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Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Ospedale Unico: un passo avanti e un passo indietro: Possibili soluzioni !

 

Un passo avanti e un passo indietro. Rimaniamo fermi . Ma rimanere fermi significa andare indietro.

Indietro dall’Ospedale Unico. Ma avanti verso il caos. Avanti per non dare risposte ai cittadini.

Vi ricordate il vecchio Ospedale?

Si può rimanere ai vecchi tempi ?

 

E allora vediamo la situazione e facciamo il punto su cosa può succedere e sui prossimi scenari

Bisogna dire che difficilmente la Regione , Il Governatore Zaia e la Giunta, avrebbero fatto un passo indietro. Fare un passo indietro significherebbe rivedere le schede di dotazione ospedaliera, ripensare alla strategia sanitaria non solo degli Ospedali ma anche di tutto il sistema sanitario del Veneto Orientale.

La Conferenza dei Sindaci si era espressa alla unanimità , dopo che al Convegno organizzato da ” Il Ponte” i due Sindaci ( quello di Eraclea e quello di San Donà ) si erano espressi alla costruzione del nuovo Ospedale, ma come avevamo detto al Convegno i campanilismi si sarebbero fatti vivi e la politica sarebbe entrata dalla finestra. E allora erano cominciati i passi indietro

Passi indietro che erano stati fatti da diversi Sindaci e in modo particolare da quello di San Donà e di quello di Portogruaro. Il motivo era semplice e lo avevamo già detto al Convegno: nessuno voleva avere l’ospedale dell’altra città favorito rispetto al suo. In sostanza tutti temevano di perdere l’Ospedale sotto casa , nella propria città a vantaggio della città alternativa. E anche il pensare di un Ospedale a mezza via non accontentava tutti.

Tutti in sostanza volevano avere il nuovo Ospedale a casa loro . Tutti avevano paura di perdere consensi. Certamente ufficialmente tenevano una altra posizione e una altra giustificazione. Tutti esprimevano la paura di non avere  una assistenza pronta per i propri abitanti. Temevano di perdere un Ospedale, temevano che un edificio sarebbe stato abbandonato. Ma tutto sommato temevano di perdere consensi presso la propria popolazione , temevano di non aver difeso i propri cittadini

Varie sono state le opinioni e varie le soluzioni.

Ci fu anche un  documento ufficiale del PD e del Sindaco Cereser ( che ricordiamo è dello stesso partito del Sindaco di Portogruaro) che rimetteva tutto in discussione. Voleva un cambiamento delle schede ospedaliere e chiedeva di riorganizzare la sanità in modo diverso

Cosa diceva questo documento

“Per quanto riguarda infine gli obiettivi a breve termine, si ribadisce che il PD chiede l’immediata sospensione dell’applicazione delle schede ospedaliere ed esprime la propria ferma opposizione alla ristrutturazione ospedaliera del presidio di San Donà come previsto dalle schede stesse reclamandone, in ogni caso, il potenziamento dei servizi sino agli standard previsti, per garantire, qui, ora e sino alla realizzazione concreta di eventuali alternative, la salute dei cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi.

Partito Democratico – Circolo di San Donà 12 febbraio 2014”

 

Sembrava tutto quindi ritornare in gioco e la conclusione era uno stallo, un passo indietro e ritornare alla Sanità attuale

Ma poi venne la decisione di sentire una commissione tecnica che decidesse quale era il miglior sito per un Ospedale unico.

La soluzione è stata come l’uovo di Colombo. Una commissione tecnica assieme ai Sindaci delle Principali città interessate avrebbe deciso la locazione del nuovo Ospedale. La città ( Portogruaro o San Donà ) che sarebbe stata più distante dal nuovo Ospedale avrebbe avuto una sede di Pronto intervento in modo da garantire una assistenza veloce a tutti.

Nello stesso tempo la Conferenza dei Sindaci  venne alla stessa decisione e la decisione è stata presa alla unanimità.

Si era quindi  fatto un passo AVANTI !

Ma la gente cosa dice. I cittadini parlano a secondo la loro esperienza personale; non molti possono ragionare in senso razionale e obbiettivo, anche perché non possono prescindere del partito al quale si ispirano.

 

Ospedale unico ? No grazie ! sembrano dire oramai molti. Si moltiplicano le riunioni di addetti ai lavori, di sindaci, di medici, di associazioni  che dicono la loro opinione. Vi sono ora comitati che cercano di fare marcia indietro alla decisione della Giunta Regionale.

Noi de ” Il Ponte ” avevamo fatto un convegno in ottobre l’anno scorso con rappresentanti dei vertici della Sanità Regionale e della ASL e ci venne spiegato che l’Ospedale Unico era la sola possibilità attuale per portare una eccellenza nella nostra Sanità locale.

Si era spiegato che i costi per mettere al passo i vecchi Ospedali era troppo alto, che la sanità moderna andava verso questa direzione, che i soldi erano stati trovati…..

Si disse anche che entro 5 anni l’Ospedale Unico sarebbe stato pronto  . IO ero scettico tanto che finii gli intervento del convegno dando appuntamento a tutti fra 5 anni e vedere chi aveva ragione : loro o io che pensavo che tutto poteva avvenire fra 10 anni.

Dissi fra 10 anni pensando a tanti problemi ma poiché nessuno in quel convegno criticò, a parte uno del pubblico, le schede ospedaliere che andavano incontro all’Ospedale Unico e facevano un percorso in attesa di tale Ospedale, diedi per buono che l’Ospedale UNICO  SI SAREBBE FATTO.

Era presente anche il Sindaco di San Donà che diede l’OK alle schede regionali. Lo stesso Sindaco parlò però che il percorso fosse fatto entro determinati termini e che non si lasciasse sguarnita la popolazione nei servizi fino ai prossimi 5 anni.

Lo stesso Vicesindaco di San Donà che è un medico era d’accordo nel progetto ma ora tale vicesindaco è stato estromesso dalla giunta proprio per le sue posizioni spesso in contrasto con quello del sindaco.

