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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for Sicurezza

OGGETTO: sicurezza in città ! Le nostre domande senzza risposta ?

Vi ricordate che noi de ” Il Ponte” assieme a San Donà più sicura aveva posto al Sindaco alcune domande sulal nostra sicurezza. Era il febbraio del 2015. Nessuna risposta

sicurezza_urbana

Dopo due mesi abbiamo girato le nostre domande al Consigliere Fingolo dell’opposzione in Consiglio Comunale.
In aprile Fingolo ha fatto una interrogazione riportando le domande che avevamo posto al Sindaco.
Ora dopo 5 mesi il Vicesindaco Trevisiol ha risposto alal interrogazione.
Il Vicesndaco si scusa del ritardo perchè dice ” ho cercato di prepare una risposta esaustiva e dopcumentata ”

Bene leggerete ora tutta la domanda (ovvero le domande) poste dal consigliere Fingolo e le risposte del Vicesindaco
Giudicherete voi se ha risposto o ha girato attorno alle domande. Alla fine a noi rimango i soliti dubbi
39 Telecamere ma quante funzionano ?
Nille occhi sulla Città è attivo ? Funziona ma come ?
Quali siti pubblici sono videosorvegliati ?. Il Vicesindaco cita il Municpio, Vari istituti scolastici, la stazione ferroviaria e quella automobilistica ( voleva dire la stazione ATVO) . Tutto qua? E i furti nella bibbioteca ? E nella scuole ? ecc…

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Si chiede se è stato chiesto al Prefetto che la guardie giurate possano fermare e identificare in attesa delle Forze dell’Ordine persone sospette ? Nessuna rispopsta

Leggete tutta la risposta e dite voi se la risposta è esaustiva e documentata
A parte la risposta non chiesta al Progetto ” Controllo del Vicinato, che ha sventato sempre i soliti 30 casi che in via potenziale avrebbero potuto diventare reati.
Ma questi 30 segnlazioni che hanno sventato i possibili reati sono sempre i soliti 30 che Trevisiol cita ogni settimana. Non si arriva mai a 31 casi ?
E che documentazione abbiamo che erano casi che potevano diventare reati ?

A voi domende e risposte
Giudicate voi !

Interrogazione presentata dal Consigliere Enrico Fingolo
Del Gruppo Consiliare Lista Civica Noi per San Donà di Piave nella seduta del Consiglio Comunale del 20/04/2015 rivolta all’Assessore Luigi Trevisiol
OGGETTO: sicurezza in città
Sono sempre maggiori le segnalazioni di cittadini di San Donà di Piave relative alla sicurezza della città. Sicurezza intesa in senso generale. dai furti ai pericoli per la salute come le discariche abusive, dai mendicanti molesti al degrado di alcuni luoghi anche in centro città, dagli scippi alla violenza di ogni genere.
si chiede a questa Amministrazione cosa ha intenzione di fare per risolvere. o quantomeno, limitare questi fenomeni.
Più dettagliatamente si chiede:
1) Quante telecamere sono presenti nella città di San Donà di Piave e nelle frazioni?
2) Quante telecamere sono funzionanti?
3) Quanti siti pubblici (scuole. biblioteca. ospedali. Municipio. sede della Polizia Municipale) sono dotati di telecamere funzionanti?
4) E’ attivo il Protocollo “Mille Occhi sulla Città”?
5) E stata richiesta al Prefetto la possibilità che le Guardie Giurate possano fermare e identificare in attesa delle Forze dell’Ordine persone sospette, visto che il Prefetto aveva dato la sua disponibilità?
6) L’ex vice Sindaco Oliviero Leo si era espresso favorevolmente alla richiesta di un Consiglio Comunale Straordinario sulla Sicurezza. E’ tuttora volontà di questa Amministrazione discuterne pubblicamente con la cittadinanza in presenza di tutte le forze politiche e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine?
RISPOSTA INTERROGAZIONE ENRICO FINGOLO
Buonasera consigliere e grazie per l’interrogazione che mi da la possibilita di chiarire l’impegno di questa amministrazione per la sicurezza. Mi scuso per il tempo che ha dovuto attendere ma ho cercato di preparare una risposta da una parte esaustiva e documentata e dall’altra rispettosa dei limiti della discrezione che la delicatezza dell’argomento richiede.
A San Donà sono presenti 39 telecamere. Tre sole nelle frazioni, e dovranno essere aumentate. Sono sorvegliati. tra l’altro, il Municipio, vari istituti scolastici, le stazioni ferroviaria e automobilistica. Molte telecamere, però. sono di vecchia concezione. Entro fine anno sarà completata la verifica di tutta la strumentazione in essere per valutare
eventuali sostituzioni e aumenti. hanno consentito di risolvere, negli
ultimi anni, oltre 30 casi di incidenti stradali che presentavano connotati dubbi.
Tra i più gravi il caso di una persona che è risultata investita sulle strisce. e ferita molto gravemente. In quel caso c’erano alcuni testimoni. probabilmente in buona fede. che avevano asserito che la persona avesse attraversato sulle strisce in bicicletta. La telecamera ha permesso di accertare che non era così. e la persona, molto anziana, aveva attraversato sì sulle strisce, ma con la bicicletta a mano. Grazie all’analisi delle telecamere è stato possibile per la persona investita, che aveva riportato gravissime ferite, di conseguire un risarcimento. Questo solo a titolo d’esempio sull’utilizzo di questi mezzi.
Le telecamere. inoltre, sono negli ultimi mesi molto utili per reprimere il conferimento abusivo di rifiuti. In più occasioni sono state comminate. sanzioni nell’ordine dei 500 euro ciascuna per conferimenti abusivi.
Inoltre da quando è stata pubblicizzata la presenza di telecamere nascoste, il fenomeno ha registrato un leggero calo. Hanno permesso. inoltre. di accertare solo nell’ultimo anno il sussistere di due casi di ordine pubblico, su cui poi l’amministrazione è intervenuta, e che hanno avuto anche ampio risalto sulle pagine dei giornali. Per quanto riguarda azioni di Polizia Giudiziaria, le telecamere sono state d’aiuto in alcuni casi importanti. Ovviamente non posso calcolare quante situazioni abbiano sventato, ovvero prevenuto, per la loro presenza. Le telecamere del Comune di San Donà di Piave sono tarate per conservare il filmato dai 3 ai 5 giorni, come da legge. In talune occasioni non sono state utili proprio perché la segnalazione è giunta dopo questo limite.
Il protocollo -Mille occhi sulla città- è attivo. Ricordo che sì tratta dell’intesa triennale sottoscritta in Prefettura tra le forze dell’ordine e società di vigilanza privata: gli occhi delle guardie giurate in servizio diventano allerta pubblica, in contatto diretto con la Questura o la centrale operativa dei carabinieri. inviando immediatamente segnalazioni. Sottolineo che la proficua collaborazione con le Forze dell’Ordine e la Prefettura si è dipanata anche su altri ambiti. Ne cito uno per tutti: la soluzione del problema di sicurezza in Piazza IV Novembre. che aveva indotto un commerciante a assumere una guardia. Ebbene, su nostra richiesta, la Prefettura ci ha concesso una pattuglia in più che è intervenuta su quello e altri ambiti, risolvendo il problema. come testimoniato pubblicamente, sulla stampa, dallo stesso esercente.
Aggiungerei però un servizio specifico del Comune di San Donà di Piave:: il Controllo del Vicinato, programma di auto-organizzazione tra vicini per controllare le aree intorno alla propria abitazione, già promosso dall’amministrazione comunale con una serie di incontri pubblici. Ebbene, in pochi mesi sono stati raggiunti i 1600 aderenti e sono stati almeno una trentina i casi sventati che, almeno in via potenziale, avrebbero potuto tradursi in reati. Ne approfitto per ricordare che, in occasione della Fiera del Rosario. un gazebo gestito dai referenti del Controllo del Vicinato illustrerà ai cittadini scopi, obiettivi e risultati del programma. E cito una nota di merito che ci dà soddisfazione: l’Associazione Nazionale Controllo del Vicinato ha nominato come referente per il Basso Veneto un sandonatese. Walter Codognotto, infaticabile coordinatore del gruppo di Isiata, tra i primi ad essersi costituiti. Un plauso anche all’opera di Raimondo Cicogna, l’agente di Polizia Locale che si sta impegnando in questo settore, e a tutti quanti. e ne sto dimenticando tanti. che hanno dato il loro apporto.
Sull’ipotesi di un Consiglio comunale straordinario sulla sicurezza. ritengo che un corretto utilizzo dello strumento consiliare sia compatibile con la sua gestione ordinaria in cui, ovviamente, la sicurezza ha una posizione di rilievo.
Distinti saluti, Luigi Trevisiol

Con cortese preghiera di pubblicazione.
San Dona di Piave. 30 settembre 2015
UFFICIO STAMPA
Tamburrini

ROM e RUMENI: disinformazione per ignoranza o una informazione falsa ?

 

In un articolo sulla Nuova Venezia  del giorno 22 corrente mese si legge che la Comunità Rumena di San Donà si sarebbe sentita discriminata per fotografie di case e casette appartenenti ai Rom che risiedono in Romania  e da odio , a dir loro fomentato da commenti che sono apparsi su San Donà + Sicura.

Ci siamo incontrati con il sig. Daniel Saboanu  che è esponente della Comunità Rumena a San Donà e Presidente da anni della Associazione Socio – Culturale Rumena  DECEBAL – TRAIAN  , persona che conosco da anni e che stimo per il suo impegno. Chi meglio di lui poteva dare un giudizio sulle affermazioni che si ritrovano nell’articolo ? Ed ecco cosa è venuto fuori dalla chiacchierata :

“Prima di tutto, quella intervista evidenzia dei dubbi sulla razionalità del intervistato per il semplice motivo che a San Dona non c’è un’altra associazione oltre la nostra, almeno che qualcuno non si spacci per il rappresentante della comunità romena, e  solo se è un prete, ma di solito i preti non rilasciano interviste.”

Il sottoscritto  ha molte infermiere rumene in reparto e in sala operatoria e sono ragazze stupende sia dal punto di vista professionale che umano ed hanno come piace a me sempre il sorriso con gli ammalati e con me. Mi dicono tutte che si sentono bene con noi italiani e che nessuno li discrimina.

Quasi tutte sono su FB. e nessuna ha trovato da ridire qualcosa e in merito alle foto delle villette ; tutte concordano che sono vere e le hanno viste anche loro. Tra l’altro sono un po’ tutte simili come costruzioni  e sono grandi in merito alla ricchezza e alla potenza di tali zingari)

Un  anestesista rumeno mi ha mostrato immagini  simili che ha nel telefonino ed ha confermato tutto. MI ha detto che loro in Romania hanno gli stessi problemi con i ROM . Da loro non è vietato l’accottaggio ma in molti comuni vi è una disposizione del Comune che lo proibisce  e hanno i cartelli che lo vietano fuori dei negozi e ai semafori.

E i sign. Daniel mi darà una foto del cartello che da loro è appesa fuori dai negozi e ai semafori, simile a quello che abbiamo fatto noi. .

 Ma il concetto è sempre lo stesso: l’elemosina si può chiedere ma non deve essere insistente e con minaccia e con minori per impietosire la gente.

