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Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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DIFENDERE IL MUSEO DELLA BONIFICA PER DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’

Museo3
Il dott. Dino Casagrande riprende un tema di grande attualità nel nostro comune già ampiamente discusso dalla stampa e nel nostro sito stesso. Vengono analizzati alcuni aspetti caratteriali del Museo della Bonifica ponendo l’attenzione alla funzione didattica dello stesso. Viene ripercorsa la vita del Museo dal suo inizio evidenziando quando essa abbia influito nella storia culturale della città. Continua a leggere cliccando qui

INTERVISTA A DINO CASAGRANDE SULL’IPOTIZZATO TRASFERIMENTO DEL MUSEO DELLA BONIFICA IN CENTRO A SAN DONA’ NEL PALAZZO DEL MONUMENTO AI CADUTI

 

 

Museo3

 

 

INTERVISTA A DINO CASAGRANDE  SULL’IPOTIZZATO TRASFERIMENTO DEL MUSEO DELLA BONIFICA IN CENTRO A SAN DONA’ NEL PALAZZO DEL MONUMENTO AI CADUTI

L’annuncio dell’ipotizzato trasferimento del   Museo della bonifica in una sede in prossimità dell’area pedonale, ovvero al Monumento ai Caduti, ci dà modo di intervenire sulla questione.

Recentemente abbiamo saputo che è stato licenziato il personale (tutti gli operatori avevano la laurea in conservazione dei Beni culturali), e quindi poteva essere in fieri una decisione amministrativa di questa portata. Constatiamo, però, che si è persa una professionalità fatta da giovani laureati che si è costruita nel tempo e che consentiva di erogare anche i servizi accessori di cui il museo dispone, appositamente creati nel tempo con una visione di prospettiva futura.

Il museo, infatti, non è solo un centro espositivo, è un luogo di cultura, di ricerca, di approfondimento, di studio della storia della città e del suo territorio, così come i tantissimi lavori realizzati attraverso lo studio e la consultazione del prezioso materiale bibliografico, d’archivio, e degli stessi beni culturali che possiede, dimostrano.

Il museo è un primario centro di cultura, non è solo un contenitore, anzi non è questa la sua funzione primaria. Il museo è un luogo di conservazione delle memorie della città e del suo territorio perché possano giungere al futuro e possano essere conosciute dalle generazioni che si succederanno. Il museo guarda verso l’infinito. La biblioteca specializzata, che conta più di 11.000 volumi, è solo uno degli importantissimi beni che contiene, ma sono migliaia e migliaia i beni culturali che sono raccolti in quella struttura e che svolgono in modo costante la loro silenziosa ma efficace funzione.

L’ipotesi di trasferimento di una così nota e prestigiosa istituzione culturale cittadina, va conosciuta meglio e poi verificata nei dettagli, ma una prima possibile analisi da parte di chi la conosce essendo stato per trent’anni direttore di quella struttura, può essere fatta.

Abbiamo quindi sentito il dott. Dino Casagrande che è stato direttore del museo dal 1983 al 2013 e che ha contribuito in modo sostanziale a creare questa realtà, nota ed apprezzata ben oltre i confini della regione.

La prima cosa che ci sembra degna di essere evidenziata è che il museo nella nuova sede ora scelta non sarà più quello che conosciamo, ovvero non sarà più il “Museo della bonifica” che decine di migliaia di persone hanno visitato ed apprezzato. Per ovvie analisi quantitative delle superfici fisiche di cui dispone la struttura individuata ci sembra che la nuova sede possa valorizzare solo un sottoinsieme sia delle collezioni, sia dei servizi che l’attuale sede museale di Viale Primavera contiene ed eroga (oggi in forma ridotta a causa della carenza di personale).

Ci sembra che l’amministrazione comunale, autrice di questa scelta, si sia orientata verso una riduzione della struttura rispetto invece alle ampie possibilità che possiede l’istituzione nell’attuale sede dov’è collocata.

Domanda:

Abbiamo letto di questo progetto dai giornali. Abbiamo sentito alcune opinioni ma sembra che questo progetto non sia una novità. E’ corretto ?

Non è affatto una novità. Si sta sfruttando un vecchio progetto della precedente direzione, poi non realizzato per mancanza di risorse. Nel periodo in cui la proposta fu fatta probabilmente c’erano, oggi è molto dubbio che si possano trovare. Esiste agli atti comunali una relazione inviata all’Amministrazione Comunale più di 10 anni fa, che ipotizza il trasferimento di una parte delle collezioni museali proprio al Monumento ai Caduti, per la creazione di un museo dedicato alla città nel difficilissimo periodo della Grande Guerra e della successiva ricostruzione, ovvero le collezioni della Prima guerra mondiale e quelle relativa alla Seconda Guerra mondiale e alla lotta della Resistenza. Tra l’altro il Monumento ai Caduti porta le cicatrici dei danni subiti nel bombardamento aereo del 1944. Potevano trovare collocazione e una diversa valorizzazione l’archivio fotografico tematico, la collezione delle carte originali militari della Grande Guerra, l’Archivio Tombolan Fava (Proveniente dall’ex caserma dismessa) e così tutte le acquisizioni, le donazioni e le accessioni di materiali che furono incentivate, promosse o realizzate dalla precedente direzione negli ultimi trent’anni e che ora costituiscono un patrimonio molto vasto ed importante. Quella sede avrebbe potuto così contare su adeguati spazi che avrebbero consentito, anche con la ricostruzione di ambienti e di situazioni, spiegare in modo più esauriente e diretto di quanto non fosse stato possibile fare nella sede attuale, la vita nel periodo della Grande Guerra, la vita nella città prima della distruzione, i momenti dell’abbandono immediato, il dramma dei profughi, la vita dei soldati nelle trincee, temi ancor oggi di attualità drammatica in alcune aree del mondo. Le vite delle famiglie furono stravolte dalla totale distruzione. Il volto della città cambiò dopo il primo gravissimo evento bellico mondiale e la direzione aveva appunto ipotizzato l’opportunità di trovare un luogo in cui fosse evidenziata la trasformazione. Un museo tematico adatto anche al luogo stesso in quanto destinato a valorizzare questi aspetti storici, onorando i caduti, ma soprattutto come rimembranza dei sacrifici umani che tutte le guerre hanno comportato.

Domanda Uno dei problemi che è al centro delle discussioni riguarda lo spazio o gli spazi . La nuova sede avrebbe la capienza necessaria ?

Le difficoltà che potrà trovare la nuova sede ipotizzata sono soprattutto dovute alle dimensioni dell’immobile. Basta fare un semplice calcolo e si vede subito che manca la capienza. Poi non dispone di un ampio parcheggio nelle immediate vicinanze, è solo collocata vicino alla stazione degli autobus. Non è invece adatta a chi si muove in comitive. In definitiva gli spazi su cui potrà contare il futuro “piccolo” museo, non sono certo adatti ad una visione di prospettiva a lungo periodo e alle connesse alle potenzialità di sviluppo di un museo dedicato al territorio, che invece l’attuale sede già offre. Non sarà più così.

La cosa che salta maggiormente agli occhi, per una qualsiasi persona che abbia una minima conoscenza della vastità delle collezioni conservate nel Museo della bonifica,   è che la dimensione Monumento ai Caduti non potrà consentire l’ esposizione dei materiali e delle collezioni presenti nell’attuale museo, ma nemmeno che consenta la conservazione in luogo idoneo e protetto delle collezioni ora non esposte e dei materiali conservati nei depositi. Si dovrà fare una scelta, si dovranno ridurre le collezioni esposte e non si sa bene quale sarà la fine degli attuali depositi dei beni culturali del museo (in modo particolare quelli etnoantropologici, archivistici, il deposito di materiale archeologico), materiali che devono essere tutelati come previsto dalle leggi vigenti.

Chiunque abbia conoscenza degli aspetti scientifici che sovrintendono all’azione della curatela di un museo, soprattutto nel campo della museologia e della museografia, sa che i materiali, che costituiscono beni culturali da salvaguardare e da proteggere perché possano essere trasmessi al futuro, hanno necessità di spazi idonei non solo per essere valorizzati creando l’apposito contesto espositivo, ma anche spazi idonei per essere conservati, e molti di essi necessitano di continua manutenzione. Questo è il principale cruccio del conservatore e ora non è chiaro come si affronterà questo delicatissimo aspetto. Senza personale come si potrà, ma già adesso, garantire la conservazione dei beni culturali ?

La scelta dell’ubicazione, pertanto, si rivela enormemente riduttiva ed è potenzialmente generatrice una grave perdita per la città e in generale per il territorio. Territorio che il museo da quando è istituito ha valorizzato non solo con il continuo potenziamento della dotazione di beni culturali delle collezioni, molto spesso recuperati fortunosamente e con grandi difficoltà, ma anche con lo studio approfondito dei materiali, l’istituzione di fondamentali servizi come la biblioteca specializzata, l’archivio storico, l’archivio fotografico, le pubblicazioni scientifiche, l’organizzazione di un numero enorme di conferenze e di dibattiti sulla storia e le caratteristiche della nostra area, le visite guidate aperte alla cittadinanza, mostre e spettacoli che hanno avuto enorme risonanza e successo di pubblico. Il museo invece ha grandi potenzialità, è inserito nel masterplan regionale della Grande Guerra in previsione del centenario, oggi già in atto, come punto informativo e di accesso per tutta l’area del Piave.

 

Noi de “ Il Ponte” che ascoltiamo la gente ci poniamo una domanda semplice: perché il museo non può essere valorizzato lì dove è ?

Ci appare evidente che il museo, negli ultimi tempi, non abbia avuto dall’amministrazione quell’attenzione e quella cura che sarebbe stata necessaria per rilanciarlo, anche attraverso una importante azione promozionale, con la conseguenza che dalle stesse dichiarazioni dell’amministrazione è sceso il numero dei visitatori.

