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Rete Città + Sicura VS Controllo del Vicinato

 

 

 

 

 

Recentemente abbiamo pubblicato un articolo sul “Controllo del Vicinato” che voleva essere una risposta a quanto la Amministrazione di San Donà di Piave sta proponendo negli incontri pubblici nelle frazioni.

L’articolo è stato letto da migliaia di persone non solo nel nostro territorio ma specie nella provincia di Treviso ma anche all’estero in quanto il nostro Sito  viene letto da cittadini di vari provincie e anche all’estero.

In questo articolo vogliamo spiegare in maniera semplice la differenza tra “ Controllo di Vicinato “ e la “ Rete Città + Sicure “.

E questo perché abbiamo ricevuto critiche che il precedente articolo era troppo lungo e prolisso.

E lo possiamo fare in quanto abbiamo studiato il problema della Sicurezza e abbiamo studiato la organizzazione e i principi del “ Controllo del Vicinato “  mentre per quanto riguarda la “ Rete della Città + Sicure”  siamo stati parte dei fondatori e siamo attualmente gli organizzatori.

Vogliamo raccontare come e dove è nata l’idea del Controllo di Vicinato , come si è sviluppato e diffuso, quali sono i principi, le regole la filosofia  e in modo particolare quali sono le differenze con la Rete + Sicura.

Lo possiamo fare anche in quanto noi conosciamo bene tale realtà essendo stati invitati dal gruppo di “ Controllo di Vicinato “ di Mira ed abbiamo discusso dei problemi inerenti al loro sistema e al nostro sistema. Abbiamo discusso delle differenze di gestione e abbiamo cercato di ottimizzare i due sistemi.

 

La Storia

Controllo di vicinato cominciò silenziosamente alla fine degli anni ’60 come responso allo stupro e all’omicidio di Kitty Genovese in New York. Cominciò come un gruppo che aveva la funzione di associare i vicini e la comunità per crimini . Non era composta da vigilantes  ma era da persone che sospettando delitti o crimini incoraggiavano gli amici e i vicini della comunità a contattare le autorità ad intervenire anche solo nei sospetti.

Nato quindi negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70 e arrivato in Europa partendo dalla piccolissima Mollington nel Cheshire in Gran Bretagna (1982) e quindi  in Canada, Australia e Nuova Zelanda e in un’infinità di centri minori in tutti i Paesi anglosassoni.

 

In Italia il “ Controllo del Vicinato  è nato nel 2008 da un certo  Gianfrancesco che, dopo essere stato vittima di un tentato furto nella sua casa, ha importato dall’Inghilterra e promosso in Italia, il “neighbourhood watch”, facendo anche nascere nel 2009, il primo gruppo italiano sul controllo del vicinato.

In pratica, il programma dell’associazione prevede l’auto-organizzazione tra vicini, per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare, a chiunque passi nell’area interessata al controllo, che la sua presenza non passerà inosservata, e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area.

Vicino a noi vi è la realtà di Mira che è diventata una cittadina da prendere ad esempio  grazie ad alcuni gruppi di cittadini, che in febbraio  2014 avevano deciso di organizzarsi per controllare il vicinato dopo svariati episodio di furto

L’iniziativa, ideata dagli abitanti della frazione di Gambarare, aveva lo scopo di ‘’spaventare’’ i ladri. Per far ciò, gli abitanti della frazione avevano posto nei quartieri la segnaletica ‘’Zona controllo del vicinato’’ e si erano riuniti in cinquanta, controllando determinate zone ed avvisandosi tra loro attraverso sms e telecamere private.

Da quando i gruppi di controllo di vicinato  sono stati organizzati, cinque mesi fa nell’area Molin Rotto a Gambarare per combattere la microcriminalità dilagante e i furti, questi tipi di reati si sono quasi azzerati.

Di fatto due gruppi di 25 persone ciascuno controllano un territorio circoscritto grazie a continui scambi di messaggi sui cellulari e sistemi di telecamere private.

La Rete Citta + Sicura è nata nel 2013 a Jesolo per opera di Nicola Manente e Nicola Mogavero.

Hanno creato una pagina interattiva su Face Book che avvisava i cittadini di possibili pericoli o di pericoli accertati che non riguardavano solo delitti e rapine ma qualsiasi notizia utile ai cittadini per migliorare la loro sicurezza in senso lato.

Tale pagina ha avuto un successo veloce e i cittadini hanno iniziato a collaborare segnalando possibili pericoli o fatti accertati.

Al giorno d’oggi il Web e FB sono onnipresenti e non solo nei giovani in quanto la media dei navigatori di FB sono tra i 30 e 60 anni.

Nel marzo di quest’anno Jesolo + sicura ha partecipato ad un convegno sulla Sicurezza organizzati da “ Il Ponte” portando darti e giustificazione e nel mese di Aprile si è costituita la pagina di San Donà + Sicura assieme alal pagina di Jesolo.

Il successo è stato importante sia come adesioni , che come lettori ma in modo particolare come segnalazioni che riguardavano la sicurezza in senso lato ( sociosanitaria)

Da lì in 4 mesi la città + sicure sono passate da 2 a 9 e altre chiedono di entrare nella rete + sicura.

Vediamo allora le differenze e cosa fa ritenere il nostro Progetto +Sicura più facilmente stendibile con una maggiore diffusione e velocità di trasmissione dei dati del “ Controllo di Vicinato “

Tutte e due le iniziative sono hanno radici politiche o meglio partitiche

Gli amministratori +Sicura cancellano ogni frase che si riferisce ad un partito o frasi razziste

Gli Amministratori di + Sicura girano , verificano , chiedono e intervistano persone sospette nel limite del possibile senza stimolare reazione violente o pericolose. Lo stesso fanno i cittadini che partecipano al Controllo di Vicinato

Sia Il Controllo di Vicinato  che  La Rete + Sicura non chiedono nulla al Comune e ogni riunione o cartelli o manifesti o altro è a spese degli Amministratori o di offerte se in futuro qualcuno le volesse donare

Ogni costo per qualsiasi manifestazione o gadget o altro è totalmente a carico egli amministratori della rete + Sicura

Come viene vista dalle autorità? Il Controllo del Vicinato non ha trovato ostacoli dalle Amministrazioni in quanto non segnala zone di degrado pubblico o di problemi sociosanitari ma solamente è un passa parola tra cittadini su possibili pericoli.

La Rete Città +sicura ha trovato qualche ostacolo in quanto i cittadini scrivono sulle pagine e tutti possono leggere e quindi a nessuna amministrazione fa piacere leggere critiche sulla situazione della propria città

Ma ora la Rete + Sicura sta crescendo con vari comuni che aderiscono e i rapporti cogli amministratori sta migliorando in quanto parlando hanno capito che noi siamo di supporto alle amministrazioni e alle Forze dell’Ordine e noi siamo qui per aiutare i cittadini e quindi anche loro.

Il modello di Controllo del Vicinato è applicabile ovunque? 
Il Controllo del Vicinato è applicabile ovunque. La zona ideale per l’applicazione del Controllo del Vicinato è tuttavia piuttosto circoscritta (e ciascuna con un proprio coordinatore), non sono ideali per poter avere una chiara situazione del viavai di auto e persone le zone con troppi esercizi commerciali o con uno o più palazzi di grandi dimensioni.

Il Modello di Rete + Sicura è applicabile e ripetibile in ogni paese o città Non ha a confronto del Progetto Controllo del Vicinato limiti di persone, quartieri o vie.. Vanno bene zone solo abitate o zone commerciali.

Il Controllo del Vicinati e la Rete + Sicura tende  a prevenire. Prevenire meglio che curare. Prevenire meglio che succeda il furto o il danno. Si può chiamare la Polizia o i Carabinieri o avvisare la Ammnistrazione

Dall’incontro che abbiamo avuto con il Comitato di Controllo Di Vicinato di Mira abbiamo raccolto e approvato l’idea di preparare dei cartelli simili ai loro per indicare le zone che i cittadini ci segnaleranno come posti a rischio e saranno maggiormente sorvegliati  agli aderenti alla Rete + Sicura. Saranno dislocati nei posti scelti con il personale dalla Amministrazione ad indicare che tali vie o piazze sono maggiormente sorvegliate dai cittadini stessi

 Ci saranno incontri con i cittadini aperti al pubblico e alle istituzioni in cui farà il punto della situazione e saranno presenti esperti del settore che esporranno consigli  e faranno relazioni utili per capire come difenderci meglio e in modo legale

 

Vi sono alcuni consigli che prendiamo dalla loro esperienza che riteniamo validi anche per la Rete + Sicura

  • Sensibilizzare il vicinato circa l’importanza che tutti prendano parte a questa sorta di “auto-controllo”. Quante più persone la effettueranno, tanto più sarà efficace.
  • Prestare maggiore attenzione a ciò che avviene nel proprio quartiere, nelle proprie strade.
  • Segnare su un taccuino eventuali auto (tipo, targa) che risultino sospette. Auto diverse dalle solite che transitano in zona magari lentamente o con a bordo persone sospette, auto o moto che siano parcheggiate lungamente di fronte a delle abitazioni con qualcuno a bordo etc. In caso di furti questi indizi potrebbero rivelarsi utili alle autorità.
  • Chiedere a persone che passino all’interno del quartiere guardandosi troppo in giro se abbiano bisogno di aiuto o se stiano cercando qualcuno. E’ un semplice, antico gesto per far sapere alla persona che non è passata inosservata e un possibile aiuto a visitatori occasionali del quartiere.
  • Non sono richiesti né eroismi né particolari competenze, si tratta sostanzialmente di essere più vigili, di osservare meglio; per esempio guardare meglio fuori casa, la strada o la proprietà del vicino, quando si esce o si rientra a casa o quando si stende il bucato, quando si fuma sul balcone oppure si porta a spasso il cane, etc…
  • Uscire al suono di un allarme anziché fingere di non sentirlo. Nessuno chiede di correre fuori dalla vasca da bagno e precipitarsi in strada, ma quante volte ci basterebbe aprire la finestra o fare pochi gradini per verificare che non si stia perpetrando un reato? Se anche solo quattro persone di un vicinato guarderanno per pochi secondi fuori dalla finestra prestando attenzione ad eventuali anomalie (es. segni di scasso, finestre aperte, vetri infranti, auto o furgoni) si avranno quattro prospettive diverse di un possibile crimine e qualcuno pronto a chiamare le Forze dell’Ordine.

Guardare fuori quando abbaiano i cani del vicino o se qualcuno parla concitatamente oppure grida sotto casa

 D’altra parte i vantaggi della Rete Città + Sicura sono

1)  Si occupa della Sicurezza Globale  e non solo di furti e rapine

2)  La velocità della trasmissione dei dati è in tempo reale , mentre nel Controllo del Vicinato a volte può passare 48 ora dall’inizio di una via all’ultimo abitante della zona

3)  Non si limita ai soggetti di una via a  tuti quelli che si collegano con Internet

4)  E’ applicabile in ogni città, grande piccola e non ha limiti di tipologia di abitazioni U negozi, centri commerciali) come per Controllo di Vicinato

Per la difficilissima intesa tra religioni: qualcosa di concreto.

 

 

 

 

 

 

In questi giorni si è molto parlato dell’Imam espulso dall’Italia, delle parole di violenza che sarebbero state pronunciate. Ma si è parlato molto e in modo particolare sui social network della lotta tra Israele e Palestina, si è parlato molto e specie con immagini e filmati “ forti” della lotta tra mussulmani integralisti e cristiani.

Tanti ne parlano, compreso il Papa, ma oltre si va poco.

Tanti ne parlano ma non si arriva a nessuna soluzione, forse perché una soluzione non è possibile .

