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Ospedale Unico: un passo avanti e un passo indietro: Possibili soluzioni !

 

Un passo avanti e un passo indietro. Rimaniamo fermi . Ma rimanere fermi significa andare indietro.

Indietro dall’Ospedale Unico. Ma avanti verso il caos. Avanti per non dare risposte ai cittadini.

Vi ricordate il vecchio Ospedale?

Si può rimanere ai vecchi tempi ?

 

E allora vediamo la situazione e facciamo il punto su cosa può succedere e sui prossimi scenari

Bisogna dire che difficilmente la Regione , Il Governatore Zaia e la Giunta, avrebbero fatto un passo indietro. Fare un passo indietro significherebbe rivedere le schede di dotazione ospedaliera, ripensare alla strategia sanitaria non solo degli Ospedali ma anche di tutto il sistema sanitario del Veneto Orientale.

La Conferenza dei Sindaci si era espressa alla unanimità , dopo che al Convegno organizzato da ” Il Ponte” i due Sindaci ( quello di Eraclea e quello di San Donà ) si erano espressi alla costruzione del nuovo Ospedale, ma come avevamo detto al Convegno i campanilismi si sarebbero fatti vivi e la politica sarebbe entrata dalla finestra. E allora erano cominciati i passi indietro

Passi indietro che erano stati fatti da diversi Sindaci e in modo particolare da quello di San Donà e di quello di Portogruaro. Il motivo era semplice e lo avevamo già detto al Convegno: nessuno voleva avere l’ospedale dell’altra città favorito rispetto al suo. In sostanza tutti temevano di perdere l’Ospedale sotto casa , nella propria città a vantaggio della città alternativa. E anche il pensare di un Ospedale a mezza via non accontentava tutti.

Tutti in sostanza volevano avere il nuovo Ospedale a casa loro . Tutti avevano paura di perdere consensi. Certamente ufficialmente tenevano una altra posizione e una altra giustificazione. Tutti esprimevano la paura di non avere  una assistenza pronta per i propri abitanti. Temevano di perdere un Ospedale, temevano che un edificio sarebbe stato abbandonato. Ma tutto sommato temevano di perdere consensi presso la propria popolazione , temevano di non aver difeso i propri cittadini

Varie sono state le opinioni e varie le soluzioni.

Ci fu anche un  documento ufficiale del PD e del Sindaco Cereser ( che ricordiamo è dello stesso partito del Sindaco di Portogruaro) che rimetteva tutto in discussione. Voleva un cambiamento delle schede ospedaliere e chiedeva di riorganizzare la sanità in modo diverso

Cosa diceva questo documento

“Per quanto riguarda infine gli obiettivi a breve termine, si ribadisce che il PD chiede l’immediata sospensione dell’applicazione delle schede ospedaliere ed esprime la propria ferma opposizione alla ristrutturazione ospedaliera del presidio di San Donà come previsto dalle schede stesse reclamandone, in ogni caso, il potenziamento dei servizi sino agli standard previsti, per garantire, qui, ora e sino alla realizzazione concreta di eventuali alternative, la salute dei cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi.

Partito Democratico – Circolo di San Donà 12 febbraio 2014”

 

Sembrava tutto quindi ritornare in gioco e la conclusione era uno stallo, un passo indietro e ritornare alla Sanità attuale

Ma poi venne la decisione di sentire una commissione tecnica che decidesse quale era il miglior sito per un Ospedale unico.

La soluzione è stata come l’uovo di Colombo. Una commissione tecnica assieme ai Sindaci delle Principali città interessate avrebbe deciso la locazione del nuovo Ospedale. La città ( Portogruaro o San Donà ) che sarebbe stata più distante dal nuovo Ospedale avrebbe avuto una sede di Pronto intervento in modo da garantire una assistenza veloce a tutti.

Nello stesso tempo la Conferenza dei Sindaci  venne alla stessa decisione e la decisione è stata presa alla unanimità.

Si era quindi  fatto un passo AVANTI !

Ma la gente cosa dice. I cittadini parlano a secondo la loro esperienza personale; non molti possono ragionare in senso razionale e obbiettivo, anche perché non possono prescindere del partito al quale si ispirano.

 

Ospedale unico ? No grazie ! sembrano dire oramai molti. Si moltiplicano le riunioni di addetti ai lavori, di sindaci, di medici, di associazioni  che dicono la loro opinione. Vi sono ora comitati che cercano di fare marcia indietro alla decisione della Giunta Regionale.

Noi de ” Il Ponte ” avevamo fatto un convegno in ottobre l’anno scorso con rappresentanti dei vertici della Sanità Regionale e della ASL e ci venne spiegato che l’Ospedale Unico era la sola possibilità attuale per portare una eccellenza nella nostra Sanità locale.

Si era spiegato che i costi per mettere al passo i vecchi Ospedali era troppo alto, che la sanità moderna andava verso questa direzione, che i soldi erano stati trovati…..

Si disse anche che entro 5 anni l’Ospedale Unico sarebbe stato pronto  . IO ero scettico tanto che finii gli intervento del convegno dando appuntamento a tutti fra 5 anni e vedere chi aveva ragione : loro o io che pensavo che tutto poteva avvenire fra 10 anni.

Dissi fra 10 anni pensando a tanti problemi ma poiché nessuno in quel convegno criticò, a parte uno del pubblico, le schede ospedaliere che andavano incontro all’Ospedale Unico e facevano un percorso in attesa di tale Ospedale, diedi per buono che l’Ospedale UNICO  SI SAREBBE FATTO.

Era presente anche il Sindaco di San Donà che diede l’OK alle schede regionali. Lo stesso Sindaco parlò però che il percorso fosse fatto entro determinati termini e che non si lasciasse sguarnita la popolazione nei servizi fino ai prossimi 5 anni.

Lo stesso Vicesindaco di San Donà che è un medico era d’accordo nel progetto ma ora tale vicesindaco è stato estromesso dalla giunta proprio per le sue posizioni spesso in contrasto con quello del sindaco.

Jesolo aveva accettato la sua conversione in un Ospedale unico con indirizzo riabilitativo e di lungodegenza che poteva far pensare a pacchetti per i turisti e ad incentivare il turismo.

Ma poi sono cominciate i litigi per la sede. Tutti volevano un Ospedale sotto casa , più vicino alla propria casa e ora tutti volevano l’Ospedale Unico a casa loro. Bene Ospedale Unico ma a San Donà o a Portogruaro. Sono cominciate le polemiche. Si disse : bene lasciamo che siano i tecnici della regione a decidere la sede. Ma alla fine anche questa soluzione non andava bene.

Il consigliere Trevisiol di Musile ha dichiarato , almeno letto sui giornali, che l’Ospedale Unico doveva essere fatto a Caposile  e che doveva essere lasciato l’Ospedale di Portogruaro.

Sono intervenuti il Dr Merli ex Sindaco e Ex Presidente della Conferenza dei Sindaci per la Sanità

Ma per quanto finora detto, quando si parla di politica socio sanitaria, non ha alcun senso concentrare l’attenzione solo sul tema ospedaliero, ma dobbiamo partire dai bisogni delle persone per la costruzione di un disegno complessivo, che comprende il servizio ospedaliero, in grado di rispondere alle legittime aspettative di una società post industriale che si definisce ai massimi livelli nazionali ed europei in tema di diritto alla salute.

Partire dalla rete dei servizi sul territorio.

Indipendentemente dalla soluzione che si vuole dare al tema della riorganizzazione ospedaliera (ospedali in rete od ospedale unico, servizio pubblico e servizio privato, in concorrenza o complementari, ecc.), resta del tutto da risolvere il problema dei servizi territoriali, sia sul versante della progettazione che, ancor più importante, della loro realizzazione. Si tratta, come noto, di dotare i distretti socio sanitari degli strumenti e delle    risorse utili per la costruzione di una rete di servizi, che ha il proprio fulcro sui medici di medicina generale e sui pediatri di libera scelta, organizzati e integrati con i servizi necessari – hospice, ospedali di comunità, RSA, unità riabilitative territoriali, centri diurni, ADI, ecc. – per garantire un sistema di cure vicino alle persone ed alle loro famiglie, per evitare ricoveri impropri negli ospedali, per garantire l’assistenza e la cura post- ospedaliera.

Il potenziamento dei servizi territoriali potrà così avere, inoltre, un importante ruolo nella prevenzione, obiettivo raggiungibile solo attraverso una diffusa e diversa cultura della salute.

Una rete dei servizi così intesa permetterebbe agli ospedali di concentrarsi, in linea con la propria mission, solo sui problemi acuti, mentre il percorso per le persone in condizione di fragilità – ad esempio in dimissioni protette – o di cronicità, potrebbero trovare soluzione negli altri servizi integrati della rete territoriale.

Per realizzare tutto questo è necessaria una politica di sviluppo con adeguati finanziamenti per l’apertura, da subito, dei nuovi servizi territoriali mancanti o insufficienti.

Contrariamente a quanto fin qui auspicato, da oltre un anno a questa parte assistiamo ad una riorganizzazione che va esattamente nella direzione opposta, a partire dalla riduzione dei servizi territoriali e dall’incomprensibile riduzione da due distretti socio sanitari ad uno solo, coincidente con tutta l’ULSS 10.

L’ospedale unico è veramente la scelta migliore e più conveniente ?

Da alcuni anni, ma recentemente in modo più frequente, all’interno dell’ULSS 10 si sta sostenendo l’opportunità di passare da un modello di strutture ospedaliere policentrico all’idea dell’ospedale unico.

Questa affermazione, sostenuta dalla direzione generale dell’ULSS 10, non è mai stata accompagnata da un preliminare di massima, non è stato detto con certezza quanto costerà (si è sentito dire 100, 150, 170 milioni di €… chi offre di più?), non è stato detto in che modo i cittadini, attraverso le tasse, dovranno pagarlo, non è stata presentata alcuna seria analisi circa i costi di gestione, né una seria analisi circa i costi sociali di una simile iniziativa.

Ad incrementare la confusione e la demagogia contribuisce il fatto che quando viene sbandierata l’ipotesi dell’ospedale unico sembra ne debba esistere, per l’appunto, uno solo. Ma non è così. L’ospedale unico, infatti, non sostituirebbe tutti e 4 gli ospedali esistenti, ma solo due, perché l’ospedale ad indirizzo monospecialistico riabilitativo di Jesolo continuerebbe ad esistere, così come la Casa di Cura privata Rizzola. La riduzione sarebbe dagli attuali 4 a 3, da realizzarsi, come sopra ricordato, non si sa quando, dove, con che soldi… e soprattutto perché.

