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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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L’importanza della Prevenzione . Prevenzione della Osteoporosi in soggetto debilitato nella nostra ASL

Vogliamo mostrare come la Prevenzione sia la terapia migliore non solo per i tumori ma anche per altre patologie. Oggi parliamo della Osteoporosi e dalla Prevenzione e della terapia come Viene eseguita nella nostra ASL e in modo particolare nella Casa di Cura Rizzola a Cura del Dr A. Francescon

 

Anziano fragile, patologia neoplastica multipla e Osteoporosi: l’importanza della diagnosi precoce e della gestione clinica continuativa e multidisciplinare.

A cura di : Dott. Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi- Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

Questo documento nasce dall’esame di un caso clinico peculiare. Si tratta di una paziente che nel corso della sua vita ha contratto ed è stata operata per  ben quattro forme neoplastiche diverse, ma che,  grazie all’adeguatezza degli interventi di diversi Specialisti Medici, è riuscita, via, via, a superare le difficoltà delle diverse malattie ottenendo risultati soddisfacenti nella qualità della vita.

Recentemente, la Signora, una donna di 70 anni,  è  giunta alla nostra  osservazione ed è stata  gestita  in collaborazione con approccio multidisciplinare dalle equipe di Chirurgia e di  Lungodegenza Geriatrica Riabilitativa della Clinica Rizzola di San Donà di Piave. L’ultimo intervento, che aveva comportato  successivamente il trasferimento presso la nostra struttura era stato eseguito presso la Chirurgia di un’altra Struttura Ospedaliera, con la quale erano stati concordati, inoltre, i successivi  interventi.

Questa è la complessa storia clinica della paziente:

All’età di 40 anni ha subito una mastectomia radicale destra per neoplasia mammaria.

All’età di 54 anni  è stata operata di emicolectoma dx  per un tumore del colon ascendente .

All’età di 58 anni è stata operata di emiucolectomia sx per un tumore al sigma

A 61 anni ha subito l’asportazione di polipi duodenali  per via endoscopica .

Nel 2013, infine, a 70 anni,  a causa di un polipo duodenale che era degenerato in carcinoma, ha subito un nuovo intervento al duodeno. L’intervento, che era stato esteso anche alla regione pilorica dello stomaco, ha comportato la resezione di parte del duodeno, un anastomosi (unione) tra stomaco e digiuno, colecistectomia  e, successivamente, l’applicazione di un drenaggio biliare trans cistico per detendere il cistico. Seguì una colangite (infezione delle vie biliari) dovuta al corpo estraneo dato da drenaggio

A seguito dell’intervento e dei problemi connessi la paziente è stata 20 giorni in Rianimazione .per la comparsa di una polmonite bilaterale e di un versamento pleurico importante.

Dopo l’ultimo intervento e la successiva infezione si è registrato un decadimento generale della paziente con alterazioni dello stato nutrizionale e di idratazione, una perdita del tono-trofismo muscolare, ridotta capacità deambulativa e di autosufficienza. Per tale motivo, oltre che per la ricomparsa di febbre di tipo settico, causata dalla recidiva dell’iinfiammazione delle vie biliari, ha continuato la degenza presso la nostra struttura per  il proseguimento  delle cure ed il recupero funzionale . Durante la degenza, è migliorato lo stato nutrizionale e l’idratazione della  paziente con riequilibrio del bilancio idro elettrolitico.E’ stata somministrata  adeguata terapia antibiotica sia per via generale che con frequenza settimanale attraverso il drenaggio inserito nelle vie bilari. Tutto ciò ha consentito la scomparsa della febbre  della paziente e la sua guarigione dalla Colangite , aiutata anche dalla rimozione del drenaggio transcistico.

Durante la degenza ha lamentato a volte un reflusso biliare compatibile con il tipo di intervento che è  stato trattato con terapia sintomatica e con un’alimentazione adeguata. Successivamente si è avviato il recupero funzionale in Fisioterapia e, dopo circa 30 giorni, è migliorato il tono trofismo muscolare, inoltre, la capacità deambulativa e l’ autosufficienza sono state recuperate come prima dell’ultimo ricovero. Il drenaggio biliare, infine, è stato rimosso alcuni giorni prima della dimissione, consentendo un ulteriore miglioramento della qualità della vita della signora.

A nostro avviso i fattori determinanti questo successo medico sono stati:

Diagnosi precoce

Professionalità equipe medica

Indirizzo a centri  Ultraspecialistici adeguati

Adeguato follow up, cioè controllo del paziente  nel tempo

Approccio  clinico multidisciplinare

La storia clinica della paziente evidenzia importanti fattori di rischio per l’Osteoporosi: menopausa precoce con deficit ormonale, malassorbimento di calcio e Vitamina D a causa degli interventi di resezione gastro intestinale subiti, alterazioni della funzione della bile ed età avanzata; a tutto ciò si deve associare il prolungato periodo di immobilità.

Per tale motivo, la paziente andrà seguita nel tempo per la prevenzione dell’Osteoporosi nel nostro Ambulatorio Specialistico, affinchè non accada che una eventuale frattura osteoporotica determini  nuovamente la perdita dell’autonomia della signora compromettendo la qualità della sua vita e inficiando ulteriormente sulla fragilità della sua salute.

Abbiamo riportato questo caso per mettere in evidenza la utilità o necessità di una diagnosi precoce dei rischi della osteoporosi che può evitare possibili complicanze che in persone debilitate e anziane rappresentano un rischio importante anche  quoad vitam

Una indagine sulla Osteoporosi eseguita a A San Donà di Piave

Siamo lieti di pubblicare un lavoro eseguito dal Dr Francescon sulla Osteoporosi che dimostra che anche nel nostro territorio la Prevenzione viene eseguita a tutto campo. Questo studio fatto dal Dr Francescon rientra in uno studio eseguito in 100 città italiane. Siamo contenti che San Donà si distingua anche in questo campo

Sotto riportiamo l’articolo

 

Dati emersi da un’ indagine sull’Osteoporosi (dati definitivi)

Dott. Francescon Alessandro, Responsabile dell’ Ambulatorio di Osteoporosi – Casa di Cura “Rizzola” – San Donà di Piave (Ve)-

Solo tre i Centri  partecipanti al Progetto Amico, nell’area che comprendeva quasi tutta la Provincia di Venezia e tutto il Friuli Venezia Giulia . Di questi, uno è stato quello per l’Osteoporosi  condotto dal Dott. Francescon Alessandro nella Clinica “Rizzola” di San Donà di Piave.

Tale Progetto Nazionale che ha visto coinvolti 100 Centri di Eccellenza di tutta Italia ha riscosso un notevole successo nella Clinica “Rizzola” in quanto in poche ore sono state  esaurite tutte le visite gratuite messe a disposizione, tanto che per  dare la possibilità ad altre  persone di avere una Valutazione Clinica con esecuzione di Densitometria ossea ad Ultrasuoni di ultima generazione,  si sono incrementati i posti .

Nel complesso sono state eseguite  68 visite , di cui  66 a pazienti di sesso femminile e  2 di sesso maschile; l’età dei pazienti era compresa tra  i 34  e i 79 anni. La maggior parte delle persone che hanno usufruito del Progetto proveniva da  San Donà di Piave(32 ), i rimanenti, invece, provenivano da Comuni limitrofi.

Si  sono registrati, infatti, 12 casi provenienti da Musile di Piave, 5 casi provenienti da Eraclea, 5 casi da Caorle, 4 casi ciascuno da Jesolo e Cavallino-Treporti  e , infine,  un caso per ciascuno dai seguenti Comuni:  Noventa  di  Piave, Quarto D’altino, S.Stino di Livenza, Ceggia, Meolo, Venezia.

Un dato interessante è stato che i pazienti che si sono presentati  spontaneamente alla visita  e quasi tutti asintomatici,  presentavano indicazioni cliniche all’esecuzione della Densitometria ossea e/o importanti fattori di rischio per L’Osteoporosi. La maggior parte di essi eseguivano la valutazione per la prima volta.

I partecipanti hanno dimostrato alta sensibilizzazione nei confronti dell’esame, perché tutti erano a conoscenza del suo significato clinico. La maggior parte era venuta a conoscenza del progetto per la pubblicazione della notizia sui giornali o nell’ambulatorio del proprio medico di base. Un altra osservazione meritevole di nota è che quando le iniziative sulla prevenzione non comporta partecipazione di spesa da parte dell’utente la partecipazione è massiccia. In effetti solo in casi limitati la Densitometria ossea  e prescrivibile  senza il pagamento di ticket sanitario

Si segnalano i più significativi fattori di rischio riscontrati i: Menopausa precoce (53 casi), terapia cortisonica (5 casi), pregressa frattura vertebrale (4 casi), pregressa frattura calcaneare (1 caso), menopausa chirurgica con ovariectomia (2 casi), pregressa neoplasia mammaria in terapia antiestrogenica (4 casi), ridotto apporto alimentare di calcio ( 4 casi), malassorbimento  di calcio e Vitamina D (2 casi), intolleranza al lattosio (1 caso), ipertiroidismo (2 casi), riscontro radiologico di rarefazione ossea alla testa dell’omero (1 caso), artrite reumatoide (3 casi),  polimialgia reumatica (2 casi), Malattia ematologica cronica (1 caso). Nei  rimanenti 31 casi i pazienti non presentavano problematiche collegabili  all’ Osteoporosi.

