Consigliamo:
MP system s.r.l.    LaSalute.info

Welcome to www.ilponte.ws


"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
www.ilponte.ws

Tag Archive for ASL N 10

Il Dr Carlo Branezza e i problemi della ASL N.10 del Veneto Orientale

Dal primo gennaio del 2013 è arrivato il nuovo Direttore Generale nella nostra ASL al posto di Dr Paol0 Stocco.

Il nuovo Direttore  Generale è il Dr Carlo Branezza che per la prima volta si trova a dirigere una ASL come Direttore Generale.

Come il precedente viene dal sociale ed è stato Direttore di Case di Riposo.

Come abbiamo scritto a noi non interessa l’orientamento politico ma interessa che faccia il suo lavoro serenamente e che possa risolvere i tanti problemi che la nostra ASL presenta.

I problemi sono tanti e di non facile soluzione.

Un problema che secondo noi è urgente e prioritario è quello di risolvere la situazione di “stallo ” della Anatomia Patologica.

La Anatomia Patologia della Nostra ASL ha da sempre avuto la sede presso l’Ospedale di San Donà di Piave ed aveva una tradizione di medici che la rendevano al Top come referti ( qualità e servizio)

Tutti si ricordano il Prof Boccato che lasciò la nostra ASL solo per andare a dirigere il Servizio di Anatomia Patologica all’Università di Padova.

Successivamente il suo posto venne assunto dal Dr Sacchi , illustra Anatomo patologo , preveniente da Brescia e che ha dedicato una vita alla nostra popolazione. Il Dr Sacchi aveva come principale collaboratore il Dr Briani, allievo del Prof Boccato. Il DR Briani ci ha lasciato ai primi di dicembre ma aveva già deciso di andare in pensione e aveva firmato per il pensionamento. Pochi giorni prima di morire il Dr Briani mi aveva detto che aveva firmato per il pensionamento e che sarebbe venuto a collaborare in Casa di Cura e presso il Poliambulatorio di Caorle in quanto non aveva sopportato che la Anatomia Patologica venisse spostata da San Donà a Portogruaro. Lo stesso Dr Sacchi aveva già firmato il pensionamento scontento delle condizioni in cui si trovava il Reparto di Anatomia Patologiac. Di tali condizioni ci eravamo occupati anche noi e il nostro articolo era stato ripreso anche dalla stampa locale. Proprio di questi giorni è la notizia data dalla stampa che il Dr Sacchi ha chiesto una commissione di inchiesta perché sia valutata la situazione della Anatomia Patologica delle gravo carenze presenti.

Ma il problema si è accentuato con il pensionamento del Dr Sacchi e naturalmente con la perdita del Dr Briani in quanto nel Reparto sono rimaste le due dottoresse che naturalmente non possono fare in due il lavoro di una intera ASL.

L’amministrazione della ASL ha cercato di tamponare ed ha nominato un consulente che sarà presenta due giorni alla settimana a San Donà e il 15 di gennaio ci sarà il concorso per il posto vacante del Dr Briani.

Ma noi sappiamo che nel piano regionale L’Anatomia Patologica della nostra ASL farà capo all’Ospedale di Mestre,

La nostra ASL non avrà più il Primario ma solo un servizio che probabilmente sarà trasferito a Portogruaro.

Da questi ragionamenti voi potete vedere che risolvere il problema della Anatomia Patologica sia prioritario e come il Nuovo Direttore Generale dovrà subito cercare di risolvere il problema.

La popolazione si è accorta delle attese per avere un referto. Pensate ad una donna alla quale è stato asportato un nodo alla mammella e sta aspettando da 20 giorni un refero che le dirà se il nodo era un tumore o era una forma benigna. Mettetevi nei suoi panni e vedete se l’anno nuvo è stato un ben inizio.

Questo è solo uno dei problemi che il il Dr Carlo Branezza si troverà a cercare di risolvere. Noi ci auguriamo che il giovane Direttore Generale riesca a dare un imput positivo a che la situazione possa migliorare

 

Commento sulla campagna di sensibilizzazione prevenzione del melanoma attuato nel Veneto orientale nel 2012.

Parliamo di prevenzione del melanoma in modo particolare della prevenzione che abbiamo a questo anno passato nel Veneto orientale con il progetto sostenuto da Rotary, Lions e Soroptimist.

