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Non è il momento di seminare dubbi: Riflessioni su ISIS, Islam, Hitler , Cattolici ecc

Il nostro Francesco Fontana ci manda dei ragionamenti, delle riflessioni al domani dei morti di Parigi ; riflessioni che ci devono far riflettere…come appunto è lo scopo delle riflessioni

isis

Non è il momento di seminare dubbi

Questo è uno di quei fondi che non avrei mai voluto scrivere, ma la situazione internazionale venuta a crearsi dopo gli attentati contro l’aereo russo e la città di Parigi impone qualche riflessione sulle condizioni in cui è ridotto il nostro mondo.
Davanti a fatti di questo tipo, dopo l’istintiva condanna, è lecito che possano venire alla mente dei dubbi, come tanti ne ho sentiti dire o almeno sussurrare in questi giorni, dubbi del tipo:
“Altre guerre fanno ogni giorno molti più morti di quelli di Parigi” oppure “Chi è pronto a farsi saltare per aria vuol dire che è davvero disperato” o ancora “Tutto ciò è il risultato della miopia dell’occidente e del suo benessere conquistato con lo sfruttamento di tante popolazioni”, per non dire delle osservazioni di persone come il prof. Veronesi o il deputato Di Battista (per la verità quest’ultima risalente al 2014, quindi molto prima dell’aereo russo e di Parigi) secondo cui “L’Isis va comunque capita e non è un tabu trattare anche con loro”.
Sì, è lecito che questi dubbi vengano alla mente perchè la realtà ha sempre molte sfaccettature, ma non è giustificato che questi dubbi vengano seminati in questo momento. No, la linea dev’essere una e una sola, facendo per qualche tempo violenza anche alla nostra libertà intellettuale. Insomma, intendo dire che io se fossi il prof. Veronesi avrei forse avuto gli stessi suoi dubbi ma non li avrei mai resi pubblici, almeno non ora.
Seminare dubbi in questo momento significa seminare indirettamente giustificazioni, dunque indebolire le risposte; e davanti a un attacco alla civiltà le risposte non possono essere indebolite, di qualunque natura siano (politica, etica, militare).
Non è questo il momento di fare la conta dei morti delle diverse guerre, sciagure, tragedie, e di paragonarle; no, non è il momento di ricordare che le lotte dell’Ira o dell’Eta hanno fatto molti più morti dell’Isis o che le guerre dello sciaguratissimo Bush jr (il peggior presidente della storia statunitense) oltre ad aver fatto un numero enorme di vittime innocenti ha forse scatenato proprio quella reazione di cui l’Isis è una malata ramificazione; non è il momento di dire che i 130 morti di Parigi e gli 80 dell’aereo russo “scompaiono” di fronte ai milioni di morti delle lotte tribali in Africa centrale e che per quei milioni di morti il mondo non si è mai mobilitato più di tanto.
Non è questo il momento di abbandonarsi a simili speculazioni, per quanto giuste possano essere. Il rischio infatti è di sottovalutare una minaccia mortale solo perchè in passato altri criminali hanno fatto molti morti in più! E’ un po’ lo stesso errore che fece l’Europa con Hitler il quale in fin dei conti, fino al 1933, non aveva ammazzato tante più persone rispetto a un Mussolini in Italia o a uno Stalin in Russia, e forse nemmeno rispetto a un’Inghilterra nelle sue guerre coloniali; e allora, si diceva, se non dobbiamo avere paura dell’Inghilterra, perchè mai dovremmo arrabattarci dietro un Hitler qualunque? I risultati si sono poi visti.
