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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Per la difficilissima intesa tra religioni: qualcosa di concreto.

 

 

 

 

 

 

In questi giorni si è molto parlato dell’Imam espulso dall’Italia, delle parole di violenza che sarebbero state pronunciate. Ma si è parlato molto e in modo particolare sui social network della lotta tra Israele e Palestina, si è parlato molto e specie con immagini e filmati “ forti” della lotta tra mussulmani integralisti e cristiani.

Tanti ne parlano, compreso il Papa, ma oltre si va poco.

Tanti ne parlano ma non si arriva a nessuna soluzione, forse perché una soluzione non è possibile .

Il Dr. Dino Casagrande, Ex Direttore del Museo della Bonifica, e Past Presidente del Rotary Club di san Donà di Piave ci ha fatto pervenire una lettera particolare.

Trattasi di “Lettera al direttore” che ha inviato alle due principali testate locali e anche al Sindaco A. Cereser.

La lettera è nata o , meglio, è stata ispirata dalla preghiera dell’ex Imam di San Donà rimbalzata a noi dall’America… Nella annata rotariana nella quale il Dr Casagrande era Presidente del Rotary è stato dato ampio spazio a questo problema ed è sorto anche un acceso dibattito all’interno del Rotary con toni anche molto forti. Ora la situazione che Casagrande desiderava evidenziare adesso è esplosa a livello internazionale con i casi della ripresa del conflitto ebraico palestinese al quale come dicevamo all’inizio di questo articolo, non c’è soluzione  a meno che i due non stiano buoni ma non staranno mai buoni e le morti rinvigoriranno per sempre i contrasti di generazione in generazione finché non si sarà uno stato palestinese a Gaza e che parte di Israele ritorni alla Palestina…cosa allo stato attuale assolutamente impossibile. C’è poi la gravissima situazione delle persecuzioni in Iraq.

 

 

 

 

 

 

 

Il 6 novembre scorso al Rotary introducendo la bella conferenza tenuta da Beppi Toffolo diceva il Dr Casagrande  tra le altre cose anche queste parole, citando da altre fonti:

 

C’è molta (voluta) disinformazione su questo tema e mi ha molto colpito la frase di Wael Farouq, docente presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, da sempre osservatore attento del proprio Paese, musulmano e di lingua araba:  «Io non sono a favore dell’esercito, ma sono contro il terrorismo, perché non è possibile che si uccidano sistematicamente i cristiani nel silenzio e nella malafede di molti organi d’informazione» «io non combatto una battaglia per i cristiani e non parlo neanche di cristiani in astratto, ma parto da un rapporto di amicizia con persone che vivono la fede cristiana e vengono ammazzate per la propria appartenenza religiosa. Vengono uccisi in casa o nelle chiese».

 

 

Noi ci domandiamo allora come fa la gente a non capire ? Perché i giornali non ne parlano ? Perché i cosiddetti cattolici benpensanti, che sono pronti ad inalberarsi quando si dicono certe verità non sono corsi subito a difendere le donne e bambini sepolti vivi solo perché non si son voluti convertire all’Islam (vogliamo ammettere che sono dei MARTIRI !!!), se necessario anche mettendo a rischio la propria vita per salvarli?  Perché non corriamo tutti, preti in testa, a difendere e a sottrarre queste persone al loro infausto destino ?  Perché nessuno si fa avanti su questi temi ?

Perché la televisione e la stampa sia di destra che di sinistra non mostra il lato reale di queste barbarie tra persone, non importa se neri o bianchi, se mussulmani o cristiani, ma in ogni caso tra persone che sono persone.

 

Riporto allora qui sotto la lettera che Dino Casagrande ha scritto a Nuova Venezia e Gazzettino e al Sindaco Cereser per dare un contributo al problema

 

 

 

 

 

 

 

Per la difficilissima intesa tra religioni: qualcosa di concreto.

 

Allacciandomi a quanto accaduto a San Donà nei giorni scorsi e alle parole vere o fraintese del giovane Imam dei fedeli musulmani, non posso che rammaricarmi del fatto che il senso vero e profondo, il significato palese di quelle parole, anche se tra voci più disparate, confusioni e accuse di errate interpretazioni,  è che si tratta purtroppo di un messaggio negativo.

 

Nella scorsa annata rotariana ho preso l’iniziativa di approfondire seriamente la questione dei dissidi religiosi,  in un’ottica di pace e di comprensione tra popoli, una delle fondamentali direttrici di azione del nostro club, e da più angolature, affrontando la realtà  del problema e non le fantasie che spesso vengono propinate da chi non vuol vedere, spiegando i fenomeni e la loro origine, in modo da fornire un’ampia panoramica e non, come spesso accade, un unico punto di vista  per accontentare le coscienze e il comune sentire.  Il dibattito che ho inteso porre all’attenzione del club, anche in modo dirompente, ha suscitato, com’era poi intuibile supporre, consensi e accese critiche. Ma ho deciso di continuare perché il problema andava approfondito e lo vediamo anche in questi giorni emergere con la sua drammatica  gravità.