Il Dr. Dino Casagrande, Ex Direttore del Museo della Bonifica, e Past Presidente del Rotary Club di san Donà di Piave ci ha fatto pervenire una lettera particolare.

Trattasi di “Lettera al direttore” che ha inviato alle due principali testate locali e anche al Sindaco A. Cereser.

La lettera è nata o , meglio, è stata ispirata dalla preghiera dell’ex Imam di San Donà rimbalzata a noi dall’America… Nella annata rotariana nella quale il Dr Casagrande era Presidente del Rotary è stato dato ampio spazio a questo problema ed è sorto anche un acceso dibattito all’interno del Rotary con toni anche molto forti. Ora la situazione che Casagrande desiderava evidenziare adesso è esplosa a livello internazionale con i casi della ripresa del conflitto ebraico palestinese al quale come dicevamo all’inizio di questo articolo, non c’è soluzione  a meno che i due non stiano buoni ma non staranno mai buoni e le morti rinvigoriranno per sempre i contrasti di generazione in generazione finché non si sarà uno stato palestinese a Gaza e che parte di Israele ritorni alla Palestina…cosa allo stato attuale assolutamente impossibile. C’è poi la gravissima situazione delle persecuzioni in Iraq.

 

 

 

 

 

 

 

Il 6 novembre scorso al Rotary introducendo la bella conferenza tenuta da Beppi Toffolo diceva il Dr Casagrande  tra le altre cose anche queste parole, citando da altre fonti:

 

C’è molta (voluta) disinformazione su questo tema e mi ha molto colpito la frase di Wael Farouq, docente presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, da sempre osservatore attento del proprio Paese, musulmano e di lingua araba:  «Io non sono a favore dell’esercito, ma sono contro il terrorismo, perché non è possibile che si uccidano sistematicamente i cristiani nel silenzio e nella malafede di molti organi d’informazione» «io non combatto una battaglia per i cristiani e non parlo neanche di cristiani in astratto, ma parto da un rapporto di amicizia con persone che vivono la fede cristiana e vengono ammazzate per la propria appartenenza religiosa. Vengono uccisi in casa o nelle chiese».

 

 

Noi ci domandiamo allora come fa la gente a non capire ? Perché i giornali non ne parlano ? Perché i cosiddetti cattolici benpensanti, che sono pronti ad inalberarsi quando si dicono certe verità non sono corsi subito a difendere le donne e bambini sepolti vivi solo perché non si son voluti convertire all’Islam (vogliamo ammettere che sono dei MARTIRI !!!), se necessario anche mettendo a rischio la propria vita per salvarli?  Perché non corriamo tutti, preti in testa, a difendere e a sottrarre queste persone al loro infausto destino ?  Perché nessuno si fa avanti su questi temi ?

Perché la televisione e la stampa sia di destra che di sinistra non mostra il lato reale di queste barbarie tra persone, non importa se neri o bianchi, se mussulmani o cristiani, ma in ogni caso tra persone che sono persone.

 

Riporto allora qui sotto la lettera che Dino Casagrande ha scritto a Nuova Venezia e Gazzettino e al Sindaco Cereser per dare un contributo al problema

 

 

 

 

 

 

 

Per la difficilissima intesa tra religioni: qualcosa di concreto.

 

Allacciandomi a quanto accaduto a San Donà nei giorni scorsi e alle parole vere o fraintese del giovane Imam dei fedeli musulmani, non posso che rammaricarmi del fatto che il senso vero e profondo, il significato palese di quelle parole, anche se tra voci più disparate, confusioni e accuse di errate interpretazioni,  è che si tratta purtroppo di un messaggio negativo.

 

Nella scorsa annata rotariana ho preso l’iniziativa di approfondire seriamente la questione dei dissidi religiosi,  in un’ottica di pace e di comprensione tra popoli, una delle fondamentali direttrici di azione del nostro club, e da più angolature, affrontando la realtà  del problema e non le fantasie che spesso vengono propinate da chi non vuol vedere, spiegando i fenomeni e la loro origine, in modo da fornire un’ampia panoramica e non, come spesso accade, un unico punto di vista  per accontentare le coscienze e il comune sentire.  Il dibattito che ho inteso porre all’attenzione del club, anche in modo dirompente, ha suscitato, com’era poi intuibile supporre, consensi e accese critiche. Ma ho deciso di continuare perché il problema andava approfondito e lo vediamo anche in questi giorni emergere con la sua drammatica  gravità.

 

La realtà di quella e di altre aree tormentate  è sintomatica di un contrasto religioso assolutamente insanabile perché basato su dogmi insuperabili ab origine, e le continue morti non fanno altro che rinnovare, riesumare, rinvigorire le ferite putrefatte. Qualcuno crede di poter  trovare la chiave di volta di questo infinito dramma, attraverso esempi edificanti, puntando sugli elementi moderati, e riesce per un po’ a contenere l’impeto distruttivo,  ma quando un qualsiasi personaggio carismatico richiama all’ordine non c’è più spazio per il dialogo e le speranze di pace e serena convivenza vengono travolte.

 

Noi rotariani vogliamo alimentare le buone idee, mai ci permetteremo di cancellare gli auspici di chi vuole continuare a credere che una fine ci sarà, anzi ci impegniamo e faremo tutto ciò che ci sarà possibile per riaccendere ogni volta le speranze.

 

Già da molti mesi abbiamo avviato e stiamo puntando su un progetto di collaborazione con l’ospedale dei bambini di Betlemme. Un esempio felice di quello che potrebbe essere il futuro di quel territorio se solo le menti rinunciassero per sempre alle rigidità terribili dei fondamentalismi religiosi. Quell’ospedale, gestito da cattolici, è un’isola di pace anche se di sofferenza. Li i bambini, che oltre ad essere afflitti dai  pesanti problemi  legati al territorio,  sono anche colpiti da gravi malattie,  possono essere curati senza barriere religiose, di lingua, di razza. Una piccola ma importantissima realtà che dimostra quanto sia fallace la vanità delle parole, che si infrangono davanti  alla vera sofferenza di quei piccoli volti rigati dalle lacrime, a cui si cerca di strappare un sorriso, alleviandone le pene.

 

Sono stati coinvolti nel progetto, che punta a rendere disponibili alcuni monitor per controllare il respiro e favorire la ventilazione dei piccoli, oltre al nostro club di San Donà, che è il promotore, anche il club gemello di Augsburg-Renaissancestadt, e  nella prospettiva di una più intensa e proficua collaborazione i club di Portogruaro, Jesolo,  San Vito al Tagliamento, Lignano Sabbiadoro – Tagliamento, Venezia  Noale dei Tempesta,  Venezia Mestre, Madonna di Campiglio, cioè alcuni club rappresentativi dell’area Triveneta del nostro Distretto, che ha annunciato un concreto aiuto  finanziario. Si sono inoltre uniti privati cittadini dimostratisi sensibili all’iniziativa.  Il club Rotary palestinese di Betlemme, che è stato fondato solo lo scorso anno, sarà il nostro partner  internazionale di riferimento territoriale.   Ovviamente ogni altra collaborazione sarà gradita.

 

Dino Casagrande

Past President  Rotary Club San Donà

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

Egregio Signor Sindaco scrivo non come Presidente del Movimento di Opinione Il Ponte, non come l’ideatore e amministratore della Pagina San Donà  Sicura nonché Coordinatore di tutta la Rete +  Sicura.

Le scrivo come cittadino di San Donà  di Piave.

Questa sera  quando mi sono recato alla Santa messa sono stato molestato pesantemente al’ingresso della Chiesa di San Pio X da uno soliti mendicanti molesti che lei conosce bene vivendo a San Donà e leggendo gli articoli e le denunce sui giornali. Sono stato molestato pesantemente perché non ho dato loro l’elemosina e non ho, secondo loro, augurato a loro una buona domenica.

Sono  soggetti ben noti alla polizia urbana e schedati dalla stessa, che si trovano ogni giorno fuori e dentro l’Ospedale di San Donà, fuori e dentro della Casa di Cura Rizzola, all’esterno del supermercato Lidl, del supermercato Dpiù , del supermercato Winner  e nei vari parcheggi di San dona di Piave. Queste persone molestano a volte pesantemente i cittadini non solo sollecitando l’elemosina ma a volte strattonandoli e offendendoli e creando paura con i loro atteggiamenti.

Queste persone come lei ben sa vivono in una casa disabitata vicino al cimitero, usufruendo dei servizi collegati all’abitazione. Fanno i loro bisogni nei bagni dell’Ospedale, della Casa di Cura, del Supermercato Lidl. Esistono documentazioni fotografiche e filmati del loro comportamento. Gli stessi soggetti  considerazioni questo un lavoro  ( come sentito personalmente alla mattina quando in gruppo si dividono i posti e gli orari ) . Non accettano alimenti ma vogliono soldi e come da documentazione spendono i loro soldi in smartphones, in sigarette in Ipads e in gratta e vinci ( oltre naturalmente ai loro fabbisogni normali).

Io oggi ho ricevuto l’attestazione di solidarietà dalle persone vicine ma certamente il diverbio e le offese non mi hanno permesso  di poter ascoltare tranquillamente la Santa Messa.

È mai possibile che i cittadini di San Donà non possono andare tranquillamente alla Santa Messa? andare tranquillamente a fare la spesa ad un supermercato ? andare tranquillamente all’Ospedale o in Casa di Cura senza essere continuamente vessati da richieste insistenti e da minacce a volte se non si cede all’elemosina?

Oggi ho parlato con un dirigente del supermercato Lidl che mi ha detto che avendo appreso di perdere clienti proprio per la presenza di questi mendicanti sono stati costretti ad assumere delle persone che allontanino questi mendicanti.

Le sembra giusto che un cittadino di questa città non possa vivere tranquillamente e debba difendersi da solo da questi individui?. Lei come Sindaco è responsabile della Salute dei suoi cittadini e per Salute si intende lo stato psicofisico del cittadino. Lei è anche responsabile della sicurezza dei cittadini e la sicurezza comprende lo stato che ogni cittadino ha di poter girare in sicurezza e in serenità per la propria città.

Chiedo e ce lo chiedono migliaia di cittadini quando si potrà ritornare ad avere una città nella quale  noi tutti possiamo uscire tranquillamente e passeggiare sia di giorno che di sera; quando potremmo andare nei luoghi di cura; quando potremo andare alla Santa Messa o quando potremo recarci nei supermercati a fare la spesa senza essere continuamente vessati da queste persone.

Le chiedo se la sua Amministrazione intende porre rimedio a questa situazione che rende poco vivibile la vita di noi cittadini. Questa lettera aperta viene messa sui Social Networks   e nel sito ”  Il Ponte”  in quanto la visibilità è alta e  in molti aspetteranno una Sua risposta per poter pensare ad un prossimo futuro più sereno e tranquillo

Ringraziandola dell’attenzione porgo distinti saluti

Madeyski Paolo

Controllo di Vicinato e Rete+Sicura ( San Donà+Sicura)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul Sito della Città di San Donà di Piave appare  “Foglio di collegamento n.19” che viene inviato settimanalmente per  approfondire temi e argomenti su San Donà di Piave, sul Veneto Orientale, sulla Città Metropolitana.