Jesolo aveva accettato la sua conversione in un Ospedale unico con indirizzo riabilitativo e di lungodegenza che poteva far pensare a pacchetti per i turisti e ad incentivare il turismo.

Ma poi sono cominciate i litigi per la sede. Tutti volevano un Ospedale sotto casa , più vicino alla propria casa e ora tutti volevano l’Ospedale Unico a casa loro. Bene Ospedale Unico ma a San Donà o a Portogruaro. Sono cominciate le polemiche. Si disse : bene lasciamo che siano i tecnici della regione a decidere la sede. Ma alla fine anche questa soluzione non andava bene.

Il consigliere Trevisiol di Musile ha dichiarato , almeno letto sui giornali, che l’Ospedale Unico doveva essere fatto a Caposile  e che doveva essere lasciato l’Ospedale di Portogruaro.

Sono intervenuti il Dr Merli ex Sindaco e Ex Presidente della Conferenza dei Sindaci per la Sanità

Ma per quanto finora detto, quando si parla di politica socio sanitaria, non ha alcun senso concentrare l’attenzione solo sul tema ospedaliero, ma dobbiamo partire dai bisogni delle persone per la costruzione di un disegno complessivo, che comprende il servizio ospedaliero, in grado di rispondere alle legittime aspettative di una società post industriale che si definisce ai massimi livelli nazionali ed europei in tema di diritto alla salute.

Partire dalla rete dei servizi sul territorio.

Indipendentemente dalla soluzione che si vuole dare al tema della riorganizzazione ospedaliera (ospedali in rete od ospedale unico, servizio pubblico e servizio privato, in concorrenza o complementari, ecc.), resta del tutto da risolvere il problema dei servizi territoriali, sia sul versante della progettazione che, ancor più importante, della loro realizzazione. Si tratta, come noto, di dotare i distretti socio sanitari degli strumenti e delle    risorse utili per la costruzione di una rete di servizi, che ha il proprio fulcro sui medici di medicina generale e sui pediatri di libera scelta, organizzati e integrati con i servizi necessari – hospice, ospedali di comunità, RSA, unità riabilitative territoriali, centri diurni, ADI, ecc. – per garantire un sistema di cure vicino alle persone ed alle loro famiglie, per evitare ricoveri impropri negli ospedali, per garantire l’assistenza e la cura post- ospedaliera.

Il potenziamento dei servizi territoriali potrà così avere, inoltre, un importante ruolo nella prevenzione, obiettivo raggiungibile solo attraverso una diffusa e diversa cultura della salute.

Una rete dei servizi così intesa permetterebbe agli ospedali di concentrarsi, in linea con la propria mission, solo sui problemi acuti, mentre il percorso per le persone in condizione di fragilità – ad esempio in dimissioni protette – o di cronicità, potrebbero trovare soluzione negli altri servizi integrati della rete territoriale.

Per realizzare tutto questo è necessaria una politica di sviluppo con adeguati finanziamenti per l’apertura, da subito, dei nuovi servizi territoriali mancanti o insufficienti.

Contrariamente a quanto fin qui auspicato, da oltre un anno a questa parte assistiamo ad una riorganizzazione che va esattamente nella direzione opposta, a partire dalla riduzione dei servizi territoriali e dall’incomprensibile riduzione da due distretti socio sanitari ad uno solo, coincidente con tutta l’ULSS 10.

L’ospedale unico è veramente la scelta migliore e più conveniente ?

Da alcuni anni, ma recentemente in modo più frequente, all’interno dell’ULSS 10 si sta sostenendo l’opportunità di passare da un modello di strutture ospedaliere policentrico all’idea dell’ospedale unico.

Questa affermazione, sostenuta dalla direzione generale dell’ULSS 10, non è mai stata accompagnata da un preliminare di massima, non è stato detto con certezza quanto costerà (si è sentito dire 100, 150, 170 milioni di €… chi offre di più?), non è stato detto in che modo i cittadini, attraverso le tasse, dovranno pagarlo, non è stata presentata alcuna seria analisi circa i costi di gestione, né una seria analisi circa i costi sociali di una simile iniziativa.

Ad incrementare la confusione e la demagogia contribuisce il fatto che quando viene sbandierata l’ipotesi dell’ospedale unico sembra ne debba esistere, per l’appunto, uno solo. Ma non è così. L’ospedale unico, infatti, non sostituirebbe tutti e 4 gli ospedali esistenti, ma solo due, perché l’ospedale ad indirizzo monospecialistico riabilitativo di Jesolo continuerebbe ad esistere, così come la Casa di Cura privata Rizzola. La riduzione sarebbe dagli attuali 4 a 3, da realizzarsi, come sopra ricordato, non si sa quando, dove, con che soldi… e soprattutto perché.

Ma quando si parla di costi, dobbiamo pensare che non si tratta solo di quelli economici, ma anche di quelli sociali. Con una conformazione geografica come quella dell’ULSS 10, un solo ospedale, ancorché centrale, obbligherebbe la stragrande maggioranza dei cittadini a sobbarcarsi distanze e tempi di percorrenza inaccettabili e non convenienti, considerato anche il sistema viario e di trasporti pubblici esistente. Un ulteriore buon motivo per andare a trovare le risposte in altre ULSS incrementando ulteriormente le “fughe” verso l’esterno.

L’ULSS 10 dovrebbe concentrarsi sugli aspetti che le sono propri, ovvero sulla gestione, sull’aumento della qualità dei servizi, sulla diminuzione delle c.d. “fughe”. In questo campo riteniamo che l’equilibrio di bilancio a cui la direzione generale naturalmente tende, debba essere ottenuto non abbattendo la spesa tagliando i servizi, come si sta facendo in questo periodo, ma aumentando le entrate migliorando ed integrando i servizi stessi, sviluppando una maggiore attrazione e una maggiore fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell’ULSS 10.

Il clima si fa rovente

Si può modificare il piano e fare , come abbiamo sempre sostenuto, Ospedali differenziati che non facciano tutti le stesse cose.