 

La realtà di quella e di altre aree tormentate  è sintomatica di un contrasto religioso assolutamente insanabile perché basato su dogmi insuperabili ab origine, e le continue morti non fanno altro che rinnovare, riesumare, rinvigorire le ferite putrefatte. Qualcuno crede di poter  trovare la chiave di volta di questo infinito dramma, attraverso esempi edificanti, puntando sugli elementi moderati, e riesce per un po’ a contenere l’impeto distruttivo,  ma quando un qualsiasi personaggio carismatico richiama all’ordine non c’è più spazio per il dialogo e le speranze di pace e serena convivenza vengono travolte.

 

Noi rotariani vogliamo alimentare le buone idee, mai ci permetteremo di cancellare gli auspici di chi vuole continuare a credere che una fine ci sarà, anzi ci impegniamo e faremo tutto ciò che ci sarà possibile per riaccendere ogni volta le speranze.

 

Già da molti mesi abbiamo avviato e stiamo puntando su un progetto di collaborazione con l’ospedale dei bambini di Betlemme. Un esempio felice di quello che potrebbe essere il futuro di quel territorio se solo le menti rinunciassero per sempre alle rigidità terribili dei fondamentalismi religiosi. Quell’ospedale, gestito da cattolici, è un’isola di pace anche se di sofferenza. Li i bambini, che oltre ad essere afflitti dai  pesanti problemi  legati al territorio,  sono anche colpiti da gravi malattie,  possono essere curati senza barriere religiose, di lingua, di razza. Una piccola ma importantissima realtà che dimostra quanto sia fallace la vanità delle parole, che si infrangono davanti  alla vera sofferenza di quei piccoli volti rigati dalle lacrime, a cui si cerca di strappare un sorriso, alleviandone le pene.

 

Sono stati coinvolti nel progetto, che punta a rendere disponibili alcuni monitor per controllare il respiro e favorire la ventilazione dei piccoli, oltre al nostro club di San Donà, che è il promotore, anche il club gemello di Augsburg-Renaissancestadt, e  nella prospettiva di una più intensa e proficua collaborazione i club di Portogruaro, Jesolo,  San Vito al Tagliamento, Lignano Sabbiadoro – Tagliamento, Venezia  Noale dei Tempesta,  Venezia Mestre, Madonna di Campiglio, cioè alcuni club rappresentativi dell’area Triveneta del nostro Distretto, che ha annunciato un concreto aiuto  finanziario. Si sono inoltre uniti privati cittadini dimostratisi sensibili all’iniziativa.  Il club Rotary palestinese di Betlemme, che è stato fondato solo lo scorso anno, sarà il nostro partner  internazionale di riferimento territoriale.   Ovviamente ogni altra collaborazione sarà gradita.

 

Dino Casagrande

Past President  Rotary Club San Donà

Il Cyberbullismo, un fatto del nostro tempo: cosa è ,come si previene e come si cura

Riportiamo qui il comunicato stampa che serve per la presentazione dl Convegno

 

I Rotary Club di Portogruaro, San Donà, Jesolo e Lignano Sabbiadoro-Tagliamento, con i contributi del Distretto Rotary 2060 e dell’Amministrazione Comunale di Portogruaro hanno elaborato e promosso un progetto sul tema “Cyberbullismo” iniziato alcuni mesi fa e che culminerà con un  convegno al Teatro L. Russolo di Portogruaro venerdì 16 maggio prossimo, con inizio alle ore 10,00 alla presenza degli studenti delle scuole di Portogruaro e trasmesso in streaming nelle sedi di Jesolo (Sala Consiliare) e San Donà di Piave (Auditorium Leonardo da Vinci).

Il Progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’Università di Pavia che ha elaborato e somministrato a circa 2.000 studenti un questionario volto a conoscere meglio il fenomeno del cyberbullismo (uso scorretto dei mezzi informatici) nel mondo giovanile, primo step per poi potere svolgere azioni di prevenzione.

Obiettivo del convegno, cui parteciperanno la prof.ssa Maria Assunta Zanetti dell’Università di Pavia (analisi dei dati raccolti), il dott. Roberto Bellio della Questura di Venezia (aspetti legali e di prevenzione e repressione), l’educatore don Antonio Mazzi, è di conoscere, attraverso l’analisi dei dati raccolti dal questionario, l’entità del fenomeno e fornire ai giovani, alle loro famiglie e al mondo della scuola, gli strumenti per essere bene informati e per poter intervenire sul preoccupante fenomeno del bullismo giovanile causato da un uso scorretto dei mezzi informatici.

Il progetto sul Cyberbullismo è la tangibile risposta del Rotary, che pone i giovani e le Nuove Generazioni al centro della propria Quinta Via di intervento e di programmazione.

