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Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Si può dire “zingaro” a uno zingaro?

ZINGARI-s

Questo articolo che è una riflessione su un argomento attuale.
Al giorno di oggi se uno dice la razza, l’etnia, il colore , la nazionalità , la regione di un soggetto che delinque viene tacciato di razzismo. Razzismo è una altra cosa !
Se uno cita la razza, l’etnia, il colore, la nazionalità , la religione di un soggetto che compie un atto eroico o da elogiare mette solo in evidenza che tale persona è come tutti un ottimo soggetto
Spesso capita anche che se la persona che delinque è un italiano o peggio un veneto allora molti commentano ” avete visto che gli italiani sono o i veneti sono peggio degli altri ? ”

Questa riflessione del Prof Francesco Fontana , che oramai è di casa, fa riflettere e fa piacere vedere che si professa ancora di sx . Anche se sx e dx su sicurezza, salute , educazione dovrebbero andare assieme per il bene di tutti

Si può dire “zingaro” a uno zingaro?

Da persona che vuole continuare a definirsi di sinistra (giustizia sociale, pace, ambiente, liberalismo etico, regolamentazione dell’economia etc… sono gli ideali in cui credo e che sono abituato a ritenere nel DNA della sinistra), confesso però che in questa Italia del buonismo targato PD (e non solo) è sempre più difficile dirsi di sinistra.
Starò anche diventando vecchio, ma io questa ipocrisia buonista la sopporto sempre meno. Se mi danno l’orticaria le boutade sfasciste e talora pseudorazziste di tanti esponenti della Lega e delle destre nostrane (noto un allarmante rigurgito di rune, croci dalle forme bellicose, fasci più o meno stilizzati e braccia tese a celebrare nostalgici saluti…), mi danno il voltastomaco le esibizioni di dolci sentimenti e di pietismo para-angelico che molti esponenti della “mia” sinistra esibiscono ogni giorno quando parlano di determinate categorie della popolazione, come se si sentissero investiti d’una missione divina: la difesa del “povero dannato, emarginato, perseguitato, etc…”.
L’ultimo episodio che mi ha fatto trasalire è avvenuto nel corso di una trasmissione dedicata ai funerali in stile “padrino” del capo dei Casamonica a Roma.
Dopo avere ben spiegato tutti gli intrighi in cui questa famiglia, divenuta ricchissima grazie a traffici innominabili, è notoriamente coinvolta, con tanto di riferimenti a inchieste giudiziarie e di polizia, è arrivato il momento che non ti aspetti: un comune cittadino è stato chiamato a dire la sua e, ovviamente, non avendo le fette di salame davanti agli occhi, ha ripetuto le brutture note e stranote sul funerale, sulle attività dei Casamonica etc… Ma quando, con la spontaneità e l’onestà intellettuale della persona di popolo, questo signore ha detto più o meno (cito quanto ricordo) “tutti a Roma sanno chi sono quelli là, tutti sanno che sono mafiosi, zingari…” è stato bloccato in un evidente momento di imbarazzo dalla conduzione e invitato (anche qua cito come ricordo) a “non andare oltre…”, a “non dire cose che…”, e ancora “va bè adesso non…”, meglio limitarsi a “rispondere alle domande dell’intervistatore”, etc…
Insomma, per chi non lo avesse capito, l’imbarazzo e lo scandalo sono nati non appena questo signore si è permesso di dare degli “zingari” a una famiglia di zingari.
Siamo arrivati al punto tale che in Italia non si può neppure più dire a uno zingaro che è zingaro senza rischiar di passare per razzista.
Io non so se la famiglia Casamonica sia zingara (mi risulta di sì, ma non ne sono certo), e comunque per la mia apertura mentale essere “zingaro” non è certo un disonore, ci mancherebbe. Come non lo è essere cinese, argentino, svedese, veneto, marchigiano, spagnolo o mongolo. Proprio per questo credo debba essere lecito dire “zingaro” a chi lo è.
Forse qualcuno si è mai scandalizzato perchè sui media è stato definito “siciliano” Totò Riina? Oppure “romana” la banda della Magliana? Oppure “lombardo” Vallanzasca? Mi pare proprio di no. Ma quando si parla di “zingari”, per i buonisti italioti, evidentemente si entra in un campo minato. Dire “siciliano” a un siciliano non è razzismo (e ci mancherebbe che lo fosse!), dire “zingaro” a uno zingaro invece mette subito in allarme l’intellighenzia tanto progressista e “politicamente corretta” dei nostri media.
Ecco perchè dico, tristemente, che è sempre più difficile sentirsi di sinistra in Italia: perchè la nostra sinistra dominante si picca, non capisco bene per quali motivi (o meglio, la mia idea ce l’ho ma me la tengo per me), di continuare a prendere le difese di gruppi che probabilmente di essere difesi non hanno affatto bisogno, né lo chiedono. E lo fa in maniera così insopportabilmente suadente e ipocrita da mandarmi in bestia.
Purtroppo, il fatto che quando arrivano le roulotte (e le Mercedes…) degli “zingari” i furti nelle case subiscano impennate stratosferiche è cronaca, non fantasia. Il fatto che quando passano gli “zingari” lascino spesso (non sempre) degli autentici porcili, con le prese d’acqua scassinate a buttare fuori ettolitri su ettolitri, è cronaca non fantasia. Il fatto che la scolarizzazione dei minori tra gli “zingari” sia chimera, mentre chiedere la carità e mettere e mani nelle tasche altrui viene insegnato fin dai primi anni ai bambini “zingari”, anche questa è cronaca e non fantasia. Ma la nostra sinistra (una buona parte almeno, quella con il sorrisino angelico e la lacrimuccia sempre pronta) si ostina a farsi in quattro, anche con argomentazioni pretestuose, per prendere le difese di queste persone. Le quali, lo ripeto, di essere difese magari neppure lo chiedono…; persone, gli zingari, che oltre tutto hanno ideali e modus vivendi assolutamente lontani dai valori della sinistra, infatti nei loro clan vige la più rigida gerarchia, il senso dell’autorità, il senso dell’onore, della forza, l’ostentazione quasi maniacale della ricchezza, un rispetto quanto meno discutibile per la donna, etc…, tutte cose ben poco di sinistra! Eppure i sinistri nostrani si ostinano a…
Perchè?
Ma… forse per fare dispetto ai vecchi rompiballe come il sottoscritto! Va bè, buttiamola sul ridere…

ROM e RUMENI: disinformazione per ignoranza o una informazione falsa ?

 

In un articolo sulla Nuova Venezia  del giorno 22 corrente mese si legge che la Comunità Rumena di San Donà si sarebbe sentita discriminata per fotografie di case e casette appartenenti ai Rom che risiedono in Romania  e da odio , a dir loro fomentato da commenti che sono apparsi su San Donà + Sicura.

Ci siamo incontrati con il sig. Daniel Saboanu  che è esponente della Comunità Rumena a San Donà e Presidente da anni della Associazione Socio – Culturale Rumena  DECEBAL – TRAIAN  , persona che conosco da anni e che stimo per il suo impegno. Chi meglio di lui poteva dare un giudizio sulle affermazioni che si ritrovano nell’articolo ? Ed ecco cosa è venuto fuori dalla chiacchierata :

“Prima di tutto, quella intervista evidenzia dei dubbi sulla razionalità del intervistato per il semplice motivo che a San Dona non c’è un’altra associazione oltre la nostra, almeno che qualcuno non si spacci per il rappresentante della comunità romena, e  solo se è un prete, ma di solito i preti non rilasciano interviste.”

Il sottoscritto  ha molte infermiere rumene in reparto e in sala operatoria e sono ragazze stupende sia dal punto di vista professionale che umano ed hanno come piace a me sempre il sorriso con gli ammalati e con me. Mi dicono tutte che si sentono bene con noi italiani e che nessuno li discrimina.

Quasi tutte sono su FB. e nessuna ha trovato da ridire qualcosa e in merito alle foto delle villette ; tutte concordano che sono vere e le hanno viste anche loro. Tra l’altro sono un po’ tutte simili come costruzioni  e sono grandi in merito alla ricchezza e alla potenza di tali zingari)

Un  anestesista rumeno mi ha mostrato immagini  simili che ha nel telefonino ed ha confermato tutto. MI ha detto che loro in Romania hanno gli stessi problemi con i ROM . Da loro non è vietato l’accottaggio ma in molti comuni vi è una disposizione del Comune che lo proibisce  e hanno i cartelli che lo vietano fuori dei negozi e ai semafori.

