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"Movimento di opinione per la Città un ponte tra la gente, la voce del cittadino tra i cittadini"



Il movimento di opinione "il ponte" si prefigge di raccogliere le opinioni del cittadino, filtrandole ed elaborandole per capire cos'è importante e più utile per la gente.

Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Presepe Vivente 2016 a Cà Bodi. Non solo tradizione !

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Presepe Vivente 2016 a Cà Bodi: Non solo tradizione !
Anche quest’anno si è svolta per la 23° edizione la Rappresentazione del Presepe Vivente ma questa volta l’atmosfera era diversa. Si è vissuto infatti e lo abbiamo sentito sia dagli spettatori che dai brevi discorsi delle autorità una emozione e delle sensazioni legate al problema dei Presepi contestati in Italia.
La atmosfera che si è vissuta è quella che molti o tutti volevano dimostrare che la rappresentazione del Presepe deve vivere, deve rimanere. Il Presepe è vissuto non solo con spettacolo, non solo come il riconoscere la nostra tradizione ma come voler affermare la nostra identità di gente che è nata cristiano e intende rimanere tale con i simboli che vanno oltre la tradizione.

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Questa è l’aria che si è vissuta e che forse anche Artiano Bodi e la famiglia hanno voluto confermare e far vivere.
Infatti non si è mai vista così tanta gente che rimaneva ferma a seguire la sacra rappresentazione e così tanta gente che è rimasta a parlare e commentare mente beveva il Vin Brulè , la cioccolata e il The
Diciamo che questa volta si è andato oltre la tradizione e si è vissuto un momento di spiritualità e di religiosità

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Riportiamo la serata dell’Epifania come è stata vissuta a Cà Bodi. Nella cornice suggestiva di una giornata baciata dal sole che nascondeva anche il freddo si sono rivissute le tradizioni che Artiano Bodi fa rivivere . Tradizioni locali ma vissute con lo spirito natalizio ma artigianale che da sempre distingue questa giornata giunta oramai alla 23° edizione.
Ricordiamo che il Cav. Artiano Bodi è il Presidente della Associazione Culturale ” Usi e Costumi Cavallino- Treporti”.

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Tante persone guidate dall’instancabile Artiano e in primis la sua famiglia , si propone di mantenere vivi i riti delle Tradizioni Popolari in Cavallino-Treporti e nelle isole della Laguna Veneta. Da anni tiene vive le tradizioni in varie occasioni e a Natale si ripresenta con i concorsi e con Il Grande Presepio Vivente che da 23 anni tiene banco nella zona ma non solo. E quest’anno era il 23 ° anno del Presepe Vivente e certamente è l’unico Presepe vivente in Italia ideato e portato avanti da un privato.
Il Presepio vivente è di anno in anno cresciuto ed ha resistito a tutto. Mentre altri Presepi viventi nascono e muoiono nel corso degli anni, Il Presepio Vivente in Cà Bodi torna ogni anno e non sarebbe un Natale senza questo Presepio.

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Anche quest′anno vi è stata la fila per interpretare Gesù Bambino , La Madonna e San Giuseppe come tutti gli altri personaggi. Le figure sono state scelte ma come sempre rimangono un segreto fino alla sacra rappresentazione. E abbiamo avuto la piacevole sorpresa di vedere la stessa Madonan , lo stesso San Giuseppe con un loro nuovo bambino
E naturalmente vi sono stati i tre concorsi che si svolgono in questo periodo e che vedono le premiazioni dopo lo svolgimento del Presepe e dopo aver ascoltato le struggenti canzoni cantate dal Coro Chiara Stella
Bisogna anche fare presente che quest’anno erano stati spostati alcuni pan e vin dal 5 al 6 per la pioggia e questo poteva far diminuire l’afflusso della gente ma aver messo i falò ad orari distanziati non ha compromesso la grossa affluenza.
A vantaggio degli spettatori ha giocato il tempo: oltre a non piovere , a non nevicare non si sentiva il freddo. E la gente è accorsa come non mai. Non vi era possibilità di parcheggio tante erano le macchine
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I concorsi sono portati avanti da anni e sono stati come sempre
I concorsi sono portati avanti da anni e sono stati come sempre
1) I Concorsi dei ” Pavineri “, riservati alle famiglie
2) I concorsi delle Pinse
3) Il Concorso dei Presepi allestiti dalle famiglie che quest’anno è stato bello e commovente
I premi erano alla 25 ° edizione