Abbiamo parlato di   prevenzione del melanoma e per farlo abbiamo cercato di fare conoscere alla popolazione quali sono i fatti tori di rischio che ne favoriscono l’insorgenza fornendo anche accorgimenti pratici per permettere di dominare o di diminuire o di evitare i fattori di rischio. In questo modo noi abbiamo cercato di fare  una prevenzione primaria in modo da ridurre l’incidenza e la mortalità del melanoma.

Naturalmente la prevenzione non è solo primaria ma anche secondaria. La prevenzione secondaria è la scoperta del melanoma secondariamente alla sua nascita nello stadio più precoce possibile in modo che se noi non riusciamo questa maniera a ridurre l’incidenza volevamo riuscire a ridurne la morbilità e la mortalità.

Quale può essere allora il messaggio che volevamo fare  giungere alla popolazione. Questo messaggio doveva  essere rivolto specialmente agli individui che hanno dei rischi maggiori rispetto al resto della popolazione o delle popolazioni. Noi abbiamo visto per esempio che nella zona di San Stino e di Caorle l’incidenza è maggiore e quindi verso questa popolazione doveva giungere più fortemente il nostro messaggio di attenzione ai fattori di rischio. Dovevamo invitare tutti i soggetti ma in modo particolari quelli a maggior rischio ad evitare l’esposizione solare specialmente nelle ore di punta e cioè dalle 11 alle 15. Naturalmente  bisogna anche evitare l’esposizione ai raggi ultravioletti e alle lampade solari. Se non è possibile evitare l’esposizione ai raggi solari e il tipo di lavoro della persona pratica allora bisogna coprirsi adeguatamente e  usare creme solari con fattore di protezione specialmente per i soggetti di carnagione chiara. Un particolare riguardo va verso i bambini che devono essere protetti e devono avere un’esposizione solare minore. Noi sappiamo che l’esposizione occasionale breve prolungato e intensa ai raggi solari specialmente in persone con pelle chiara e capelli biondi o rossi rappresenta un fattore importante di rischio per l’insorgenza del melanoma. Altri fattori sono la presenza di numerosi nevi in modo particolare se questi sono neri, presentano un colore brunastro o se il paziente presenta una storia di gravi ustioni solari o se la popolazione proviene da paesi maggiormente a rischio quale l’Australia e i paesi del Nord come Norvegia Finlandia e Svezia.

Come dovevamo fare a lanciare questo messaggio alla popolazione. Dovevamo prendere esempio da quanto viene fatto negli Stati Uniti e in Australia e quindi usare al massimo i media o i multimedia. Dovevamo usare i mezzi di informazione e cioè la stampa la televisione Internet e tutti quei mezzi pubblicitari come i cartelloni o i manifesti specialmente in zone balneari dove la popolazione si espone maggiormente alla luce solare. Naturalmente al giorno d’oggi i mezzi più importanti  rimangono la televisione che raggiunge forse il maggior numero di persone ma non si deve trascurare Internet specialmente per quanto riguarda la popolazione giovanile. Dovevamo dare un messaggio chiaro riguardo l’esposizione ai raggi solari e un messaggio chiaro alle persone perché si osservino o si facciano osservare dai propri parenti (mamma papà fratelli o coniugi ). Molto in uso solo nei paesi degli Stati Uniti e dell’Australia l’uso di volantini informativi come abbiamo usato noi nel nostro progetto sul nostro territorio. Questi volantini dovevano essere fatti pervenire capillarmente alla popolazione attraverso gli studi medici le farmacie e distribuiti anche nella negozi e nei supermercati e così abbiamo fatto.  I volantini dovevano  essere distribuiti nelle stazioni balneari dove il rischio è maggiore e lo abbiamo fatto. Naturalmente non si devono trascurare scuole sia medie e superiori. Tutti i messaggi sia attraverso la televisione sia attraverso Internet , la stampa e con i volantini dovevano essere messaggi chiari e non dovevano creare allarmismo ma rendere coscienti la popolazione del pericolo della nascita del melanoma tenendo presente che il melanoma è in aumento specialmente in alcune zone della nostra popolazione. Naturalmente è sempre discutibile l’efficacia di una campagna di prevenzione primaria mentre meno l’efficacia di una campagna di prevenzione secondaria. Io credo che si debba sempre valutare i pro e i contro tenendo presente lo sforzo economico e i risultati. I risultati devono essere valutati in termini di riduzione dell’incidenza e della mortalità del melanoma.