 

Ritorniamo su quello che noi abbiamo sempre sostenuto da più da 20 anni. Ospedali differenziati non come specialità ma come reparti che a parte le parti basilari facciano patologie differenziate.

Forse l’Ospedale Unico potrebbe essere la soluzione migliore ma vi  sono alcuni problemi che hanno riportato diverse persone

Il vero problema è il lato economico

Dove sono i soldi ?

Vi è un piano di fattibilità ?

Dove farlo’

La distanza di un Pronto Soccorso efficiente

Diversi mi hanno parlato della possibilità di perdere alcuni specialisti

Diversi hanno paura di ritrovarsi con il caos che esiste all’Ospedale Dell’Angelo a Mestre

I problemi effettivamente sono diversi

Molti si chiedono che fine faranno gli attuali Ospedali. Sarà un buttar via i soldi investiti.

Difficile dare una risposta

Tanti dicono che sarebbe meglio far funzionare i tre Ospedali esistenti e la Casa di Cura

Ma perchè ci sono le fughe

La gente non va in Friuli perchè lo ritiene comodo ma perchè trova ivi delle eccellenze.

Ecco cosa manca nella nostra ASL. Manca spesso la eccellenza. Non che non ci siano reparti e medici al top ma manca la eccellenza.

La soluzione migliore sarebbe un Ospedale unico di tipo pubblico e un ospedale privato per dare la scelta al cittadino e la possibilità diversa di cura e diagnosi, sempre nel limite dell’economia di mercato.

Ma questo non è realizzabile in questo periodo di difficoltà economica  e quindi si deve ritornare a ripassare ad una altra soluzione

Bisogna tenere presenta la distribuzione di popolazione nel nostro territorio e della viabilità attuale e prossima ventura e le patologie e le statistiche epidemiologiche nei prossimi anni.

Dovrebbero esserci due Ospedali di rete ( San Donà e Portogruaro) con alta specializzazione ma con specializzazioni diversificate per patologia e un Ospedale a gestione privata che segua le direttive della Sanità pubblica e che abbia reparti specializzati per specialità carenti negli altri Ospedali

Esempi di questo tipo ci sono già in Italia e all’estero.

La suddivisione di competenza e di specializzazione darebbe la possibilità di avere le strumentazioni necessarie ai tempi senza dovere creare doppioni che costerebbero e sarebbero sottoutilizzate. Lo stesso ragionamento vale evidentemente per il personale medico e anche paramedico. Al giorno di oggi il medico non sa tutto e non può eccellere su tutto. Sarà più conveniente specializzarsi in alcune cose e non in tutte dando quindi una garanzia di professionalità maggiore.

Chi può al giorno di oggi chiede : “dove devo andare per essere curato meglio per tale patologia?”. Ma tale scelta non deve essere data solo ad alcuni cittadini ma a tutti.

Quindi due Ospedali con specialità diverse in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Se la capacità di posti e di specialità sarà ottimale allora  il cittadino andrà in quel ospedale che meglio risolverà la sua esigenza indipendentemente dei pochi chilometri eventualmente in più.

Quello che si vuol dire  è che degli ospedali fotocopie l’uno dell’altro non soddisfano il cittadino anche se vicini a casa in quanto non sono perfetti ma limitati come posti letto, come risorse materiali e come risorse professionali.

Quindi non un altro Ospedale fotocopia ma un Ospedale con Riabilitazione specializzata con degenza e con Day Hospital  e una Lungodegenza capiente per tutta la ASL. Naturalmente vi sarebbe il problema del turismo estivo. Per tale motivo La Regione ha deciso  che ci sarà un Pronto soccorso autonomo con un Primario. Si tratterà di sopportarlo nel periodo estivo con aumento del personale medico e infermieristico .

 

E per San Donà e per Portogruaro. Cosa ci aspettiamo visto che i costi di un Unico Ospedale sono proibitivi ?

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.?

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noi  abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie patologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risorse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione eccellente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

La polemica Ospedale unico o meno è solo una polemica che ci fa tornare indietro negli anni quando vi erano i vari campanili e tutti pensavo a sè stessi.

Ora il cittadino vuole essere curato nel modo migliore con la attrezzatura migliore

E tutto questo ha dei costi

E allora conviene avere due poli attrezzati con le attrezzature migliori e con gli specialisti con la maggior esperienza e formati in modo tale da rappresentare quella eccellenza che attualmente manca.

In ultimo la Casa di Cura Rizzola. Deve rappresentare una alternativa alla popolazione sempre che possa rappresentare dei poli di eccellenza per determinate patologia e che il rapporto costi-benefici sia favorevole.

Se la struttura può dare alcuni servizi di eccellenza a costi competitivi non si vede perche non possa esistere nella modalità e nell’ottica descritta sopra.

Crisi e tagli nella sanità: chi ci rimette è la Salute !

Questo articolo sul Gazzettino era apparso all’inizio di aprile quando ci fu il convegno della Confesercenti su diritti e doveri dei cittadini e delle aziende e degli esercenti rispetto alle istituzioni.

Ma l’articolo portava un titolo che suscitava interesse: Donatori AVIS per le analisi gratis. Il titolo anticipava il contenuto che diceva come vi sono persone che donavano il sangue all’Avis per potere fare gli esami senza pagare l’esame o il ticket.