Mai tanta gente nonostante la giornata fredda ma con il sole c he splendeva fino al tramonto e poi le stelle. Si sono vissuti riti che appassionano gli abitanti di Cavallino-Treporti, che in essi ritrovano l’identità dei padri, mediante la conoscenza e l’osservanza dei rituali antichi. Il merito va anche e soprattutto alla locale associazione “Usi e Costumi”, presieduta da Artiano Bodi, cavaliere della Repubblica, che porta avanti il progetto con convinzione e abnegazione, apportando sempre dei correttivi, spesso suggeriti dalla facoltà di scienze umanistiche dell’Università di Trieste. Progetto che è poi condiviso e sostenuto da uno stuolo di associati e collaboratori, che, fra l’altro, si trasformano in attori e figuranti nella rappresentazione della Natività.
All’iniziativa, anche quest’anno hanno dato il patrocinio e il supporto: il Comune e l’azienda di Promozione Turistica di Cavallino-Treporti e nonostante la crisi la Regione Veneto e la Provincia di Venezia sono tornati con le loro targhe e con la presenza anche del Vicepresidente della regione On. Forcolin Come invece sempre presenti la Coldiretti e la Cia, la Cooperativa agricola di Saccagnana, e la rappresentanza del Comune con L’assessore alla Cultura e il Vicesindaco in quanto il Sindaco Avv Nesto era assente per il periodo delle festività
La rappresentazione è stata magnifica e commovente e come sempre il Parroco ha dato la benedizione appoggiando da giorni la manifestazione con un tocco di classe che ha dato il giusto spirito religioso alla rappresentazione
Riporto qui le fotografie che ho scattato con l’aiuto di qualche partecipante e in modo particolare del segretario dell’On Forcolin
Chiaramente le foto come ogni hanno sofferto della atmosfera magica ma della poca luce e dalla gente numerosa che copriva spesso la visuale.
E’ una occasione per ritrovarsi tutti assieme in allegria e respirare l’aria di soddisfazione per quello che è stato fatto
E’ stata una serata anche per ringraziare Artiano Bodi per il impegno e per la sua tenacia a mantenere vive le tradizioni di questo territorio. Grazie a lui e alla sua famiglia ogni anno si rinnova la tradizione e poi è un modo di fare aggregazione e di ritrovarsi in allegria lasciando perdere i problemi che ci affliggono tutti i giorni
Naturalmente alla fine vi è stato il The caldo, la cioccolata in tazza e il vin brûlé e poi si è mangiato e si è bevuto come sempre in allegria
Ed ora menzionano i vincitori dei vari concorsi

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Concorso Pavineri Primi speciali
1) Romano Onesto
2) Marco Bodi

Concorso Pavineri
1) Famiglia Emanuele Ballarin
2) Thomas ed Aldo Marangon
3) Alberto Bodi
4) Arch Giovanni Battista Girello

Concorso Presepi Prmi speciali
1) Francesco Orazio ( Presepe in Laguna che vedete in due foto)
2) Daniel Marangon ( occupa una intera stanza)

Concordi Presepi
1) Giulian Orazio
1) Fiorella Costantini
2) Andrea Rossi
2) Donatelal e Antonio Gregolin
3) Coniugi Aldo Peron e moglie

Concorsi Pinse
1) Giuliano Orazio
2) Romano Onesto
3) Bruno Enzo

Ma cos’è la destra cos’è la sinistra..( Gaber ) Nordafricani all’assalto della femmina europea?

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Vi era una canzoe di Giorgio gaber che diceva: Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra
tutti i films che fanno oggi son di destra
se annoiano son di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po’ di destra ma portarle tutte sporche e un po’ slacciate è da scemi più che di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
I blue-jeans che sono un segno di sinistra
con la giacca vanno verso destra
il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un po’ di destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
I collant son quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po’ di destra
mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
sono di merda più che sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
L’ideologia, l’ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l’ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
Io direi che il culatello è di destra
la mortadella è di sinistra
se la cioccolata svizzera è di destra
la Nutella è ancora di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Il pensiero liberale è di destra
ora è buono anche per la sinistra
non si sa se la fortuna sia di destra
la sfiga è sempre di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra
quello un po’ degli anni ’20, un po’ romano
è da stronzi oltre che di destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
L’ideologia, l’ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare
un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c’è
se c’è chissà dov’è, se c’é chissà dov’é.
Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
la mancanza di morale è a destra
anche il Papa ultimamente
è un po’ a sinistra
è il demonio che ora è andato a destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
La risposta delle masse è di sinistra
con un lieve cedimento a destra
son sicuro che il bastardo è di sinistra
il figlio di puttana è di destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po’ più di destra
ma un figone resta sempre un’attrazione
che va bene per sinistra e destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…