Portogruaro, 11 maggio 2014

Michele Lipani

Presidente Rotary Club Portogruaro

 

A parte ringraziare il Rotary di Portogruaro che è il capofila di questo convegno attuale quanto non mai e il Rotary si San Donà di Piave , presieduto dal Dr Dino Casagrande che ci permette di partecipare con un sistema multimediale all’avanguardia alla storia e all’approccio al cyberbullismo che si terrà a Portogruaro vediamo brevemente di capire cosa è il Cybebullismo e perché è diventato attuale tanto che i media ne parlano e lo mostrano quasi ogni giorno.

E’ un fenomeno presente nella nostra società e da questo fenomeno non possiamo prescindere

Tutti noi conoscono il Bullismo

Quando eravamo a scuola, era frequente vederlo o affrontarlo o magari subirlo. E’ una dinamica purtroppocomune tra bambini e adolescenti, che si lega strettamente a bisogni della loro crescita espressi in modo problematico: come la paura di essere esclusi o la ricerca dell’ammirazione degli altrIl

 

Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia bullismo  online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l’e-mail, la messagistica per telefono, i blog o anche in siti web. o i telefoni cellulari

Oggi a nostri figli può accadere lo stesso, con in più la tecnologia che diventa sempre più sofisticata. Prima la si usava al massimo per qualche scherzo telefonico, ora, con il telefonino, la vittima può essere colpita 24 ore su 24 e ovunque si trovi. In più, il cyberbullo può avere un pubblico potenzialmente enorme di Internet e continuare a rimanere anonimo, o come minimo non raggiungibile fisicamente. Questo può spingerlo a colpire in modo ancora più duro e a volte pericoloso , tanto che in alcuni casi si è arrivata alla morte per suicidio di un ragazzo.

 

 

 

 

 

Qui vedete la frequenza e poi come si manifesta . Ma sono fenomeni così frequenti che tutti noi ne siamo a conoscenza perché la stessa televisione e i giornali ne parlano e mostrano le immagini di questo fenomeno

 

 

Le vessazioni possono essere fatte solo per via multimediale , sul web o per televisioni ma spesso finisce per tradursi sul contatto fisico con la vessazione fisica del soggetto

 

 

 

 

Ma le differenze tra bullismo e cyberbullismo le vediamo sull’enciclopedia

Rispetto al bullismo tradizionale  l’uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:

  • Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia pur sempre delle tracce. Per la vittima, però, è difficile risalire da sola al proprio molestatore; inoltre, a fronte dell’anonimato del cyberbullo, spiacevoli cose sul conto della vittima  possono essere inoltrate ad un ampio numero di persone.
  • Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi.
  • Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere “un’altra persona” online  possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.
  • Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.

Come nel bullismo tradizionale, però, il molestatore  vuole prendere di mira chi è ritenuto “diverso“, solitamente per aspetto estetico, timidezza,  orientamenti sessuali o politici abbigliamento ritenuto non convenzionale ecc.

Gli esiti di tali molestie sono la riduzione della  volontà di aggregazione ed il conseguente isolamento, implicando esso a sua volta danni psicologici non indifferenti, come la depressione o, nei casi peggiori, al suicidio. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto ciò possa nuocere all’altrui persona.

 

Come si vede il problema è attuale, difficile da spiegare e capire ma è così diffuso che diventa importante proprio per i due punti che rendono un fenomeno grave

1) Frequenza o diffusione

2) pericolosità

Ben venga allora questo convegno che ha relatori importanti non solo di nome ma di capacità professionale e di esperienza su questo fenomeno

 

 

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

 

 

 

 

 

 

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

 

Interessante iniziativa del Rotary Club di San Donà di Piave. Un Service Club che si sta distinguendo sempre di più  nel nostro territorio e per il nostro territorio

Questo premio sostenuto e sponsorizzato  dal Rotary Club  vuole r premiare le tesi più significative riguardanti la storia, la cultura, l’arte, l’economia, la gestione del territorio, la politica, la società e qualsiasi altro studio che riguardi il nostro territorio tra SILE e PIAVE. Il premio, riservato alle tesi SPECIALISTICHE vuole appunto premiare i laureati che si sono dedicati a studiare il nostro territorio e le sue caratteristiche. Credo sia un’idea originale che come club il Rotary ha voluto portare avanti, proprio per segnalare l’importanza che i giovani riservino alla terra nella quale vivono il loro interesse e l’attività del loro studio e della loro ricerca, scoprendo anche dei lati originali e, soprattutto, dei buoni motivi per restare a viverci anche in futuro e a non abbandonarla per altre vie del Mondo.

E’ importante ricordare come si vede dal bando  che la LA SCADENZA è IL 30 APRILE.

