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Il Punto sulla Sigaretta Elettronica. Fa male o fa bene ? Fa smettere di fumare ?

Oggi si parla molto di sigarette elettroniche.

Se ne parla molto

1)   perché è di moda

2)   perché rappresenta un business specie in periodo di crisi

3)   perché si può e si deve discutere se fanno bene o se fanno male

4)   perché le discussioni dette nascondono il problema e cioè se fanno smettere di fumare le sigarette tradizionali o meno o se ne fanno diminuire l’uso

 

Ho provato a leggere tutto quello che ho trovato sulle riviste e disponibile sul web e provo a dare il mio contributo personale sul vero problema che interessa la maggior parte delle persone che vogliono smettere di fumare

Sicuramente il pericolo principale e’ che le sigarette elettroniche non sono un monopolio di stato e non formano neanche parte delle grandi lobby del tabacco (soprattutto americane).

Al momento quindi lo stato non ci guadagna se la gente le fuma . Ma non si calcola mai la spesa che lo stato spende per il danno dal fumo di sigarette ( e dei suoi componenti )

Quello che tutti  dicono è che lo Stato ci perde se diminuiscono i fumatori. Non si dice mai che la spesa dello Stato per i danni diretti e indiretti dal fumo di tabacco superano quanto lo Stato incassa vendendo le sigarette stesse.

Io credo che questo giudizio dato dalle persone che fuggono dai dati reali sia pilotato dalle grandi lobby del tabacco che sono infiltrate un po’ dappertutto e che quindi hanno interesse a mantenere lo stato quo. Per loro è di gran lunga preferibile che la gente continui a fumare piuttosto di passare alla sigaretta elettronica. Io credo che se una delle grandi lobby del tabacco producesse delle sigarette elettroniche la situazione e giudizi potrebbero cambiare.

Detto questo dobbiamo anche considerare un fattore che però é ininfluente sul problema che noi ci poniamo e cioè se la sigaretta elettronica faccia bene o male al cittadino. Questo fattore è il fatto che  fumare la sigaretta elettronica è di moda e anzi possiamo dire che tra la fine dell’anno scorso e il principio di quest’anno è esplosa la moda della sigaretta elettronica. Voi vedete che i negozi che vendono solamente sigarette elettroniche e i loro componenti ricambi liquidi eccetera nascono quasi come funghi in tutte le città. La gente è attirata da questa novità e sperando di smettere di fumare senza fatica e quindi senza una vera volontà prova la sigaretta elettronica. Ma la prova senza sapere normalmente cosa prende che tipo di sigarette elettroniche esistono, che dosaggio di nicotina possono trovare., Che tipo di liquido e quindi di componenti possono utilizzare per riempire la sigaretta elettronica. La maggior parte vede questi negozi e quindi prova perché è un’emulazione dell’amico, del compagno che ha iniziato a fumare tale sigaretta elettronica e quindi è bello e ci si sente più importanti come quando si è iniziato fumare la sigaretta tradizionale; ci si sente più del gruppo a dire anche io ho iniziato a fumare la sigaretta elettronica. Questo problema se vogliamo dire di moda e non risponde alla domanda se fa bene o fa male salvo il fatto che proprio perché è di moda proprio perché la gente non sa cosa fuma può essere che la persona assuma o comperi una sigaretta elettronica non secondo leggi.

