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Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

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Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Tag Archive for Osteoporosi

Anche San Donà di Piave partecipa al programma denominato DEFRA per calcolare i rischi di fratture in Osteoporosi

 

 

 

 

 

 


 

Parliamo del rischio di frattura osteoporotica e soglia di intervento

Vi è un algoritmo denominato DEFRA per calcolare i rischi di frattura

l numero delle fratture osteoporotiche è in costante aumento ed è necessario individuare con accuratezza le persone ad elevato rischio per avviare un trattamento farmacologico efficace e con un ragionevole rapporto costi/benefici.

L’accesso al trattamento si è basato spesso sul valore della BMD ma sono stati subito individuati altri fattori di rischio che interagiscono con la BMD. Per questa ragione con la Nota 79 i pazienti da trattare a carico del SSN sono individuati sulla base di fattori di rischio come pregresse fratture, terapia steroidea, bassa BMD associata ad altri fattori di rischio. Il razionale di questo approccio è sempre stato percepito come di non immediata comprensione.

Negli ultimi anni sono stati sviluppati vari strumenti per predire il rischio futuro di frattura nelle donne in post menopausa, Tra questi strumenti quello più usato è il FRAX®, anche per il patrocinio ottenuto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo strumento consente di calcolare la probabilità per un paziente di andare incontro a frattura d’anca o di altri siti ossei nei successivi 10 anni. Esso è stato adottato da molte società scientifiche e recentemente anche da autorità sanitari, in primo luogo dal NICE (NCGC) del Regno Unito.

Il FRAX® presenta tuttavia alcuni problemi applicativi e soprattutto di accesso per un utilizzo regolatorio. Per questa ragione sono state sviluppate versioni nazionali come ad esempio il “Q-fracture” inglese (www.qfracture.org).
In Italia la SIOMMMS –SIR ha elaborato alcuni adattamenti dell’algoritmo FRAX con lo sviluppo finale di DeFRA.

L’utilizzo di DeFRA consente di documentare in maniera oggettiva la gravità e il potenziale impatto dell’osteoporosi migliorando la percezione del rischio sia da parte del paziente che degli altri operatori sanitari.

Noi possiamo  festeggiare che un nostro medico Il Dr Francescon sia stata chiamato a collaborare a questo grande progetto universitario che da lustro al nostro territorio

Il  Dott. Alessandro Francescon, responsabile dell’Ambulatorio per l’Osteoporosi della Clinica Rizzola di San Donà di Piave  ha aderito recentemente alla raccolta di dati in collaborazione con le Università degli Studi di Verona e di Padova per conto anche della Regione Veneto. Lo scopo di questa raccolta dati è di migliorare l’algoritmo denominato DEFRA per renderlo sempre più affidabile e preciso.

Tale algoritmo è stato da poco ideato dalle principali Società Scientifiche Italiane per l’Osteoporosi e consente di individuare i soggetti a rischio di frattura Osteoporotica che sono in costante aumento visto l’invecchiamento della popolazione.

Si rende necessario, pertanto, individuare con accuratezza le persone ad alto rischio per avviare un trattamento farmacologico efficace e con adeguato rapporto costo beneficio.

Questo algoritmo oltre alla densità minerale ossea prende in considerazione molteplici fattori di rischio che possono intervenire nel decorso del processo osteoporotico a dimostrazione del fatto che questa è una patologia molto complessa.

Il fatto poi che il DEFRA , che è in uso su tutto il territorio Nazionale, preveda l’inserimento dei dati Densitometrici ottenuti con la tecnica ad Ultrasuoni Calcaneare utizzata dal Dott.Francescon durante la Sua valutazione clinica è una ulteriore dimostrazione come questa tecnica possa considerarsi affidabile e all’avanguardia oltre che scevra di ogni qualsiasi controindicazione.

Riteniamo, inoltre , sia fonte di grande soddisfazione che anche il nostro Territorio contribuisca a incrementare la casistica, del tutto anonima, di un progetto di portata Nazionale contribuendo a incrementare le conoscenze Scientifiche sul tema e dimostrarsi sensibile verso una problematica di così rilevanza Sanitaria e Sociale, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Credo che tutti noi siamo grati al lavoro di questo professionista che lavora per il nostro territorio

La Prevenzione nel nostro territorio: come evitare le fratture nell’anziano

 

La prevenzione si fa in tanti modi

Tutti parlano della prevenzione dei tumori, Si parla dei tumori della mammella , del melanoma , del collo dell’utero…

Ma La prevenzione si fa per tutte le malattie. E dobbiamo vedere se e come si fa a prevenirle.