Nessuno non conosce la provenienza di denaro di quelle ville però siamo sicuri che non sono ne uomini d’affari e ne politici non gestiscono ne fabbriche e non sono ne in parlamento, quindi qualche pensiero di illegale può averlo chiunque.

Certamente molti rom chiedono la elemosina e poi portano i soldi nel loro villaggi assieme a merce rubata.

Il sign Daniel ha fatto notare che affettivamente molti confondono ROM con Rumeni ma dipende dalla ignoranza.  I Rom si trovano in molti paesi sia in Romania , come in altri paesi dell’est ma anche in Italia.

Sempre il Sign Daniel continua “. Non tutti i rom sono medicanti, (quelli di San Dona si) o malvagi. Ha detto di  conoscere dei rom che si sono convertiti al cattolicesimo tenendo conto che loro non hanno una religione, Non vogliamo  generalizzare, dice,  ma notiamo che in Italia come dicono tutti è la certezza della pena ce manca  piuttosto che mancanza delle leggi.

Di tutte queste cose ho parlato con il Sign Daniel che ha confermato quanto mi dicono tutti i rumeni che conosco. Anche lui si trova su FB e  guarda con interesse le nostre pagine e non si sente discriminato e offeso in quanto sa benissimo che quello che pubblichiamo si riferisce ai ROM e non ai Rumeni. Secondo lui tutti i Rumeni lo capiscono e  e non si sentono discriminati e sono integrati bene tra la nostra popolazione .

 In conclusione ribadiamo cheSe i Mendicanti molesti di San Donà sono dei ROm  è la sola Verità
Se questi ROM vengono dalla Romania è verità appurata
Se le villette pubblicate sulla pagina sono villette di ROM è documentato anche se quelle postate non appartengono ai ROM che abitano a San Donà. Tutti i Rumeni lo riconoscono e alcune sono fatte da ROM che portano soldi dall’Italia  mentre altre sono costruite con traffici illeciti
Ma questi sono problemi noti e documenati
Non vedo il perchè dire queste verità sia incitare all’odio come mi ha detto anche il Sig Daniel come rappresentante della Comunità Rumena
Noi però mettiamo sempre bene in chiaro che sono ROM e non Rumeni.
Quindi i Rumeni non possono offendersi.La ringrazio

ROM e RUMENI: disinformazione per ignoranza o una informazione falsa ?

 

In un articolo sulla Nuova Venezia  del giorno 22 corrente mese si legge che la Comunità Rumena di San Donà si sarebbe sentita discriminata per fotografie di case e casette appartenenti ai Rom che risiedono in Romania  e da odio , a dir loro fomentato da commenti che sono apparsi su San Donà + Sicura.

Ci siamo incontrati con il sig. Daniel Saboanu  che è esponente della Comunità Rumena a San Donà e Presidente da anni della Associazione Socio – Culturale Rumena  DECEBAL – TRAIAN  , persona che conosco da anni e che stimo per il suo impegno. Chi meglio di lui poteva dare un giudizio sulle affermazioni che si ritrovano nell’articolo ? Ed ecco cosa è venuto fuori dalla chiacchierata :

“Prima di tutto, quella intervista evidenzia dei dubbi sulla razionalità del intervistato per il semplice motivo che a San Dona non c’è un’altra associazione oltre la nostra, almeno che qualcuno non si spacci per il rappresentante della comunità romena, e  solo se è un prete, ma di solito i preti non rilasciano interviste.”

Il sottoscritto  ha molte infermiere rumene in reparto e in sala operatoria e sono ragazze stupende sia dal punto di vista professionale che umano ed hanno come piace a me sempre il sorriso con gli ammalati e con me. Mi dicono tutte che si sentono bene con noi italiani e che nessuno li discrimina.

Quasi tutte sono su FB. e nessuna ha trovato da ridire qualcosa e in merito alle foto delle villette ; tutte concordano che sono vere e le hanno viste anche loro. Tra l’altro sono un po’ tutte simili come costruzioni  e sono grandi in merito alla ricchezza e alla potenza di tali zingari)

Un  anestesista rumeno mi ha mostrato immagini  simili che ha nel telefonino ed ha confermato tutto. MI ha detto che loro in Romania hanno gli stessi problemi con i ROM . Da loro non è vietato l’accottaggio ma in molti comuni vi è una disposizione del Comune che lo proibisce  e hanno i cartelli che lo vietano fuori dei negozi e ai semafori.

E i sign. Daniel mi darà una foto del cartello che da loro è appesa fuori dai negozi e ai semafori, simile a quello che abbiamo fatto noi. .

 

Ma il concetto è sempre lo stesso: l’elemosina si può chiedere ma non deve essere insistente e con minaccia e con minori per impietosire la gente.

Nessuno non conosce la provenienza di denaro di quelle ville però siamo sicuri che non sono ne uomini d’affari e ne politici non gestiscono ne fabbriche e non sono ne in parlamento, quindi qualche pensiero di illegale può averlo chiunque.

Cretamente molti rom chiedono la elemosina e poi portano i soldi nel loro villaggi assieme a merce rubata.

Il sign Daniel ha fatto notare che affettivamente molti confondono ROM con Rumeni ma dipende dalla ignoranza.  I Rom si trovano in molti paesi sia in Romania , come in altri paesi dell’est ma anche in Italia.

Sempre il Sign Daniel continua “. Non tutti i rom sono medicanti, (quelli di San Dona si) o malvagi. Ha detto di  conoscere dei rom che si sono convertiti al cattolicesimo tenendo conto che loro non hanno una religione, Non vogliamo  generalizzare, dice,  ma notiamo che in Italia come dicono tutti è la certezza della pena ce manca  piuttosto che mancanza delle leggi.

Di tutte queste cose ho parlato con il Sign Daniel che ha confermato quanto mi dicono tutti i rumeni che conosco. Anche lui si trova su FB e  guarda con interesse le nostre pagine e non si sente discriminato e offeso in quanto sa benissimo che quello che pubblichiamo si riferisce ai ROM e non ai Rumeni. Secondo lui tutti i Rumeni lo capiscono e  e non si sentono discriminati e sono integrati bene tra la nostra popolazione .

 In conclusione ribadiamo cheSe i Mendicanti molesti di San Donà sono dei ROm  è la sola Verità
Se questi ROM vengono dalla Romania è verità appurata
Se le villette pubblicate sulla pagina sono villette di ROM è documentato anche se quelle postate non appartengono ai ROM che abitano a San Donà. Tutti i Rumeni lo riconoscono e alcune sono fatte da ROM che portano soldi dall’Italia  mentre altre sono costruite con traffici illeciti
Ma questi sono problemi noti e documenati
Non vedo il perchè dire queste verità sia incitare all’odio come mi ha detto anche il Sig Daniel come rappresentante della Comunità Rumena
Noi però mettiamo sempre bene in chiaro che sono ROM e non Rumeni.
Quindi i Rumeni non possono offendersi.La ringrazio

Ritorniamo su l problema dei Mendicanti Molesti.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorniamo sul problema dei Mendicanti Molesti.

Vedete che non li chiamiamo Rom o Zingari o Sinti  ma solo Mendicanti. Nessuno ci potrà dire che siamo razzisti. Il mendicante non è una razza.

Il mendicante è colui che mendica l’elemosina e che vive di elemosina. Può chiedere l’elemosina perché non ha altri aiuti e deve vivere ( si dice anche vivere di elemosina). Ma ci sono anche persone che vivono di elemosina perché vogliono vivere in un mondo che non è più il loro mondo.

Ma ci sono anche i mendicanti che vivono di elemosina in quanto non vogliono vivere lavorando e preferiscono vivere a spese degli altri. E questi sono quelli che noi chiamiamo mendicanti molesti. Molesti perché pretendono di vivere con le nostre elemosine.

Non si proibisce di chiedere l’elemosina ma si deve proibire di vivere pretendendo l’elemosina.

Noi siamo liberi come dice in un suo post pubblico su Face Book Andrea M.

“Ma se facciamo che i miei soldi li do a chi mi pare, va bene lo stesso?”

Certo che va bene ma credo che nessuno darebbe i soldi se li vengono chiesti con insistenza e con minacce come spesso accade ( basta leggere le testimonianze)

Una minoranza di persone ( una vera minoranza) talvolta scrive che  “ io non sono stato molestato; do normalmente l’euro quando vedo uno che lo chiede…”; certamente uno può dare l’euro perché ne ha tanti ma se ne ha pochi fa fatica a darli anche se lo chiedono con insistenza.

In sostanza nessuno è contro una persona che vive medicando se lo fa educatamente senza carpire la fiducia e la pietà ( vedi falsi invalidi e vedi uso di minori per impietosire) ma noi siamo contro i mendicanti di qualsiasi etnia siano che pretendono.

Un pò come i rifugiati che pretendono di essere mantenuti con una vita di lusso. Tutti avrete letto quei rifugiati che trasportati in un Resort di lusso in Sardegna hanno preteso di tornale a Napoli in quanto in Sardegna erano lontani da città ( pur avendo piscina e televisione satellitare in stanza)

Riporto qui sotto l’articolo che il buon De Bortoli del Gazzettino ha scritto. Riportiamo la versione purgata che si trova online

“ Il racket dei mendicanti inizia in via Verdi a San Donà. Il ritrovo di una banda composta da sei-sette accattoni romeni è tutte le mattine, attorno alle 9,30, nel parcheggio tra l’ospedale e il parco Europa, per poi dividersi le zone della città, lasciando un “presidio” di questuanti nell’area.

Una situazione che ha esasperato i commercianti: «Da oltre un anno dobbiamo fare i conti con richieste pressanti, affronti, minacce, un clima pesante che manda via la clientela». In tutto una decina di esercizi, due bar e un supermercato che ha dovuto assumere una guardia per impedire agli accattoni di infastidire i clienti. Il capobanda sarebbe un uomo corpulento sui quarant’anni spalleggiato da due fratelli, moglie e due figli.

Chi si rifiuta di aiutarli o dare l’elemosina subisce dispetti, insolenze e intimidazioni. Uno degli esercenti ha denunciato il furto della propria bicicletta. «Ho negato al capobanda di venire a ricaricare il telefonino in negozio quando si è presentato con un iPhone di nuova generazione del valore di 700 euro. Ha minacciato di denunciarmi al mio principale, dicendo che vado al bar invece di lavorare. Dopo qualche giorno la bici è sparita».

Sono  soggetti ben noti alla polizia urbana e schedati dalla stessa, che si trovano ogni giorno fuori e dentro l’Ospedale di San Donà, fuori e dentro della Casa di Cura Rizzola, all’esterno del supermercato Lidl, del supermercato Dpiù , del supermercato Winner  e nei vari parcheggi di San dona di Piave. Queste persone molestano a volte pesantemente i cittadini non solo sollecitando l’elemosina ma a volte strattonandoli e offendendoli e creando paura con i loro atteggiamenti.

Queste persone vivono in una casa disabitata vicino al cimitero, usufruendo dei servizi collegati all’abitazione che ora abbiamo appurato da una nostra visita non esistere più essendo stati rovinati. Fanno i loro bisogni nei bagni dell’Ospedale, della Casa di Cura, del Supermercato Lidl. Esistono documentazioni fotografiche e filmati del loro comportamento. Gli stessi soggetti  considerazioni questo un lavoro  ( come sentito personalmente alla mattina quando in gruppo si dividono i posti e gli orari ) . Non accettano alimenti ma vogliono soldi e come da documentazione spendono i loro soldi in smartphones, in sigarette in Ipads e in gratta e vinci ( oltre naturalmente ai loro fabbisogni normali).