Il progetto  Amico- Settimana Nazionale dei disturbi osteoarticolari,alla sua prima edizione, è stato patrocinato dalle più importanti Società Scientifiche Italiane: SIOMMS, Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, SIOT,  Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIR, Società Italiana di Reumatologia, ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici, e FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro. L’iniziativa prevedeva  un’ indagine conoscitiva su un campione di medici e pazienti,  in una settimana, in cui in Centri specializzati distribuiti su tutto il territorio Nazionale si effettuavano visite gratuite a favore dei cittadini che ne facevano  richiesta. Lo scopo del Progetto era di  fornire un aiuto a tutti coloro che soffrono di patologie osteoarticolari, diagnosticando tempestivamente eventuali malattie.

Visto il successo dell’iniziativa, riscontrato anche su scala Nazionale,  è molto probabile che tale Progetto sia riproposto anche il prossimo anno.

Considerazioni sulle sigarette elettroniche

Riportiamo una intervista fatta da Luciano Fassari sul sito http://www.quotidianosanita.it

che è in linea con il nostro pensiero

 

 

Intervista a Umberto Roccatti, Amministratore Delegato di Puff, una delle aziende leader nel mercato delle e-cig e vicepresidente dell’Anafe. Sì ai divieti per i minori e per il consumo in scuole e mezzi pubblici. Secco il no a nuove tasse. Ma serve al più presto una normativa ad hoc a tutela dei cittadini e delle aziende che operano correttamente.

08 GIU - Le sigarette elettroniche rappresentano inequivocabilmente un mercato in piena ascesa con un giro d’affari che negli ultimi due anni si è quasi decuplicato. Ma su questo vero e proprio boom delle e-cig si sono scatenate aspre polemiche sulla loro sicurezza e sulla reale efficacia nella lotta al tabagismo. Così, abbiamo chiesto a Umberto Roccatti, Amministratore Delegato di Puff, una delle aziende leader nel mercato delle e-cig e vicepresidente dell’Anafe (l’Associazione nazionale fumo elettronico) di esporci il punto di vista delle imprese.

Dottor Roccatti, partiamo dalla cronaca. Nei primi 5 mesi dell’anno i Nas hanno sequestrato 800 mila prodotti. C’è un problema di sicurezza che riguarda le e-cig?
Il 99% dei sequestri si intende non per il carattere di pericolosità intrinseca dei prodotti, ma per la mancanza di una corretta dicitura sulle confezioni. Quindi l’illecito nella stragrande maggioranza dei casi non riguarda potenziali rischi per il consumatore, ma mancanza o errata informazione allo stesso: grave, ma di livello sicuramente diverso.
Ci son stati sequestri di centinaia di migliaia di ricariche di liquidi perché mancava un numero di telefono sulla confezione: mi sembra giusto che la gente lo sappia per valutare la cosa e non creare allarmismi. Dettò ciò, le leggi ci sono, e vanno rispettate: Puff è assolutamente in linea con il quadro normativo e anzi è solidale con gli sforzi dei Nas che vigilano su un mercato dove troppi si stanno affacciando con superficialità: servono però regole più chiare perché tutti vogliamo rispettarle.

Ma come dovrebbe essere inquadrata la sigaretta elettronica? Un farmaco, un dispositivo medico o semplicemente un tradizionale prodotto da fumo?
Certamente non è assimilabile tout court a nessuna di queste tipologie. L’e-cig è un dispositivo elettronico e desidero precisare ultra controllato da normative europee. Ed è per questo che chiediamo al più presto una legge ad hoc, anche a livello Ue che possa disciplinare la materia.

Ma è vero che questi prodotti fanno smettere di fumare?
Le persone che vogliono abbandonare il fumo tradizionale lo fanno perché sanno che esso può provocare grossi danni alla salute. Ecco, per noi le e-cig rappresentano un metodo di fumo alternativo molto più sano come evidenziato anche da numerosi esperti. Per noi ‘svapare’ vuol dire compiere un gesto d’indulgenza. E poi desidero precisare come vi siano numerosi studi che dimostrano come il vapore emesso dalle sigarette elettroniche non produce ‘fumo’ passivo, né contamina in alcun modo l’ambiente circostante. E lo stesso dicasi per le e-cig contenenti nicotina. In ogni caso, noi siamo contro chi pubblicizza ingannevolmente le e-cig come prodotti miracolosi. Ma siamo anche contro chi lancia allarmismi impropri.

Vi sentite vittime di una campagna denigratoria?
No, ma sicuramente c’è stata un’informazione superficiale in cui gli organi di informazione non hanno parlato subito con le aziende. Certo, visti gli interessi in gioco qualche dubbio ci è venuto

Ecco, la nicotina, una sostanza che crea dipendenza e che se assunta in dosi eccessive può creare problemi alla salute. In questo senso qual è la vostra posizione?
È vero, ed è per questo che siamo favorevoli al divieto di fumo elettronico per i minori e sui mezzi di trasporto pubblico e in determinati locali, edifici scolastici in primis come proposto dal Css. Ma ripeto la nicotina non viene emessa nell’aria nell’atto della respirazione, con questo non si vuol dire che un abuso di sigarette elettroniche contenenti nicotina faccia bene, ma è certo che esse hanno una tossicità trascurabile per chi le utilizza e pari a zero per chi subisce il ‘fumo’ passivo. Anche per questo diciamo no al divieto assoluto di utilizzo in tutti i luoghi pubblici.

Come giudica la decisione della Francia di vietarle proprio nei luoghi pubblici?
In questi giorni c’è stata molta confusione in merito a questa notizia. Ebbene, in Francia le e-cig non sono state vietate nei luoghi pubblici. Stanno facendo degli studi ma, per ora, si sta parlando solo di una proposta.

Torniamo alla questione della sicurezza, che esiste, visti anche i sequestri di prodotti sprovvisti di ogni marchio negli ultimi mesi. Che problemi ci sono?
Desidero premettere come le e-cig già oggi debbano sottostare a diverse norme dettate dalla Ue e devono soprattutto avere il marchio Ce oltre ad altre informazioni specifiche. La nostra azienda, nonostante l’assenza di una normativa specifica ha vietato da subito la vendita ai minori (che possono entrare nei punti vedita solo se accompagnati) e ogni confezione è provvista di tutte le informazioni e anche di un “bugiardino”. Per questo sollecitiamo al più presto una normativa ad hoc che vada proprio a tutela dell’utente e delle aziende che già oggi forniscono un’informazione trasparente. Purtroppo c’è un grosso problema soprattutto legato alle ricariche che vengono prodotte in mercati extra Ue e su cui vanno messi al più presto degli standard qualitativi. Per questo consigliamo di usare i prodotti italiani che sono sicuri e rispondono alle normative oggi in vigore.

Sulle e-cig il Ministro della Salute ha dichiarato che interverrà sulla materia. Cosa vi aspettate?
Lo ripeto, siamo i primi ad auspicare che venga introdotta quanto prima una regolamentazione normativa specifica attraverso la creazione di un tavolo di discussione ad hoc sul tema del fumo elettronico. Si tratta di un mercato ormai consolidato, caratterizzato da un’evoluzione costante in cui si fa sempre più urgente una regolamentazione bilanciata, che tenga conto dei reali costi e benefici, ma soprattutto della specificità del prodotto.

Nell’ultimo periodo si è parlato molto anche di una tassa sulle e-cig. Che ne pensa?
Siamo contrari. Siamo un settore in crescita e cha dà occupazione a 10 mila persone. Ma oltre ciò un’ulteriore tassa che penalizza un prodotto che riduce i rischi per la salute mi sembra un’assurdità. E non dimentichiamoci che in questo momento in Italia siamo all’avanguardia a livello internazionale.

Proprio in questi ultimi giorni alcune delle più grandi multinazionali del tabacco hanno manifestato l’intenzione di avvicinarsi al mercato delle e-cig. Come valuta questa strategia?
Queste notizie non fanno altro che ribadire come sia in atto una rivoluzione nei costumi, di cui anche le grandi aziende del tabacco, con cui abbiamo intessuto buoni rapporti in questi anni, si iniziano a interessare con sempre maggiore attenzione.

Luciano Fassari

08 giugno 2013
© Riproduzione riservata

La Prevenzione non è solo donna : Sesso Orale e Cancro della cavità orale e della laringe

La prevenzione non è solo Prevenzione del Cancro della Mammella e del collo dell’Utero come lo Stato tende a farci credere. Da un pò di tempo si è aggiunta la Prevenzione del cancro del colon con la ricerca del sangue occulto nelle feci.

Negli ultimi anni si è iniziata la campagna di prevenzione per il cancro del collo dell’utero con il vaccino del Papilloma Virus nelle giovani ragazze,

Ma la Prevenzione deve essere a tutto campo.

La prevenzione parte da uno stile di vita sano limitando per quanto possibile gli eccessi

La prevenzione deve rivolgersi a donne ma anche agli uomini e per gli uomini non basta di fare prevenzione ( anche se non vi è uno screening) per il cancro della Prostata

La prevenzione deve pensare anche ad altro.

Parliamo allora oggi di un argomento che è esploso in queste settimane : Cancro e Sesso Orale

L’argomento è il rapporto tra il cancro e il sesso orale. Fino ad ora di questo argomento se ne parlava poco  anche se gli studiosi non solo in Italia se ne erano occupati. Il problema è esploso da quando  è stato Kirk Douglas questo famoso attore americano che recentemente  venne colpito di un tumore alla gola. In una sua dichiarazione pubblicata su un giornale importante (The Guardian ) aveva supposto che il sesso orale da lui praticato per molti anni avesse potuto essere una delle cause del tumore alla gola che lo aveva colpito circa tre anni fa.

