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Piede diabetico da una intervista di pazienti.it

Piede diabetico: dalla prevenzione , ai sintomi, alla diagnosi, alla terapia.

In questa intervista condotta da www.pazienti.it il Dr Madeyski Parla del Piede diabetico
Parla dei sintomi e specialmente in questa prima parte della intervista il Dr Madeyski Parla del Piede diabetico come si presenta e che sintomi da al paziente
Parla dei sintomi e specialmente dei primi sintomi

Sintomi piede diabetico

I sintomi del piede diabetico

I sintomi del piede diabetico

Come può apparire un piede diabetico dopo che i sintomi sono peggiorati arrivando a complicanze
Importante è riconoscere i primi sintomi per non arrivare ad una diagnosi tardiva

Piede diabetico complicato

una necrosi si di un piede diabetico complicatoi

Testo a cura del dr. Paolo Madeyski, specialista in chirurgia generale.
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Il piede diabetico è un disturbo che colpisce i pazienti con diabete grave. Difficile è trattare le lesioni cutanee al piede e, spesso, le persone colpite tendono a subire delle infezioni acute e dolorose.
Abbiamo rivolto alcune domande al dr. Paolo Madeyski, chirurgo, per capire insieme quali sono i primi campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Piede diabetico: qual è l’incidenza del disturbo?
Il diabete è una patologia molto frequente e in aumento per lo stile di vita ai giorni nostri.
Una delle conseguenza più frequenti è la condizione denominata piede diabetico. Trattasi di una condizione che si riscontra nelle persone con diabete di tipo 1 ma anche con tipo 2.
L’OMS ci dice che circa il 15% dei diabetici andrà incontro nella sua vita a una lesione trofica del piede, che può richiedere cure mediche fino ad arrivare a terapie chirurgiche anche demolitive.
Tali lesioni, se non trattate precocemente, possono aver bisogno di trattamenti importanti, come l’amputazione di una piccola porzione di tessuto o di un dito (amputazioni minori) o, addirittura, del piede e di un arto (amputazioni maggiori).
Il diabete, se non viene curato in maniera corretta, comporta problemi legati a una complicanza tipica dei diabetici e cioè alla neuroangiopatia diabetica. Questa situazione è collegata a una riduzione della sensibilità negli arti del paziente, riduzione provocata appunto dal diabete mellito, che può danneggiare i nervi degli arti inferiori e dei piedi.
Come conseguenza di tale riduzione della sensibilità, si registra una difficoltà nell’avvertire la presenza di iniziali lesioni nella zona dei piedi. Ma, oltre al danno neurologico, vi è una riduzione della circolazione arteriosa negli arti inferiori, con danni al trofismo con maggiore fragilità della cute, che facilmente si lesiona anche per minimi traumatismi, fino ad arrivare a ulcere.
Se poi a un’angioneuropatia diabetica con diminuzione della sensibilità aggiungiamo il fumo, l’utilizzo di scarpe non adeguate, la presenza di deformazione delle dita (come alluce valgo o piede di Charcot), la situazione diventa complessa e grave, sia per i sintomi che per le conseguenze.
Naturalmente, i sintomi dipendono dalla gravità della lesione.
Quali sono i sintomi del piede diabetico?
I sintomi iniziali del piede diabetico sono principalmente:
• la perdita dei peli;
• le unghie che iniziano a crescere male;
• la sensazione di freddo.
Sono sintomi molto comuni e, quindi, spesso sottovalutati, in quanto legati alla arteriopatia che normalmente tali pazienti hanno, poiché le arterie e i capillari distali degli arti inferiori finiscono per chiudersi progressivamente.
Spesso, non si riesce ad avvertire l’arto e il piede viene appoggiato in maniera scorretta, favorendo indurimenti della pelle, come calli e vesciche.
Il vero problema è che, perdendo la sensibilità, non si riesce ad accorgersi di lesioni anche minime o ustioni o piccole ulcere, che possono infettarsi causando una progressiva cancrena dei tessuti. Ricordiamo che solo una parte dei diabetici lamenta dolori ai piedi, perché in genere il piede diabetico è asintomatico.

Piede diabetico cronico

un piede diabetico deformato negli anni

All’inizio, l’ulcera si forma sul bordo dell’unghia dell’alluce, oppure sotto la pianta del piede, nella zona più vicina alle dita e poi si può espandere a tutte le dita e a tutto il piede. Può iniziare come arrossamento di una parte del piede, come gonfiore o, a causa della presenza di vesciche, si manifesta attraverso difficoltà nel camminare, dolore, cambiamento del colore della pelle o febbre.
I diabetici sono predisposti alle infezioni batteriche e fungine nel piede, a causa della cattiva alimentazione. L’aumento del livello di zucchero nel sangue rappresenta una minaccia per il sistema immunitario della persona. E le infezioni possono non fermarsi ai tessuti molli, ma colpire anche l’osso e il midollo osseo (osteomielite).
Qual è lo stile di vita da adottare in caso di diabete?
In casi di diabete grave, il consiglio è di:
• avere una massima igiene e controllo dei piedi;
• mai sottovalutare qualsiasi dolore ai piedi, specialmente alle dita, o bruciore costante, formicolii, edemi, arrossamento localizzato, muscoli doloranti e deboli agli arti inferiori, calli, pelle infiammata e naturalmente ulcerazioni.
È bene ricordarsi che ogni piccolo campanello d’allarme è da segnalare al proprio medico, se si è affetti da diabete, perché il contesto della malattia modifica decisamente la percezione di un piccolo taglio o di una ferita arrossata.