È mai possibile che i cittadini di San Donà non possono andare tranquillamente alla Santa Messa? andare tranquillamente a fare la spesa ad un supermercato ? andare tranquillamente all’Ospedale o in Casa di Cura senza essere continuamente vessati da richieste insistenti e da minacce a volte se non si cede all’elemosina?

Dopo aver parlato con dirigente del supermercato Lidl abbiamo saputo  che avendo appreso di perdere clienti proprio per la presenza di questi mendicanti sono stati costretti ad assumere delle persone che allontanino questi mendicanti.

E di questa settimana la notizia che a Catania è stato un esposto un cartello che invita i clienti a non dare l’elemosina in quanto questi mendicanti guadagnano più di un operaio specializzato.

 

 

E non si dica che non è vero in quanto il Supermercato a Catania ha raccolto le prove che questi mendicanti andavano alla sera a dare le monete e a farsi cambiare in denaro in carta.

Ma anche noi abbiamo raccolto la documentazione che i nostri mendicanti vanno a cambiare soldi alle sera in genere di 100 a 150 euro fino ad un massimo di 280 euro  .

Chi di voi può guadagnare comodamente tanti soldi

E pensate che lo fa con i nostri soldi

Noi di San Donà + Sicura ha preparato un altro cartello diverso da quello di Catania. Noi vogliamo fare vedere che non siam contro ROm , contro Zingari o altro , ma anzi vogliamo aiutarli se hanno fame, se non trovano lavoro. Noi li aiutano nel limite del possibile. Vi sono associazioni che aiutano tutti italiani e stranieri nel bisogno. Non regalano certamente smarthones o Ipads o sigarette  o televisioni al plasma ma aiutano realmente

E allora diamo a tutti i negozianti che lo desiderano questo caratello plastificato

 

 

Due signore oggi sul sito di San Donà + Sicura hanno lanciato l’idea “ Domani andiamo anche noi al LIDL a chiedere l’elemosina e vediamo se facendo la concorrenza la gente li da a noi o a loro “

I cittadini chiedono quando si potrà ritornare ad avere una città nella quale  noi tutti possiamo uscire tranquillamente e passeggiare sia di giorno che di sera; quando potremmo andare nei luoghi di cura; quando potremo andare alla Santa Messa o quando potremo recarci nei supermercati a fare la spesa senza essere continuamente vessati da queste persone

Portiamo qui una testimonianza di alcuni giorni fa

Testimonianza

Ancora mendicanti molesti! 
5 minuti fa volevo portare assieme a mio padre dei vestiti vecchi nel bidone della Caritas di San Pio X. Arriviamo, non facciamo a tempo a mettere giù la macchina che 2 persone, sempre le solite che chiedono l’elemosina dopo le messe (un uomo e una donna) ci braccano, aggredendoci e chiedendo di dare loro i sacchetti. Su 4 sacchi, per paura di ritorsioni, gliene abbiamo consegnati 2, e già per i 2 sacchi che abbiamo messo dentro erano molto scocciati, quasi avessi buttato via un tesoro.
Contemporaneamente, arriva una ragazza da sola, che ancora prima di scendere dalla macchina si sente chiedere “Hai vestiti?”
Lei, più risoluta di noi, scarica tutto e fa per mettere tutto dentro il bidone, intimandoli (alzando la voce) di andarsene e chiedendo rispetto. I due mollano la presa, ma se ne alza un terzo (più vecchio) e le va incontro. Quando vede che la ragazza non ha nessuna intenzione di dare loro niente, prima le prende il braccio, poi le blocca con la forza il maniglione che va tirato per mettere i sacchi dentro il contenitore. Io e mio padre, che eravamo rimasti nei paraggi di proposito visto che lei era sola, interveniamo per separarli, e per far finire il lavoro alla signorina. Il vecchio inizia a blaterare qualcosa in una lingua che non ho capito, si allontana mettendosi le mani nei capelli e mostrandoci il dito medio.

In genere la tattica non è violenta ma molesta certamente

Fuori dalla chiesa alla uscita della S. Messa chiedono qualcosa per mangiare e lamentandosi che hanno fame. Lo stesso fuori dall’Ospedale. Mentre all’eterno dei Supermercati chiedono di la moneta che era stata messa nel carrello. Sono sia lui che la donna insistenti anche se all’inizio cercano di aiutare le persone anziane a portare il carrello e a depositare le borsette in macchina. Ma diventano poi molesti anche se questi sono pacifici se non le viene dato nulla. Ma è difficile per una persona anziana o per una donna con dei bambini riportare il carrelli indietro e riprendere la monetina.

E’ vero che sono un euro o due euro e si possono dare ma non tutti possono e poi ognuno può dare un obolo a chi vuole ma non piace darlo a chi lo chiede e quasi lo pretendente

San Donà + Sicura si sta muovendo

Occhio Sandonatese ha scritto oggi a proposito dell’articolo sul gazzettino “ Parlano.. tutti parlano.. ma nessuno fa niente “

San Donà + sicura si sta muovendo

Ha trovato i proprietari della Casa in cui vivono in Viale Primavera. Le voci erano tante e tanti dicevano che era del Comune. Noi abbiamo trovato i proprietari ed abbiamo fatto un esposto al Comune  e tramite Il Comune e l’ASL  è stato fatto un sopralluogo ed ora si sta facendo una ordinanza di sgombero e messa in sicurezza della struttura

Per le elemosine con moleste abbiamo ideato un manifesto per i negozi che lo vogliono.

Non è contro i ROM o gli Zingari ma contro i mendicanti molesti, siano italiani o di altra etnia

Se uno è mendicante può essere di tante razze e se è molesto lo può essere di tante etnie.

Noi vogliamo riportare San Donà alla Vita di 10 anni fa

Questa settimana i giornali hanno riportato che San Donà è la 50 città più vivibile in Italia ma…i dati si riferiscono ad anni fa

Adesso la situazione non è più la stessa. Si vive male,; i furti sono non uno ma diversi ogni giorno

Certamente noi scrivendo non possiamo fare molto. Sono i Politici e le Forse dell‘Ordine che possono fare qualcosa.

Ma noi possiamo fare opera di sensibilizzazione, possiamo aiutare le Forze dell’Ordine ma possiamo cercare di vivere in pace l’uno con l’altro senza violenza anche verbale che vediamo e sentiamo ogni giorno

Protocollo ” Mille occhi Sulla Città ”

PROTOCOLLO D’INTESA

Mille occhi sulla città

Tra

Prefettura di Venezia  e     gli Istituti di Vigilanza privata operanti nella provincia di Venezia     


VISTO il Protocollo di intesa sottoscritto in data 11 febbraio 2010 dal Ministro dell’Interno, dall’ANCI e dalle Associazioni rappresentative degli Istituti di Vigilanza privata, denominato “Mille occhi sulle città”, con l’obiettivo di sviluppare un sistema di sicurezza volto ad integrare le iniziative pubbliche e private nella cornice della “sussidiarietà” e della “complementarietà”;

CONSIDERATO che la sicurezza dei cittadini è un bene prioritario per la collettività, alla cui salvaguardia concorre sia l’azione delle Istituzioni che dei privati;

RITENUTO necessario realizzare la massima collaborazione tra le Autorità di pubblica sicurezza, le Forze di Polizia dello Stato, la Polizia Locale e gli Istituti di Vigilanza privata, cui è demandato, ai sensi dell’art. 256/bis del RD. 6 maggio 1940, n. 635 (Regolamento per l’esecuzione del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza) e successive modificazioni, lo svolgimento dei servizi di “sicurezza complementare”, nei limiti fissati dalle disposizioni del R.D. 18 giugno 1931, n. 773 e successive modificazioni;

CONSIDERATO che, ai sensi dell’art. 1 p. 1.2 del sopracitato Protocollo d’intesa “Mille occhi sulla città”, sottoscritto in data 11 febbraio 2010, è demandato al Prefetto il compito di individuare gli Istituti di Vigilanza privata anche non aderenti ad Associazioni imprenditoriali di categoria che, su base volontaria, possono essere coinvolti nel progetto, in relazione alle dotazioni tecnologiche impiegate, al numero di guardie particolari giurate dipendenti, ai servizi svolti sul territorio;

CONSIDERATO che, in linea con i criteri suindicati e tenuto conto delle specifiche e peculiari esigenze del territorio, sono stati individuati e selezionati i seguenti Istituti di Vigilanza privata: Castellano Srl, C.D.S. Costantini Divisione Sicurezza, CIVIS Spa, North East Services Spa, Serenissima Scarl, AXITEA Spa;

ATTESO che, in conformità agli indirizzi contenuti nella circolare prot. n. 11075/110(7) in data 2 marzo 2010 del Ministero dell’Interno, il Progetto dovrà essere attivato in ogni provincia, a partire dalla città capoluogo;

RITENUTO OPPORTUNO avvalersi, attraverso la stipula di apposita convenzione, della cooperazione degli enti privati che operano nel campo della sicurezza cosiddetta “complementare”, sentito il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza  Pubblica;

CONSIDERATO che, nell’ambito della seduta del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica del 25 febbraio 2011, in relazione alle valutate specifiche e peculiari esigenze del territorio, è stato definito l’ambito operativo territoriale del Protocollo, rilevando la necessità di dover coinvolgere nella fase attuativa iniziale il Comune capoluogo, ferma restando la possibilità di estendere l’iniziativa anche agli altri Comuni della provincia, qualora interessati;

VISTO il Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773 – Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza e successive modificazioni;

VISTO il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modifiche ed integrazioni;

VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica  4 agosto 2008, n. 153;

VISTO il Decreto legge 23 maggio 2008, n. 92 recante “misure urgenti in materia di sicurezza pubblica”- convertito dalla Legge 24 luglio 2008, n. 125;

VISTA la Legge 15 luglio 2009 n. 94, e i relativi regolamenti di attuazione;

 

TENUTO CONTO che :

  • le guardie particolari giurate, nello svolgimento dei servizi di “sicurezza complementare”, affidati dalla committenza all’Istituto di Vigilanza da cui dipendono, possono  svolgere,  altresì,  compiti  di  osservazione e raccogliere elementi di informazione di particolare utilità per le Forze di Polizia e le Polizie locali per la prevenzione e la repressione di reati, nei limiti di quanto stabilito dall’art. 54 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, nonché delle determinazioni assunte dall’apposito “Tavolo Tecnico”, istituito presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, volte a promuovere la standardizzazione delle procedure e dell’impiego delle tecnologie funzionali per la comunicazione delle informazioni, di cui al Disciplinare allegato al Protocollo d’intesa “Mille Occhi Sulle Città”, sottoscritto in data 11 febbraio 2010, che si richiama integralmente (all.1);
  •  la suddetta attività di osservazione e la trasmissione delle informazioni non comporta l’esercizio di pubbliche funzioni, né può comportare costi od oneri ulteriori rispetto a quelli corrisposti dalla committenza all’Istituto di Vigilanza privata per i servizi espletati, costituendo corollario della più generale attività di vigilanza;
  • il contributo fornito dall’attività di osservazione può essere opportunamente valorizzato in un contesto informativo che riguardi ogni notizia e segnalazione alle Forze di Polizia e alle Polizie locali utile per l’ordine e la sicurezza pubblica, comprese quelle relative a fattori ambientali che incidono sulla sicurezza urbana;