Questo Foglio N 19 parla di

“ CONTROLLO DI VICINATO, LA SICUREZZA GARANTITA DAI CITTADINI “

 

Lo riportiamo integralmente in quanto documento pubblico che serve ad informare la cittadinanza su cosa la Amministrazione pensa in fatto di “ Sicurezza”

 

“Le reti di vicinato e la collaborazione tra enti come opportunità per una maggiore tutela dalla microcriminalità. È la prima analisi che si può dedurre dalla relazione della Prefettura sulla criminalità nel Veneto Orientale. Dove, a fronte di un livello di criminalità decisamente inferiore rispetto ai valori del Veneto e della Provincia di Venezia, resta una percezione della sicurezza da parte dei cittadini non sempre soddisfacente. Lo stesso prefetto Domenico Cuttaia suggerisce “attenzione sulla necessità di sviluppare una intensa azione di informazione e sensibilizzazione sul territorio attraverso l’organizzazione di incontri pubblici con i cittadini”. Insomma, da una parte gli occhi dei cittadini come migliore prevenzione. Dall’altra ricostruire un tessuto di relazioni, di conoscenze, di collaborazione che, oltre ad migliorare il controllo del territorio, abbia una valenza sociale.

È questo il “controllo di vicinato”, esperienza nata negli anni Sessanta negli Stati Uniti e affermata soprattutto nei paesi anglosassoni, dove coinvolge oltre 10 milioni di cittadini. Il progetto è recentemente giunto in Italia, in una trentina di Comuni dell’Italia settentrionale, soprattutto in Emilia e Lombardia. Primo esperimento veneto in due frazioni di Mira, Gambarare e Oriago, bersagliata da furti, dove pare abbia dato ottimi risultati.

Il programma prevede l’auto-organizzazione tra vicini per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare a chiunque passi nell’area interessata al controllo che la sua presenza non passerà inosservata e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area.

Lo schema è piuttosto semplice. Auto-organizzazione tra vicini per segnalarsi tra di loro, a turno, movimenti sospetti. Condivisione tra telecamere private, pronte segnalazioni alle forze dell’ordine e corsi sulle pratiche da adottare per mantenere elevato il livello di sicurezza. E poi un insieme di piccole attenzioni che rafforzano i rapporti umani prima ancora che intervenire sulla collaborazione civica. E contemporaneamente puntano i molti occhi di chi abita il quartiere come deterrente non solo per chi volesse compiere furti ma anche verso altri illeciti quali graffiti, truffe, vandalismi.  E, su tutto, un dialogo costante con le forze dell’ordine.

Insomma, “un sistema integrato di prevenzione e repressione”, come lo ha definito il prefetto. L’unione fa la forza, soprattutto in tema di sicurezza e di polizie locali. Ed è la strada da percorrere per garantire i cittadini.”

Il documento è firmato  da

Andrea Cereser  Sindaco di San Donà di Piave

San Donà di Piave, 25 luglio 2014

 

Dal foglio firmato dal Sindaco che rappresenta la Amministrazione si legge che la Amministrazione ritiene una ottima cosa il “ Controllo di Vicinato” . Non parla della Rete +Sicura e nello specifico, in quanto la Amministrazione è di San Donà, di San Donà + Sicura.

E allora vogliamo mettere i punti sulla i  come si suole dire.

Vogliamo raccontare come e dove è nata l’idea del Controllo di Vicinato , come si è sviluppato e diffuso, quali sono i principi, le regole la filosofia  e in modo particolare quali sono le differenze con la Rete + Sicura.

 

E lo possiamo fare tranquillamente in quanto noi conosciamo bene tale realtà essendo stati invitati dal gruppo di “ Controllo di Vicinato “ di Mira ed abbiamo discusso dei problemi inerenti al loro sistema e al nostro sistema. Abbiamo discusso delle differenze di gestione e abbiamo cercato di ottimizzare i due sistemi.

 

La Storia

Controllo di vicinato cominciò silenziosamente alla fine degli anni ’60 come responso allo stupro e all’omicidio di Kitty Genovese in New York. Cominciò come un gruppo che aveva la funzione di associare i vicini e la comunità per crimini . Non era composta da vigilantes  ma era da persone che sospettando delitti o crimini incoraggiavano gli amici e i vicini della comunità a contattare le autorità ad intervenire anche solo nei sospetti.

Nato quindi negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70 e arrivato in Europa partendo dalla piccolissima Mollington nel Cheshire in Gran Bretagna (1982), il Neighbourhood Watch è adottato da decenni in innumerevoli città americane come per esempio Chicago e Los Angeles e inglesi, come Oxford, Londra ed Edimburgo e ancora in Canada, Australia e Nuova Zelanda e in un’infinità di centri minori in tutti i Paesi anglosassoni.

 

Praticamente quello che stiamo facendo noi di San Donà + Sicura.  Noi invitiamo le persone della nostra comunità a vigilare nei nostri territori e a segnalare alla autorità ogni sospetto o ogni cosa incompatibile con il vivere civile  e che metta in pericolo la nostra sicurezza

 

Quindi da qui vediamo una prima differenza. Il Comitato di Vicinato era nato per i crimini , noi invece siamo nati per la nostra sicurezza che non è solo evitare delitti ma anche cosa che non garantisce la nostra sicurezza , dalla sanità, ai furti, ai delitti , alla sicurezza stradale eccc.

 

Si chiamava  Neighborhood_association e poi in Italia quando è nata si è chiamata  Comitato di Vicinato e poi “ Controllo di Vicinato “

 

Ma quando è nata in Italia tale forma di autodifesa ?

Leggiamo dal sito italiano

http://controllodelvicinato.it

una lettera che spiega la nascita

 

“Mi chiamo Gianfrancesco e nel 2008, dopo essere stato vittima di un tentato furto nella mia casa, ho importato dall’Inghilterra e promosso in italia, il “neighbourhood watch”, facendo anche nascere nel 2009, il primo gruppo italiano sul controllo del vicinato. In pratica, il programma dell’associazione prevede l’auto-organizzazione tra vicini, per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare, a chiunque passi nell’area interessata al controllo, che la sua presenza non passerà inosservata, e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area. Dato che è un progetto auto-prodotto, le spese sono tutte a carico dei volontari; per questo motivo, sostenere l’Associazione Controllo del Vicinato significherebbe dare un po’ di respiro e aiuto economico, per le varie spese e i vari investimenti da fare per migliorarlo: adesivi, cartellonistica per i Comuni che non possono acquistarla, sito internet da implementare, due APP per Android e IPhone a scopo educativo e promozionale. Insomma, tutte cose che abbiamo in mente, ma che non possiamo permetterci di fare.  “

 

Dal 2008 il Progetto si è sviluppato tanto che si trova un documento nel sito della Prefettura di Perugia   denominato “ PROGETTO “CONTROLLO DEL VICINATO”

Pieno successo del progetto “Controllo del Vicinato” nel Comune di Seravezza, frazione Querceta. Infatti nella serata del 12 agosto i Carabinieri hanno arrestato due pregiudicati che a seguito di un controllo venivano trovati in possesso di alcuni monili in oro e altri oggetti, provento di un furto avvenuto il giorno precedente nella medesima località’. L’intervento dei Carabinieri era stato richiesto da alcuni residenti che avevano notato un’autovettura sospetta che marciava a bassa velocità tra le vie di quella frazione.

Ai cittadini che hanno partecipato attivamente nell’ambito del Progetto, adottando comportamenti più vigili ed improntati ad un principio di aggregazione col vicinato, nel rispetto della reciproca riservatezza e ai militari della Stazione Carabinieri di Querceta và la gratitudine del Prefetto. Con il loro impegno hanno dimostrato la concreta possibilità di promuovere la sicurezza urbana per ridurre i reati, in particolare contro la proprietà e le persone, attraverso la solidarietà e la cooperazione con le Forze di Polizia.

Si auspica il proseguimento del progetto con una sempre maggiore partecipazione dei cittadini e la sua estensione ad altre realtà del territorio.

Possiamo dire che questo documento ufficiale mostra come le Forze dell’Ordine abbiano convalidato questa sistema di autodifesa

 

Troviamo poi una consacrazione sul principio di tale mezzo illustrato dal Criminologo  Dott. Francesco Caccetta il quale aveva  illustrato  i comportamenti tipici dei ladri e di coloro che intendono commettere un reato predatorio, le varie precauzioni e le tecniche per difendersi ed aumentare la protezione delle case. Ha evidenziato l’essenzialità del rapporto di buon vicinato e della necessaria attenzione a qualsiasi cosa inconsueta o inusuale, spiegando che è meglio un falso allarme che un danno subito (in genere solo il 50% degli allarmi si è poi dimostrato reale). Il Criminologo ha esortato  ad aderire al CONTROLLO DEL VICINATO, un principio solidaristico adottato in molti paesi anglosassoni ed affermato in tante cittadine del nord Italia, dove si è notato una riduzione dei furti nelle case fino all’80%.

 

Vicino a noi vi è la realtà di Mira che è diventata una cittadina da prendere ad esempio  grazie ad alcuni gruppi di cittadini, che in febbraio avevano deciso di organizzarsi per controllare il vicinato dopo svariati episodio di furto

L’iniziativa, ideata dagli abitanti della frazione di Gambarare, aveva lo scopo di ‘’spaventare’’ i ladri. Per far ciò, gli abitanti della frazione avevano posto nei quartieri la segnaletica ‘’Zona controllo del vicinato’’ e si erano riuniti in cinquanta, controllando determinate zone ed avvisandosi tra loro attraverso sms e telecamere private.

‘’Abbiamo deciso’’, ha riferito uno degli organizzatori, ‘’che così non poteva più continuare, dovevano essere più attivi come comunità ed evitare cioè che dei malintenzionati agissero contro le nostre famiglie. Per questo due gruppi attivi di persone hanno di volta in volta informato le forze dell’ordine di movimenti di persone sospette nella nostra località ad ogni ora della giornata. Così oltre ai ladri, hanno avuto vita dura anche falsi tecnici, truffatori, spacciatori, sbandati, molesti, e ragazzini in vena di vandalismi’’.

Leggiamo da un articolo della Nuova Venezia

 

 

Là dove hanno fallito le famose “ronde” funzionano invece i gruppi di controllo di vicinato. Gli atteggiamenti “militareschi” fecero un buco nell’acqua, i più tranquilli controlli tra vicini di casa con un semplice telefonino hanno invece un successo che sfiora il 100%.

Da quando i gruppi di controllo di vicinato  sono stati organizzati, cinque mesi fa nell’area Molin Rotto a Gambarare per combattere la microcriminalità dilagante e i furti, questi tipi di reati si sono quasi azzerati. Sono stati piazzati come deterrenza contro i ladri anche una serie di cartelli autorizzati dal Comune che indicano la presenza dei volontari. Il costo dei cartelli di 700 euro se lo sono accollati gli stessi residenti.

Di fatto due gruppi di 25 persone ciascuno controllano un territorio circoscritto grazie a continui scambi di messaggi sui cellulari e sistemi di telecamere private. Nei mesi precedenti all’iniziativa in quest’area erano avvenuti decine e decine di furti.: case svaligiate, auto razziate, garages svuotati e anche un caso di rapina, oltre a tutti i casi di truffe fatte da falsi tecnici.

«Abbiamo deciso», dice uno degli organizzatori, «che così non poteva più continuare e dovevano essere più attivi come comunità ed evitare cioè che dei malintenzionati agissero contro le nostre famiglie Per questo due gruppi attivi persone hanno di volta in volta informato le forze dell’ordine di movimenti di persone sospette nella nostra località ad ogni ora della giornata. Così oltre ai ladri, hanno avuto vita dura anche falsi tecnici, truffatori, spacciatori, sbandati, molesti, e ragazzini in vena di vandalismi. Da quando i gruppi sono attivi si sono avuti uno o due episodi di tentati furti in cinque mesi. Insomma quasi nulla rispetto al periodo precedente».