Oggi vogliamo tornare alla Prevenzione dell’Osteoporosi che è una delle cause frequenti delle fratture dell’anziano

E prendiamo spunto dal fatto che nella nostra zona esiste uno specialista dell’Osteoporosi.  il Dr Francescon Alessando ci ha mandato questo lavoro che spiega il problema

Perché l’anziano si frattura? Quali le possibilità di terapia e di prevenzione?

Presentiamo allora un interessante articolo del Dott. Alessandro Francescon, che prendendo spunto da un  Simposio “Osteoporosi e fratture nell’anziano” svoltosi  nell’ambito di un recente Congresso Nazionale di Geriatria organizzato dalla Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG), espone alcune riflessioni sulla malattia Osteoporotica analizzandone aspetti epidemiologici, terapeutici e gestionali, condividendo anche quanto riportato dagli Autorevoli  Cattedratici Relatori del Simposio.

Perché l’anziano si frattura? Quali le possibilità di terapia e di prevenzione?

A cura di: Dott. Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi- Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

Il problema dell’Osteoporosi riveste in Italia un ruolo molto importante essendo il nostro uno dei paesi più “vecchi” del mondo. L’attenzione che deve essere data a questo problema deve esser massima soprattutto  in questo momento in cui la ricerca scientifica  attraverso i numerosi  trial clinici ci sta fornendo dati interessanti non soltanto a riguardo della densità minerale ossea ma soprattutto sull’efficacia dei farmaci nel ridurre l’incidenza di fratture osteoporotiche.

Tra gli elementi da considerare come principali cause di fratture nell’anziano vanno annoverate le cadute che certamente sono il fattore di rischio più importante, facilitate dalla ridotta stabilità, alterazioni dell’equilibrio, ridotta forza muscolare, calo della vista, patologie concomitanti come l’ictus e  altri disturbi neurologici, le cadute possono essere dovute a cali pressori o all’azione di farmaci, in particolare psicofarmaci. Altro fattore predominante e concausa  di una frattura è  la fragilità ossea.

Cadute e fragilità ossea  sono influenzati da altri molteplici fattori, tra questi rilevante è l’entità della massa muscolare e questo perché quando non c’è armonia tra osso e muscolatura, può aumentare il rischio di frattura , vuoi per le cadute, vuoi per altri meccanismi più complessi, a prescindere dalla massa ossea, che comunque nell’anziano di solito è ridotta.

Attualmente i criteri per la diagnosi di Osteoporosi sono basati sulla esecuzione della Densitometria ossea (ad ultrasuoni o a raggi X), sulla valutazione della presenza di fattori di rischio e su una imprescindibile valutazione clinica multidimensionale, in particolare nei soggetti di età avanzata.

Dati recenti evidenziano però la necessità di valutare oltre che la misurazione della densità minerale ossea che come già detto con l’avanzare dell’età si riduce progressivamente, altri parametri, tra questi, di peculiare rilevanza risulta la distribuzione  geometrica dell’osso.

La distribuzione geometrica e il tessuto osseo si modificano con l’invecchiamento, l’osso riduce sia  il suo contenuto minerale che la matrice proteica, perde elasticità e diventa sempre più “porotico”. Nella popolazione più giovanile, ma anche in un soggetto affetto da Osteoporosi,  attraverso il processo di rimodellamento osseo, si assiste ad una prima fase in cui l’osso va incontro ad un riassorbimento, poi a una seconda fase in cui  attraverso un processo di apposizione di nuovo osso periostale, l’osso si rigenera e può diventare anche più resistente ai traumi. Tale processo sembra essere più efficace nel sesso maschile rispetto a quello femminile. Se il rimodellamento osseo non avviene in maniera come sul dirsi “armonica”l’osso può perdere le sue caratteristiche strutturali e geometriche che da un punto di vista fisico meccanico si traducono in perdita di elasticità e robustezza, con facilità quindi a fratturarsi in relazione ai traumi a volte anche di lieve entità.

L’Osteoporosi, così come tutte le patologie età dipendenti, è assai importante nel soggetto anziano già di per sè fragile in quanto può favorire la perdita dell’autosufficenza. L’Osteoporosi e le fratture ad essa correlate rappresentano uno dei temi cardine della Geriatria anche se, questi argomenti sono stati per anni un po’ trascurati. Molto deve essere  ancora fatto per la prevenzione dell’Osteoporosi a cominciare dalla correzione dell’introito di Calcio e Vit D nella popolazione Italiana, i cui livelli sono ancora sotto i valori minimi.