Il secondo punto anche questo è poco legato al fatto che a noi interessa e cioè se la sigaretta elettronica faccia bene o male più o meno rispetto alla sigaretta tradizionale. Parliamo del fatto che in questo momento la sigaretta elettronica rappresenta un business specie in un periodo di crisi e questo business dobbiamo considerare sotto due aspetti. Primo e fondamentalmente che è un business per chi apre un negozio dedicato solo a questo tipo di prodotto. Un po’ come negli anni 60 era di moda aprire il negozio in cui si trovava solo tabacco sia in Italia come all’estero e andava di moda entrare in una di questi locali e scegliere il tabacco scegliere la sigaretta o la pipa e  poter mostrare agli amici quello che si aveva che poteva essere diverso da quello che avevano gli altri amici le altre persone. Diventa un business di poter aprire un negozio che ha una potenzialità di vendita tenendo presente che vi è un momento di crisi che molti negozi chiudono e che molti negozi sono in difficoltà. Trovare qualcosa di nuovo da rendere o apparire attraente a tante persone rappresenta quindi un’uscita possibili dalla crisi ed ecco che diventa un motivo di lavoro fattibile e utile senza tanta fatica. Da punto di vista del soggetto che le acquista possiamo anche dire che anche questo sia un business nel senso che in Italia le sigarette costano poco rispetto agli altri paesi europei. Prezzi inferiori li troviamo solamente nei paesi dell’est anche nella comunità europea ma nei paesi intorno Svizzera Francia e Germania e non parliamo degli Stati del Nord Norvegia Finlandia Svezia in Inghilterra la sigaretta costa molto di più e il ricavato va utilizzato per i problemi sociali e per la sanità. In Italia le sigarette costano poco però un valore medio di un pacchetto si aggira sui 4,50 euro, il che rappresenta una spesa per tanti considerando che la media abbiamo visto anche in questi giorni è di circa 20 sigarette al giorno. Se un pacchetto da 20 viene fumato di media ci sono le persone che fumano saltuariamente e che fumano 5 o 6 sigarette al giorno ma  ci sono persone che fumano 40 sigarette al giorno. Nel complesso fra tutti i fumatori la media si aggira su un pacchetto da 20 sigarette al giorno quindi a fine mese il soggetto che fuma mediamente spende circa € 150 al mese. Ecco che se questo soggetto che si trova in difficoltà più o meno evidente da un punto di vista economico per la crisi riesce a fumare di meno quindi a consumare di meno e spendere di meno oppure a sostituire con una sigaretta elettronica che dopo la spesa iniziale ha un costo di mantenimento di molto minore ecco che diventa se vogliamo dire un business in tempo di crisi anche per l’acquirente. Ma questo problema non risolve e non ci dà una risposta al fatto se la sigaretta elettronica fa più o meno bene di quella tradizionale.

Ora quello che noi deve interessare è se ci sono studi sicuri scientifici sulle persone e prima ancora direttamente sugli animali per capire se l’inalazione del vapore della  sigaretta elettronica faccia  poi male anche all’uomo.

Secondo se i danni che possono venire dall’inalazione del vapore della sigaretta elettronica siano maggiori di quelle della sigaretta tradizionale. E questo è importante in quanto a parità di danno se un danno e 10 è un danno 1 è chiaro che sarà preferibile un danno di 1 rispetto al danno di 10. Non si può come si legge su riviste da nomi anche importanti della  scienza dire che la sigaretta elettronica ha dei componenti che fanno male all’organismo se questi componenti sono in minima parte e se il danno è un 10º del danno che si ha fumando una sigaretta tradizionale. Credo che sia evidente che  fra un danno di 10  e uno di 100 sarà sempre meglio avere il danno di 10 rispetto a quello  di 100. Però questo di solito non viene messo in evidenza. A noi quindi interessa che i componenti non facciano male o se fanno male facciano male in proporzione di molto minore rispetto al danno del fumo della sigaretta tradizionale. Secondo a noi interessa che il fumare la sigaretta elettronica conduca in tempi più o meno brevi in relazione al soggetto a una diminuzione dell’uso del tabacco e successivamente all’uso anche della sigaretta elettronica in modo da poter arrivare ad una persona libera di non fumare e che effettivamente non fumi né quella tradizionale né quella elettronica. Quindi dobbiamo studiare e vedere che studi ci dicono in percentuale quante persone che hanno iniziato a fumare la sigaretta elettronica smette di fumare quella tradizionale e quante persone in un secondo momento smettono anche di fumare quella elettronica.

C’interessa poi vedere effettivamente quali sono i componenti che la persona assume fumando la sigaretta elettronica, quale di questi componenti siano effettivamente sempre presenti e quali componenti sono più o meno variabili a secondo la marca della sigaretta elettronica. Ci interessa però anche sapere se questi componenti sono descritti visibili alla persona che compra la sigaretta elettronica e poi naturalmente ci interessa sapere se vengono eseguiti controlli per verificare se le sigarette hanno effettivamente il contenuto descritto sulla confezione.