L’esperimento funziona e gli organizzatori sono intenzionati a potenziarlo con l’arrivo dell’estate . Continueranno ad esserci le limitazioni alle segnalazioni . «Per il rispetto della privacy», spiegano gli organizzatori, «non saranno segnalati per esempio coppie di fidanzatini o l’amante del vicino o un semplice diverbio famigliare». Un esperimento di questo tipo è partito anche a Oriago in via Lago di Lugano in questi giorni, e anche questo sembra dare risultati promettenti.

 

Tutto bene

Nell’incontro avuto con gli amici di Mirano abbiamo discusso metodi e risultati e abbiamo raccolto loro suggerimenti e loro hanno raccolto nostri suggerimenti

 

Vediamo allora le differenze e cosa fa ritenere i nostro Progetto +Sicura più facilmente stendibile con una maggiore diffusione e velocità di trasmissione dei dati.

Unico problema che mentre il loro progetto è visto in maniera amico dalla Amministrazione e dalle Forse dell’Ordine da noi è visto come  un nemico in quanto rispetto a loro per noi la sicurezza è globale e quindi rendiamo pubblici tutti i problemi e spesso le Istituzioni vedono le segnalazioni come critiche a loro e non come elementi propositivi come invece lo sono

 

Vediamo allora le differenze:

Prendiamo le domande e le risposte nella pagina del loro sito

E vediamo le diffeernze

http://www.controllodelvicinato.com/faq.html

 

 

L’iniziativa è politica o politicizzata? 
No, non c’entra alcun partito politico infatti l’iniziativa è stata ben recepita dai gruppi politici più disparati. Il Controllo del Vicinato mira esclusivamente a creare maggiore sensazione di protezione e una maggiore consapevolezza e coesione sociale, senza altri fini se non quello di difendere i propri beni e i propri familiari nel rispetto della legge.

Anche per +Sicura vale la stesa regola. Anzi gli amministratore della pagina cancellano ogni farse che si riferisce ad un partito o frasi razziste

E’ pericoloso? 
No, non si corre alcun rischio né è richiesto alcun intervento se non qualche appunto che potrebbe tornare utile alle autorità e una telefonata al Coordinatore, alle Forze dell’Ordine o al vicino coinvolto da un presunto “atto illecito” a seconda dei casi. Si può chiedere a una persona che giri senza meta apparente nel quartiere guardando nei giardini o nelle case, “Posso aiutarla? Cerca qualcuno?”, allo scopo di far capire alla persona che non è passata inosservata ma questo gesto così come qualsiasi altra iniziativa personale è totalmente facoltativo. Importante: non assumere atteggiamenti aggressivi o di sfida verso sconosciuti!

Gli Amministratori di + Sicura girano , verificano , chiedono e intervistano persone sospette nel limite del possibile senza stimolare reazione violente o pericolose

E’ un’associazione? C’è da pagare?
No, nessun fine di lucro per l’iniziativa e non c’è nulla da pagare, la partecipazione è volontaria e mirata a creare un sentimento collettivo di attenzione. L’unico investimento è da parte del Comune quello di indire una riunione in luogo pubblico in orario serale e di apporre alcuni cartelli nelle zone che facessero richiesta di attivazione di CdV.

La Rete + Sicura non chiede nulla al Comune e ogni riunione o cartelli o manifesti o altro è a spese degli Amministratori o di offerte se in futuro qualcuno le volesse donare

Quali costi ci sono?
A parte i cartelli (a carico del Comune) e un po’ di tempo per un incontro il Controllo del Vicinato non prevede altri costi.

Ogni costo per qualsiasi manifestazione o gadget o altro è totalmente a carico egli amministratori della rete + Sicura

Come viene vista dalle autorità? 
A pochi mesi dall’adozione sono state riscontrate solo opinioni positive, specie dalle Forze dell’Ordine le quali possono contare sull’aiuto dei cittadini per intervenire miratamente su segnalazioni specifiche, il che rende più efficace il lavoro delle pattuglie impegnate quotidianamente nei sulle nostre strade e che possono concentrarsi dove c’è maggiore necessità sapendo di poter contare su segnalazioni puntuali in caso di necessità.

Attualmente solo alcune Amministrazioni hanno dimostrato considerazione e hanno chiesto o sollecitato la collaborazione. Si spera che in un futuro tale collaborazione sia fattibile. Al momento La Nostra Amministrazione ci critica perché legge critiche  alla conduzione della città e a problemi legati alla sicurezza. Ci vede come una alternativa alla Amministrazione alle Forze dell’Ordine mentre invece noi vogliamo solo sensibilizzare la gente e collaborare con le istituzioni per difendere noi e la città

 

Nelle zone di Controllo del Vicinato viene fermato chiunque, indistintamente? 
No, in linea di massima non viene fermato nessuno anche perché nessuno ha l’autorità di fermare altri individui. In caso di atteggiamenti sospetti da parte di qualcuno o ci si accerta amichevolmente se la persona sia in cerca di qualcosa di specifico (amici, negozi, altro) o si avvertono semplicemente le autorità competenti.

Lo stesso per gli aderenti alla Rete + Sicura

Sono previste ronde?
No, contrariamente ad alcuni altri sistemi di Neighbourhood Watch (esempio alcuni modelli in UK) non è previsto alcun tipo di ronda in base al principio che è più opportuno anziché avere qualcuno che passa in strada guardando le case, fare sì che dalle case si guardi maggiormente in strada. Un vantaggio aggiuntivo è che mentre le ronde passano per un’area, i vicini sono quasi sempre presenti!

Lo Stesso avviene e si auspica avvenga con gli aderenti a Rete + Sicura

Il modello di Controllo del Vicinato è applicabile ovunque? 
Il Controllo del Vicinato è applicabile ovunque. La zona ideale per l’applicazione del Controllo del Vicinato è tuttavia piuttosto circoscritta (e ciascuna con un proprio coordinatore), non sono ideali per poter avere una chiara situazione del viavai di auto e persone le zone con troppi esercizi commerciali o con uno o più palazzi di grandi dimensioni.

Il Modello di Rete + Sicura è applicabile e ripetibile in ogni paese o città Non ha a confronto del Progetto Controllo del Vicinato limiti di persone, quartieri o vie.. Vanno bene zone solo abitate o zone commerciali.

Quando devo chiamare la Polizia?
Chiama la polizia quando vedi che viene commesso un crimine o quando a seguito di elementi sospetti credi che un crimine possa essere commesso a breve. Meglio che la Polizia accerti un possibile crimine prima che qualcuno ne sia vittima!

Concordiamo anche noi con gli stessi principi. Tendiamo a prevenire. Prevenire meglio che curare. Prevenire meglio che succeda il furto o il danno. Si può chiamare la Polizia o i Carabinieri

A)  Dall’incontro che abbiamo avuto con il Comitato di Controllo Di Vicinato di Mira abbiamo raccolto e approvato l’idea di preparare dei cartelli simili ai loro per indicare le zone che i cittadini ci segnaleranno come posti a rischio e saranno maggiormente sorvegliati  agli aderenti alla Rete + Sicura. Saranno displocati nei posti scelti con il persone dalla Amministrazione ad indicare che tale vie o piazze sono maggiormente sorvegliate dai cittadini stessi

 

b) Ci saranno incontri con i cittadini aperti al pubblico e alle istituzioni in cui farà il punto della situazione e saranno presenti esperti del settore che esporranno consigli  e faranno relazioni utili per capire come difenderci meglio e in modo legale

 

Prendiamo come fattori positivi alcuni punti derivanti dall’uso degli avvisi che le zone sono maggiormente sotto l’occhio dei cittadini

Far sapere tramite l’apposizione di cartelli  a chiunque passi nella zona che la sua presenza potrebbe non passare inosservata e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno del quartiere. 

Un insieme di piccole attenzioni fa sì che i molti occhi di chi abita il quartiere rappresentino un deterrente per chi volesse compiere furti o altro genere di illeciti “da strada” quali furti, graffiti, scippi, truffe, vandalismi etc. La collaborazione di tutti è fondamentale perché si instauri un clima di sicurezza che verrà percepito da tutti i residenti e particolarmente dalle fasce più deboli che rimangono a casa come anziani, donne e bambini. 

Il senso di vicinanza unito alla sicurezza che al suono di un allarme, a un’invocazione di aiuto, o di fronte a qualunque altra situazione “anormale” ci sia una tempestiva reazione del vicinato fa sì che ci si senta maggiormente protetti all’interno della propria abitazione e contemporaneamente rafforza i rapporti all’interno di una comunità diventata più unita e consapevole. Non ultimo, si instaura un dialogo continuo e sensibile tra cittadini e forze dell’ordine alle quali il Coordinatore dell’area di Controllo del Vicinato riporterà gli episodi o le segnalazioni più significative.

 

Vi sono alcuni consigli che prendiamo dalla loro esperienza che riteniamo validi anche per la Rete + Sicura

 

  • Sensibilizzare il vicinato circa l’importanza che tutti prendano parte a questa sorta di “auto-controllo”. Quante più persone la effettueranno, tanto più sarà efficace.
  • Prestare maggiore attenzione a ciò che avviene nel proprio quartiere, nelle proprie strade.
  • Segnare su un taccuino eventuali auto (tipo, targa) che risultino sospette. Auto diverse dalle solite che transitano in zona magari lentamente o con a bordo persone sospette, auto o moto che siano parcheggiate lungamente di fronte a delle abitazioni con qualcuno a bordo etc. In caso di furti questi indizi potrebbero rivelarsi utili alle autorità.
  • Chiedere a persone che passino all’interno del quartiere guardandosi troppo in giro se abbiano bisogno di aiuto o se stiano cercando qualcuno. E’ un semplice, antico gesto per far sapere alla persona che non è passata inosservata e un possibile aiuto a visitatori occasionali del quartiere.
  • Non sono richiesti né eroismi né particolari competenze, si tratta sostanzialmente di essere più vigili, di osservare meglio; per esempio guardare meglio fuori casa, la strada o la proprietà del vicino, quando si esce o si rientra a casa o quando si stende il bucato, quando si fuma sul balcone oppure si porta a spasso il cane, etc…
  • Uscire al suono di un allarme anziché fingere di non sentirlo. Nessuno chiede di correre fuori dalla vasca da bagno e precipitarsi in strada, ma quante volte ci basterebbe aprire la finestra o fare pochi gradini per verificare che non si stia perpetrando un reato? Se anche solo quattro persone di un vicinato guarderanno per pochi secondi fuori dalla finestra prestando attenzione ad eventuali anomalie (es. segni di scasso, finestre aperte, vetri infranti, auto o furgoni) si avranno quattro prospettive diverse di un possibile crimine e qualcuno pronto a chiamare le Forze dell’Ordine.

Guardare fuori quando abbaiano i cani del vicino o se qualcuno parla concitatamente oppure grida sotto casa

 

Sono consigli che sono sempre validi e che saranno ribaditi nel tempo da noi

 

Una famiglia non riesce a vivere. Ma vi è una giustizia per tutti ?

“Rischio di finire per strada con la figlia, aiutatemi a trovare lavoro“

 

Noi del “ Il Ponte “ e della Pagine di +Sicura ci occupiamo dei problemi socio sanitari

Non ci occupiamo , come una signora ha scritto, di andare in giro e vedere le cose che non vanno e di lamentarsi. Ci è stato detto o, meglio, scritto, che non abbiamo di meglio da fare !

Noi ci occupiamo di tutti i problemi legati alla sicurezza dei cittadini.

Quando abbiamo detto al convegno sulla Sicurezza al Forte 48 che ci occupiamo di tutto quello che è sicurezza.

E la Sicurezza dei cittadini, di una persona non è solo essere sicuri dalla rapina , dal ladro, dalla violenza gratuita….: No la sicurezza è anche la sicurezza della propria salute e per questo motivo ci occupiamo dei problemi sociosanitari.