Solo da poco tempo è emerso il concetto che la prevenzione ed il trattamento di questa Patologia debbono essere prioritari al fine di migliorare la qualità di vita del soggetto anziano oltre che ridurre i costi socio sanitari.

Un recente studio ha mostrato come la densitometria ossea sia in grado di fornire una indicazione del rischio di frattura  pari a quello dato dai valori pressori  per il rischio di ictus cerebrale.

Oltre ai farmaci che già hanno dimostrato efficacia nella riduzione del numero di eventi fratturativi, come i Bifosfonati, è da sottolineare che sono in fase di studio alcune molecole nuove per la terapia dell’Osteoporosi, tra queste gli Estreni.

Molto promettente, infine, risulta  per i pazienti affetti da Osteoporosi  una nuova modalità di  approccio denominata “Osteoporosis school” della quale però parleremo più in dettaglio, prossimamente, in un altro articolo ad essa dedicato.

Una indagine sulla Osteoporosi eseguita a A San Donà di Piave

Siamo lieti di pubblicare un lavoro eseguito dal Dr Francescon sulla Osteoporosi che dimostra che anche nel nostro territorio la Prevenzione viene eseguita a tutto campo. Questo studio fatto dal Dr Francescon rientra in uno studio eseguito in 100 città italiane. Siamo contenti che San Donà si distingua anche in questo campo

Sotto riportiamo l’articolo

 

Dati emersi da un’ indagine sull’Osteoporosi (dati definitivi)

Dott. Francescon Alessandro, Responsabile dell’ Ambulatorio di Osteoporosi – Casa di Cura “Rizzola” – San Donà di Piave (Ve)-

Solo tre i Centri  partecipanti al Progetto Amico, nell’area che comprendeva quasi tutta la Provincia di Venezia e tutto il Friuli Venezia Giulia . Di questi, uno è stato quello per l’Osteoporosi  condotto dal Dott. Francescon Alessandro nella Clinica “Rizzola” di San Donà di Piave.

Tale Progetto Nazionale che ha visto coinvolti 100 Centri di Eccellenza di tutta Italia ha riscosso un notevole successo nella Clinica “Rizzola” in quanto in poche ore sono state  esaurite tutte le visite gratuite messe a disposizione, tanto che per  dare la possibilità ad altre  persone di avere una Valutazione Clinica con esecuzione di Densitometria ossea ad Ultrasuoni di ultima generazione,  si sono incrementati i posti .

Nel complesso sono state eseguite  68 visite , di cui  66 a pazienti di sesso femminile e  2 di sesso maschile; l’età dei pazienti era compresa tra  i 34  e i 79 anni. La maggior parte delle persone che hanno usufruito del Progetto proveniva da  San Donà di Piave(32 ), i rimanenti, invece, provenivano da Comuni limitrofi.

Si  sono registrati, infatti, 12 casi provenienti da Musile di Piave, 5 casi provenienti da Eraclea, 5 casi da Caorle, 4 casi ciascuno da Jesolo e Cavallino-Treporti  e , infine,  un caso per ciascuno dai seguenti Comuni:  Noventa  di  Piave, Quarto D’altino, S.Stino di Livenza, Ceggia, Meolo, Venezia.

Un dato interessante è stato che i pazienti che si sono presentati  spontaneamente alla visita  e quasi tutti asintomatici,  presentavano indicazioni cliniche all’esecuzione della Densitometria ossea e/o importanti fattori di rischio per L’Osteoporosi. La maggior parte di essi eseguivano la valutazione per la prima volta.

I partecipanti hanno dimostrato alta sensibilizzazione nei confronti dell’esame, perché tutti erano a conoscenza del suo significato clinico. La maggior parte era venuta a conoscenza del progetto per la pubblicazione della notizia sui giornali o nell’ambulatorio del proprio medico di base. Un altra osservazione meritevole di nota è che quando le iniziative sulla prevenzione non comporta partecipazione di spesa da parte dell’utente la partecipazione è massiccia. In effetti solo in casi limitati la Densitometria ossea  e prescrivibile  senza il pagamento di ticket sanitario

Si segnalano i più significativi fattori di rischio riscontrati i: Menopausa precoce (53 casi), terapia cortisonica (5 casi), pregressa frattura vertebrale (4 casi), pregressa frattura calcaneare (1 caso), menopausa chirurgica con ovariectomia (2 casi), pregressa neoplasia mammaria in terapia antiestrogenica (4 casi), ridotto apporto alimentare di calcio ( 4 casi), malassorbimento  di calcio e Vitamina D (2 casi), intolleranza al lattosio (1 caso), ipertiroidismo (2 casi), riscontro radiologico di rarefazione ossea alla testa dell’omero (1 caso), artrite reumatoide (3 casi),  polimialgia reumatica (2 casi), Malattia ematologica cronica (1 caso). Nei  rimanenti 31 casi i pazienti non presentavano problematiche collegabili  all’ Osteoporosi.

