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Razzismo e razzismi by Francesco Fontana

E’ di attualità parlare di razzismo e dare del razzista a tutte le persone che accusano di qualche cosa una persona di razza diversa dalla nostra
Ma non sempre è razzismo
Prima di dare la parola al nostra F. Fontana vediamo cosa significa razzismo , come è nato e come è evoluto nel corso degli anni e della storia
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Dall’Enciclopedia Treccani : Il Razzismo Concezione fondata sul presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con discriminazioni e persecuzioni, a garantire la ‘purezza’ e il predominio della ‘razza superiore’.
In senso stretto, il razzismo, come teoria della divisione biologica dell’umanità in razze superiori e inferiori, è un fenomeno relativamente recente. .Il razzismo nell’età contemporanea: la prima teoria ‘scientifica’ della differenziazione biologica dell’umanità in razze fu la classificazione in base al colore della pelle operata da C. Linneo nel 1735. Il testo che diede un impulso decisivo alla diffusione delle idee razziste fu il Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane (1853-55) di J.-A. de Gobineau, che sostenne la superiorità biologica e spirituale della razza ariana germanica. Per H.S. Chamberlain (I fondamenti del 19° secolo, 1900) la storia era un’eterna lotta tra ariani, razza spiritualmente nobile, ed ebrei, ignobili e meschini. L’antiebraismo religioso si era trasformato in antisemitismo razzista, diffuso in gran parte d’Europa, dalla Russia dei pogrom alla Francia dell’affaire Dreyfus. Anche l’evoluzionismo di C. Darwin fu strumentalizzato per cercare di avvalorare le tesi razziste sostenendo che il dominio imperialistico sul mondo dimostrerebbe la superiorità biologica della razza bianca, più adatta ad affrontare la lotta per la vita e la selezione naturale. Inoltre, furono condotte misurazioni antropometriche che avrebbero dovuto rivelare la maggior intelligenza, vitalità e moralità della razza bianca e furono avanzate teorie eugenetiche che invitavano a preservare i caratteri migliori della razza impedendo il meticciato e la riproduzione degli individui peggiori. C. Lombroso, infine, sostenne che gli italiani meridionali sono biologicamente più predisposti alla delinquenza dei settentrionali.
L’espressione più tragica del razzismo si ebbe nella Germania nazista (1933-45). A. Hitler, che con A. Rosenberg (Il mito del 20° secolo, 1930) riprese le idee di Chamberlain, cercò di realizzare la supremazia della razza ariana riducendo in schiavitù gli slavi ed eliminando gli ebrei, considerati “subumani”. La “soluzione finale”, decisa durante la Seconda guerra mondiale, portò allo sterminio nei Lager di 6 milioni di ebrei. Anche l’Italia fascista adottò leggi razziali (1938) e contribuì alla deportazione nei Lager degli ebrei italiani. Il nazismo praticò anche l’eugenetica, sterilizzando o eliminando i malati di mente. Nel dopoguerra, la decolonizzazione liberò molti popoli dall’oppressione coloniale, ma non impedì l’affermazione di regimi segregazionisti, come l’apartheid in Sudafrica, dove la minoranza bianca costrinse la maggioranza nera a vivere segregata nei bantustan. La condanna dell’onu e dell’opinione pubblica mondiale e le battaglie dell’African national congress di N. Mandela portarono all’abolizione dell’apartheid (1990), ma nel mondo continuano a verificarsi situazioni di discriminazione o emarginazione, come quelle degli aborigeni in Oceania o degli indios nel Chiapas messicano. Ha provocato orrore la ripresa negli anni Novanta di pratiche di pulizia etnica, che si speravano scomparse con la fine del nazismo, nella ex Iugoslavia che hanno coinvolto serbi, croati e albanesi del Kosovo. I più recenti studi di genetica (L. Cavalli Sforza) dimostrano che le differenze tra le razze sono minime, inferiori a quelle tra gli individui di una stessa razza, e soprattutto che l’intelligenza è uguale in tutte le razze. L’umanità deriva da un unico ceppo che dall’Africa si diffuse nei vari continenti, rafforzando in ogni ambiente i caratteri più adatti e dividendosi pertanto in tipi differenti. Nel 2000 il 21 marzo fu proclamato giornata mondiale contro il razzismo, in memoria dell’eccidio di 69 neri nel 1960 a Sharpeville (Sudafrica). Organizzazioni umanitarie non governative, come SOS Razzismo, nata in Francia ma operante in tutto il mondo, anche in Italia (dal 1989), si battono per sconfiggere il razzismo e ogni forma di discriminazione. Da anni l’Unione Europea invita con direttive gli Stati membri a dotarsi di leggi antidiscriminazione.