La sicurezza sarà anche vive in uno stato psicofisico di serenità.

E il lavoro è uno dei pilastri che ci permettono di vivere in benessere . Senza lavoro pochi possono avere i mezzi di vivere in maniera serena e sicura.

Se poi si hanno famiglia e figli la situazione economica diventa ancora più importante

Noi de “ Il Ponte” ci siamo da sempre occupati dei problemi sociali e di come migliorarli e spesso siamo intervenuti di persona in quanto “ Il Ponte “ è anche una onlus e nel limite delle sue possibilità economiche siamo intervenuti in varie situazioni in maniera anonima.

Questa volta volgiamo portare all’attenzione una situazione che è venuta alla nostra osservazione tramite una segnalazione alla comunità +Sicura

Ci è stato segnalato il caso e un nostro collaboratore Denis, sempre molto attivo, ha verificato, ha contattato la persona e la incontrata ed ha documentato il tutto

La notizia è subito apparsa su VeneziaToday in quanto tale giornale online è molto attivo con i suoi giornalisti a tutto quello che succede nella nostra zona.

Non è la prima volta che leggiamo una  storia come questa. Sono sempre più frequenti anche in relazione alla crisi economica  . A volte casi simili vengono portate alla attenzione del pubblico su trasmissioni televisivi che però in ultima analisi hanno lo scopo di fare vedere come la situazione politica ha portato all’Italia: Suicidi, chiusura di attività commerciali, persone che vivono in macchina e persone che non avendo più lavoro vanno fatica a mangiare salvo farsi aiutare da associazioni come “ Solidali “ e “Caritas”

Ma pur dando spazio ad annunci anche di persone che  cercano di lavoro, che sono senza lavoro, che presentano difficoltà e che devo ricorrere alla Caritas, pur ricevendo continuamenti aiuti di varie specie ( da cibo a vesti e a mobili) che poi smistiamo a persone in gran parte extracomunitarie , siamo stati colpiti da questo episodio che colpisce la nostra zona

Abbiamo dato spazio alla notizia su San Donà+Sicura e riteniamo metterlo anche su questo sito per fare capire che le emergenze ci sono , ma anche che i Comuni hanno difficoltà ad aiutare le persone. Ma anche per far capire che se soldi  sono pochi , i Comuni devo scegliere delle priorità e dare gli aiuti alla persone prima che fare opere che servono a persone che solo possono usufruirle e che il divertimento passa in secondo ordine rispetto ai bisogni primari delle persone.

Riportiamo quindi la storia di questa famiglia in quanto crediamo che sia la storia di una famiglia in difficoltà e non tanto la storia di una donna in difficoltà

Colpisce maggiormente se mettiamo che la donna è in difficoltà ma qui si parla di una famiglia in difficoltà

Venzia Today ha pubblicato la notizia che noi abbiamo raccolto dando un taglio giornalistico

 

Appello donna di San Donà lavoro casa

A noi interessa dare la notizia in modo che si capisca la situazione in cui si possono trovare diverse persone anche della nostra zona.

L’aver pubblicato sulla nostra pagina questo appello ha fato muovere qualcuno e siamo stati già contattai per cercare di risolvere o almeno limitare le difficoltà della persona

 

“Non si può vivere così. Peggio dei cani. Penso soprattutto alle mie figlie perché loro sono la mia vita“. A parlare è Alessia, nome di fantasia, una 40enne che la vita non l’ha certamente avuta in discesa. Anzi, per lei è stata una lunga sequela di ostacoli sempre più difficili da superare. Ora si ritrova a vivere a casa di un amico con il Comune di San Donà che le passa come contributo economico 350 euro al mese. Non basta, naturalmente.

 

Alessia 40enne Italiana, ha due figli una minore e un’altra maggiorenne. Nel 2000 si è separata dal marito, andando ad abitare in un alloggio comunale chiamato “alloggio temporaneo per emergenza abitativa” nel comune di Eraclea, pochi anni dopo è stata sfrattata da quella casa, non essendo più in emergenza, fortunatamente Alessia nel frattempo ha trovato una sistemazione abitativa per conto suo. Nel 2010 però ha perso il lavoro, causa di un cancro oltre ai problemi con una delle due figlie. Così dal 2010 al 2013 la nostra amica ha vissuto appoggiandosi ad amici e parenti. Ogni giorno ci racconta che andava negli uffici comunali per chiedere aiuto, per chiedere che gli venga dato un alloggio, ma purtroppo gli riferiscono che alloggi liberi non ci sono. Alessia e la figlia sono ospiti di un conoscente della stessa a San Donà, ma purtroppo l’uomo non riesce più di tanto a sopportare la situazione. Ci viene riferito che i servizi sociali del nostro comune un piccolo aiuto economico lo versano alla nostra amica, ma chiaramente non basta per arrivare a fine mese.

E’ per questo motivo che la donna, divorziata dal 2000 e senza lavoro, ha deciso di alzare la voce: “Chiedo un tetto dove poter vivere assieme alle mie due figlie”, spiega. Anche perché da un momento all’altro potrebbe finire per strada. Ma per farlo serve naturalmente una occupazione, che in questo momento manca. “Spero che qualcuno si metta la mano sul cuore e mi dia una mano”, sottolinea la donna, ricordando che non è sempre stato così tutto nero. Dopo il divorzio la signora ha vissuto in un “alloggio temporaneo per emergenza abitativa” di Eraclea, cittadina dove abitava prima con l’ex marito. Poi, dopo pochi anni, il trasloco perché sembrava che tutto volgesse per il meglio. Nel 2010 però il licenziamento e il conseguente sfratto.

Dopodiché un grave problema di salute che ha contribuito a scaraventarla sempre più nell’incubo. Subito la necessità di un ricovero di fortuna, trovato grazie alla gentilezza di un amico. Intanto la figlia più grande di 23 anni si trasferisce a vivere dal padre, mentre la minore (16 anni) continua a stare al suo fianco. “Non possiamo continuare ad appoggiarci sulla gentilezza di chi ci ospita – racconta la donna – chiedo aiuto per le mie figlie. Cosicché possano vivere in maniera normale insieme”. La risposta, come spesso accade dalle amministrazioni locali, è che alloggi popolari non ce ne sono a disposizione. Ci sono naturalmente graduatorie e regole da rispettare. E la coperta è corta. A offuscare un panorama già di per sé molto buio anche una nuova malattia agli occhi che potrebbe peggiorare da un momento all’altro. Se la burocrazia non dà una mano, dunque, l’invito non può che essere indirizzato a imprenditori o gente di buona volontà della città del Piave. “Le istituzioni e i cittadini diano un aiuto a questa signora che chiede solo di vivere la propria vita con dignità – affermano i promotori della pagina Facebook “San Donà + Sicura”, che hanno preso a cuore la storia della donna -

Per Alessia l’unioco sogno è quello di poter trovare un alloggio che gli permetta di vivere nuovamente assieme alle figlie, trovando anche un lavoro in base ai suoi problemi di salute, perché purtroppo la nostra amica è affetta da una malattia che potrebbe peggiorare da un momento all’altro.
Lanciamo anche noi un appello affinché le istituzioni e i cittadini, possano essere solidali con la nostra amica potendo aiutare lei e le sue figlie, consentendole così di vivere una Vita dignitosa di essere chiamata Vita. Assieme possiamo aiutare questa famiglia in crisi. Quando abbiamo incontrato la donna, ha versato moltissime lacrime di disperazione.

 

Ora abbiamo smosso tanta solidarietà e ci sono persone come la Croce Rossa che si è offerta di cercare una soluzione.

Ci sono persone che hanno messo l’accento sul fatto che è difficile vivere se la coppia si separa. Le spese non possono essere condivise  e aumentano sia per il marito che per la moglie ( naturalmente ci sono i figli)

Ma se la coppia vive male o a volte ci sono altri motivi la separazione diventa importante ma in ogni caso deve essere valutata.

Vi sono i problemi alla crisi economica che aggravano la situazione.

Se poi vi sono problemi di salute anche questi aggravano ancora di più

Rimane il dispiacere che se sei un clandestino ricevi un auto dallo stato Italia maggiore di una persona come quella della quale abbiamo raccontato la storia

Ci si chieda come è possibile che un clandestino deve avere facilitazioni maggiori, dalla casa. Al cibo, alla scheda telefonica mentre un italiano  che perde il lavoro non ha spesso alcun  aiuto .

E’ giusto aiutare chi ha bisogno ma tutti quelli che anno bisogno nel limite delle loro possibilità

Non ho mai sopportato il vedere che i clandestini o i venditori abusivi o i mendicanti che chiedono e molestano le persone che non danno la moneta possono fare quello che gli italiani non posso fare e ricevo aiuti che gli italiani non ricevano

Zingari e mendicanti molesti e violenti !

 

Parliamo ancora di mendicanti molesti che sono poco mendicanti e spesso molto molesti e spesso non sappiamo come difenderci

Oggi abbiamo ricevuto questa segnalazione che è significativa di come la gente vive male!

Ancora mendicanti molesti!
5 minuti fa volevo portare assieme a mio padre dei vestiti vecchi nel bidone della Caritas di San Pio X. Arriviamo, non facciamo a tempo a mettere giù la macchina che 2 persone, sempre le solite che chiedono l’elemosina dopo le messe (un uomo e una donna) ci braccano, aggredendoci e chiedendo di dare loro i sacchetti. Su 4 sacchi, per paura di ritorsioni, gliene abbiamo consegnati 2, e già per i 2 sacchi che abbiamo messo dentro erano molto scocciati, quasi avessi buttato via un tesoro.
Contemporaneamente, arriva una ragazza da sola, che ancora prima di scendere dalla macchina si sente chiedere “Hai vestiti?”
Lei, più risoluta di noi, scarica tutto e fa per mettere tutto dentro il bidone, intimandoli (alzando la voce) di andarsene e chiedendo rispetto. I due mollano la presa, ma se ne alza un terzo (più vecchio) e le va incontro. Quando vede che la ragazza non ha nessuna intenzione di dare loro niente, prima le prende il braccio, poi le blocca con la forza il maniglione che va tirato per mettere i sacchi dentro il contenitore. Io e mio padre, che eravamo rimasti nei paraggi di proposito visto che lei era sola, interveniamo per separarli, e per far finire il lavoro alla signorina. Il vecchio inizia a blaterare qualcosa in una lingua che non ho capito, si allontana mettendosi le mani nei capelli e mostrandoci il dito medio.

Frequentando molto l’ambiente parrocchia, il pensiero di ritrovare queste persone mi spaventa molto, perché sicuramente si ricorderanno di me e mio padre. Se non si può vivere tranquilli nemmeno tra le mura della propria parrocchia…basta, va messa la parola fine a tutto ciò!

Magari uno è a guardare le partite dek Campionato Mondiale in Brasile e sta soffrendo per la partita di Italia che deve qualificarsi a fatica e intanto i ladri entrano nella loro casa

Per chi non volesse scrivere su FB e vuole stare anonimo abbiamo attivato un indirizzo mail. Sarà comunicato anche alla stampa

Comunichiamo a tutti che è stato attivato un indirizzo mail per le persone che vogliono comunicare in privato segnalazioni e/o lamentele/ o osservazioni e/o consigli
e-mail: piusicura@libero.it

Comunichiamo anche  a tutti e lo faremo sapere a mezzo stampa che abbiamo attivato un sito all’indirizzo

http://www.sandonapiusicura.it/
in modo che le persone che non usano FB possano seguire tutte le notizie. E poi ci possono comunicare con mail le loro opinioni

Riportiamo qui  quanto scritto in passato in quanto rimane un problema all’ordine del giorno e sembra aggravarsi sempre di più

“Una signora scrive ogni volta segnalo all’ufficio informazioni della SME pare che abbiano un guardiano che li “fa calmare” perché davvero sono sempre più aggressivi anche verbalmente.”