Ora che il nesso causale tra il sesso orale tra l’uomo e una donna possa entrare nella serie di fattori di rischio per il cancro della gola era un dato già discusso e in parte ritenuto vero. Si basa sulla osservazione che in una percentuale alta che poi vedremo il papilloma virus umano il cosiddetto Hpv è sempre stato riconosciuto fattore della nascita di tumori sia al collo dell’utero e negli anni seguenti anche nelle mucose oro faringee.

Non vogliamo qui entrare nei dettagli che cosa si intende per sesso orale e nei vari termini che vengono usati per indicarlo. Da un punto di vista scientifico il termine deriva dal latino e viene chiamato cunningulus.  La pratica poi viene usata sia dall’uomo alla donna sia dalla donna alla donna e quindi il problema del rischio della nascita di tumori nella zona orofaringe può venire messa in relazione ad un  rapporto sia all’uomo che alla donna.

I ricercatori del centro di ricerca sul cancro dell’Ohio State University hanno studiato la diffusione del papilloma virus umano su un campione di circa 5600 persone. Il campione era fatto sia di uomini che di donne. Questi ricercatori hanno stabilito che l’incidenza del virus nel cavo orale in uomini e donne tra i 14 e 69 di età era presente in uno su 10 uomini mentre nelle donne era presente nel 3,6% dei casi.

I dati vanno a significare che la presenza del papilloma virus nell’uomo è percentualmente minore che nelle donne ma stanno anche dimostrare che il papilloma virus è presente maggiormente nel cavo orale della donna ma è presente anche in una quantità variabile dei genitali esterni della donna oltre che nei genitali interni.

Per questo motivo dobbiamo considerare un rischio anche se modesto di trasmissione del papilloma virus alla carità orale dell’uomo o di una donna  dalla vagina della donna. Naturalmente il papilloma virus si diffonde anche dai genitali esterni e interni , al glande e alla cavità uretrale nell’uomo. Noi qui però prenderemo solamente in considerazione la trasmissione dai genitali esterni alla cavità orale dell’uomo perché la dichiarazione del noto attore ha creato vari interessi nella popolazione e spesso si ci si fanno delle idee sbagliate o non scientifiche o a volte  creano confusione e paura nelle persone

Diverse ricerche condotte tra l’altro dalla Facoltà di Odontstomatologia dell’Università di Malmo e da altre pubblicate dal The New England Journal of Medicine hanno suggerito una correlazione tra sesso orale e cancro alla gola senza ombra di dubbio anche se è difficile entrare in dati statistici e quantificare il rischio in quanto  questo rischio varia dalle persone che si frequenta dall’uso che viene fatto e dagli anni di pratica.

 

Vi è poi una certa reticenza o fatica a parlare di certi argomenti . Sia per riservatezza o  a volte per motivazioni morali o addirittura religiose. Anche io sono stato un po’ restio pubblicare queste considerazioni ma come medico che si occupa da anni della prevenzione ritengo utile porre un pò di notizie apprese da riviste scientifiche che possono dare alcuni punti di certezza sul problema in maniera che le persone siano a conoscenza dei rischi.  E si possa valutare  questi rischi  e si possa quantificarli e sapere  che questi rischi variano da persona a persona secondo il loro modo di vivere. Teniamo presente che in paesi come Israele e in Giappone le malattie trasmesse sessualmente sono ridotte al minimo proprio per la massima igiene che tale popolazione usa normalmente.

Quello che la gente chiede e lo vediamo in quanto basta battere su Google una ricerca correlata e si vede quanti articoli collegati a tale termine esistono e nei forum quante sono le richieste di chiarimento della gente. Quindi a noi interessa stabilire se c’è un legame e quale legame e quantificare questo legame tra il cunningulus e cancro della carità orale e della laringe.

Questo legame è naturalmente strettamente correlato alla presenza del HPV (il papilloma virus umano) che sessualmente trasmesso proprio attraverso il sesso orale. C’è un legame tra il cunningulus e il cancro alla cavità orale e alla laringe, causati dall’Hpv (il Papilloma virus umano).  E ne vogliamo parlare proprio perché la scienza in generale conferma questo rischio e sicuramente deve trovare la causa del papilloma umano virus . La questione però molto più complessa di quanto sembra così apparentemente  e per tale motivo bisogna parlarne vedendo i problemi relativi alle singole persone, alle singole popolazioni e alle singole abitudine. E quindi dobbiamo porre alcune precisazioni che poi troverete nel corso di questo articolo.

E naturalmente se dobbiamo parlare di prevenzione dobbiamo considerare non solo il rischio della nascita del cancro della cavità orale  nell’uomo attraverso il cunningulus praticato alla donna ma dobbiamo anche considerare il rischio di cancro alla donna nella cavità orale della laringe se praticato attraverso il sesso orale che in questo caso prende il nome scientifico di fellatio ( da uomo a donna)

Abbiamo visto come il papilloma viene riscontrato più frequentemente nella bocca della donna rispetto alla bocca dell’uomo e quindi in questo caso se la pratica della fellatio  secondo le statistiche è più o meno simile per vari motivi a quella delcunningulus allora dobbiamo pensare che se è sempre vero che la trasmissione del papilloma virus  sia la causa di tale neoplasia dobbiamo per forza pensare che statisticamente è facile che con tali pratiche  sia anche  la donna ad avere il cancro della laringe .

Numerose ricerche e tra queste una delle principali anche per il prestigio della rivista è quella pubblicata sul New England Journal of Medicine che ha dimostrato  che la fellatio soprattutto se praticata con più partners favorisce il contagio da HPV. Bisogna tener presente però che esistono più di 100 diversi tipi di HPV in base al loro assetto del DNA. Questo virus che può essere trasmesso al mucose della bocca per attraverso il sesso orale o essere anche trasferito la zona anale e responsabile di alcune malattie della pelle ma è riconosciuto il principale fattore di rischio per alcuni tumori della gola

Numerose ricerche e pubblicazioni  hanno dimostrato che la fellatio, soprattutto se praticata con più partners, favorisce il contagio da HPV . Dell’HPV  però esistono ben 100 diversi tipi, divisi in 16 gruppi in base alle omologie di sequenza del DNA e quindi è difficile stabilire il tipo più frequente e riscontrabile nella saliva della partner o del partner. Questo virus può essere trasmesso alle mucose della bocca via sesso orale o essere trasferito anche alla zona anale ed  è responsabile anche di malattie della pelle. Ma soprattutto il Papilloma Virus sembra essere il principale fattore di rischio per alcuni tipi di tumore alla gola.

Noi sappiamo che il fumo e l’eccessivo consumo di alcool sono la causa più frequente e si parla di circa il 90% dei cancri del laringe e  della faringe provocati da alcool e fumo. Naturalmente tutti sappiamo che il fumo e l’alcol creano una dipendenza tra loro e moltiplicano i fattori di causa della neoplasia se sono presenti contemporaneamente. Se a questi rischi  di fumo aggiungiamo anche il rischio del papilloma virus causato da un eccesso di sesso orale  l’alta percentuale di rischio che il paziente possa avere la trasmissione del’ HPV e allora il problema diventa serio. Da dati sempre della stessa rivista (The New England Journal of Medicine) si afferma la infezione HPV in gola ha una probabilità di avere il cancro della faringe o  del laringe 32 volte maggiore rispetto a chi non ce l’ha .

Bisogna anche inquadrare il problema nel fatto  che la società in questi ultimi anni è evoluta e quindi i comportamenti delle persone sono cambiate e in modo particolare mi riferisco ai giovani e alla loro libertà di comportamento.

E proprio dei giovani noi notiamo un aumento di tumori della faringe e della cavità orale causati dal papilloma virus che può manifestarsi subito ma può manifestarsi anche a distanza di 20-30 anni. Anche in Italia questa situazione ci porta ad avere un aumento di queste patologie

Il presidente della Società italiana di ginecologia professor Nicola Surico ha diffuso dei numeri e su un’intervista rilasciata sul sito blitzquotidiano.it questi numeri  non lasciano spazio a molti dubbi . “I tumori alla cavità orale in Italia contano 10-12 mila casi nuovi l’anno – afferma Surico – si stima che ben il 50 per cento dei tumori dell’orofaringe siano attribuibili al virus Hpv trasmesso via sesso orale, così come il 15 per cento dei tumori del cavo orale e il 21 per cento di quelli alla laringe”. L’ampiezza del fenomeno riguarda sempre più da vicino i maschi. Ormai il sesso forte è diventato il maggiore soggetto a rischio, secondo il presidente della Società italiana di ginecologia, che, sempre su blitzquotidiano.it, si sofferma anche sugli omosessuali, tra i quali si registra una crescita in aumento

Quindi è stata la dichiarazione dell’attore Kirk Douglas che ha portato con le sue affermazioni  uno spunto alle  varie riviste scientifiche e ai consessi  scientifici internazionali a discutere di questo problema e anche a vedere cosa si può fare per prevenire e combattere l’infezione del papilloma virus una volta che questa è stata trasmessa

La prevenzione e combattere  la diffusione non è semplice e forse quasi impossibile:  non si può certo proibire a delle persone di usare il sesso orale sia le donne che all’uomo. La non pratica  è un fatto limitato  solo in certi ambienti integralisti e religiosi di alcune religioni.