Il Rotary di San Donà si è sempre distinto  per evidenziare quanto di bello esiste nel nostro territorio valorizzando il
territorio che è stato raccolto anche nel Museo della Bonifica  al quale ha dedicato circa  trent’anni della sua  vita come direttore del
museo il Dr Casagrande , attuale Presidente del Rotary Club.
E’0 bello ricordare e sottolineare che in data 17 marzo , alla Scuola Schiavinato, si è celebrato con solennità e con
partecipazione sentita, l’anniversario della nascita del Regno d’Italia (17 marzo 1861), ovvero dell’Unità d’Italia ed è bello evidenziare che la  la Dirigente Scolastica prof. Annamaria Babbo e subito dopo il relatore dott. Sergio Tazzer  hanno ringraziato davanti a tutti i ragazzi, ai loro insegnanti, alle associazioni e alle autorità per quello che  il Dr Casagrande ha fatto per il Museo e per la Cultura del nostro territorio.

Credo che con questa iniziativa il Rotary Club contribuisca ancora a tenere viva la tradizione  e la cultura del nostro territorio

Riporto quindi il bando del Concorso in modo che chi fosse interessato possa prenderne atto e partecipare tenendo presente bene la data di scadenza.,

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE

PREMIO PER TESI DI LAUREA STORIA CULTURA TRADIZIONI ECONOMIA E SOCIETA’ DEL TERRITORIO TRA SILE E PIAVE

Il Rotary Club di San Donà di Piave, allo scopo di favorire gli studi sul territorio: la sua storia, la sua cultura, il suo sviluppo economico, ha istituito un premio annuale, per un periodo di tre anni, riservato esclusivamente alle tesi di laurea inedite che abbiano come ambito territoriale il territorio tra Sile e Piave (corrispondente al Mandamento di San Donà di Piave che comprende i comuni di: San Donà di Piave, Ceggia, Eraclea, Fossalta di Piave, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, Torre di Mosto e il comune di Cavallino-Tre Porti).

Per essere ammesse al concorso le tesi di laurea dovranno riguardare esclusivamente il territorio così come individuato al precedente capoverso e riferirsi ai seguenti ambiti scientifico-culturali: storia, cultura, arte, tradizioni, natura, ambiente segnato dal singolare rapporto tra terra ed acqua, economia, società.

Possono partecipare al concorso coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica, magistrale o quinquennale presso una Università Italiana nel periodo 31 gennaio 2013 – 31 marzo 2014. Il bando viene pubblicato nel sito del Rotary http://www.rotarysandona.it/ , in vari siti istituzionali, comunicato alle università venete ed esposto negli appositi spazi frequentati da studenti. Per maggiori informazioni inviare una email al presidente: dino.casagrande@libero.it .

Il premio per il 2013-2014 dell’importo di Euro 1000 lordi, verrà assegnato alla tesi ritenuta migliore, a giudizio esclusivo della commissione “Progetti” del Rotary Club, presieduta dal socio Prof. Luigi Salvioni , integrata dal Presidente pro-tempore del Club e dal Segretario pro-tempore. La commissione valuterà le tesi presentate attenendosi ai seguenti criteri: chiarezza espositiva, rilevanza scientifica, interesse per il territorio.

Le tesi di laurea dovranno essere consegnate ENTRO IL 30 APRILE 2014 PRESSO LA SEDE SOCIALE DEL ROTARY CLUB A SAN DONA’ DI PIAVE IN VIA XIII Martiri 229 (PARK HOTEL CONTINENTAL), in un’unica copia e accompagnate da una domanda di ammissione al concorso, debitamente sottoscritta dai concorrenti, che indichi oltre alle generalità:

a) la residenza, il recapito telefonico e l’indirizzo di posta elettronica; b) il titolo della tesi di laurea; c) il cognome e il nome del Relatore della tesi di laurea. d) l’autorizzazione a utilizzare i dati forniti dal candidato ai fini del concorso, nonché alla eventuale divulgazione, con i mezzi e nei modi ritenuti più opportuni, della tesi premiata.

Alla domanda dovrà essere allegata anche la copia di un documento di identità. Non possono partecipare al concorso figli di soci rotariani.

Il premio verrà consegnato nel corso di una cerimonia che si svolgerà entro il 30 giugno 2014. Il premio dovrà essere ritirato esclusivamente dal vincitore. Nel caso in cui non vi fossero partecipanti, ovvero la commissione giudicatrice ritenesse di non assegnare alcun premio, la somma non corrisposta andrà ad integrare il premio dell’anno successivo.

San Donà di Piave 1 ottobre 2013

Il Presidente pro-tempore Dott. Dino Casagrande

 

60 Anni di Rotary San Donà e Portogruaro. La nascita di un Club che ha dato vita e cultura al nostro territorio

 

Riportiamo qui una parte importante della storia del nostro territorio: la nascita del Club Rotary di San Don e di Portogruaro

Ora i Clubs sono due ma all’inizio era un Club Unico, anzi ora sono tre in quanto da poco esiste anche il Club di Jesolo

Per celebrare i 60 anni dalla loro fondazione è stato scritto e pubblicato un libro di 84 pagine che noi pubblichiamo in puntate di 10 pagine a puntata.