Ma il commento che più colpisce è: ma comunque le forze dell’ordine non ci sono mai.

E’ anche vero che diverse persone mi hanno scritto o detto che a volte arrivano i vigili ma non succede nulla. I mendicanti scappano all’interno della SME o del Centro Commerciale e tutto si ferma . Poi i vigili vanno via e tutto torna come prima.

Nello spazio davanti alla SME e fuori dal parcheggio del Centro Commerciale stazionano decine di mendicanti , se possiamo chiamarli così. Ma non solo al Centro Commerciale . Lo stesso fenomeno anche se ridotto ma solo per problemi di spazi lo troviamo all’ingresso del cimitero, al di fuori dei supermercati tipo LIDT o Winner o Eurospin ma anche fuori al parcheggio dell’Ospedale di San Donà e a quello di Portogruaro.

Episodi di mendicanti molesti, insistenti specie con le donne con bambini o con anziani sono normali.

Le violenze sono rare

Mesi fa aveva fatto notizia la vigilessa picchiata nel parcheggio dell’Ospedale di Portogruaro ma poi finì tutto li.

D’altra parte rimane il fatto che molti mi hanno segnalato specie a voce: ma poi se li prendono e li identificano o li portano in caserma , poi vengono messi in libertà subito. La denunzia non ha seguito.

L’episodio che il Gazzettino ha segnalato va bene ma poi …..

E’ vero anche che il Centro Commerciale le ha provate tutte: dal non mettere le mote per avere i carrelli, al gettone da comperare, dalla guardie di sorveglianza , ma nulla è valso

Fino a che la polizia locale non faccia una opera sistematica d presenza e di controllo credo che il problema non si risolverà

Giorni fa ho provato ad intervistare un mendicante che vedo sistematicamente fuori dalla chiesa di San PIOX, dal supermercato LIDT, dal supermercato EUROSPIN e fuori dall’Ospedale di San Donà. Lo conosco bene in quanto lo vedo sempre ora in un posto ora in un altro. E a volte in un posto e a volte vi è una donna e spesso sono assieme.

La tattica è sempre la stessa. Fuori dalla chiesa alla uscita della S. Messa chiedono qualcosa per mangiare e lamentandosi che hanno fame. Lo stesso fuori dall’Ospedale. Mentre all’eterno dei Supermercati chiedono di la moneta che era stata messa nel carrello. Sono sia lui che la donna insistenti anche se all’inizio cercano di aiutare le persone anziane a portare il carrello e a depositare le borsette in macchina. Ma diventano poi molesti anche se questi sono pacifici se non le viene dato nulla. Ma è difficile per una persona anziana o per una donna con dei bambini riportare il carrelli indietro e riprendere la monetina.

E’ vero che sono un euro o due euro e si possono dare ma non tutti possono e poi ognuno può dare un obolo a chi vuole ma non piace darlo a chi lo chiede e quasi lo pretendente

Dicevo che ho intervistato questo mendicante, ovvero ho cercato di intervistarlo. Non era una intervista ; era un tentativo di capire perché fa sistematicamente questo lavoro

Ero fuori dall’Europsin e non vi era gente per cui lui non era occupato al momento con nessuno

Gli ho chiesto da dove venisse ma non mi ha risposto. Gli ho detto che lo vedo nei vari posti e che tutti i giorni è in giro a chiedere il soldo . Mi ha risposto che non era vero ma gli ho citato tutti i posti  dove si trova ogni giorno. Gli ho detto che se era lui era sua moglie. Mi ha risposto che tutti gli dicono così ma non è sua moglie ma una donna che non conosce. Ma vanno poi via alla sera assieme e quindi sicuramente almeno si conoscono.

Ho cercato di chiedergli ancora da dove venisse  e dove abitava ma infastidito è andato verso il muretto. Poi è giunta una signora con due bambini e lui la ha seguita e ho visto che la aiutata a mettere le borsette dal carrello all’interno della macchina e poi la signora gli ha lasciato il carrello che lui ha riportato al supermercato intascando la monetina.,

Con la signora è stato gentile ma come poteva la signora con due bambini andare a riportare il carrello indietro e riavere la

moneta ? Era impossibile con i bambini e quindi è stata costretta ad una elemosina magari non voluta

Questi mendicanti in genere sono dell’Est ma ve ne sono molti di colore specie al Centro Commerciale che cercano di vendere oggettivi inutile ma che possono stimolare e farsi dare qualcosa . Il fatto che poi possano essere mossi da qualcuno che sta più in alto come nel caso delle prostitute che sono sfruttate e poco rimane in tasca loro è un altro problema.

Noi crediamo che si debba intervenire

Non si può premettere che siamo continuamente molestati e che poi si possa avere paura nella nostra città, fuori dell’Ospedale o della Chiesa o al supermercato

Cosa fa la Amministrazione ?

Cosa fanno le forze dell’Ordine ?

Molti ci scrivono che una volta vedono i vigili passare e camminare tra la gente. E ora ?

 

 

 

San Donà+Sicura: Un Ponte tra la Gente che si allunga oltre la sicurezza !

Il gruppo San Donà+Sicura  che si allargato assieme ad Jesolo+Sicura con Noventa+Sicura, Cavallino+Sicura, Fossalta+Sicura e che nelle prossime settimane si allargherà di altre tre/quattro città sta crescendo

Sta crescendo come adesioni ( i mi piace) ma sta crescendo specialmente come visite di persone che fanno segnalazioni e che sono la linfa della pagina. Le segnalazioni infatti permettono alla gente di stare attenta , di non lasciarsi truffare, di non farsi derubare eccc.

Le segnalazioni i permettono alle forze dell’ordine di intervenire ed eliminare i pericoli , di chiudere le discariche abusive e altro

La collaborazione tra la città e il cittadino e tra il cittadino e un altro cittadino abbiamo sempre detto che è un Ponte

Ma il nostro gruppo, il nostro Team va oltre. E’ effettivamente un Ponte tra la gente: segnala, spesso risolve ma aiuta anche chi è in difficoltà

Quest’oggi il gruppo +SICURA, dopo il caso del ragazzo scomparso a Caorle ha deciso di contattare la redazione giornalistica CHI LA VISTO, per chiedere  anche a  loro il contributo nelle ricerche dell’uomo.

Verso le 14 30 abbiamo ricevuto una telefonata da parte di un’addetta della redazione che  spiegava la prassi per far si che il tutto venisse  pubblicato. Poco dopo  ricevemmo nuovamente la telefonata della Signora che , scoppiando in lacrime,  ci diceva di essere anche ella originaria del Veneto,  e raccontava  “sono stanca di vivere mi sento sola”. Basiti dalle affermazioni cercammo di tener calma la donna, spiegandole che spesso nella vita ci sono dei momenti bui.  Presa dall’ansia, continua a raccontarci che la sua vita era inutile, ed era stanca di vivere e che si sentiva sola.

Abbiamo invitato la signora a contattarci nuovamente per parlare e sfogarsi dicendo a lei  che noi siamo sempre disponibili per ascoltare le persone e  di chiamarci quando lei voleva.  La invitammo comunque a farsi seguire da qualcuno o quanto meno di parlare con una amica e/o parente.

Lasciammo la donna cosi in preda alle lacrime perchè  la conversazione dopo dieci minuti era caduta. Immediatamente abbiamo contattato la Polizia Postale di Venezia e successivamente quella di Roma, e assieme all’agente abbiamo fatto il punto della situazione.

Alle 17.30 abbiamo ricevuto nuovamente notizie dalla  Polizia Postale che ci segnalava di aver rintracciato la donna che tutto sommato stava bene, venne  confermato agli agenti il tutto.

Noi siamo stato contenti  di aver ricevuto il ringraziamento da parte della Polizia Postale di Roma, che  vogliamo contraccambiare ringraziandoli  per la velocità nelle ricerche.

San Donà + SICURA, assieme a Noventa, Cavallino , Fossalta e Jesolo +Sicura, si occupa spesso di denunciare il degrado delle città, mettendo sotto i  riflettori  anche cose che spesso non si vedono. Ma in questo caso abbiamo avuto la possibilità di aiutare le persone che si trovano in difficoltà come la nostra amica V.

Giorni fa , visto l’aumento veramente vertiginoso di gente che ci scrive e ci segnala problemi e che si lamenta , abbiamo fatto un appello alle forze dell’ordine che riportiamo qui sotto

Spesso riceviamo segnalazioni e , per la maggior parte delle volte,  ci troviamo anche noi ad assistere a episodi che interessano i cosi detti mendicanti molesti. Spesso notiamo in diversi negozi all’esterno zingari di etnia Rom con dei minori e, ogni volta lo segnaliamo telefonicamente alla Polizia. Parcheggio dell’ospedale Via Verdi e Piazza Rizzo, ove molestano le persone chiedendogli insistentemente denaro. Persone che girano per le abitazioni, suonando il campanello per verificare se ci sono persone all’interno delle abitazioni. Bagni pubblici usati per fare i loro comodi lasciati senza un minimo di igiene. Il loro punto di ritrovo all’interno di una casa abbandonata in Viale Primavera, dove sappiamo che spesso è stata segnalata alle autorità competenti. Mendicanti all’esterno di strutture pubbliche. Accampamenti nelle zone industriali. Spesso, molto spesso sono aggressivi e ingiuriosi nei confronti delle persone. Vogliamo sapere se questa cosa può finire, i nostri post raggiungono anche le 10000 visualizzazioni e riceviamo centinaia di messaggi inerenti a questo fenomeno, i nostri cittadini sono STANCHI, vogliono solo essere tutelati. Precisiamo che nel gruppo “+ SICURA ” nessuno è razzista, tanto meno appartenente ad un gruppo politico, la nostra unica politica è il bene della nostra città. Chiediamo ai nostri lettori di voler commentare e di voler condividere questo post nel proprio profilo. UN SINCERO GRAZIE AI NOSTRI LETTORI

Altro problema che è molto sentito specialmente dagli abitanti di Noventa è il problema degli zingari che occupano spazi abusivi ma non solo, sporcano, rubano nelle case e nelle fabbriche, creano disagi e lasciano sporcizia in tutta la zona industriale. Anche per questo problema riceviamo migliaia di commenti

Sì perche i commenti e non solo le visite sono migliaia. Pensate che alcuni post sono stati letti da 17.000 persone

Molte persone fanno segnalazioni ma vogliono rimanere anonimi perché hanno paura di vendette

Oramai abbiamo una media di 10.000 lettori per post . Siamo diventati una forza e le Amministrazioni dovranno tenere conto di questa forza ascoltando le lamentale e dando sicurezza a tutti

Un altro fatto che ci ha dato soddisfazione è l’aver sventato ed eliminato la truffa del PostPay

Riportiamo qui il post con il quale noi abbiamo annunciato la truffa

TRUFFATORE IN GIRO PER LE STRADE IN QUESTI MINUTI : ATTENZIONE !
Avvertiamo che si notiamo  un uomo alto circa 170 sembrerebbe calvo capello in testa ed occhiali neri con l’accento del Sud. Entra nei tabacchini si ricarica la post pay e poi si dilegua nel nulla, con la scusa di aver dimenticato il portafoglio in macchina. La vittima della truffa che ci ha segnalato il problema è il Tabacchino da Gilda sito nei pressi dell’ospedale. STATE ATTENTI E DIFFONDETE LA NOTIZIA

Abbiamo telefonato poi a 44 tabacchini di San Donà avvisandoli e solo uno purtroppo ha perso quasi 1000 euro. Ma gli altri ci hanno ringraziato riconoscendo il nostro aiuto.