E’ mancato l’impulso che ci si aspettava dalla nuova amministrazione, mentre è invece mancato in generale l’interesse per quell’importante istituto. E’ forse per questo che ora si vuol giustificare la necessità di trasferimento nell’area centrale. In ogni caso mostre, conferenze organizzate negli ultimi tempi non hanno visto quella struttura essere usufruita e promossa.

Noi ci siamo chiesti perché non viene pubblicizzato specie nel periodo estivo. Anzi ci risulta leggendo il sito dal Museo che in luglio e agosto sia sostanzialmente chiuso.

Riportiamo a scaso di polemiche gli orari come messi nel sito ufficiale

ORARIO ESTIVO 2015

DAL 1 GIUGNO AL 13  SETTEMBRE

Lunedì 9.00 – 12.00

Da martedì a  venerdì 9.00-12.30 e 15.00-18.00

Sabato e domenica chiuso

CHIUSURA ESTIVA

DAL 13 AL 17 LUGLIO

DAL 10 AL 30 AGOSTO

E’ possibile ? Ma come fa un Museo ad avere questi orari ?

Crediamo che fare propaganda negli alberghi, nei campeggi porterebbe molti turisti. Vi sono le aziende per il turismo. Quanti turisti potrebbero venire a visitare il Museo se fossero portati a conoscenza dello stesso. Turisti al Museo significherebbe anche turisti nei ristoranti, a vedere la città a , a vedere i negozi ecc.

Domanda: qualcuno dice che un museo in centro è più accessibile . Dicono che si valorizza il centro; dicono che la zona pedonale ne guadagnerebbe. Come rispondere a questa affermazione?

Bisogna riprendere il buon senso e ragionare anche sui pregi indiscutibili dell’attuale sede: l’ampiezza e l’accessibilità.

1) L’ampiezza del museo. Ricordiamo che è ubicato in un edificio di pregio architettonico. La sua destinazione d’uso originaria, com’è noto era un convento di Clarisse, e si tratta di un progetto che fu visto e corretto da un grande architetto veneziano Carlo Scarpa, datato 1967; l’ edificio è firmato dagli autori con i nomi e la data impressa nel calcestruzzo: 1967. Appena istituito il museo ha visto fin da subito ridotte le sue potenzialità perché spezzato in due dalla collocazione, nell’ala nord, della sede della Polizia Stradale (che doveva essere solo temporanea). Tutto ciò ha stravolto le possibilità di ampliamento e le idee originarie di valorizzazione dei materiali, soprattutto la vasta collezione etnografica e non ha tenuto conto delle potenzialità, presto manifestate poco dopo la sua apertura, della collezione archeologica, sezione fortemente voluta dalla direzione. I ritrovamenti nel sito di Cittanova, che fu la prima sede della Repubblica di Venezia, sono preziosi. E sono ancora da recuperare dei beni importantissimi ritrovati negli scavi condotti dall’Università di Venezia a Cittanova. La pratica di recupero già avviata dalla precedente direzione con l’accordo della competente Soprintendenza Archeologica non si hanno notizie che sia stata più completata.

In prospettiva, la sede attualmente occupata dalla Polizia stradale, avrebbe dovuto, una volta liberata, ospitare in modo più adeguato alcuni servizi ed inoltre anche le collezioni d’arte e la storia dell’arte nel sandonatese, cosa che ora si vuol fare anche nella ipotizzata sede di Viale Libertà. Sarà un progetto irrealizzabile se non si riesce nemmeno a garantire l’attuale livello espositivo e di conservazione, non parliamo dei servizi.

Alcune note sull’edificio che ospita attualmente il museo: per ovviare alla carenza di spazi dovuta alla collocazione nell’ala nord della Polizia Stradale, si rese necessario, per conservare e valorizzare adeguatamente i materiali che negli anni (dal 1983, anno dell’apertura al pubblico) erano stati raccolti, progettare un ampliamento che fu realizzato e completato nel 1998 grazie ad un contributo della Comunità Europea di oltre 1.500.000.000 di lire di allora, concesso, per lo sviluppo turistico.

Interrompiamo il Dr Casagrande per una osservazione che nasce da colloqui con alcuni cittadini sul problema.: Ci viene detto che sarebbe da verificare per una questione etica l’utilizzo delle risorse a suo tempo richieste e concesse, se l’ipotizzato trasferimento del museo in altra sede possa conciliarsi con l’utilizzo di un finanziamento di scopo, ottenuto meno di venti anni fa, e con il conseguente impegno assunto con la Comunità Europea, di realizzare in quella sede un museo che fosse di riferimento per il territorio, fornendo, al temporaneo ospite o visitatore di queste aree una immagine delle principali caratteristiche antropiche, ambientali e storiche. Queste terre, un tempo paludose e caratterizzate da una forte quanto imprevedibile dinamica tra terra ed acqua, furono interessate da enormi lavori di trasformazione che diedero un assetto di abitabilità permanente e di sviluppo. Il grande bacino turistico che caratterizza oggi quest’area grazie a quella trasformazione produce ricchezza. Bene, quel finanziamento servì ad ampliare quell’edificio, ora è eticamente possibile utilizzarlo per qualcos’altro ? Per un’altra funzione ? Ci chiediamo anche allora se è ineccepibile dal punto di vista etico utilizzare delle risorse per uno scopo e poi invece dimenticarsene e cambiare tutto? Cosa si vuol fare di quella struttura ?

La Comunità Europea ha dato al comune un mare di soldi e poi ….dopo meno di vent’anni (ala nuova inaugurata nel 1998) si cambia idea….portando il museo in un luogo, illustre per quanto si voglia, ma che rivela una visione ristretta, limitata, non adatta alla dimensione della città e del suo territorio ma del piccolo centro di paese dove tutto deve ruotare intorno alla chiesa o al palazzo comunale !

Da quanto appare ora la città ha dei bilanci risicati tanto che si legge che è costretta ad aumentare le tasse ai cittadini e allora come portiamo a termine un progetto che per realizzarlo dovrà per forza andare verso investimenti di grande portata: c’è da rifare tutto nella sede ipotizzata, dagli impianti, ai mezzi per garantire l’accesso alle persone svantaggiate, agli arredi e tutto questo con una spesa certamente enorme e con dei tempi molto lunghi. Chi conosce la delicatezza delle operazioni non solo di ricollocazione di beni culturali, ma di spostamento di un intero museo può ben immaginare.

Torniamo alla domanda al Dr Casagrande:

Si dice che il Museo ora è decentrato , che è difficilmente raggiungibile. Che commenti può fare ?

2) L’accessibilità: la sede attuale del Museo della bonifica, non è affatto decentrata , se si pensa ad un visitatore esterno che vi acceda dalle zone turistiche, dall’estero o arrivi con i propri mezzi dalle città, province o regioni vicine. Dal centro cittadino si arriva con una breve corsa in bicicletta, utilizzando gli esistenti percorsi ciclabili.

Il museo attuale ha una viabilità di accesso assolutamente invidiabile, trovandosi immediatamente a ridosso di un’arteria di circonvallazione, è dotato di un ampio parcheggio, è immerso nel verde, con un giardino interno stupendo cha va valorizzato e maggiormente curato (purtroppo il giardino è spezzato in due dalla rete con i reticolati a protezione della caserma della Polizia Stradale). L’area verde ha tutte le caratteristiche e le potenzialità che potrebbero essere ben sviluppate e rese degne ad una struttura così importante ed affermata.

Domanda: Ma un museo del territorio ha proprio necessità di essere collocato in una sede che non da spazio e prospettive?

Il museo dovrebbe rimanere lì dov’è, almeno come Museo della bonifica. La sede ipotizzata potrà funzionare solo spezzando le collezioni e magari destinando la parte relativa alla bonifica ad altro luogo, distruggendo quindi l’unità di museo territoriale che è la caratteristica fondamentale che ora ha.

Museo decentrato ? Si pensi allora al museo di Altino, in mezzo alla campagna, o a quello di Torcello in mezzo ad un’isola della laguna, o a quello del Risorgimento di Vicenza uno dei più importanti in Italia per la storia della Prima guerra mondiale che è collocato in una villa su una collina sopra la città… ma anche all’estero…..caso del Deutsche Museum di Monaco di Baviera aggiungiamo noi interrompendo il Dr Casagrande

Infatti Il Deutsche Museum non è in centro a Monaco ma deve essere raggiunto con la Metro o con una bella camminata. Vi è parcheggio e ristorante all’interno ma diversi anche fuori. Certo Monaco non è San Donà e il Deutsche Museum non è il Museo della Bonifica ma fatte le debite proporzioni possiamo andare avanti con le nostre considerazioni

Ritorniamo ad un altro argomento e quindi domandiamo al Dr Casagrande : ci è stato detto che vi sono da anni giacenti dei progetti già pronti di sistemazione della sede attuale per il riammodernamento dell’edificio (dopo trent’anni è necessario farlo) per mettere a norma la struttura, ma cosa si è fatto per accedere ai finanziamenti che potevano essere disponibili ?

Casagrande: Erano progetti che prevedevano, oltre all’adeguamento normativo degli impianti, ad una differenziazione dei percorsi interni, anche la disponibilità di nuovi dispositivi di sorveglianza e un miglioramento dell’apparato espositivo, inoltre la dotazione di un impianto fotovoltaico che avrebbe ridotto i costi di esercizio e resa disponibile una quantità di energia necessaria per la climatizzazione, aspetto fondamentale in una struttura, soprattutto l’ala nuova, che nella fase progettazione non ha avuto la necessaria attenzione agli aspetti scientifici di conservazione, importanti per garantire nel tempo la sopravvivenza dei materiali più deperibili (soprattutto il legno e i tessuti), caratterizzanti i beni culturali etnoantropologici.