Io credo che una diagnosi precoce che abbia portato come nel nostro caso  alla asportazione di nervi melanici come melanomi in sito o di nevi con displasia severa abbia centrato l’obiettivo che noi volevamo raggiungere. La riduzione della mortalità e dell’incidenza chiaramente può essere valutata a distanza di anni e per distanza di anni intendiamo un periodo che va dai 10 ai 25 anni. Dobbiamo anche considerare che la prevenzione primaria ha dei costi maggiori rispetto a quella secondaria.

Io credo che la campagna che noi abbiamo attuato nella nostra Usl nel 2012 e cioè una campagna di sensibilizzazione per una diagnosi precoce ma che poneva anche gli accenti per dare informazione alla popolazione sia stata  un buon compromesso di equilibrio tra sforzi economici e risultati possibili. Sarebbe molto interessante avere una raccolta omogenea di dati che comprenda tutte le persone che hanno avuto l’asportazione di nevi in una data popolazione sia che sia stata trattata nei centri medici nella zona sia fuori zona.

Sarebbe interessante anche capire quante quanto sia penetrata la nostra informazione nella popolazione facendo una raccolta statistica per valutare quanta gente sia venuta a conoscenza e quanta gente abbia imparato i criteri di prevenzione. Sarebbe poi  utile sapere quanta parte della popolazione si sia sottoposta a visita dermatologica o sia andata dal proprio medico di famiglia e il medico di famiglia abbia ritenuto che alcuni casi siano suscettibile di visita specialistica e altri  no. Noi potremmo o in questa maniera avere dei dati omogenei sui risultati della campagna di informazione e sui risultati finali di una prevenzione secondaria o diagnosi precoce.

Nella nostra ASL abbiamo avuto dei risultati che riteniamo molto buoni con un ritrovamento di circa il 20% in più di melanomi ma quello che riteniamo importante con una  asportazione di circa 150 casi di nevi con displasia medio-grave  che non hanno avuto bisogno se non di un eventuale allargamento della primitiva asportazione . Bisognerebbe sapere quanti casi effettivamente sono venuti dal dermatologo ed è stato asportato il nevo perché erano stati informati del rischio e di come osservare i propri nervi allora noi possiamo dire che il risultato è stato centrato.

In ogni caso dai primi dati che abbiamo possiamo dire certamente che abbiamo centrato l’obiettivo e che siamo riusciti a fare una prevenzione primaria e secondaria ottima considerato i fondi a disposizione e i risultati ottenuti

Il nuovo Direttore Generale della ASL N 10 del Veneto Orientale

Riportiamo qui il Curriculum Vitae del Dr Carlo Bramezza.

E’ stato nominato Direttore Generale nella nostra ASL al posto di Dr Paol0 Stocco. Il DR Paolo Stocco aveva ritirato la sua candidatura. Per il Dr Carlo Branezza è il primo incarico come Direttore Generale.

Come il precedente viene dal sociale ed è stato Direttore di Case di Riposo.

A noi non interessa l’orientamento politico ma interessa il suo impegno nella nostra ASL che problemi ne ha tanti.

Auguriamo al Dr Bramezza i migliori auguri e speriamo che si possa trovare in un posto sereno e che nessuno remi contro in modo che la sua azione possa svolgersi serenamente a vantaggio della popolazione.

 

CURRICULUM VITAE

CARLO BRAMEZZA, nato a Treviso il 4 maggio 1967.

Laureato in Giurisprudenza, presso l’Università degli Studi di Bologna in data 16/12/1993, punteggio 100/110.

Iscritto all’Albo dei Procuratori Legali presso il Tribunale di Treviso.

Dopo la laurea collabora con lo Studio del Notaio Lorenzo Ferretto in Treviso dal 1994 al 1997, dove svolge la pratica notarile.

Dal 1° Aprile 1997 al 31 Marzo 2000 lavora presso g li Istituti Riuniti per l’Assistenza agli Anziani di Treviso (IS.R.A.A.) come responsabile del personale (categoria D3 CCNL Regioni- Enti Locali).

Il 1° Aprile 2000, passa alle dipendenze della Casa di riposo e Centro diurno “G. e P. Marani” di Villorba come Segretario Direttore con contratto dirigenziale a tempo indeterminato (CCNL Regioni-Enti Locali).

Dal novembre 2008 ricopre anche l’incarico di Segretario Direttore presso la Casa di Soggiorno F.lli E. e P. Mozzetti di Vazzola.

Ha ricoperto l’incarico di Segretario Direttore dell’IPAB “Istituti San Gregorio” di Valdobbiadene e di Direttore della Casa Albergo per anziani “A. Rusalen” di Meduna di Livenza.