Unico neo è che non pubblichiamo le foto storiche del libretto. Non sono sopportate nella pubblicazione on line

E’ uno spaccato di vita che ha rappresentato e rappresenta una parte della nostra società e della nostra cultura

Sarà utile ai vecchi per ricordare e ai giovani per imparare

 

LA FONDAZIONE

UNA STORIA TRA FANTASIA E REALI PERSONAGGI

San Donà-Portogruaro 2014

 

ROTARY CLUB SAN DONA’ DI PIAVE /PORTOGRUARO 60° DI FONDAZIONE.

di Roberto Xausa Governatore Distretto Rotary 2060 anno 2013/2014

Il percorso storico ed umano di quegli Amici che decisero di fondare il Rotary di San Donà/Portogruaro già nella prima metà degli anni ’50 – in una Italia, in un Veneto, che stava ancora uscendo da un dopoguerra difficile – è senz’altro da assumere come esempio e paragone per le generazioni future.

Allora non c’era praticamente nulla.

In quegli anni il territorio dell’entroterra veneto aveva ben poco da offrire: nulla dal punto di vista industriale, molto poco dal punto di vista economico, forse molto di più dal punto di vista dell’agricoltura.

Ma la voglia di “fare”, di riemergere, di costruire un futuro, di guardare avanti con l’ottimismo di riuscire a farcela, era altissima.

Si potrebbe pensare ad una Società tutta presa dal fuoco degli affari, immersa solamente nel proprio lavoro, assorbita dai bilanci aziendali e dal furore di una scalata sociale che vedeva nell’acquisto della nuova auto, di una nuova casa, di un appartamento al mare, i soli obiettivi di vita.

Ma così non fu per i nostri Soci fondatori, un manipolo di persone che seppe guardare al cuore della gente, che aprì la strada ai valori rotariani della condivisione, del servizio, dell’aiuto agli altri.

18 Uomini, aggiungerei Grandi Uomini, che nell’aprire questa nuova strada erano ben consapevoli che anche in quelle terre poteva crescere l’ideale di Paul Harris : il Rotary.

Oggi tutto è cambiato, tutto è in costante evoluzione, l’industria ha preso velocemente il posto dell’agricoltura, le

3libere Professioni si sono affiancate agli Imprenditori ed anche il Rotary, al passo con i tempi, ha subìto grandi trasformazioni.

I Rotary Club non sono più legati ai nomi delle grandi Città, oggi la loro diffusione sul territorio li vede operativi anche nei piccoli centri urbani.

E’ logico, e sta nelle cose, che anche due tra le più prestigiose Città del Veneto, San Donà di Piave e Portogruaro, ad un certo punto del loro percorso comune abbiano deciso di proseguire su strade autonome, parallele, ma sicure per la certezza di una reciproca e forte sinergia.

Oggi celebriamo un grande anniversario, 60° di Club, e lo facciamo con l’entusiasmo di chi parte come fosse un primo giorno, come fosse l’inizio di una nuova avventura, carichi di quello spirito che quei Padri Fondatori ci hanno dimostrato con il loro esempio e con la loro determinazione.

Sapranno i nostri Club, saprà il Rotary, ripartire e dare ottimismo e spinta a tutti quei giovani che non riescono, oggi, a vedere un futuro?

Per tutto questo bisogna rilanciare la sfida, una sfida proiettata ai nuovi valori della Società per la quale gli amici di San Donà e di Portogruaro sapranno essere attori ed interpreti di nuove pagine di Storia.

 

Pubblicazione commemorativa impressa per celebrare la ricorrenza del

60° anniversario della fondazione del club di San Donà di Piave – Portogruaro

1954 – 2014

CEGGIA

Villa Marcello Loredan Franchin

17 febbraio 2014

I Presidenti dei club di San Donà di Piave e Portogruaro

Dino Casagrande e Michele Lipani

 

PRESENTAZIONE

Sono trascorsi sessant’anni da quando, arrivato da Chicago, fu consegnato dal Governatore Cesare Chiodi al Rotary di San Donà di Piave-Portogruaro il certificato con il quale il nostro club entrava a far parte, a tutti gli effetti formali, del Rotary International.

Quell’importante documento, tuttora gelosamente conservato, porta la data del 17 febbraio 1954, ed è munito delle firme delle massime autorità rotariane di quel tempo.

L’82° Rotary Club Italiano, questo era il numero d’ordine del sodalizio allora ultimogenito, era stato riconosciuto ed entrava nell’internazionalità che è uno dei pregi caratterizzanti la nostra associazione.

Sono passati tutti questi anni, le persone che hanno fondato il club o che ne hanno fatto parte in quei primi mesi sono sfumate, a poco a poco, come un palcoscenico che si svuota e le luci di una ribalta che lentamente si spengono.

Il ricambio consente e consentirà che altre persone continuino a portare avanti il lume inestinguibile dei nostri principi associativi e, tra questi, quello fondante del Rotary: “servire”.

Sarebbe improprio, in questo breve testo, tentare solo di accennare alle numerose attività organizzate, ai molteplici servizi realizzati, ai grandi o piccoli risultati raggiunti, ai momenti passati insieme costruttivamente, in allegra compagnia. Non può mancare il pensiero anche ai momenti più tristi che hanno colpito i nostri soci, e noi tutti, nei loro affetti, privandoli della loro libertà e, in un caso, anche della vita.