LO stesso Gazzettino con F. Cibin ha scritto il seguente articolo

- I truffatori della Postepay sono arrivati anche a San Donà. Ci hanno provato ieri mattina, e ancora prima un mese fa, alla tabaccheria e ricevitoria di Gilda Cuzzolin di via Nazario Sauro. Le modalità? Semplice e micidiali se non si fa attenzione: il malvivente di turno chiede una ricarica, solitamente molto sostanziosa, esibendo documenti falsi o rubati, e al momento di pagare inventa una scusa, come avere dimenticato bancomat o portafoglio in auto, salvo poi darsi alla fuga. E così stava capitando anche da Cuzzolin, se non fosse stato per la prontezza della titolare e della figlia Barbara, che si erano insospettite dell’atteggiamento dei due uomini che si sono trovate di fronte. «Un mese fa – ricorda Barbara – si è presentato un signore distinto che tirò fuori la scusa del bancomat lasciato in macchina; mia mamma, insospettita, annullò subito l’operazione di ricarica di 996 euro». Stessa cosa ieri mattina. «Poco dopo le 11 si è presentato un uomo sui 40 anni, calvo, italiano con accento meridionale, che mi ha dato come nome quello di Gianluca». E anche questa volta stessa manfrina e stessa scusa del portafoglio lasciato in auto dal cugino. Ma Barbara ha annullato l’operazione e l’uomo, forse intuendo di essere stato colto sul fatto, è fuggito in auto. Un monito dettagliato è stato messo sul profilo Facebook «San Donà + Sicura».

 

Ma episodi come questi ne possiamo raccontare oramai a centinaia. Non pensavamo che la gente partecipasse in tale modo alla nostra pagina.

Però un commento viene spontaneo: San Donà non è sicura.

Bisogna fare qualcosa !

Quanta gente ci scrive rimpiangendo come si viveva alcuni anni fa. Ci scrivono che anni fa si poteva uscire di casa , andare in strada a chiacchierare con i vicini e lasciare la porta aperta ; si poteva per il caldo lasciare le finestre aperte. Adesso se non hai l’allarme non sei nessuno; devi avere la porta blindata, devi avere la videosorveglianza .

Non è più la vita di 10-20 anni fa

Non viviamo più tranquilli.

Quando usciamo anche solo per 30 minuti dobbiamo chiudere bene tutto; avvisare i vicini che siamo usciti; dobbiamo stare bene attenti a non scrivere o dire che siamo in vacanza e che la casa è abbandonata.

Noi de ” Il Ponte ” e del Gruppo +Sicura cercheremo di risolvere per quanto possibile ( secondo le leggi) di risolvere alcuni problemi. Ma abbiamo bisogno della collaborazione delle Ammnistrazioni, delle Forze dell’Ordine e di tutti i cittadini

Bisogna ritornare a parlare con i vicini, scambiarsi gli aiuti e tirare un Ponte tra tutti noi..un Ponte che aiuti l’uno con l’altro

Croce Bianca e AVIS : un volontariato con il cuore contro il Melanoma ad Annone Veneto !

Due mesi orsono il Dr Milano, Primario di Cardiologia dell’Ospedale di San Donà di Piave propose alal Croce Bianca di Annone Veneto di organizzare un incontro per sensibilizzare la gente del posto sul problema MELANOMA

La zona tra Annone Veneto e San Stino fino a Caorle e Torre di Mosto ha una percentuale di ammalati di melanoma di molto superiore alla media nazionale.

Il Dr Milani è molto attivo sul fronte del volontariato in modo particolare con ” Gli Amici del Cuore”  e ben conosceva la voglia  della Croce Bianca e dell’AVIS del posto del sensibilizzare la popolazione sulle principali patologie. Ogni anno infatti le due Associazioni di Volontariato organizzano conferenze e giornate di prestazioni gratuite.

Noi avevamo lanciato nel 2011 una campagna di sensibilizzazione per la diagnosi precoce del Melanoma su tutto il territorio della ASL N 10 ( Veneto Orientale). Tale campagna costruita con i Rotary Club i Lions Club e il Sorptimist hanno dati risultati ottimi e noi abbiamo proseguito in vari comuni sia del Veneto Orientale che in provincia di Venezia, Treviso e Padova.

Metto qui sotto il manifesto che invitava a tale Campagna di sensibilizzazione

 Il Dr Milani lanciò l’idea di un incontro ad Annone Veneto  e la Croce Bianca e l’AVIS furono entusiasti e concordarono una data per una conferenza ma andarono oltre. Non solo la conferenza ma anche una giornata dedicata , come loro usano, a visite gratuite su tale patologia

Preparano questo manifesto

L’AVIS la conoscono  tutti ma la Croce Bianca è meno diffusa e meno conosciuta per cui metto qui sono una spiegazione di chi sono e come operano

La Croce Bianca, Volontari del soccorso civile, Onlus di Annone Veneto, è un’Associazione di volontariato che persegue fini di solidarietà civile e sociale.

E’ apartitica, aconfessionale e senza scopi di lucro.

Regolata da un proprio Statuto registrato, è iscritta nell’Albo del Volontariato della Regione Veneto ed opera nei limiti della vigente normativa in materia: la Legge statale n° 266 del 1991, la Legge regionale n° 40 del 1993 ed il Decreto legge n°460 del 1997.

Promossa dall’AVIS e dall’AIDO, l’Associazione si è ufficialmente costituita in forma autonoma il 17 marzo 1995, ma la maggior parte dei suoi fondatori operava in paese già dal settembre del 1991 come espressione locale di un più ampio gruppo di volontari che tra il 1987 ed il 1989 aveva dato vita  ad un’ analoga associazione intercomunale con sede a Motta di Livenza.

Scopi specifici della Croce Bianca sono:

-il trasporto in ospedale o in altro centro sanitario di persone ammalate, infortunate o comunque bisognose del servizio per visite mediche, analisi cliniche , terapie e ricoveri;

-l’assistenza con i propri mezzi a manifestazioni sportive, folcloristiche, ricreative e sociali, su richiesta degli organizzatori.

Inoltre, compatibilmente con le proprie risorse, la disponibilità e le competenze dei Volontari, l’Associazione:

- collabora con Istituzioni pubbliche e private, il Servizio Sanitario Nazionale, la Protezione Civile ed altre Associazioni di volontariato ispirate alla civile ed umana solidarietà;

- promuove ed organizza corsi di informazione sanitaria e di addestramento per i propri soci e per i cittadini.

 

IL NOSTRO VOLONTARIATO

Possono essere soci della Croce Bianca i maggiorenni di entrambi i sessi che, mossi esclusivamente da spirito di solidarietà, condividono le finalità dell’Associazione, ne  accettano le regole statutarie e garantiscono la loro disponibilità per un servizio volontario e gratuito.

I soci in attività sono assicurati per malattia, infortunio e per la responsabilità civile verso terzi.

Attualmente i Volontari sono oltre una trentina e svolgono mansioni di autista  e/o accompagnatore.

Aiutano le persone trasportate ed eventualmente le assistono nei rapporti con i sanitari e nel disbrigo di pratiche varie (pagamento tickets, ritiro referti, prenotazione appuntamenti, ecc.) relazionando poi, se necessario, ai familiari o ai medici di base.

Anche il coordinamento dei servizi (raccolta delle prenotazioni ed organizzazione dei trasporti), il controllo e la manutenzione degli automezzi vengono assicurati da personale volontario che utilizza a tal scopo strutture finora messe a disposizione dall’Amministrazione comunale.

Dal 2003 la Croce Bianca collabora con l’AVIS che gestisce il Punto prelievi comunale (operativo tutti i lunedì mattina dalle 7.30 alle 8.30 presso la Sede di via Postumia 54)  provvedendo al ritiro presso il laboratorio ospedaliero di Portogruaro dei referti clinici che poi vengono distribuiti dalla Farmacia del Paese.

MEZZI UTILIZZATI E FINANZIAMENTI

La Croce Bianca può contare su quattro macchine di sua proprietà: una comoda autovettura corredata di carrozzina, tre autoveicoli attrezzati per il sollevamento ed il trasporto di disabili.

Dispone anche di un montascale elettrico per lo spostamento sui diversi piani di un fabbricato di persone in carrozzina

Finanziariamente l’Associazione si sostiene:

- con i contributi degli utenti che concorrono alla parziale copertura (70% circa) delle spese di gestione (carburante, assicurazione automezzi e volontari , tasse, riparazioni, ecc.);

- con periodici contributi erogati da Enti pubblici e da Associazioni private;

- con offerte spontanee di privati cittadini, spesso in memoria di familiari o amici defunti.

- con i proventi derivanti dalla scelta per la destinazione del cinque per mille dell’Irpef effettuata dai contribuenti all’atto della denuncia dei redditi in favore della Croce Bianca  (codice fiscale 92015980276).

 

Quello che mi ha colpito in questa Associazione e nell’AVIS è il cuore che loro mettono in quello che fanno. Credono in quello che fanno e lo fanno bene .

Mi è stato difficile incontrare nei vari comuni dove andiamo a fare conferenze delle Associazioni così unite in un volontariato vero e entusiasmante

 

E allora siamo partiti con la conferenza di mercoledì 4 giugno. La serata era organizzata e si è offerto strada facendo il regalo di Giuseppe Cosacco che presiede la DACOS Sistemi ma è anche membro de ” Il Ponte” . Cosacco aveva ideato da poco un canale che trasmette i grandi eventi in streaming ad alta definizione . E il regalo è stato: vengo io e trasmetto la conferenza in diretta. A che ci risulta è stata la prima volta che una conferenza sulla Prevenzione sia trasmessa in diretta. In questi giorni trasmette gli eventi con Del Piero a Jesolo come l’anno scorso in occasione del Mondiale di Calcio

 

E la popolazione ha reagito bene alla conferenza. La sala , come potete vedere dalle foto era piena e la gente è rimasta fino alla fine. Abbiamo fino poco prima della mezzanotte. E la gente ha partecipato attivamente con discussione e domande interessanti.

Ci siamo divertiti e divertendosi si impara e credo che la gente abbia imparato alcune cose. E lo posso dire perché molte persone sono poi venute alla fine a parlarci e a fare domande extra. Noi abbiamo lasciato la sala dopo mezzanotte , stanchi ma felici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E poi la domenica !

Quando siamo arrivati alle 8.15 come da accordi in quanto la visite dovevano iniziare alle 8.30 abbiamo visto la fila della gente in fila all’ingresso e ve lo faremo vedere dalle foto

All’esterno due volontari raccoglievano i dati e preparavano un cartellino con tutte le notizie utili

E anche questo le potete vedere dalle foto.

Per scherzo avevamo scritto che avremmo visto tutte le persone anche se l’orario era dalle 8.30 alle 12,30, ma la verità era un’altra. Le gente continuava a venire per cui si è deciso di fermarsi a 100 persone ( poi sono state viste 104) persone

Diverse persone se ne sono andate via dopo le ore in fila e 35 persone sono state rinviate a data da destinarsi., E Tale data è poi stata fissata a domenica 29 giugno sarà una altra festa.

E adesso le foto di domenica scorsa.

Ma anche i dati hanno un senso e poi li daremo

 

 

 

 

 

 

 

Questa era la gente in attesa chi dentro e chi fuori. Avevamo preparato rinfresco con il Tè Verde !