Considerazione che ci vengono spontanee:Che fine hanno fatto quei progetti ? Perché non si sono ricercati i finanziamenti ?

Perché si ha una visione ristretta delle grandi potenzialità che invece ha l’attuale sede del museo ?

L’amarezza è proprio dovuta alla constatazione che manca secondo noi proprio una impronta di visione futura allargata ad uno sviluppo dello stesso come ci si aspetterebbe che avesse.

Non basta chiudere 98 metri di corso Silvio Trentin per dare l’idea di un centro che attrae. Secondo noi bisogna considerare

1)     Cosa è il Museo della Bonifica

2)     Cosa rappresenta per la Città

3)     Cosa potrebbe e dovrebbe rappresentare

4)     Sviluppo del Museo

5)     Immagine del Museo , inserita nella nostra Città

 

E qui ci fermiamo

Lasciamo ai lettori le considerazioni sui punti che abbiamo esposto

Il futuro del Museo e della Città si vedrà …..

 

 

 

 

 

Zona pedonale: non si improvvisa , non si prova. Cosa è ?

 

 

 

 

 

Cosa si intende per zona pedonale ?

Prendiamo una definizione semplice che troviamo sulla enciclopedia Wikipedia. Certamente non è una enciclopedia di prestigio ma vogliamo prendere una definizione popolare che è più semplice

L’isola pedonale è un’area urbana all’interno della quale viene vietata la circolazione dei mezzi, sia pubblici che privati.

La fruizione è riservata ai soli pedoni e alle biciclette, che possono essere escluse solo con segnaletica specifica (piuttosto rara).

Questa situazione favorisce il movimento dei pedoni e quindi è stata adottata nei centri storici di città grandi e piccole.

Altro vantaggio è costituito dal fatto che l’aria è meno inquinata e la soglia di rumore è più bassa per via della mancanza di traffico.

Per questo motivo in molte città del mondo si sta attuando la politica di incremento delle aree in cui vige il divieto di traffico, al duplice scopo di diminuire l’inquinamento atmosferico e di rendere più agevole la circolazione dei pedoni nelle aree a più alta densità commerciale.

Ho scelto due fotografie di due zone pedonali: Vienna e Cardiff

Potrete dire che ho scelto due città grandi . Certamente ma le ho scelte solo in quanto mi piacciono. Potevo scegliere Londra, Parigi, Madrid ma sono solo degli esempi.

Vedrete ora due piccole cittadine come San Donà di Piave

 

 

 

 

 

 

 

Queste sono immagine di piccole cittadine come San Donà. Se voi andate a Lione o Nancy che sono maggiori o a Rosenheim che è grande come San Donà vedrete cosa si intende  una zona pedonale.

La zona pedonale nasce con alcuni scopi

In primis non nasce per fare vendere i negozi del centro . I negozi venderanno di più se vi è una zona pedonale che nasca con altri scopi

La zona pedonale nasce per i cittadini, residenti e non residenti, turisti o semplici visitatori o fruitori dei servizi di una città

Non nasce per i negozi

La presenza dei negozi è un regalo che viene fatto ai cittadini che attraversano tale zona o che vanno in tale zona per i seguenti motivi: stare in pace, in ambiente salubre, in compagnia a svagarsi….nella città.

La zona pedonale nasce per offrire ai cittadini una zona meno inquinata e con minor danno acustico essendo vietato il traffico.

I cittadini che non possono andare lontano a respirare l’aria pulita devono avere una zona in cui possono respirare aria relativamente pulita. Ma in questa zona dove possono recarsi a passeggiare a passare qualche ora tranquilla deve esserci anche qualche cosa che faccia loro passare il tempo in maniera serena. E ecco allora che si deve creare un ambiente consono alla funzione per cui nasce la zona pedonale. Si devo mettere negozi i modo che la gente che passeggia possa guardare le vetrine e se vedono cose che interessano possano comperarle senza andare nei centri commerciali.

Se poi nella zona pedonale ci sono negozi che offrono merce che non si trova nei centri commerciali la gente entrerà e finirà per comperare anche merce che si trova nei centri commerciali magari a prezzi più convenienti

Il piccolo negozio non può competere con il prezzo dei centri commerciali per le quantità che comperano ma può competere  con la gentilezza, con la professionalità, con la ricerca di cose particolari con il “coccolare” le persone.

Il centro pedonale deve avere delle cose che attirino le persone. Certamente essendo una città ricostruita dopo la guerra non ci saranno cose storiche, non ci saranno monumenti, ma si può abbellire il centro come vediamo in alcune foto che ho messo sull’articolo.

Deve essere una zona dove le persone si ritrovano per passare qualche ora serenamente con la famiglia o con gli amici o con la ragazza o il ragazzo. Devono esserci dei posti di ritrovo al chiuso e all’aperto dove bere e mangiare qualcosa di diverso. Qualcosa che possa anche creare amicizia

 

 

 

 

 

 

Una zona pedonale così come fa ad attirare le persone, le famiglie, i ragazzi che passeggiano e cercano un pò di ombra, un ruscello, uno svago, una attrazione.   Se non ci sono attrazioni bisogna inventarsele, Bisogna costruirle, coinvolgendo i commercianti, i bar i ristoranti. Bisogna creare bar , ristoranti tipici che non siano i soliti ma che facciano curiosità

La gente ha bisogno di ritrovarsi assieme , di divertirsi, di riposare. I negozi sfrutteranno questa atmosfera.

Ma non si deve guardare solo all’estero ma anche in Italia abbiamo isole pedonali frequentate

Qui siamo a Cosenza. Certamente una città più grande di San Donà  ma una città più povera e con poche attrazioni, senza zone particolari ma con una zona pedonale che per il Sud rappresenta già qualcosa di buono

 

 

 

 

 

E qui vedete la zona pedonale di Montacatini. Certamente è una zona turistica ma  si è creato un passaggio che è una passeggiata. La gente cammina e se vede qualcosa che piace si ferma . Se vede un bar o un ristorante che attrae si ferma ed entra. Magari ci sono ventrine espongono prodotti tipici e invitano ad entrare

 

 

 

Qui potete v edere la Piazza il giorno 2 giugno quando si festeggia la Repubblica. In queste foto la Piazza doveva essere piena per il concerto della Banda

Ma le persone erano veramente poche

La prima foto la abbiamo scattata noi e la seconda la si trova nella pagina del Comune. Due prospettive che mostrano però la desolazione

Non possiamo dire che sia un Centro pedonale , una Piazza che inviti alle manifestazioni. E mai possibile che i suonatori suonino sotto il sole?. La gente faceva fatica a stare in quella Piazza desolata e piena di sole. Un ex Sindaco dopo 10 minuti si è alzato e se ne andato.

Ecco come allora bisogna pensare ad un Centro Pedonale. Un  centro che attiri la gente , che la faccia rimanere per qualche ora; che sia un piacer stare in tale centro

Ricordiamoci  che il Centro Pedonale, l’Isola pedonale è fatto per i cittadini e che loro devono avere il piacere di stare in tale centro. I negozi avranno poi i loro clienti perché i cittadini rimanendo lì saranno invogliati a frequentare i negozi attirati anche dalle curiosità . E i negozi parteciperanno ad attirare la gente con manifestazioni, con giochi , con offerte eccc.

Chiudo questo mio commento con altre due foto di posti a me cari e in modo particolare di Monaco di Baviera dove la gente , turisti o no , passeggiano tutto il giorno, riempiono i negozi, si fermano nelle birrerie e ogni birreria ha qualcosa di caratteristico e diverso dalle altre

 

 

 

 

 

 

 

 

E per ultimo ma non ultimo il problema dei parcheggi.

I parcheggi devo circondare l’isola pedonale e devono esserci indicazioni che facciano andare i cittadini sapendo che trovano i posti liberi ( devo essere segnati)

Le notizie sui giornali ma la verità è diversa ! La Sicurezza è dei Citattadini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi sono gli articolo apparsi sulle testate del nostro territorio

Ma sarà vero ?

E’ stato veramente il Comune che ha avuto l’idea di aderire al Protocollo Regionale ” Mille Occhi sulla Città” ?

Chi ha la memoria buona ricorderà quanto noi di San Donà+Sicura abbiamo sostenuto e proposti al Comune

Dopo IL Convegno sulla Sicurezza  noi siamo andati avanti e non vedendo risposte nell’Amministrazione abbiamo pensato come fare approvare la sinergia tra Guardie Giurate e Polizia Locale o Forze dell’Ordine

Ne è la prova un articolo provocatorio a firma di Fabrizio Cibin sul Gazzettino

 

E allora spieghiamo bene come sono andate le cose perché a leggere i giornali sembrerebbe che il Comune di sua iniziativa abbia proposto e aderito al Protocollo ” Mille Occhi sulla città” in cui Crede molto il Sindaco Andfrea Cereser !

 

San Donà+Sicura ora sta spopolando. Fino a ieri San Donà era una città in cui i cittadini non avevano speranza ma solo rassegnazione.

Questo per diversi problemi ma in modo particolare per la sicurezza.

Poi le cose sono cambiate

Tutto è iniziato con il Convegno sulla Sicurezza al Forte 48 organizzato da ” Il Ponte”  venerdì 7 marzo.

Subito a conclusione di tale convegno in cui presentai il video dei ladri che svaligiarono casa mia  scrissi su questo sito

”  l’idea di fare questo convegno è nata quando proprio il giorno in cui organizzammo il convegno sulla Sanità i ladri mi svaligiarono la casa. Ma poi si decise di farlo a marzo perchè fui colpito dal clamore dei cittadini intorno al caso di Alem Saidy, il ragazzo picchiato un mese fa.