 

APPROVANO

il Protocollo di intesa denominato Progetto Mille occhi sulla città”

CONVENGONO QUANTO SEGUE:

 

1.   L’attivazione del Progetto “Mille occhi sulla città “;

1.1  La Prefettura – UTG di Venezia ed il Comune di Venezia favoriscono sul territorio un piano di collaborazione informativa tra le Forze di Polizia, il Corpo di Polizia locale e gli Istituti di vigilanza privata, per il monitoraggio delle situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana, secondo criteri operativi volti a potenziare il controllo del territorio, nonché l’efficacia dell’attività di vigilanza privata di cui all’allegato tecnico al predetto Protocollo d’intesa sottoscritto in data 11 febbraio 2010 che costituisce parte integrante del presente Protocollo (all.2);

1.2     Gli Istituti di Vigilanza privata che aderiscono al progetto provvedono ad assicurare la tempestiva trasmissione di dati e di notizie di interesse, anche sulla base di eventuali segnalazioni loro pervenute, utilizzando sistemi idonei a garantire la rapida e documentata comunicazione. A tal fine adottano, di massima, misure organizzative atte ad individuare un unico punto di contatto per la trasmissione delle comunicazioni alle Forze di Polizia a competenza generale ed alle Polizie locali. Tali informazioni verranno inoltrate, in via generale, alla Sala Operativa della Questura, nel caso di segnalazioni riguardanti il capoluogo di provincia ed alla Centrale operativa del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, negli altri casi, nonché alla Sala Operativa del Comando di  Polizia locale, per quanto attiene alla sicurezza urbana;

1.3 Il Questore di Venezia, tenuto conto delle intese raggiunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nonché delle contingenze locali indica le modalità operative dell’attività di osservazione cui gli Istituti di Vigilanza privata dovranno attenersi;

2   Formazione del personale degli Istituti di Vigilanza privata impiegato nel Progetto “Mille occhi sulla città “.

2.1 L’attività formativa sul territorio provinciale del personale degli Istituti di vigilanza privata verrà espletata, senza oneri per il bilancio dello Stato, da qualificato personale della Questura e/o del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Venezia, ovvero da personale della Polizia locale di Venezia  per gli aspetti attinenti alla sicurezza urbana, allo scopo di qualificare le singole guardie giurate affinché le stesse possano interagire in modo puntuale e compiuto con una struttura istituzionale, nonché svolgere in modo adeguato l’attività di osservazione di tipo preventivo.

2.2 In sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, il Prefetto ed il Sindaco di Venezia possono valutare l’opportunità di far partecipare le guardie particolari giurate a programmate attività formative svolte nell’ambito dell’aggiornamento professionale del personale delle Forze di Polizia e di Polizia Locale normalmente impiegato nel controllo del territorio ed in attività di prevenzione.

3    Verifiche, integrazioni, modifiche e durata.

3.1 La Prefettura – UTG di Venezia effettua il monitoraggio sull’attuazione del presente protocollo, il cui esito è sottoposto semestralmente all’esame del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Le periodiche valutazioni sulla efficienza e l’efficacia delle attività regolate dal presente protocollo sono comunicate dal Prefetto al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che avrà cura di segnalare anche eventuali problematiche o proposte meritevoli di intervento a livello centrale, affinchè possano essere esaminate d’intesa con l’A.N.C.I. e le Associazioni, per la parte di rispettiva competenza, anche per eventuali integrazioni o modifiche da apportare al presente Protocollo;

3.2       Il presente Protocollo adottato con il Comune di Venezia e che potrà essere esteso anche ad altri Comuni della provincia, ha la durata di tre anni ed alla scadenza potrà essere prorogato di ulteriori tre anni.

3.3      I titolari degli Istituti di Vigilanza privata interessati devono informare dettagliatamente le guardie particolari giurate dipendenti sui contenuti del presente Protocollo d’Intesa.

4    Oneri.

4.1 II presente accordo non comporta alcun onere per il bilancio dello Stato. Gli oneri eventualmente connessi all’adeguamento delle strutture, all’approvvigionamento dei supporti tecnologici necessari ed alla formazione, saranno a completo carico degli Istituti di Vigilanza privata interessati.

 

Venezia, 21 aprile 2011

ALLEGATO 1

DISCIPLINARE PREDISPOSTO DAL TAVOLO TECNICO ISTITUITO PRESSO IL DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA VOLTO A PROMUOVERE LA STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE E DELL’IMPIEGO DELLE TECNOLOGIE

Progetto “MILLE OCCHI SULLA CITTA’

 

A)    -  DISPOSIZIONI GENERALI

1)    Il presente disciplinare – ferme restando le procedure per l’inoltro di richieste di pronto intervento e di soccorso pubblico – ha per oggetto la standardizzazione delle procedure e dell’impiego delle tecnologie per la realizzazione della collaborazione informativa tra Istituti di Vigilanza, Forze di polizia e polizia locale, così come convenuto nel Protocollo d’intesa “Mille occhi sulle città” sottoscritto l’11 febbraio 2010 dal Ministro dell’Interno, dall’A.N.C.I. e dalle Associazioni rappresentative degli Istituti di Vigilanza Privata. Il documento è stato elaborato in seno al “tavolo tecnico” previsto dal punto 1.5 del Protocollo d’intesa, composto dalle Associazioni firmatarie, dalle Forze di polizia interessate e dai rappresentanti della Polizia locale.

2)    La collaborazione informativa si realizza nella comunicazione alle Forze di polizia e, ove presente, alla Polizia locale delle informazioni assunte dalle guardie particolari giurate nel corso dello svolgimento dei servizi di vigilanza, concernenti situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana; le relative notizie dovranno essere complete ed attendibili.

3)    Il sistema dovrà consentire la comunicazione diretta, anche telefonica, tra le sale e le centrali operative delle Forze di polizia e della Polizia locale ed il Centro di coordinamento o la Centrale Operativa dell’I.V.P. attraverso procedure che garantiscano, in relazione al contenuto delle singole informazioni, la necessaria tempestività.

4)    Le sale e le centrali operative delle Forze di polizia e, ove esistenti, quelle della Polizia locale – nei limiti di cui al punto 1.3 dell’allegato tecnico al Protocollo d’intesa – dirameranno le segnalazioni di ricerca al Centro di coordinamento o alla Centrale operativa degli Istituti di Vigilanza privata.

5)    Tutte le comunicazioni dovranno essere annotate e registrate informaticamente con le modalità individuate nel presente documento, nell’ambito di quanto stabilito dall’art.54 del decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196; al riguardo, gli Istituti di Vigilanza privata dovranno attenersi ai requisiti previsti nell’emanando decreto in materia di capacità tecnica degli istituti di vigilanza attuativo delle disposizioni dell’art. 257 R.E. del T.U.L.P.S.

6)     Il sistema di gestione del flusso informativo dovrà essere compatibile con i sistemi già presenti nelle sale/centrali operative delle Forze di polizia ed in quelle della Polizia locale.

7)    Le specifiche tecniche proposte nel presente documento sono da intendersi come requisiti minimi; potranno, pertanto, essere implementate con soluzioni tecnologiche migliorative purché tali da garantire gli obiettivi prefissati in termini di prestazioni, sicurezza e gestibilità.

8)    Gli Istituti di Vigilanza privata saranno individuati dai Prefetti, in base alle specifiche esigenze del territorio e tenendo conto dei requisiti minimi di capacità tecnica e qualità dei servizi previsti dal decreto ministeriale di cui all’art. 257, comma 4, del Regolamento d’esecuzione T.U.L.P.S.

      B)  -  FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA

1)    Le segnalazioni che possono formare oggetto di comunicazione sono indicate al punto 3) dell’Allegato tecnico al Protocollo d’intesa.

2)    Tali segnalazioni saranno inoltrate dal Centro di Coordinamento o dalla Centrale Operativa degli Istituti di Vigilanza alle sale ed alle centrali operative delle Forze di polizia e di Polizia locale tramite comunicazioni telefoniche e, nei casi non urgenti, per mezzo di un sistema di Posta Elettronica Certificata – PEC. I dati contenuti nel messaggio di posta elettronica dovranno comprendere tutti gli elementi identificativi e referenziali dell’istituto di vigilanza da cui proviene la segnalazione, oltre alla data, all’indirizzo ed alla tipologia di segnalazione. Le comunicazioni saranno registrate e archiviate informaticamente da un sistema che riunisca i requisiti elencati al successivo paragrafo C).

3)    Gli eventuali oneri aggiuntivi per la realizzazione ed il corretto funzionamento del sistema di messaggistica, compresi quelli derivanti dall’installazione di programmi antivirus, nonché, qualora necessario, la formazione degli addetti alle sale/centrali operative sono a completo carico degli Istituti di Vigilanza.

4)    Il regime di ripartizione delle comunicazioni ai diversi destinatari previsti dal Protocollo è disciplinato dal punto 1.4) dello stesso laddove è previsto che le “informazioni verranno inoltrate, in via generale, alla sala operativa della Questura, nel caso di segnalazioni riguardanti il capoluogo di provincia ed alla centrale operativa del comando Provinciale dei Carabinieri, negli altri casi, nonché alle centrali operative delle Polizie locali, ove esistenti, per quanto attiene alla sicurezza urbana. Restano salve diverse modalità di comunicazione, stabilite in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.


     C)  -  SICUREZZA DELLE REGISTRAZIONI

Il supporto della memoria presso il Centro di coordinamento o la Centrale Operativa dell’I.V.P. sulla quale sono registrate le comunicazioni, per le finalità d’impiego da parte dell’Autorità giudiziaria, dovrà obbligatoriamente essere:

1)    asportabile, o trasferibile in modo non modificabile, da parte degli organi di Polizia Giudiziaria e conseguentemente sostituibile con analogo apparato, a carico degli Istituti, per garantire la continuità del servizio;

2)    leggibile attraverso un collegamento rapido ad un generico personal computer, dotato del necessario software di lettura, ma non modificabile nei contenuti;

3)    monitorabile, in locale o da remoto, attraverso la registrazione di un file di log di tutte le variazioni di stato di funzionamento dello stesso supporto (il file di log dovrà essere reso disponibile agli organi di P.G. contestualmente al sequestro del supporto);

4)    custodito con efficaci misure di protezione

 

Roma, 21 giugno 2010

ALLEGATO 2

 

ALLEGATO TECNICO AL PROTOCOLLO D’INTESA  

“MILLE OCCHI SULLA CITTA’ “

 SOTTOSCRITTO IN DATA 11 FEBBRAIO 2010

 

 1.      Caratteristiche operative del servizio.

1.1   Il servizio si basa sulla collaborazione informativa tra Istituti di vigilanza, organi di polizia e di Polizia locale, per il monitoraggio delle situazioni di interesse per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana, secondo criteri operativi volti a potenziare il controllo del territorio, nonché l’efficacia dell’attività di vigilanza privata.