Ma quando si parla di costi, dobbiamo pensare che non si tratta solo di quelli economici, ma anche di quelli sociali. Con una conformazione geografica come quella dell’ULSS 10, un solo ospedale, ancorché centrale, obbligherebbe la stragrande maggioranza dei cittadini a sobbarcarsi distanze e tempi di percorrenza inaccettabili e non convenienti, considerato anche il sistema viario e di trasporti pubblici esistente. Un ulteriore buon motivo per andare a trovare le risposte in altre ULSS incrementando ulteriormente le “fughe” verso l’esterno.

L’ULSS 10 dovrebbe concentrarsi sugli aspetti che le sono propri, ovvero sulla gestione, sull’aumento della qualità dei servizi, sulla diminuzione delle c.d. “fughe”. In questo campo riteniamo che l’equilibrio di bilancio a cui la direzione generale naturalmente tende, debba essere ottenuto non abbattendo la spesa tagliando i servizi, come si sta facendo in questo periodo, ma aumentando le entrate migliorando ed integrando i servizi stessi, sviluppando una maggiore attrazione e una maggiore fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’ULSS 10.

Il clima si fa rovente

Si può modificare il piano e fare , come abbiamo sempre sostenuto, Ospedali differenziati che non facciano tutti le stesse cose.

 

Ritorniamo su quello che noi abbiamo sempre sostenuto da più da 20 anni. Ospedali differenziati non come specialità ma come reparti che a parte le parti basilari facciano patologie differenziate.

Forse l’Ospedale Unico potrebbe essere la soluzione migliore ma vi  sono alcuni problemi che hanno riportato diverse persone

Il vero problema è il lato economico

Dove sono i soldi ?

Vi è un piano di fattibilità ?

Dove farlo’

La distanza di un Pronto Soccorso efficiente

Diversi mi hanno parlato della possibilità di perdere alcuni specialisti

Diversi hanno paura di ritrovarsi con il caos che esiste all’Ospedale Dell’Angelo a Mestre

I problemi effettivamente sono diversi

Molti si chiedono che fine faranno gli attuali Ospedali. Sarà un buttar via i soldi investiti.

Difficile dare una risposta

Tanti dicono che sarebbe meglio far funzionare i tre Ospedali esistenti e la Casa di Cura

Ma perchè ci sono le fughe

La gente non va in Friuli perchè lo ritiene comodo ma perchè trova ivi delle eccellenze.

Ecco cosa manca nella nostra ASL. Manca spesso la eccellenza. Non che non ci siano reparti e medici al top ma manca la eccellenza.

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve ritornare a ripassare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo La Regione ha deciso  che ci sarà un Pronto soccorso autonomo con un Primario. Si tratterà di sopportarlo nel periodo estivo con aumento del personale medico e infermieristico .

 

E per San Donà e per Portogruaro. Cosa ci aspettiamo visto che i costi di un Unico Ospedale sono proibitivi ?

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.?

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noi  abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie patologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risorse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione eccellente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

La polemica Ospedale unico o meno è solo una polemica che ci fa tornare indietro negli anni quando vi erano i vari campanili e tutti pensavo a sè stessi.

Ora il cittadino vuole essere curato nel modo migliore con la attrezzatura migliore

E tutto questo ha dei costi

E allora conviene avere due poli attrezzati con le attrezzature migliori e con gli specialisti con la maggior esperienza e formati in modo tale da rappresentare quella eccellenza che attualmente manca.

In ultimo la Casa di Cura Rizzola. Deve rappresentare una alternativa alla popolazione sempre che possa rappresentare dei poli di eccellenza per determinate patologia e che il rapporto costi-benefici sia favorevole.

Se la struttura può dare alcuni servizi di eccellenza a costi competitivi non si vede perche non possa esistere nella modalità e nell’ottica descritta sopra.

Ospedale Unico e Territorio : un convegno a Meolo che ha detto molte cose importanti ma le ha dette a pochi

 

 

 

 

 

Oggi vi è stato un importante incontro o convegno sulla Sanità del Futuro.

Dico importante in quanto si è parlato in modo nuovo e dette cose nuove e non solo le solite cose sull’Ospedale Unico. Importante in quanto diverso e in quanto si si è parlato del futuro della Sanità e non solo dell’Ospedale Unico. Infatti non si è parlato di Ospedale Unico ma di Ospedale  “Nuovo” e di nuova Sanità

Si è parlato della persona che deve essere al centro e non di come deve essere l’Ospedale.

Certo si è detto perchè è bene che ci sia l’Ospedale Unico ma non si è scesi nei dettagli

I relatori erano i tecnici e i politici e anche i medici

Come ha ben ricordato l’Ass. Sernagiotto la Sanità bada alla salute ma la salute non è solo fisica ma anche psicofisica.  L’Ospedale  va bene , soddisfa , attrae gente da altre zona se  ha questi requisisti

1) Buoni medici

2) Ottime attrezzature

3) Comfort

Se non ci sono queste caratteristiche la gente fa 20-30 km in più e va in altri IOspedali

In sostanza quello che diciamo noi da anni

Il problema dell’Ospedale unico è un problema non solo economico  ma anche un posto di eccellenza in tutti i sensi. Dal fatto di avere medici preparati che hanno possibilità di lavorare al meglio. Se così non fosse i medici migliori andranno via , andranno in altri Ospedali e avranno possibilità migliori

Remo Sernagiotto ha fatto l’Esempio dello IOV di Padova che al momento secondo lui non va bene e allora la ente preferisce Aviano.

Io su questo non sono d’accordo. Lo IOV è un posto di eccellenza  e poi vi è umanità. Aviano sa fare immagine , sa attrarre i pazienti ma non è all’avanguardia e ha un problema. quando il paziente non va più bene lo abbandona spesso e lo rimanda nella sua zona.

Aviano è un centro scientifico , è un centro Sperimentale. Io crtedo che i nostri Ospedali debbano essere posti di eccellenza e in parte lo sono giuà

Ma si deve pensare ad un Ospedale Nuovo che offra eccellenza in ogni agglomerato di 200.000 persone, come nel Veneto Orientale.

Il Direttore Generale ha parlato bene con entusiasmo ; ha detto che abbiamo delle eccellenze. Giusto ma non basta

Ci siamo chiesti perchè ci sono tante fughe fuori dalla nostra ASL ?

Riporto quanto scritto giorni fa dopo una intervista dell’Ass provinciale sul problema.

Riportiamo anche quanto detto dall’Ass. Provinciale Canali sulla necessità di ottimizzare le risorse e le spese. Bisogna chiudere dice  reparti co sono poco utilizzati a vantaggio della qualità

Si parlva della chiusra di alcuni reparti per aver reparti solo pienamente utilizzati che attraggano e che siano di eccellenza.

Dicevamo allora “Con un utiliz zo al 50 delle potenzialità e un costo di degenza di 1 300 euro al giorno la Pediatria di Portogruaro andava ricalibrata così come altri reparti sovradimensionati  sostiene Canali

In una intervista riportata dal Gazzettino infatti Canali dice che  non pare corretto parlare di chiusura del centro pediatrico di Portogruaro quando invece si tratta di calibrare i posti letto rispettoalle richie ste

La Pediatria a Portogruaro ha avuto un utilizzo del 57 nel corso del 2012 e del 55 nel 2013 con un costo giorna liero di 1300 euro per giornata di degenza pari al costo di un posto parto di alta specializzazione di Mestre

E allora se vi è un ridimensionamento dei posti letto pur venendo garantito il servizio a Portogruaro non ci si deve scanda lizzare ma si deve avere il corag gio di affrontare la questione sani taria anche sotto il profilo dei costi che sarebbero indubbiamente minori con l’ospedale unico

Anche il reparto di Ostetricia lavora sotto standard invece delle mille nascite all anno previste dalla normativa naziona le ce ne sono solo 400 . Anche  San Donà  la casistica è sotto standard essendoci solo 600 nascite

Se uniamo le due ostetricie si avranno numeri buoni per ottimizzare il reparto.

Ci si è mai chiesto come mai la Ostetricia di Oderzo ha più parti di San Donà e Portogruaro?

E allora prima di dire salviamo un reparto o più reparti conclude Canali si deve verificare cosa comporta in termini di costi sicurezza ed efficienza specialmente in reparti delicati come Ostetricia  e Ginecologia e Pedriatria

E allora non ci sono per fare funzionare alcuni reparti che sono doppioni gli uni degli altri

E allora solo l’Ospedale unico in questo momento può garantire dei risparmi e una spesa ottimale con reparti ottimizzati”

Ecco il problema dell’Ospedale  Unico o come hanno detto dell’Ospedale Nuovo. Avere un Ospedale di eccellenza , non importa la locazione ma che possa servire i nostri cittadino, i cittadini del nostro territorio ma che possa servire anche cittadini di altri territori . Se attrae vuole dire che è un ottimo Ospedale.

Ma oggi i relatori hanno detto anche cose nuove. Non solo Ospedale Unico ma Territorio

   

 

 

 

 

 

 

 

Dispiace che il pubblico fosse poco. Era un incontro che si proponeva già all’insegna del nuovo. Non si parlava solo dell’Ospedale Unico ma di quello che la Sanità sarà in futuro. Come ha detto bene il Dr Fiorin ha fatto vedere la prospettiva , il tragitto di quello che sarà la Sanità che dovrà garantire una popolazione che sarà sempre più vecchia, con più malattie,con più costi da sostenere, con necessità di cronicità e di pluripatologie da assistere.

E allora dove era la gente che doveva riempire la sala. Non era una giornata di sole; era un Sabato qualsiasi e si doveva essere presenti.

Dove erano i medici del nostro territorio?

Dove erano i Medici di Meolo ?

Ma come ? Si parlava del nostro territorio, del loro territorio. Si spiega il futuro che coinvolgeva loro e noi !

Il discorso e il progetto di assistenza all’anziano con particolare riguardo al malato cardiopatico cronico e alla riabilitazione è stato spiegato bene dal Dr Milani.

Sono stati discorsi dei due medici ( Milano e Fiorin) di alto livello che hanno ricordato quello che molto spesso oramai ci sfugge : l’etica !

Il futuro della Sanità sarà quello di non andare in Ospedale se non per fatti acuti

Noi lo predichiamo da tempo. I codici bianchi non sono da Pronto Soccorso.

Troppi furbi vanno al PS perché fa comodo, perche pensano di non fare la fila, perché pensano di non pagare, perchè spoesso non trovano il proprio medico

Abbiamo sentito invece che in futuro il medico ci sarà

Dobbiamo portare la sanità nel territorio !