Quando pubblicai l’articolo sulla sicurezza e sul pestaggio del ragazzo afgano su questo sito avemmo migliaia di lettori, anche 7000 in un giorno. Questo era un segnale che la gente aveva paura e che la microcriminalità era imperante anche a Sa Donà.

D’altra parte nessun segnale veniva dalla Amministrazione.

Quante volte abbiamo parlato elle piste ciclopedonali ? Quante volte il Consigliere Fingolo delal Lista Civica Noi per San Donà ha chiesto un cosiglio straordinario sulla sicurezza  o quante volte ha portato alla attenzione del consiglio con interrogazioni e con mozione sulla pericolosità delle pieste ciclopedonali ?

Dalla Amministrazione non è arrivato nessun passo

Io sono amico di Leo Oliviero. E’ un medico e lo sento spesso. Da un punto politico ci sentiamo. Non come esponente partitico ma politico.  Sulla sicurezza la pensa come me . Ma deve stare al governo e nemmeno lui che ha sempre tuonato nella passata amministrazione su come far funzionare  la legge ha fatto qualcosa

Non è lui l’Assessore alla Sicurezza ?

Non era lui a dovere intervenire ?

Non era lui dovere  fare un convegno pubblico  per dire cosa era bene fare e sentire i problemi e vedere assieme alle forze dell’ordine e assieme ai magistrati cosa si poteva fare  e cosa consigliare ai cittadini ?

Quante volte ho detto anche a Leo Oliviero che non costava tanto mettere uno specchio  all’angolo dell’Ospedale nella curva della Pista Ciclopedonale vicino al laboratorio analisi  dove sempre avvengano piccoli incidenti ?

Fatto qualche cosa ?

E allora se i politici non fanno nulla noi abbiamo cercato di fare qualcosa. ”

Ci siamo incontrati con Jesolo+Sicura nella persona di Nicola Manente e abbiamo trovato un accordo per una sinergia.  abbiamo aperto  una pagina simile alla loro con il Nome di San Donà+Sicura su FB

Il prossimo comandante della Polizia Municipale che dovrebbe unire Jesolo e San Donà si è detto disponibile a lavorare come a Jesolo controllando e mettendosi a disposizione in maniera pratica con tutti quelli che vogliono vivere in serenità e con il sorriso.

Bisognava vedere però se  la amministrazione ci dava  una mano

Bisogna capire che i cittadini si trovano in stato di necessità e devono anche capire che devono aiutare anche loro. E’ come per la Sanità. I tagli ci sono e sono importanti. E allora noi vediamo in aiuto cercando di facilitare il cittadino con prezzi possibili. Noi della Casa di Cura lo abbiamo già fatto con accordi con la Confesercenti e presto con la Confcommercio .

Lo stesso sarà con la Sicuerezza. I cittadino devono capire che lo Stato non ha soldi per tutto e un aiuto lo deve dare anche lui.

Eravamo stati contattati al Convegno dai Rangers, uno dei gruppo di sicurezza privati più grandi in Italia.

Abbiamo deciso di vedere se riuscivamo a fare sinergia non solo con I Rangers ma con tutte le forze delle pattuglie che girano di notte per la città e le frazioni

Io credo che alla fine tutto questo lavoro se trova la collaborazione dei cittadini e delle associazioni di categoria porterà i suoi frutti

E dopo aver fondato la pagina di San Donà+Sicura

Ci siamo riuniti nella pagina . Ci siamo dati 8 amministratori ed abbiamo cercato di vedere di trovare la adesione dei cittadini, la loro collaborazione e vedere come fare partecipare la Amministrazione.

Il 2 aprile abbiamo fondato la pagina intereattiva e già il giorno 8 aprile scrivevamo

Poi abbiamo smosso le acque e anche la Amministrazione se ne è accorta

In un articolo del Gazzettino di quel giorno  il Vicesindaco in sostanza dice quello che noi dicevamo da più di un mese ” Bisogna che i cittadini collaborino con le forse dell’ordine segnalando ogni problema di pericolo, ogni violenza, ogni abusivo eccc con segnalazioni in modo da ridurre questi fenomeni . E si riferiva ai mendicanti pericolosi o in ogni ai mendicanti che molestano.

Sostanzialmente quello che noi stiamo facendo e quello che i cittadini hanno cominciato a fare in questi giorni.

La collaborazione è iniziata e aumenterà

Se ne è accorta anche la Amministrazione che si deve porre uno stop ai pericoli, agli abusivi  ai mendicanti che opprimono gli anziani e i deboli e le donne con bambini

Ma la Amministrazione se ne accorgeva ma in pratica non si faceva nulla. Nemmeno uno specchio come promesso.

Presentammo la pagina alla televisione

E il successo aumentava

ma la Amministrazione taceva

Allora il giorno 5 maggio chiedemmo un appuntamento al Vicesindaco Leo Oliviero per portare le nostre proposte : Gentilmente venimmo ricevuti il giorno successivo martedì  6 maggio alle ore 13. Eravamo in 5 persone  e decise a dare le nostre richieste ed ad ottenere risposte

Fummo ascoltati e ci furono promesse.

Portammo a Leo Oliviero copia del Protocollo ” Mille Occhi sulla Città” che lui e la Amministrazione non conoscevano.  Un dirigente dei Rangers spiego il protocollo e il progetto che intendevamo portare avanti. Ci promise che lo avrebbe caldeggiato in Giunta. Ci promise che si poteva fare  e aderire e doveva verificare non conoscendo il Progetto.  Ci promise che il giorno successivo alle ore 14 ci saremmo trovati con il Vicecomandante Finotto e lui stesso all’Ospedale per vedere come mettere il tanto atteso specchio all’angolo. E così fu e ci venne detto che lo specchi ci sarebbe stato.

Venen deciso che ogni compagnia di guardie giurate private avrebbe partecipato ad un bando in cui le guardie giurate avrebbero fatto la guardia ai siti comunali a costo zero e che i cittadini avrebbero deciso o meno se aderire ad un servizio privato che sarebbe stato in collaborazione con le forze dell’ordine

Il lunedì successivo sentimmo Leo e ci disse che la giunta faceva difficoltà ad recepire il progetto. Noi eravamo decisi e decidemmo di fare una conferenza stampa per  esporre i progetti che avevamo chiesto alla Ammnistrazione.

Dopo poche ore il Vicesindaco ci telefonò dicendo che la Giunta aveva approvato e che il progetto andava avanti in tutto. Chiese di non dare la notizia alla stampa perchè era meglio darla assieme in una conferenza stampa in modo che la Amministrazione ne venisse furori bene come se il progetto fosse stato fatto assieme.

Noi accettammo  e non venen detto nulla alla stampa salvo notizie fra le righe sulla pagina in FB.

E poi è arrivato dato un comunicato stampa in cui si dice che la Amministrazione ha deciso, che la Amministrazione fa , che tutti assieme in giunta hanno deciso e che la Amministrazione continua a lavorare per la sicurezza dei cittadini, che il Sindaco Andrea Cereser crede molto in questo Protocollo  ecc…

E allora abbiamo voluto raccontare la verità la verità

SE non ci fossimo stati noi di San Donà+Sicura niente sarebbe stato fatto anche perché la Amministrazione per loro am missione non conosceva nemmeno il Protocollo !

Alla fine è stato un loro autogol  in quanto la gente ha capito che siamo stati noi a fare la proposta e ad avere la idea del progetto e questo fatto ha dato una grossa visibilità alla pagina di San Donà+Sicura ed ora siamo più forti.

Possiamo dire che ora nulla si fa se i cittadini e noi non siamo ascoltati !

E prossimamente ci saranno altre  novità. Andremo oltre sia nelle competenze delal collaborazione tra guardie giurate e Forze dell’Ordine e oltre nei limiti dei comuni attuali

Ne vedremo delle belle !

 

Una iniziativa targata ROTARY : Editoria veneta: tradizione e cultura del libro

Finalmente siamo arrivati  al momento tanto atteso

Ne avevamo parlato nei mesi scorsi e lo potete leggere alla pagina:

http://www.ilponte.ws/portale/?p=1196

Per spiegare di cosa si trattava questa iniziativa  vi ricordo quanto scrissi allora :

” Interessante iniziativa del Rotary Club di San Donà di Piave. Un Service Club che si sta distinguendo sempre di più  nel nostro territorio e per il nostro territorio

Questo premio sostenuto e sponsorizzato  dal Rotary Club  vuole r premiare le tesi più significative riguardanti la storia, la cultura, l’arte, l’economia, la gestione del territorio, la politica, la società e qualsiasi altro studio che riguardi il nostro territorio tra SILE e PIAVE. Il premio, riservato alle tesi SPECIALISTICHE vuole appunto premiare i laureati che si sono dedicati a studiare il nostro territorio e le sue caratteristiche. Credo sia un’idea originale che come club il Rotary ha voluto portare avanti, proprio per segnalare l’importanza che i giovani riservino alla terra nella quale vivono il loro interesse e l’attività del loro studio e della loro ricerca, scoprendo anche dei lati originali e, soprattutto, dei buoni motivi per restare a viverci anche in futuro e a non abbandonarla per altre vie del Mondo.

Il Rotary di San Donà si è sempre distinto  per evidenziare quanto di bello esiste nel nostro territorio valorizzando il territorio che è stato raccolto anche nel Museo della Bonifica  al quale ha dedicato circa  trent’anni della sua  vita come direttore del museo il Dr Casagrande , attuale Presidente del Rotary Club.