Il professor Riccardo  Polosa  docente di Medicina Interna all’Università di Catania ed esperto internazionale per la terapia del tabagismo, ci parla di un lavoro che verrà pubblicato a fine giugno

«La sigaretta elettronica rappresenta un’alternativa sicura alle sigarette tradizionali. Si è dimostrata molto utile anche per i fumatori che non hanno intenzione di abbandonare il vizio. Col suo studio Sono stati reclutati fumatori accaniti che non avevano alcuna intenzione di smettere di fumare. A un anno dall’inizio dello studio, l’8,7 per cento ha abbandonato le sigarette tradizionali. Di questi, il 75 per cento ha addirittura abbandonato anche la sigaretta elettronica»

Noi vediamo spesso negozi improvvisati senza le autorizzazioni prescritte che vengono prodotti provenienti dalla Cina o altri paesi che non hanno le nostre regole e che quindi vendono sigarette elettroniche non conforme a quanto dichiarato e ai principi che devono rispettare. Si discute infatti di vendere le sigarette elettroniche solamente in farmacia in modo che sia il farmacista a consigliare con conoscenza al soggetto la sigaretta elettronica più utile alle sue esigenze, con la dose di nicotina presente e graduale diminuzione secondo il soggetto e che non abbia all’interno contenuti tossici o almeno che ne abbia in dose minima. È infatti più facile che i controlli avvengano in una farmacia  dato che i NAS normalmente controllano molto più frequentemente le farmacie e gli ospedali e le strutture sanitarie di altri venditori. Io credo che dare il permesso di vendere le sigarette elettroniche solo alle farmacie non sia però corretto in un libero mercato ma si possono vendere anche in altre strutture magari create per l’occasione e da una marca di sigarette elettroniche ma questo negozio deve rispettare tutte le regole relative alla sigaretta che vendono e cioè sapere indicare esattamente il contenuto di nicotina e di legno e di ogni altro componente della sigaretta elettronica che vendono.

Avere una marchiatura c’è avere una registrazione dal ministero della salute in modo che il soggetto sappia cosa compera e che gli venga anche consigliato con competenza quale sigaretta elettronica sia più utile per lui che vuole sostituire quella tradizionale o vuole eliminare quella tradizionale.

E veniamo adesso agli studi che dovrebbero dirci quali sono i componenti o gli elementi che la persona assume aspirando il fumo della sigaretta elettronica e quali di questi componenti sono dannosi alla salute . Dobbiamo però premettere che poiché la sigaretta elettronica è in commercio da poco tempo gli studi scientifici sono recenti e noi sappiamo che la validità di uno studio scientifico e dato da una validazione nel tempo e alcuni effetti collaterali e alcuni danni all’organismo possono essere messi in evidenza a distanza di 3/5/10 anni e noi non siamo ancora in grado di avere studi a distanza di tale quantità di anni. .

La risposta per questo motivo non è chiara. In tutto il mondo, insieme alle vendite di sigarette elettroniche, sta aumentando negli ultimi mesi anche il numero di studi e pubblicazioni che cercano dare una risposta ai quesiti  dell’utilizzo del nuovo strumento sull’uomo. Ma i rapporti degli esperti (sui quali aleggia pure il sospetto di complicità con aziende farmaceutiche) forniscono responsi assai discordanti

 

Uno degli studi a questo proposito  è stato promosso dal  Office francais de prevention du tabagisme ed è stato guidato dalla dottoressa Elizabeth Tamang, ricercatrice vicina alla Pfizer, la più grande società del mondo operante nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione di farmaci. Tale studio porta elementi che minimizzano gli effetti  della sigaretta elettronica e gli esperti  hanno dichiarato che non erano legati a nessuna industria farmaceutica per non avere conflitti di interesse. Bisogna però dire che ho il riferimento alla collaborazione con la Pfizer, nota produttrice farmaceutica non era stato menzionato.

Vero problema nasce anche dal fatto  che gli effetti sulla salute sono in tutti paesi poco studiati e non esiste  nessuna relazione che  offra risposte sulle conseguenze della nuova tecnologia nel lungo periodo come dicevamo nella premessa. Uno studio del 2011 pubblicato su una rivista di politica sanitaria affermava che le sigarette elettroniche comportano pochi o nessun rischio per la salute . Ma tutti li studi si concentrano prevalentemente sugli effetti sulla salute a breve e medio termine. Nessuna relazione offre risposte sulle conseguenze della nuova  tecnologica nel lungo periodo. Nel 2011, ad esempio, uno studio pubblicato su una rivista di politica sanitaria pubblica assicurava che le sigarette elettroniche comportano pochi o nessun rischio per la salute.