Ci saranno gli ambulatori con i servizi principali e semplici H24. In Ospedale si andrà solo in caso che il medico in servizio nel proprio centro lo riterrà necessario o in caso di vera urgenza.

Tutto questo per un risparmio ma anche per dare un servizio dignitoso al cittadino

Mai più Proto Soccorsi intasati con la ente che deve aspettare ore e ore su di una sedia in attesa dei propri turni

Sarebbe stato bello che la sala fosse piena.

Tutti hanno detto. non perdiamo il treno del Nuovo Ospedale , ma io mi chiedo perché è molti hanno perso il treno di essere presente ad un convegno che era fatto per la gente ma anche per gli operatori sanitari, medici e infermieri tutti

Non vorrei che tutto si fermasse e che si perdesse veramente il treno !

 

 

Ospedale Unico: bisogna ottimizzare i costi ma anche i servizi !

Si continua a parlare di Ospedale unico. Si litiga se farlo o meno. Si litiga quando farlo. Si litiga su dove farlo.

Noi de ” Il Ponte” siamo stati i primi a fare un Convegno e a riunire assieme i vertici della Sanità del Veneto, sia in Regione che alla nostra ASL per spiegare perchè si doveva fare e quando si doveva fare

Eravamo scettici sui tempi e mentre loro parlavo di 5 anni io pensavo 10 anni e ho chiuso i lavori del Convegno dandoci appuntamento fra 5 anni per vedere cosa si era fatto.

Ora in effetti sono passati 6 mesi e si è solo par lato di farlo o non farlo e di dove farlo.

Ogni settimana vedevamo sui giornali la polemica di un sindaco che diceva una cosa e poi la smentiva e poi ne diceva una altra

Era difficile dire cosa si stava facendo se non parlare

Ma ora siamo arrivati ad un punto fermo: l’Ospedale unico si farà

Si tratta solo di vedere dove e come conservare alcuni servizi nei centri nel quale l’Ospedale non ci sarà o sarà lontano dalla sede dell’Ospedale Unico.

Chiaramente i Sindaci dei principali centri interessasti e cioè San Donà e Portogruaro non cedono. Il più penalizzato sarebbe Portogruaro e quindi il Sindaco Bertoncello è quello che maggiormente lotta per evitare l’Ospedale  unico. Sa che non potrà essere posto a Portogruaro e allora chiede il massimo per la sua città.

 

Ma il problema sono i soldi, il finanziamento cose si vuole dire. Oggi non ci sono soldi per nessuno e per la Sanità anche. In modo particolare i tre Ospedali costano troppo in luce, portieri, dirigenti, medici ecccc. e lo ha detto bene Leonardo Padrin Presidente della Commissione alla Sanità della Regione e lo ha confermato assieme al Direttore Generale Bramezza l’altro giorno in una seduta speciale del Consiglio Comunale di San Donà di Piave.

Riportiamo qui il video del commento fatto da PIAVETV del Consiglio stesso.

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Riportiamo anche quanto detto dall’Ass. Provinciale Canali sulla necessità di ottimizzare le risorse e le spese. Bisogna chiudere dice  reparti co sono poco utilizzati a vantaggio della qualità

Con un utiliz zo al 50 delle potenzialità e un costo di degenza di 1 300 euro al giorno la Pediatria di Portogruaro andava ricalibrata così come altri reparti sovradimensionati  sostiene Canali

In una intervista riportata dal Gazzettino infatti Canali dice che  non pare corretto parlare di chiusura del centro pediatrico di Portogruaro quando invece si tratta di calibrare i posti letto rispettoalle richie ste

La Pediatria a Portogruaro ha avuto un utilizzo del 57 nel corso del 2012 e del 55 nel 2013 con un costo giorna liero di 1300 euro per giornata di degenza pari al costo di un posto parto di alta specializzazione di Mestre

E allora se vi è un ridimensionamento dei posti letto pur venendo garantito il servizio a Portogruaro non ci si deve scanda lizzare ma si deve avere il corag gio di affrontare la questione sani taria anche sotto il profilo dei costi che sarebbero indubbiamente minori con l’ospedale unico

Anche il reparto di Ostetricia lavora sotto standard invece delle mille nascite all anno previste dalla normativa naziona le ce ne sono solo 400 . Anche  San Donà  la casistica è sotto standard essendoci solo 600 nascite

Se uniamo le due ostetrice si avranno numeri buoni per ottimizzare il reparto.

Ci si è mai chiesto come mai la Ostetricia di Oderzo ha più parti di San Donà e Portogruaro?

E allora prima di dire salviamo un reparto o più reparti conclude Canali si deve verificare cosa comporta in termini di costi sicurezza ed effi cienza specialmente in reparti delicati come Ostetricia  e Ginecologia e Pedriatria

E allora non ci sono per fare funzionare alcuni reparti che sono doppioni gli uni degli altri

E allora solo l’Ospedale unico in questo momento può garantire dei risparmi e una spesa ottimale con reparti ottimizzati

 

Ospedale Unico: Passo Avanti !

 

 

 

 

 

 

 

Dopo vari litigi, dopo vari ripensamenti, dopo smentite e proclami, sembra che si sia fatto un passo avanti

Avanti verso l’Ospedale Unico.

Bisogna dire che difficilmente la Regione , Il Governatore Zaia e la Giunta, avrebbero fatto un passo indietro. Fare un passo indietro avrebbe significato  rivedere le schede di dotazione ospedaliera, ripensare alla strategia sanitaria non solo degli Ospedali ma anche di tutto il sistema sanitario del Veneto Orientale.

Nell’ultimo mese, dopo che la Conferenza dei Sindaci si era espressa alla unanimità , dopo che al Convegno organizzato da ” Il Ponte” i due Sindaci ( quello di Eraclea e quello di San Donà ) si erano espressi alla costruzione del nuovo Ospedale, erano cominciati i passi indietro

Passi indietro che erano stati fatti da diversi Sindaci e in modo particolare da quello di San Donà e di quello di Portogruaro. Il motivo era semplice e lo avevamo già detto al Convegno: nessuno voleva avere l’ospedale dell’altra città favorito rispetto al suo. In sostanza tutti temevano di perdere l’Ospedale sotto casa , nella propria città a vantaggio della città alternativa. E anche il pensare di un Ospedale a mezza via non accontentava tutti.

Tutti in sostanza volevano avere il nuovo Ospedale a casa loro . Tutti avevano paura di perdere consensi. Certamente ufficialmente tenevano una altra posizione e una altra giustificazione. Tutti esprimevano la paura di non avere  una assistenza pronta per i propri abitanti. Temevano di perdere un Ospedale, temevano che un edificio sarebbe stato abbandonato. Ma tutto sommato temevano di perdere consensi presso la propria popolazione , temevano di non aver difeso i propri cittadini

Varie sono state le opinioni e varie le soluzioni.

Alcuni esponenti politici ( vedi l’Ass Chisso) aveva detto pubblicamente all’Hotel Continental) che se non vi era un accordo e che la Regione non riceveva un piano di fattibilità  e un piano economico , tutto saltava e si perdeva un treno.

La settimana scorsa venen anche fuori un  documento ufficiale del PD e del Sindaco Cereser ( che ricordiamo è dello stesso partito del Sindaco di Portogruaro) che rimetteva tutto in discussione. Voleva un cambiamento delle schede ospedaliere e chiedeva di riorganizzare la sanità in modo diverso

La conclusione di questo documento lo riportiamo qui sotto mentre il documento integrale lo trovate negli articoli precedenti

 

Per quanto riguarda infine gli obiettivi a breve termine, si ribadisce che il PD chiede l’immediata sospensione dell’applicazione delle schede ospedaliere ed esprime la propria ferma opposizione alla ristrutturazione ospedaliera del presidio di San Donà come previsto dalle schede stesse reclamandone, in ogni caso, il potenziamento dei servizi sino agli standard previsti, per garantire, qui, ora e sino alla realizzazione concreta di eventuali alternative, la salute dei cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi.

Partito Democratico – Circolo di San Donà 12 febbraio 2014

 

Sembrava tutto quindi ritornare in gioco e la conclusione era uno stallo, un passo indietro e ritornare alla Sanità attuale

Ma per fortuna qualche cosa si è mosso

Giovedì vi è stata la Conferenza dei Sindaci e contemporaneamente il Vicesindaco che è un pilastro della maggioranza con il suo schieramento si è trovato fino a notte inoltrata con il PD e hanno deciso assieme una soluzione.

La soluzione è stata come l’uovo di Colombo. Una commissione tecnica assieme ai Sindaci delle Principali città interessate avrebbe deciso la locazione del nuovo Ospedale. La città ( Portogruaro o San Donà ) che sarebbe stata più distante dal nuovo Ospedale avrebbe avuto una sede di Pronto intervento in modo da garantire una assistenza veloce a tutti.

Nello stesso tempo la Conferenza dei Sindaci  venne alla setssa decisione e la decisione è stata presa alla unanimità.

Il Presidente dalla Conferenza, l’Avv Tamai ha detto chiaramente che il territorio non poteva perdere una occasione simile per migliorare la nostra sanità.

Il Sindaco di Torre di Mostro ha detto chiaramente che condannava l’atteggiamento di chi si opponeva all’Ospedale Unico

Alla fine della riunione infuocata anche se le resistenza del Sindco Bertoncello non erano tutte spente il documento è stato firmato alla unanimità per cui possiamo dire

Si è fatto un passo AVANTI !

 

 

 

Ospedale unico: Un problema senza fine mentre tutti litigano

 

 

 

 

 

 

 

Ospedale unico ? No grazie ! sembrano dire oramai molti. Si moltiplicano le riunioni di addetti ai lavori, di sindaci, di medici, di associazioni  che dicono la loro opiniobe. Vi sono ora comitati che cercano di fare marcia indietro alla decisione della Giunta Regionale.

Noi de ” Il Ponte ” avevamo fatto un convegno in ottobre l’anno scorso con rappresentanti dei vertici della Sanità Regionale e della ASL e ci venne spiegato che l’Ospedale Unico era la sola possibilità attuale per portare una eccellenza nella nostra Sanità locale.

Si era spiegato che i costi per mettere al passo i vecchi Ospedali era troppo alto, che la sanità moderna andava verso questa direzione, che i soldi erano stati trovati…..

Si dise anche che entro 5 anni l’Ospedale Unico sarebbe stato pronto  . IO ero scettico tanto che finii gli intervento del convegno dando appuntamento a tutti fra 5 anni e vedere chi aveva ragione : loro o io che pensavo che tutto poteva avvenire fra 10 anni.