Credo che con questa iniziativa il Rotary Club contribuisca ancora a tenere viva la tradizione  e la cultura del nostro territorio

Infatti Il Rotary Club di San Donà di Piave, allo scopo di favorire gli studi sul territorio: la sua storia, la sua cultura, il suo sviluppo economico, ha istituito un premio annuale, per un periodo di tre anni, riservato esclusivamente alle tesi di laurea inedite che abbiano come ambito territoriale il territorio tra Sile e Piave (corrispondente al Mandamento di San Donà di Piave che comprende i comuni di: San Donà di Piave, Ceggia, Eraclea, Fossalta di Piave, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, Torre di Mosto e il comune di Cavallino-Tre Porti).

Per essere ammesse al concorso le tesi di laurea dovranno riguardare esclusivamente il territorio così come individuato al precedente capoverso e riferirsi ai seguenti ambiti scientifico-culturali: storia, cultura, arte, tradizioni, natura, ambiente segnato dal singolare rapporto tra terra ed acqua, economia, società.

Possono partecipare al concorso coloro che abbiano conseguito una laurea specialistica, magistrale o quinquennale presso una Università Italiana nel periodo 31 gennaio 2013 – 31 marzo 2014. Il bando viene pubblicato nel sito del Rotary http://www.rotarysandona.it/ , in vari siti istituzionali, comunicato alle università venete ed esposto negli appositi spazi frequentati da studenti. Per maggiori informazioni inviare una email al presidente: dino.casagrande@libero.it .

Il premio per il 2013-2014 dell’importo di Euro 1000 lordi, verrà assegnato alla tesi ritenuta migliore, a giudizio esclusivo della commissione “Progetti” del Rotary Club, presieduta dal socio Prof. Luigi Salvioni , integrata dal Presidente pro-tempore del Club e dal Segretario pro-tempore. La commissione valuterà le tesi presentate attenendosi ai seguenti criteri: chiarezza espositiva, rilevanza scientifica, interesse per il territorio.

Bene . Allora ora siamo arrivati al 30 giugno , il giorno della premiazione e della visione delle opere

 

Rotary Club Distretto 2060

Club di San Dona’ di Piave, Iesolo, Venezia  Noale dei Tempesta, Portogruaro

 COMUNICATO STAMPA

30 maggio Jesolo Sala di Rappresentanza del Palazzo Comunale  h. 15.30

 Convegno di studi

Editoria veneta: tradizione e cultura del libro

V E N E Z I A

Ca’ Corner della Ca’ Granda

Aula del Consiglio Provinciale h. 11.30

Cerimonia del conferimento del

Premio Eccellenza Editoria Veneziana

IMPRESSUM VENETIIS A.D.

per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e provincia

proclamazione dei vincitori e consegna dei premi

 

http://comitatovenezia.it/il-comitato/attività/premio-impressum-venetiis-ad

impressum@comitatovenezia.it

 

Dino Casagrande (Presidente Rotary Club di San Dona’ di Piave): Da Aldo a Neri Pozza

Vittoria de Buzzacarini (Novacharta Editrice.): Esperienze di promozione del restauro come conoscenza del libro

Marco Trevisan (Venipedia) – Maurizio Vittoria (Comitato Venezia), Le vetrina del libro veneziano in rete

Lucia Sardo (Fondazione G. Cini), Le Aldine della collezione di Vittorio Cini

Alessandro Scarsella (Università Ca’ Foscari Venezia): Recenti studi sul Polifilo

 

Introduce e coordina Davide Scalzotto (capocronista della redazione di Venezia de “Il Gazzettino”)

La consegna del Premio Eccellenza Editoria Veneziana IMPRESSUM VENETIIS A.D. per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e provincia, avrà luogo sabato 31 maggio presso il Palazzo della Provinca di Venezia

Nel corso della manifestazione saranno proclamati i vincitori dalla Presidente della Provincia di Venezia dott.ssa Francesca Zaccariotto.

 

Ca’ Corner della Ca’ Granda, h. 11.30

 

Editoria veneta: tradizione e cultura del libro

convegno di studi   Promosso da

Rotary Club Distretto 2060 – Club di San Dona’ di Piave, Iesolo, Noale dei Tempesta, Portogruaro
Comitato Venezia – Venipedia – Novacharta Editrice -  Saviamo un Codice – Regione del Veneto – Provincia di Venezia – Città di Jesolo

Motivazioni

Nella fase  di transizione in cui viviamo, l’esistenza culturale del libro e della stampa sono messe in crisi dalle nuove forme di comunicazione elettronica e digitale, diviene tanto più doveroso rivolgere attenzione ai prodotti editoriali che proseguono faticosamente lungo la scia di quella tradizione che a Venezia e nell’entroterra ha conosciuto momenti di assoluta eccellenza, da Aldo Manuzio, a Mardersteig, a Neri Pozza, a Novacharta. La promozione di un riconoscimento per il nuovo artigianato librario, intende (sulla scia di recenti posizioni teoriche, diffuse per esempio dal Futuro Artigiano di Stefano Micelli) proporre delle narrazioni di un genere del made in Italy particolarmente apprezzato e legittimato da radici storiche e da una vera “scuola”.

Pertanto, nella convinzione che la produzione libraria a stampa costituisca tuttora una forma di sperimentazione formativa e creativa che interagisce positivamente con i nuovi media e con la digitalizzazione, l’iniziativa

 

IMPRESSUM VENETIIS A.D.

Premio Eccellenza Editoria Veneziana

per editori, tipografi, studi grafici di Venezia e provincia

intende smuovere le acque e promuovere il libro e una cultura editoriale di qualità, premiando annualmente l’attività di artigiani e di imprese meritevoli di riconoscimento.

Al tal fine si inteso strutturare la prima edizione del premio in due sezioni:

  1. Premio di 2.500,00 Euro alla migliore edizione cartacea di qualità e di pregio, caratterizzata da originalità grafica e studio delle specifiche tecniche di impaginazione e progettazione di percorsi innovativi di comunicazione libraria.
  2. Premio di 2.000,00 Euro alla migliore collana cartacea, per i contenuti culturali e lo sforzo di continuità da essa rappresentato.

Il coinvolgimento nelle cerimonie di proclamazione premiazione di personalità del mondo editoriale e accademico, dell’economia e della ricerca, nonché esperti di storia del libro, dell’editoria e della grafica, dirigenti delle principali biblioteche venete, contrassegna la ricaduta positiva sul territorio consiste nella valorizzazione delle professionalità grafico-editoriali emergenti e innovative, e nella visibilità  del materiale

Sono previsti nel corso dell’anni eventi collaterali, tra i vari possibili nell’ambito della notevole interdisciplinarità della manifestazione, ed una estesa diffusione nel Web. Le opere vincitrici saranno promosse con incontri e presentazioni nel secondo semestre 2014 presso le sezioni dei Rotary Club che partecipano all’iniziativa e in altre sedi. I concorrenti dichiarati vincitori potranno inoltre stampare e utilizzare una fascetta di accompagnamento al volume con la dicitura: “Premio Eccellenza Editoria Veneziana 2014”. I due segnalati potranno analogamente utilizzare una fascetta di accompagnamento al volume con la dicitura: “Segnalato Premio Eccellenza Editoria Veneziana 2014”.

La partecipazione a entrambe le  sezioni del Premio è stata aperta gratuitamente a Case editrici, Stabilimenti tipografici, Studi grafico-editoriali residenti a Venezia e nella Provincia di Venezia.

Si ringrano coloro che hanno aderito:

1. Giovanni Keller Gambier&Keller editori

2. Giovanni Distefano supernova edizioni srl

3. Pierpaolo Pregnolato / Damocle Edizioni

4. oreste giacomo vistosi clony sas

5. LA TOLETTA EDIZIONI LT2 SRL

6. Michele Toniolo Amos Edizioni di Toniolo Michele

7. HELVETIA EDITRICE DI SPAGNOL DANIELA

8. ATENEO VENETO, Istituto di Scienze, Lettere e Arti Onlus

9. MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI JESOLO

10. Marina Zanazzo Corte del fontego editore di Marina Zanazzo

11. Marcianum Press

12. Corbo e Fiore Editori GIOVANNI MARIA FIORE EDITORE D’ARTE S.n.c.

13. CAFOSCARINA LIBRERIA EDITRICE CAFOSCARINA srl

14. Lorenza Stroppa Ediciclo Editore Srl

15. Paolo Vignando Compset snc

16. Editions du Dromadaire Editions du Dromadaire di Faval Florence

17. ANN RAYMOND STORTI EDIZIONI S.R.L

18. Claudio Cinti/Sinopia onlus

19. Silvano Gasparini Centro Internazionale della Grafica

L’aver localizzato in Venezia e Provincia il progetto, ha inteso focalizzare l’attenzione su un territorio fortemente attivo e innovativo nell’ambito della comunicazione e nella produzione di servizi culturali, consentendo altresì di ottimizzare le risorse messe a disposizione a titolo volontario dai promoter, che sono:

Dino Casagrande, già direttore di museo e coordinatore di attività culturali per la Regione del Veneto; bibliofilo ed esperto di collezionismo.  Presidente del Rotary Club di San Donà di Piave.

Alessandro Scarsella, docente universitario, storico della letteratura, del libro e dell’editoria; bibliofilo ed esperto di collezionismo di libri d’artista.

Marco Trevisan, imprenditore, creatore del portale Venipedia.

Maurizio Vittoria, già editore, quindi bibliotecario alla Marciana, ora Presidente del Comitato Venezia.

Si ringrazia altresì del sostegno e della partecipazione all’iniziativa:

Vittoria de Buzzaccarini, esperta di collezionismo, direttrice editoriale di Novacharta (Padova).

Per ulteriori informazioni  http://comitatovenezia.it/il-comitato/attività/premio-impressum-venetiis-ad

impressum@comitatovenezia.it

Il premio ha avuto il contributo del Distretto Rotary 2060, il supporto dell’Amministrazione Provinciale di Venezia e il patrocinio della Regione del Veneto e della Città di Jesolo.