Cosa succede ? Vediamo cosa dice l’articolo

” Effetto crisi anche nella Sanità Sempre meno persone si sotto pongono ad esami per visite e controlli medici . E c è anche chi si è finto donatore per poter effettuare gratis agli esami del sangue Un piccolo stratagemma per evitare di paga re il ticket che è però la cartina tornasole delle difficoltà econo miche in cui si trovano i cittadini del Sandonatese Un fenomeno registrato dall Asl 10 che ha notatocomealcunifuturi dona tori tra cui parecchi stranieri dopo gli esami non donassero affatto In alcuni casi dopo due anni dagli esami del sangue non era stata fatta alcuna donazione Lazienda sanitaria per ovviare all espediente dei furbetti della donazione ha adottato una con tromisura I referti degli esami non vengono più spediti a casa al donatore Chi intende donare il sangue riceve ora un documento di idoneità Solo dopo il primo prelievo si può avere la relazio ne clinica con i risultati delle proprie analisi In questo modo si intende assicurasi che la dona zione venga compiuta anche perché il costo di esami di que sto tipo per l azienda sanitaria è di circa 100 euro a persona”

Alcune aziende e alcuni laboratori hanno pensato du venire incontro alla difficoltà della gente per il problema dei costi ed hanno applicato una scoutistica

La Casa di

Cura Rizzola ha previsto riduzio ni dal 20 al e 40 per cento sulle prestazioni sanitarie per i 2mila iscritti alla Confesercenti della provincia di Venezia

La stessa convenzione verrà offerta alla Confcommercio e alla Confartigianato ma una scontistica viene applicata a tutti i cittadini con valori diversi a seconda della tipologia di visite o esami. La Casa di Cura Rizzola dopo aver avvisato la Direzione della ASL ed averne avuto il permesso ha deciso di applicare una tariffa ” Aziendale ” alle persone che non vogliono o non possono aspettare tempi lunghi attualmente in uso per le listi con il ticket .

Con tali tariffe aziendali si viene in aiuto alle difficoltà della gente che si trova davanti ai tagli della Sanità che impediscono a tutti una tempistica per visite ed esami  ed d’altra parte che non possono pagare interamente una tariffa ” privata”

Cosa infatti è successo?

La crisi ha agito in due modi

1) La Sanità in Regione ha tagliato le perstazioni. Tutti i tipi di prestazioni : esami e visite specialistiche

La Sanità offre ai cittadini meno perchè non ha soldi.

Ha tagliato i budget e quindi ogni struttura sia pubblica che privata ha meno soldi per pagare le prestazioni eseguite ai cittadini. Se le struttura hanno meno budget per esami e visite è evidente che i tempi per ottenere tali prestazioni si allungano.

Quindi per un esame o per una visita specialistica i tempi di attesa si sono allungati e in molti casi si sono allungati di molto

Se uno ha bisogno di una visita p di un esame deve aspettare molto , oppure..paga la prestazione

 

2) La crisi ha impoverito il cittadino e spesso il cittadino ha difficoltà a pagare di persona la prestazione di cui ha bisogno

E allora cosa comporta questi due problemi: tagli alla sanità e difficoltà economica ?

Che molti cittadini non fanno visite ed esami che normalmente facevano ed arrivano tardi alla diagnosi e alla possibile terapia. Dico possibile perchè spesso quando arrivano alla visita con gli esami sono in uno stato nel quale non è più possibile alcuna terapia. E questo spesso è fatale

Noi vediamo ogni settimana paziente che arrivano tardi. Altro che prevenzione.

Noi facciamo conferenze sulla prevenzione  ma quanti rispondono ?. Se la prevenzione è data dallo screening allora gli esami si fanno ma se la prevenzione è una diagnosi precoce , la diagnosi precoce non arriva. !

Quindi la crisi esiste ma esiste specie nel diritto alla salute

La Casa di Cura Rizzola ha approntato un piano di scontistica per visite ed esami rinunciando ad una parte dei proventi per venire incontro alla popolazione. E questo durerà fino alla ripresa economica . Forse basterà o forse no. Molti cittadini sono infatti diffidenti alla visita aziendale scontata, forse temono che ci sia un qualcosa di strano. Invece è una vera offerta. Si ha una visita o un esame scontato e in tempi brevi pagando un giusto riconoscimento alla struttura. L’unica differenza con l’esame privato è che non si può scegliere il professionista ma viene deciso dalla struttura in base alla funzionalità del servizio o del reparto. Ma in fin dei conti anche una prestazione con la impegnativa rossa, ovvero con il ticket, non da la scelta del medico,

Certamente che se non ci fossero i falsi invalidi, se non ci fossero i furbetti che si fanno mettere le esenzioni che non esistono ecc….., allora lo Stato avrebbe a disposizione più risorse per tutti e la Sanità funzionerebbe meglio.

 

 

 

 

 

Ospedale Unico e Territorio : un convegno a Meolo che ha detto molte cose importanti ma le ha dette a pochi

 

 

 

 

 

Oggi vi è stato un importante incontro o convegno sulla Sanità del Futuro.

Dico importante in quanto si è parlato in modo nuovo e dette cose nuove e non solo le solite cose sull’Ospedale Unico. Importante in quanto diverso e in quanto si si è parlato del futuro della Sanità e non solo dell’Ospedale Unico. Infatti non si è parlato di Ospedale Unico ma di Ospedale  “Nuovo” e di nuova Sanità

Si è parlato della persona che deve essere al centro e non di come deve essere l’Ospedale.

Certo si è detto perchè è bene che ci sia l’Ospedale Unico ma non si è scesi nei dettagli

I relatori erano i tecnici e i politici e anche i medici

Come ha ben ricordato l’Ass. Sernagiotto la Sanità bada alla salute ma la salute non è solo fisica ma anche psicofisica.  L’Ospedale  va bene , soddisfa , attrae gente da altre zona se  ha questi requisisti

1) Buoni medici

2) Ottime attrezzature

3) Comfort

Se non ci sono queste caratteristiche la gente fa 20-30 km in più e va in altri IOspedali

In sostanza quello che diciamo noi da anni

Il problema dell’Ospedale unico è un problema non solo economico  ma anche un posto di eccellenza in tutti i sensi. Dal fatto di avere medici preparati che hanno possibilità di lavorare al meglio. Se così non fosse i medici migliori andranno via , andranno in altri Ospedali e avranno possibilità migliori

Remo Sernagiotto ha fatto l’Esempio dello IOV di Padova che al momento secondo lui non va bene e allora la ente preferisce Aviano.

Io su questo non sono d’accordo. Lo IOV è un posto di eccellenza  e poi vi è umanità. Aviano sa fare immagine , sa attrarre i pazienti ma non è all’avanguardia e ha un problema. quando il paziente non va più bene lo abbandona spesso e lo rimanda nella sua zona.