Dal Maggio 2011 ricopre anche l’incarico di Segretario Direttore presso la Casa di Riposo “Aita” di Crespano del Grappa.

Anche a San Donà un servizio di Geriatria

Nella Casa di Cura Rizzola si aprono spazi per la Geriatria. Esiste un Reparto di Geriatria che lavora in rapporto o collaborazione con la ASL che invia tramte il Pronto Soccorso pazienti che abbiamo bisogno di ricovero

Al primo piano esiste il Reparto di Lungodegenza e Riabilitazione . In tale Reparto lavora il DR Francescon, specialista in Geriatria e che si occupa da anni di Osteoporosi . Ha pubblicato numerosi lavori su varie riviste scientifiche e tenute relazioni in vari congressi

Da qualche mese ha iniziato a eseguire esami per la osteoporosi e in modo particolare la densimetria ossea , dando anche un servizio di consulenza e di visite.

Dal primo gennaio aprirà anche un servizio ambulatoriale di visite di geriatria e , per favore le popolazione , anziana, queste visite saranno a tariffa agevolata.

Pubblichiamo qui uno scritto sui problemi legati al paziente geriatrico che potrà essere utile  a tutti

 

Il Paziente Geriatrico

A cura di : Dott.Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)

Nel 1999, Hazzard, Autorevole Geriatra  Americano, alla domanda “chi è il tipico paziente geriatrico” rispondeva: <Pensa al più anziano, al più malato, al più complicato ed al più fragile dei tuoi pazienti…affetto di solito da malattie multiple, portatore di deficit funzionali. I suoi problemi di salute sono cronici, solo in parte reversibili…>.

L’anziano fragile è frequentemente disabile e spesso presenta  problematiche di tipo socio economico come solitudine e povertà. Generalmente le sue patologie, interagendo tra di loro, si presentano in maniera atipica, rendendo difficile una diagnosi precisa; frequenti risultano pure le complicanze a cui va soggetto come malnutrizione, disidratazione, confusione mentale, reazioni da farmaci, infezioni; a volte le complicanze sono anche chirurgiche. Tali situazioni portano spesso alla perdità dell’autosufficienza con conseguente  istituzionalizzazione e, talora, può intervenire anche il decesso.

L’invecchiamento della popolazione, caratterizzato in particolare dall’aumento degli  ultraottantenni (grandi vecchi) comporta un aumento significativo di soggetti  affetti dalla cosidetta sindrome clinica da fragilità. La conoscenza scientifica geriatrica ha sviluppato, nell’ultimo ventennio, una particolare modalità di approccio all’anziano fragile rappresentata dalla  valutazione multidimensionale geriatrica e da un modello di assistenza continuativa che consente il proseguimento delle cure dall’Ospedale al Territorio.Tali modalità di intervento  si sono dimostrate in grado di ridurre il numero dei ricoveri nei reparti di degenza Ospedaliera con conseguente riduzione dei costi sanitari, miglioramento della qualità della vita dei pazienti e sollievo per i familiari.

L’Unità di Valutazione Geriatrica (UVG) ha il compito di elaborare un piano di assistenza personalizzato, di individuare  le strutture e i servizi  più adeguati per il singolo paziente (Assistenza Domiciliare Integrata, Residenza Sanitaria Assistita, Medico di Medicina Generale, Ospedale per Acuti, Lungodegenza Geriatrica Riabilitativa, Day Hospital, Centro Diurno, Servizi Sociali, etc), di verificare periodicamente l’efficacia degli interventi  e se necessario di modificarli. Tutti i servizi e le strutture della rete devono essere in collegamento. Il modello della continuità assistenziale  proposto per l’anziano fragile può fornire risposte continue, globali e modificabili nel tempo. Qualitativamente adeguato ai bisogni, si è dimostrato economicamente vantaggioso in quanto riduce il ricorso all’ospedalizzazione del paziente, a volte impropria, e può risolvere il problema delle dimissioni difficili e dei ricoveri ripetuti con conseguente riduzione dei costi dell’assistenza ospedaliera, che più di ogni altra voce incide sulla spesa sanitaria.

Le conoscenze Scientifiche Geriatriche sull’anziano fragile  hanno consentito di sperimentare idonei  modelli di cura grazie anche alla specifica formazione Gerontologico Geriatrica degli operatori dell’Unità Valutativa Geriatrica.