Lunga la canzone ?
Ma serviva per leggere e per meditare sull’ultimo articolo o riflessione del nostra F. Fontana

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Nordafricani all’assalto della femmina europea?

Questa è una notizia secondo me di rilevanza epocale, ma passata un po’ sotto silenzio, chissà perchè…: molte decine, forse centinaia, di nordafricani, ben organizzati in gruppo, nella notte di Capodanno si sono permessi di molestare fin quasi alla violenza fisica e sessuale, oltre che psicologica, le donne tedesche che stavano festeggiando l’arrivo del 2016.
Bè, qualcuno potrà dire: la violenza, specie a sfondo sessista, non è mai giustificata, ma queste signore tedesche non avevano di meglio da fare che festeggiare il 2016 in Africa? Qua ci casca l’asino (e lo scandalo): l’episodio non è accaduto nel continente nero, ma nel bel mezzo dell’Europa e della Germania, a Colonia!
Io sono sempre stato dell’idea che il mondo è la casa di tutti, mi piace definirmi un “internazionalista” (tanto che tifo Inter…), ma pure una casa comune ha le sue regole; anche se la stanza dei miei genitori è “in casa mia”, quando ci entro non posso avere lo stesso comportamento giocoso e magari disordinato che ho nella mia stanza o in quella di mio fratello. Idem per la vita in un altro Stato: la Terra è di tutti, okay, ma quando io vado in una “stanza” (ovvero in uno Stato) che non ha visto nascere o crescere me e la mia famiglia, io DEVO adeguarmi alle sue leggi, alle sue usanze e alla sua cultura! E devo impararle e RISPETTARLE. E’ semplicemente un elementare principio di rispetto per la LEGALITA’ l’OSPITALITA’. La legalità vale sia quando mi tutela sia quando mi vincola. L’ospitalità vale sia quando viene data sia quando viene ricevuta.
L’episodio di Colonia invece è stata una chiara dimostrazione di come ci sia gente che con la legalità e l’ospitalità ci si pulisce, scusate l’espressione, il deretano: tutto è dovuto, io sono padrone del mondo! No… questo è l’esatto contrario di quello che io considero il vero “internazionalismo”; proprio perchè la Terra è di tutti ciascuno deve comportarsi in modo rispettoso e consono dovunque si trovi; nel SUO Stato, certo; ma a maggior ragione IN UN ALTRO Stato che lo accoglie. Gli atteggiamenti da smargiassi non sono di chi si sente cittadino del mondo ma di chi si sente “clandestino”, nel senso più deteriore del termine, e tale rimane nel suo animo anche quando gli vengono aperte le porte e gli vengono garantite le migliori accoglienze.
Lo stereotipo “nordafricani all’assalto della femmina europea” io lo rifiuto per il semplice motivo che non giustifico mai le generalizzazioni; insomma, io non credo affatto all’equazione, da tanti cavalcata anche a scopi elettoralistici: Arabo = Stupratore.
Però… però allora chiederei a chi oggi tace o quasi di fronte alla violenza sessista di Colonia, cioè a tanti “politicamente corretti” e moralisti a senso unico: “Okay, non si può generalizzare e criminalizzare un’intera etnia per la delinquenza di 100 deficienti; ma voi allora perchè, per decenni, avete contrabbandato per esempio lo stereotipo dell’americano (yankee) assassino, come se tutti gli americani avessero massacrato i vietnamiti o i neri nelle piantagioni di cotone?”
Evidentemente la verità è “sana” quando sta dalla mia parte, ma è meglio nasconderla (o manipolarla) quando sta dalla parte opposta; hai visto mai che non sia malata e contagiosa…!
Purtroppo la realtà è questa: viviamo in una società dominata dall’ideologismo, per cui ci si attacca a tutto pur di portare acqua al proprio mulino. Quando Berlusconi faceva festini a casa sua con le ragazze era un porco, perchè inviso alla sinistra. Quando i festini, e che festini!, li fanno i nordafricani invece bisogna comprenderli, educarli, capirli, perchè sono meno invisi alla sinistra! Robe da matti!!!
E qua ci casca per la seconda volta l’asino, e ci casca proprio sulla testa della “mia” sinistra, che per l’ostinazione (in partenza lodevole) di non accanirsi contro le minoranze difendono culture e “civiltà” che di sinistra non hanno proprio nulla: pur rifiutando le generalizzazioni, non possiamo certo negare che la cultura arabo-musulmana mortifichi la donna, i diritti civili, la libertà, in molte (non in tutte) delle sue manifestazioni. Per tanti arabi davvero splendidi, liberali, aperti e moderni, ce ne sono tanti invischiati in retroculture di stampo medievale, molto di più rispetto ai più retrogradi occidentali: è un dato di fatto. Eppure i nostri “politcamente corretti” sinistrorsi preferiscono condannare le festine di un avversario politico piuttosto che il velo imposto (per non parlar d’altro…) alle donne islamiche, le violenze in famiglia, l’autorità sconfinata dei maschi musulmani, le botte alle figlie “ribelli” (notare: mai ai “figli”), etc…
E la stessa prassi viene applicata, incredibilmente, nei confronti di un’altra cultura tra le più distanti dal progressismo di sinistra, quella dei Rom: senso dell’autorità al massimo livello, valore della ricchezza, maschilismo assoluto, auctoritas che non si discute, minori sfruttati e gettati sulle strade, senso della legalità sotto i tacchi, spregio per il lavoro! Cosa c’è di più lontano dal progressismo della sinistra? Eppure… sappiamo tutti chi è sempre pronto a difendere ogni atto compiuto dai Rom (non da tutti ovviamente, parlo di quelli, parecchi purtroppo, che si comportano come sappiamo).
Avere ai vertici dello Stato persone la cui morale è sempre più a doppio binario non mi fa sentire bene e nemmeno tranquillo!
Ma non per questo rinuncerò IO a definirmi di sinistra, infatti penso che la vera sinistra, aperta, dialogante, cristallina, liberale, moderna, giusta ed equa sia quella che sta nella MIA testa, non nei LORO comportamenti.
Caso mai che se ne vadano loro, appunto! Infatti qualcuno ha già fatto fagotto… 