Per la trasmissione per via sessuale è facile proporre il preservativo e questo può essere facilmente applicato in caso di fellatio e allora potrebbe essere la causa di prevenzione riguardo la donna . Ma quanto lo applicherebbero ?

Il preservativo applicato durante la fellatio  non sarebbe apprezzato da tutti e sarebbe molto difficile trovare degli uomini che accettino di indossare il condom al momento dell’atto sessuale  e d’altra parte anche la donna proverebbe poco piacere a fare sesso orale tramite  fellatio coperta da un preservativo quindi in questo caso la prevenzione forse non è possibile.  L’unica prevenzione che  si può fare è limitare i partners e avere una massima igiene con dei colluttori della cavità orale prima di praticare una fellatio

Per quanto riguarda invece il cunningulus si consiglia anche qui di non passare a troppi partners e che questi siano sicuri e di applicare la massima igiene sia dei genitali femminili e anche di praticare  un lavaggio con colluttorio della cavità orale maschile

Una vera prevenzione attualmente viene anche offerta dallo Stato ma è prevista solo per le ragazze in giovani età . Questa prevenzione è data dal vaccino anti Hpv. Questo vaccino, alla giorno di oggi viene previsto solo per le ragazzine, ma secondo gli oncologi americani riunitisi recentemente a Chicago, dovrebbe essere esteso anche ai maschi in giovane età. Prevenire, insomma, nei primi anni di vita per evitare di curare in età adulta. Il vaccino anti-Papilloma si sarebbe rivelato decisivo soprattutto per contrastare i tumori al collo dell’utero, mentre l’efficacia è più incerta per l’infezione alla gola e le neoplasie correlate

Anche se il vaccino viene dato dallo Stato come forma di prevenzione e di limitazione della neoplasia dell’utero alle ragazzine rimane sempre il fatto che il vaccino può contrastare la diffusione del cancro della gola. Esso rimane una delle prevenzioni fattibili che noi conosciamo. La prevenzione vera o la prevenzione primaria passa attraverso il vaccino quando è possibile ed efficace specialmente nelle giovani età.

Ma poi si tratta ad operare le misure igieniche necessarie e l’uso moderato di tale pratica per cercare di evitare o limitare la nascita di questi tumori.

Dobbiamo poi tenere presente la prevenzione secondaria o la diagnosi precoce.

Per tale motivo è sempre utile un controllo periodico dall’Otorino in modo da rinvenire la presenza di lesioni cancerose o precancerose alla laringe o al cavo orale quando queste essendo in uno stadio iniziale possono essere estirpate radicalmente senza che si debba passare né ad un intervento diverso né a terapie particolari.

Non mi stancherò mai di ripetere che la prevenzione e l’unica arma vincente e quindi se pur vero che esiste una prevenzione primaria e una prevenzione secondaria queste prevenzione hanno efficacia solo se esiste una informazione alla popolazione in modo particolare questa informazione deve partire dai giovani

Bisogna affrontare con i giovani il tema delle malattie sessualmente trasmesse. Attualmente se ne parla poco e sono in genere colloqui o lezioni   tenuti da medici nelle scuole medie nelle scuole superiori ma sono corsi sporadici i cui risultati sono sempre discutibili

Credo che portare nelle scuole notizie e consigli su questo tipo di patologia sia una cosa molto importante anche perché noi sappiamo che i giovani hanno fame di notizie su questi argomenti e se è pur vero che la maggior parte dei ragazzi chiariscono questi argomenti con i loro amici è pur vero che queste notizie sono spesso sbagliate o non precise.

Quando ne parla una persona nota o un attore il mondo si muove, la gente si muove. Vi ricordate come il mese scorso alla notizia che l’attrice Angiolina Jolie  si era fatto fare un intervento di mastectomia bilaterale e cioè di asportazione delle due mammelle per  evitare la nascita del cancro alla mammella ha creato un interesse notevole e molti si sono posti la domanda se eseguire anche  loro l’intervento. Ciò ha portato per esempio all’episodio di un uomo che si è fatto togliere radicalmente la prostata per evitare l’eventuale nascita di un tumore

Anche qui abbiamo avuto un attore  famoso Kirk Douglas che ha provocato un mare di notizie su un mare di giornali e se n’è parlato molto tant’è vero che da dati della ricerca sulle farmacie e dei consultori si è notato un aumento delle richieste di vaccino contro il papilloma nelle cliniche. Sembrerebbe quasi che per far interessare la gente alla prevenzione ci voglia la parola di che personaggio noto di qualche cantante o di qualche attore.

Come per tutti i tumori solo quando un tumore colpisce una persona a noi vicina, un parente, allora ci accorgiamo del problema; finché il tumore colpisce una persona che non conosciamo noi non rimaniamo colpiti. Quando leggiamo il suo annuncio di morte diciamo ” poveretto è morto anche lui ” ma non ci rendiamo conto che può capitare anche a noi.

La stessa cosa è il problema nato dall’papilloma virus , della sua trasmissione la sua possibilità di provocare il cancro dell’utero e anche dell’oro faringe e della laringe.  Una ricerca dell’Ohio State University Comprehensive Cancer Center, pubblicata sulJournal of American Medical Association (Jama), pone l’accento su questo problema e dimostra ancora una volta che la diffusione dell’infezione da papilloma virus e quindi la nascita del cancro  sia dovuto non tanto al rapporto sessuale in sé per sé ma alla quantità dei rapporti che si hanno e dei soggetti che si incontrano.

Il dire “fate sesso sicuro”  significa non solo essere sicuri del partner che si incontra ma anche dei numeri dei partners che si incontrano perché  è stato dimostrato che aumentando il numero dei partners porta alll’aumento del rischio della trasmissione della malattia.

È noto che la maggior parte dei casi in cui ritroviamo il cancro  o la presenza del HPV la causa nasce da rapporti sessuali non protetti mentre solo in piccola parte trascurabile può trasmettersi in altra modalità.

Se è vero che non esistono ancora vaccini specifici per la faringe la bocca e della laringe viene consigliato utilizzare lo stesso vaccino che viene somministrato per il cancro del collo dell’utero in quanto anche questo tipo di tumore proviene dallo stesso virus.

Noi sappiamo che la maggior parte dei tumori possono essere eliminati eliminando i fattori se questi sono conosciuti.  Se non conosciuti  si può fare una diagnosi precoce in maniera da delimitarne i danni e probabilmente di arrivare ad una guarigione totale. Gli studi hanno messo in evidenza varie cause di tumori e questo ha permesso che al giorno d’oggi possiamo avere una diminuzione di  tumori sia per la diminuzione di fattori di rischio sia per una diagnosi nettamente precoce .

Ora noi sappiamo che alcuni tumori come quello del colon, della prostata dei polmoni si stanno riducendo  e il cancro dello stomaco è nettamente in diminuzione mentre  il cancro della mammella è in leggero aumento ma si arriva ad una guarigione alta secondo lo stadio e certamente molto migliora di  rispetto a quello di anni fa per la diagnosi precoce e per le terapie attuali.

Noi invece sappiamo che il tumore oro-faringeo c’è  e colpisce il palato molle e la base della lingua e l’arco delle tonsille e la parte posteriore della gola e che questo tumore è in aumento . La causa potrebbe essere proprio il ruolo del sesso orale anche se non dobbiamo dimenticarci che in questi tumori gioca sempre in maniera principale il fumo e l’alcol come abbiamo sempre sostenuto.

 La dottoressa Maura Gillison parlando della trasmissione del virus per via sesso orale ipotizza che il numero di neoplasie orofaringee derivanti dal virus HPV potrebbe superare quello del cancro alla cervice uterina causato dallo stesso virus. Questo dato viene messo in evidenza perché se è vero che si consiglia di usare lo stesso vaccino e anche pur vero che non siamo certi che il vaccino che usiamo  oggi per il cancro alla cervice sia lo stesso che possa prevenire il tumore della lingua e della ipofaringe e trachea.

Non si spiega anche perché la infezione negli uomini nella cavità orale è cosi diversa e maggiore che nelle donne.

Potrebbe nascere da una differenza di igiene ma è poco sostenibile. E’ più sostenibile la possibile influenza delle differenze ormonali tra uomini e donne.

Concludendo al momento non ci sono dati sicuri e non ci sono molti studi che pongono una relazione tra sesso orale e il cancro trasmesso dalla virus HPV però tutti gli studi tendono tutti a dimostrare un legame tra le papilloma virus è il cancro alla gola per chi pratica sesso orale. Certamente ribadiamo che più che sesso orale è il numero dei partners come abbiamo già detto.

I papilloma virus sono molto frequenti ce ne sono più di 120 tipi diversi e la maggior parte causa malattie non gravi come le verruchee alcuni tumori benigni ma anche tumori maligni . La trasmissione di questo papilloma virus avviene per contatto diretto in genere sessuale perché si tende a dimostrare anche se non si ha la certezza che il papilloma virus non è presente nel sangue e nello sperma e quindi è solo il  contatto di una zona esterna  lo trasmette in tutte le lesioni in prossimità dei genitali esterni . E si comprende nei genitali anche la mucosa anale (i cosiddetti papillomi verruche  o condilomi anali ) che si ritrovano con una certa frequenza..