 

 

Vittoria: San Donà+Sicura propone e l’Amministrazione delibera !

San Donà+Sicura sta spopolando. Fino a ieri San Donà era una città in cui i cittadini non avevano speranza ma solo rassegnazione.

Questo per diversi problemi ma in modo particolare per la sicurezza.

Poi le cose sono cambiate

Tutto è iniziato con il Convegno sulla Sicurezza al Forte 48 organizzato da ” Il Ponte”  venerdì 7 marzo.

Subito a conclusione di tale convegno in cui presentai il video dei ladri che svaligiarono casa mia  scrissi su questo sito

”  l’idea di fare questo convegno è nata quando proprio il giorno in cui organizzammo il convegno sulla Sanità i ladri mi svaligiarono la casa. Ma poi si decise di farlo a marzo perchè fui colpito dal clamore dei cittadini intorno al caso di Alem Saidy, il ragazzo picchiato un mese fa.

Quando pubblicai l’articolo sulla sicurezza e sul pestaggio del ragazzo afgano su questo sito avemmo migliaia di lettori, anche 7000 in un giorno. Questo era un segnale che la gente aveva paura e che la microcriminalità era imperante anche a Sa Donà.

D’altra parte nessun segnale veniva dalla Amministrazione.

Quante volte abbiamo parlato elle piste ciclopedonali ? Quante volte il Consigliere Fingolo delal Lista Civica Noi per San Donà ha chiesto un cosiglio straordinario sulla sicurezza  o quante volte ha portato alla attenzione del consiglio con interrogazioni e con mozione sulla pericolosità delle pieste ciclopedonali ?

Dalla Amministrazione non è arrivato nessun passo

Io sono amico di Leo Oliviero. E’ un medico e lo sento spesso. Da un punto politico ci sentiamo. Non come esponente partitico ma politico.  Sulla sicurezza la pensa come me . Ma deve stare al governo e nemmeno lui che ha sempre tuonato nella passata amministrazione su come far funzionare  la legge ha fatto qualcosa

Non è lui l’Assessore alla Sicurezza ?

Non era lui a dovere intervenire ?

Non era lui dovere  fare un convegno pubblico  per dire cosa era bene fare e sentire i problemi e vedere assieme alle forze dell’ordine e assieme ai magistrati cosa si poteva fare  e cosa consigliare ai cittadini ?

Quante volte ho detto anche a Leo Oliviero che non costava tanto mettere uno specchio  all’angolo dell’Ospedale nella curva della Pista Ciclopedonale vicino al laboratorio analisi  dove sempre avvengano piccoli incidenti ?

Fatto qualche cosa ?

E allora se i politici non fanno nulla noi abbiamo cercato di fare qualcosa. ”

 

 

 

Ma tutto rimase lettera morta
E allora avanti  !
E noi non ci siamo fermati ..e cosa abbiamo fatto ‘

E allora proviamo a fare qualcosa noi , Nel nostro piccolo e con le poche risorse ma con l’aiuto spero di molti

Ci siamo incontrati con Jesolo+Sicura nella persona di Nicola Manente e abbiamo trovato un accordo per una sinergia.  abbiamo aperto  una pagina simile alla loro con il Nome di San Donà+Sicura su FB

Il prossimo comandante della Polizia Municipale che dovrebbe unire Jesolo e San Donà si è detto disponibile a lavorare come a Jesolo controllando e mettendosi a disposizione in maniera pratica con tutti quelli che vogliono vivere in serenità e con il sorriso.

Bisognava vedere però se  la amministrazione ci dava  una mano

Bisogna capire che i cittadini si trovano in stato di necessità e devono anche capire che devono aiutare anche loro. E’ come per la Sanità. I tagli ci sono e sono importanti. E allora noi vediamo in aiuto cercando di facilitare il cittadino con prezzi possibili. Noi della Casa di Cura lo abbiamo già fatto con accordi con la Confesercenti e presto con la Confcommercio .

Lo stesso sarà con la Sicuerezza. I cittadino devono capire che lo Stato non ha soldi per tutto e un aiuto lo deve dare anche lui.

Eravamo stati contattati al Convegno dai Rangers, uno dei gruppo di sicurezza privati più grandi in Italia.

Abbiamo deciso di vedere se riuscivamo a fare sinergia non solo con I Rangers ma con tutte le forze delle pattuglie che girano di notte per la città e le frazioni

Io credo che alla fine tutto questo lavoro se trova la collaborazione dei cittadini e delle associazioni di categoria porterà i suoi frutti

E dopo aver fondato la pagina di San Donà+Sicura

Ci siamo riuniti nella pagina . Ci siamo dati 8 amministratori ed abbiamo cercato di vedere di trovare la adesione dei cittadini, la loro collaborazione e vedere come fare partecipare la Amministrazione.

Il 2 aprile abbiamo fondato la pagina intereattiva e già il giorno 8 aprile scrivevamo

 

“Siamo passati nelle ultime 24 ore da 170 ” mi piace” a 240 ” mi piace” e la lettura dei post che era ieri sera di 150 lettori per articolo, a questa ora di oggi siamo arrivati a 570 lettori di qualche articolo e certamente ora della fine giornata arriviamo a 600 visoni.

Si vede che la gente ha capito che bisogna informarsi e bisogna collaborare

Abbiamo smosso le acque e anche la Amministrazione se ne è accorta

In un articolo del Gazzettino di quel giorno  il Vicesindaco in sostanza dice quello che noi dicevamo da più di un mese ” Bisogna che i cittadini collaborino con le forse dell’ordine segnalando ogni problema di pericolo, ogni violenza, ogni abusivo eccc con segnalazioni in modo da ridurre questi fenomeni . E si riferiva ai mendicanti pericolosi o in ogni ai mendicanti che molestano.

Sostanzialmente quello che noi stiamo facendo e quello che i cittadini hanno cominciato a fare in questi giorni.

La collaborazione è iniziata e aumenterà

Se ne è accorta anche la Amministrazione che si deve porre uno stop ai pericoli, agli abusivi  ai mendicanti che opprimono gli anziani e i deboli e le donne con bambini

Ma la Amministrazione se ne accorgeva ma in pratica non si faceva nulla. Nemmeno uno specchio come promesso.

Presentammo la pagina alla teelvisione

E il successo aumentava

ma la Amministrazione taceva

Allora il giorno 5 maggio chiedemmo un appuntamento al Vicesindaco Leo Oliviero per portare le nostre proposte : Gentilmente venimmo ricevuti il giorno successivo martedì  6 maggio alle ore 13. Eravamo in 5 persone  e decise a dare le nostre richieste ed ad ottenere risposte

Fummo ascoltati e ci furono promesse.

Portammo a Leo Oliviero copia del Protocollo ” Mille Occhi sulla Città” che lui e la Amministrazione non conoscevano.  Un dirigente dei Rangers spiego il protocollo e il progetto che intendevamo portare avanti. Ci promise che lo avrebbe caldeggiato in Giunta. Ci promise che si poteva fare  e aderire e doveva verificare non conoscendo il Progetto.  Ci promise che il giorno successivo alle ore 14 ci saremmo trovati con il Vicecomandante Finotto e lui stesso all’Ospedale per vedere come mettere il tanto atteso specchio all’angolo. E così fu e ci venne detto che lo specchi ci sarebbe stato.

Venen deciso che ogni compagnia di guardie giurate private avrebbe partecipato ad un bando in cui le guardie giurate avrebbero fatto la guardia ai siti comunali a costo zero e che i cittadini avrebbero deciso o meno se aderire ad un servizio privato che sarebbe stato in collaborazione con le forze dell’ordine

Il lunedì successivo sentimmo Leo e ci disse che la giunta faceva difficoltà ad recepire il progetto. Noi eravamo decisi e decidemmo di fare una conferenza stampa per  esporre i progetti che avevamo chiesto alla Ammnistrazione.

Dopo poche ore il Vicesindaco ci telefonò dicendo che la Giunta aveva approvato e che il progetto andava avanti in tutto. Chiese di non dare la notizia alla stampa perchè era meglio darla assieme in una conferenza stampa in modo che la Amministrazione ne venisse furori bene come se il progetto fosse stato fatto assieme.

Noi accettammo  e non venen detto nulla alla stampa salvo notizie fra le righe sulla pagina in FB.

E oggi mi viene dato un comunicato stampa in cui si dice che la Amministrazione ha deciso, che la Amministrazione fa , che tutti assieme in giunta hanno deciso e che la Amministrazione continua a lavorare per la sicurezza dei cittadini.

E allora abbiamo voluto pubblicare il comunicato stampa e dire la verità

SE non ci fossimo stati noi di San Donà+Sicura niente sarebbe stato fatto anche perché la Amministrazione per loro am missione non conosceva nemmeno il Protocollo !

Alla fine è stato un loro autogol  in quanto la gente ha capito che siamo stati noi a fare la proposta e ad avere la idea del progetto e questo fatto ha dato una grossa visibilità alla pagina di San Donà+Sicura ed ora siamo più forti.

Possiamo dire che ora nulla si fa se i cittadini e noi non siamo ascoltati !

 

 

 

La Sicurezza è un diritto oltre che un dovere !

 

Quanto la sicurezza sia fondamentale , ancor che importante  o possiamo dedurre dalla vita che stiamo vivendo nella nostra città

Se vi ricordate qualche mese orsono quando pubblicammo l’articolo sul pestaggio al giovane afgano Alem Saidy

Ne parlammo come l’ennesimo di caos, di mancanza di sicurezza per i cittadini a San Donà di Piave

Oggi non come allora non parliamo dei furti nelle abitazioni che continuano come se nulla fosse nonostante le nostre segnalazioni .