1.2   La collaborazione informativa avviene tra le centrali operative degli Istituti di vigilanza – possibilmente organizzate in modo da individuare un unico punto di contatto – cui le singole guardie particolari giurate comunicheranno tutte le notizie concernenti situazioni di rilievo per la sicurezza pubblica e la sicurezza urbana, assunte durante lo svolgimento dei servizi di vigilanza, e quelle delle Forze di polizia e di Polizia locale.

1.3   Le sale o centrali operative delle predette forze di polizia e, ove esistenti, quelle di Polizia locale, ove non ostino esigenze di segretezza o riservatezza operativa o di tutela di dati personali, dirameranno le segnalazioni di ricerca o note d’allarme anche alle centrali operative degli Istituti, in modo che gli stessi possano allertare le rispettive pattuglie, ampliando, così, il numero di operatori in grado di verificare le diverse situazioni.

 

  1. 2.      Gestione del servizio.

2.1   Ogni notizia, sia in entrata che in uscita, sarà debitamente annotata, secondo quanto stabilito dall’art. 54 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e registrata informaticamente in base alle procedure che verranno stabilite in sede di “tavolo tecnico” di cui al punto 1.5 del Protocollo, al fine di consentire sia una rapida comunicazione che l’espletamento del controllo sulla puntuale osservanza dei nuovi criteri di interscambio da parte di tutti i soggetti interessati, estrapolando il numero delle note girate, la rispondenza ai parametri sopra introdotti, la rapidità dello scambio ed ogni altro elemento di verifica.

  1. 3.      Definizione delle informazioni che possono formare oggetto di comunicazione.

3.1 Le segnalazioni potranno riguardare:

a)      la presenza di mezzi di trasporto o di persone sospette;

b)      l’eventuale fuga di mezzi o persone dal luogo del delitto;

c)      la segnalazione di auto o moto rubate;

d)      la segnalazione di bambini, persone anziane, persone in stato confusionale ed in evidente difficoltà;

e)      la segnalazione della presenza di ostacoli sulle vie di comunicazione;

f)       l’interruzione dei servizi di fornitura di fonti energetiche;

g)              la segnalazione di allontanamento da presidi ospedalieri di persone anziane o in trattamento sanitario obbligatorio;

h)             la segnalazione di ogni altra situazione che faccia ritenere imminente la commissione di reati;

i)                le situazioni particolarmente significative di degrado urbano e disagio sociale.

Rete Città + Sicura VS Controllo del Vicinato

 

 

 

 

 

Recentemente abbiamo pubblicato un articolo sul “Controllo del Vicinato” che voleva essere una risposta a quanto la Amministrazione di San Donà di Piave sta proponendo negli incontri pubblici nelle frazioni.

L’articolo è stato letto da migliaia di persone non solo nel nostro territorio ma specie nella provincia di Treviso ma anche all’estero in quanto il nostro Sito  viene letto da cittadini di vari provincie e anche all’estero.

In questo articolo vogliamo spiegare in maniera semplice la differenza tra “ Controllo di Vicinato “ e la “ Rete Città + Sicure “.

E questo perché abbiamo ricevuto critiche che il precedente articolo era troppo lungo e prolisso.

E lo possiamo fare in quanto abbiamo studiato il problema della Sicurezza e abbiamo studiato la organizzazione e i principi del “ Controllo del Vicinato “  mentre per quanto riguarda la “ Rete della Città + Sicure”  siamo stati parte dei fondatori e siamo attualmente gli organizzatori.

Vogliamo raccontare come e dove è nata l’idea del Controllo di Vicinato , come si è sviluppato e diffuso, quali sono i principi, le regole la filosofia  e in modo particolare quali sono le differenze con la Rete + Sicura.

Lo possiamo fare anche in quanto noi conosciamo bene tale realtà essendo stati invitati dal gruppo di “ Controllo di Vicinato “ di Mira ed abbiamo discusso dei problemi inerenti al loro sistema e al nostro sistema. Abbiamo discusso delle differenze di gestione e abbiamo cercato di ottimizzare i due sistemi.

 

La Storia

Controllo di vicinato cominciò silenziosamente alla fine degli anni ’60 come responso allo stupro e all’omicidio di Kitty Genovese in New York. Cominciò come un gruppo che aveva la funzione di associare i vicini e la comunità per crimini . Non era composta da vigilantes  ma era da persone che sospettando delitti o crimini incoraggiavano gli amici e i vicini della comunità a contattare le autorità ad intervenire anche solo nei sospetti.

Nato quindi negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70 e arrivato in Europa partendo dalla piccolissima Mollington nel Cheshire in Gran Bretagna (1982) e quindi  in Canada, Australia e Nuova Zelanda e in un’infinità di centri minori in tutti i Paesi anglosassoni.

 

In Italia il “ Controllo del Vicinato  è nato nel 2008 da un certo  Gianfrancesco che, dopo essere stato vittima di un tentato furto nella sua casa, ha importato dall’Inghilterra e promosso in Italia, il “neighbourhood watch”, facendo anche nascere nel 2009, il primo gruppo italiano sul controllo del vicinato.

In pratica, il programma dell’associazione prevede l’auto-organizzazione tra vicini, per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare, a chiunque passi nell’area interessata al controllo, che la sua presenza non passerà inosservata, e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area.

Vicino a noi vi è la realtà di Mira che è diventata una cittadina da prendere ad esempio  grazie ad alcuni gruppi di cittadini, che in febbraio  2014 avevano deciso di organizzarsi per controllare il vicinato dopo svariati episodio di furto

L’iniziativa, ideata dagli abitanti della frazione di Gambarare, aveva lo scopo di ‘’spaventare’’ i ladri. Per far ciò, gli abitanti della frazione avevano posto nei quartieri la segnaletica ‘’Zona controllo del vicinato’’ e si erano riuniti in cinquanta, controllando determinate zone ed avvisandosi tra loro attraverso sms e telecamere private.

Da quando i gruppi di controllo di vicinato  sono stati organizzati, cinque mesi fa nell’area Molin Rotto a Gambarare per combattere la microcriminalità dilagante e i furti, questi tipi di reati si sono quasi azzerati.

Di fatto due gruppi di 25 persone ciascuno controllano un territorio circoscritto grazie a continui scambi di messaggi sui cellulari e sistemi di telecamere private.

La Rete Citta + Sicura è nata nel 2013 a Jesolo per opera di Nicola Manente e Nicola Mogavero.

Hanno creato una pagina interattiva su Face Book che avvisava i cittadini di possibili pericoli o di pericoli accertati che non riguardavano solo delitti e rapine ma qualsiasi notizia utile ai cittadini per migliorare la loro sicurezza in senso lato.

Tale pagina ha avuto un successo veloce e i cittadini hanno iniziato a collaborare segnalando possibili pericoli o fatti accertati.

Al giorno d’oggi il Web e FB sono onnipresenti e non solo nei giovani in quanto la media dei navigatori di FB sono tra i 30 e 60 anni.

Nel marzo di quest’anno Jesolo + sicura ha partecipato ad un convegno sulla Sicurezza organizzati da “ Il Ponte” portando darti e giustificazione e nel mese di Aprile si è costituita la pagina di San Donà + Sicura assieme alal pagina di Jesolo.

Il successo è stato importante sia come adesioni , che come lettori ma in modo particolare come segnalazioni che riguardavano la sicurezza in senso lato ( sociosanitaria)

Da lì in 4 mesi la città + sicure sono passate da 2 a 9 e altre chiedono di entrare nella rete + sicura.

Vediamo allora le differenze e cosa fa ritenere il nostro Progetto +Sicura più facilmente stendibile con una maggiore diffusione e velocità di trasmissione dei dati del “ Controllo di Vicinato “

Tutte e due le iniziative sono hanno radici politiche o meglio partitiche

Gli amministratori +Sicura cancellano ogni frase che si riferisce ad un partito o frasi razziste

Gli Amministratori di + Sicura girano , verificano , chiedono e intervistano persone sospette nel limite del possibile senza stimolare reazione violente o pericolose. Lo stesso fanno i cittadini che partecipano al Controllo di Vicinato

Sia Il Controllo di Vicinato  che  La Rete + Sicura non chiedono nulla al Comune e ogni riunione o cartelli o manifesti o altro è a spese degli Amministratori o di offerte se in futuro qualcuno le volesse donare

Ogni costo per qualsiasi manifestazione o gadget o altro è totalmente a carico egli amministratori della rete + Sicura

Come viene vista dalle autorità? Il Controllo del Vicinato non ha trovato ostacoli dalle Amministrazioni in quanto non segnala zone di degrado pubblico o di problemi sociosanitari ma solamente è un passa parola tra cittadini su possibili pericoli.

La Rete Città +sicura ha trovato qualche ostacolo in quanto i cittadini scrivono sulle pagine e tutti possono leggere e quindi a nessuna amministrazione fa piacere leggere critiche sulla situazione della propria città

Ma ora la Rete + Sicura sta crescendo con vari comuni che aderiscono e i rapporti cogli amministratori sta migliorando in quanto parlando hanno capito che noi siamo di supporto alle amministrazioni e alle Forze dell’Ordine e noi siamo qui per aiutare i cittadini e quindi anche loro.

Il modello di Controllo del Vicinato è applicabile ovunque? 
Il Controllo del Vicinato è applicabile ovunque. La zona ideale per l’applicazione del Controllo del Vicinato è tuttavia piuttosto circoscritta (e ciascuna con un proprio coordinatore), non sono ideali per poter avere una chiara situazione del viavai di auto e persone le zone con troppi esercizi commerciali o con uno o più palazzi di grandi dimensioni.

Il Modello di Rete + Sicura è applicabile e ripetibile in ogni paese o città Non ha a confronto del Progetto Controllo del Vicinato limiti di persone, quartieri o vie.. Vanno bene zone solo abitate o zone commerciali.

Il Controllo del Vicinati e la Rete + Sicura tende  a prevenire. Prevenire meglio che curare. Prevenire meglio che succeda il furto o il danno. Si può chiamare la Polizia o i Carabinieri o avvisare la Ammnistrazione

Dall’incontro che abbiamo avuto con il Comitato di Controllo Di Vicinato di Mira abbiamo raccolto e approvato l’idea di preparare dei cartelli simili ai loro per indicare le zone che i cittadini ci segnaleranno come posti a rischio e saranno maggiormente sorvegliati  agli aderenti alla Rete + Sicura. Saranno dislocati nei posti scelti con il personale dalla Amministrazione ad indicare che tali vie o piazze sono maggiormente sorvegliate dai cittadini stessi

 Ci saranno incontri con i cittadini aperti al pubblico e alle istituzioni in cui farà il punto della situazione e saranno presenti esperti del settore che esporranno consigli  e faranno relazioni utili per capire come difenderci meglio e in modo legale

 

Vi sono alcuni consigli che prendiamo dalla loro esperienza che riteniamo validi anche per la Rete + Sicura

  • Sensibilizzare il vicinato circa l’importanza che tutti prendano parte a questa sorta di “auto-controllo”. Quante più persone la effettueranno, tanto più sarà efficace.
  • Prestare maggiore attenzione a ciò che avviene nel proprio quartiere, nelle proprie strade.
  • Segnare su un taccuino eventuali auto (tipo, targa) che risultino sospette. Auto diverse dalle solite che transitano in zona magari lentamente o con a bordo persone sospette, auto o moto che siano parcheggiate lungamente di fronte a delle abitazioni con qualcuno a bordo etc. In caso di furti questi indizi potrebbero rivelarsi utili alle autorità.
  • Chiedere a persone che passino all’interno del quartiere guardandosi troppo in giro se abbiano bisogno di aiuto o se stiano cercando qualcuno. E’ un semplice, antico gesto per far sapere alla persona che non è passata inosservata e un possibile aiuto a visitatori occasionali del quartiere.
  • Non sono richiesti né eroismi né particolari competenze, si tratta sostanzialmente di essere più vigili, di osservare meglio; per esempio guardare meglio fuori casa, la strada o la proprietà del vicino, quando si esce o si rientra a casa o quando si stende il bucato, quando si fuma sul balcone oppure si porta a spasso il cane, etc…
  • Uscire al suono di un allarme anziché fingere di non sentirlo. Nessuno chiede di correre fuori dalla vasca da bagno e precipitarsi in strada, ma quante volte ci basterebbe aprire la finestra o fare pochi gradini per verificare che non si stia perpetrando un reato? Se anche solo quattro persone di un vicinato guarderanno per pochi secondi fuori dalla finestra prestando attenzione ad eventuali anomalie (es. segni di scasso, finestre aperte, vetri infranti, auto o furgoni) si avranno quattro prospettive diverse di un possibile crimine e qualcuno pronto a chiamare le Forze dell’Ordine.