Dissi fra 10 anni pensando a tanti problemi ma poiché nessuno in quel convegno criticò, a parte uno del pubblico, le schede ospedaliere che andavano incontro all’Ospedale Unico e facevano un percorso in attesa di tale Ospedale, diedi per buono che l’Ospedale UNICO  SI SAREBBE FATTO.

Era presente anche il Sindaco di San Donà che diede l’OK alle schede regionali. Lo stesso Sindaco che il percorso fosse fatto entro determinai termini e che non si lasciasse sguarnita la popolazione nei servizi fino ai prossimi 5 anni.

Lo stesso Vicesindaco di San Donà che è un medico era d’accordo nel progetto

Jesolo aveva accettato la sua conversione in un Ospedale unico con indirizzo riabilitativo e di lungodegenza che poteva far pensare a pacchetti per i turisti e ad incentivare il turismo.

Ma poi sono cominciate i litigi per la sede. Tutti volevano un Ospedale sotto casa , più vicino alla propria casa e ora tutti volevano l’Ospedale Unico a casa loro. Bene Ospedale Unico ma a San Donà o a Portogruaro. Sono cominciate le polemiche. Si disse : bene lasciamo che siano i tecnici della regione a decidere la sede. Ma alla fine anche questa soluzione non andava bene.

Il consigliere Trevisiol di Musile ha dichiarato , almeno letto sui giornali, che l’Ospedale Unico doveva essere fatto a Caposile  e che doveva essere lasciato l’Ospedale di Portogruaro.

Sono intervenuti il Dr Merli ex Sindaco e Ex Presidente della Conferenza dei Sindaci per la Sanità

E poi sembra che ora tutti facciano un passo indietro.

Oggi si legge un documento del Pd ufficiale  che prende posizione e vuole mettere in discussione tutto e sostanzialmente tronare a prima delle schede.

Poichè è un documento ufficiale  lo riporto integralmente senza commenti e lascio a tutti i commenti

 

l Direttivo di Circolo del PD di San Donà ha approvato ieri sera all’unanimità un documento in cui sintetizza la propria posizione sulla situazione e sulle prospettive della sanità nel Veneto Orientale.
Preciso ed insisto: il PD parla di sistema sociosanitario; il tema è il diritto alla salute, il servizio ai cittadini.
È visibile dal testo che il PD sandonatese ha idee e proposte su ogni aspetto della programmazione sociosanitaria e quindi siamo pronti e disponibili al confronto su ogni proposta; purché sia una proposta e non una iniziativa di propaganda: rifiutiamo in partenza l’idea caricaturale che parlare di sanità nel Veneto Orientale si riduca a parlare di un fantomatico “ospedale unico” senza nemmeno spiegare cosa sia.
Un baratto tra la sanità oggi e la gallina domani è inaccettabile. All’incontro con la Conferenza dei sindaci venerdì scorso, la Regione ha incredibilmente proposto uno “scambio” tra il sì incondizionato all’ “ospedale unico” – di cui si rifiuta comunque di precisare ogni dettaglio! – e la sospensione dell’applicazione delle schede sanitarie. Dove stia il collegamento tra le due cose risulta incomprensibile, a meno che le schede sanitarie non siano già state pensate come pistola puntata per portare a casa la grande opera.
Noi chiediamo la immediata sospensione delle schede sanitarie perché configurano un disastroso degrado del servizio sanitario nel territorio e in particolare lo smantellamento del presidio ospedaliero di San Donà; chiediamo impegni precisi (modi, tempi, fondi) sulla rete di servizi territoriali; chiediamo che sia allineata agi standard la spesa per l’AULSS n. 10, che risulta invece inspiegabilmente sotto finanziata rispetto a molte altre realtà regionali. Pensiamo che sia necessaria una mobilitazione delle istituzioni e della cittadinanza tutta e faremo la nostra parte perché ogni decisione sia frutto di un aperto confronto con il territorio e non calata dall’alto.

ed ecco il DOCUMENTO DEL PD

 

LA POLITICA SANITARIA NEL VENETO ORIENTALE E LA PROGRAMMAZIONE OSPEDALIERA

Il programma di mandato del Sindaco Cereser

Il Programma di mandato del Sindaco Cereser, nel capitolo denominato “per la salute”, evidenzia, tra gli altri, alcuni punti fondamentali come:

- “svolgere un ruolo attivo e autorevole all’interno della Conferenza dei Sindaci della Sanità, difendendo il diritto ad una buona sanità per tutti i cittadini”;

- “valorizzare e migliorare i servizi territoriali (sanitari e socio-sanitari), favorendo l’aggregazione dei medici di base”;

- ”riorganizzare la rete delle Case di Riposo e potenziare i servizi diurni dei Centri Servizi”;

- “puntare ad un unico Ospedale di territorio con tre poli operativi (San Donà, Portogruaro, Jesolo) migliorando la qualità dei servizi e tutelando le eccellenze già presenti”;

- “migliorare l’efficienza dei servizi sanitari inserendo nella loro rete i servizi di trasporto pubblico, le associazioni di volontariato, il Tribunale dei Diritti del Malato, la rete delle comunicazioni”.

Le motivazioni che muovono questi obiettivi, che hanno ottenuto l’approvazione dei cittadini nell’ultima tornata elettorale, trovano il loro fondamento nei valori che il PD intende mettere al centro della propria agenda politica per il nostro comune, primo fra tutti il diritto alla salute, così come sancito dall’art. 32 della Carta Costituzionale.

Per noi risultano fondamentali:

1 – la centralità della persona e il suo diritto alla salute ed alla qualità di vita, in particolare se fragile e malata;

2 – l’attenzione all’efficienza dei servizi dove gli aspetti economici, intesi come una delle risorse di sistema, non sono la finalità ma uno strumento, da usare bene, per raggiungere gli obiettivi di salute che la comunità si prefigge;

3 – una visione globale dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali, che insieme formano una rete integrata in grado di garantire il diritto alla salute sin dal domicilio, con i servizi semiresidenziali e residenziali, con le strutture intermedie ed infine, quando necessario, con le strutture ospedaliere le quali assumono solo una delle possibili risposte ai bisogni di salute.

Per quanto finora detto, quando si parla di politica socio sanitaria, non ha alcun senso concentrare l’attenzione solo sul tema ospedaliero, ma dobbiamo partire dai bisogni delle persone per la costruzione di un disegno complessivo, che comprende il servizio ospedaliero, in grado di rispondere alle legittime aspettative di una società post industriale che si definisce ai massimi livelli nazionali ed europei in tema di diritto alla salute.

Partire dalla rete dei servizi sul territorio.

Indipendentemente dalla soluzione che si vuole dare al tema della riorganizzazione ospedaliera (ospedali in rete od ospedale unico, servizio pubblico e servizio privato, in concorrenza o complementari, ecc.), resta del tutto da risolvere il problema dei servizi territoriali, sia sul versante della progettazione che, ancor più importante, della loro realizzazione. Si tratta, come noto, di dotare i distretti socio sanitari degli strumenti e delle    risorse utili per la costruzione di una rete di servizi, che ha il proprio fulcro sui medici di medicina generale e sui pediatri di libera scelta, organizzati e integrati con i servizi necessari – hospice, ospedali di comunità, RSA, unità riabilitative territoriali, centri diurni, ADI, ecc. – per garantire un sistema di cure vicino alle persone ed alle loro famiglie, per evitare ricoveri impropri negli ospedali, per garantire l’assistenza e la cura post- ospedaliera.

Il potenziamento dei servizi territoriali potrà così avere, inoltre, un importante ruolo nella prevenzione, obiettivo raggiungibile solo attraverso una diffusa e diversa cultura della salute.

Una rete dei servizi così intesa permetterebbe agli ospedali di concentrarsi, in linea con la propria mission, solo sui problemi acuti, mentre il percorso per le persone in condizione di fragilità – ad esempio in dimissioni protette – o di cronicità, potrebbero trovare soluzione negli altri servizi integrati della rete territoriale.

Per realizzare tutto questo è necessaria una politica di sviluppo con adeguati finanziamenti per l’apertura, da subito, dei nuovi servizi territoriali mancanti o insufficienti.

Contrariamente a quanto fin qui auspicato, da oltre un anno a questa parte assistiamo ad una riorganizzazione che va esattamente nella direzione opposta, a partire dalla riduzione dei servizi territoriali e dall’incomprensibile riduzione da due distretti socio sanitari ad uno solo, coincidente con tutta l’ULSS 10.

L’ospedale unico è veramente la scelta migliore e più conveniente ?

Da alcuni anni, ma recentemente in modo più frequente, all’interno dell’ULSS 10 si sta sostenendo l’opportunità di passare da un modello di strutture ospedaliere policentrico all’idea dell’ospedale unico.

Questa affermazione, sostenuta dalla direzione generale dell’ULSS 10, non è mai stata accompagnata da un preliminare di massima, non è stato detto con certezza quanto costerà (si è sentito dire 100, 150, 170 milioni di €… chi offre di più?), non è stato detto in che modo i cittadini, attraverso le tasse, dovranno pagarlo, non è stata presentata alcuna seria analisi circa i costi di gestione, né una seria analisi circa i costi sociali di una simile iniziativa.

Ad incrementare la confusione e la demagogia contribuisce il fatto che quando viene sbandierata l’ipotesi dell’ospedale unico sembra ne debba esistere, per l’appunto, uno solo. Ma non è così. L’ospedale unico, infatti, non sostituirebbe tutti e 4 gli ospedali esistenti, ma solo due, perché l’ospedale ad indirizzo monospecialistico riabilitativo di Jesolo continuerebbe ad esistere, così come la Casa di Cura privata Rizzola. La riduzione sarebbe dagli attuali 4 a 3, da realizzarsi, come sopra ricordato, non si sa quando, dove, con che soldi… e soprattutto perché.

Ed a proposito di soldi, sul piano della convenienza economica, sono viceversa molte le esperienze Venete che mantenendo due presidi ospedalieri di rete territorialmente vicini, dimostrano l’esatto contrario di quanto affermato dai sostenitori dell’ospedale unico: è il caso di Dolo e Mirano, di Conegliano e Vittorio Veneto, di Castelfranco e Montebelluna, di Cittadella e Camposampiero. In tutti questi casi, come in innumerevoli altri nel Veneto ed in Italia, con due presidi ospedalieri, con adeguate specialità e con posti letto in linea con i parametri regionali, queste ULSS hanno ottimi servizi e conti in ordine. Posta in questi termini, eventuali risultati negativi sembrano più un problema gestionale che di modello.