Attualmente non abbiamo certezza di nulla e nemmeno della sicurezza personale

Oggi voglio segnalare un altro caso perchè colpisce tutti noi. Non perchè è una persona che ha sofferto in passato, non perchè si tratta di un uomo o di un giovane e non della donna di turno, ma perchè dimostra come la sicurezza è sempre meno presente. Se poi colpisce la sfera individuale e la intimità della nostra vita può colpire maggiormente

 

Allora voglio ricordare venne colpito un giovane in pieno centro e anche adesso l’episodio è successo in pieno centro

Era da solo sul marciapiede all’altezza del bar ‘Al teatro’ (Via Ancillotto) e si stava dirigendo verso la Chiesa.

Si è sentito battere sulla spalla, si è girato per vedere chi fosse ed è stato immediatamente colpito al volto e in testa da violenti pugni, tirati con l’utilizzo di un tirapugni di ferro.

Attorniato da tre (quattro?) persone, forse kosovare, si è divincolato e, benché ferito e sanguinante, ha tentato di rincorrere l’aggressore che si dirigeva verso l’edicola del piazzale delle corriere, senza capire da che parte poi si sia diretto. Si è sentito svenire ed ha chiamato i Carabinieri e qualcuno ha chiamato l’ambulanza, che lo ha portato al Pronto Soccorso prima dell’arrivo della volante.

Ha subito la frattura del setto nasale, un frattura allo zigomo ed una lesione all’occhio destro, la rottura di un dente. Operato in serata  con esito positivo è ora ricoverato in Ospedale.

Ora sorride ancora come ha imparato a sorridere vivendo nella nostra San Donà in mezzo a persone amiche e in una famiglia che lo vive come un figlio

Forse anche la ragazza rimasta colpita nel suo intimo riuscirà a dimenticare e a sorridere ma per adesso il ricordo le pesa molto

La ragazza di circa 22 anni ( noi la conosciamo ma riteniamo giusto rispettare l’anonimato come da lei e dalla famiglia chiesto proprio per la delicatezza del caso ) tornava  a casa dopo una serata tra amiche . La vicenda è accaduta  accaduta alcuni giorni fa in via Battisti a San Donà in un condomino centrale, vicino ad un noto bar che al momento era molto frequentato.Il racconto lo avevamo sentito la sera successiva dalla madre proprio mentre si stava facendo una riunione ristretta per la Sicurezza con il direttivo di San Donà + Sicura.La madre della giovane aveva raccontato l’episodio per dire quanto poca sicura fosse la nostra città e come il degrado oramai sia un fatto che colpisce tutti. Poi ha messo in rete l’episodio che è stato ripreso da San Donà +Sicura e da Venezia Today e anche dal Gazzettino. La madre ha deciso di dare voce all’episodio rendendolo pubblico per evitare per quanto possibile che si possa ripetere quanto accaduto . Noi volgiamo riportare l’articolo perchè tutti tengano gli occhi aperti e se possibile ancora più aperti visto che noi ci interessiamo di sicurezza . Pare che altre donne abbiano subito lo stesso tipo di episodio e il rendere pubblico l’episodio può aiutare altre donne  a denunciare, a non avere vergogna e ad uscire allo scoperto per cercare di individuare l’individuo se fosse sempre lo stesso o almeno per scoraggiare gli altri . Bisogna delineare i comportamenti e movimenti di queste persone che non osiamo chiamare cittadini in modo di prevenire.

Da quanto raccontato dalla madre e dalla ragazza che è riuscita a fornire anche ai carabinieri alcuni dati pur nel ricordo confuso dalla emozione del fatto il soggetto, maniaco, dovrebbe avere sui 25-30 anni, che era dentro l’androne del condominio che si apre con una fotocellula. La ragazza non aveva notato nulla in quanto il maniaco era nascosto all’interno e solo quando la ragazza ha estratto le chiavi di casa e ha aperto il portoncino d’ingresso del palazzo e si è diretta verso  l’ascensore si è trovata  a pochi metri di distanza di fronte l’uomo .  La ragazza non ha al momento pensato che fosse un estraneo che nulla centrava con il condominio e è rimasta ad aspettare che arrivasse l’ascensore e che si aprisse la porta. A questo punto l’uomo che aveva certamente calcolato i tempi e i modi si è avvicinato, si è tirato giù i pantaloni e ha iniziato a masturbarsi. La ragazza è rimasta scossa si è messa a correre nelle scale per raggiungere prima possibile la sua abitazione

Al sicuro nel suo appartamento è riuscita a raccontare il fatto ai suoi genitori che hanno avvisato i carabinieri.

Chiaramente il maniaco si era intanto dileguato  e la denuncia potrebbe risultare vana

Ma la denuncia e ora l’episodio raccontato su FB , su San Donà + Sicura, su Gazzettino, su Venezia Today  e sul nostro Sito smuoverà le acque..

La nostra città , mi scrisse al tempo dell’episodio di Alem Saidy, un  italiano che scrisse a “ Il Ponte” sembra New York ma senza il Bronx.

Ecco come viviamo

E questo fa parte del degrado che ci accerchia, che ci fa vivere con la paura , che non ci fa stare sereni e tranquilli.

Oramai non si gira più sicuri per la città, specialmente di sera. Quando si apre la porta di casa si ha paura di trovare la casa devastata dai ladri o di trovare i delinquenti ancora nella propria casa

L’altra sera ho fatto, dopo una segnalazione, un giro per la citta. La cità era deserta ma i bar erano pieni di gente , di giovani che bevevano e che fumavano.

Ecco cosa offre ora la nostra città : nulla. Ai giovani cosa si offre ?

E dopo ci lamentiamo se i giovani che non hanno nulla e forse non hanno nemmeno il lavoro, si rifugiano nel bere, nel fumo e nella droga.

Spesso mi vengono segnalati episodi di spaccio di droga e fra poco spero che la gente si abitui a segnalare sulla pagina di San Donà+Sicura e fra una o al massimo due settimane  si avrà una collaborazione costante con le forse dell’ordine.

Ma certamente una cosa che volgiamo  è che ci sia una collaborazione tra cittadini e le forse dell’Ordine e ci sia un sinergismo con le guardie giurate coma da protocollo “ mille occhi sulla città” firmato in Regione da molti paesi e città ma non da San Donà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

San Donà + Sicura: Un Successo de ” Il Ponte”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non ci aspettavamo una accoglienza così grande sulla pagina San Donà più Sicura

Mettiamo qui sotto i links per raggiungerla

Sandona + Sicura

https://www.facebook.com/Sandonasicura

San Donà+Sicura

Vediamo come PiaveTv ha presentato tale accoglienza

 

Raccontiamo una storia che sembra una favola

Due mesi fa abbiamo fatto un Convegno sulla Sicurezza. Bene. Ne hanno parlato in molti.

In quel convegno abbiamo dato un esempio di collaborazione tra i cittadini e i cittadini e tra i cittadini e le forze dell’ordine, tra i cittadini e la Amministrazione . In quel convegno infatti abbiamo reso pubblico il video die ladri in azione mentre entravano nella abitazione.

Non lo abbiamo certo fatto per prendere i ladri,; non lo abbiamo fatto certamente per recuperare la refurtiva.

Lo abbiamo per dare un esempio di coraggio, per dare un esempio che tutti devono collaborare. Lo abbiamo fatto per dare voce  a chi sostiene che i cittadini devono difendersi spesso da soli e che devono trovare tra di loro la forza di reagire e pensare a come difendersi nel caso che le istituzioni siano latitanti.

Successivamente  il 2 aprile noi del ” Il Ponte” abbiamo fondato la pagina ” San Donà+Sicura”

La pagina è stato un successo. I giornali se ne sono accorti come la stampa ma anche la televisione.

Il Gazzettino in primis e poi altri giornali e la televisione e non sola nostra PiaveTV ma anche altre hanno trasmesso e messo online il video dei ladri in azione. E molti , moltissimi lo hanno visto

E i cittadini hanno cominciato a capire che devono aiutarsi tra loro e molti si son fatti vivi sulla pagina web dando consigli e segnalando problemi. E’ stato un successo. Il vero successo è stata la collaborazione della gente

La stessa Amministrazione se ne occupata dicendo che avrebbe fatto qualcosa …e forse lo farà

Intanto il video ha dato i primi risultati concreti

Un cittadino mi ha telefonato dicendo che aveva riconosciuto uno dei due ladri ripresi dal filmato.

Ci ha dato una mano Jesolo+Sicura che è una pagina che lavora in collaborazione con la polizia municipale di Claudio Vanin ma anche con le altre forze dell’ordine

Ed è stato uno dei fondatori, Nicola Manente ad aiutarci a fare la pagina

Vediamo qui sotto la intervista che abbiamo fatto a lui per spiegarci come funziona tale pagina a Jesolo e come poi doveva funzionare a San Donà

 

 

E poi è stato un crescendo di partecipazione dei cittadini a tale pagina

Sono cresciuti i lettori e visitatori, sono cresciuti i numeri di ” mi piace” . Ma sono cresciuti in modo particolare le persone che segnalano problemi, cose che non funzionano, pericoli, discariche abusive, mendicanti molesti, zingari pericolosi e molto altro.

Oramai dopo meno di un mese la pagina è diventata inter reattiva .La gente segnala e noi controlliamo e segnaliamo alle forse dell’ordine. M;a spesso sono le persone che segnalano un pericolo o qualcosa che non va che poi telefona ai vigili o polizia municipale.

Abbiamo post che sono letti da 1500 persone e i commenti sono sempre utili.

Diciamo che non ci aspettavamo simili apprezzamenti.