Storia del Presepe Vivente a Cà Savio. Da 23 anni !

Il 6 gennaio tutti al Presepe Vivente a Cà Savio. Facciamo la Storia di questo Presepe

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Torna il Natale ed Artiano Bodi non si ferma e ricomincia da capo portando cose nuove inserite nelle tradizioni locali e con lo spirito natalizio ma artigianale che da sempre lo distingue.
Il Cav. Artiano Bodi è il Presidente della Associazione Culturale ” Usi e Costumi Cavallino- Treporti”.
La Asssociazione che vive grazie alla collaborazione di tante persone guidate dall’instancabile Artiano e in primis la sua famiglia , si propone di mantenere vivi i riti delle Tradizioni Popolari in Cavallino-Treporti e nelle isole della Laguna Veneta. Da anni tiene vive le tradizioni in varie occasioni e a Natale si ripresenta con i concorsi e con Il Grande Presepio Vivente che da 23 anni tiene banco nella zona ma non solo.
Il Presepio vivente è di anno in anno cresciuto ed ha resistito a tutto. Mentre altri Presepi viventi nascono e muoiono nel corso degli anni, Il Presepio Vivente in Cà Bodi torna ogni anno e non sarebbe un Natale senza questo Presepio.
Mettiamo due foto del presepio dell’anno scorso che potete vedere qui sotto