 

Ci auguriamo che questo anniversario porti un sentimento di maggiore unità e collaborazione nei nostri due club, ora autonome entità, perché fu proprio lo spirito di unione e di reciproca intesa che ispirò quelle 18 persone che decisero di iniziare, tanti anni fa, un cammino comune.

Questo racconto non ha pretese letterarie o scientifiche, vuol solo ricostruire brevemente la storia di quegli anni, identificare coloro che portarono in queste terre l’idea rotariana, descrivere gli ambienti, i luoghi, i contesti sociali nei quali operavano e, soprattutto, far percepire al lettore che avrà la pazienza di leggere queste poche righe, l’indole positiva ed ottimista che li sorreggeva, affinché essa rimanga ancora quale nostro patrimonio genetico per il futuro.

Noi del Rotary abbiamo una missione importante: portare fiducia, ottimismo, dare il nostro contributo per sconfiggere il male che abbruttisce le civiltà e i popoli, non con la violenza ma con il sostegno e la solidarietà, cercando modalità di convivenza per una pace duratura, per fare in modo di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato.

“Il male, infatti, non può sconfiggere il male, ma solo l’amore può farlo”.

Ol’ga Nikolaevna Romanova (Carskoe Selo 15 novembre 1895 – Ekaterinburg 17 luglio 1918).

 

“…la bellezza tiene il governo dell’umana moralità e diviene una potenza piena di misteri, la iniziazione nei quali, se per una parte richiede un apparato di organi squisitamente temprati, una preparazione di studj diligenti e lunghi, e soprattutto un animo vergine ed incontaminato, procaccia per l’altra una vita intera di gloria e di virtù.”

Girolamo Venanzio (Portogruaro 1791-1872)

L’INIZIO DI UN LUNGO CAMMINO

San Donà di Piave, mercoledì 4 Marzo dell’anno 1953, ore 10,33

Squillò il telefono nella Sala del Consiglio dei Consorzi di Bonifica Riuniti, il suono rimaneva rinchiuso tra le alte pareti, attutito dalle tele della tappezzeria dalla fitta trama grigiastra incupita dal tempo, in una eco ovattata che rimbalzava dai quadri, agli arredi di stile seicentesco, al pavimento di mattonelle rossastre. Il suono improvviso interruppe la quiete innaturale del luogo austero, dominato da un lungo tavolo rettangolare il cui colore scuro e l’aspetto greve, sembravano conservare, trattenuto e salvato dalle fibre naturali del legno, il clamore delle tante discussioni, a volte aspre, dai toni accesi, a volte pacate ma sempre costruttive che vi si svolgevano. Un tempo davano vita e continuità alla funzione di quello spazio.

Era il fulcro delle azioni che venivano avviate per realizzare il grande impianto bonificatorio, la sala delle decisioni più importanti.

Il luogo sembrava raccontare di coloro che avevano fatto la storia delle bonifiche, a partire da un’epoca ben più antica, precedente alla grande epopea della trasformazione del territorio circostante.

Un secolo prima, il comune viandante che dopo aver superato le ultime abitazioni del piccolo centro si fosse inoltrato verso l’interno della campagna, e poi si fosse spinto fino al limite estremo delle terre emerse, per poi superarlo, si sarebbe trovato ben presto immerso in una sconfinata palude dove la distesa dei canneti, immagine continua di immutato paesaggio, trovava, solo all’orizzonte, il contatto con il cielo, nascondendo la fitta rete di canali interni per millenni via d’acqua sicura per i trasporti e le comunicazioni.

Allora i pionieri erano riusciti a conquistare lo spazio vitale, metro dopo metro, sottraendolo, con immane lavoro, al putrido pantano, per creare una nuova terra emersa resa, a fatica, coltivabile e produttiva. Costruivano argini per separare le zone acquitrinose, rialzi creduti solidi e sicuri nel mezzo delle acque stagnanti e con enorme difficoltà ne prosciugavano l’interno ma alla prima forte pioggia, gli interstizi si allargavano, l’acqua dirompeva, gli argini cedevano e crollavano e la palude riprendeva il dominio dello spazio come tutto d’intorno. Il grave lavoro era vanificato.

Dopo tanti, difficili tentativi, molti insuccessi e ingenti capitali inghiottiti dal vortice delle acque di piena, essi riprendevano lentamente, con immutata tensione, con altrettanta instancabile costanza, a far riemergere dalla melma i terreni per destinarli ancora alla coltivazione. Rimaneva il timore di nuovi insuccessi e così per molti, interminabili anni.

Erano uomini solidi, non solo per una caratteristica fisica d’impronta oltralpina, ma per la tenacia e l’intraprendenza che li avrebbe spinti, nel secolo entrante, ad affrontare altre sfide in terre lontane, al di là dell’oceano o nel più profondo del continente che si affacciava sullo stesso mare, nuovo territorio di conquista.