Più partners diversi si hanno, più è alta la probabilità di contrarre un tipo di HPV. Per questo motivo la probabilità più alta di contrarlo è tra i 20-35 anni, solitamente il periodo di massima attività sessuale dei giovani adulti.

Normalmente colpisce i giovani cui il sistema immunitario è migliore e in genere i papilloma virus viene distrutto dal sistema immunitario e la infezione se presente  termina velocemente; non sono presenti sintomi e non ci si accorge di aver contratto il virus. In altri casi di persone che hanno un deficit immunitario non si riesce a contrastare il virus e l’infezione procede producendo quelle neoformazione in sede vaginale o prepuziale o sul glande  che evidentemente sono la causa della trasmissione del papilloma virus nell’ambito oro-faringeo.

Come ultima conclusione si raccomanda in sostanza la limitazione del numero dei partners , la massima igiene delle zone genitali non solo proprie ma anche  del proprio partner. Se possibile l’uso del vaccino e in ogni caso nel periodo di attività feconda di massima attività sessuale fare un controllo una volta all’anno dal vostro otorino di fiducia.

 

Cittadinanza benemerita al Dott Madeyski Sigismondo ( ma dopo la morte)

Cittadinanza benemerita al Dott Madeyski Sigismondo ( ma dopo la morte)

 

Questa mattina ho partecipato a una cerimonia nel Comune di Breda di Piave, paese in Provincia di Treviso poco distante da Maserada.

In questo paese mio padre ha fatto il medico condotto  ( così si chiamava un tempo il medico del paese) dal 1953 al 1972.

Dal paese se ne andò per migrare prima a Pieve di Cadore e poi in un paesino dell’alto Friuli, successivamente si ritirò in pensione a Treviso, dove morì nel 1995.

L’attuale Consiglio Comunale ha deciso di conferire a mio padre, e ad altri sette medici e insegnanti del posto,una onorificenza per aver contribuito allo sviluppo sociale del paese: la cittadinanza benemerita ai due deceduti, quella onoraria agli altri

Sicuramente tutte queste persone hanno meritato l’onorificenza per quello che hanno dato e speso per la popolazione, ma la storia di mio padre è stata differente perché era un medico speciale, non inquadrabile nella classe medica. è stato un precursore di tante cose.

Non si è arricchito come i medici di quegli anni non si è costruito l’appartamento in paese o la villetta al mare o in montagna, spendeva i suoi soldi per insegnare alla gente,si recava nei paesi vicini con un proiettore per, in varie conferenze, educare alla Prevenzione. E’ stato un precursore.

Memorabili sono state le azioni di  Prevenzione nella lotta contro l’abuso dell’alcool e per scardinare il vizio del fumo.

L’ambulatorio era aperto tutti i giorni, dalle 6.30 di mattina durante i mesi invernali e dalle 6 d’estate,la domenica  dalle 8 alle 12.

Al pomeriggio faceva le visite a domicilio e tornava a casa molto tardi, quasi mai prima delle 22. Non faceva mai ferie o vacanze.

Faceva molti esami diagnostici  in ambulatorio ( compresi esami urine e sedimenti al microscopio) curava o estraeva i denti: faceva quanto gli era possibile. Andava, appena poteva, a trovare i propri malati in Ospedale a Treviso.

Insomma si può dire che la sua è stata una vita spesa per la salute, la Prevenzione e la cura degli abitanti di Breda di Piave.

Il Comune però, soprattutto negli ultimi anni, aveva reso difficile il suo lavoro ostacolando specialmente quello dedicato alla Prevenzione.

Per tale motivo abbandonò nel 1972 Breda di Piave continuando altrove il suo lavoro, non badando mai al guadagno ma alla salute della popolazione che gli era assegnata.

Quando raggiunse l’età della pensione si ritirò a Treviso nella casa che aveva acquistato con un mutuo, che ho io dovuto contribuire ad estinguere dopo la laurea e prima del matrimonio

Oggi hanno riconosciuto quello che lui ha fatto per la popolazione assegnandoli un’onorificenza, hanno citato i suoi meriti ma non il  fatto che il Comune lo ostacolò, e che lui sia stato costretto ad abbandonare, moralmente e fisicamente, la sua gente di Breda di Piave.

Io credo che un riconoscimento post mortem non serva a nessuno; certamente non a lui che non ha avuto nemmeno la soddisfazione che qualcuno gli chiedesse scusa per come era stato trattato. A noi parenti, che conosciamo la sua fatica e la sua vita di poca soddisfazione, tale onorificenza non serve perché il ricordo di quello che fece nostro padre è sempre vivo in noi.

Io stesso ho seguito le orme  di mio padre dedicandomi in parte alla attività di Prevenzione, in senso lato, con varie iniziative.

Ho speso tempo e denaro. Tanti ostacoli ma anche tante soddisfazioni dalla gente che ha capito, ed ha seguito in parte i miei consigli.

Come per mio padre, anche per me poche sono state le soddisfazioni provenienti dalle Istituzioni.

Basta pensare al videodermatoscopio regalato all’Ospedale di Portogruaro  e dopo 19 mesi ancora chiuso nell’imballo e mai usato. Quanta soddisfazione !

La differenza è che a mio padre hanno conferito la cittadinanza benemerita dopo tanti anni dalla morte,a me l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica  quando ero ancora in vita !

 

Il Punto sulla Sigaretta Elettronica. Fa male o fa bene ? Fa smettere di fumare ?

Oggi si parla molto di sigarette elettroniche.

Se ne parla molto

1)   perché è di moda

2)   perché rappresenta un business specie in periodo di crisi

3)   perché si può e si deve discutere se fanno bene o se fanno male

4)   perché le discussioni dette nascondono il problema e cioè se fanno smettere di fumare le sigarette tradizionali o meno o se ne fanno diminuire l’uso

 

Ho provato a leggere tutto quello che ho trovato sulle riviste e disponibile sul web e provo a dare il mio contributo personale sul vero problema che interessa la maggior parte delle persone che vogliono smettere di fumare

Sicuramente il pericolo principale e’ che le sigarette elettroniche non sono un monopolio di stato e non formano neanche parte delle grandi lobby del tabacco (soprattutto americane).

Al momento quindi lo stato non ci guadagna se la gente le fuma . Ma non si calcola mai la spesa che lo stato spende per il danno dal fumo di sigarette ( e dei suoi componenti )

Quello che tutti  dicono è che lo Stato ci perde se diminuiscono i fumatori. Non si dice mai che la spesa dello Stato per i danni diretti e indiretti dal fumo di tabacco superano quanto lo Stato incassa vendendo le sigarette stesse.

Io credo che questo giudizio dato dalle persone che fuggono dai dati reali sia pilotato dalle grandi lobby del tabacco che sono infiltrate un po’ dappertutto e che quindi hanno interesse a mantenere lo stato quo. Per loro è di gran lunga preferibile che la gente continui a fumare piuttosto di passare alla sigaretta elettronica. Io credo che se una delle grandi lobby del tabacco producesse delle sigarette elettroniche la situazione e giudizi potrebbero cambiare.

Detto questo dobbiamo anche considerare un fattore che però é ininfluente sul problema che noi ci poniamo e cioè se la sigaretta elettronica faccia bene o male al cittadino. Questo fattore è il fatto che  fumare la sigaretta elettronica è di moda e anzi possiamo dire che tra la fine dell’anno scorso e il principio di quest’anno è esplosa la moda della sigaretta elettronica. Voi vedete che i negozi che vendono solamente sigarette elettroniche e i loro componenti ricambi liquidi eccetera nascono quasi come funghi in tutte le città. La gente è attirata da questa novità e sperando di smettere di fumare senza fatica e quindi senza una vera volontà prova la sigaretta elettronica. Ma la prova senza sapere normalmente cosa prende che tipo di sigarette elettroniche esistono, che dosaggio di nicotina possono trovare., Che tipo di liquido e quindi di componenti possono utilizzare per riempire la sigaretta elettronica. La maggior parte vede questi negozi e quindi prova perché è un’emulazione dell’amico, del compagno che ha iniziato a fumare tale sigaretta elettronica e quindi è bello e ci si sente più importanti come quando si è iniziato fumare la sigaretta tradizionale; ci si sente più del gruppo a dire anche io ho iniziato a fumare la sigaretta elettronica. Questo problema se vogliamo dire di moda e non risponde alla domanda se fa bene o fa male salvo il fatto che proprio perché è di moda proprio perché la gente non sa cosa fuma può essere che la persona assuma o comperi una sigaretta elettronica non secondo leggi.