Il progetto  Amico- Settimana Nazionale dei disturbi osteoarticolari,alla sua prima edizione, è stato patrocinato dalle più importanti Società Scientifiche Italiane: SIOMMS, Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, SIOT,  Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIR, Società Italiana di Reumatologia, ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici, e FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro. L’iniziativa prevedeva  un’ indagine conoscitiva su un campione di medici e pazienti,  in una settimana, in cui in Centri specializzati distribuiti su tutto il territorio Nazionale si effettuavano visite gratuite a favore dei cittadini che ne facevano  richiesta. Lo scopo del Progetto era di  fornire un aiuto a tutti coloro che soffrono di patologie osteoarticolari, diagnosticando tempestivamente eventuali malattie.

Visto il successo dell’iniziativa, riscontrato anche su scala Nazionale,  è molto probabile che tale Progetto sia riproposto anche il prossimo anno.

Anche a San Donà di Piave si studia e si curano Le anemie dell’anziano

Ho voluto mettere questo interessante articolo di dr Francescon che lavora come geriatra alla Casa di Cura Rizzola per mostrare come anche nella nostra Città ci si occupa di questa patologia che spesso è misconosciuta o sottovalutata

 

LE ANEMIE NELL’ANZIANO                                                                                                        

 

A cura di: Dott. Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia-Osteoporosi.

 

L’articolo estratto da una Comunicazione da me presentata al 48° Congresso di Nazionale di Geriatria, mette in relazione la ridotta funzionalità del midollo osseo con l’invecchiamento,

descrive il ruolo dei fattori ambientali, la peculiarità del quadro clinico in pazienti geriatrici, i tipi di anemia di più frequente riscontro e l’approccio diagnostico più appropriato.

Per Anemia si intende una condizione in cui il livello di Emoglobina (HB) è inferiore ai valori normali, riferiti all’età e al sesso dell’individuo. L’anemia può essere distinta a seconda del grado in: lieve (Hb=10.5-12g/dl),  moderata (Hb=8-10.5g/dl) o di grado severo (Hb<8g/dl). Nella popolazione in età geriatrica i range di normalità dei valori di Hb  andrebbero, comunque, determinati secondo fasce di età.

Negli Anziani si riscontrano spesso alterazioni midollari e le pricipali sono riportate in Tab:1. Inalterata risulta, invece, la vita media dei globuli rossi. Le variabili che modificano la  produzione dei globuli rossi, correlata all’età sono : malnutrizione, condizioni socioeconomiche basse, farmaci, tossine, agenti patogeni, stress e presenza di una polipatologia.

 

Tab.1: modificazioni midollari nell’anziano

  • calo dell’emopoiesi in generale
  • riduzione del numero di cellule staminali
  • risposta inferiore a stimolo eritropoietinico
  • ridotta incorporazione di Ferro nei globuli rossi
  • ridotta risposta a uno stress
  • aumento della fragilità osmotica dei globuli rossi

 

Nei Reparti Geriatrici per acuti, il riscontro di anemia è frequente, esso  risulta abitualmente attorno al 30% negli ultra65, sale al 45% negli ultra85 e aumenta in entrambi i sessi ad ogni decade successiva; è più elevata nei maschi rispetto alle femmine ed è maggiore nelle popolazioni a basso tenore socioeconomico. La riduzione del contenuto ematico di HB che si osserva con l’aumentare dell’età, non è però conseguenza del processo di invecchiamento bensì legata all’alta incidenza di patologie riscontrata in questi soggetti.

Negli anziani i sintomi classici dell’anemia come il pallore cutaneo e l’affaticabilità possono essere erroneamente attribuiti all’età avanzata; l’anziano spesso ha una cute secca e poco trofica, spesso è apatico, presenta ridotta capacità di movimento e facile affaticabilità psicofisica.

La contemporanea presenza di altre malattie maschera frequentemente il quadro clinico.