Come curare il piede diabetico

Pazienti.it ha intervistato il Paolo Madeyski, specialista in chirurgia generale su come curare il piede diabetico. Naturalmente il piede diabetico e le varie complicanze

Piede diabetico che si complica

Come si forma la complicanza del piede diabtico

Su Pazienti.it il Dr Madeyski Parla delle terapie del piede diabetico
Curare il piede diabetico è possibile, sebbene la migliore arma sia sempre quella della prevenzione.
Ce lo conferma il dr. Paolo Madeyski, chirurgo generale.
Quali sono ad oggi le cure possibili per il piede diabetico?
La vera cura del piede diabetico è rappresentata senza dubbio dalla prevenzione.
Per non correre il rischio, il soggetto dovrà ispezionare per bene i piedi, dovrà evitare di camminare senza scarpe, dovrà evitare le fonti di calore dirette (borsa calda, caminetto, stufa, ecc.), dovrà curare eventuali calli con l’aiuto di un podologo esperto e dovrà sottoporsi a un’accurata visita dal medico almeno una volta l’anno, per controllare approfonditamente lo stato di salute dei propri piedi.
Il medico, dopo un’accurata anamnesi, effettua l’esame obiettivo e controlla eventuali esami del paziente. Oltre agli esami del sangue per il diabete e la funzionalità renale, importante è un ecodoppler arterioso agli arti inferiori e ai tronchi sovra aortici, per valutare come impostare la terapia. Solo in casi particolari si passa ad angiografia e RNM. Importante è, invece, l’esame culturale e l’antibiogramma, se ci sono lesioni aperte.
In cosa consistono le cure mediche e riabilitative per il piede diabetico?
Dopo la prevenzione, l’unico modo per curare il diabete è mantenere uno stile di vita sano, mangiare in modo equilibrato, per avere giusti livelli di zucchero nel sangue, e fare movimento. Anzi, il movimento attivo se misurato è la miglior medicina.
Diversi sono i farmaci a contrastare il piede diabetico:
• Antibiotici per le infezioni, consigliati sempre dopo aver fatto un esame culturale e un antibiogramma.
• Farmaci vasodilatatoriche servono a portare maggiore afflusso arterioso periferico.
• In base alle lesioni, il paziente ha bisogno di assistenza dell’infermierepiuttosto frequente (generalmente quotidiana) per il cambio della medicazione e per scegliere la calzatura più adatta con aiuto di podologo e posturologo.
• Plantari e calzature ortopedicheche permettono il corretto appoggio del piede, scaricando il peso del corpo su tutta la sua superficie.
• Medicazione specifica per le ulcere(se in corso) per guarirle in modo efficace.
Qual è il trattamento chirurgico per il piede diabetico?
Tra i trattamenti chirurgici per il piede diabetico troviamo:
• Angioplastica e posizionamento di stent in vasi ostruiti o stenotici.
• Necresectomia delle zone necrotiche o con fibrina.

• Amputazioni minori (falangi, metatarsi e asportazioni di frammenti ossei malarici).
La gangrena può essere provocata da un’ulcera del piede diabetico che si approfonda poi nel piano osseo. Complice la ridotta sensibilità dei nervi, si può arrivare a un’ulcera profonda con infezione.
I problemi circolatori causano un alto rischio di infezione; l’infezione e l’angiopatia diabetica portano a un’ulteriore riduzione del flusso di sangue, causando la gangrena, cioè la necrosi dei tessuti del corpo.
Quando si sviluppa la gangrena, bisogna eseguire un’amputazione della zona malata e può essere un’amputazione maggiore o minore, a seconda della quantità di piede da amputare (cercando sempre di amputare il meno possibile ed evitando, se possibile, di arrivare all’amputazione dell’arto intero, per prevenire la diffusione dell’infezione ad altri tessuti sani del corpo).
Quando si perde la capacità di sentire le dita dei piedi, questi si possono ferire frequentemente, senza che la persona se ne accorga; spesso poi da una ferita si può sviluppare un’ulcera, che può scaturire in una grave infezione. Il medico rimuove il tessuto morto; poi, vi è la possibilità di utilizzare vari metodi e metodiche per coprire il tessuto mancante o farlo rigenerare:
• Può essere usata la sostituzione, con innesti di pelle o con vari tipi di medicazioni più meno avanzate.
• Si può stimolare la rigenerazione dei tessuti asportati con metodi alternativi, che si raggruppano nella cosiddetta medicina rigenerativa.
• Da anni si usa la ozonoterapia, sia in forma di bagni della zona o con olio ozonizzato, sia con infiltrazioni locali con la autoemoterapia ozonizzata.
• Lacamera iperbarica ha delle controindicazioni locali e sistemiche, oltre che di distanza dei centri.