Ma quando si parla di costi, dobbiamo pensare che non si tratta solo di quelli economici, ma anche di quelli sociali. Con una conformazione geografica come quella dell’ULSS 10, un solo ospedale, ancorché centrale, obbligherebbe la stragrande maggioranza dei cittadini a sobbarcarsi distanze e tempi di percorrenza inaccettabili e non convenienti, considerato anche il sistema viario e di trasporti pubblici esistente. Un ulteriore buon motivo per andare a trovare le risposte in altre ULSS incrementando ulteriormente le “fughe” verso l’esterno. L’impressione è dunque che l’ospedale unico possa essere un modo per tenere occupata la classe politica e l’opinione pubblica, utile per spostare l’attenzione dall’operazione in corso, sottotraccia, di smantellamento dei servizi esistenti. Così facendo, alla naturale denuncia dei disservizi verrà risposto, in modo demagogico, che è un problema di risorse e che l’unica soluzione è l’ospedale unico.

Qualche considerazione va fatta anche sui ruoli e le funzioni fin qui esercitate: per quanto attiene la questione politica della programmazione sanitaria, riteniamo che la questione debba essere trattata in sede politica, ovvero con il Presidente della Regione Veneto, con l’Assessore alle politiche sanitarie, con la conferenza dei Sindaci.

L’apparato tecnico dell’ULSS 10, con particolare riferimento alla direzione generale, riteniamo debba concentrarsi sugli aspetti che le sono propri, ovvero sulla gestione, sull’aumento della qualità dei servizi, sulla diminuzione delle c.d. “fughe”. In questo campo riteniamo che l’equilibrio di bilancio a cui la direzione generale naturalmente tende, debba essere ottenuto non abbattendo la spesa tagliando i servizi, come si sta facendo in questo periodo, ma aumentando le entrate migliorando ed integrando i servizi stessi, sviluppando una maggiore attrazione e una maggiore fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’ULSS 10.

Le schede di dotazione ospedaliera decise dalla Regione non sono accettabili

Le schede regionali riferite all’ULSS 10 parlano chiaro: S.Donà: – 18 posti letto Portogruaro: -18 posti letto Jesolo: -11 posti letto

Casa di Cura Rizzola: + 11 posti letto! In tutto il settore pubblico si taglia, nel privato si potenzia. A nostro avviso, non solo non si deve tagliare, ma si deve integrare la dotazione di

posti letto esistente con quello prevista dai parametri regionali (3,5 posti letto per mille abitanti, di cui lo 0,5 per mille per la riabilitazione, oltre ad 1,2 posti letto per mille abitanti con età>42 anni in strutture di ricovero intermedio).

Per quanto attiene alle scelte organizzative, una lettura ancorché macroscopica delle schede di dotazione ospedaliera 2012-2016 mostra un’idea che la Regione Veneto ha della salute dei cittadini del Veneto Orientale alla quale noi ci opponiamo in modo chiaro e determinato.

La scelta di accorpare tutte le funzioni mediche a S. Donà e tutte le funzioni chirurgiche a Portogruaro, produrrà, se realizzato, un vero e proprio disastro, con pazienti che trovano solo risposte parziali, spesso in trasferimento dall’uno all’altra sede o, addirittura, all’esterno dell’ULSS 10. Questa soluzione è del tutto inaccettabile e drammatica in particolare per i cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi in quanto ne verrebbero fortemente svantaggiati.

Dal nostro punto di vista, il sistema sanitario del Veneto Orientale deve vedere un presidio ospedaliero unico di rete con due sedi, S. Donà e Portogruaro, dove in entrambi i casi dovranno essere presenti i servizi di base (tra cui, ovviamente, la chirurgia). Le specialità, viceversa, dovranno trovare una razionalizzazione, evitando doppioni. Jesolo dovrà continuare a sviluppare l’importante indirizzo riabilitativo (Sull’esempio di Motta di Livenza) affiancato da un efficiente Pronto Soccorso. A questo proposito, non si condivide lo spostamento del Primariato di Pronto Soccorso a Jesolo in quanto non sostenuto dalla realtà dei dati: nel 2012 l’attività di Pronto Soccorso di S. Donà è stata quantitativamente il doppio rispetto a quella di Jesolo.

La Casa di Cura Rizzola

Le scelte contenute nelle schede ospedaliere proposte dalla Regione e la proposta di  riorganizzazione appena accennata, vanno chiaramente a scapito del sempre più depauperato ospedale di S. Donà (a cui, ricordiamo, la Regione vuole togliere la chirurgia). Nella Casa di Cura, viceversa, la compresenza dell’area medica e di quella chirurgica, magari supportata dal richiamo di qualche nome di rilievo, aggraveranno ancora di più lo  squilibrio esistente. La proposta della Conferenza dei Sindaci di individuare per la Casa di Cura Rizzola  una funzione accessoria e complementare al sistema dei servizi socio-sanitari dell’ULSS e di convertirla a struttura intermedia, collocando in quella sede la filiera dell’anziano, lungodegenze, dismissioni post-ospedaliere, è quella che facciamo nostra.

Non solo NO

Al fine di evitare possibili equivoci, la posizione espressa dal PD di San Donà si sostanzia su questioni di metodo e di merito. Ciò non coincide con un rifiuto aprioristico al confronto.

Per quanto attiene al metodo, invitiamo la Regione del Veneto ad avanzare le proprie proposte non attraverso comunicati stampa o slogan generici (ad es. quello dell’ospedale unico), ma in modo più dettagliato, analitico, approfondito, corredato da studi e dettagli di tipo gestionale, sociale, ambientale, in modo tale da consentire ai cittadini, che abitano in questo territorio, di conoscere e partecipare allo sviluppo della problematica.

Sul piano del merito già molto è stato detto e la posizione è ben delineata nel programma di mandato del Sindaco Cereser. Tuttavia, qualora la Regione intendesse andare comunque avanti nei propri intenti, evidenziamo fin d’ora che i problemi riguardanti la consistenza della rete dei servizi territoriali, il reperimento del finanziamento pubblico dell’opera (per evitare gli errori dell’ospedale dell’Angelo che i cittadini stanno pagando con le loro tasse) e la scelta di un’area – compatibile sul piano ambientale, baricentrica rispetto alla densità della popolazione e completa sul piano delle infrastrutture – sono presupposti imprescindibili ad ogni tipo di sviluppo.

Per quanto riguarda infine gli obiettivi a breve termine, si ribadisce che il PD chiede l’immediata sospensione dell’applicazione delle schede ospedaliere ed esprime la propria ferma opposizione alla ristrutturazione ospedaliera del presidio di San Donà come previsto dalle schede stesse reclamandone, in ogni caso, il potenziamento dei servizi sino agli standard previsti, per garantire, qui, ora e sino alla realizzazione concreta di eventuali alternative, la salute dei cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi.

Partito Democratico – Circolo di San Donà 12 febbraio 2014

Unico commento è come saltano fuori gli 11 letti in più alla Casa di Cura quando rimangono secondo le schede 103. Unico dato ma non si deve fare confusione sono gli eventuali di posti per gente che viene in casa di Cura da Fuori Regione. Nessun costo per la Regione ma solo Gente che viene portando soldi e viene attratta da una struttura che funziona

 

Noi ci chiediamo allora perchè il Sindaco era d’accordo . Perchè la Conferenza dei Sindaci alla unanimità era d’accordo  e perché il Sindaco Cereser che era  ed è Presidente della Conferenza dei sindaci non ha posto la questione prima.

Il clima si fa rovente

Noi stiamo preparando un Talk show sull’argomento ma certamente se si torna a polemizzare e a volre un Ospedale sotto casa e tutti eguali si rimane fermi e perdiamo un treno.

Si può modificare il piano e fare Ospedali differenziati che non facciano tutti le stesse cose. ma….

 

 

 

 

 

 

 

Continuano le polemiche sull’Ospedale Unico: ma cosa dicono i cittadini ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Continuano le polemiche sull’Ospedale Unico nel Veneto Orientale: cosa dice la Gente ?

 

In questo periodo si sono susseguiti articoli sui giornali, dichiarazioni di politici o amministratori locali ma anche di esponenti politici a livello regionale che sono scesi in campo pro e contro l’Ospedale Unico nella nostra zona.

Ma la gente normale , la gente comune, che è poi quella che dovrà utilizzare l’Ospedale unico o che sta adoperando gli Ospedali attuali è stata ascoltata? Cosa dice la gente che si incontra per la strada ?

IN questo mese ho pubblicato diversi articoli sull’Ospedale Unico e diversi articoli riguardanti alcuni reparti e disservizi.

Certamente sono articoli che riportano critiche ma sono articoli costruiti sai commenti della gente che mi ha fatto pervenire in messi privati o pubblici o con mail il loro pensiero.

Ed è giusto sentire la loro opinione o cosa loro pensano della situazione attuale e di quella che sembra arrivare nel giro do 5 anni.

Ai commenti pervenuti tramite mess privati o pubblici, tramite mail ho aggiunto i commenti ricevuto dai pazienti che ho visitato in queste settimane.

Io faccio ambulatorio a San Donà di Piave, ma anche a Jesolo, Cavallino Treporti, Caorle , oltre fuori la nostra provincia. E quindi i commenti e le critiche o i ragionamenti sono raccolti da persone che vivono nelle varie zone del nostro territorio o, per farla breve, sia della zona di Jesolo, che di Portogruaro che di San Donà

 

Noi del ” Il Ponte” ne parliamo da anni. Da più di 10 anni. Ultimamente lo abbiamo ripetuto, molto tempo prima che le schede ospedaliere fossero note

Abbiamo sempre sostenuto che L’Ospedale Unico è la soluzione migliore ma vi  sono alcuni problemi che mi hanno riportato diverse persone

Il vero problema è il lato economico

Dove sono i soldi ?

Vi è un piano di fattibilità ?

Dove farlo’

La distanza di un Pronto Soccorso efficiente

Diversi mi hanno parlato della possibilità di perdere alcuni specialisti

Diversi hanno paura di ritrovarsi con il caos che esiste all’Ospedale Dell’Angelo a Mestre

I problemi effettivamente sono diversi

Molti si chiedono che fine faranno gli attuali Ospedali. Sarà un buttar via i soldi investiti.

Difficile dare una risposta

Tanti dicono che sarebbe meglio far funzionare i tre Ospedali esistenti e la Casa di Cura

Ricordo che anni fa noi de IL PONTE avevamo organizzato anni fa una incontro con i vari consiglieri regionali sul problema all’Hotel Heraclia, ora Contenental  e un incontro dibattito pubblico all’Hotel Forte 48 successivamente vedendo la soluzione migliore ma anche quelle più fattibile.

La CGiL  boccia la proposta dell’Ospedale Unico. Proprio per il problema che i soldi non ci sono e non ci possono essere. E Mestre docet.