I sintomi più caratteristici sono a carico dell’apparato cardiovascolare con comparsa di  insufficienza cardiaca, battito accelerato  e, soprattutto, insorgenza di episodi ischemici acuti o dolore crampiforme agli arti inferiori insorti durante la deambulazione. Sintomi psichiatrici di frequente riscontro sono la confusione mentale acuta, il comportamento psicotico e le allucinazioni. Da un punto di vista neuromotorio, frequente è il riscontro di comparsa di cadute e di incontinenza sfinterica; va ricordato, inoltre, che un’ anemia di una certa rilevanza può essere il fattore precipitante di una sindrome da immobilizzazione.

L’anemia da carenza di ferro è una delle forme di anemia più frequente, in quanto il ridotto apporto di ferro limita a produzione dei globuli rossi. Le cause di questa forma di anemia sono di solito imputabili a perdita cronica di piccole quantità di sangue, ridotto apporto alimentare di ferro, malattie croniche. L’anemia da stati infiammatori  cronici è dovuta ad una ridotta capacità negli anziani di riutilizzare il ferro derivante dai globuli rossi invecchiati. La malnutrizione si associa spesso ad anemia da ridotta produzione di globuli rossi. Altre forme di anemia molto frequenti negli anziani è l’anemia macrocitica da deficit di vitamina B12 (anemia perniciosa, malassorbimento B12, gastrectomia, disordini dell’ileo terminale per resezione, neoplasie, parassitosi , batteri, farmaci anche per competizione ed  epatopatie gravi) e da deficit di Acido Folico. Il profilo ematologico è identico in entrambe le forme e la diagnosi si basa sul dosaggio dei folati sierici (<2ng/ml) e di B12 (<100pg/ml).  Normalmente, il contenuto di folati della dieta, è adeguato e raro è il loro malassorbimento. Le cause di deficit di Acido Folico sono: malnutrizione, alcolismo, neoplasie, infiammazioni croniche , anemie emolitiche e farmaci.                              In conclusione, possiamo ritenere che, per quanto riguarda i valori emocromocitometrici non ci sono differenze tra giovani e anziani sani, mentre, peculiare appare la ridotta capacità del midollo anziano di rispondere a uno stress di qualsiasi tipo. In pazienti geriatrici anemici si riscontrano frequenti problematiche cliniche in quanto la causa di anemia non è sempre chiara e spesso è multifattoriale o correlata a malattie croniche o infiammatorie, o di origine nutrizionale.  L’anemia da carenza di Ferro è la forma più frequente nell’anziano, c’è variabilità legata  all’ambiente (farmaci, nutrizione, condizioni socioeconomiche), Hb<10g/dl è espressione spesso di una patologia organica, il quadro clinico può essere mascherato da polipatologia. Un approccio clinico adeguato con esauriente anamnesi, una visita medica generale, l’esame emocromocitometrico con reticolociti e l’esecuzione di alcuni semplici esami quali sideremia, ferritina, transferrina e il dosaggio di B12 e folati consentono nella quasi totalità dei casi il raggiungimento di una diagnosi precisa e di conseguenza la possibilità di praticare la terapia più appropriata.

 

 

Dati emersi da un’indagine sull’Osteoporosi raccolti dal Dr Francescon presso la Casa di Cura Rizzola

Con piacere riportiamo i dati sull’Osteoporosi che gentilmente ci ha fatto pervenire il Dott Alessandro Francescon che è il Responsabile dello studio sull’Osteoporosi svolto nel mese scorso. I dati sono stati raccolti nell’ambulatorio che lui dirige presso la Casa di Cura Rizzola. I dati sono quindi parziali perché si riferiscono solo alle visita eseguite da noi ma prossimamente si avranno i dati nazionali

Solo tre i Centri partecipanti al Progetto Amico, nell’area che comprendeva quasi tutta la Provincia di Venezia e tutto il Friuli Venezia Giulia. Di questi, uno è stato quello per l’Osteoporosi  condotto dal Dott. Francescon Alessandro nella Clinica “Rizzola” di San Donà di Piave.

Tale Progetto Nazionale che ha visto coinvolti 100 Centri di Eccellenza di tutta Italia ha riscosso un notevole successo anche nella Clinica “Rizzola” in quanto, in poche ore, sono state  esaurite tutte le visite gratuite messe a disposizione, tanto che per dare la possibilità ad altre persone di avere una Valutazione Clinica con esecuzione di Densitometria ossea ad Ultrasuoni di ultima generazione, si sono incrementati i posti messi a disposizione.