Guardare fuori quando abbaiano i cani del vicino o se qualcuno parla concitatamente oppure grida sotto casa

 D’altra parte i vantaggi della Rete Città + Sicura sono

1)  Si occupa della Sicurezza Globale  e non solo di furti e rapine

2)  La velocità della trasmissione dei dati è in tempo reale , mentre nel Controllo del Vicinato a volte può passare 48 ora dall’inizio di una via all’ultimo abitante della zona

3)  Non si limita ai soggetti di una via a  tuti quelli che si collegano con Internet

4)  E’ applicabile in ogni città, grande piccola e non ha limiti di tipologia di abitazioni U negozi, centri commerciali) come per Controllo di Vicinato

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

Egregio Signor Sindaco scrivo non come Presidente del Movimento di Opinione Il Ponte, non come l’ideatore e amministratore della Pagina San Donà  Sicura nonché Coordinatore di tutta la Rete +  Sicura.

Le scrivo come cittadino di San Donà  di Piave.

Questa sera  quando mi sono recato alla Santa messa sono stato molestato pesantemente al’ingresso della Chiesa di San Pio X da uno soliti mendicanti molesti che lei conosce bene vivendo a San Donà e leggendo gli articoli e le denunce sui giornali. Sono stato molestato pesantemente perché non ho dato loro l’elemosina e non ho, secondo loro, augurato a loro una buona domenica.

Sono  soggetti ben noti alla polizia urbana e schedati dalla stessa, che si trovano ogni giorno fuori e dentro l’Ospedale di San Donà, fuori e dentro della Casa di Cura Rizzola, all’esterno del supermercato Lidl, del supermercato Dpiù , del supermercato Winner  e nei vari parcheggi di San dona di Piave. Queste persone molestano a volte pesantemente i cittadini non solo sollecitando l’elemosina ma a volte strattonandoli e offendendoli e creando paura con i loro atteggiamenti.

Queste persone come lei ben sa vivono in una casa disabitata vicino al cimitero, usufruendo dei servizi collegati all’abitazione. Fanno i loro bisogni nei bagni dell’Ospedale, della Casa di Cura, del Supermercato Lidl. Esistono documentazioni fotografiche e filmati del loro comportamento. Gli stessi soggetti  considerazioni questo un lavoro  ( come sentito personalmente alla mattina quando in gruppo si dividono i posti e gli orari ) . Non accettano alimenti ma vogliono soldi e come da documentazione spendono i loro soldi in smartphones, in sigarette in Ipads e in gratta e vinci ( oltre naturalmente ai loro fabbisogni normali).

Io oggi ho ricevuto l’attestazione di solidarietà dalle persone vicine ma certamente il diverbio e le offese non mi hanno permesso  di poter ascoltare tranquillamente la Santa Messa.

È mai possibile che i cittadini di San Donà non possono andare tranquillamente alla Santa Messa? andare tranquillamente a fare la spesa ad un supermercato ? andare tranquillamente all’Ospedale o in Casa di Cura senza essere continuamente vessati da richieste insistenti e da minacce a volte se non si cede all’elemosina?

Oggi ho parlato con un dirigente del supermercato Lidl che mi ha detto che avendo appreso di perdere clienti proprio per la presenza di questi mendicanti sono stati costretti ad assumere delle persone che allontanino questi mendicanti.

Le sembra giusto che un cittadino di questa città non possa vivere tranquillamente e debba difendersi da solo da questi individui?. Lei come Sindaco è responsabile della Salute dei suoi cittadini e per Salute si intende lo stato psicofisico del cittadino. Lei è anche responsabile della sicurezza dei cittadini e la sicurezza comprende lo stato che ogni cittadino ha di poter girare in sicurezza e in serenità per la propria città.

Chiedo e ce lo chiedono migliaia di cittadini quando si potrà ritornare ad avere una città nella quale  noi tutti possiamo uscire tranquillamente e passeggiare sia di giorno che di sera; quando potremmo andare nei luoghi di cura; quando potremo andare alla Santa Messa o quando potremo recarci nei supermercati a fare la spesa senza essere continuamente vessati da queste persone.

Le chiedo se la sua Amministrazione intende porre rimedio a questa situazione che rende poco vivibile la vita di noi cittadini. Questa lettera aperta viene messa sui Social Networks   e nel sito ”  Il Ponte”  in quanto la visibilità è alta e  in molti aspetteranno una Sua risposta per poter pensare ad un prossimo futuro più sereno e tranquillo

Ringraziandola dell’attenzione porgo distinti saluti

Madeyski Paolo

San Donà+Sicura: Un Ponte tra la Gente che si allunga oltre la sicurezza !

Il gruppo San Donà+Sicura  che si allargato assieme ad Jesolo+Sicura con Noventa+Sicura, Cavallino+Sicura, Fossalta+Sicura e che nelle prossime settimane si allargherà di altre tre/quattro città sta crescendo

Sta crescendo come adesioni ( i mi piace) ma sta crescendo specialmente come visite di persone che fanno segnalazioni e che sono la linfa della pagina. Le segnalazioni infatti permettono alla gente di stare attenta , di non lasciarsi truffare, di non farsi derubare eccc.

Le segnalazioni i permettono alle forze dell’ordine di intervenire ed eliminare i pericoli , di chiudere le discariche abusive e altro

La collaborazione tra la città e il cittadino e tra il cittadino e un altro cittadino abbiamo sempre detto che è un Ponte

Ma il nostro gruppo, il nostro Team va oltre. E’ effettivamente un Ponte tra la gente: segnala, spesso risolve ma aiuta anche chi è in difficoltà

Quest’oggi il gruppo +SICURA, dopo il caso del ragazzo scomparso a Caorle ha deciso di contattare la redazione giornalistica CHI LA VISTO, per chiedere  anche a  loro il contributo nelle ricerche dell’uomo.

Verso le 14 30 abbiamo ricevuto una telefonata da parte di un’addetta della redazione che  spiegava la prassi per far si che il tutto venisse  pubblicato. Poco dopo  ricevemmo nuovamente la telefonata della Signora che , scoppiando in lacrime,  ci diceva di essere anche ella originaria del Veneto,  e raccontava  “sono stanca di vivere mi sento sola”. Basiti dalle affermazioni cercammo di tener calma la donna, spiegandole che spesso nella vita ci sono dei momenti bui.  Presa dall’ansia, continua a raccontarci che la sua vita era inutile, ed era stanca di vivere e che si sentiva sola.

Abbiamo invitato la signora a contattarci nuovamente per parlare e sfogarsi dicendo a lei  che noi siamo sempre disponibili per ascoltare le persone e  di chiamarci quando lei voleva.  La invitammo comunque a farsi seguire da qualcuno o quanto meno di parlare con una amica e/o parente.

Lasciammo la donna cosi in preda alle lacrime perchè  la conversazione dopo dieci minuti era caduta. Immediatamente abbiamo contattato la Polizia Postale di Venezia e successivamente quella di Roma, e assieme all’agente abbiamo fatto il punto della situazione.

Alle 17.30 abbiamo ricevuto nuovamente notizie dalla  Polizia Postale che ci segnalava di aver rintracciato la donna che tutto sommato stava bene, venne  confermato agli agenti il tutto.

Noi siamo stato contenti  di aver ricevuto il ringraziamento da parte della Polizia Postale di Roma, che  vogliamo contraccambiare ringraziandoli  per la velocità nelle ricerche.

San Donà + SICURA, assieme a Noventa, Cavallino , Fossalta e Jesolo +Sicura, si occupa spesso di denunciare il degrado delle città, mettendo sotto i  riflettori  anche cose che spesso non si vedono. Ma in questo caso abbiamo avuto la possibilità di aiutare le persone che si trovano in difficoltà come la nostra amica V.

Giorni fa , visto l’aumento veramente vertiginoso di gente che ci scrive e ci segnala problemi e che si lamenta , abbiamo fatto un appello alle forze dell’ordine che riportiamo qui sotto

Spesso riceviamo segnalazioni e , per la maggior parte delle volte,  ci troviamo anche noi ad assistere a episodi che interessano i cosi detti mendicanti molesti. Spesso notiamo in diversi negozi all’esterno zingari di etnia Rom con dei minori e, ogni volta lo segnaliamo telefonicamente alla Polizia. Parcheggio dell’ospedale Via Verdi e Piazza Rizzo, ove molestano le persone chiedendogli insistentemente denaro. Persone che girano per le abitazioni, suonando il campanello per verificare se ci sono persone all’interno delle abitazioni. Bagni pubblici usati per fare i loro comodi lasciati senza un minimo di igiene. Il loro punto di ritrovo all’interno di una casa abbandonata in Viale Primavera, dove sappiamo che spesso è stata segnalata alle autorità competenti. Mendicanti all’esterno di strutture pubbliche. Accampamenti nelle zone industriali. Spesso, molto spesso sono aggressivi e ingiuriosi nei confronti delle persone. Vogliamo sapere se questa cosa può finire, i nostri post raggiungono anche le 10000 visualizzazioni e riceviamo centinaia di messaggi inerenti a questo fenomeno, i nostri cittadini sono STANCHI, vogliono solo essere tutelati. Precisiamo che nel gruppo “+ SICURA ” nessuno è razzista, tanto meno appartenente ad un gruppo politico, la nostra unica politica è il bene della nostra città. Chiediamo ai nostri lettori di voler commentare e di voler condividere questo post nel proprio profilo. UN SINCERO GRAZIE AI NOSTRI LETTORI

Altro problema che è molto sentito specialmente dagli abitanti di Noventa è il problema degli zingari che occupano spazi abusivi ma non solo, sporcano, rubano nelle case e nelle fabbriche, creano disagi e lasciano sporcizia in tutta la zona industriale. Anche per questo problema riceviamo migliaia di commenti

Sì perche i commenti e non solo le visite sono migliaia. Pensate che alcuni post sono stati letti da 17.000 persone

Molte persone fanno segnalazioni ma vogliono rimanere anonimi perché hanno paura di vendette

Oramai abbiamo una media di 10.000 lettori per post . Siamo diventati una forza e le Amministrazioni dovranno tenere conto di questa forza ascoltando le lamentale e dando sicurezza a tutti

Un altro fatto che ci ha dato soddisfazione è l’aver sventato ed eliminato la truffa del PostPay

Riportiamo qui il post con il quale noi abbiamo annunciato la truffa

TRUFFATORE IN GIRO PER LE STRADE IN QUESTI MINUTI : ATTENZIONE !
Avvertiamo che si notiamo  un uomo alto circa 170 sembrerebbe calvo capello in testa ed occhiali neri con l’accento del Sud. Entra nei tabacchini si ricarica la post pay e poi si dilegua nel nulla, con la scusa di aver dimenticato il portafoglio in macchina. La vittima della truffa che ci ha segnalato il problema è il Tabacchino da Gilda sito nei pressi dell’ospedale. STATE ATTENTI E DIFFONDETE LA NOTIZIA

Abbiamo telefonato poi a 44 tabacchini di San Donà avvisandoli e solo uno purtroppo ha perso quasi 1000 euro. Ma gli altri ci hanno ringraziato riconoscendo il nostro aiuto.