Sempre sull’anziano fragile Hazzard più di recente ha scritto “… un uomo, o più spesso una donna, che vive sul  filo del rasoio, in bilico tra il mantenimento della propria indipendenza e il rischio di una tragica cascata di eventi patologici, disabilità e complicanze, che troppo spesso si dimostrano irreversibili, rappresentando i più complessi problemi che i medici e tutte le figure professionali sanitarie si trovano a dover affrontare…”

Parenti in Rianimazione per una sanità più umana

Riportiamo qui di seguito una notizia che era stata pubblicata una settimana fa da Cagnassi sulla Nuova Venezia.

Ieri ero ad un convegno organizzato dalla FIDAPA sulla Terapia del dolore e il relatore principale era il Dr Toffoletto , Primario della Anestesia e Rianimazione della ASL N.10. Con lui ho parlato di quanto avevo letto e avevo potuto anche io appurare recentemente

Infatti recentemente ero stato in Rianimazione a vedere un operato ivi degente e mi ero meravigliato che all’ingresso non ero stato bardato come sempre da mascherina, sovrascarpe e camice prima di entrare nel Reparto. Mi avevano spiegato che la Rianimazione ora era diventato un Reparto aperto e umano con i parenti dei ricoverati,

Mi sembra giusto riportare quarto scritto dal giornalista Cagnassi

” Un ospedale più umano. Si chiama proprio “umanizzazione” il progetto dell’Asl 10 per gli ospedali di San Donà e Portogruaro che parte dai reparti di rianimazione. Porte aperte ai parenti e amici più stretti dei pazienti ricoverati che avranno l’opportunità di stare con i loro cari addirittura per cinque ore il pomeriggio.

Ieri mattina il direttore dell’unità operativa di terapia intensiva, il primario Fabio Toffoletto, e il direttore della funzione ospedaliera, la dottoressa Rita Finotto, hanno presentato il progetto a San Donà. Progetto che sarà progressivamente allargato a più reparti con questo obiettivo importante di consentire sempre di più ai parenti di visitare i pazienti e stare loro vicini.

«Lo scopo», spiegano i medici, «è quello di venire incontro alle esigenze delle famiglie e dei degenti stessi. L’umanizzazione riguarda le terapie intensive negli ospedali di San Donà e Portogruaro. Il modello si basava su una sorta di chiusura del paziente per salvaguardargli la vita, proteggendolo così dall’aggressione del mondo esterno. Il modello non è supportato da studi scientifici. Ciò significa che non è dimostrata la correlazione tra i patogeni responsabili delle infezioni in area critica e quelli che possono essere introdotti dai familiari. Aprire le porte della terapia intensiva», precisa il primario Toffoletto, «significa considerare paziente e nucleo familiare un binomio inscindibile. L’aspetto etico della nostra professione deve farci riconoscere quali elementi fondamentali l’ospitalità, sensibilità sociale e empatia, pur mantenendo invariata la qualità degli aspetti tecnici assistenziali».

Il paziente avrà in questo modo minore disorientamento, meno ansie e paure. Si ridurrà al contempo lo stress dei parenti derivante dalla loro esclusione con una partecipazione attiva all’assistenza. Le visite saranno dalle 14.30 alle 19.30 con un numero massimo di tre visitatori, rispettando un codice di comportamento cui attenersi consegnato dall’equipe medica e infermieristica previo un incontro con gli interessati. E’ inoltre attivato un nuovo sistema di monitoraggio informatizzato tra le terapie intensive di San Donà e Portogruaro in costante contatto tra di loro. Attraverso computer i due reparti saranno in costante contatto grazie alla “telemedicina”, strumento essenziale per organizzare i rapporti tra i presidi, nell’ottica di un solo reparto in due sedi differenti.”

 

Tagli nella sanità del Veneto e la ASL N.10 ?

Ci sono anticipazioni sulle nuove schede della Sanità nella Regione Veneto.

Vengono tagliati 1000 posti letto in Regione, Si passa da 18.000 posti a 17.000 posti

Ci saranno tagli ovunque ( al momenti risparmiati Treviso e Vicenza)

Ma nella nostra ASL cosa potrebbe caoitare ?

Si parla da anticipazioni  che ci sarebbe un solo polo medico a San Donà di Piave e un solo polo chirurgico a Portogruaro

Corsi e ricorsi della storia nella sanità.

Dal centralismo si era passati alla pluralità degli Ospedali e dei Reparti o ora si torna ad accorpare Ospedali e Reparti.

Come questo potrà avvenire ?

Ci sarà un solo reparto di Medina e uno solo di Chirurgia?

Non credo proprio.