Nel complesso sono state eseguite 34 visite, di cui 33 a pazienti di sesso femminile e 1 di sesso maschile; l’età dei pazienti era compresa tra i 34 e i 78 anni. La maggior parte delle persone che hanno usufruito del Progetto proveniva da San Donà di Piave (17 casi), i rimanenti, invece, provenivano da Comuni limitrofi. Si  sono registrati, infatti, 6 casi provenienti da Musile di Piave, 3 casi provenienti da Eraclea, 2 da Noventa di Piave e Caorle e, infine, un caso per ciascuno dai seguenti Comuni: Jesolo , Quarto D’altino, S.Stino di Livenza, Venezia.

Un dato interessante è stato che i pazienti si sono presentati spontaneamente alla visita  e quasi tutti erano asintomatici, ma all’analisi presentavano indicazioni cliniche all’esecuzione della Densitometria ossea e/o importanti fattori di rischio per L’Osteoporosi. La maggior parte di essi eseguivano la valutazione per la prima volta.

Si segnalano i più significativi fattori di rischio riscontrati: Menopausa precoce ( 3 casi), terapia cortisonica (2 casi), pregressa frattura vertebrale (2 casi), pregressa frattura calcaneare (1 caso), menopausa chirurgica (1 caso), pregressa neoplasia mammaria in terapia antiestrogenica (2 casi), ridotto apporto alimentare di calcio ( 2 casi), malassorbimento (1 caso), intolleranza al lattosio (1 caso), ipertiroidismo (1 caso), riscontro radiologico di rarefazione ossea alla testa dell’omero (1 caso), artrite reumatoide (1 caso) e polimialgia reumatica (1 caso). Nei rimanenti casi i pazienti non presentavano problematiche collegabili con l’Osteoporosi.

Il progetto  Amico- Settimana Nazionale dei disturbi osteoarticolari,alla sua prima edizione, è stato patrocinato dalle più importanti Società Scientifiche Italiane: SIOMMS, Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, SIOT,  Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIR, Società Italiana di Reumatologia, ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici, e FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro. L’iniziativa prevedeva  un’ indagine conoscitiva su un campione di medici e pazienti,  in una settimana, in cui in Centri specializzati distribuiti su tutto il territorio Nazionale si effettuavano visite gratuite a favore dei cittadini che ne facevano  richiesta. Lo scopo del Progetto era di  fornire un aiuto a tutti coloro che soffrono di patologie osteoarticolari, diagnosticando tempestivamente eventuali malattie.

Visto il successo dell’iniziativa, riscontrato anche su scala Nazionale, è molto probabile che tale Progetto sia riproposto anche il prossimo anno.

Anche a San Donà un servizio di Geriatria

Nella Casa di Cura Rizzola si aprono spazi per la Geriatria. Esiste un Reparto di Geriatria che lavora in rapporto o collaborazione con la ASL che invia tramte il Pronto Soccorso pazienti che abbiamo bisogno di ricovero

Al primo piano esiste il Reparto di Lungodegenza e Riabilitazione . In tale Reparto lavora il DR Francescon, specialista in Geriatria e che si occupa da anni di Osteoporosi . Ha pubblicato numerosi lavori su varie riviste scientifiche e tenute relazioni in vari congressi

Da qualche mese ha iniziato a eseguire esami per la osteoporosi e in modo particolare la densimetria ossea , dando anche un servizio di consulenza e di visite.

Dal primo gennaio aprirà anche un servizio ambulatoriale di visite di geriatria e , per favore le popolazione , anziana, queste visite saranno a tariffa agevolata.

Pubblichiamo qui uno scritto sui problemi legati al paziente geriatrico che potrà essere utile  a tutti

 

Il Paziente Geriatrico

A cura di : Dott.Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)

Nel 1999, Hazzard, Autorevole Geriatra  Americano, alla domanda “chi è il tipico paziente geriatrico” rispondeva: <Pensa al più anziano, al più malato, al più complicato ed al più fragile dei tuoi pazienti…affetto di solito da malattie multiple, portatore di deficit funzionali. I suoi problemi di salute sono cronici, solo in parte reversibili…>.