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Razzismo e razzismi

L’Italia, con questa massiccia immigrazione dall’Africa, è un banco di prova molto pregnante per la questione “razzismo”. Dico subito che a mio parere il “sistema Italia” è tutt’altro che razzista, però è anche vero che ci sono focolai di razzismo latenti o palesi che esplodono sia per l’ignoranza della gente (chi è razzista è ignorante, punto e basta!) sia per la pessima gestione del “problema” immigrazione che potrebbe essere invece meglio gestito anche come “risorsa”, ma questo è un altro discorso…
Quel che mi infastidisce a proposito del “razzismo” è il suo uso improprio e/o ipocrita.
Mi spiego subito.
Pretendere che chi viene in un Paese in cui non è nato riconosca che è “ospite” NON è razzismo, è buon senso.
Pretendere di vedere rispettati i propri fondamentali diritti umani in ogni parte del mondo, anche quindi dove non si è nati, NON è razzismo; è umanità.
Ma dare dello scimmione a un nero o dire che i neri sono inferiori è razzismo; senza se e senza ma.
Così come dare dello sporco bianco a un italiano o dire che tutti i bianchi sono egoisti e sfruttatori è razzismo; senza se e senza ma.
Pestare o uccidere un nero perchè è nero è razzismo, senza se e senza ma: il Ku Klux Klan insegna.
Pestare o uccidere un nero per ogni altro motivo (gelosia, furto, lite, etc…) è un CRIMINE, ma non è automaticamente razzismo.
Così come il nero o il marocchino che pesta o uccide il poliziotto bianco che lo controlla o stupra una donna o deruba i vecchietti etc… è un CRIMINALE , non è un “razzista al contrario”. Non fa quel che fa per odio razziale verso i bianchi, lo fa perchè è un ladro, un violento o un maniaco, a differenza di quel nero americano RAZZISTA e assassino che per odio verso i bianchi ha recentemente ammazzato tanti poliziotti a Dallas.
Ecco perchè io non ritengo corretto mettere sullo stesso piano episodi di intolleranza razziale da parte di bianchi verso neri (o viceversa) ed episodi di violenza, furto, stupro etc… da parte di neri verso bianchi (o viceversa): i primi sono RAZZISMO (che è “anche” un crimine), i secondi sono “solo” CRIMINALITA’. E il “solo” non ne sminuisce la gravità, anzi!
Tutto questo pistolotto NON vuole assolutamente minimizzare la gravità nè del razzismo da una parte nè della criminalità sui generis dall’altra. Vuole solo dire che si tratta di mostruosità tra loro diverse e che non andrebbero messe a paragone parlando di “razzismo al contrario”. Vanno “semplicemente” condannate entrambe in maniera assoluta, ma per motivi “etici” diversi.
Ecco perchè quando io sento o leggo che lo stupro o l’uccisione di un italiano da parte di un nero è “razzismo al contrario”, dico di no, che non è così: è CRIMINE, odioso CRIMINE, punto e basta. E ogni accostamento “etico” tra le due nefandezze lo trovo puramente strumentale; e, permettetemi, velatamente “razzista”, o quantomeno preconcetto.