E i sign. Daniel mi darà una foto del cartello che da loro è appesa fuori dai negozi e ai semafori, simile a quello che abbiamo fatto noi. .

 Ma il concetto è sempre lo stesso: l’elemosina si può chiedere ma non deve essere insistente e con minaccia e con minori per impietosire la gente.

Nessuno non conosce la provenienza di denaro di quelle ville però siamo sicuri che non sono ne uomini d’affari e ne politici non gestiscono ne fabbriche e non sono ne in parlamento, quindi qualche pensiero di illegale può averlo chiunque.

Certamente molti rom chiedono la elemosina e poi portano i soldi nel loro villaggi assieme a merce rubata.

Il sign Daniel ha fatto notare che affettivamente molti confondono ROM con Rumeni ma dipende dalla ignoranza.  I Rom si trovano in molti paesi sia in Romania , come in altri paesi dell’est ma anche in Italia.

Sempre il Sign Daniel continua “. Non tutti i rom sono medicanti, (quelli di San Dona si) o malvagi. Ha detto di  conoscere dei rom che si sono convertiti al cattolicesimo tenendo conto che loro non hanno una religione, Non vogliamo  generalizzare, dice,  ma notiamo che in Italia come dicono tutti è la certezza della pena ce manca  piuttosto che mancanza delle leggi.

Di tutte queste cose ho parlato con il Sign Daniel che ha confermato quanto mi dicono tutti i rumeni che conosco. Anche lui si trova su FB e  guarda con interesse le nostre pagine e non si sente discriminato e offeso in quanto sa benissimo che quello che pubblichiamo si riferisce ai ROM e non ai Rumeni. Secondo lui tutti i Rumeni lo capiscono e  e non si sentono discriminati e sono integrati bene tra la nostra popolazione .

 In conclusione ribadiamo cheSe i Mendicanti molesti di San Donà sono dei ROm  è la sola Verità
Se questi ROM vengono dalla Romania è verità appurata
Se le villette pubblicate sulla pagina sono villette di ROM è documentato anche se quelle postate non appartengono ai ROM che abitano a San Donà. Tutti i Rumeni lo riconoscono e alcune sono fatte da ROM che portano soldi dall’Italia  mentre altre sono costruite con traffici illeciti
Ma questi sono problemi noti e documenati
Non vedo il perchè dire queste verità sia incitare all’odio come mi ha detto anche il Sig Daniel come rappresentante della Comunità Rumena
Noi però mettiamo sempre bene in chiaro che sono ROM e non Rumeni.
Quindi i Rumeni non possono offendersi.La ringrazio

ROM e RUMENI: disinformazione per ignoranza o una informazione falsa ?

 

In un articolo sulla Nuova Venezia  del giorno 22 corrente mese si legge che la Comunità Rumena di San Donà si sarebbe sentita discriminata per fotografie di case e casette appartenenti ai Rom che risiedono in Romania  e da odio , a dir loro fomentato da commenti che sono apparsi su San Donà + Sicura.

Ci siamo incontrati con il sig. Daniel Saboanu  che è esponente della Comunità Rumena a San Donà e Presidente da anni della Associazione Socio – Culturale Rumena  DECEBAL – TRAIAN  , persona che conosco da anni e che stimo per il suo impegno. Chi meglio di lui poteva dare un giudizio sulle affermazioni che si ritrovano nell’articolo ? Ed ecco cosa è venuto fuori dalla chiacchierata :

“Prima di tutto, quella intervista evidenzia dei dubbi sulla razionalità del intervistato per il semplice motivo che a San Dona non c’è un’altra associazione oltre la nostra, almeno che qualcuno non si spacci per il rappresentante della comunità romena, e  solo se è un prete, ma di solito i preti non rilasciano interviste.”

Il sottoscritto  ha molte infermiere rumene in reparto e in sala operatoria e sono ragazze stupende sia dal punto di vista professionale che umano ed hanno come piace a me sempre il sorriso con gli ammalati e con me. Mi dicono tutte che si sentono bene con noi italiani e che nessuno li discrimina.

Quasi tutte sono su FB. e nessuna ha trovato da ridire qualcosa e in merito alle foto delle villette ; tutte concordano che sono vere e le hanno viste anche loro. Tra l’altro sono un po’ tutte simili come costruzioni  e sono grandi in merito alla ricchezza e alla potenza di tali zingari)

Un  anestesista rumeno mi ha mostrato immagini  simili che ha nel telefonino ed ha confermato tutto. MI ha detto che loro in Romania hanno gli stessi problemi con i ROM . Da loro non è vietato l’accottaggio ma in molti comuni vi è una disposizione del Comune che lo proibisce  e hanno i cartelli che lo vietano fuori dei negozi e ai semafori.

E i sign. Daniel mi darà una foto del cartello che da loro è appesa fuori dai negozi e ai semafori, simile a quello che abbiamo fatto noi. .

 

Ma il concetto è sempre lo stesso: l’elemosina si può chiedere ma non deve essere insistente e con minaccia e con minori per impietosire la gente.

Nessuno non conosce la provenienza di denaro di quelle ville però siamo sicuri che non sono ne uomini d’affari e ne politici non gestiscono ne fabbriche e non sono ne in parlamento, quindi qualche pensiero di illegale può averlo chiunque.

Cretamente molti rom chiedono la elemosina e poi portano i soldi nel loro villaggi assieme a merce rubata.

Il sign Daniel ha fatto notare che affettivamente molti confondono ROM con Rumeni ma dipende dalla ignoranza.  I Rom si trovano in molti paesi sia in Romania , come in altri paesi dell’est ma anche in Italia.

Sempre il Sign Daniel continua “. Non tutti i rom sono medicanti, (quelli di San Dona si) o malvagi. Ha detto di  conoscere dei rom che si sono convertiti al cattolicesimo tenendo conto che loro non hanno una religione, Non vogliamo  generalizzare, dice,  ma notiamo che in Italia come dicono tutti è la certezza della pena ce manca  piuttosto che mancanza delle leggi.

Di tutte queste cose ho parlato con il Sign Daniel che ha confermato quanto mi dicono tutti i rumeni che conosco. Anche lui si trova su FB e  guarda con interesse le nostre pagine e non si sente discriminato e offeso in quanto sa benissimo che quello che pubblichiamo si riferisce ai ROM e non ai Rumeni. Secondo lui tutti i Rumeni lo capiscono e  e non si sentono discriminati e sono integrati bene tra la nostra popolazione .

 In conclusione ribadiamo cheSe i Mendicanti molesti di San Donà sono dei ROm  è la sola Verità
Se questi ROM vengono dalla Romania è verità appurata
Se le villette pubblicate sulla pagina sono villette di ROM è documentato anche se quelle postate non appartengono ai ROM che abitano a San Donà. Tutti i Rumeni lo riconoscono e alcune sono fatte da ROM che portano soldi dall’Italia  mentre altre sono costruite con traffici illeciti
Ma questi sono problemi noti e documenati
Non vedo il perchè dire queste verità sia incitare all’odio come mi ha detto anche il Sig Daniel come rappresentante della Comunità Rumena
Noi però mettiamo sempre bene in chiaro che sono ROM e non Rumeni.
Quindi i Rumeni non possono offendersi.La ringrazio

Rete Città + Sicura VS Controllo del Vicinato

 

 

 

 

 

Recentemente abbiamo pubblicato un articolo sul “Controllo del Vicinato” che voleva essere una risposta a quanto la Amministrazione di San Donà di Piave sta proponendo negli incontri pubblici nelle frazioni.

L’articolo è stato letto da migliaia di persone non solo nel nostro territorio ma specie nella provincia di Treviso ma anche all’estero in quanto il nostro Sito  viene letto da cittadini di vari provincie e anche all’estero.

In questo articolo vogliamo spiegare in maniera semplice la differenza tra “ Controllo di Vicinato “ e la “ Rete Città + Sicure “.

E questo perché abbiamo ricevuto critiche che il precedente articolo era troppo lungo e prolisso.

E lo possiamo fare in quanto abbiamo studiato il problema della Sicurezza e abbiamo studiato la organizzazione e i principi del “ Controllo del Vicinato “  mentre per quanto riguarda la “ Rete della Città + Sicure”  siamo stati parte dei fondatori e siamo attualmente gli organizzatori.

Vogliamo raccontare come e dove è nata l’idea del Controllo di Vicinato , come si è sviluppato e diffuso, quali sono i principi, le regole la filosofia  e in modo particolare quali sono le differenze con la Rete + Sicura.