LO stesso Gazzettino con F. Cibin ha scritto il seguente articolo

- I truffatori della Postepay sono arrivati anche a San Donà. Ci hanno provato ieri mattina, e ancora prima un mese fa, alla tabaccheria e ricevitoria di Gilda Cuzzolin di via Nazario Sauro. Le modalità? Semplice e micidiali se non si fa attenzione: il malvivente di turno chiede una ricarica, solitamente molto sostanziosa, esibendo documenti falsi o rubati, e al momento di pagare inventa una scusa, come avere dimenticato bancomat o portafoglio in auto, salvo poi darsi alla fuga. E così stava capitando anche da Cuzzolin, se non fosse stato per la prontezza della titolare e della figlia Barbara, che si erano insospettite dell’atteggiamento dei due uomini che si sono trovate di fronte. «Un mese fa – ricorda Barbara – si è presentato un signore distinto che tirò fuori la scusa del bancomat lasciato in macchina; mia mamma, insospettita, annullò subito l’operazione di ricarica di 996 euro». Stessa cosa ieri mattina. «Poco dopo le 11 si è presentato un uomo sui 40 anni, calvo, italiano con accento meridionale, che mi ha dato come nome quello di Gianluca». E anche questa volta stessa manfrina e stessa scusa del portafoglio lasciato in auto dal cugino. Ma Barbara ha annullato l’operazione e l’uomo, forse intuendo di essere stato colto sul fatto, è fuggito in auto. Un monito dettagliato è stato messo sul profilo Facebook «San Donà + Sicura».

 

Ma episodi come questi ne possiamo raccontare oramai a centinaia. Non pensavamo che la gente partecipasse in tale modo alla nostra pagina.

Però un commento viene spontaneo: San Donà non è sicura.

Bisogna fare qualcosa !

Quanta gente ci scrive rimpiangendo come si viveva alcuni anni fa. Ci scrivono che anni fa si poteva uscire di casa , andare in strada a chiacchierare con i vicini e lasciare la porta aperta ; si poteva per il caldo lasciare le finestre aperte. Adesso se non hai l’allarme non sei nessuno; devi avere la porta blindata, devi avere la videosorveglianza .

Non è più la vita di 10-20 anni fa

Non viviamo più tranquilli.

Quando usciamo anche solo per 30 minuti dobbiamo chiudere bene tutto; avvisare i vicini che siamo usciti; dobbiamo stare bene attenti a non scrivere o dire che siamo in vacanza e che la casa è abbandonata.

Noi de ” Il Ponte ” e del Gruppo +Sicura cercheremo di risolvere per quanto possibile ( secondo le leggi) di risolvere alcuni problemi. Ma abbiamo bisogno della collaborazione delle Ammnistrazioni, delle Forze dell’Ordine e di tutti i cittadini

Bisogna ritornare a parlare con i vicini, scambiarsi gli aiuti e tirare un Ponte tra tutti noi..un Ponte che aiuti l’uno con l’altro

Le notizie sui giornali ma la verità è diversa ! La Sicurezza è dei Citattadini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi sono gli articolo apparsi sulle testate del nostro territorio

Ma sarà vero ?

E’ stato veramente il Comune che ha avuto l’idea di aderire al Protocollo Regionale ” Mille Occhi sulla Città” ?

Chi ha la memoria buona ricorderà quanto noi di San Donà+Sicura abbiamo sostenuto e proposti al Comune

Dopo IL Convegno sulla Sicurezza  noi siamo andati avanti e non vedendo risposte nell’Amministrazione abbiamo pensato come fare approvare la sinergia tra Guardie Giurate e Polizia Locale o Forze dell’Ordine

Ne è la prova un articolo provocatorio a firma di Fabrizio Cibin sul Gazzettino

 

E allora spieghiamo bene come sono andate le cose perché a leggere i giornali sembrerebbe che il Comune di sua iniziativa abbia proposto e aderito al Protocollo ” Mille Occhi sulla città” in cui Crede molto il Sindaco Andfrea Cereser !

 

San Donà+Sicura ora sta spopolando. Fino a ieri San Donà era una città in cui i cittadini non avevano speranza ma solo rassegnazione.

Questo per diversi problemi ma in modo particolare per la sicurezza.

Poi le cose sono cambiate

Tutto è iniziato con il Convegno sulla Sicurezza al Forte 48 organizzato da ” Il Ponte”  venerdì 7 marzo.

Subito a conclusione di tale convegno in cui presentai il video dei ladri che svaligiarono casa mia  scrissi su questo sito

”  l’idea di fare questo convegno è nata quando proprio il giorno in cui organizzammo il convegno sulla Sanità i ladri mi svaligiarono la casa. Ma poi si decise di farlo a marzo perchè fui colpito dal clamore dei cittadini intorno al caso di Alem Saidy, il ragazzo picchiato un mese fa.

Quando pubblicai l’articolo sulla sicurezza e sul pestaggio del ragazzo afgano su questo sito avemmo migliaia di lettori, anche 7000 in un giorno. Questo era un segnale che la gente aveva paura e che la microcriminalità era imperante anche a Sa Donà.

D’altra parte nessun segnale veniva dalla Amministrazione.

Quante volte abbiamo parlato elle piste ciclopedonali ? Quante volte il Consigliere Fingolo delal Lista Civica Noi per San Donà ha chiesto un cosiglio straordinario sulla sicurezza  o quante volte ha portato alla attenzione del consiglio con interrogazioni e con mozione sulla pericolosità delle pieste ciclopedonali ?

Dalla Amministrazione non è arrivato nessun passo

Io sono amico di Leo Oliviero. E’ un medico e lo sento spesso. Da un punto politico ci sentiamo. Non come esponente partitico ma politico.  Sulla sicurezza la pensa come me . Ma deve stare al governo e nemmeno lui che ha sempre tuonato nella passata amministrazione su come far funzionare  la legge ha fatto qualcosa

Non è lui l’Assessore alla Sicurezza ?

Non era lui a dovere intervenire ?

Non era lui dovere  fare un convegno pubblico  per dire cosa era bene fare e sentire i problemi e vedere assieme alle forze dell’ordine e assieme ai magistrati cosa si poteva fare  e cosa consigliare ai cittadini ?

Quante volte ho detto anche a Leo Oliviero che non costava tanto mettere uno specchio  all’angolo dell’Ospedale nella curva della Pista Ciclopedonale vicino al laboratorio analisi  dove sempre avvengano piccoli incidenti ?

Fatto qualche cosa ?

E allora se i politici non fanno nulla noi abbiamo cercato di fare qualcosa. ”

Ci siamo incontrati con Jesolo+Sicura nella persona di Nicola Manente e abbiamo trovato un accordo per una sinergia.  abbiamo aperto  una pagina simile alla loro con il Nome di San Donà+Sicura su FB

Il prossimo comandante della Polizia Municipale che dovrebbe unire Jesolo e San Donà si è detto disponibile a lavorare come a Jesolo controllando e mettendosi a disposizione in maniera pratica con tutti quelli che vogliono vivere in serenità e con il sorriso.

Bisognava vedere però se  la amministrazione ci dava  una mano

Bisogna capire che i cittadini si trovano in stato di necessità e devono anche capire che devono aiutare anche loro. E’ come per la Sanità. I tagli ci sono e sono importanti. E allora noi vediamo in aiuto cercando di facilitare il cittadino con prezzi possibili. Noi della Casa di Cura lo abbiamo già fatto con accordi con la Confesercenti e presto con la Confcommercio .

Lo stesso sarà con la Sicuerezza. I cittadino devono capire che lo Stato non ha soldi per tutto e un aiuto lo deve dare anche lui.

Eravamo stati contattati al Convegno dai Rangers, uno dei gruppo di sicurezza privati più grandi in Italia.

Abbiamo deciso di vedere se riuscivamo a fare sinergia non solo con I Rangers ma con tutte le forze delle pattuglie che girano di notte per la città e le frazioni

Io credo che alla fine tutto questo lavoro se trova la collaborazione dei cittadini e delle associazioni di categoria porterà i suoi frutti

E dopo aver fondato la pagina di San Donà+Sicura

Ci siamo riuniti nella pagina . Ci siamo dati 8 amministratori ed abbiamo cercato di vedere di trovare la adesione dei cittadini, la loro collaborazione e vedere come fare partecipare la Amministrazione.

Il 2 aprile abbiamo fondato la pagina intereattiva e già il giorno 8 aprile scrivevamo

Poi abbiamo smosso le acque e anche la Amministrazione se ne è accorta

In un articolo del Gazzettino di quel giorno  il Vicesindaco in sostanza dice quello che noi dicevamo da più di un mese ” Bisogna che i cittadini collaborino con le forse dell’ordine segnalando ogni problema di pericolo, ogni violenza, ogni abusivo eccc con segnalazioni in modo da ridurre questi fenomeni . E si riferiva ai mendicanti pericolosi o in ogni ai mendicanti che molestano.

Sostanzialmente quello che noi stiamo facendo e quello che i cittadini hanno cominciato a fare in questi giorni.

La collaborazione è iniziata e aumenterà

Se ne è accorta anche la Amministrazione che si deve porre uno stop ai pericoli, agli abusivi  ai mendicanti che opprimono gli anziani e i deboli e le donne con bambini

Ma la Amministrazione se ne accorgeva ma in pratica non si faceva nulla. Nemmeno uno specchio come promesso.

Presentammo la pagina alla televisione

E il successo aumentava

ma la Amministrazione taceva

Allora il giorno 5 maggio chiedemmo un appuntamento al Vicesindaco Leo Oliviero per portare le nostre proposte : Gentilmente venimmo ricevuti il giorno successivo martedì  6 maggio alle ore 13. Eravamo in 5 persone  e decise a dare le nostre richieste ed ad ottenere risposte

Fummo ascoltati e ci furono promesse.

Portammo a Leo Oliviero copia del Protocollo ” Mille Occhi sulla Città” che lui e la Amministrazione non conoscevano.  Un dirigente dei Rangers spiego il protocollo e il progetto che intendevamo portare avanti. Ci promise che lo avrebbe caldeggiato in Giunta. Ci promise che si poteva fare  e aderire e doveva verificare non conoscendo il Progetto.  Ci promise che il giorno successivo alle ore 14 ci saremmo trovati con il Vicecomandante Finotto e lui stesso all’Ospedale per vedere come mettere il tanto atteso specchio all’angolo. E così fu e ci venne detto che lo specchi ci sarebbe stato.

