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Si può dire “zingaro” a uno zingaro?

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Questo articolo che è una riflessione su un argomento attuale.
Al giorno di oggi se uno dice la razza, l’etnia, il colore , la nazionalità , la regione di un soggetto che delinque viene tacciato di razzismo. Razzismo è una altra cosa !
Se uno cita la razza, l’etnia, il colore, la nazionalità , la religione di un soggetto che compie un atto eroico o da elogiare mette solo in evidenza che tale persona è come tutti un ottimo soggetto
Spesso capita anche che se la persona che delinque è un italiano o peggio un veneto allora molti commentano ” avete visto che gli italiani sono o i veneti sono peggio degli altri ? ”

Questa riflessione del Prof Francesco Fontana , che oramai è di casa, fa riflettere e fa piacere vedere che si professa ancora di sx . Anche se sx e dx su sicurezza, salute , educazione dovrebbero andare assieme per il bene di tutti

Si può dire “zingaro” a uno zingaro?

Da persona che vuole continuare a definirsi di sinistra (giustizia sociale, pace, ambiente, liberalismo etico, regolamentazione dell’economia etc… sono gli ideali in cui credo e che sono abituato a ritenere nel DNA della sinistra), confesso però che in questa Italia del buonismo targato PD (e non solo) è sempre più difficile dirsi di sinistra.
Starò anche diventando vecchio, ma io questa ipocrisia buonista la sopporto sempre meno. Se mi danno l’orticaria le boutade sfasciste e talora pseudorazziste di tanti esponenti della Lega e delle destre nostrane (noto un allarmante rigurgito di rune, croci dalle forme bellicose, fasci più o meno stilizzati e braccia tese a celebrare nostalgici saluti…), mi danno il voltastomaco le esibizioni di dolci sentimenti e di pietismo para-angelico che molti esponenti della “mia” sinistra esibiscono ogni giorno quando parlano di determinate categorie della popolazione, come se si sentissero investiti d’una missione divina: la difesa del “povero dannato, emarginato, perseguitato, etc…”.
L’ultimo episodio che mi ha fatto trasalire è avvenuto nel corso di una trasmissione dedicata ai funerali in stile “padrino” del capo dei Casamonica a Roma.
Dopo avere ben spiegato tutti gli intrighi in cui questa famiglia, divenuta ricchissima grazie a traffici innominabili, è notoriamente coinvolta, con tanto di riferimenti a inchieste giudiziarie e di polizia, è arrivato il momento che non ti aspetti: un comune cittadino è stato chiamato a dire la sua e, ovviamente, non avendo le fette di salame davanti agli occhi, ha ripetuto le brutture note e stranote sul funerale, sulle attività dei Casamonica etc… Ma quando, con la spontaneità e l’onestà intellettuale della persona di popolo, questo signore ha detto più o meno (cito quanto ricordo) “tutti a Roma sanno chi sono quelli là, tutti sanno che sono mafiosi, zingari…” è stato bloccato in un evidente momento di imbarazzo dalla conduzione e invitato (anche qua cito come ricordo) a “non andare oltre…”, a “non dire cose che…”, e ancora “va bè adesso non…”, meglio limitarsi a “rispondere alle domande dell’intervistatore”, etc…
Insomma, per chi non lo avesse capito, l’imbarazzo e lo scandalo sono nati non appena questo signore si è permesso di dare degli “zingari” a una famiglia di zingari.
Siamo arrivati al punto tale che in Italia non si può neppure più dire a uno zingaro che è zingaro senza rischiar di passare per razzista.
Io non so se la famiglia Casamonica sia zingara (mi risulta di sì, ma non ne sono certo), e comunque per la mia apertura mentale essere “zingaro” non è certo un disonore, ci mancherebbe. Come non lo è essere cinese, argentino, svedese, veneto, marchigiano, spagnolo o mongolo. Proprio per questo credo debba essere lecito dire “zingaro” a chi lo è.
Forse qualcuno si è mai scandalizzato perchè sui media è stato definito “siciliano” Totò Riina? Oppure “romana” la banda della Magliana? Oppure “lombardo” Vallanzasca? Mi pare proprio di no. Ma quando si parla di “zingari”, per i buonisti italioti, evidentemente si entra in un campo minato. Dire “siciliano” a un siciliano non è razzismo (e ci mancherebbe che lo fosse!), dire “zingaro” a uno zingaro invece mette subito in allarme l’intellighenzia tanto progressista e “politicamente corretta” dei nostri media.
Ecco perchè dico, tristemente, che è sempre più difficile sentirsi di sinistra in Italia: perchè la nostra sinistra dominante si picca, non capisco bene per quali motivi (o meglio, la mia idea ce l’ho ma me la tengo per me), di continuare a prendere le difese di gruppi che probabilmente di essere difesi non hanno affatto bisogno, né lo chiedono. E lo fa in maniera così insopportabilmente suadente e ipocrita da mandarmi in bestia.
Purtroppo, il fatto che quando arrivano le roulotte (e le Mercedes…) degli “zingari” i furti nelle case subiscano impennate stratosferiche è cronaca, non fantasia. Il fatto che quando passano gli “zingari” lascino spesso (non sempre) degli autentici porcili, con le prese d’acqua scassinate a buttare fuori ettolitri su ettolitri, è cronaca non fantasia. Il fatto che la scolarizzazione dei minori tra gli “zingari” sia chimera, mentre chiedere la carità e mettere e mani nelle tasche altrui viene insegnato fin dai primi anni ai bambini “zingari”, anche questa è cronaca e non fantasia. Ma la nostra sinistra (una buona parte almeno, quella con il sorrisino angelico e la lacrimuccia sempre pronta) si ostina a farsi in quattro, anche con argomentazioni pretestuose, per prendere le difese di queste persone. Le quali, lo ripeto, di essere difese magari neppure lo chiedono…; persone, gli zingari, che oltre tutto hanno ideali e modus vivendi assolutamente lontani dai valori della sinistra, infatti nei loro clan vige la più rigida gerarchia, il senso dell’autorità, il senso dell’onore, della forza, l’ostentazione quasi maniacale della ricchezza, un rispetto quanto meno discutibile per la donna, etc…, tutte cose ben poco di sinistra! Eppure i sinistri nostrani si ostinano a…
Perchè?
Ma… forse per fare dispetto ai vecchi rompiballe come il sottoscritto! Va bè, buttiamola sul ridere…