Lo possiamo fare anche in quanto noi conosciamo bene tale realtà essendo stati invitati dal gruppo di “ Controllo di Vicinato “ di Mira ed abbiamo discusso dei problemi inerenti al loro sistema e al nostro sistema. Abbiamo discusso delle differenze di gestione e abbiamo cercato di ottimizzare i due sistemi.

 

La Storia

Controllo di vicinato cominciò silenziosamente alla fine degli anni ’60 come responso allo stupro e all’omicidio di Kitty Genovese in New York. Cominciò come un gruppo che aveva la funzione di associare i vicini e la comunità per crimini . Non era composta da vigilantes  ma era da persone che sospettando delitti o crimini incoraggiavano gli amici e i vicini della comunità a contattare le autorità ad intervenire anche solo nei sospetti.

Nato quindi negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70 e arrivato in Europa partendo dalla piccolissima Mollington nel Cheshire in Gran Bretagna (1982) e quindi  in Canada, Australia e Nuova Zelanda e in un’infinità di centri minori in tutti i Paesi anglosassoni.

 

In Italia il “ Controllo del Vicinato  è nato nel 2008 da un certo  Gianfrancesco che, dopo essere stato vittima di un tentato furto nella sua casa, ha importato dall’Inghilterra e promosso in Italia, il “neighbourhood watch”, facendo anche nascere nel 2009, il primo gruppo italiano sul controllo del vicinato.

In pratica, il programma dell’associazione prevede l’auto-organizzazione tra vicini, per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare, a chiunque passi nell’area interessata al controllo, che la sua presenza non passerà inosservata, e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area.

Vicino a noi vi è la realtà di Mira che è diventata una cittadina da prendere ad esempio  grazie ad alcuni gruppi di cittadini, che in febbraio  2014 avevano deciso di organizzarsi per controllare il vicinato dopo svariati episodio di furto

L’iniziativa, ideata dagli abitanti della frazione di Gambarare, aveva lo scopo di ‘’spaventare’’ i ladri. Per far ciò, gli abitanti della frazione avevano posto nei quartieri la segnaletica ‘’Zona controllo del vicinato’’ e si erano riuniti in cinquanta, controllando determinate zone ed avvisandosi tra loro attraverso sms e telecamere private.

Da quando i gruppi di controllo di vicinato  sono stati organizzati, cinque mesi fa nell’area Molin Rotto a Gambarare per combattere la microcriminalità dilagante e i furti, questi tipi di reati si sono quasi azzerati.

Di fatto due gruppi di 25 persone ciascuno controllano un territorio circoscritto grazie a continui scambi di messaggi sui cellulari e sistemi di telecamere private.

La Rete Citta + Sicura è nata nel 2013 a Jesolo per opera di Nicola Manente e Nicola Mogavero.

Hanno creato una pagina interattiva su Face Book che avvisava i cittadini di possibili pericoli o di pericoli accertati che non riguardavano solo delitti e rapine ma qualsiasi notizia utile ai cittadini per migliorare la loro sicurezza in senso lato.

Tale pagina ha avuto un successo veloce e i cittadini hanno iniziato a collaborare segnalando possibili pericoli o fatti accertati.

Al giorno d’oggi il Web e FB sono onnipresenti e non solo nei giovani in quanto la media dei navigatori di FB sono tra i 30 e 60 anni.

Nel marzo di quest’anno Jesolo + sicura ha partecipato ad un convegno sulla Sicurezza organizzati da “ Il Ponte” portando darti e giustificazione e nel mese di Aprile si è costituita la pagina di San Donà + Sicura assieme alal pagina di Jesolo.

Il successo è stato importante sia come adesioni , che come lettori ma in modo particolare come segnalazioni che riguardavano la sicurezza in senso lato ( sociosanitaria)

Da lì in 4 mesi la città + sicure sono passate da 2 a 9 e altre chiedono di entrare nella rete + sicura.

Vediamo allora le differenze e cosa fa ritenere il nostro Progetto +Sicura più facilmente stendibile con una maggiore diffusione e velocità di trasmissione dei dati del “ Controllo di Vicinato “

Tutte e due le iniziative sono hanno radici politiche o meglio partitiche

Gli amministratori +Sicura cancellano ogni frase che si riferisce ad un partito o frasi razziste

Gli Amministratori di + Sicura girano , verificano , chiedono e intervistano persone sospette nel limite del possibile senza stimolare reazione violente o pericolose. Lo stesso fanno i cittadini che partecipano al Controllo di Vicinato

Sia Il Controllo di Vicinato  che  La Rete + Sicura non chiedono nulla al Comune e ogni riunione o cartelli o manifesti o altro è a spese degli Amministratori o di offerte se in futuro qualcuno le volesse donare

Ogni costo per qualsiasi manifestazione o gadget o altro è totalmente a carico egli amministratori della rete + Sicura

Come viene vista dalle autorità? Il Controllo del Vicinato non ha trovato ostacoli dalle Amministrazioni in quanto non segnala zone di degrado pubblico o di problemi sociosanitari ma solamente è un passa parola tra cittadini su possibili pericoli.

La Rete Città +sicura ha trovato qualche ostacolo in quanto i cittadini scrivono sulle pagine e tutti possono leggere e quindi a nessuna amministrazione fa piacere leggere critiche sulla situazione della propria città

Ma ora la Rete + Sicura sta crescendo con vari comuni che aderiscono e i rapporti cogli amministratori sta migliorando in quanto parlando hanno capito che noi siamo di supporto alle amministrazioni e alle Forze dell’Ordine e noi siamo qui per aiutare i cittadini e quindi anche loro.

Il modello di Controllo del Vicinato è applicabile ovunque? 
Il Controllo del Vicinato è applicabile ovunque. La zona ideale per l’applicazione del Controllo del Vicinato è tuttavia piuttosto circoscritta (e ciascuna con un proprio coordinatore), non sono ideali per poter avere una chiara situazione del viavai di auto e persone le zone con troppi esercizi commerciali o con uno o più palazzi di grandi dimensioni.

Il Modello di Rete + Sicura è applicabile e ripetibile in ogni paese o città Non ha a confronto del Progetto Controllo del Vicinato limiti di persone, quartieri o vie.. Vanno bene zone solo abitate o zone commerciali.

Il Controllo del Vicinati e la Rete + Sicura tende  a prevenire. Prevenire meglio che curare. Prevenire meglio che succeda il furto o il danno. Si può chiamare la Polizia o i Carabinieri o avvisare la Ammnistrazione

Dall’incontro che abbiamo avuto con il Comitato di Controllo Di Vicinato di Mira abbiamo raccolto e approvato l’idea di preparare dei cartelli simili ai loro per indicare le zone che i cittadini ci segnaleranno come posti a rischio e saranno maggiormente sorvegliati  agli aderenti alla Rete + Sicura. Saranno dislocati nei posti scelti con il personale dalla Amministrazione ad indicare che tali vie o piazze sono maggiormente sorvegliate dai cittadini stessi

 Ci saranno incontri con i cittadini aperti al pubblico e alle istituzioni in cui farà il punto della situazione e saranno presenti esperti del settore che esporranno consigli  e faranno relazioni utili per capire come difenderci meglio e in modo legale

 

Vi sono alcuni consigli che prendiamo dalla loro esperienza che riteniamo validi anche per la Rete + Sicura

  • Sensibilizzare il vicinato circa l’importanza che tutti prendano parte a questa sorta di “auto-controllo”. Quante più persone la effettueranno, tanto più sarà efficace.
  • Prestare maggiore attenzione a ciò che avviene nel proprio quartiere, nelle proprie strade.
  • Segnare su un taccuino eventuali auto (tipo, targa) che risultino sospette. Auto diverse dalle solite che transitano in zona magari lentamente o con a bordo persone sospette, auto o moto che siano parcheggiate lungamente di fronte a delle abitazioni con qualcuno a bordo etc. In caso di furti questi indizi potrebbero rivelarsi utili alle autorità.
  • Chiedere a persone che passino all’interno del quartiere guardandosi troppo in giro se abbiano bisogno di aiuto o se stiano cercando qualcuno. E’ un semplice, antico gesto per far sapere alla persona che non è passata inosservata e un possibile aiuto a visitatori occasionali del quartiere.
  • Non sono richiesti né eroismi né particolari competenze, si tratta sostanzialmente di essere più vigili, di osservare meglio; per esempio guardare meglio fuori casa, la strada o la proprietà del vicino, quando si esce o si rientra a casa o quando si stende il bucato, quando si fuma sul balcone oppure si porta a spasso il cane, etc…
  • Uscire al suono di un allarme anziché fingere di non sentirlo. Nessuno chiede di correre fuori dalla vasca da bagno e precipitarsi in strada, ma quante volte ci basterebbe aprire la finestra o fare pochi gradini per verificare che non si stia perpetrando un reato? Se anche solo quattro persone di un vicinato guarderanno per pochi secondi fuori dalla finestra prestando attenzione ad eventuali anomalie (es. segni di scasso, finestre aperte, vetri infranti, auto o furgoni) si avranno quattro prospettive diverse di un possibile crimine e qualcuno pronto a chiamare le Forze dell’Ordine.