Aviano è un centro scientifico , è un centro Sperimentale. Io crtedo che i nostri Ospedali debbano essere posti di eccellenza e in parte lo sono giuà

Ma si deve pensare ad un Ospedale Nuovo che offra eccellenza in ogni agglomerato di 200.000 persone, come nel Veneto Orientale.

Il Direttore Generale ha parlato bene con entusiasmo ; ha detto che abbiamo delle eccellenze. Giusto ma non basta

Ci siamo chiesti perchè ci sono tante fughe fuori dalla nostra ASL ?

Riporto quanto scritto giorni fa dopo una intervista dell’Ass provinciale sul problema.

Riportiamo anche quanto detto dall’Ass. Provinciale Canali sulla necessità di ottimizzare le risorse e le spese. Bisogna chiudere dice  reparti co sono poco utilizzati a vantaggio della qualità

Si parlva della chiusra di alcuni reparti per aver reparti solo pienamente utilizzati che attraggano e che siano di eccellenza.

Dicevamo allora “Con un utiliz zo al 50 delle potenzialità e un costo di degenza di 1 300 euro al giorno la Pediatria di Portogruaro andava ricalibrata così come altri reparti sovradimensionati  sostiene Canali

In una intervista riportata dal Gazzettino infatti Canali dice che  non pare corretto parlare di chiusura del centro pediatrico di Portogruaro quando invece si tratta di calibrare i posti letto rispettoalle richie ste

La Pediatria a Portogruaro ha avuto un utilizzo del 57 nel corso del 2012 e del 55 nel 2013 con un costo giorna liero di 1300 euro per giornata di degenza pari al costo di un posto parto di alta specializzazione di Mestre

E allora se vi è un ridimensionamento dei posti letto pur venendo garantito il servizio a Portogruaro non ci si deve scanda lizzare ma si deve avere il corag gio di affrontare la questione sani taria anche sotto il profilo dei costi che sarebbero indubbiamente minori con l’ospedale unico

Anche il reparto di Ostetricia lavora sotto standard invece delle mille nascite all anno previste dalla normativa naziona le ce ne sono solo 400 . Anche  San Donà  la casistica è sotto standard essendoci solo 600 nascite

Se uniamo le due ostetricie si avranno numeri buoni per ottimizzare il reparto.

Ci si è mai chiesto come mai la Ostetricia di Oderzo ha più parti di San Donà e Portogruaro?

E allora prima di dire salviamo un reparto o più reparti conclude Canali si deve verificare cosa comporta in termini di costi sicurezza ed efficienza specialmente in reparti delicati come Ostetricia  e Ginecologia e Pedriatria

E allora non ci sono per fare funzionare alcuni reparti che sono doppioni gli uni degli altri

E allora solo l’Ospedale unico in questo momento può garantire dei risparmi e una spesa ottimale con reparti ottimizzati”

Ecco il problema dell’Ospedale  Unico o come hanno detto dell’Ospedale Nuovo. Avere un Ospedale di eccellenza , non importa la locazione ma che possa servire i nostri cittadino, i cittadini del nostro territorio ma che possa servire anche cittadini di altri territori . Se attrae vuole dire che è un ottimo Ospedale.

Ma oggi i relatori hanno detto anche cose nuove. Non solo Ospedale Unico ma Territorio

   

 

 

 

 

 

 

 

Dispiace che il pubblico fosse poco. Era un incontro che si proponeva già all’insegna del nuovo. Non si parlava solo dell’Ospedale Unico ma di quello che la Sanità sarà in futuro. Come ha detto bene il Dr Fiorin ha fatto vedere la prospettiva , il tragitto di quello che sarà la Sanità che dovrà garantire una popolazione che sarà sempre più vecchia, con più malattie,con più costi da sostenere, con necessità di cronicità e di pluripatologie da assistere.

E allora dove era la gente che doveva riempire la sala. Non era una giornata di sole; era un Sabato qualsiasi e si doveva essere presenti.

Dove erano i medici del nostro territorio?

Dove erano i Medici di Meolo ?

Ma come ? Si parlava del nostro territorio, del loro territorio. Si spiega il futuro che coinvolgeva loro e noi !

Il discorso e il progetto di assistenza all’anziano con particolare riguardo al malato cardiopatico cronico e alla riabilitazione è stato spiegato bene dal Dr Milani.

Sono stati discorsi dei due medici ( Milano e Fiorin) di alto livello che hanno ricordato quello che molto spesso oramai ci sfugge : l’etica !

Il futuro della Sanità sarà quello di non andare in Ospedale se non per fatti acuti

Noi lo predichiamo da tempo. I codici bianchi non sono da Pronto Soccorso.

Troppi furbi vanno al PS perché fa comodo, perche pensano di non fare la fila, perché pensano di non pagare, perchè spoesso non trovano il proprio medico

Abbiamo sentito invece che in futuro il medico ci sarà

Dobbiamo portare la sanità nel territorio !

Ci saranno gli ambulatori con i servizi principali e semplici H24. In Ospedale si andrà solo in caso che il medico in servizio nel proprio centro lo riterrà necessario o in caso di vera urgenza.

Tutto questo per un risparmio ma anche per dare un servizio dignitoso al cittadino

Mai più Proto Soccorsi intasati con la ente che deve aspettare ore e ore su di una sedia in attesa dei propri turni

Sarebbe stato bello che la sala fosse piena.

Tutti hanno detto. non perdiamo il treno del Nuovo Ospedale , ma io mi chiedo perché è molti hanno perso il treno di essere presente ad un convegno che era fatto per la gente ma anche per gli operatori sanitari, medici e infermieri tutti

Non vorrei che tutto si fermasse e che si perdesse veramente il treno !

 

 

Sanità e Salute. Cosa offre la Sanità ? La Salute è garantita ?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per spigare cosa si intende per Sanità e cosa si intende per Salute e per spigare cosa la Sanità offre per la nostra Salute mi aiuto con una lettera scritta da una signora di cui non riporto il nome e che aveva scritto l’altro giorno questa lettera al Gazzettini.