Venen deciso che ogni compagnia di guardie giurate private avrebbe partecipato ad un bando in cui le guardie giurate avrebbero fatto la guardia ai siti comunali a costo zero e che i cittadini avrebbero deciso o meno se aderire ad un servizio privato che sarebbe stato in collaborazione con le forze dell’ordine

Il lunedì successivo sentimmo Leo e ci disse che la giunta faceva difficoltà ad recepire il progetto. Noi eravamo decisi e decidemmo di fare una conferenza stampa per  esporre i progetti che avevamo chiesto alla Ammnistrazione.

Dopo poche ore il Vicesindaco ci telefonò dicendo che la Giunta aveva approvato e che il progetto andava avanti in tutto. Chiese di non dare la notizia alla stampa perchè era meglio darla assieme in una conferenza stampa in modo che la Amministrazione ne venisse furori bene come se il progetto fosse stato fatto assieme.

Noi accettammo  e non venen detto nulla alla stampa salvo notizie fra le righe sulla pagina in FB.

E poi è arrivato dato un comunicato stampa in cui si dice che la Amministrazione ha deciso, che la Amministrazione fa , che tutti assieme in giunta hanno deciso e che la Amministrazione continua a lavorare per la sicurezza dei cittadini, che il Sindaco Andrea Cereser crede molto in questo Protocollo  ecc…

E allora abbiamo voluto raccontare la verità la verità

SE non ci fossimo stati noi di San Donà+Sicura niente sarebbe stato fatto anche perché la Amministrazione per loro am missione non conosceva nemmeno il Protocollo !

Alla fine è stato un loro autogol  in quanto la gente ha capito che siamo stati noi a fare la proposta e ad avere la idea del progetto e questo fatto ha dato una grossa visibilità alla pagina di San Donà+Sicura ed ora siamo più forti.

Possiamo dire che ora nulla si fa se i cittadini e noi non siamo ascoltati !

E prossimamente ci saranno altre  novità. Andremo oltre sia nelle competenze delal collaborazione tra guardie giurate e Forze dell’Ordine e oltre nei limiti dei comuni attuali

Ne vedremo delle belle !

 

Vittoria: San Donà+Sicura propone e l’Amministrazione delibera !

San Donà+Sicura sta spopolando. Fino a ieri San Donà era una città in cui i cittadini non avevano speranza ma solo rassegnazione.

Questo per diversi problemi ma in modo particolare per la sicurezza.

Poi le cose sono cambiate

Tutto è iniziato con il Convegno sulla Sicurezza al Forte 48 organizzato da ” Il Ponte”  venerdì 7 marzo.

Subito a conclusione di tale convegno in cui presentai il video dei ladri che svaligiarono casa mia  scrissi su questo sito

”  l’idea di fare questo convegno è nata quando proprio il giorno in cui organizzammo il convegno sulla Sanità i ladri mi svaligiarono la casa. Ma poi si decise di farlo a marzo perchè fui colpito dal clamore dei cittadini intorno al caso di Alem Saidy, il ragazzo picchiato un mese fa.

Quando pubblicai l’articolo sulla sicurezza e sul pestaggio del ragazzo afgano su questo sito avemmo migliaia di lettori, anche 7000 in un giorno. Questo era un segnale che la gente aveva paura e che la microcriminalità era imperante anche a Sa Donà.

D’altra parte nessun segnale veniva dalla Amministrazione.

Quante volte abbiamo parlato elle piste ciclopedonali ? Quante volte il Consigliere Fingolo delal Lista Civica Noi per San Donà ha chiesto un cosiglio straordinario sulla sicurezza  o quante volte ha portato alla attenzione del consiglio con interrogazioni e con mozione sulla pericolosità delle pieste ciclopedonali ?

Dalla Amministrazione non è arrivato nessun passo

Io sono amico di Leo Oliviero. E’ un medico e lo sento spesso. Da un punto politico ci sentiamo. Non come esponente partitico ma politico.  Sulla sicurezza la pensa come me . Ma deve stare al governo e nemmeno lui che ha sempre tuonato nella passata amministrazione su come far funzionare  la legge ha fatto qualcosa

Non è lui l’Assessore alla Sicurezza ?

Non era lui a dovere intervenire ?

Non era lui dovere  fare un convegno pubblico  per dire cosa era bene fare e sentire i problemi e vedere assieme alle forze dell’ordine e assieme ai magistrati cosa si poteva fare  e cosa consigliare ai cittadini ?

Quante volte ho detto anche a Leo Oliviero che non costava tanto mettere uno specchio  all’angolo dell’Ospedale nella curva della Pista Ciclopedonale vicino al laboratorio analisi  dove sempre avvengano piccoli incidenti ?

Fatto qualche cosa ?

E allora se i politici non fanno nulla noi abbiamo cercato di fare qualcosa. ”

 

 

 

Ma tutto rimase lettera morta
E allora avanti  !
E noi non ci siamo fermati ..e cosa abbiamo fatto ‘

E allora proviamo a fare qualcosa noi , Nel nostro piccolo e con le poche risorse ma con l’aiuto spero di molti

Ci siamo incontrati con Jesolo+Sicura nella persona di Nicola Manente e abbiamo trovato un accordo per una sinergia.  abbiamo aperto  una pagina simile alla loro con il Nome di San Donà+Sicura su FB

Il prossimo comandante della Polizia Municipale che dovrebbe unire Jesolo e San Donà si è detto disponibile a lavorare come a Jesolo controllando e mettendosi a disposizione in maniera pratica con tutti quelli che vogliono vivere in serenità e con il sorriso.

Bisognava vedere però se  la amministrazione ci dava  una mano

Bisogna capire che i cittadini si trovano in stato di necessità e devono anche capire che devono aiutare anche loro. E’ come per la Sanità. I tagli ci sono e sono importanti. E allora noi vediamo in aiuto cercando di facilitare il cittadino con prezzi possibili. Noi della Casa di Cura lo abbiamo già fatto con accordi con la Confesercenti e presto con la Confcommercio .

Lo stesso sarà con la Sicuerezza. I cittadino devono capire che lo Stato non ha soldi per tutto e un aiuto lo deve dare anche lui.

Eravamo stati contattati al Convegno dai Rangers, uno dei gruppo di sicurezza privati più grandi in Italia.

Abbiamo deciso di vedere se riuscivamo a fare sinergia non solo con I Rangers ma con tutte le forze delle pattuglie che girano di notte per la città e le frazioni

Io credo che alla fine tutto questo lavoro se trova la collaborazione dei cittadini e delle associazioni di categoria porterà i suoi frutti

E dopo aver fondato la pagina di San Donà+Sicura

Ci siamo riuniti nella pagina . Ci siamo dati 8 amministratori ed abbiamo cercato di vedere di trovare la adesione dei cittadini, la loro collaborazione e vedere come fare partecipare la Amministrazione.

Il 2 aprile abbiamo fondato la pagina intereattiva e già il giorno 8 aprile scrivevamo

 

“Siamo passati nelle ultime 24 ore da 170 ” mi piace” a 240 ” mi piace” e la lettura dei post che era ieri sera di 150 lettori per articolo, a questa ora di oggi siamo arrivati a 570 lettori di qualche articolo e certamente ora della fine giornata arriviamo a 600 visoni.

Si vede che la gente ha capito che bisogna informarsi e bisogna collaborare

Abbiamo smosso le acque e anche la Amministrazione se ne è accorta

In un articolo del Gazzettino di quel giorno  il Vicesindaco in sostanza dice quello che noi dicevamo da più di un mese ” Bisogna che i cittadini collaborino con le forse dell’ordine segnalando ogni problema di pericolo, ogni violenza, ogni abusivo eccc con segnalazioni in modo da ridurre questi fenomeni . E si riferiva ai mendicanti pericolosi o in ogni ai mendicanti che molestano.

Sostanzialmente quello che noi stiamo facendo e quello che i cittadini hanno cominciato a fare in questi giorni.

La collaborazione è iniziata e aumenterà

Se ne è accorta anche la Amministrazione che si deve porre uno stop ai pericoli, agli abusivi  ai mendicanti che opprimono gli anziani e i deboli e le donne con bambini

Ma la Amministrazione se ne accorgeva ma in pratica non si faceva nulla. Nemmeno uno specchio come promesso.

Presentammo la pagina alla teelvisione

E il successo aumentava

ma la Amministrazione taceva

Allora il giorno 5 maggio chiedemmo un appuntamento al Vicesindaco Leo Oliviero per portare le nostre proposte : Gentilmente venimmo ricevuti il giorno successivo martedì  6 maggio alle ore 13. Eravamo in 5 persone  e decise a dare le nostre richieste ed ad ottenere risposte

Fummo ascoltati e ci furono promesse.

Portammo a Leo Oliviero copia del Protocollo ” Mille Occhi sulla Città” che lui e la Amministrazione non conoscevano.  Un dirigente dei Rangers spiego il protocollo e il progetto che intendevamo portare avanti. Ci promise che lo avrebbe caldeggiato in Giunta. Ci promise che si poteva fare  e aderire e doveva verificare non conoscendo il Progetto.  Ci promise che il giorno successivo alle ore 14 ci saremmo trovati con il Vicecomandante Finotto e lui stesso all’Ospedale per vedere come mettere il tanto atteso specchio all’angolo. E così fu e ci venne detto che lo specchi ci sarebbe stato.

Venen deciso che ogni compagnia di guardie giurate private avrebbe partecipato ad un bando in cui le guardie giurate avrebbero fatto la guardia ai siti comunali a costo zero e che i cittadini avrebbero deciso o meno se aderire ad un servizio privato che sarebbe stato in collaborazione con le forze dell’ordine

Il lunedì successivo sentimmo Leo e ci disse che la giunta faceva difficoltà ad recepire il progetto. Noi eravamo decisi e decidemmo di fare una conferenza stampa per  esporre i progetti che avevamo chiesto alla Ammnistrazione.

Dopo poche ore il Vicesindaco ci telefonò dicendo che la Giunta aveva approvato e che il progetto andava avanti in tutto. Chiese di non dare la notizia alla stampa perchè era meglio darla assieme in una conferenza stampa in modo che la Amministrazione ne venisse furori bene come se il progetto fosse stato fatto assieme.

Noi accettammo  e non venen detto nulla alla stampa salvo notizie fra le righe sulla pagina in FB.

E oggi mi viene dato un comunicato stampa in cui si dice che la Amministrazione ha deciso, che la Amministrazione fa , che tutti assieme in giunta hanno deciso e che la Amministrazione continua a lavorare per la sicurezza dei cittadini.

E allora abbiamo voluto pubblicare il comunicato stampa e dire la verità

SE non ci fossimo stati noi di San Donà+Sicura niente sarebbe stato fatto anche perché la Amministrazione per loro am missione non conosceva nemmeno il Protocollo !

Alla fine è stato un loro autogol  in quanto la gente ha capito che siamo stati noi a fare la proposta e ad avere la idea del progetto e questo fatto ha dato una grossa visibilità alla pagina di San Donà+Sicura ed ora siamo più forti.

Possiamo dire che ora nulla si fa se i cittadini e noi non siamo ascoltati !