Sono stati segnalati furti e pericoli di rapine

Sono state segnalate siringhe abbandonate nei parchi con pericolo specie dei bambini

Sono state segnalate discariche abusive

E’ stato segnalato il soliti problema die medicanti molesti che spesso si fanno accompagnare da bambini

Spesso sono stati avvisati i vigili

Ma per adesso la collaborazione con le forse dell’ordine scarseggia

La prossima mossa sarà quella di invitare i vigili e i carabinieri e le finanza a leggere la pagina e a vedere le segnalazioni.

Se hanno le segnalazioni , se leggono i post sui pericoli e se non intervengono allora vi è un problema che la Ammnistrazione deve risolvere

Per adesso la Amministrazione sembra assente

Ma fra breve faremo un incontro alcuni di noi e il Vicesindaco che è anche Assessore alla Sicurezza !

 

Riportiamo alcuni dei post più  visti e più commentati

 

Questo è il post piu visto in assoluto e più commentato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo è come la stampa ha annunciato la nostra nascita

 

 

 

 

 

 

 

 

 Questi sono post molto commentati e per questi sono stati avvisati i vigili cittadini

 

 

 

 

 

 

Questi sono post sulla sicurezza stradale ma non hanno avuto riscontro dalal amministrazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi sono alcuni ma dimostrano la attività dei cittadini per una maggiore sicurezza

E noi andiamo avanti !

 

Il Video dei ladri e la Pagina San Donà +Sicura: e ora vediamo le forze dell’Ordine !

 

 

 

 

 

 

 

 

Due mesi fa abbiamo fatto un Convegno sulla Sicurezza. Bene. Ne hanno parlato in molti.

In quel convegno abbiamo dato un esempio di collaborazione tra i cittadini e i cittadini e tra i cittadini e le forze dell’ordine, tra i cittadini e la Amministrazione . In quel convegno infatti abbiamo reso pubblico il video die ladri in azione mentre entravano nella abitazione.

Non lo abbiamo certo fatto per prendere i ladri,; non lo abbiamo fatto certamente per recuperare la refurtiva.

Lo abbiamo per dare un esempio di coraggio, per dare un esempio che tutti devono collaborare. Lo abbiamo fatto per dare voce  a chi sostiene che i cittadini devono difendersi spesso da soli e che devono trovare tra di loro la forza di reagire e pensare a come difendersi nel caso che le istituzioni siano latitanti.

Avete letto ieri come la signora Lucia Camatta con altre 7 donne sia stata dal Vicesindaco in ottobre esponendo i problemi circa la sicurezza ed aveva avuto promesse ( ricordate che entro il 31 dicembre i vigili sarebbero stati armati). Avete letto come il 4 aprile la Lucia Camatta era stata ricevuta ancora dal Vicesindaco e aveva constatato che nulla era stato fatto.

Intanto il 2 aprile noi del ” Il Ponte” abbiamo fondato la pagina ” San Donà+Sicura”

La pagina è stato un successo. I giornali se ne sono accorti come la stampa ma anche la televisione.

Il Gazzettino in primis e poi altri giornali e la televisione e non sola nostra PiaveTV ma anche altre hanno trasmesso e messo online il video dei ladri in azione. E molti , moltissimi lo hanno visto

E i cittadini hanno cominciato a capire che devono aiutarsi tra loro e molti si son fatti vivi sulla pagina web dando consigli e segnalando problemi. E’ stato un successo. Il vero successo è stata la collaborazione della gente

La stessa Amministrazione se ne occupata dicendo che avrebbe fatto qualcosa …e forse lo farà

Intanto il video ha dato i primi risultati concreti

Un cittadino mi ha telefonato dicendo che aveva riconosciuto uno dei due ladri ripresi dal filmato.

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Ma non solo il cittadino di cui non faccio il nome si è recato ai Carabinieri per dire quello che sa. E cioè che il presunto ladro  è un albanese che frequenta determinati posti , come Via del Campanile e un bar del centro, quello in Via Eraclea, ha spiegato bene chi sono e dove hanno la residenza e dove hanno la domiciliazione. Tali soggetti sono già noti alle forze dell’ordine  per latri fatti.

Ora i Carabinieri sanno chi sono, in quanto sono schedati, hanno il filmato che io ho dato loro il giorno stesso del furto. Ora i carabinieri dovranno fare i confronti e vedere se sono loro . Certamente il problema risolve forse poco. I ladri potranno essere identificati, magari presi, magari ci sarà la denuncia, ma come abbiamo appreso durante il Convegno sulla Sicurezza dal Procuratore Delpino , dopo poche ore saranno liberi come sempre e potranno fare quello che vorranno.

Vediamo cosa succedde

Certamente un fatto importante è successo !

Un cittadino si è mosso ed ha avuto corraggio. Un cittadino ha collaborato, un cittadino aiuta un altro cittadino ma un cittadino aiuta gli altri: e questo è un dato positivo

Siamo sulla strada buona. Ora la parola ai Carabinieri, alla Amministrazione , all’Ass. alla sicurezza che poi è anche Vicesindaco Leo Oliviero.

Noi andremmo avanti !

 

 

 

San Donà +Sicura: I ladri gli rubano in casa: pubblica il filmato e fonda un’associazione

Non ne avevamo parlato per lasciare che le cose andassero avanti da sole e si potesse vedere come andavano nel passare dei giorni.

Ma oggi il Gazzettino online ha pubblicato il video e giorni fa vi era un articolo dedicato alla fondazione di San Donà +Sicura e poiché fa parte del progetto de ” Il Ponte” è giunto il momento di parlarne.

Il video è online e lo era da circa un mese . La pubblicazione sul Gazzettino ha visto raddoppiare le visoni nel giro di poche ore e i commenti sono stati favorevoli in quanto tutti hanno capito che il mettere il video online serviva a dare un esempio e a dare uno stimolo a tutti a collaborare con segnalazioni alle forse dell’ordine.

Sull’esempio di Jesolo + Sicura  abbiamo , noi de ” Il Ponte” , creato la pagina di San Donà +Sicura in collaborazione e con l’aiuto di Jesolo+Sicura e in particolare di uno dei suoi fondatori Nicola Manente.

Riporto qui il sunto dell’articolo scritto da Davide De Bortoli sul Gazzettino di alcuni giorni fa quando è stata creata la pagina sul WEB

 

- È stata creata  “San Donà + sicura”, pagina Facebook aperta alle segnalazioni di tutti i cittadini in tema di sicurezza. L’iniziativa è del movimento di opinione “Il Ponte” il cui presidente Paolo Madeyski nel marzo scorso ha promosso un convegno sulla sicurezza rendendo pubblico il video del furto subito nella propria casa.

 

Il nuovo spazio internet appena sorto ha raccolto subito l’adesione di molte persone e dopo questi giorni siamo a 170 persone. «Abbiamo avviato questo progetto per stimolare il senso civico della cittadinanza – conferma Madeyski- Lo scopo è consentire che le persone segnalino fatti, persone e situazioni sospette alle Forze dell’Ordine, in modo che queste possano verificare e intervenire nel modo opportuno».

 

Tutti possono segnalare problemi legati alla sicurezza di ogni tipo come tentativi di furto, mancanza di illuminazione, recinzioni o alberi pericolosi, accattonaggio, prostituzione. «Ad esempio nella zona di Centro Piave e Sme anche ieri ho notato venditori ambulanti troppo insistenti con anziani e donne sole – precisa Madeyski- in centro città le commesse e titolari dei negozi di recente hanno dichiarato di sentirsi poco sicure a causa di certe frequentazioni».

 

Sarà possibile anche indicare situazioni relative a rischi per la salute pubblica come la presenza di immondizie, sostanze inquinamenti o di dubbia provenienza. Ogni disagio che possa essere di pubblico interesse. La pagina del social network riporterà i recapiti telefonici di Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Locale, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia Provinciale e dell’azienda che cura la raccolta della nettezza urbana “Veritas”.

Il progetto nasce sull’esperienza di “Jesolo + sicura” creata nel maggio dello scorso anno da Dino Mogavero e Nicola Manente. «La nostra è un’azione di volontariato – spiega Manente- Non c’è da parte di chi segnala la volontà di sostituirsi alle Forze dell’Ordine, anzi il progetto è stata creata in accordo con le stesse». Gli iscritti a Jesolo sono 1020 e i cittadini interagiscono molto, in media sono circa 600 visualizzazioni ad ogni segnalazione.

 

Come vedete nell’articolo si dicono le finalità e si fa il paragone con Jesolo+Sicura.

Noi siamo contenti di come è stata accolta tale pagina. Certamente ci vogliono mesi per abituare la gente a frequentare la pagina e a fare le segnalazioni.

Come avete visto Jesolo+Sicura ha più di 1000 cittadini che la seguono ma direi che avere 170 persone che ci seguono dopo pochi giorni è un successo.

Se ogni post di Jesolo+Sicura viene visto da circa 600 persone possiamo vedere con soddisfazione che ogni post su San Donà +Sicura viene vista dalle 100 alle 150 persone

E questo vuole dire che il cittadino vuole la sicurezza.

Lo stesso video che messo on line da PiaveTV ha visto 1100 persone in un mese , dopo poche ore della messa on line sul Gazzettino le visoni si sono quasi raddoppiate e su Youtube sono arrivate a 2100 visioni e a queste si sommano quelle sul sito del gazzettino

Nel complesso noi de ” Il Ponte” abbiamo fatto un servizio alla Città e credo che i risultati si vedranno.

Già oggi sul Gazzettino è apparso un articolo sui medicanti violenti al Centro Piave come noi abbiamo segnalato. Certamente per adesso la Amministrazione non ha fatto nulla ma credo che andando avanti così qualche si muoverà anche  da noi. Se poi arriverà come se ne è parlato al Convegno sulla Sicurezza il Comandante Unico di Polizia Caludio Vanin le cose cambieranno e credo che si faranno passi avanti.