L’anziano fragile è frequentemente disabile e spesso presenta  problematiche di tipo socio economico come solitudine e povertà. Generalmente le sue patologie, interagendo tra di loro, si presentano in maniera atipica, rendendo difficile una diagnosi precisa; frequenti risultano pure le complicanze a cui va soggetto come malnutrizione, disidratazione, confusione mentale, reazioni da farmaci, infezioni; a volte le complicanze sono anche chirurgiche. Tali situazioni portano spesso alla perdità dell’autosufficienza con conseguente  istituzionalizzazione e, talora, può intervenire anche il decesso.

L’invecchiamento della popolazione, caratterizzato in particolare dall’aumento degli  ultraottantenni (grandi vecchi) comporta un aumento significativo di soggetti  affetti dalla cosidetta sindrome clinica da fragilità. La conoscenza scientifica geriatrica ha sviluppato, nell’ultimo ventennio, una particolare modalità di approccio all’anziano fragile rappresentata dalla  valutazione multidimensionale geriatrica e da un modello di assistenza continuativa che consente il proseguimento delle cure dall’Ospedale al Territorio.Tali modalità di intervento  si sono dimostrate in grado di ridurre il numero dei ricoveri nei reparti di degenza Ospedaliera con conseguente riduzione dei costi sanitari, miglioramento della qualità della vita dei pazienti e sollievo per i familiari.

L’Unità di Valutazione Geriatrica (UVG) ha il compito di elaborare un piano di assistenza personalizzato, di individuare  le strutture e i servizi  più adeguati per il singolo paziente (Assistenza Domiciliare Integrata, Residenza Sanitaria Assistita, Medico di Medicina Generale, Ospedale per Acuti, Lungodegenza Geriatrica Riabilitativa, Day Hospital, Centro Diurno, Servizi Sociali, etc), di verificare periodicamente l’efficacia degli interventi  e se necessario di modificarli. Tutti i servizi e le strutture della rete devono essere in collegamento. Il modello della continuità assistenziale  proposto per l’anziano fragile può fornire risposte continue, globali e modificabili nel tempo. Qualitativamente adeguato ai bisogni, si è dimostrato economicamente vantaggioso in quanto riduce il ricorso all’ospedalizzazione del paziente, a volte impropria, e può risolvere il problema delle dimissioni difficili e dei ricoveri ripetuti con conseguente riduzione dei costi dell’assistenza ospedaliera, che più di ogni altra voce incide sulla spesa sanitaria.

Le conoscenze Scientifiche Geriatriche sull’anziano fragile  hanno consentito di sperimentare idonei  modelli di cura grazie anche alla specifica formazione Gerontologico Geriatrica degli operatori dell’Unità Valutativa Geriatrica.

Sempre sull’anziano fragile Hazzard più di recente ha scritto “… un uomo, o più spesso una donna, che vive sul  filo del rasoio, in bilico tra il mantenimento della propria indipendenza e il rischio di una tragica cascata di eventi patologici, disabilità e complicanze, che troppo spesso si dimostrano irreversibili, rappresentando i più complessi problemi che i medici e tutte le figure professionali sanitarie si trovano a dover affrontare…”

Prevenzione dell’Osteoporosi nelle pazienti operate di tumore del seno

Prevenzione dell’Osteoporosi  nelle pazienti  operate di tumore del seno

A cura di: Dott. Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi – Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

Il tumore della mammella è una delle più comuni malattie tumorali della donna, ma, fortunatamente, la mortalità per questa  malattia  è diminuita drasticamente negli ultimi anni per la possibilità di una diagnosi precoce e la maggiore efficacia del trattamento terapeutico. Una caratteristica peculiare di questo tumore è la sua sensibilità agli ormoni sessuali femminili. Pertanto, oltre a interventi terapeutici  come la chemioterapia e la radioterapia sono state introdotte terapie con farmaci che determinano la  riduzione della secrezione di tali ormoni o della loro attività. Tra i farmaci più usati nel trattamento del tumore mammario si riconosce il Tamoxifene, sviluppato negli anni ‘70 e che è stato il farmaco di prima scelta per almeno i 20 anni successivi; più recentemente, sono entrati nella pratica clinica anche gli inibitori dell’aromatasi.

In questa trattazione, non ci addentriamo nella indicazione clinica sulla scelta di un farmaco rispetto all’altro, che spetta ovviamente all’Oncologo, ma ci limiteremo esclusivamente a considerazioni legate agli effetti collaterali di questi farmaci nei confronti dell’Osteoporosi. E’ da rilevare che, mentre gli inibitori dell’aromatasi aumentano il rischio di Osteoporosi, il Tamoxifene  sembra addirittura  ridurlo. Quest’ ultimo farnaco ha un’azione antiestrogenica selettiva, agendo, in questa, soprattutto a livello mammario più che a livello osseo.