Guardare fuori quando abbaiano i cani del vicino o se qualcuno parla concitatamente oppure grida sotto casa

 D’altra parte i vantaggi della Rete Città + Sicura sono

1)  Si occupa della Sicurezza Globale  e non solo di furti e rapine

2)  La velocità della trasmissione dei dati è in tempo reale , mentre nel Controllo del Vicinato a volte può passare 48 ora dall’inizio di una via all’ultimo abitante della zona

3)  Non si limita ai soggetti di una via a  tuti quelli che si collegano con Internet

4)  E’ applicabile in ogni città, grande piccola e non ha limiti di tipologia di abitazioni U negozi, centri commerciali) come per Controllo di Vicinato

Controllo di Vicinato e Rete+Sicura ( San Donà+Sicura)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul Sito della Città di San Donà di Piave appare  “Foglio di collegamento n.19” che viene inviato settimanalmente per  approfondire temi e argomenti su San Donà di Piave, sul Veneto Orientale, sulla Città Metropolitana.

Questo Foglio N 19 parla di

“ CONTROLLO DI VICINATO, LA SICUREZZA GARANTITA DAI CITTADINI “

 

Lo riportiamo integralmente in quanto documento pubblico che serve ad informare la cittadinanza su cosa la Amministrazione pensa in fatto di “ Sicurezza”

 

“Le reti di vicinato e la collaborazione tra enti come opportunità per una maggiore tutela dalla microcriminalità. È la prima analisi che si può dedurre dalla relazione della Prefettura sulla criminalità nel Veneto Orientale. Dove, a fronte di un livello di criminalità decisamente inferiore rispetto ai valori del Veneto e della Provincia di Venezia, resta una percezione della sicurezza da parte dei cittadini non sempre soddisfacente. Lo stesso prefetto Domenico Cuttaia suggerisce “attenzione sulla necessità di sviluppare una intensa azione di informazione e sensibilizzazione sul territorio attraverso l’organizzazione di incontri pubblici con i cittadini”. Insomma, da una parte gli occhi dei cittadini come migliore prevenzione. Dall’altra ricostruire un tessuto di relazioni, di conoscenze, di collaborazione che, oltre ad migliorare il controllo del territorio, abbia una valenza sociale.

È questo il “controllo di vicinato”, esperienza nata negli anni Sessanta negli Stati Uniti e affermata soprattutto nei paesi anglosassoni, dove coinvolge oltre 10 milioni di cittadini. Il progetto è recentemente giunto in Italia, in una trentina di Comuni dell’Italia settentrionale, soprattutto in Emilia e Lombardia. Primo esperimento veneto in due frazioni di Mira, Gambarare e Oriago, bersagliata da furti, dove pare abbia dato ottimi risultati.

Il programma prevede l’auto-organizzazione tra vicini per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare a chiunque passi nell’area interessata al controllo che la sua presenza non passerà inosservata e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area.

Lo schema è piuttosto semplice. Auto-organizzazione tra vicini per segnalarsi tra di loro, a turno, movimenti sospetti. Condivisione tra telecamere private, pronte segnalazioni alle forze dell’ordine e corsi sulle pratiche da adottare per mantenere elevato il livello di sicurezza. E poi un insieme di piccole attenzioni che rafforzano i rapporti umani prima ancora che intervenire sulla collaborazione civica. E contemporaneamente puntano i molti occhi di chi abita il quartiere come deterrente non solo per chi volesse compiere furti ma anche verso altri illeciti quali graffiti, truffe, vandalismi.  E, su tutto, un dialogo costante con le forze dell’ordine.

Insomma, “un sistema integrato di prevenzione e repressione”, come lo ha definito il prefetto. L’unione fa la forza, soprattutto in tema di sicurezza e di polizie locali. Ed è la strada da percorrere per garantire i cittadini.”

Il documento è firmato  da

Andrea Cereser  Sindaco di San Donà di Piave

San Donà di Piave, 25 luglio 2014

 

Dal foglio firmato dal Sindaco che rappresenta la Amministrazione si legge che la Amministrazione ritiene una ottima cosa il “ Controllo di Vicinato” . Non parla della Rete +Sicura e nello specifico, in quanto la Amministrazione è di San Donà, di San Donà + Sicura.

E allora vogliamo mettere i punti sulla i  come si suole dire.

Vogliamo raccontare come e dove è nata l’idea del Controllo di Vicinato , come si è sviluppato e diffuso, quali sono i principi, le regole la filosofia  e in modo particolare quali sono le differenze con la Rete + Sicura.

 

E lo possiamo fare tranquillamente in quanto noi conosciamo bene tale realtà essendo stati invitati dal gruppo di “ Controllo di Vicinato “ di Mira ed abbiamo discusso dei problemi inerenti al loro sistema e al nostro sistema. Abbiamo discusso delle differenze di gestione e abbiamo cercato di ottimizzare i due sistemi.

 

La Storia

Controllo di vicinato cominciò silenziosamente alla fine degli anni ’60 come responso allo stupro e all’omicidio di Kitty Genovese in New York. Cominciò come un gruppo che aveva la funzione di associare i vicini e la comunità per crimini . Non era composta da vigilantes  ma era da persone che sospettando delitti o crimini incoraggiavano gli amici e i vicini della comunità a contattare le autorità ad intervenire anche solo nei sospetti.

Nato quindi negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70 e arrivato in Europa partendo dalla piccolissima Mollington nel Cheshire in Gran Bretagna (1982), il Neighbourhood Watch è adottato da decenni in innumerevoli città americane come per esempio Chicago e Los Angeles e inglesi, come Oxford, Londra ed Edimburgo e ancora in Canada, Australia e Nuova Zelanda e in un’infinità di centri minori in tutti i Paesi anglosassoni.

 

Praticamente quello che stiamo facendo noi di San Donà + Sicura.  Noi invitiamo le persone della nostra comunità a vigilare nei nostri territori e a segnalare alla autorità ogni sospetto o ogni cosa incompatibile con il vivere civile  e che metta in pericolo la nostra sicurezza

 

Quindi da qui vediamo una prima differenza. Il Comitato di Vicinato era nato per i crimini , noi invece siamo nati per la nostra sicurezza che non è solo evitare delitti ma anche cosa che non garantisce la nostra sicurezza , dalla sanità, ai furti, ai delitti , alla sicurezza stradale eccc.

 

Si chiamava  Neighborhood_association e poi in Italia quando è nata si è chiamata  Comitato di Vicinato e poi “ Controllo di Vicinato “

 

Ma quando è nata in Italia tale forma di autodifesa ?

Leggiamo dal sito italiano

http://controllodelvicinato.it

una lettera che spiega la nascita

 

“Mi chiamo Gianfrancesco e nel 2008, dopo essere stato vittima di un tentato furto nella mia casa, ho importato dall’Inghilterra e promosso in italia, il “neighbourhood watch”, facendo anche nascere nel 2009, il primo gruppo italiano sul controllo del vicinato. In pratica, il programma dell’associazione prevede l’auto-organizzazione tra vicini, per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare, a chiunque passi nell’area interessata al controllo, che la sua presenza non passerà inosservata, e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area. Dato che è un progetto auto-prodotto, le spese sono tutte a carico dei volontari; per questo motivo, sostenere l’Associazione Controllo del Vicinato significherebbe dare un po’ di respiro e aiuto economico, per le varie spese e i vari investimenti da fare per migliorarlo: adesivi, cartellonistica per i Comuni che non possono acquistarla, sito internet da implementare, due APP per Android e IPhone a scopo educativo e promozionale. Insomma, tutte cose che abbiamo in mente, ma che non possiamo permetterci di fare.  “

 

Dal 2008 il Progetto si è sviluppato tanto che si trova un documento nel sito della Prefettura di Perugia   denominato “ PROGETTO “CONTROLLO DEL VICINATO”

Pieno successo del progetto “Controllo del Vicinato” nel Comune di Seravezza, frazione Querceta. Infatti nella serata del 12 agosto i Carabinieri hanno arrestato due pregiudicati che a seguito di un controllo venivano trovati in possesso di alcuni monili in oro e altri oggetti, provento di un furto avvenuto il giorno precedente nella medesima località’. L’intervento dei Carabinieri era stato richiesto da alcuni residenti che avevano notato un’autovettura sospetta che marciava a bassa velocità tra le vie di quella frazione.