La signora si lamentava sostanzialmente di cosa la Sanità offriva alla sue richiesta circa la difesa della propria salute

Ecco la lettera pubblicata sul Gazzettino

Gentile Direttore,
volevo segnalare quanto segue riguardo la nostra Sanità Veneta:
abito a Treviso e da molto tempo a qualsiasi richiesta di prestazione sanitaria (visita o esame diagnostico) vengo immediatamente dirottata all’Ospedale di Motta di Livenza.
Senza nulla togliere alla professionalità di questo istituto mi chiedo perchè a Treviso un trevigiano non può più esssere assistito in regime di ticket.
La migrazione verso questo Ospedale causa un aumento di costi per l’utenza e non è detto che i tempi di attesa diminuiscano perchè sono sempre ugualmente lunghi (minimo 4/5 mesi per una visita normale).
Denuncio inoltre che da quest anno non è più possibile scegliere il medico per la prestazione quindi viene a mancare quella continuità operativa che si era instaurata precedentemente

Due sono le lamentele che la signora espone

1) Il fatto che la Sanità offre alla signora la prestazione richiesta non nella città dove lei abita

2) Il fatto che la signora non può scegliere il medico che lei vuole per eseguire la prestazione da lei richiesta con il ticket del SSN.

Allora vediamo cosa si intende per Sanità e cosa si intende per Salute.

La salute, definita nella Costituzione dell’OMS, come “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”. Essa  viene considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Quindi la Salute è un diritto di ogni persona indipendentemente del suo ceto sociale ed economico. Ma deve essere anche un dovere del cittadino mantenerla . La salute quindi non è un fatto politico, non è di destra o di sinistra

La Salute è uno stato in cui ogni persona deve tendere per vivere in una condizione solo priva di malattia ma con benessere fisico e psicofisco.

La Sanità è il mezzo che lo Stato offre e organizza per favorire la Salute del Cittadino

Una bella definizione di Sanità potrebbe essere :  l’insieme di strutture e servizi che assicurano la tutela della salute e l’assistenza  sanitaria  a tutti i cittadini  ( italiani e stranieri ).

La Sanità deve offrire la Salute o meglio come mantenerla o come migliorarla ad ogni cittadino

Quindi non solo evitare la malattia ma far sì che il cittadino viva in un modo di pieno benessere fisico e psicofisico.

E allora vediamo se la sanità offre i servizi che il cittadino pretende o offre la salute e come mantenerla al cittadino ?

La Sanità costa e costa però meno della Salute

La Salute è un diritto ma è anche un Dovere !

Mantenere la salute evita costi alla Sanità e solo una Sanità efficiente ma accettata dal cittadino e in collaborazione con il cittadino fa rispparmiare e così facendo rende la stessa migliore e più efficiente.

La Sanità agisce o dovrebbe in due modi: la prevenzione e la terapia delle malattie.

La Prevenzione è una offerta gratuita al cittadino di mezzi per evitare la malattia e per fare diagnosi precoce. Vi sono esami e visite gratuite date ai cittadini a secondo le fascie di età interessate. Attualmente vi sono gli screening della mammografia, del sangue occulto e del pap test.

Sono gratuiti ma sono poco utilizzati dalle persone.

E poi ci si lamenta che la Prevenzione non esiste e la sanità funziona male ?

E poi la cura delel malattie. La cura viene divisa in diagnosi e terpai nelle sue varie forme.

Il problema e della diagnosi.

La Sanità e il SSN offre a prezzo calmierato dovuto al fatto che il cittadino paga una tassa sulla salute i vari accertamenti e le visite per fare diagnosi

Quindi da a tutti esami e visite gratis se uno è esente per reddito o per patologia o pagando un contributo ( chiamato ticket) per tutto.

Ma naturalemnte tutto questo costa molto e la Sanità non ha i solkdi specie in rapporto richieste e serfvizi da erogare

Se i servizi chiesti sono molti può non essereci il finanziamento statale e allora il cittadino aspetta  e aspetta.

La soluzione sarebbe di usare di più la prevenzione primaria e secondaria ed evitare per quanto possibile di ammalarsi e si può e si può….

E poi non bisogna chiedere al medico esami e esami per ogni cosa ma magari una buona visita dal proprio medico spesso è sufficiente e si può non fare troppi esami che costano e occupano posti per gente che ne ha bisogno

Questo servirebbe a far abbrevviare le liste di attesa

Altro metodo che tutti penano è : assumere altri medici e infermieri e fare più visite e esami con il solo ticket ma il costo sarebbe troppo alto

Se poi ci mettiamo i falsi esenti che sono tanti e che sono i soliti furbi

Quanti sono i pazienti che hanno una esenzione per una patologia e pretendono di essere esenti per tutte le patologie ?

E allora vi è una lista di attesa

La Regione ha avviato un piano da due anni mi pare interessante

IL paziente chiede la visita e l’esame ad CUP locale e le viene offerto la visita o l’esame al posto dove vi è l’attesa piu breve. Può essere non nella sua città ma nelle vicinanze e lui può scegliere se andare o meno o scegliere un posto più vicino ma con attesa maggiore. Ma pare una offerta di buon senso

Ora offre anche servizi fino alle 23  e di sabato pomeriggio. Non è male

La signora che ha scritto al Gazzettino si è poi lamentata che non può scegliere di avere la prestazione dal medico che lei vuole.

La prestazione la avrà dal medico in servizio quel giorno e a quell’ora

Altrimenti la paga come libera scelta del professionista che la vedrà fuori dal normale orario di lavoro

La Sanità offre la prestazione ma non il medico

La Sanità offre il mezzo per la diagnosi e per la Salute.  Il medico è una libera scelta.

Pensate voi se in u n reparto tutti volessero essere visitati da un medico che è più anziano, più simpatico o quello che volete voi. Quel medico avrebbe attese enormi e non si darebbe un servizio efficente

Diciamo allora che la Sanità offre la Salute a tutti ma bisogna che il cittadino collabori e aiuti a rendere migliore la Sanità e aiuti a salvaguardare la propria salute usando uno stile di vita eccellente o buono

 

 

 

 

 

Ospedale Unico: Passo Avanti !