 

 

 

 

 

 

 

Abbiamo visitato 104 persone e abbiamo trovato 37 casi di nevi pericolosi. Poche erano le persone con obiettività negativa . La maggior parte doveva fare controlli approfonditi e 37 dovevano avere un piccolo intervento che probabilmente sistemerà il tutto.

Poi ci sarà l’esame istologico che dirà la verità. E qaundo avremmo i risultati questi saranno pubblicati e resi disponibili alla ASL

E’ stata una faticata ma una domenica favolosa

E chiudiamo con altre due foto della giornata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un GRAZIE di CUORE ad Annone Veneto, alla Croce Bianca e all’AVIS che ha saputo fare qualcosa di buono per la gente con il sorriso sempre nei visi di tutto

Ci siamo divertiti ad aiutare la gente e speriamo che questa giornata sia servita veramente a mota gente

Anche San Donà di Piave partecipa al programma denominato DEFRA per calcolare i rischi di fratture in Osteoporosi

 

 

 

 

 

 


 

Parliamo del rischio di frattura osteoporotica e soglia di intervento

Vi è un algoritmo denominato DEFRA per calcolare i rischi di frattura

l numero delle fratture osteoporotiche è in costante aumento ed è necessario individuare con accuratezza le persone ad elevato rischio per avviare un trattamento farmacologico efficace e con un ragionevole rapporto costi/benefici.

L’accesso al trattamento si è basato spesso sul valore della BMD ma sono stati subito individuati altri fattori di rischio che interagiscono con la BMD. Per questa ragione con la Nota 79 i pazienti da trattare a carico del SSN sono individuati sulla base di fattori di rischio come pregresse fratture, terapia steroidea, bassa BMD associata ad altri fattori di rischio. Il razionale di questo approccio è sempre stato percepito come di non immediata comprensione.

Negli ultimi anni sono stati sviluppati vari strumenti per predire il rischio futuro di frattura nelle donne in post menopausa, Tra questi strumenti quello più usato è il FRAX®, anche per il patrocinio ottenuto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo strumento consente di calcolare la probabilità per un paziente di andare incontro a frattura d’anca o di altri siti ossei nei successivi 10 anni. Esso è stato adottato da molte società scientifiche e recentemente anche da autorità sanitari, in primo luogo dal NICE (NCGC) del Regno Unito.

Il FRAX® presenta tuttavia alcuni problemi applicativi e soprattutto di accesso per un utilizzo regolatorio. Per questa ragione sono state sviluppate versioni nazionali come ad esempio il “Q-fracture” inglese (www.qfracture.org).
In Italia la SIOMMMS –SIR ha elaborato alcuni adattamenti dell’algoritmo FRAX con lo sviluppo finale di DeFRA.

L’utilizzo di DeFRA consente di documentare in maniera oggettiva la gravità e il potenziale impatto dell’osteoporosi migliorando la percezione del rischio sia da parte del paziente che degli altri operatori sanitari.

Noi possiamo  festeggiare che un nostro medico Il Dr Francescon sia stata chiamato a collaborare a questo grande progetto universitario che da lustro al nostro territorio

Il  Dott. Alessandro Francescon, responsabile dell’Ambulatorio per l’Osteoporosi della Clinica Rizzola di San Donà di Piave  ha aderito recentemente alla raccolta di dati in collaborazione con le Università degli Studi di Verona e di Padova per conto anche della Regione Veneto. Lo scopo di questa raccolta dati è di migliorare l’algoritmo denominato DEFRA per renderlo sempre più affidabile e preciso.

Tale algoritmo è stato da poco ideato dalle principali Società Scientifiche Italiane per l’Osteoporosi e consente di individuare i soggetti a rischio di frattura Osteoporotica che sono in costante aumento visto l’invecchiamento della popolazione.

Si rende necessario, pertanto, individuare con accuratezza le persone ad alto rischio per avviare un trattamento farmacologico efficace e con adeguato rapporto costo beneficio.

Questo algoritmo oltre alla densità minerale ossea prende in considerazione molteplici fattori di rischio che possono intervenire nel decorso del processo osteoporotico a dimostrazione del fatto che questa è una patologia molto complessa.

Il fatto poi che il DEFRA , che è in uso su tutto il territorio Nazionale, preveda l’inserimento dei dati Densitometrici ottenuti con la tecnica ad Ultrasuoni Calcaneare utizzata dal Dott.Francescon durante la Sua valutazione clinica è una ulteriore dimostrazione come questa tecnica possa considerarsi affidabile e all’avanguardia oltre che scevra di ogni qualsiasi controindicazione.

Riteniamo, inoltre , sia fonte di grande soddisfazione che anche il nostro Territorio contribuisca a incrementare la casistica, del tutto anonima, di un progetto di portata Nazionale contribuendo a incrementare le conoscenze Scientifiche sul tema e dimostrarsi sensibile verso una problematica di così rilevanza Sanitaria e Sociale, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Credo che tutti noi siamo grati al lavoro di questo professionista che lavora per il nostro territorio

Zona pedonale: non si improvvisa , non si prova. Cosa è ?

 

 

 

 

 

Cosa si intende per zona pedonale ?

Prendiamo una definizione semplice che troviamo sulla enciclopedia Wikipedia. Certamente non è una enciclopedia di prestigio ma vogliamo prendere una definizione popolare che è più semplice

L’isola pedonale è un’area urbana all’interno della quale viene vietata la circolazione dei mezzi, sia pubblici che privati.

La fruizione è riservata ai soli pedoni e alle biciclette, che possono essere escluse solo con segnaletica specifica (piuttosto rara).

Questa situazione favorisce il movimento dei pedoni e quindi è stata adottata nei centri storici di città grandi e piccole.

Altro vantaggio è costituito dal fatto che l’aria è meno inquinata e la soglia di rumore è più bassa per via della mancanza di traffico.

Per questo motivo in molte città del mondo si sta attuando la politica di incremento delle aree in cui vige il divieto di traffico, al duplice scopo di diminuire l’inquinamento atmosferico e di rendere più agevole la circolazione dei pedoni nelle aree a più alta densità commerciale.

Ho scelto due fotografie di due zone pedonali: Vienna e Cardiff

Potrete dire che ho scelto due città grandi . Certamente ma le ho scelte solo in quanto mi piacciono. Potevo scegliere Londra, Parigi, Madrid ma sono solo degli esempi.

Vedrete ora due piccole cittadine come San Donà di Piave

 

 

 

 

 

 

 

Queste sono immagine di piccole cittadine come San Donà. Se voi andate a Lione o Nancy che sono maggiori o a Rosenheim che è grande come San Donà vedrete cosa si intende  una zona pedonale.

La zona pedonale nasce con alcuni scopi

In primis non nasce per fare vendere i negozi del centro . I negozi venderanno di più se vi è una zona pedonale che nasca con altri scopi

La zona pedonale nasce per i cittadini, residenti e non residenti, turisti o semplici visitatori o fruitori dei servizi di una città

Non nasce per i negozi

La presenza dei negozi è un regalo che viene fatto ai cittadini che attraversano tale zona o che vanno in tale zona per i seguenti motivi: stare in pace, in ambiente salubre, in compagnia a svagarsi….nella città.

La zona pedonale nasce per offrire ai cittadini una zona meno inquinata e con minor danno acustico essendo vietato il traffico.

I cittadini che non possono andare lontano a respirare l’aria pulita devono avere una zona in cui possono respirare aria relativamente pulita. Ma in questa zona dove possono recarsi a passeggiare a passare qualche ora tranquilla deve esserci anche qualche cosa che faccia loro passare il tempo in maniera serena. E ecco allora che si deve creare un ambiente consono alla funzione per cui nasce la zona pedonale. Si devo mettere negozi i modo che la gente che passeggia possa guardare le vetrine e se vedono cose che interessano possano comperarle senza andare nei centri commerciali.

Se poi nella zona pedonale ci sono negozi che offrono merce che non si trova nei centri commerciali la gente entrerà e finirà per comperare anche merce che si trova nei centri commerciali magari a prezzi più convenienti

Il piccolo negozio non può competere con il prezzo dei centri commerciali per le quantità che comperano ma può competere  con la gentilezza, con la professionalità, con la ricerca di cose particolari con il “coccolare” le persone.

Il centro pedonale deve avere delle cose che attirino le persone. Certamente essendo una città ricostruita dopo la guerra non ci saranno cose storiche, non ci saranno monumenti, ma si può abbellire il centro come vediamo in alcune foto che ho messo sull’articolo.

Deve essere una zona dove le persone si ritrovano per passare qualche ora serenamente con la famiglia o con gli amici o con la ragazza o il ragazzo. Devono esserci dei posti di ritrovo al chiuso e all’aperto dove bere e mangiare qualcosa di diverso. Qualcosa che possa anche creare amicizia

 

 

 

 

 

 

Una zona pedonale così come fa ad attirare le persone, le famiglie, i ragazzi che passeggiano e cercano un pò di ombra, un ruscello, uno svago, una attrazione.   Se non ci sono attrazioni bisogna inventarsele, Bisogna costruirle, coinvolgendo i commercianti, i bar i ristoranti. Bisogna creare bar , ristoranti tipici che non siano i soliti ma che facciano curiosità

La gente ha bisogno di ritrovarsi assieme , di divertirsi, di riposare. I negozi sfrutteranno questa atmosfera.

Ma non si deve guardare solo all’estero ma anche in Italia abbiamo isole pedonali frequentate

Qui siamo a Cosenza. Certamente una città più grande di San Donà  ma una città più povera e con poche attrazioni, senza zone particolari ma con una zona pedonale che per il Sud rappresenta già qualcosa di buono

 

 

 

 

 

E qui vedete la zona pedonale di Montacatini. Certamente è una zona turistica ma  si è creato un passaggio che è una passeggiata. La gente cammina e se vede qualcosa che piace si ferma . Se vede un bar o un ristorante che attrae si ferma ed entra. Magari ci sono ventrine espongono prodotti tipici e invitano ad entrare

 

 

 

Qui potete v edere la Piazza il giorno 2 giugno quando si festeggia la Repubblica. In queste foto la Piazza doveva essere piena per il concerto della Banda

Ma le persone erano veramente poche

La prima foto la abbiamo scattata noi e la seconda la si trova nella pagina del Comune. Due prospettive che mostrano però la desolazione

Non possiamo dire che sia un Centro pedonale , una Piazza che inviti alle manifestazioni. E mai possibile che i suonatori suonino sotto il sole?. La gente faceva fatica a stare in quella Piazza desolata e piena di sole. Un ex Sindaco dopo 10 minuti si è alzato e se ne andato.

Ecco come allora bisogna pensare ad un Centro Pedonale. Un  centro che attiri la gente , che la faccia rimanere per qualche ora; che sia un piacer stare in tale centro

Ricordiamoci  che il Centro Pedonale, l’Isola pedonale è fatto per i cittadini e che loro devono avere il piacere di stare in tale centro. I negozi avranno poi i loro clienti perché i cittadini rimanendo lì saranno invogliati a frequentare i negozi attirati anche dalle curiosità . E i negozi parteciperanno ad attirare la gente con manifestazioni, con giochi , con offerte eccc.

Chiudo questo mio commento con altre due foto di posti a me cari e in modo particolare di Monaco di Baviera dove la gente , turisti o no , passeggiano tutto il giorno, riempiono i negozi, si fermano nelle birrerie e ogni birreria ha qualcosa di caratteristico e diverso dalle altre

 

 

 

 

 

 

 

 

E per ultimo ma non ultimo il problema dei parcheggi.

I parcheggi devo circondare l’isola pedonale e devono esserci indicazioni che facciano andare i cittadini sapendo che trovano i posti liberi ( devo essere segnati)