Ma un lavoro pubblicato negli Stati Uniti nel 2009 dalla Food and Drug Administration, invece, metteva in guardia dalla presenza di composti tossici. Vi sono poi altri esperti che affermano che vi possa essere una possibile riduzione della penetrazione di aria nei polmoni. Altri ancora hanno sottolineano i rischi per il cuore.

È interessante o curioso o forse utile sapere che in diversi paesi come la Turchia Brasile e l’Argentina Singapore è stato posto per legge uno stop alla vendita delle sigarette elettroniche. Questo però è un dato importante  anche da un punto di vista sociale in quanto questi paesi l’uso delle sigarette è molto diffuso e in aumento quindi potrebbe aver vinto la lobby del tabacco cercando di mettere uno stop alla vendita delle sigarette elettroniche proprio per paura che questi possono fare diminuire la vendita delle sigarette.

 

In Francia la relazione dell’ Office francais de prevention du tabagisme considera le sigarette elettroniche meno dannose delle tradizionali ma  era stata anticipata da uno studio dell’agenzia nazionale per la sicurezza dei farmaci che consigliava di non utilizzare lo strumento elettronico. Poche sono le certezze che si possono evidenziare da questi lavori citati o da altri in quanto solo di lavori parziali a breve e medio termine. Certamente non abbiamo certezze da vendere. L’Organizzazione mondiale della Sanità nel 2008 ha dichiarato che la sigaretta elettronica non può essere affatto considerata come una terapia per aiutare i fumatori a smettere.

Si parla molto nella inalazione di glicole propilenico, ma gli studi hanno dimostrato la non tossicità sui topi da laboratorio. In futuro sapremo di più dei possibili danni nell’organismo umano.

Noi dobbiamo cercare di tenere presente quindi le sostanze messe e contenute nelle  sigarette elettroniche anche se tale sostanze fanno meno male di quelle tradizionali e se possiamo o dobbiamo dire se sono degli strumenti che aiutano le persone affette da uso di tabacco a diminuirne l’uso o ad abbandonarlo del  tutto

Purtroppo come ho detto in premessa gli studi sono pochi  (più o meno 200) e essendo a breve termine non possono dare con sicurezza certezza

I ricercatori al momento si sono limitati ad analizzare cosa succede ai polmoni dei fumatori attraverso l’uso del nuovo apparecchio. Ma i ricercatori al momento non possono dire eventuali danni nel futuro  e non abbiamo dei dati statistici significativi sulla diminuzione dell’uso del tabacco tradizionale.

Anche se statisticamente come ci ha detto il professor Riccardo Popolosa con il suo studio dopo un anno circa il 9% ha abbandonato la sigaretta tradizionale e di questi 87% ha poi abbandonato anche quella elettronica è chiaro che sono dati parziali che devono essere presi con le pinze. Però sono anche dati di uno studio serio scientifico universitario elaborati da  un professore di nome e di fama scientifica riconosciuta.

La Food and Drug administration Usa, l’ente che sovrintende la diffusione di alimenti e medicinali nel Paese, ha analizzato nel 2009 i componenti presenti nelle cartucce delle sigarette elettroniche rivelando la presenza di nitrosammine, elementi cancerogeni già inclusi nelle sigarette “tradizionali”, anche se in una concentrazione minore.

Si deve riprendere in mano quello che ho detto all’inizio e cioè che ci sono componenti tossici presenti sia una che nell’altro tipo di sigaretta ma si deve anche dire che se le sigarette elettroniche presentano sostanze tossiche a concentrazione di gran lunga minore rispetto le sigarette tradizionali è chiaro che se uno deve scegliere deve scegliere quelle a contenuto di molto minore.

La Fda ha poi scoperto che nelle cartucce è presente il Glicol dietilenico, un elemente antigelo presente anche nell’olio dei freni. Parliamo di un composto classificato come veleno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed un’assunzione cospicua potrebbe causare problemi ai reni, disfunzioni nervose e problemi respiratori.