Piede diabetico in Ulcosan NEW

Un piede diabetico complicato in Ulcosan New

È stato inventato nel 1999 e migliorato fino all’ultimo modello, il ULCOSAN NEW o CAMERA MADEYSKI, l’ossigeno in normobarismo. Con tale metodo si porta l’ossigeno a contatto con la lesione a una concentrazione del 95% in 6 minuti senza iperbarismo. Non vi è alcuna controindicazione locale o sistemica e in più arriva l’ossigeno direttamente a contatto con la lesione.

Piede diabetico: quando l’amputazione è necessaria

Piede diabetico e amputazione

Quando un poiede diabetico rischia la amputazione

Testo a cura del dr. Paolo Madeyski, specialista in chirurgia generale.

Ahimè, quando si parla di piede diabetico, a volte, si pensa alla soluzione estrema: quella dell’amputazione del piede.
Fortunatamente, non sempre è necessaria e i trattamenti (insieme alla prevenzione) consentono di evitare questa pratica chirurgica.
Ne parliamo assieme al dr. Paolo Madeyski, specialista in chirurgia.
Quando, in caso di piede diabetico, è necessaria la amputazione?
Quando si sviluppa la gangrena bisogna eseguire un’amputazione della zona malata e può essere un’amputazione maggiore o minore, a seconda della quantità di piede da amputare, cercando di amputare meno possibile e evitando di arrivare alla amputazione dell’arto intero, per prevenire la diffusione dell’infezione ad altri tessuti sani del corpo.
Quando si perde la capacità di sentire le dita dei piedi, questi si possono ferire frequentemente senza che la persona se ne accorga e, spesso, da una ferita si può sviluppare un’ulcera e può diventare una grave infezione. Le infezioni dei piedi si possono diffondere fino alla gamba.
L’infezione e la morte del tessuto si espandono col tempo, ed è necessario amputare l’arto per salvare la vita del paziente.
Un’amputazione si effettua in anestesia generale o con un’epidurale (anestesia locale), a seconda delle condizioni del paziente.
Dalla ferita esce un tubo di drenaggio per far uscire i liquidi in eccesso dai tessuti operati. A guarigione avvenuta, a secondo del tipo di amputazione, si può ricorrere a una protesi.
Dopo l’intervento di chirurgia, il paziente necessita di una riabilitazione e di una scarpa o di un plantare studiato per il piede amputato. Egli deve imparare a tornare alla vita quotidiana senza una parte del corpo. L’arto amputato si può sostituire con una protesi e il fisioterapista può aiutare il paziente a imparare a usare questo ausilio.
Alcuni amputati sentono dolore nell’arto tagliato. Questa patologia è nota come sindrome dell’arto fantasma (lo si ritrova in tutti gli amputati, per qualsiasi causa, non solo nel diabete).
Il mio pensiero sulle complicanze del piede diabetico dopo una casistica di più di 2000 casi: io ritengo che l’amputazione possa essere minore; con asportazione solo di zone necrotiche e dopo un’accurata pulizia, occorre passare alla terapia con ossigeno con la camera normobarica, chiamata Ulcosan NEW a Camera Madeyski.
Noi, quando possibile, amputiamo solo una falange o un metatarso, raramente un dito completamente. L’amputazione dell’avampiede è molto rara e l’amputazione di un arto la riserviamo a casi estremi: nella nostra esperienza ciò avviene solamente per un paziente ogni 100.
Cosa aspettarsi dopo l’amputazione?
La ferita non viene chiusa in quanto la sutura cutanea, in una cute sofferente come quella affetta da vascolarizzazione, farebbe andare in necrosi.
La ferita sarà sottoposta un’ora al giorno a ossigenoterapia in normobarismo. Tale terapia non ha alcuna controindicazione e, specialmente nel piede diabetico (come nelle ferite in gravi arteriopatie periferiche), dà ottimi risultati.
Spesso, l’assistenza infermieristica non serve, se il paziente è seguito dai familiari e usa la terapia con ossigeno tramite la camera normobarica Ulcosan NEW.
La medicazione è semplice. Basta pulire la ferita con soluzione fisiologica e poi fare un’ora di ossigeno. Successivamente, occorre solo la medicazione semplice; mai utilizzare pomate, mai garze grasse, mai medicazioni avanzate.
Il mio pensiero dopo 46 anni di chirurgia si riassume in tre concetti:
1. Non siamo stati fatti o creati per essere operati.
2. Per amputare c’è sempre tempo.
3. A volte la costanza e le terapie a disposizione possono dare una qualità di vita accettabile e migliore rispetto alla chirurgia demolitiva.