneto, con l’Assessore alle politiche sanitarie, con la conferenza dei Sindaci.

L’apparato tecnico dell’ULSS 10, con particolare riferimento alla direzione generale, riteniamo debba concentrarsi sugli aspetti che le sono propri, ovvero sulla gestione, sull’aumento della qualità dei servizi, sulla diminuzione delle c.d. “fughe”. In questo campo riteniamo che l’equilibrio di bilancio a cui la direzione generale naturalmente tende, debba essere ottenuto non abbattendo la spesa tagliando i servizi, come si sta facendo in questo periodo, ma aumentando le entrate migliorando ed integrando i servizi stessi, sviluppando una maggiore attrazione e una maggiore fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’ULSS 10.

Le schede di dotazione ospedaliera decise dalla Regione non sono accettabili

Le schede regionali riferite all’ULSS 10 parlano chiaro: S.Donà: – 18 posti letto Portogruaro: -18 posti letto Jesolo: -11 posti letto

Casa di Cura Rizzola: + 11 posti letto! In tutto il settore pubblico si taglia, nel privato si potenzia. A nostro avviso, non solo non si deve tagliare, ma si deve integrare la dotazione di

posti letto esistente con quello prevista dai parametri regionali (3,5 posti letto per mille abitanti, di cui lo 0,5 per mille per la riabilitazione, oltre ad 1,2 posti letto per mille abitanti con età>42 anni in strutture di ricovero intermedio).

Per quanto attiene alle scelte organizzative, una lettura ancorché macroscopica delle schede di dotazione ospedaliera 2012-2016 mostra un’idea che la Regione Veneto ha della salute dei cittadini del Veneto Orientale alla quale noi ci opponiamo in modo chiaro e determinato.

La scelta di accorpare tutte le funzioni mediche a S. Donà e tutte le funzioni chirurgiche a Portogruaro, produrrà, se realizzato, un vero e proprio disastro, con pazienti che trovano solo risposte parziali, spesso in trasferimento dall’uno all’altra sede o, addirittura, all’esterno dell’ULSS 10. Questa soluzione è del tutto inaccettabile e drammatica in particolare per i cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi in quanto ne verrebbero fortemente svantaggiati.

Dal nostro punto di vista, il sistema sanitario del Veneto Orientale deve vedere un presidio ospedaliero unico di rete con due sedi, S. Donà e Portogruaro, dove in entrambi i casi dovranno essere presenti i servizi di base (tra cui, ovviamente, la chirurgia). Le specialità, viceversa, dovranno trovare una razionalizzazione, evitando doppioni. Jesolo dovrà continuare a sviluppare l’importante indirizzo riabilitativo (Sull’esempio di Motta di Livenza) affiancato da un efficiente Pronto Soccorso. A questo proposito, non si condivide lo spostamento del Primariato di Pronto Soccorso a Jesolo in quanto non sostenuto dalla realtà dei dati: nel 2012 l’attività di Pronto Soccorso di S. Donà è stata quantitativamente il doppio rispetto a quella di Jesolo.

La Casa di Cura Rizzola

Le scelte contenute nelle schede ospedaliere proposte dalla Regione e la proposta di  riorganizzazione appena accennata, vanno chiaramente a scapito del sempre più depauperato ospedale di S. Donà (a cui, ricordiamo, la Regione vuole togliere la chirurgia). Nella Casa di Cura, viceversa, la compresenza dell’area medica e di quella chirurgica, magari supportata dal richiamo di qualche nome di rilievo, aggraveranno ancora di più lo  squilibrio esistente. La proposta della Conferenza dei Sindaci di individuare per la Casa di Cura Rizzola  una funzione accessoria e complementare al sistema dei servizi socio-sanitari dell’ULSS e di convertirla a struttura intermedia, collocando in quella sede la filiera dell’anziano, lungodegenze, dismissioni post-ospedaliere, è quella che facciamo nostra.

Non solo NO

Al fine di evitare possibili equivoci, la posizione espressa dal PD di San Donà si sostanzia su questioni di metodo e di merito. Ciò non coincide con un rifiuto aprioristico al confronto.

Per quanto attiene al metodo, invitiamo la Regione del Veneto ad avanzare le proprie proposte non attraverso comunicati stampa o slogan generici (ad es. quello dell’ospedale unico), ma in modo più dettagliato, analitico, approfondito, corredato da studi e dettagli di tipo gestionale, sociale, ambientale, in modo tale da consentire ai cittadini, che abitano in questo territorio, di conoscere e partecipare allo sviluppo della problematica.

Sul piano del merito già molto è stato detto e la posizione è ben delineata nel programma di mandato del Sindaco Cereser. Tuttavia, qualora la Regione intendesse andare comunque avanti nei propri intenti, evidenziamo fin d’ora che i problemi riguardanti la consistenza della rete dei servizi territoriali, il reperimento del finanziamento pubblico dell’opera (per evitare gli errori dell’ospedale dell’Angelo che i cittadini stanno pagando con le loro tasse) e la scelta di un’area – compatibile sul piano ambientale, baricentrica rispetto alla densità della popolazione e completa sul piano delle infrastrutture – sono presupposti imprescindibili ad ogni tipo di sviluppo.

Per quanto riguarda infine gli obiettivi a breve termine, si ribadisce che il PD chiede l’immediata sospensione dell’applicazione delle schede ospedaliere ed esprime la propria ferma opposizione alla ristrutturazione ospedaliera del presidio di San Donà come previsto dalle schede stesse reclamandone, in ogni caso, il potenziamento dei servizi sino agli standard previsti, per garantire, qui, ora e sino alla realizzazione concreta di eventuali alternative, la salute dei cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi.

Partito Democratico – Circolo di San Donà 12 febbraio 2014

Unico commento è come saltano fuori gli 11 letti in più alla Casa di Cura quando rimangono secondo le schede 103. Unico dato ma non si deve fare confusione sono gli eventuali di posti per gente che viene in casa di Cura da Fuori Regione. Nessun costo per la Regione ma solo Gente che viene portando soldi e viene attratta da una struttura che funziona

 

Noi ci chiediamo allora perchè il Sindaco era d’accordo . Perchè la Conferenza dei Sindaci alla unanimità era d’accordo  e perché il Sindaco Cereser che era  ed è Presidente della Conferenza dei sindaci non ha posto la questione prima.

Il clima si fa rovente

Noi stiamo preparando un Talk show sull’argomento ma certamente se si torna a polemizzare e a volre un Ospedale sotto casa e tutti eguali si rimane fermi e perdiamo un treno.

Si può modificare il piano e fare Ospedali differenziati che non facciano tutti le stesse cose. ma….