Il secondo punto anche questo è poco legato al fatto che a noi interessa e cioè se la sigaretta elettronica faccia bene o male più o meno rispetto alla sigaretta tradizionale. Parliamo del fatto che in questo momento la sigaretta elettronica rappresenta un business specie in un periodo di crisi e questo business dobbiamo considerare sotto due aspetti. Primo e fondamentalmente che è un business per chi apre un negozio dedicato solo a questo tipo di prodotto. Un po’ come negli anni 60 era di moda aprire il negozio in cui si trovava solo tabacco sia in Italia come all’estero e andava di moda entrare in una di questi locali e scegliere il tabacco scegliere la sigaretta o la pipa e  poter mostrare agli amici quello che si aveva che poteva essere diverso da quello che avevano gli altri amici le altre persone. Diventa un business di poter aprire un negozio che ha una potenzialità di vendita tenendo presente che vi è un momento di crisi che molti negozi chiudono e che molti negozi sono in difficoltà. Trovare qualcosa di nuovo da rendere o apparire attraente a tante persone rappresenta quindi un’uscita possibili dalla crisi ed ecco che diventa un motivo di lavoro fattibile e utile senza tanta fatica. Da punto di vista del soggetto che le acquista possiamo anche dire che anche questo sia un business nel senso che in Italia le sigarette costano poco rispetto agli altri paesi europei. Prezzi inferiori li troviamo solamente nei paesi dell’est anche nella comunità europea ma nei paesi intorno Svizzera Francia e Germania e non parliamo degli Stati del Nord Norvegia Finlandia Svezia in Inghilterra la sigaretta costa molto di più e il ricavato va utilizzato per i problemi sociali e per la sanità. In Italia le sigarette costano poco però un valore medio di un pacchetto si aggira sui 4,50 euro, il che rappresenta una spesa per tanti considerando che la media abbiamo visto anche in questi giorni è di circa 20 sigarette al giorno. Se un pacchetto da 20 viene fumato di media ci sono le persone che fumano saltuariamente e che fumano 5 o 6 sigarette al giorno ma  ci sono persone che fumano 40 sigarette al giorno. Nel complesso fra tutti i fumatori la media si aggira su un pacchetto da 20 sigarette al giorno quindi a fine mese il soggetto che fuma mediamente spende circa € 150 al mese. Ecco che se questo soggetto che si trova in difficoltà più o meno evidente da un punto di vista economico per la crisi riesce a fumare di meno quindi a consumare di meno e spendere di meno oppure a sostituire con una sigaretta elettronica che dopo la spesa iniziale ha un costo di mantenimento di molto minore ecco che diventa se vogliamo dire un business in tempo di crisi anche per l’acquirente. Ma questo problema non risolve e non ci dà una risposta al fatto se la sigaretta elettronica fa più o meno bene di quella tradizionale.

Ora quello che noi deve interessare è se ci sono studi sicuri scientifici sulle persone e prima ancora direttamente sugli animali per capire se l’inalazione del vapore della  sigaretta elettronica faccia  poi male anche all’uomo.

Secondo se i danni che possono venire dall’inalazione del vapore della sigaretta elettronica siano maggiori di quelle della sigaretta tradizionale. E questo è importante in quanto a parità di danno se un danno e 10 è un danno 1 è chiaro che sarà preferibile un danno di 1 rispetto al danno di 10. Non si può come si legge su riviste da nomi anche importanti della  scienza dire che la sigaretta elettronica ha dei componenti che fanno male all’organismo se questi componenti sono in minima parte e se il danno è un 10º del danno che si ha fumando una sigaretta tradizionale. Credo che sia evidente che  fra un danno di 10  e uno di 100 sarà sempre meglio avere il danno di 10 rispetto a quello  di 100. Però questo di solito non viene messo in evidenza. A noi quindi interessa che i componenti non facciano male o se fanno male facciano male in proporzione di molto minore rispetto al danno del fumo della sigaretta tradizionale. Secondo a noi interessa che il fumare la sigaretta elettronica conduca in tempi più o meno brevi in relazione al soggetto a una diminuzione dell’uso del tabacco e successivamente all’uso anche della sigaretta elettronica in modo da poter arrivare ad una persona libera di non fumare e che effettivamente non fumi né quella tradizionale né quella elettronica. Quindi dobbiamo studiare e vedere che studi ci dicono in percentuale quante persone che hanno iniziato a fumare la sigaretta elettronica smette di fumare quella tradizionale e quante persone in un secondo momento smettono anche di fumare quella elettronica.

C’interessa poi vedere effettivamente quali sono i componenti che la persona assume fumando la sigaretta elettronica, quale di questi componenti siano effettivamente sempre presenti e quali componenti sono più o meno variabili a secondo la marca della sigaretta elettronica. Ci interessa però anche sapere se questi componenti sono descritti visibili alla persona che compra la sigaretta elettronica e poi naturalmente ci interessa sapere se vengono eseguiti controlli per verificare se le sigarette hanno effettivamente il contenuto descritto sulla confezione.

Il professor Riccardo  Polosa  docente di Medicina Interna all’Università di Catania ed esperto internazionale per la terapia del tabagismo, ci parla di un lavoro che verrà pubblicato a fine giugno

«La sigaretta elettronica rappresenta un’alternativa sicura alle sigarette tradizionali. Si è dimostrata molto utile anche per i fumatori che non hanno intenzione di abbandonare il vizio. Col suo studio Sono stati reclutati fumatori accaniti che non avevano alcuna intenzione di smettere di fumare. A un anno dall’inizio dello studio, l’8,7 per cento ha abbandonato le sigarette tradizionali. Di questi, il 75 per cento ha addirittura abbandonato anche la sigaretta elettronica»

Noi vediamo spesso negozi improvvisati senza le autorizzazioni prescritte che vengono prodotti provenienti dalla Cina o altri paesi che non hanno le nostre regole e che quindi vendono sigarette elettroniche non conforme a quanto dichiarato e ai principi che devono rispettare. Si discute infatti di vendere le sigarette elettroniche solamente in farmacia in modo che sia il farmacista a consigliare con conoscenza al soggetto la sigaretta elettronica più utile alle sue esigenze, con la dose di nicotina presente e graduale diminuzione secondo il soggetto e che non abbia all’interno contenuti tossici o almeno che ne abbia in dose minima. È infatti più facile che i controlli avvengano in una farmacia  dato che i NAS normalmente controllano molto più frequentemente le farmacie e gli ospedali e le strutture sanitarie di altri venditori. Io credo che dare il permesso di vendere le sigarette elettroniche solo alle farmacie non sia però corretto in un libero mercato ma si possono vendere anche in altre strutture magari create per l’occasione e da una marca di sigarette elettroniche ma questo negozio deve rispettare tutte le regole relative alla sigaretta che vendono e cioè sapere indicare esattamente il contenuto di nicotina e di legno e di ogni altro componente della sigaretta elettronica che vendono.

Avere una marchiatura c’è avere una registrazione dal ministero della salute in modo che il soggetto sappia cosa compera e che gli venga anche consigliato con competenza quale sigaretta elettronica sia più utile per lui che vuole sostituire quella tradizionale o vuole eliminare quella tradizionale.

E veniamo adesso agli studi che dovrebbero dirci quali sono i componenti o gli elementi che la persona assume aspirando il fumo della sigaretta elettronica e quali di questi componenti sono dannosi alla salute . Dobbiamo però premettere che poiché la sigaretta elettronica è in commercio da poco tempo gli studi scientifici sono recenti e noi sappiamo che la validità di uno studio scientifico e dato da una validazione nel tempo e alcuni effetti collaterali e alcuni danni all’organismo possono essere messi in evidenza a distanza di 3/5/10 anni e noi non siamo ancora in grado di avere studi a distanza di tale quantità di anni. .

La risposta per questo motivo non è chiara. In tutto il mondo, insieme alle vendite di sigarette elettroniche, sta aumentando negli ultimi mesi anche il numero di studi e pubblicazioni che cercano dare una risposta ai quesiti  dell’utilizzo del nuovo strumento sull’uomo. Ma i rapporti degli esperti (sui quali aleggia pure il sospetto di complicità con aziende farmaceutiche) forniscono responsi assai discordanti

 

Uno degli studi a questo proposito  è stato promosso dal  Office francais de prevention du tabagisme ed è stato guidato dalla dottoressa Elizabeth Tamang, ricercatrice vicina alla Pfizer, la più grande società del mondo operante nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione di farmaci. Tale studio porta elementi che minimizzano gli effetti  della sigaretta elettronica e gli esperti  hanno dichiarato che non erano legati a nessuna industria farmaceutica per non avere conflitti di interesse. Bisogna però dire che ho il riferimento alla collaborazione con la Pfizer, nota produttrice farmaceutica non era stato menzionato.

Vero problema nasce anche dal fatto  che gli effetti sulla salute sono in tutti paesi poco studiati e non esiste  nessuna relazione che  offra risposte sulle conseguenze della nuova tecnologia nel lungo periodo come dicevamo nella premessa. Uno studio del 2011 pubblicato su una rivista di politica sanitaria affermava che le sigarette elettroniche comportano pochi o nessun rischio per la salute . Ma tutti li studi si concentrano prevalentemente sugli effetti sulla salute a breve e medio termine. Nessuna relazione offre risposte sulle conseguenze della nuova  tecnologica nel lungo periodo. Nel 2011, ad esempio, uno studio pubblicato su una rivista di politica sanitaria pubblica assicurava che le sigarette elettroniche comportano pochi o nessun rischio per la salute.

Ma un lavoro pubblicato negli Stati Uniti nel 2009 dalla Food and Drug Administration, invece, metteva in guardia dalla presenza di composti tossici. Vi sono poi altri esperti che affermano che vi possa essere una possibile riduzione della penetrazione di aria nei polmoni. Altri ancora hanno sottolineano i rischi per il cuore.

È interessante o curioso o forse utile sapere che in diversi paesi come la Turchia Brasile e l’Argentina Singapore è stato posto per legge uno stop alla vendita delle sigarette elettroniche. Questo però è un dato importante  anche da un punto di vista sociale in quanto questi paesi l’uso delle sigarette è molto diffuso e in aumento quindi potrebbe aver vinto la lobby del tabacco cercando di mettere uno stop alla vendita delle sigarette elettroniche proprio per paura che questi possono fare diminuire la vendita delle sigarette.