Anche di questo componente noi sappiamo che è un componente tossico però è anche vero che è presente in quantità minima e non  è stato dimostrato alcun danno evidente . Certamente se ci fossero studi a lungo tempo forse potremo dimostrare dei problemi ai reni e delle disfunzioni nervose e dei problemi respiratori ma sicuramente per l’uso normale che vi viene fatto e per l’uso che in prospettiva ( come dimostrato dallo studio del prof Popolosa che dovrebbe portare alla cessazione anche dell’uso di quella elettronica) tali danni non si dovrebbero riscontrare

Nel marzo del 2013 i ricercatori dell’università della California ha studiato il contenuto anche i vapori presenti nelle sigarette elettroniche rivelando particelle di vapore, ferro, alluminio e silcati oltre a nanoparticelle di stagno, cromo e nichel. I ricercatori hanno scoperto che la concentrazione di questi elementi sono pari a quelle presenti nelle sigarette tradizionali e che quindi anche le “elettroniche” possono facilitare l’insorgenza di malattie.

Per quanto riguarda questi componenti dai ricercatori dell’Università di California dobbiamo ricordare quello che abbiamo sempre detto che nel  fumo di sigaretta tradizionale ci sono più di 20.000 componenti e  questi in maggioranza sono tossici. Il fatto che ve ne siano alcuni anche nella sigaretta elettronica è evidente poiché quando noi portiamo ad alta temperatura la il tabacco e la sua combustione si producono sostanze  che possono essere tossici. Si tratta naturalmente sempre di tenere presente la quantità della concentrazione di tali elementi in una sigaretta tradizionale e in una sigaretta elettronica e anche qui poiché il calore della combustione del tabacco è maggiore di quello  del liquido contenuto da sigarette elettronico, noi dobbiamo dire che se è vero che ci sono le componenti tossiche è anche vero che  queste sono in quantità minore. Naturalmente deve sempre essere presa in considerazione una sigaretta elettronica certificata sia marchiata CEE e che ci sia un controllo del ministero della sanità per poter dire che quella sigaretta elettronica ha una quantità minima di sostanze tossiche e queste sostanze tossiche devono essere dichiarate nella confezione. Sarà poi il farmacista o chi lo vende consigliare il paziente quale sigaretta usare e quante usarne di queste sigarette. E’ altresì chiaro che non può essere venduta liberamente ai minori . La sigaretta elettronica è nata per essere un mezzo per diminuire o smettere di fumare e come tale deve rimanere : Le statistiche stesse  dicono  che chi fuma la sigaretta elettronica abbandona spesso quella tradizione e spesso poi anche quella  elettronica . Le statistiche evidentemente non sono date da grandi numeri ma in ogni caso non devono essere invece prese come abitudine a rimpiazzare un tipo di sigaretta con la sigaretta elettronica e per continuare poi con questa.

Alcuni studiosi e psicologi hanno cercato di  dimostrare che le sigarette elettroniche potrebbero coinvolgere numerosi adolescenti perché la pubblicità che  sta prendendo piede  specie per l’utilizzo da parte di attori celebri o sportivi  e possono portare un senso di emulazione nello stesso modo in cui la sigaretta tradizionale è stata usata in passato dalla pubblicità di imitazione . Si teme che questa pubblicità di imitazione possa coinvolgere anche la sigaretta elettronica e che quindi da uso di un mezzo per diminuirlo smettere di fumare possa essere un incentivo una moda di utilizzare un altro metodo di fumare.

Molti sostengono che la sigaretta elettronica possa essere pericolosa  come quella convenzionale e che l’uso non controllato rischi di vanificare una ricerca di un sistema che dovrebbe essere usata in maniera corretta per abituarsi a non sentire la mancanza della sigaretta tradizionale

 

Al momento se dove tirare una conclusione consiglio

Accertare che la sigaretta elettronica sia marchiata CEE e autorizzata dal Ministero della Salute

Accertare che siano specificate i componenti che si rinvengono nel liquido di ricambio

Accertarsi che il farmacista o il venditore conosca quale sigaretta elettronica faccia per voi

Si consiglia di passare gradualmente dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica e quando si è passati totalmente a quelle elettronica passare gradualmente ad una diminuzione anche di tale sigaretta.