In questa parte ad est della circoscrizione amministrativa provinciale di Venezia, i due capoluoghi distrettuali di Portogruaro e San Donà di Piave avevano avuto origini e storie diverse.

Più antica ed aristocratica, Portogruaro era tendenzialmente riservata, chiusa come la sua cinta di mura d’influsso teutonico, soggetta per secoli ad un forte potere vescovile, ricca di case e palazzi gotico-rinascimentali con sottostanti ampi portici, alcuni di essi con la facciata affrescata. La città era orientata a Venezia che avrebbe voluto imitare anche nella funzionalità della struttura urbanistica, intersecando gli isolati con rii e canali attrezzati per l’attracco di barche e navigli.

 

Chi vuole leggere tutto il volumetto completo con le fotografie può cliccare sul link che vedete sotto oppure scaricarlo e leggerlo successivamente

ROTARY’S

Commento sulla campagna di sensibilizzazione prevenzione del melanoma attuato nel Veneto orientale nel 2012.

Parliamo di prevenzione del melanoma in modo particolare della prevenzione che abbiamo a questo anno passato nel Veneto orientale con il progetto sostenuto da Rotary, Lions e Soroptimist.

Abbiamo parlato di   prevenzione del melanoma e per farlo abbiamo cercato di fare conoscere alla popolazione quali sono i fatti tori di rischio che ne favoriscono l’insorgenza fornendo anche accorgimenti pratici per permettere di dominare o di diminuire o di evitare i fattori di rischio. In questo modo noi abbiamo cercato di fare  una prevenzione primaria in modo da ridurre l’incidenza e la mortalità del melanoma.

Naturalmente la prevenzione non è solo primaria ma anche secondaria. La prevenzione secondaria è la scoperta del melanoma secondariamente alla sua nascita nello stadio più precoce possibile in modo che se noi non riusciamo questa maniera a ridurre l’incidenza volevamo riuscire a ridurne la morbilità e la mortalità.

Quale può essere allora il messaggio che volevamo fare  giungere alla popolazione. Questo messaggio doveva  essere rivolto specialmente agli individui che hanno dei rischi maggiori rispetto al resto della popolazione o delle popolazioni. Noi abbiamo visto per esempio che nella zona di San Stino e di Caorle l’incidenza è maggiore e quindi verso questa popolazione doveva giungere più fortemente il nostro messaggio di attenzione ai fattori di rischio. Dovevamo invitare tutti i soggetti ma in modo particolari quelli a maggior rischio ad evitare l’esposizione solare specialmente nelle ore di punta e cioè dalle 11 alle 15. Naturalmente  bisogna anche evitare l’esposizione ai raggi ultravioletti e alle lampade solari. Se non è possibile evitare l’esposizione ai raggi solari e il tipo di lavoro della persona pratica allora bisogna coprirsi adeguatamente e  usare creme solari con fattore di protezione specialmente per i soggetti di carnagione chiara. Un particolare riguardo va verso i bambini che devono essere protetti e devono avere un’esposizione solare minore. Noi sappiamo che l’esposizione occasionale breve prolungato e intensa ai raggi solari specialmente in persone con pelle chiara e capelli biondi o rossi rappresenta un fattore importante di rischio per l’insorgenza del melanoma. Altri fattori sono la presenza di numerosi nevi in modo particolare se questi sono neri, presentano un colore brunastro o se il paziente presenta una storia di gravi ustioni solari o se la popolazione proviene da paesi maggiormente a rischio quale l’Australia e i paesi del Nord come Norvegia Finlandia e Svezia.

Come dovevamo fare a lanciare questo messaggio alla popolazione. Dovevamo prendere esempio da quanto viene fatto negli Stati Uniti e in Australia e quindi usare al massimo i media o i multimedia. Dovevamo usare i mezzi di informazione e cioè la stampa la televisione Internet e tutti quei mezzi pubblicitari come i cartelloni o i manifesti specialmente in zone balneari dove la popolazione si espone maggiormente alla luce solare. Naturalmente al giorno d’oggi i mezzi più importanti  rimangono la televisione che raggiunge forse il maggior numero di persone ma non si deve trascurare Internet specialmente per quanto riguarda la popolazione giovanile. Dovevamo dare un messaggio chiaro riguardo l’esposizione ai raggi solari e un messaggio chiaro alle persone perché si osservino o si facciano osservare dai propri parenti (mamma papà fratelli o coniugi ). Molto in uso solo nei paesi degli Stati Uniti e dell’Australia l’uso di volantini informativi come abbiamo usato noi nel nostro progetto sul nostro territorio. Questi volantini dovevano essere fatti pervenire capillarmente alla popolazione attraverso gli studi medici le farmacie e distribuiti anche nella negozi e nei supermercati e così abbiamo fatto.  I volantini dovevano  essere distribuiti nelle stazioni balneari dove il rischio è maggiore e lo abbiamo fatto. Naturalmente non si devono trascurare scuole sia medie e superiori. Tutti i messaggi sia attraverso la televisione sia attraverso Internet , la stampa e con i volantini dovevano essere messaggi chiari e non dovevano creare allarmismo ma rendere coscienti la popolazione del pericolo della nascita del melanoma tenendo presente che il melanoma è in aumento specialmente in alcune zone della nostra popolazione. Naturalmente è sempre discutibile l’efficacia di una campagna di prevenzione primaria mentre meno l’efficacia di una campagna di prevenzione secondaria. Io credo che si debba sempre valutare i pro e i contro tenendo presente lo sforzo economico e i risultati. I risultati devono essere valutati in termini di riduzione dell’incidenza e della mortalità del melanoma.