Un problema molto sentito dalla nostra ASl e dalla regione Veneto  è dato dal problema delle fughe di pazienti che sono circa 60.000. E questo rappresenta un costo per la ASL N.10

Ma perchè ci sono le fughe

La gente non va in Friuli perchè lo ritiene comodo ma perchè trova ivi delle eccellenze.

Ecco cosa manca nella nostra ASL. Manca spesso la eccellenza. Non che non ci siano reparti e medici al top ma manca la eccellenza.

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve ritornare a ripassare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

Per Jesolo non abbiamo ricevuto critiche particolari e la gente ritiene giusta la collocazione e la destinazione dell’ospedale come sarà organizzato A Jesolo é utile un  Ospedale specializzato rispetto alla locazione , al suo decentramento e al suo clima.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo La Regione ha deciso  che ci sarà un Pronto soccorso autonomo con un Primario. Si tratterà di sopportarlo nel periodo estivo con aumento del personale medico e infermieristico .

 

E per San Donà e per Portogruaro. Cosa ci aspettiamo visto che i costi di un Unico Ospedale sono proibitivi ?

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noi  abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie patologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risorse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione eccellente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

La polemica Ospedale unico o meno è solo una polemica che ci fa tornare indietro negli anni quando vi erano i vari campanili e tutti pensavo a sè stessi.

Ora il cittadino vuole essere curato nel modo migliore con la attrezzatura migliore

E tutto questo ha dei costi

E allora conviene avere due poli attrezzati con le attrezzature migliori e con gli specialisti con la maggior esperienza e formati in modo tale da rappresentare quella eccellenza che attualmente manca.

In ultimo la Casa di Cura Rizzola. Deve rappresentare una alternativa alla popolazione sempre che possa rappresentare dei poli di eccellenza per determinate patologia e che il rapporto costi-benefici sia favorevole.

Se la struttura può dare alcuni servizi di eccellenza a costi competitivi non si vede perche non possa esistere nella modalità e nell’ottica descritta sopra.

L’ospedale unico rappresenta una eccellenza se possibile. Altrimenti meglio avere due poli funzionanti come eccellenza.

 

Sostanzialmente questo è quanto ho potuto raccogliere dai vari commenti e suggerimenti

Lasciando stare i commenti dei politici che badano più ai voti che al reale beneficio dei cittadini. Non tutti sicuramente ma molti sì

 

Anatomia Patologica: Una eccellenza che si sposta a Mestre : ma fino a quando ?

 

 

 

 

 

Torniamo sull’argomento della Anatomia Patologica di San Donà di Piave. O meglio della Anatomia della ASL N. 10. Infatti l’Anatomia  della nostra ASL è unica per i tre Ospedali. Fino ad un anno fa era unica totalmente in quanto dava il suo servizio anche alla Casa di Cura Rizzola.

Ma poi la morte del Dr Briani e il pensionamento anticipato del Dr Sacchi ( Primario da anni e succeduto al Prof Boccato) aveva ridotto l’organico

Vi ricordate che avevano noi del Ponte Racconato e ripreso le lamentele del Dr Sacchi sul Reparto di Anatomia Patologica.

Riporto qui alcuni punti degli articoli passati

L’Anatomia è il Reparto, o meglio il Servizio che è al centro di un Ospedale. L’anatomo patologo fa la diagnosi. O prima di un intervento tramite la citologia ne dà le informazioni per definire in maniera l’intervento chirurgico , o dopo l’intervento quando il chirurgo manda in anatomia patologica il pezzo asportato per definire la esatta natura e dare all’oncologo le informazioni per fare poi una terapia ottimale.

L’anatomia patologica da anche agli internisti gli elementi par fare una diagnosi corretta e dare gli elementi per una ottimale terapia

Per tali motivi l’Anatomia patologica è al centro dell’Ospedale. Un Ospedale che non ha tale servizio non è completo e deve ricorrere ad un altro centro per fare gli esami che abbiamo detto sopra.

San Donà di Piave è al centro della ASL N 10  del Veneto Orientale che comprende l’Ospedale di San Donà, di Portogruaro, di Jesolo e la Casa di Cura Rizzola

Un anno fa si parlò di trasferire tale Reparto a Portogruaro. Quale era il motivo ?

La motivazione che era stata detta era  che il Reparto doveva essere ristrutturato e messo a norma e quindi deve essere spostato almeno in maniera provvisoria

Avevo fatto un giro per il Reparto e ho visto cose incredibili: muri scrostati, polvere in molti posti dove si lavora con pezzi anatomici, acqua che esce dai rubinetti di un colore marron ( probabilmente ruggine) , bagni senza soffitto e con tubi di vario genere esposti e senza sicurezza , stanze anguste che non lasciano certo lavorare i medici in serenità mentre leggono i vetrini  e tanto altro

Sono  ed ero convinto che tale reparto non era a norma e che non rispetti  e non rispettava le norme per un lavoro ottimale, sicuro e sereno

Quindi bisognava metterlo a norma.

Ma per farlo bisognava trasferire strumenti, mobili, materiale naturalmente i medici e i tecnici in un altro posto idoneo.

Noi sappiamo che l’anno scorso sono stati eseguiti 12 mila esami istologici e altrettanti esami citologici. Orbene più della metà proviene da San Donà  ( compresi quelli della Casa di Cura ) , 1000 vengono da Jesolo e 4000 da Portogruaro.

 

Poi venne il piano Regionale che trasferisce l’Anatomia Patologica a Mestre. Il Primario non era più in servizio, il Dr Briani era morto.

Parlai del problema con il, Direttore Generale un anno fa e anche quest’anno. Mi venne promesso che tutto sarebbe stato sistemato.

Venen chiamato a consulenza il Primario della Anatomia Patologica di Mestre e venne dato l’incarico di Dirigente alal Dottoressa Chiara. Venne anche assunto un altro anatomo patologo.

E quindi le cose si sistemavano.

L’eccellenza rimaneva in quanto la Dottoressa Chiara dava luce al reparto : ottimo medico, grande lavoratrice , sempre presente e con l’aiuto del consulente e del nuovo medico , altra alla dottoressa già presente, aveva ridotto i tempi di attesa e il lavoro sembrava avviarsi alla normalitrà

Purtroppo un sindacalista ha fatto una denuncia e i NAS hanno vistato il Reparto trovando quelle cose che io avevo visto e che avevo fotografato assieme al Dr Sacchi un anno prima . Quando parte una denuncia non si può stare fermi  e i NAS sono venuti, hanno fotografato, fatto la relazione e la macchina si è messa in moto

Avrete allora letto che il Reparto momentaneamente viene chiuso e trasferito a Mestre. Il motivo che ha fatto muovere il tutto è stata la mancanza di cappe aspiranti in funzione per i gas tossici per il personale.

E allora via, la Anatomia Patologica si trasferisce forse per un anno a Mestre.

I medici rimangono a leggere a San Donà e a refertare ma i tecnici andranno a lavorare a Mestre. Quindi i pezzi sa esaminare saranno portati a Mestre , verranno elaborati e poi ritorneranno a San Donà.

La notizia si è sparsa essendo apparsa sui giornali e molta gente ha cominciato a chiedersi se tale trasferimetno sarà veramente temporaneo o definitivo. O se durerà fino alla nascita dell’Ospedale unico. Perchè allora ci sarà certamente nuovamente una Anatomia Patologia nella nostra ASL.

Ma voi sapete che si parla di 5 anni ma voi sapete che io ho sempre detto che in 5 anni non ci sarà l’Ospedale ; basta pensare che i sindaci stanno ancora litigando dove far sorgere l’Ospedale unico. Forse a fine anno si deciderà dove farlo e poi si passerà al progetto  e poi…. appaltare il progetto a chi lo realizzerà e poi..la viabilità..

Il tempo passerà e noi ci auguriamo che la Anatomia torni prima possibile a San Donà  e poi si vedrà..

Noi de Il Ponte ci impegniamo a sorvegliare e a pungere la istituzioni perche tutto torni alla normalità

 

 

 

 

 

 

Opinioni sull’Ospedale Unico gentilmente tratte da PIAVE TV…la nostra Televisione

 

 

Per dimostrare quanto l’interesse sull’Ospedale Unico sia in aumento vi propongo alcune notizie che la redazione di Piave TV di cui sono direttore scientifico ha riportato in queste prime settimane di gennaio. Sono solo alcune e tralascio quelle che sono apparse sui giuornali come sul Gazzettino e la Nuova Venezia.

Noi siano apartitici e non parteggiamo per nessuna forza politica e quindi non abbiamo interessi e non abbiamo nemmeno il fine dei giornali di pubblicare notizie che attirino la gente e poi…dico e non dicono..

Noi abbiamo le nostre idee indipendenti ma sono idee motivate dal fatto che il sottoscritto è medico e da 43 anni lavora come medico chirurgo e come medico lavora nel nostro territorio da 34 anni e si è sempre occupato degli aspetti socio sanitari a vantaggio solo della popolazione . Sono passato dalla Sanità Pubblica alla quella Privata ma come tutti sanno lavoro come lavoravo nel pubblico. Nessuno troverà appartamenti di qua o di la o conti in banche fuori di San Donà. Il mio lavoro è sempre stato di medico che pensa di fare quello che mi è stato insegnato da mio padre ( medico di campagna) ma che tutt’ora è amato e ricordato per il suo impegno.

Riporto qui quindi alcune notizie riportate dalle NEWS di Piave TV e lascia a voi i commenti

 

1) Una nuova proposta da parte dell’assessore Luigi Trevisiol per quel che riguarda la creazione dell’ospedale unico che mette ancora tutti in disaccordo.

L’assessore propone sì una nuova struttura, localizzata però a Caposile, in cui fondere insieme l’ospedale di San Donà e Jesolo, lasciando così a Portogruaro il proprio ospedale per evitare l’esodo dei pazienti verso il vicino Friuli.

 

COMMENTO: credo che l’Ass Trevisiol non abbia capito che non ci sarebbero risparmi e non si punterebbe alla eccellenza e sostanzialmente tutto rimarrebbe eguale perchè Jesolo ha bisogno particolari e devono essere soddisfatti in sede; mentre per gli altri bisogni si può benissimo andare a San Donà o a Portogruaro o in un Ospedale Unico.

La fuga verso il Friuli poi lo abbiamo già spiegato si attua solo con dei reparti in cui vi sia l’eccellenza almeno per alcune specialità; non è la posizione ma l’eccellenza o il buon o ottimo funzionamento dei reparti con i loro medici e i loro  infermieri

 

2)  La questione dell’ospedale unico è oramai un tema che fa discutere in molti, dagli addetti del mestiere, ai sindaci, alla Regione.