 

 

 

 

 

 

 

Dopo vari litigi, dopo vari ripensamenti, dopo smentite e proclami, sembra che si sia fatto un passo avanti

Avanti verso l’Ospedale Unico.

Bisogna dire che difficilmente la Regione , Il Governatore Zaia e la Giunta, avrebbero fatto un passo indietro. Fare un passo indietro avrebbe significato  rivedere le schede di dotazione ospedaliera, ripensare alla strategia sanitaria non solo degli Ospedali ma anche di tutto il sistema sanitario del Veneto Orientale.

Nell’ultimo mese, dopo che la Conferenza dei Sindaci si era espressa alla unanimità , dopo che al Convegno organizzato da ” Il Ponte” i due Sindaci ( quello di Eraclea e quello di San Donà ) si erano espressi alla costruzione del nuovo Ospedale, erano cominciati i passi indietro

Passi indietro che erano stati fatti da diversi Sindaci e in modo particolare da quello di San Donà e di quello di Portogruaro. Il motivo era semplice e lo avevamo già detto al Convegno: nessuno voleva avere l’ospedale dell’altra città favorito rispetto al suo. In sostanza tutti temevano di perdere l’Ospedale sotto casa , nella propria città a vantaggio della città alternativa. E anche il pensare di un Ospedale a mezza via non accontentava tutti.

Tutti in sostanza volevano avere il nuovo Ospedale a casa loro . Tutti avevano paura di perdere consensi. Certamente ufficialmente tenevano una altra posizione e una altra giustificazione. Tutti esprimevano la paura di non avere  una assistenza pronta per i propri abitanti. Temevano di perdere un Ospedale, temevano che un edificio sarebbe stato abbandonato. Ma tutto sommato temevano di perdere consensi presso la propria popolazione , temevano di non aver difeso i propri cittadini

Varie sono state le opinioni e varie le soluzioni.

Alcuni esponenti politici ( vedi l’Ass Chisso) aveva detto pubblicamente all’Hotel Continental) che se non vi era un accordo e che la Regione non riceveva un piano di fattibilità  e un piano economico , tutto saltava e si perdeva un treno.

La settimana scorsa venen anche fuori un  documento ufficiale del PD e del Sindaco Cereser ( che ricordiamo è dello stesso partito del Sindaco di Portogruaro) che rimetteva tutto in discussione. Voleva un cambiamento delle schede ospedaliere e chiedeva di riorganizzare la sanità in modo diverso

La conclusione di questo documento lo riportiamo qui sotto mentre il documento integrale lo trovate negli articoli precedenti

 

Per quanto riguarda infine gli obiettivi a breve termine, si ribadisce che il PD chiede l’immediata sospensione dell’applicazione delle schede ospedaliere ed esprime la propria ferma opposizione alla ristrutturazione ospedaliera del presidio di San Donà come previsto dalle schede stesse reclamandone, in ogni caso, il potenziamento dei servizi sino agli standard previsti, per garantire, qui, ora e sino alla realizzazione concreta di eventuali alternative, la salute dei cittadini di San Donà e dei comuni limitrofi.

Partito Democratico – Circolo di San Donà 12 febbraio 2014

 

Sembrava tutto quindi ritornare in gioco e la conclusione era uno stallo, un passo indietro e ritornare alla Sanità attuale

Ma per fortuna qualche cosa si è mosso

Giovedì vi è stata la Conferenza dei Sindaci e contemporaneamente il Vicesindaco che è un pilastro della maggioranza con il suo schieramento si è trovato fino a notte inoltrata con il PD e hanno deciso assieme una soluzione.

La soluzione è stata come l’uovo di Colombo. Una commissione tecnica assieme ai Sindaci delle Principali città interessate avrebbe deciso la locazione del nuovo Ospedale. La città ( Portogruaro o San Donà ) che sarebbe stata più distante dal nuovo Ospedale avrebbe avuto una sede di Pronto intervento in modo da garantire una assistenza veloce a tutti.

Nello stesso tempo la Conferenza dei Sindaci  venne alla setssa decisione e la decisione è stata presa alla unanimità.

Il Presidente dalla Conferenza, l’Avv Tamai ha detto chiaramente che il territorio non poteva perdere una occasione simile per migliorare la nostra sanità.

Il Sindaco di Torre di Mostro ha detto chiaramente che condannava l’atteggiamento di chi si opponeva all’Ospedale Unico

Alla fine della riunione infuocata anche se le resistenza del Sindco Bertoncello non erano tutte spente il documento è stato firmato alla unanimità per cui possiamo dire

Si è fatto un passo AVANTI !

 

 

 

Giornata importante questa sera a San Donà per la SALUTE e per TUTTI

Ricordatevi che questa sera alle ore 18.00 all’Hotel Forte 48 si terrà l’incontro tra i cittadini e due esponenti della Sanità e del Sociale della Regione.

Ma si parlerà di come deve essere la Sanità e Il Sociale nel nostro territorio e nel nostro Comune

Speriamo che la popolazione risponda e faccia vedere agli esponenti della Regione che tutti sono interessati ad una qualità di vita migliore

 

Venerdì 10 maggio incontro con la cittadinanza di San Donà sulla Salute e sul Sociale nel nostro territorio

Venerdì 10 maggio alle 18.00 all’Hotel Forte 48 si terrà un incontro pubblico sul Tema

L’incontro sarà presentato dal nostro Movimento IL PONTE. E non dalla Lista Civica

Non sarà una presentazione politica ma un conoscere la situazione sanitaria e sociale del nostro territorio

Naturalmente sono i pensieri della Civica NOI PER SAN DONA’ ma la rappresentanza sarà anche di altri schieramenti politici

Ma la Salute non ha colore e la Sanità deve dare il miglior servizio al cittadino indipendentemente da una lista politica