Ai cittadini che hanno partecipato attivamente nell’ambito del Progetto, adottando comportamenti più vigili ed improntati ad un principio di aggregazione col vicinato, nel rispetto della reciproca riservatezza e ai militari della Stazione Carabinieri di Querceta và la gratitudine del Prefetto. Con il loro impegno hanno dimostrato la concreta possibilità di promuovere la sicurezza urbana per ridurre i reati, in particolare contro la proprietà e le persone, attraverso la solidarietà e la cooperazione con le Forze di Polizia.

Si auspica il proseguimento del progetto con una sempre maggiore partecipazione dei cittadini e la sua estensione ad altre realtà del territorio.

Possiamo dire che questo documento ufficiale mostra come le Forze dell’Ordine abbiano convalidato questa sistema di autodifesa

 

Troviamo poi una consacrazione sul principio di tale mezzo illustrato dal Criminologo  Dott. Francesco Caccetta il quale aveva  illustrato  i comportamenti tipici dei ladri e di coloro che intendono commettere un reato predatorio, le varie precauzioni e le tecniche per difendersi ed aumentare la protezione delle case. Ha evidenziato l’essenzialità del rapporto di buon vicinato e della necessaria attenzione a qualsiasi cosa inconsueta o inusuale, spiegando che è meglio un falso allarme che un danno subito (in genere solo il 50% degli allarmi si è poi dimostrato reale). Il Criminologo ha esortato  ad aderire al CONTROLLO DEL VICINATO, un principio solidaristico adottato in molti paesi anglosassoni ed affermato in tante cittadine del nord Italia, dove si è notato una riduzione dei furti nelle case fino all’80%.

 

Vicino a noi vi è la realtà di Mira che è diventata una cittadina da prendere ad esempio  grazie ad alcuni gruppi di cittadini, che in febbraio avevano deciso di organizzarsi per controllare il vicinato dopo svariati episodio di furto

L’iniziativa, ideata dagli abitanti della frazione di Gambarare, aveva lo scopo di ‘’spaventare’’ i ladri. Per far ciò, gli abitanti della frazione avevano posto nei quartieri la segnaletica ‘’Zona controllo del vicinato’’ e si erano riuniti in cinquanta, controllando determinate zone ed avvisandosi tra loro attraverso sms e telecamere private.

‘’Abbiamo deciso’’, ha riferito uno degli organizzatori, ‘’che così non poteva più continuare, dovevano essere più attivi come comunità ed evitare cioè che dei malintenzionati agissero contro le nostre famiglie. Per questo due gruppi attivi di persone hanno di volta in volta informato le forze dell’ordine di movimenti di persone sospette nella nostra località ad ogni ora della giornata. Così oltre ai ladri, hanno avuto vita dura anche falsi tecnici, truffatori, spacciatori, sbandati, molesti, e ragazzini in vena di vandalismi’’.

Leggiamo da un articolo della Nuova Venezia

 

 

Là dove hanno fallito le famose “ronde” funzionano invece i gruppi di controllo di vicinato. Gli atteggiamenti “militareschi” fecero un buco nell’acqua, i più tranquilli controlli tra vicini di casa con un semplice telefonino hanno invece un successo che sfiora il 100%.

Da quando i gruppi di controllo di vicinato  sono stati organizzati, cinque mesi fa nell’area Molin Rotto a Gambarare per combattere la microcriminalità dilagante e i furti, questi tipi di reati si sono quasi azzerati. Sono stati piazzati come deterrenza contro i ladri anche una serie di cartelli autorizzati dal Comune che indicano la presenza dei volontari. Il costo dei cartelli di 700 euro se lo sono accollati gli stessi residenti.

Di fatto due gruppi di 25 persone ciascuno controllano un territorio circoscritto grazie a continui scambi di messaggi sui cellulari e sistemi di telecamere private. Nei mesi precedenti all’iniziativa in quest’area erano avvenuti decine e decine di furti.: case svaligiate, auto razziate, garages svuotati e anche un caso di rapina, oltre a tutti i casi di truffe fatte da falsi tecnici.

«Abbiamo deciso», dice uno degli organizzatori, «che così non poteva più continuare e dovevano essere più attivi come comunità ed evitare cioè che dei malintenzionati agissero contro le nostre famiglie Per questo due gruppi attivi persone hanno di volta in volta informato le forze dell’ordine di movimenti di persone sospette nella nostra località ad ogni ora della giornata. Così oltre ai ladri, hanno avuto vita dura anche falsi tecnici, truffatori, spacciatori, sbandati, molesti, e ragazzini in vena di vandalismi. Da quando i gruppi sono attivi si sono avuti uno o due episodi di tentati furti in cinque mesi. Insomma quasi nulla rispetto al periodo precedente».

L’esperimento funziona e gli organizzatori sono intenzionati a potenziarlo con l’arrivo dell’estate . Continueranno ad esserci le limitazioni alle segnalazioni . «Per il rispetto della privacy», spiegano gli organizzatori, «non saranno segnalati per esempio coppie di fidanzatini o l’amante del vicino o un semplice diverbio famigliare». Un esperimento di questo tipo è partito anche a Oriago in via Lago di Lugano in questi giorni, e anche questo sembra dare risultati promettenti.

 

Tutto bene

Nell’incontro avuto con gli amici di Mirano abbiamo discusso metodi e risultati e abbiamo raccolto loro suggerimenti e loro hanno raccolto nostri suggerimenti

 

Vediamo allora le differenze e cosa fa ritenere i nostro Progetto +Sicura più facilmente stendibile con una maggiore diffusione e velocità di trasmissione dei dati.

Unico problema che mentre il loro progetto è visto in maniera amico dalla Amministrazione e dalle Forse dell’Ordine da noi è visto come  un nemico in quanto rispetto a loro per noi la sicurezza è globale e quindi rendiamo pubblici tutti i problemi e spesso le Istituzioni vedono le segnalazioni come critiche a loro e non come elementi propositivi come invece lo sono

 

Vediamo allora le differenze:

Prendiamo le domande e le risposte nella pagina del loro sito

E vediamo le diffeernze

http://www.controllodelvicinato.com/faq.html

 

 

L’iniziativa è politica o politicizzata? 
No, non c’entra alcun partito politico infatti l’iniziativa è stata ben recepita dai gruppi politici più disparati. Il Controllo del Vicinato mira esclusivamente a creare maggiore sensazione di protezione e una maggiore consapevolezza e coesione sociale, senza altri fini se non quello di difendere i propri beni e i propri familiari nel rispetto della legge.

Anche per +Sicura vale la stesa regola. Anzi gli amministratore della pagina cancellano ogni farse che si riferisce ad un partito o frasi razziste

E’ pericoloso? 
No, non si corre alcun rischio né è richiesto alcun intervento se non qualche appunto che potrebbe tornare utile alle autorità e una telefonata al Coordinatore, alle Forze dell’Ordine o al vicino coinvolto da un presunto “atto illecito” a seconda dei casi. Si può chiedere a una persona che giri senza meta apparente nel quartiere guardando nei giardini o nelle case, “Posso aiutarla? Cerca qualcuno?”, allo scopo di far capire alla persona che non è passata inosservata ma questo gesto così come qualsiasi altra iniziativa personale è totalmente facoltativo. Importante: non assumere atteggiamenti aggressivi o di sfida verso sconosciuti!

Gli Amministratori di + Sicura girano , verificano , chiedono e intervistano persone sospette nel limite del possibile senza stimolare reazione violente o pericolose

E’ un’associazione? C’è da pagare?
No, nessun fine di lucro per l’iniziativa e non c’è nulla da pagare, la partecipazione è volontaria e mirata a creare un sentimento collettivo di attenzione. L’unico investimento è da parte del Comune quello di indire una riunione in luogo pubblico in orario serale e di apporre alcuni cartelli nelle zone che facessero richiesta di attivazione di CdV.

