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Le piste ciclopedonabili

Riportiamo un articolo apparso sul Gazzettino del 23 ottobre 2005 come intervista a Madeyski a nome del Ponte

La Viabilità cittadina alla portata dell’uomo e non della macchina
Il Movimento di Opinione per la Città torna alla carica sulle piste ciclopedonabili.
Questo anno è stato reso noto che l’Italia si è guadagnata il triste primato per gli incidenti mortali in bicicletta. I dati sono forniti dalla Centauro-Asaps ( associazione sostenitori amici polizia stradale)
Il dato è importante in quanto si testimonia la differenza delle piste ciclabili e ciclopedonabili esistenti in Italia rispetto ad altri paese ( Vedi Olanda, Belgio; Germani, Austria) In questi paesi i ciclisti sono molti e nel complesso possono sentirsi sicuri.Nel nostro paese la situazione è differente e nel Sandonatese non sono tanti i percorsi in cui i cittadini possono sentirsi sicuri. Le piste a disposizione dei nostri ciclisti sono poche ma in modo particolare non sono sicure. I ciclisti sono costretti ad affrontare dei percorsi che spesso sono delle corse ad ostacoli tra divieti , tra stop , tra interruzioni, cassonetti, panelli pubblicitari e tra possibili persone che camminino all’interno.
Le piste ciclabili devono essere a portata di uomo con le loro precedenze , con le loro indicazioni con una sicurezza garantita in modo che il ciclista abbia i doveri del ciclista ma anche i diritti e il piacere di muoversi all’infuori della giungla della automobili dalla quale ha deciso di allontanarsi.
La pista ciclabile deve essere una alternativa all’andare in macchina.
E qui sta il punto che il nostro Movimento vuole mettere in luce a difesa del cittadino e della sua salute.
A San Donà si sono fatte delle cisti ciclopedonabili che non rispettano la sicurezza del cittadino. La nostra impressione è che siano spostate le biciclette nelle cosiddetta piste ciclopedonabili per non disturbare le macchine e non per garantire al cittadino di muoversi in sicurezza e in clima pià salubre.
Noi abbiamo assistito alla creazione di piste ciclopedonabile nel posto dove prima vi era un marciapiede. Così si è creato un problema ai pedoni che si vedono frammisti ai ciclisti che hanno movimenti ed esigenze diverse ma si è anche ristretta la strada per auto rendendo sconsigliabile ai ciclisti di andare lungo la strada che è diventata ancora più pericolosa.
Nei paesi del nord Europa dove nonostante il clima meno invitante, la cultura della bicicletta e’ molto più consolidata, le piste ciclabili e i percorsi pedonali sono ben distinti.
Da noi dove il tempo dovrebbe invitare ad usare la bicicletta le piste ciclopedonabili sono spesso di dimensioni quasi mai appropriate non fanno altro che mettere in opposizione due categorie, i ciclisti e i pedoni, che invece dovrebbero essere naturali alleati nella “lotta contro le auto”. Troppe volte i pedoni si arrabbiano con i ciclisti costretti a inopportuni slalom. D’altronde se non si può andare in bicicletta sui marciapiedi, lo stesso dovrebbe valere per le piste ciclopedonali. Queste per garantire i diritti dei pedoni e dei ciclisti e loro sicurezza devono essere o separate o con misure opportune. Ma vi è qualcosa che il nostro Movimento porta avanti e che trova alleato e partner nella Associazione Vivia La Bici: la cultura della salute del cittadino.
Secondo il nostro Movimento La Amministrazione Comunale che è ( per legge) la Responsabile della Salute del Cittadino ( La USL è quella che fornisce i servizi) dovrebbe adoperarsi per creare una cultura della salute cercando di divulgare in primis nei giovani ma anche tra gli adulti la convenienza per la salute di muoversi quando possibile a piedi e in bicicletta invece che in macchina. Se i cittadini avessero la possibilità di recarsi in sicurezza e piacevolmente in città e nei dintorni senza usare la machina non ci sarebbe bisogno di targhe alterne , di limitazioni al traffico e la smog diminuirebbe con buona pace della salute dei cittadini.
Abbiamo letto che San Donà ha superato al 2 ottobre per 122 volte la soglia di inquinamento consentita dalle norme europee e il limite di superamento è di 40 volte in un anno.
Quindi vi è necessità di fare qualcosa e questo qualcosa è quello di creare una cultura nella popolazione di vita sana. E vita sana significa andare in bicicletta o a piedi e non sempre in macchina.