L’Osteoporosi, come è noto, è una malattia in cui vi è  riduzione della densità minerale ossea (BMD) che determina una fragilità dello scheletro e un aumento del rischio di fratture con conseguenze, a volte, invalidanti  e con impatto notevole sulla qualità della vita. Malattia silente e insidiosa, spesso il sintomo del suo esordio è una frattura. L’incidenza delle fratture da fragilità ossea nelle donne sopravissute al tumore mammario  è  superiore a quella riscontrabile in donne sane.

Una strategia di prevenzione dell’Osteoporosi si rende, pertanto, necessaria  nelle donne affette da tumore mammario, soprattutto se assumono terapia con inibitori dell’ aromatasi  o hanno seguito altri interventi terapeutici, quali la chemioterapia o la  radioterapia. Altrettanta attenzione andrà riservata anche per queste pazienti alla individuazione degli altri fattori di rischio di Osteoporosi. La densità minerale ossea andrà monitorata almeno ogni 2 anni. Un trattamento  terapeutico si renderà necessario, soprattutto, nelle pazienti con una perdita annuale della densità minerale ossea del  5 % o più.

Grande successo per la Prevenzione della Osteoporosi In Casa di Cura Rizzola

Fa piacere evidenziare che l’annuncio della settimana si Prevenzione della Osteoporosi  che si svolge nella Casa di Cura Rizzola e condotto dallo specialista Dott Francescon ha avuto una risposta eccezionale.

In due giorni si sono esauriti i  posti a disposizione  e tutt’ora continuano ad arrivare telefonate per prenotare tale esame e i consigli  dati dallo specialista.

La gente ha capito l’importanza di tale esame che rientra nella Prevenzione di cui noi ci battiamo da tempo

Tutte le donne dopo i 40 -50 anni dovrebbe sottoporsi a tale esame e seguire i consigli dello specialista su eventuale dieta o terapia

Specialmente le donne in menopausa e le donne che sono state operate di isterectomia e di neoplasia mammaria, sia che siano in terapia ormonale o meno ma specialmente  quelle che assumono farmaci tipo Nolvadex, Femara o simili dopo intervento per neoplasia mammaria.

Prossimamente  il Dr Francescon sarà ospite della mia trasmissione ” Tre minuti per la tua salute” e lo intervisterò per avere in diretta consigli su tale patologia

Anche a San Donà presso la Casa di Cura Rizzola La Prevenzione della Osteoporosi con il Dott Francescon

Con grande piacere e soddisfazione annunciamo una iniziativa che porta lustro alla Città di San Donà e alla Casa di Cura Rizzola

Nella Casa di Cura Rizzola si è sempre tenuta in considerazione la Prevenzione con varia iniziative (melanoma, Neoplasia mammaria ecc ) e oggi anche per la osteoporosi

Il Dott. Francescon partecipa ad un progetto Nazionale sulla prevenzione dell’Osteoporosi

Il Dott. Francescon Alessandro, che conduce l’Ambulatorio di Osteoporosi della Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola , è stato invitato a dare la sua adesione a partecipare al progetto “Amico- Settimana Nazionale dei disturbi osteoarticolari” che vede coinvolti 100 Centri di Eccellenza di tutta Italia.

Il prestigioso Progetto, alla sua prima edizione, è stato promosso dalle più importanti Società Scientifiche Italiane. La SIOMMS,Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, la SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, la SIR, Società Italiana di Reumatologia, la ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici e la FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro hanno deciso di promuovere la “Settimana dei disturbi Osteoarticolari”, in programma , dall’8 al 12 ottobre 2012.

L’iniziativa prevede un indagine conoscitiva su un campione di medici e pazienti nella seconda settimana di Ottobre. In Centri specializzati distribuiti su tutto il territorio Nazionale si eseguiranno visite gratuite a favore dei cittadini che ne faranno richiesta, telefonando dal 1 ottobre 2012 al Numero Verde 800 122 793 (giorni feriali ore 9-18). Il paziente sarà informato sulle strutture più vicine alla sua residenza , che partecipano al Progetto e potrà, quindi, prenotare una visita gratuita fino ad esaurimento della disponibilità delle visite.

Nella Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, il Progetto sarà indirizzato alla Prevenzione dell’Osteoporosi, patologia sotto- diagnosticata, la cui diagnosi precoce, oggi possibile, consente di attuare adeguate norme di prevenzione e terapia.