La Rete + Sicura non chiede nulla al Comune e ogni riunione o cartelli o manifesti o altro è a spese degli Amministratori o di offerte se in futuro qualcuno le volesse donare

Quali costi ci sono?
A parte i cartelli (a carico del Comune) e un po’ di tempo per un incontro il Controllo del Vicinato non prevede altri costi.

Ogni costo per qualsiasi manifestazione o gadget o altro è totalmente a carico egli amministratori della rete + Sicura

Come viene vista dalle autorità? 
A pochi mesi dall’adozione sono state riscontrate solo opinioni positive, specie dalle Forze dell’Ordine le quali possono contare sull’aiuto dei cittadini per intervenire miratamente su segnalazioni specifiche, il che rende più efficace il lavoro delle pattuglie impegnate quotidianamente nei sulle nostre strade e che possono concentrarsi dove c’è maggiore necessità sapendo di poter contare su segnalazioni puntuali in caso di necessità.

Attualmente solo alcune Amministrazioni hanno dimostrato considerazione e hanno chiesto o sollecitato la collaborazione. Si spera che in un futuro tale collaborazione sia fattibile. Al momento La Nostra Amministrazione ci critica perché legge critiche  alla conduzione della città e a problemi legati alla sicurezza. Ci vede come una alternativa alla Amministrazione alle Forze dell’Ordine mentre invece noi vogliamo solo sensibilizzare la gente e collaborare con le istituzioni per difendere noi e la città

 

Nelle zone di Controllo del Vicinato viene fermato chiunque, indistintamente? 
No, in linea di massima non viene fermato nessuno anche perché nessuno ha l’autorità di fermare altri individui. In caso di atteggiamenti sospetti da parte di qualcuno o ci si accerta amichevolmente se la persona sia in cerca di qualcosa di specifico (amici, negozi, altro) o si avvertono semplicemente le autorità competenti.

Lo stesso per gli aderenti alla Rete + Sicura

Sono previste ronde?
No, contrariamente ad alcuni altri sistemi di Neighbourhood Watch (esempio alcuni modelli in UK) non è previsto alcun tipo di ronda in base al principio che è più opportuno anziché avere qualcuno che passa in strada guardando le case, fare sì che dalle case si guardi maggiormente in strada. Un vantaggio aggiuntivo è che mentre le ronde passano per un’area, i vicini sono quasi sempre presenti!

Lo Stesso avviene e si auspica avvenga con gli aderenti a Rete + Sicura

Il modello di Controllo del Vicinato è applicabile ovunque? 
Il Controllo del Vicinato è applicabile ovunque. La zona ideale per l’applicazione del Controllo del Vicinato è tuttavia piuttosto circoscritta (e ciascuna con un proprio coordinatore), non sono ideali per poter avere una chiara situazione del viavai di auto e persone le zone con troppi esercizi commerciali o con uno o più palazzi di grandi dimensioni.

Il Modello di Rete + Sicura è applicabile e ripetibile in ogni paese o città Non ha a confronto del Progetto Controllo del Vicinato limiti di persone, quartieri o vie.. Vanno bene zone solo abitate o zone commerciali.

Quando devo chiamare la Polizia?
Chiama la polizia quando vedi che viene commesso un crimine o quando a seguito di elementi sospetti credi che un crimine possa essere commesso a breve. Meglio che la Polizia accerti un possibile crimine prima che qualcuno ne sia vittima!

Concordiamo anche noi con gli stessi principi. Tendiamo a prevenire. Prevenire meglio che curare. Prevenire meglio che succeda il furto o il danno. Si può chiamare la Polizia o i Carabinieri

A)  Dall’incontro che abbiamo avuto con il Comitato di Controllo Di Vicinato di Mira abbiamo raccolto e approvato l’idea di preparare dei cartelli simili ai loro per indicare le zone che i cittadini ci segnaleranno come posti a rischio e saranno maggiormente sorvegliati  agli aderenti alla Rete + Sicura. Saranno displocati nei posti scelti con il persone dalla Amministrazione ad indicare che tale vie o piazze sono maggiormente sorvegliate dai cittadini stessi

 

b) Ci saranno incontri con i cittadini aperti al pubblico e alle istituzioni in cui farà il punto della situazione e saranno presenti esperti del settore che esporranno consigli  e faranno relazioni utili per capire come difenderci meglio e in modo legale

 

Prendiamo come fattori positivi alcuni punti derivanti dall’uso degli avvisi che le zone sono maggiormente sotto l’occhio dei cittadini

Far sapere tramite l’apposizione di cartelli  a chiunque passi nella zona che la sua presenza potrebbe non passare inosservata e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno del quartiere. 

Un insieme di piccole attenzioni fa sì che i molti occhi di chi abita il quartiere rappresentino un deterrente per chi volesse compiere furti o altro genere di illeciti “da strada” quali furti, graffiti, scippi, truffe, vandalismi etc. La collaborazione di tutti è fondamentale perché si instauri un clima di sicurezza che verrà percepito da tutti i residenti e particolarmente dalle fasce più deboli che rimangono a casa come anziani, donne e bambini. 

Il senso di vicinanza unito alla sicurezza che al suono di un allarme, a un’invocazione di aiuto, o di fronte a qualunque altra situazione “anormale” ci sia una tempestiva reazione del vicinato fa sì che ci si senta maggiormente protetti all’interno della propria abitazione e contemporaneamente rafforza i rapporti all’interno di una comunità diventata più unita e consapevole. Non ultimo, si instaura un dialogo continuo e sensibile tra cittadini e forze dell’ordine alle quali il Coordinatore dell’area di Controllo del Vicinato riporterà gli episodi o le segnalazioni più significative.

 

Vi sono alcuni consigli che prendiamo dalla loro esperienza che riteniamo validi anche per la Rete + Sicura

 

  • Sensibilizzare il vicinato circa l’importanza che tutti prendano parte a questa sorta di “auto-controllo”. Quante più persone la effettueranno, tanto più sarà efficace.
  • Prestare maggiore attenzione a ciò che avviene nel proprio quartiere, nelle proprie strade.
  • Segnare su un taccuino eventuali auto (tipo, targa) che risultino sospette. Auto diverse dalle solite che transitano in zona magari lentamente o con a bordo persone sospette, auto o moto che siano parcheggiate lungamente di fronte a delle abitazioni con qualcuno a bordo etc. In caso di furti questi indizi potrebbero rivelarsi utili alle autorità.
  • Chiedere a persone che passino all’interno del quartiere guardandosi troppo in giro se abbiano bisogno di aiuto o se stiano cercando qualcuno. E’ un semplice, antico gesto per far sapere alla persona che non è passata inosservata e un possibile aiuto a visitatori occasionali del quartiere.
  • Non sono richiesti né eroismi né particolari competenze, si tratta sostanzialmente di essere più vigili, di osservare meglio; per esempio guardare meglio fuori casa, la strada o la proprietà del vicino, quando si esce o si rientra a casa o quando si stende il bucato, quando si fuma sul balcone oppure si porta a spasso il cane, etc…
  • Uscire al suono di un allarme anziché fingere di non sentirlo. Nessuno chiede di correre fuori dalla vasca da bagno e precipitarsi in strada, ma quante volte ci basterebbe aprire la finestra o fare pochi gradini per verificare che non si stia perpetrando un reato? Se anche solo quattro persone di un vicinato guarderanno per pochi secondi fuori dalla finestra prestando attenzione ad eventuali anomalie (es. segni di scasso, finestre aperte, vetri infranti, auto o furgoni) si avranno quattro prospettive diverse di un possibile crimine e qualcuno pronto a chiamare le Forze dell’Ordine.

Guardare fuori quando abbaiano i cani del vicino o se qualcuno parla concitatamente oppure grida sotto casa

 

Sono consigli che sono sempre validi e che saranno ribaditi nel tempo da noi

 

Zingari e mendicanti molesti e violenti !

 

Parliamo ancora di mendicanti molesti che sono poco mendicanti e spesso molto molesti e spesso non sappiamo come difenderci

Oggi abbiamo ricevuto questa segnalazione che è significativa di come la gente vive male!