Ci saranno reparti come  ma ci sarà un Primario e una dirigenza per ogni specialità

Un Primario o Direttore delle divisioni mediche a San Donà e una Direzione chirurgica a Portogruaro.

Vi ricordate quando oltre ai vari Primari venne creato il Direttore del Dipartimento?. Vi era una Direttore di dipartimento (Chirurgia o Medicina ) e rimanevano i primari dei due anzi tre Ospedali. Ora rimangono solo i Direttori dei Dipartimenti e non ci saranno più gli altri primari. Cambierà il nome ma la struttura cambierà poco.

Io credo che quello che noi sosteniamo da anni sarebbe stata la soluzione di tanti problemi

Noli abbiamo sempre proposto di Razionalizzare i vari Ospedali differenziandoli sia nei reparti che negli Ospedali.

In sostanza i vari reparti avrebbero avuta un ruolo differenziato in modo che in ogni reparto ci fosse una eccellenza per quanto riguarda  le varie partologie

Questo avrebbe comportato una riduzione di spesa e una ottimizzazione delle risporse umane e tecnologiche

Non si può spendere molto per avere le stesse attrezzature in ogni reparto perché si avrebbero attrezzature non di eccellenza e gli stessi operatori avrebbero una esperienza limitata e non eccellente in una data patologia.

Una chirurgia per esempio avrebbe trattato alcune patologie e per tale reparto si sarebbe investito nelle migliori tecnologie e si sarebbe  dato al personale e medico e paramedico una formazione accelente.

Questo vale per chirurgia e per medicina e per i vari servizi

Non si può tutto centralizzare ma si può ottimizzare strumenti e personale per dare eccellenza agli Ospedali con vantaggi economici e un servizi ottimale alla popolazione.

 

 

Che fine farà la Anatomia Patologica di San Donà di Piave

Qualche settima orsono abbiamo ripreso un articolo dei giornali locali in cui si dava la notizia che la Anatomia Patologica della nostra ASL veniva trasferita dall’Ospedale di San Donà a quello di Portogruaro.

Vi è stata una interrogazione al consiglio comunale di San Donà ma nulla si è mosso

Si è detto che il trasferimento a Portogruaro sarebbe stato provvisorio e una volta risolto il problema dei locali di Anatomia Patologica di San Donà , il Reparto sarebbe tornato nella sede originale.

Ma noi siamo navigati come voi che leggete.

Voi sapete che i soldi non ci sono e non ci sono nemmeno per la Sanità nel Veneto. E allora quando mai s troveranno i soldi o i finanziamenti per sistemare i locali nel nostro Ospedale?. Sicuramente fino a che la crisi non sarà finita difficilmente si troveranno i fondo o la Regione stanzierà una cifra che non sarà da poco. E allora?

Allora significa che il trasferimento provvisorio sarà sostanzialmente definitivo.

Ma non basta !

Circolano voci molto attendibili la Anatomia Patologica farà una fine ancora peggiore.

Nell’ottica dei risparmi sembra che la Regione abbia deciso che ci sia una Anatomia Patologica ogni 400.000 abitanti  e quindi che scompaia la Anatomia Patologia dalla nostra ASL per fare capo tutto a Mestre

L’Ospedale di Mestre è costato molto e deve essere sfruttato e in più si devono risparmiare soldi nella sanità anche nel Veneto.

Si parla di tagli importanti. Si parla di 1000 posti letto nel Veneto. Ma si parla di tagli nei servizi

In Sostanza al pensionamento delo Dr Sacchi la Anatomia Patologica che sarà localizzata a Portogruaro non avrà più un Primario o come si dice adesso un Direttore. Tutto farà capo all’Ospedale all’Angelo di Mestre.

A Postogruaro rimarra un servizio con dei medici e del persoianale tecnico che lavorerà ma per quanto riguarda la direzione sarà a Mestre.

Quindi le voci sono che la Anatomia Patologica sarà trasferita a Portogruaro e che non avrà più un  Primario.

In sostanza sarà reso monco l’Ospedale di San Donà ma tutat la nostra ASL soffrirà di questi tagli.

E nessuno protesta.

Perchè protestare non serve. E’ stato deciso in alto e il cittadino normale o il medico che lavora con i pazienti e spesso con la vita dei cittadini non hanno diritto di replica o la loro voce non sarebbe che una voce nel deserto

Sarebbe bello che i cittadini e i giornalisti e i politici locali andassero a visitare i locali della Anatomia Patologica attuale e sapessero esattamente come e con tempi avranno le risposte alle loro patologia.