Purtroppo, se è scontato e verissimo che i morti hanno tutti la medesima dignità, e dunque sono e DEVONO ESSERE tutti uguali di fronte alla nostra coscienza, ci mancherebbe, non è però purtroppo vero che tutti i morti abbiano la stessa valenza di fronte alla Storia. Qualcuno potrà forse inorridire per questa mia affermazione, ma se usciamo dall’ipocrisia dobbiamo concludere che è così. Se un indiano ucciso dal colonialismo inglese ha la stessa dignità per la nostra coscienza rispetto a un tedesco ucciso dalle squadracce hitleriane a Weimar, non ha però la stessa valenza davanti alla Storia. Il primo era vittima della cupidigia capitalista e coloniale, egoista e avida ma disposta a saziarsi con quel lurido cibo chiamato “denaro”; e infatti si è saziata ben prima che Gandhi la sconfiggesse con l’arma della non-violenza, e non ha messo sotto scacco il mondo. Il secondo, il tedesco ucciso da Hitler, era invece un campanello d’allarme che suonava dicendo “io ammazzo questo oppositore perchè farò così con tutti quelli che mi si opporranno, tedeschi o no, fossero essi milioni o anche miliardi”: era un campanello d’allarme per tutto il mondo, creato dalla follia criminale e fanatica di un’ideologia ancora più deteriore rispetto al colonialismo, ideologia che infatti non ha placato la sua fame davanti a nulla se non davanti alla propria distruzione; e nessun Gandhi purtroppo ha battuto Hitler, solo il mondo coalizzato contro il nazismo ce l’ha fatta! E forse, se quella stessa coalizione si fosse creata qualche anno prima, sarebbero morte decine di milioni di persone in meno.
Ecco, io non vorrei che il mondo facesse oggi lo stesso errore: seminare dubbi (più che leciti) per giustificare l’inanità o rinviare le soluzioni.
Un morto ammazzato dall’Isis è un grido di fanatismo, follia, irrazionalità, odio e incapacità di sazirsi se non con la distruzione del “diverso”; e in nome di Dio, poi, ovvero di un Essere che per chi ha la fede ci ha creato (e dunque perchè dovrebbe volere la nostra distruzione?) oppure, per chi la fede non ce l’ha, neppure esiste; dunque in nome o del nostro Padre oppure del Nulla.
Per questo un morto dell’Isis davanti alla Storia ha più importanza, purtroppo, rispetto a un morto ammazzato dal coniuge geloso o da un rapinatore o da un mafioso. Davanti alla cosienza umana no, la valenza è la medesima; davanti alla Storia sì, la valenza è diversa.
L’Isis va quindi combattuta oggi, prima che faccia in tempo a emulare Hitler. E ciò va fatto senza seminare dubbi, ma seminando certezze! La certezza, ad esempio, che non esiste NESSUNA equazione ISIS=ISLAM. Sarebbe l’errore più grave, proprio quello che l’Isis vorrebbe.
Se l’Isis vuole creare un conflitto globale (ed esiziale) mettendo qualche miliardo di uomini contro qualche altro miliardo di uomini, la strada è proprio quella. No, il conflitto dev’essere tra tanti miliardi di uomini (cristiani, musulmani, buddisti, ebraici, induisti, atei, agnostici, etc…) razionali e qualche migliaio di pazzi furiosi auto-espropriatisi della loro stessa umanità! Questo dev’essere il conflitto, non quell’altro!
E poi non è così: la gran parte dei morti ammazzati dall’Isis è musulmana, e già questo dovrebbe dire tutto. E’ un dato di fatto poi che i terroristi islamici si finanziano spacciando droga e sfruttando la prosittuzione, ovvero comportandosi agli antipodi di come prescrive l’Islam. E allora? E’ l’Islam criminale o sono i terroristi (di qualsiasi matrice) criminali, vigliacchi e folli? E se davvero tutto l’Islam avesse gli stessi obiettivi dell’Isis, la civiltà dovrebbe essere finita ormai da un pezzo. Ecco perchè io rabbrividisco di sdegno e di paura quando leggo titoli di giornali (o sento “guru” politici) che affermano “Maledetto Islam” o cose del genere.
Il fanatismo fa breccia nelle menti deboli, e noi dobbiamo fortificare le menti: il manicheismo invece le menti le ha sempre spappolate!
Fa bene il Papa a dire che le porte della Chiesa per il giubileo rimarranno sempre aperte: è il modo migliore di sconfiggere il fanatismo, qualunque fanatismo. Non è il solo, ovviamente, ma è un modo asslutamente razionale e umano, molto umano, così umano che io, da non credente, definirei quasi… divino!