” La Sanità.. il Sociale.. e LA SALUTE ? ”

Parteciperà l’Ass Regionale alle Politiche Sociali della Regione Veneta Ass. Remo Sernagiotto

La Lista Civica NOI PER SAN DON° di PIAVE presenterà la sua visione di tali problemi e il Dott Madeyski spiegherà cosa un Sindaco deve fare per far sì che tutti i cittadini abbiano i mezzi per mantenere la salute e per vivere con una qualità di Vita migliore


 

In arrivo i nuovi LEA ma anche controlli sulle ricette mediche

Leggiamo dalle notizie apparse sui giornali questa notizia che sostanzialmente riflette due novità

1) Il ministro della Salute Renato Balduzzi, ha approvato l’aggiornamento dei Lea, Livelli essenziali di assistenza: entrano le ludopatie e l’epidurale tra le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire, ma anche 110 nuove malattie rare e 5 patologie croniche sono state inserite.

2)  Il Ministro ha anche approvato un decreto che: per evitare visite ambulatoriali specialistiche ed esami di diagnostica strumentale inutili quanto costosi le ricette del medico dovranno essere “motivate”. Ci sarà infatti un controllo sulle ricette e per questo il medico dovrà indicarvi «il quesito o il sospetto diagnostico che motiva la prescrizione».

Oltre a 110 nuove malattie rare entrano nei Lea 5 patologie croniche: le broncopneumopatie croniche ostruttive (Bpco) al II stadio (moderato), III stadio (grave), e IV stadio (molto grave), comunemente conosciute come enfisema polmonare e broncopolmonite cronica; le osteomieliti croniche, cioè malattie croniche infiammatorie delle ossa; le patologie renali croniche (con valori di creatinina clearance stabilmente inferiori a 85 ml/min); il rene policistico autosomico dominante; la sarcoidosi al II, III e IV stadio, cioè malattie che interessano più tessuti e organi con formazioni di granulomi e che comportano problemi polmonari, cutanei e oculari. Nei Lea entra anche la sindrome da talidomide.

Nei nuovi Lea viene inserita anche la ludopatia: l’art. 5 del decreto legge 13 settembre 2012, numero 158, prevede l’inserimento nei Lea delle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione della ludopatia. «In attuazione del dettato normativo – spiega il ministero della Salute – il provvedimento include esplicitamente le persone affette da questo tipo di dipendenza tra coloro cui sono rivolti i servizi territoriali per le dipendenze (Sert, Centri diurni, et similia) già attivi nelle Asl».  Si afferma  il principio che – spiega il ministero – «le persone con ludopatia hanno diritto ad accedere al Ssn per ricevere le prestazioni di cui hanno bisogno, al pari dei soggetti con altre forme di dipendenze patologiche, senza che questo comporti ulteriori oneri dal momento che le Regioni non saranno tenute ad istituire servizi ad hoc».

Viene anche  prevista la maggiore diffusione dell’analgesia epidurale, suggerendo alle Regioni di individuare  nel proprio territorio le strutture che effettuano tali procedure e che sviluppino appositi programmi volti a diffondere l’utilizzo delle procedure stesse.
Facciamo solo un breve commenti

Ben vengano questa novità con l’introduzione nel LEA di nuove patologia che sono più o meno diffuse ma che sono invalidanti

Ben venga la diffusione della epidurale o del parto indolore.

Per la Ludopatia era naturale inserirla nelle dipendenze visto l’aumento e i problemi che provoca in tante famiglie dando una dipendenza non facile da curare.

Per quanto riguarda la giustificazione di esami e visite specialistiche  la norma era già in vigore. Vi era un obbligo per il medico richiedente di indicare la motivazione per cui veniva richiesta una visita specialistica o un esame e vi era l’obbligo per il medico specialista di dare una risposta scritta o un refero dell’esame eseguito.

Dobbiamo anche dire però che spesso non veniva specificata una richiesta o una motivazione e anche lo specialista spesso non emetteva un referto

In linea di massima ben vengano allora i controlli a campione. Purtroppo come capita spesso , come siamo abituati a non pagare le tasse , siamo anche abituati a scrivere ricette magari senza avere visita il paziente o a non dare un referto completo della visita

 

Tagli nella sanità del Veneto e la ASL N.10 ?

Ci sono anticipazioni sulle nuove schede della Sanità nella Regione Veneto.

Vengono tagliati 1000 posti letto in Regione, Si passa da 18.000 posti a 17.000 posti

Ci saranno tagli ovunque ( al momenti risparmiati Treviso e Vicenza)

Ma nella nostra ASL cosa potrebbe caoitare ?

Si parla da anticipazioni  che ci sarebbe un solo polo medico a San Donà di Piave e un solo polo chirurgico a Portogruaro

Corsi e ricorsi della storia nella sanità.

Dal centralismo si era passati alla pluralità degli Ospedali e dei Reparti o ora si torna ad accorpare Ospedali e Reparti.

Come questo potrà avvenire ?

Ci sarà un solo reparto di Medina e uno solo di Chirurgia?

Non credo proprio.

Ci saranno reparti come  ma ci sarà un Primario e una dirigenza per ogni specialità

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noli abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie partologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risporse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione accelente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

 

 

Il punto sulla sanità nel territorio sandonatese

Considerazioni sull’attuazione della riorganizzazione della Casa di Cura “Rizzola” di San Donà di Piave (Venezia), che prevede 10 posti letto per ricoveri con degenza nel Comparto di Chirurgia ( Chirurgia Generale e Urologia), e sugli effetti sulla popolazione del Veneto Orientale e dintorni.

Dati attuali

La popolazione della nostra ASL è di 208.000 persone.

Confluisce di fatto la popolazione di Cavallino Preporti che è di 13.000 persone.

Quindi in totale la popolazione reale è di 221.000 persone.

Non contiamo a quanto ammonta la popolazione nel periodi estivo perchè deve essere considerata e trattata in maniera adeguata; in ogni caso non rappresenta una popolazione stabile che abbisogni di strutture e personale in maniera fissa.

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