 

In Francia la relazione dell’ Office francais de prevention du tabagisme considera le sigarette elettroniche meno dannose delle tradizionali ma  era stata anticipata da uno studio dell’agenzia nazionale per la sicurezza dei farmaci che consigliava di non utilizzare lo strumento elettronico. Poche sono le certezze che si possono evidenziare da questi lavori citati o da altri in quanto solo di lavori parziali a breve e medio termine. Certamente non abbiamo certezze da vendere. L’Organizzazione mondiale della Sanità nel 2008 ha dichiarato che la sigaretta elettronica non può essere affatto considerata come una terapia per aiutare i fumatori a smettere.

Si parla molto nella inalazione di glicole propilenico, ma gli studi hanno dimostrato la non tossicità sui topi da laboratorio. In futuro sapremo di più dei possibili danni nell’organismo umano.

Noi dobbiamo cercare di tenere presente quindi le sostanze messe e contenute nelle  sigarette elettroniche anche se tale sostanze fanno meno male di quelle tradizionali e se possiamo o dobbiamo dire se sono degli strumenti che aiutano le persone affette da uso di tabacco a diminuirne l’uso o ad abbandonarlo del  tutto

Purtroppo come ho detto in premessa gli studi sono pochi  (più o meno 200) e essendo a breve termine non possono dare con sicurezza certezza

I ricercatori al momento si sono limitati ad analizzare cosa succede ai polmoni dei fumatori attraverso l’uso del nuovo apparecchio. Ma i ricercatori al momento non possono dire eventuali danni nel futuro  e non abbiamo dei dati statistici significativi sulla diminuzione dell’uso del tabacco tradizionale.

Anche se statisticamente come ci ha detto il professor Riccardo Popolosa con il suo studio dopo un anno circa il 9% ha abbandonato la sigaretta tradizionale e di questi 87% ha poi abbandonato anche quella elettronica è chiaro che sono dati parziali che devono essere presi con le pinze. Però sono anche dati di uno studio serio scientifico universitario elaborati da  un professore di nome e di fama scientifica riconosciuta.

La Food and Drug administration Usa, l’ente che sovrintende la diffusione di alimenti e medicinali nel Paese, ha analizzato nel 2009 i componenti presenti nelle cartucce delle sigarette elettroniche rivelando la presenza di nitrosammine, elementi cancerogeni già inclusi nelle sigarette “tradizionali”, anche se in una concentrazione minore.

Si deve riprendere in mano quello che ho detto all’inizio e cioè che ci sono componenti tossici presenti sia una che nell’altro tipo di sigaretta ma si deve anche dire che se le sigarette elettroniche presentano sostanze tossiche a concentrazione di gran lunga minore rispetto le sigarette tradizionali è chiaro che se uno deve scegliere deve scegliere quelle a contenuto di molto minore.

La Fda ha poi scoperto che nelle cartucce è presente il Glicol dietilenico, un elemente antigelo presente anche nell’olio dei freni. Parliamo di un composto classificato come veleno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed un’assunzione cospicua potrebbe causare problemi ai reni, disfunzioni nervose e problemi respiratori.

Anche di questo componente noi sappiamo che è un componente tossico però è anche vero che è presente in quantità minima e non  è stato dimostrato alcun danno evidente . Certamente se ci fossero studi a lungo tempo forse potremo dimostrare dei problemi ai reni e delle disfunzioni nervose e dei problemi respiratori ma sicuramente per l’uso normale che vi viene fatto e per l’uso che in prospettiva ( come dimostrato dallo studio del prof Popolosa che dovrebbe portare alla cessazione anche dell’uso di quella elettronica) tali danni non si dovrebbero riscontrare

Nel marzo del 2013 i ricercatori dell’università della California ha studiato il contenuto anche i vapori presenti nelle sigarette elettroniche rivelando particelle di vapore, ferro, alluminio e silcati oltre a nanoparticelle di stagno, cromo e nichel. I ricercatori hanno scoperto che la concentrazione di questi elementi sono pari a quelle presenti nelle sigarette tradizionali e che quindi anche le “elettroniche” possono facilitare l’insorgenza di malattie.

Per quanto riguarda questi componenti dai ricercatori dell’Università di California dobbiamo ricordare quello che abbiamo sempre detto che nel  fumo di sigaretta tradizionale ci sono più di 20.000 componenti e  questi in maggioranza sono tossici. Il fatto che ve ne siano alcuni anche nella sigaretta elettronica è evidente poiché quando noi portiamo ad alta temperatura la il tabacco e la sua combustione si producono sostanze  che possono essere tossici. Si tratta naturalmente sempre di tenere presente la quantità della concentrazione di tali elementi in una sigaretta tradizionale e in una sigaretta elettronica e anche qui poiché il calore della combustione del tabacco è maggiore di quello  del liquido contenuto da sigarette elettronico, noi dobbiamo dire che se è vero che ci sono le componenti tossiche è anche vero che  queste sono in quantità minore. Naturalmente deve sempre essere presa in considerazione una sigaretta elettronica certificata sia marchiata CEE e che ci sia un controllo del ministero della sanità per poter dire che quella sigaretta elettronica ha una quantità minima di sostanze tossiche e queste sostanze tossiche devono essere dichiarate nella confezione. Sarà poi il farmacista o chi lo vende consigliare il paziente quale sigaretta usare e quante usarne di queste sigarette. E’ altresì chiaro che non può essere venduta liberamente ai minori . La sigaretta elettronica è nata per essere un mezzo per diminuire o smettere di fumare e come tale deve rimanere : Le statistiche stesse  dicono  che chi fuma la sigaretta elettronica abbandona spesso quella tradizione e spesso poi anche quella  elettronica . Le statistiche evidentemente non sono date da grandi numeri ma in ogni caso non devono essere invece prese come abitudine a rimpiazzare un tipo di sigaretta con la sigaretta elettronica e per continuare poi con questa.

Alcuni studiosi e psicologi hanno cercato di  dimostrare che le sigarette elettroniche potrebbero coinvolgere numerosi adolescenti perché la pubblicità che  sta prendendo piede  specie per l’utilizzo da parte di attori celebri o sportivi  e possono portare un senso di emulazione nello stesso modo in cui la sigaretta tradizionale è stata usata in passato dalla pubblicità di imitazione . Si teme che questa pubblicità di imitazione possa coinvolgere anche la sigaretta elettronica e che quindi da uso di un mezzo per diminuirlo smettere di fumare possa essere un incentivo una moda di utilizzare un altro metodo di fumare.

Molti sostengono che la sigaretta elettronica possa essere pericolosa  come quella convenzionale e che l’uso non controllato rischi di vanificare una ricerca di un sistema che dovrebbe essere usata in maniera corretta per abituarsi a non sentire la mancanza della sigaretta tradizionale

 

Al momento se dove tirare una conclusione consiglio

Accertare che la sigaretta elettronica sia marchiata CEE e autorizzata dal Ministero della Salute

Accertare che siano specificate i componenti che si rinvengono nel liquido di ricambio

Accertarsi che il farmacista o il venditore conosca quale sigaretta elettronica faccia per voi

Si consiglia di passare gradualmente dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica e quando si è passati totalmente a quelle elettronica passare gradualmente ad una diminuzione anche di tale sigaretta.

La prevenzione del Tumore al Seno e il caso dell’attrice Angiolina Jolie

La Prevenzione del tumore al seno

 

Si parla molto sia tra la gente che nell’ambiente medico  sulla decisione dell’attrice Angelina Jolie di sottoporsi a un intervento di “doppia mastectomia” per eliminare il rischio del tumore alla mammella.

La attrice  era morta di tumore al seno e sembra che lei fose portatrice di un gene anomalo per cui lei avrebbe  per cui avrebbe una altà  possibilità di ammalarsi di tumore al seno.

La decisione della attrice è stat discussa ed ha avuto molta attenzone dai media.

Ha colpito che poco dopo sia apparasa la notiza di un uomo che si è fatto asportare radicalmente la prostata per evitare il rischio che in futuro potesse avere il cancro alal prostata

Nasce quindi la paura  è che altre persone  possano imitare la scelta della attrice  e che quindi la masetctomia bilaterale possa  diventare un modello da seguire per migliaia di donne che si trovano nella stessa situazione.

 

Gli oncologi e gli studiosi si sono divisi anche il prof Umberto Veronesi ha espresso il suo pensiero che sostanzialmente è quello che noi portaiamo avanti da anni.

La prevenzione è la migliore arma vincente in tutti I sensi

Salvo che la donna sia in una condizione psicologica  di ansia eccessiva  e quindi non viva una vita degna di tale nome, e diventi quindi  una non-vita, allora  ci sono più vantaggi a fare controlli ogni sei mesi, e scoprire l’eventuale tumore in epoca precocissima. Se si scopre il tumore iniziale la possibilità di guarigione si aggira al giorni d’oggi sul 95%.

La  genetica e quindi lo studio delal mappa genetic ache ora è alla portata di tutti anche nel Veneto ci può dire se abbiamo un rischio maggiore ma non ha dato soluzioni alla terapia o a cvosa fare per non dare vita al tumore

Dobbiamo anche ricordare che la mastectomia radicale non annulla completamente il rischio di tumore, che rimane intorno al 5% anche dopo l’intervento .

E allora se consideraiamo che la diagnosi precoce ci porta ad una guarigione del 95% e che rimangono anche dopo l’intervento il 5% di possibilità di ripresa della malattia, se ne conclude che la mastectomia preventive bilaterale forse non è la soluzione migliore.