Io credo che una diagnosi precoce che abbia portato come nel nostro caso  alla asportazione di nervi melanici come melanomi in sito o di nevi con displasia severa abbia centrato l’obiettivo che noi volevamo raggiungere. La riduzione della mortalità e dell’incidenza chiaramente può essere valutata a distanza di anni e per distanza di anni intendiamo un periodo che va dai 10 ai 25 anni. Dobbiamo anche considerare che la prevenzione primaria ha dei costi maggiori rispetto a quella secondaria.

Io credo che la campagna che noi abbiamo attuato nella nostra Usl nel 2012 e cioè una campagna di sensibilizzazione per una diagnosi precoce ma che poneva anche gli accenti per dare informazione alla popolazione sia stata  un buon compromesso di equilibrio tra sforzi economici e risultati possibili. Sarebbe molto interessante avere una raccolta omogenea di dati che comprenda tutte le persone che hanno avuto l’asportazione di nevi in una data popolazione sia che sia stata trattata nei centri medici nella zona sia fuori zona.

Sarebbe interessante anche capire quante quanto sia penetrata la nostra informazione nella popolazione facendo una raccolta statistica per valutare quanta gente sia venuta a conoscenza e quanta gente abbia imparato i criteri di prevenzione. Sarebbe poi  utile sapere quanta parte della popolazione si sia sottoposta a visita dermatologica o sia andata dal proprio medico di famiglia e il medico di famiglia abbia ritenuto che alcuni casi siano suscettibile di visita specialistica e altri  no. Noi potremmo o in questa maniera avere dei dati omogenei sui risultati della campagna di informazione e sui risultati finali di una prevenzione secondaria o diagnosi precoce.

Nella nostra ASL abbiamo avuto dei risultati che riteniamo molto buoni con un ritrovamento di circa il 20% in più di melanomi ma quello che riteniamo importante con una  asportazione di circa 150 casi di nevi con displasia medio-grave  che non hanno avuto bisogno se non di un eventuale allargamento della primitiva asportazione . Bisognerebbe sapere quanti casi effettivamente sono venuti dal dermatologo ed è stato asportato il nevo perché erano stati informati del rischio e di come osservare i propri nervi allora noi possiamo dire che il risultato è stato centrato.

In ogni caso dai primi dati che abbiamo possiamo dire certamente che abbiamo centrato l’obiettivo e che siamo riusciti a fare una prevenzione primaria e secondaria ottima considerato i fondi a disposizione e i risultati ottenuti

Un aiuto al Piccolo Rifugio di San Donà di Piave

Piccolo Rifugio

Sono  sette case che sono anche famiglia per oltre cento persone con disabilità.

Nati in origine come opere di carità, i sette Piccoli Rifugi sono oggi efficienti strutture di assistenza, convenzionate con enti pubblici. Ma l’obbiettivo è rimasto uguale: continuare ogni giorno quel che è stato iniziato e che ci è stato insegnato dalla fondatrice, la serva di Dio Lucia Schiavinato, e proseguito dalle Volontarie della Carità . Con piena fiducia nel fondamentale aiuto della Provvidenza.

Le  case sono a San Donà di Piave (Ve) -la sede centrale-, poi a Ferentino (Fr) Roma, Ponte della Priula (Tv) – aperta nel 2008- Trieste, Verona e Vittorio Veneto (Tv). Qui recapiti e dettagli. I Piccoli Rifugi di San Donà, Ferentino, Trieste e Vittorio Veneto hanno anche dei centri diurni per persone con disabilità.

Nell’anno rotariano 2012-2013 il Rotary di San Donà in associazione con altri Club Rotary italiani e stranieri e aiutati dal Rotary International ha deciso di fare il proprio “service” a favore della sede di San Donà di Piave del Piccolo Rifugio.

Si è chiesto e saputo di cosa avevano bisogno e allora il Rotary ha deciso di regalare una cucina completa industriale  ala sede di San Donà di Piave.

Il Movimento ” Il Ponte” ha deciso di unirsi al Rotary e sostenere tale donazione.e il giorno 9 di gennaio parteciperà alla  cerimonia di consegna di tale cucina.

La cucina è già stata portata al Piccolo rifugio ed è pronta ma la cerimonia è stata posticipata a  gennaio per lasciare trascorrere tranquillamente le festa natalizie.