L’ultimo ad essersi espresso è l’assessore noventano Loris Merli, ex presidente della conferenza dei sindaci sulla sanità.

Dopo tutti i pareri positivi, l’assessore si chiede il perché di tutte queste polemiche. La Regione ha infatti espresso l’intenzione di fornire le risorse, il direttore generale dell’Asl Bramezza e la conferenza dei sindaci sono favorevoli, i medici e il personale sostengono l’iniziativa.

Secondo Merli il Veneto Orientale non può permettersi di lasciarsi sfuggire una simile opportunità che fornirebbe una maggiore qualità all’assistenza sanitaria.

Inoltre, sostiene, ai sindaci spetta il solo compito di informare la cittadinanza sui vantaggi che deriveranno da un unico polo ospedaliero.

 

COMMENTO: il Dr Merli ha cambiato idea nei tempi e va bene ma deve spiegare come dare la miglior assistenza ai cittadini. La miglior assistenza non è in rapporto all’Ospedale Unico ma ad un Ospedale o a Ospedali che funzionano bene e che abbiamo dei poli di eccellenza. Questo è il problema. Con Il DR Merli sono sempre stato d’accordo e mi ricordo bene che lui era con me come Presidente della conferenza dei Sindaci  quando piu di 10 anni fa presentammo a 9 Consiglieri Regionali i miei progetti che lui appoggiava ma la politica non era pronta ad accettarli perché non si era accorta che i soldi stavano finendo

 

4) Un confronto per far chiarezza sull’ospedale unico di Portogruaro. I capigruppo consiliari del comune portogruarese chiede un confronto pubblico con il governatore Zaia per illustrare nei dettagli, di fronte ai cittadini, cosa si intende fare dei due poli ospedalieri di Portogruaro e San Donà.

Le schede attuali non favoriscono la creazione di un polo unico, che pregiudicherebbe la qualità dei servizi erogati. I due ospedali sono infatti costruiti su modelli di specializzazione ben distinti dal modello di polo unico che vorrebbe la Regione. Attuare un polo ospedaliero comune significherebbe abbassare gli standard qualitativi delle prestazioni mediche, e non porterebbe alcun miglioramento.

Unitamente a quest’invito, resta invece confermato il “patto sull’ospedale di Portogruaro”, un modello più efficace (secondo i capigruppo) di integrazione tra i poli ospedalieri.

 

COMMENTO: questo ragionamento mi pare molto contorto e ho fatica a capirlo e quindi anche a giudicarlo o a criticarlo. Lascio a tutti giudicare e criticare o essere d’accordo

 

5) Non sembra placarsi il dibattito politico sull’ospedale unico che vede contrapporsi da mesi sostenitori e non.
Il nuovo piano socio sanitario della regione del Veneto prevede un ospedale ogni 200 mila abitanti, quindi su questa base parte la proposta di un nuovo ospedale unico che andrà ad accorpare quelli di San Donà, Jesolo e Portogruaro.

Il primo a dichiararsi contrario è stato proprio il sindaco di Portogruaro, Bertoncello, che non curante delle accuse di campanilismo fatte da molti, continua a puntare i piedi e a dire no.

Ma la scena polica si è riscaldata in seguito alle ultime dichiarazioni fatte dal vicesindaco di San Donà Oliviero Leo, il quale si dichiara favorevole alla costruzione del nuovo nosocomio e invita il sindaco Andrea Cereser a prendere posizione. Pronta la risposta del Sindaco di San Donà di Piave che prende le distanze dalle dichiarazioni del suo vice pur condividendone le preoccupazioni, e rilancia, invece, concertazione e dialogo su un argomento così importante

 

COMMENTO: siamo abituati a scaramucce politiche o partitiche. Invece di fare politica si fa partitica e si gioca per i propri interessi e si bada a fare cose che portino voti alla prossime elezioni e poco ai vantaggio veri ci cittadini.

Ho riportato solo alcuni passi di articoli di questi giorni . Vediamo in un incontro che come Piave TV organizzeremo se riusciamo a sviscerare i problemi che i cittadini e gli operatori sanitari ci chiedono e come gli amministratori tecnici o politici sapranno rispondere

 

 

Ospedale Unico: continuano le polemiche

Ho aspettato a ritornare sull’argomernto dell’Ospedale Unico nel nostro territorio per due motivo

1) volevo lasciare passare qualche mese da quando a fine ottobre abbiamo presentato all’Hotel Forte48 il Convegno che noi de ” Il Ponte” avevamo organizzato per presentare il progetto regionale sul riordino della Sanità nel Veneto Orientale. Tale progetto a noi interessava nel Veneto Orientale ma si sposa con la riorganizzazione di tutto il sistema sociosanitario nel Veneto

2) Volevo raccogliere opinioni, dati , considerazioni su cosa pensano i medici, gli infermieri e i cittadini che in fin dei conti sono gli utilizzatori della Sanità per difendere la loro salute. Volevo sentire pià opinioni possibili in mdo di fare il punto e vedere se

A) L’Ospedale unico è la vera soluzione ,l’unica soluzione , la soluzione migliore per il nostro territorio ?

B) Era possibile aspettare che il progetto fosse completato e pronto e funzionante come vi avevano detto ad ottobre fra 5 anni e non oltre . IO quella sera avevo detto che sarebbe stato pronto fra 8-10 anni ma ci avevano assicuraro che iltermine era 5 anni.

C) La gente, quelli cioè che avrebbero usufruito della struttura come la pensavano ?

D) I medici di base e i medici che lavorano negli Ospedali ora esistenti cosa dicevano

Per tali motivi ho aspettato ma ora sono premuto da più parti di fare il punto e quindi cercherò di riassumere critiche e suggerimenti

Diciamo subito che sono state deliberate le schede regionali che daranno la organizzazione della Sanità almeno per quanto riguarda il Veneto Orientale er che queste schede sono approvate e diventano esecutive e lo saranno per 5 anni in quant ai 5 anni sarà in funzione , secondo le schede stesse un Ospedale Unico nel Veneto Orientale. E più precisamente di un Ospedale Unico pubblico, di Un Ospedale privato accreditato complementare e di un Presidio Ospedaliero a Jesolo che avrà una funzione riabilitativa e di lungodegenza con facilitazioni turistiche.

Non voglio qui dilungarmi su quello che sarà la Sanità nel Veneto Orientale nei prossimi 5 anni in quanto ne abbiamo parlato molto sia nel convegno sia nei nostri articoli.

Voglio solo riassumere i punti fondamentali

1) Per quanto riguarda Jesolo diventerà un Presidio dedicato alla Lungodegenza e alla Riabilitazione con accordi di sviluppo per i turisti e il turismo in genere. Per la locazione e per il turismo vi sarà anche un Pronto Soccorso autonomo con un  Primario e sarà potenziato nei periodi estivi

2) Per quanto riguarda la Casa di Cura Rizzola questa rimarrà con la stessa dotazione di posti letti aumentata in caso di attrazione fuori regione. Sarò per quanto possibile complementare all’Ospedale unico.

3) Per quanto riguarda gli Ospedali di Portogruaro e di San Donà , questi saranno dismessi con la creazione , tramite fondi europei,  con un Ospedale unico in cui unendo le forze si dovrebbe avere le eccellenze per dare una maggior risposta ai cittadini e per diminuire le fughe verso altri territori.

Ora mentre sui primi due punti non ci devono essere polemiche e concordo anche io su tali punti e concordo da anni e riporterò il progetto che avevo presentato più di 10 anni fa a diversi consiglieri regionali ma i tempi non erano maturi.

 

I veri problemi nascono sulla dismissione dei due Ospedali principali e la creazione di un Ospedale Unico ( come Mestre per intenderci)

Ora è vero che dobbiamo combattere le fughe verso alter ASL e verso altre Regioni  ma non si capisce perchè un cittadino non possa andare a farsi curare dove meglio crede che vi sia una eccelenza. Siamo liberi in Europa e non siamo liberi in casa nostra !

Il problem piuttosto si sposta sul fatto che dobbiamo dare in sede le eccellenze e allora la gente non andrà a cercarle altrove.

Nessuno si è mai posto come mai l’ospedale di Oderzo ha più nascite ( o parti ) dell’Ospedale di San Donà e di Portogruaro messi assieme? E parlo anche di infermerie che lavorano in Casa di Cura o nell’Ospedale di San Donà.

Forse ma manca la eccellenza ma forse manca ancora la informazione di quanto si faccia e come lo si faccia presso i  nostri Ospedali. Forse. Io ho vissuto diversi anni nell’Ospedale di San Donà e devo dire che tutti sapevano che i parti quando vi era il Prof Prosdocimi e della sua equipe avevano altri numeri ( e notate che vi era ancora la ostetricia di Jesolo ).

Ecco questi sono in  punti da capire prima di dire facciamo un Ospedale unico e la gente non andrò via ma rimarrà in sede

Certamente mancano e mancheranno anche dopo certe specialità come Cardiochirurgia, Neurochirurgia , Medicina Nucleare ma queste specialità si mantengono come spesa e come eccellenza  in rapporto all’afflusso e ai casi di tale patologia.

Il piano socio regionale ora prevedere per i prossimi 5 anni che divisione di reparti tra i due Ospedali pubblici di Portogruaro e di San Donà. Verranno aboliti alcuni primariati  ( bisogna risparmiare) e vi sarà un polo chirurgico a Portogruaro e uno a medico a San Donà . I due Ospedali funzioneranno con poche differenze ma per certi tipi di patologie sia mediche che chirurgiche si dovrà andare a Portogruaro o a San Donà.