In linea ipotetica possiamo pensare a gente cj si toglie lo stomaco, o il colon, o l’intestino, o il polmone per evitare la possibile nascita del tumore

E poi si deve considerare oltre ai vantaggi e svantaggi per la persona ma anche I costi per la società

L’attrice poteva spendere per l’intervento e per la ricostruzione ma il costo a carico dello stato sarebbe alto specie se molti lo facessero.

E poi vi sono I problem legati alla ricostruzione. La ricostruzione dopo mastectomia può essere eseguita con parti del proprio corpo, liembo addominale o lembo dorsale  ma la maggior parte delle donne opta per la ricostruzione con la protesi   Ma le potesi rimangono sempre e comunque un corpo estraneo, e è natural che possa esserci  una reazione   al corpo estraneo.  E in ogni caso la protesi ha una durata limitata. Se la donna è giovane deve mettere in cantiene almeno 3 o 4 interventi per sostituzione di protesi

 

Quiundi noi consigliamo quello che da anni consigliamo

La donan deve sottoporsi a controlli  periodici con mammografai, ecografia ed eventuale risonanaza magneticaa ogni sei mesi o un  anno secondo il rischio.

Come sempre quindi se una persona famosa come l’attrice rende nota una sua decisione , questa  rischia di creare un’emulazione, un modello valido per tutti, mentre  la scelta deve essere guidata dal proprio medico di fiducia o da un esperto

 

Sarebbe giusto che ogni donna che ha  una familiarità con questo tipo di neoplasia si sottopongano a un test genetico.

Importante è che la donna sia cosciente dei rischi che corre e che quindi sia più attenta alla prevenzione secondaria o diagnosi precoce. La donna deve essere consapevole e informata, così da decidere come seguire uno stretto programma di controli. Si può anche considerare in certi casi la mastectomia preventive  ma con con l’aiuto  del proprio medico di fiducia e avvalendosi di  oncologi di un  consulente genetico e di uno psicologo”.

 

 

Nella nostra ASL vi è lo screening mammografico e ci sono , come in tutte le ASL, dei senologici che possono aiutare le donne nella diagnosi precoce e nelle decisioni che poi ne conseguono

Quello che mi lascia perpleso è la scarsa partecipazione alla chiamata allo screening.

E’ vero che lo screening consiste solo della mammografia e non associa la ecografia. E questo avviene per mancanza di fondi. La mammografia viene eseguita da un tecnico mentre la ecografia viene eseguita da un medico e il costa aumenta. Probabilmente diverse donne preferiscono andare a fare mammografia e ecografia assieme fuori dallo screening.

Ma è anche vero che molte donne arrivano in ambulatorio con neoplasie in stadio avanzato. E questo vuole dire che molte non seguono lo screening e nemmeno vanno mai a farsi visitare se non nell’ultimo stadio quando la neoplasia da fastidio o si ulcera o diventa un ingobro alla donna.

 

Quindi facciamo un appello affinchè le donne seguano I percorsi che portano ad una diagnosi precoce del tumore al seno e se possibile non prendano l’esempio dall’attrice Angiolina Jolie.

Giornata della Prevenzione a Montebelluna

E’ sempre stagione per la Prevenzione.. Non ci si deve fermare mai perchè solo la Prevenzione in senso lato può portare ad evitare  alcune malattie e in particolare alcuni tumori

La Prevenzione può essere primaria se conosciamo le cause che provocano un tumore , oppure può essere secondaria se non conosciamo le cause e cerchiamo di arrivare a scoprire il tumore prima possibile

Questa prevenzione è detta anche Diagnosi Precoce

Vi sono vari mezzi per fare diagnosi precoce.

Il metodo universalmente riconosciuto più efficace è lo screening. Lo screening è una offerta che lo stato offre alla popolazione con alcune indagini che possono rivelare in stadio precoce il tumore

Attualmente gli screening in vigore sono la mammografia per il tumore al seno, la ricerca del sangue occulto nelle feci e il Pap Test per il cancro del collo dell’utero.

Naturalmente questi screening sono una offerta e i risultati dipendono dalla risposta della popolazione alla offerta

 

Un metodo che io ritengo molto valido è la campagna di sensibilizzazione

In cosa consiste?

Si tratta di andare tra le gente spiegando che bisogna partecipare agli screening ma non solo. Si cerca di spiegare alla gente cose si possono evitare o limitare alcuni tumori cercando di diminuire la cause note

Per esempio non fumando si possono evitare circa il 88% dei tumori polmonari

Io vado spesso in vari comuni a parlare della Prevenzione

Sabato prossimo passerò la giornata a Montebelluna a fare delle visite gratuite dalle 9 alle 21 presso un poliambualtorio che si chiama Montemedica

Abbiamo stampati dei depliant spiegando come si fa la prevenzione ai tumori della mammella ed abbiamo invitato le donne dei Comuni di Montebelluna e dei comuni vicini come Volpago a venire a farsi visitare. Stiamo già riempendo le prenotazioni e la gente risponde bene0, forse perchè le visite sono gratuite. Ma certamente la alta partecipazione farà sì che si possa informare le donne dei rischi e di come devono esaminarsi, vedersi e partecipare allo screening che consiste nella mammografia.

Sensibilizzare la gente è un metodo che da sempre buoni frutti

Lascia perplesso che l’attrice Angiolina Jolie abbia preferito eseguire una mastectomia bilaterale piuttosto che seguire le norme per una diagnosi precoce. Certamente lei aveva dei rischi maggiore per problemi genetici ma un controllo accurato magari ogni 6 mesi avrebbe scoperto l’eventuale nascita di un tumore portandola ad una guarigione sostanzialmente definitva.

La campagna di sensibilizzazione che sabato prossimo offriamo alle donne di Montebelluna grazie al Poliambulatorio Montemedica darà alle donne dei concetti che le aiuteranno ad arrivare a limitare il problema del cancro della mammella

 

 

Continuano le giornate della Prevenzione: CORTELLAZZO

Continuano la giornate della Prevenzione. Dopo le conferenze a Cavallino- Ca Savio, Treviso, Padova, Caorle una altra giornata in cui si parlerà di prevenzione è quella programmata a Cortellazzo per Lunedì 13 maggio alle ore 20 al locale La Darsena.

Vogliamoci bene. per morire c’è sempre tempo.

In effetti dobbiamo volerci bene

Volersi bene significa volere il nostro bene, sia fisico che psichico.

Significa cercare di eitare le malattie. E non solo evitare i tumori ma tutte le malettie.

Si possono evitare tante malattie e molti tumori

Per evitare le malattie bisogna conoscere le cause e se conosciamo le cause le possiamo evitare e quindi evitare o limitare le malattie.

Noi sappiamo che per tumore si muore ancora molto ma si vive di più e più a lungo.

E’ vero che vi sono nuove medicine, è vero che la terapia chirurgica è migliorata ma la vera arma vincente è la Prevenzione

Prevenzione primaria e prevenzione secondaria.

La prevenzione primaria è data dalla conoscenza dei fattori che possono portare o favorire le malattie.

Certamente non tutte le malattie hanno fattori noti e scatenanti.

Ma diverse tumori e diverse malattie possono essere evitate se evitiamo certe cause

Per esempio se non si fuma 85% dei tumori polmonari  sarebbero evitato

Se invece non conosciamo le cause di un tumore o di una malattia allora possiamo fare la Prevenzione primaria , ovvero la dignosi precoce.

La diagnosi precoce non evita la malattia ma la limita e permette una guarigione nella maggioranza dei casi

La Conferenza o meglio l’incontro con la popolazione di Cortellazzo mira proprio a dare notizie utili sia per la prevenzione primaria che per la diagnosi precoce

E allora vogliamoci bene. per morire c’è sempre tempo !

 

 

Continuano la serate sulla prevenzione a Cavallino Tre Porti

Continuano con sucesso le serate conviviali con conferenza sulla Prevenzione.

Le serate sono organizzate da Artiano Bodi che è Presidente della Associazione ” Uso e Costumi” del Littorale, Artiani mantiene vive le tradizioni della zona ma non si dimentica della salute di tutti.

Da anni organizza nei periodi autunno, inverno e primavera delle serate nella sua casa ” Ca Bodi”.

Tale serate vedono la partecipazione di circa 100 persone in modo da riempire la sua sala.

Artiano Bodi offra una cena e organizza una conferenza nella quale un medico parla di una patologia frequente ponendo l’accento su come si possa prevenire tale patologia

Naturalmente con una prevenzone primaria o secondaria.

La sala è sempre piena; non ci sono mai posti liberi., Spesso si deve dire di no a gente che vorrebbe venire ma i posti sono limitati a 100.

Gli argomenti trattati sono molteplici e di varie branche specialistiche, dalla dermatologia, alla angiologia, alla oculistica , agli stili di vita. Diciamo che non manca nessun argomento utile alla popolazione.

Si respira una aria piacevole, allegra. Spesso vi è qualche canto e qualche barzelletta perche parlare di malattie va bene ma deve essere sempre fatto in maniera non pesante.

Tali serata vanno avanti fino a primavera inoltrata fino a quando la zona di Cavallino Treporti  inizia la stagione balneare e tutti si occupano del lavoro imminente.

Io credo che queste iniziative siano di una utilità estrema.

Peccato solo che persone come Artiano Bodi siano rare e quindi tali iniziative non siano replicabili in altre zone.