Ancora mendicanti molesti!
5 minuti fa volevo portare assieme a mio padre dei vestiti vecchi nel bidone della Caritas di San Pio X. Arriviamo, non facciamo a tempo a mettere giù la macchina che 2 persone, sempre le solite che chiedono l’elemosina dopo le messe (un uomo e una donna) ci braccano, aggredendoci e chiedendo di dare loro i sacchetti. Su 4 sacchi, per paura di ritorsioni, gliene abbiamo consegnati 2, e già per i 2 sacchi che abbiamo messo dentro erano molto scocciati, quasi avessi buttato via un tesoro.
Contemporaneamente, arriva una ragazza da sola, che ancora prima di scendere dalla macchina si sente chiedere “Hai vestiti?”
Lei, più risoluta di noi, scarica tutto e fa per mettere tutto dentro il bidone, intimandoli (alzando la voce) di andarsene e chiedendo rispetto. I due mollano la presa, ma se ne alza un terzo (più vecchio) e le va incontro. Quando vede che la ragazza non ha nessuna intenzione di dare loro niente, prima le prende il braccio, poi le blocca con la forza il maniglione che va tirato per mettere i sacchi dentro il contenitore. Io e mio padre, che eravamo rimasti nei paraggi di proposito visto che lei era sola, interveniamo per separarli, e per far finire il lavoro alla signorina. Il vecchio inizia a blaterare qualcosa in una lingua che non ho capito, si allontana mettendosi le mani nei capelli e mostrandoci il dito medio.

Frequentando molto l’ambiente parrocchia, il pensiero di ritrovare queste persone mi spaventa molto, perché sicuramente si ricorderanno di me e mio padre. Se non si può vivere tranquilli nemmeno tra le mura della propria parrocchia…basta, va messa la parola fine a tutto ciò!

Magari uno è a guardare le partite dek Campionato Mondiale in Brasile e sta soffrendo per la partita di Italia che deve qualificarsi a fatica e intanto i ladri entrano nella loro casa

Per chi non volesse scrivere su FB e vuole stare anonimo abbiamo attivato un indirizzo mail. Sarà comunicato anche alla stampa

Comunichiamo a tutti che è stato attivato un indirizzo mail per le persone che vogliono comunicare in privato segnalazioni e/o lamentele/ o osservazioni e/o consigli
e-mail: piusicura@libero.it

Comunichiamo anche  a tutti e lo faremo sapere a mezzo stampa che abbiamo attivato un sito all’indirizzo

http://www.sandonapiusicura.it/
in modo che le persone che non usano FB possano seguire tutte le notizie. E poi ci possono comunicare con mail le loro opinioni

Riportiamo qui  quanto scritto in passato in quanto rimane un problema all’ordine del giorno e sembra aggravarsi sempre di più

“Una signora scrive ogni volta segnalo all’ufficio informazioni della SME pare che abbiano un guardiano che li “fa calmare” perché davvero sono sempre più aggressivi anche verbalmente.”

Ma il commento che più colpisce è: ma comunque le forze dell’ordine non ci sono mai.

E’ anche vero che diverse persone mi hanno scritto o detto che a volte arrivano i vigili ma non succede nulla. I mendicanti scappano all’interno della SME o del Centro Commerciale e tutto si ferma . Poi i vigili vanno via e tutto torna come prima.

Nello spazio davanti alla SME e fuori dal parcheggio del Centro Commerciale stazionano decine di mendicanti , se possiamo chiamarli così. Ma non solo al Centro Commerciale . Lo stesso fenomeno anche se ridotto ma solo per problemi di spazi lo troviamo all’ingresso del cimitero, al di fuori dei supermercati tipo LIDT o Winner o Eurospin ma anche fuori al parcheggio dell’Ospedale di San Donà e a quello di Portogruaro.

Episodi di mendicanti molesti, insistenti specie con le donne con bambini o con anziani sono normali.

Le violenze sono rare

Mesi fa aveva fatto notizia la vigilessa picchiata nel parcheggio dell’Ospedale di Portogruaro ma poi finì tutto li.

D’altra parte rimane il fatto che molti mi hanno segnalato specie a voce: ma poi se li prendono e li identificano o li portano in caserma , poi vengono messi in libertà subito. La denunzia non ha seguito.

L’episodio che il Gazzettino ha segnalato va bene ma poi …..

E’ vero anche che il Centro Commerciale le ha provate tutte: dal non mettere le mote per avere i carrelli, al gettone da comperare, dalla guardie di sorveglianza , ma nulla è valso

Fino a che la polizia locale non faccia una opera sistematica d presenza e di controllo credo che il problema non si risolverà

Giorni fa ho provato ad intervistare un mendicante che vedo sistematicamente fuori dalla chiesa di San PIOX, dal supermercato LIDT, dal supermercato EUROSPIN e fuori dall’Ospedale di San Donà. Lo conosco bene in quanto lo vedo sempre ora in un posto ora in un altro. E a volte in un posto e a volte vi è una donna e spesso sono assieme.

La tattica è sempre la stessa. Fuori dalla chiesa alla uscita della S. Messa chiedono qualcosa per mangiare e lamentandosi che hanno fame. Lo stesso fuori dall’Ospedale. Mentre all’eterno dei Supermercati chiedono di la moneta che era stata messa nel carrello. Sono sia lui che la donna insistenti anche se all’inizio cercano di aiutare le persone anziane a portare il carrello e a depositare le borsette in macchina. Ma diventano poi molesti anche se questi sono pacifici se non le viene dato nulla. Ma è difficile per una persona anziana o per una donna con dei bambini riportare il carrelli indietro e riprendere la monetina.

E’ vero che sono un euro o due euro e si possono dare ma non tutti possono e poi ognuno può dare un obolo a chi vuole ma non piace darlo a chi lo chiede e quasi lo pretendente

Dicevo che ho intervistato questo mendicante, ovvero ho cercato di intervistarlo. Non era una intervista ; era un tentativo di capire perché fa sistematicamente questo lavoro

Ero fuori dall’Europsin e non vi era gente per cui lui non era occupato al momento con nessuno

Gli ho chiesto da dove venisse ma non mi ha risposto. Gli ho detto che lo vedo nei vari posti e che tutti i giorni è in giro a chiedere il soldo . Mi ha risposto che non era vero ma gli ho citato tutti i posti  dove si trova ogni giorno. Gli ho detto che se era lui era sua moglie. Mi ha risposto che tutti gli dicono così ma non è sua moglie ma una donna che non conosce. Ma vanno poi via alla sera assieme e quindi sicuramente almeno si conoscono.

Ho cercato di chiedergli ancora da dove venisse  e dove abitava ma infastidito è andato verso il muretto. Poi è giunta una signora con due bambini e lui la ha seguita e ho visto che la aiutata a mettere le borsette dal carrello all’interno della macchina e poi la signora gli ha lasciato il carrello che lui ha riportato al supermercato intascando la monetina.,

Con la signora è stato gentile ma come poteva la signora con due bambini andare a riportare il carrello indietro e riavere la

moneta ? Era impossibile con i bambini e quindi è stata costretta ad una elemosina magari non voluta

Questi mendicanti in genere sono dell’Est ma ve ne sono molti di colore specie al Centro Commerciale che cercano di vendere oggettivi inutile ma che possono stimolare e farsi dare qualcosa . Il fatto che poi possano essere mossi da qualcuno che sta più in alto come nel caso delle prostitute che sono sfruttate e poco rimane in tasca loro è un altro problema.

Noi crediamo che si debba intervenire

Non si può premettere che siamo continuamente molestati e che poi si possa avere paura nella nostra città, fuori dell’Ospedale o della Chiesa o al supermercato

Cosa fa la Amministrazione ?

Cosa fanno le forze dell’Ordine ?

Molti ci scrivono che una volta vedono i vigili passare e camminare tra la gente. E ora ?

 

 

 

San Donà+Sicura: Un Ponte tra la Gente che si allunga oltre la sicurezza !

Il gruppo San Donà+Sicura  che si allargato assieme ad Jesolo+Sicura con Noventa+Sicura, Cavallino+Sicura, Fossalta+Sicura e che nelle prossime settimane si allargherà di altre tre/quattro città sta crescendo

Sta crescendo come adesioni ( i mi piace) ma sta crescendo specialmente come visite di persone che fanno segnalazioni e che sono la linfa della pagina. Le segnalazioni infatti permettono alla gente di stare attenta , di non lasciarsi truffare, di non farsi derubare eccc.

Le segnalazioni i permettono alle forze dell’ordine di intervenire ed eliminare i pericoli , di chiudere le discariche abusive e altro

La collaborazione tra la città e il cittadino e tra il cittadino e un altro cittadino abbiamo sempre detto che è un Ponte

Ma il nostro gruppo, il nostro Team va oltre. E’ effettivamente un Ponte tra la gente: segnala, spesso risolve ma aiuta anche chi è in difficoltà

Quest’oggi il gruppo +SICURA, dopo il caso del ragazzo scomparso a Caorle ha deciso di contattare la redazione giornalistica CHI LA VISTO, per chiedere  anche a  loro il contributo nelle ricerche dell’uomo.