La Casa di Cura Rizzoloa sarà da complemento alle strutture pubbliche lavorando in modo particolare su alcune patologi e tra questi in modo particolare su alcune patologie di nicchia

In effetti abbiamo sempre detto che avere 4 Ospedali  che fanno tutti le stesse cose, hanno tutte le stesse strutture di diagnosi e di terapia e hanno tutti medici che siano più o meno esperti in tutto non era la soluzione migliore

La medicina progredisce in strumentazione e in tecnologia ma anche in conoscenze mediche . Non è possibile sapere e fare tutto al meglio come 50 anni fa come non è possibile per problemi di costi che ogni struttura abbia la stessa attrezzatura migliore

Mi ricordo come nel 1994 quando presi la direzione chirurgica della Casa di Cura comprammo assieme alla azienda ospedaliera lo strumento per la rivelazione del linfonodo  sentinella. E ce lo passavano nel giorno in cui lo usavamo. Ora lo abbiamo tutti ma anche questo cambia e si ottimizza e comperalo tutti quello migliore sarebbe uno spreco. Io sono sempre stato dell’opinione e lo credo fermamente che ogni reparto dovrebbe trattare alcune patologie con la strumentazione migliore e con i medici che abbiamo la esperienza maggiore

Più allora che uno Ospedale unico sarebbe utile avere i due Ospedali di San Donà e Portograuro ma potenziati e suddivisi per competenze

Questo risolverebbe le critiche si sentono spesso e che sono

-Dove fare la sede ? Tutti vedono che tutti lo vogliono sotto casa e non pensavo alla viabilità e al fatto di avere un Proto Soccorso vicino  e funzionante

-Come avere le eccellenze ? che non siano però in mano ai politici ma a criteri obiettivi

-Come limitare le fughe : Che non si diminuiscono con l’Ospedale Unico ma con le eccellenze in posti che siano raggiungibili e con una informazione eccellente che possa non solo trattenere i pazienti ma anzi farli arrivare nei nostri Ospedali

SE nella mia Chirurgia arrivano pazienti da altre Regioni anche lontane come non solo Friuli e Trentino, ma Puglia, Campania, Sicilia ci sarà un motivo. Abbiamo nomi prestigiosi che attirano e portano pazienti nei posti dove sono conosciuti .

E poi diversi pazienti arrivano da diverse regioni attirati dal fatto che si sa attraverso congressi, filmati articoli sul WEB delle terapie con Ossigenoterapia normobarica che facciamo da noi. Tanto è vero che tale terapia si sta ampliando in Italia e all’estero. Ecco avere delle nicchie in cui vi è una eccellenza fa sì che la gente venga da noi e non fugga in altre Regioni.

 

L’Ospedale Unico a detta della maggioranza dei medici di famiglia, degli operatori sanitari degli Ospedali e della gente non sembra essere la soluzione giusta e come tale a fatica viene e non viene accettata.

E la sede ? Certo potrà decidere un Comitato tecnico regionale ma siamo sicuri che poii verrà utilkizzato in maniera ottimale se non sarà gradito

Io credo che si dovrà ripensarci

Oggi o domani cerco la proposta di come riorganizzare la nostra sanità nel nostre territorio e la pubblico qui nel ” Il Ponte” e vedrete che questa soluzione non accontenterà tutti ma la maggioranza.

 

 

 

 

Disavventura al Pronto Soccorso. Lettera di una paziente.

Oggi ho pubblicato alcuni problemi del Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Donà di Piave. Problemi che tutti conoscono anche perché questi problemi mi sono stati comunicati a voce, d persona o per messaggio o per mail. Non ho messo solo i problemi o i disservizi ma ho cercato di mettere assieme critiche e proposte per risolvere i problemi. Le critiche solo lasciano il tempo che trovano.

Avrei potuto raccontare alcuni episodi che mi hanno avuto anche come spettatore , episodi che invece ho verificato ma l’importante è mettere il dito nella piaga e non muoverlo per non fare soffrire il paziente ma stimolare gli addetti a risolvere i problemi.

Voglio brevemente raccontare due episodi e poi trascrivere una lettera di una paziente che mi ha dato il premesso di pubblicarla anche se censurata da me stesso.

 

Mesi  orsono accompagnai una persona che mi aveva chiamato perchè non stava bene. Era in macchina alla periferia di San Donà e si mi chiamò per amicizia . Andai e vidi che aveva dei problemi che potevano essere di tipo vascolare cerebrali. Lo caricai sulla mia macchina e lo accompagnai al Pronto Soccorso. Scesi e cercai aiuto per trasportarlo all’interno e farlo vedere in quanto per me era urgente. Entra ma non vi era nessun infermiere o portantino  che mi potesse aiutare. Non trovai una seggiola mobile o un letttino. Per fortuna era presenta una persona che conosceva me e anche il signore che cercavo di aiutare. MI aiutò a trasportare il paziente all’interno e poi cercai una seggiola . Dopo un pò riuscii a trovare la seggiola e aiutato lo portai dentro un ambulatorio presentandomi come medico e spiegando il caso e l’urgenza. A questo punto la infermiera che trovai fece sdraiare il paziente e chiamò il medico di guardia che conoscevo e quindi tutto filò liscio. Ma mi potei accorgere che il medico in servizio era solo, che gli infermieri erano pochi, che la gente in sala di aspetto erano 70 ( così mi venne detto ), che il medico di servizio doveva anche uscire in caso di necessità eccc…

 

Altro episodio di primi di dicembre. Un sacerdote anziano di 88 anni stava male e presentava una situazione che necessitava di ricovero per osservazione e eventuale intervento. Si recò al Pronto Soccorso e io avevo fatto due righe su di un foglio di mia intestazione in cui richiedevo il ricovero. Tale persona arrivò al Pronto Soccorso alle ore 20.40 e venne avvisato da in infermiere alle ore 21.20 circa che il medico lo avrebbe visitato verso le ore 2 in quanto. le persone che aspettavano erano moltissime. IL sacerdote mi telefonò e poichè non ce la faceva a stare ad aspettare in sedi tutte queste ore , lo feci andare in una struttura accompagnata da infermiera volontaria che mi avrebbe avvisato in caso di urgenza. Andò tutto bene e la mattina lo ricoverai nel mio reparto avendo il letto libero. Il paziente venne successivamente operato ed ora sta bene.

 

E adesso la lettara di una signora che aveva un problema con il suo bambino

Dalla lettera tolgo riferimenti alla persona , al giorno e a medici e infermieri anche se la persona me ne dava il permesso.

 

Gent. Mo Dott. Madeyski, mi scuso fin d’ora per non essere riuscita ad inviarLe la presente prima di quest’oggi, ma con due bambini piccoli, fatico ad arrivare alla sedia del pc….( sono riuscita a scrivere la prima riga, e gia’ mi chiamavano….).

Comunque, bando alle ciance, la ringrazio ancora di cuore per essersi interessato al nostro caso e Le illustro subito cosa e’ accaduto nella giornata del xx.xx.xxxx

in seguito alla nottata trascorsa in bianco a causa di un dolore all’orecchio dx di A. (3 anni) che non passava né con Tachipirina, né con Nurofen, abbiamo deciso di recarci al pronto soccorso di San Donà in quanto il nostro pediatra di fiducia era assente per ferie, e il suo sostituto ci avrebbe ricevuto alle 17 della stessa giornata.

Siamo arrivati al pronto soccorso circa alle 9.30 dove abbiamo fatto quasi subito l’accettazione e il medico presente allo sportello, appurata l’assenza dell’otorino, ci ha inviati in reparto pediatria, dove l’infermiera ha ritirato il foglio d’accettazione alle ore 10.00 scusandosi in anticipo perchè  ci sarebbe stato un po’ da aspettare…..(noi saremmo stati i secondi ad entrare).

Nel frattempo il piccolo comincia a scottare e a vomitare. L’infermiera (forse caposala) si limita a portarmi un termometro e dei teli per eventuali altri rigetti. Febbre 38.1. Non molto alta, però il bambino ha un secondo rigetto e comincia ad essere poco vigile. Io gentilmente e sottolineo, GENTILMENTE, chiedo se il medico riesce a dargli un occhio e la Signora mi risponde in malomodo ( ho i testimoni di tutta la sala d’attesa) che dovevo avere pazienza e che c’erano altri bambini che avevano la precedenza su di lui in reparto. Allorchè chiedo quanti medici ci fossero disponibili, e mi risponde che era presente un medico per le visite in reparto e un medico per le visite esterne, ma entrambi occupati in un’emergenza.

Nel frattempo arrivano dei romeni con una bambina di 5-6 mesi con febbre a 39,8, uma coppia di marocchini con un bimbo di 3-4 anni con febbre e fortissima tosse che gira per la sala d’attesa e un’altra bambina italiana con i vermi.

Chiedo se fosse perlomeno possibile avere un lettino dove poter stare almeno lontani da altri contagi, e mi viene risposto che tutto il reparto è pieno (ed è naturale in questo periodo).

Attendiamo ancora e il bambino ha l’ennesimo rigetto, ma dei medici neanche l’ombra…. fino alle 14.00!

Finalmente alle 14.00 cominciano le visite. Noi entriamo alle 14.15 circa e diagnosticano ad A. un otite media e una forte tonsillite. Decidono di dare l’antivomito prima dell’antibiotico. Qindi dobbiamo attendere l’effetto del primo. Alle 15.00 somministrano l’Augmentin, ma siccome il fratello ha avuto delle reazioni allergiche a questo farmaco, decidono di trattenerci ancora 2 ore per tenerlo sotto osservazione: il tutto sempre in sala d’attesa!!!!

Finalmente le 2 ore passano (oramai sono le 17.00) e ci possono “dimettere”: NO!!!!!  Il medico è di nuovo impegnato con la stessa emergenza, e quindi dobbiamo avere ancora pazienza. Non è andata neanche poi male, visto che il medico è ritornato per le 17.40.

Ma ci attendeva ancora una lunga coda al pronto soccorso per la chiusura pratica. Pronto soccorso invaso da gente. Morale: io ho attesa in macchina col piccolo, e mio marito ci ha impiegato un’altra ora abbondante. ( Ho tutte le carte che confermano).

Quello che ci ha stupito al P.s. É stato che allo sportello era presente un medico (lo stesso della mattina) che doveva sbrigare tutto : accettazione, pegamenti ticket, aiutare le persone in difficoltà….non so se sia stata una coincidenza, ma è inevitabile quindi, che si formino code. E sappiamo benissimo che durante le feste i casi da pronto soccorso, si moltiplicano.

In conclusione: non abbiamo niente da ridire sulla professionalità dei medici una volta entrati in reparto, ma non troviamo giusto dover attendere tutto quel tempo in sala d’attesa, con bambini piccoli che di pazienza ne hanno sicuramente meno di noi adulti, e se per noi adulti è stata dura attendere, figuriamoci per loro in quelle condizioni, con anche il timore del contagio di altre malattie.

Riteniamo anche che in periodi come le feste  dove c’è maggiore rischio di ammalarsi per bambini e anziani, siano presenti più di due medici.

Ci auguriamo che sia stata solo una brutta coincidenza e che queste cose non accadano più.

La ringraziamo ancora e le auguriamo un anno pieno di salute per Lei e la Sua famiglia.

Firmata

xxx xxxxxx

 

Ecco questi sono esempi di fatti che accadono spesso

Però questi episodi possono stimolo a risolvere la situazione in cui spesso si trova il Pronto Soccorso. I rimedi credo siano possbili e li trovate nell’articolo pubblicato prima di questo sempre nel nostro Sito