Verso le 14 30 abbiamo ricevuto una telefonata da parte di un’addetta della redazione che  spiegava la prassi per far si che il tutto venisse  pubblicato. Poco dopo  ricevemmo nuovamente la telefonata della Signora che , scoppiando in lacrime,  ci diceva di essere anche ella originaria del Veneto,  e raccontava  “sono stanca di vivere mi sento sola”. Basiti dalle affermazioni cercammo di tener calma la donna, spiegandole che spesso nella vita ci sono dei momenti bui.  Presa dall’ansia, continua a raccontarci che la sua vita era inutile, ed era stanca di vivere e che si sentiva sola.

Abbiamo invitato la signora a contattarci nuovamente per parlare e sfogarsi dicendo a lei  che noi siamo sempre disponibili per ascoltare le persone e  di chiamarci quando lei voleva.  La invitammo comunque a farsi seguire da qualcuno o quanto meno di parlare con una amica e/o parente.

Lasciammo la donna cosi in preda alle lacrime perchè  la conversazione dopo dieci minuti era caduta. Immediatamente abbiamo contattato la Polizia Postale di Venezia e successivamente quella di Roma, e assieme all’agente abbiamo fatto il punto della situazione.

Alle 17.30 abbiamo ricevuto nuovamente notizie dalla  Polizia Postale che ci segnalava di aver rintracciato la donna che tutto sommato stava bene, venne  confermato agli agenti il tutto.

Noi siamo stato contenti  di aver ricevuto il ringraziamento da parte della Polizia Postale di Roma, che  vogliamo contraccambiare ringraziandoli  per la velocità nelle ricerche.

San Donà + SICURA, assieme a Noventa, Cavallino , Fossalta e Jesolo +Sicura, si occupa spesso di denunciare il degrado delle città, mettendo sotto i  riflettori  anche cose che spesso non si vedono. Ma in questo caso abbiamo avuto la possibilità di aiutare le persone che si trovano in difficoltà come la nostra amica V.

Giorni fa , visto l’aumento veramente vertiginoso di gente che ci scrive e ci segnala problemi e che si lamenta , abbiamo fatto un appello alle forze dell’ordine che riportiamo qui sotto

Spesso riceviamo segnalazioni e , per la maggior parte delle volte,  ci troviamo anche noi ad assistere a episodi che interessano i cosi detti mendicanti molesti. Spesso notiamo in diversi negozi all’esterno zingari di etnia Rom con dei minori e, ogni volta lo segnaliamo telefonicamente alla Polizia. Parcheggio dell’ospedale Via Verdi e Piazza Rizzo, ove molestano le persone chiedendogli insistentemente denaro. Persone che girano per le abitazioni, suonando il campanello per verificare se ci sono persone all’interno delle abitazioni. Bagni pubblici usati per fare i loro comodi lasciati senza un minimo di igiene. Il loro punto di ritrovo all’interno di una casa abbandonata in Viale Primavera, dove sappiamo che spesso è stata segnalata alle autorità competenti. Mendicanti all’esterno di strutture pubbliche. Accampamenti nelle zone industriali. Spesso, molto spesso sono aggressivi e ingiuriosi nei confronti delle persone. Vogliamo sapere se questa cosa può finire, i nostri post raggiungono anche le 10000 visualizzazioni e riceviamo centinaia di messaggi inerenti a questo fenomeno, i nostri cittadini sono STANCHI, vogliono solo essere tutelati. Precisiamo che nel gruppo “+ SICURA ” nessuno è razzista, tanto meno appartenente ad un gruppo politico, la nostra unica politica è il bene della nostra città. Chiediamo ai nostri lettori di voler commentare e di voler condividere questo post nel proprio profilo. UN SINCERO GRAZIE AI NOSTRI LETTORI

Altro problema che è molto sentito specialmente dagli abitanti di Noventa è il problema degli zingari che occupano spazi abusivi ma non solo, sporcano, rubano nelle case e nelle fabbriche, creano disagi e lasciano sporcizia in tutta la zona industriale. Anche per questo problema riceviamo migliaia di commenti

Sì perche i commenti e non solo le visite sono migliaia. Pensate che alcuni post sono stati letti da 17.000 persone

Molte persone fanno segnalazioni ma vogliono rimanere anonimi perché hanno paura di vendette

Oramai abbiamo una media di 10.000 lettori per post . Siamo diventati una forza e le Amministrazioni dovranno tenere conto di questa forza ascoltando le lamentale e dando sicurezza a tutti

Un altro fatto che ci ha dato soddisfazione è l’aver sventato ed eliminato la truffa del PostPay

Riportiamo qui il post con il quale noi abbiamo annunciato la truffa

TRUFFATORE IN GIRO PER LE STRADE IN QUESTI MINUTI : ATTENZIONE !
Avvertiamo che si notiamo  un uomo alto circa 170 sembrerebbe calvo capello in testa ed occhiali neri con l’accento del Sud. Entra nei tabacchini si ricarica la post pay e poi si dilegua nel nulla, con la scusa di aver dimenticato il portafoglio in macchina. La vittima della truffa che ci ha segnalato il problema è il Tabacchino da Gilda sito nei pressi dell’ospedale. STATE ATTENTI E DIFFONDETE LA NOTIZIA

Abbiamo telefonato poi a 44 tabacchini di San Donà avvisandoli e solo uno purtroppo ha perso quasi 1000 euro. Ma gli altri ci hanno ringraziato riconoscendo il nostro aiuto.

LO stesso Gazzettino con F. Cibin ha scritto il seguente articolo

- I truffatori della Postepay sono arrivati anche a San Donà. Ci hanno provato ieri mattina, e ancora prima un mese fa, alla tabaccheria e ricevitoria di Gilda Cuzzolin di via Nazario Sauro. Le modalità? Semplice e micidiali se non si fa attenzione: il malvivente di turno chiede una ricarica, solitamente molto sostanziosa, esibendo documenti falsi o rubati, e al momento di pagare inventa una scusa, come avere dimenticato bancomat o portafoglio in auto, salvo poi darsi alla fuga. E così stava capitando anche da Cuzzolin, se non fosse stato per la prontezza della titolare e della figlia Barbara, che si erano insospettite dell’atteggiamento dei due uomini che si sono trovate di fronte. «Un mese fa – ricorda Barbara – si è presentato un signore distinto che tirò fuori la scusa del bancomat lasciato in macchina; mia mamma, insospettita, annullò subito l’operazione di ricarica di 996 euro». Stessa cosa ieri mattina. «Poco dopo le 11 si è presentato un uomo sui 40 anni, calvo, italiano con accento meridionale, che mi ha dato come nome quello di Gianluca». E anche questa volta stessa manfrina e stessa scusa del portafoglio lasciato in auto dal cugino. Ma Barbara ha annullato l’operazione e l’uomo, forse intuendo di essere stato colto sul fatto, è fuggito in auto. Un monito dettagliato è stato messo sul profilo Facebook «San Donà + Sicura».

 

Ma episodi come questi ne possiamo raccontare oramai a centinaia. Non pensavamo che la gente partecipasse in tale modo alla nostra pagina.

Però un commento viene spontaneo: San Donà non è sicura.

Bisogna fare qualcosa !

Quanta gente ci scrive rimpiangendo come si viveva alcuni anni fa. Ci scrivono che anni fa si poteva uscire di casa , andare in strada a chiacchierare con i vicini e lasciare la porta aperta ; si poteva per il caldo lasciare le finestre aperte. Adesso se non hai l’allarme non sei nessuno; devi avere la porta blindata, devi avere la videosorveglianza .

Non è più la vita di 10-20 anni fa

Non viviamo più tranquilli.

Quando usciamo anche solo per 30 minuti dobbiamo chiudere bene tutto; avvisare i vicini che siamo usciti; dobbiamo stare bene attenti a non scrivere o dire che siamo in vacanza e che la casa è abbandonata.

Noi de ” Il Ponte ” e del Gruppo +Sicura cercheremo di risolvere per quanto possibile ( secondo le leggi) di risolvere alcuni problemi. Ma abbiamo bisogno della collaborazione delle Ammnistrazioni, delle Forze dell’Ordine e di tutti i cittadini

Bisogna ritornare a parlare con i vicini, scambiarsi gli aiuti e tirare un Ponte tra tutti noi..un Ponte che aiuti l’uno con l’altro