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Anche quest′anno vi è stata la fila per interpretare Gesù Bambino , La Madonna e San Giuseppe come tutti gli altri personaggi. Le figure sono state scelte ma come sempre rimangono un segreto fino alla sacra rappresentazione.
Intanto partono i tre concorsi che si svolgono in questo periodo e che vedono le premiazioni il giorno del Presepio dopo il suo svolgimento e dopo aver ascoltato le struggenti canzoni cantate dal Coro Chiara Stella
I concorsi che si concluderanno con la premiazione il giorno dell’Epifania sono
1) I Concorsi dei ” Pavineri “, riservati alle famiglie quest’anno potrebbe saltare causa le ordinanze regionali e locali per i problemi di inquinamento. Dipende quindi se rimane secco e quindi lo smog rimane alto o se viene pioggia.
2) I concorsi delle Pinse, aperto a tutti i tipi di pinse, locali e di altre zone
Questi concorsi sono presenti da 23 anni e sono una tradizione che sono sempre più rappresentati e vissuti da tutte le famiglie
3) Il Concorso dei Presepi allestiti dalle famiglie che quest’anno è giusto alla undicesima edizione. I presepi sono già disponibili alla visita di tutti quelli che vogliono visitarli. Normalmente vi sono delle frecce e delle indicazioni per segnalare dove si trovano.
Quest’anno andando a visitare i presepi abbiamo potuto constatare la crisi presente nel nostro territorio. Siamo venuti anche a conoscenza di problemi personali di alcune famiglie e auguriamo a tutti che quest’anno sia veramente un anno sereno per tutti. E la salute non deve mancare nelle nostre case
Il tutto si concluderà con il 23* Grande Presepio Vivente al quale parteciperanno numerosi figuranti e animali.
Seguirà la tradizionale bicchierata con vin brulè e tè caldo e quindi le premiazioni.

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Credo che sia l’unico Presepe vivente in Italia ideato e portato avanti da un privato. Ed ha resistito agli anni e ai problemi legati a crisi .
Anche quest′anno vi è stata la fila per interpretare Gesù Bambino , La Madonna e San Giuseppe come tutti gli altri personaggi. Le figure sono state scelte ma come sempre rimangono un segreto fino alla sacra rappresentazione. Come novità vi è stato anche i zampognari venuti da lontano e chiamati da Bodi per l’occasione
Vengono vissuti riti che appassionano gli abitanti di Cavallino-Treporti, che in essi ritrovano l’identità dei padri, mediante la conoscenza e l’osservanza dei rituali antichi.
Il merito va oltra che a Bodi e alla sua famiglia anche e soprattutto alla locale associazione “Usi e Costumi”, presieduta dallo stesso Artiano Bodi, cavaliere della Repubblica, che porta avanti il progetto con convinzione e abnegazione, apportando sempre dei correttivi, spesso suggeriti dalla facoltà di scienze umanistiche dell’Università di Trieste. Progetto che è poi condiviso e sostenuto da uno stuolo di associati e collaboratori, che, fra l’altro, si trasformano in attori e figuranti nella rappresentazione della Natività.

Ci saranno autorità religiose e istituzionali. Dovrebbe esserci in rappresentanza della Regione il Vicegovernatore della Regione Veneto G. Forcolin , oltre naturalmente al Sindaco Avv Nesto e a vari rappresentanti delle Forze dell’Ordine e del Comune

Spero di mettere le foto dell’evento dopo qualche giorno su queste pagine

DIFENDERE IL MUSEO DELLA BONIFICA PER DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’

DIFENDERE IL MUSEO DELLA BONIFICA PER DIFENDERE LA NOSTRA IDENTITA’

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Riporto qui in integrale la lettera che il Dr. Dino Casagrande, ex Direttore del Museo della Bonifica aveva inviato al Gazzettino e che è stata pubblicata il giorno 19 dicembre, anche se non integralmente per ragioni di spazio, relativa ad un commento sul confronto tra i costi di due importanti istituzioni culturali sandonatesi: teatro e museo.

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Ho evidenziato in giallo le parti non inserite nel giornale, ma che a me paiono fondamentali e utili a capire il problema, in quanto è bene precisare la funzione del museo rispetto a quella del teatro, altrimenti è poi difficile far paragoni.

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Visto, come abbiamo appreso di recente che c’è anche il tesoretto del rimborso IVA della società patrimonio forse di un importo considerevole, pensiamo che dovrà essere utilizzato in modo oculato, soprattutto per far fronte a spese quali ad esempio la manutenzione del patrimonio (e tra queste ci sarebbe anche il museo che attende un intervento da anni). Si dovranno verificare bene i conti perché ci sono fatture in sospeso e quindi è difficile dire se siano soldi certi e disponibili oppure no, e mi pare che ci siano in corso accertamenti.
L’Annamaria Babbo ha espresso dei forti dubbi, Menazza invece sembra sicuro che pagate due fatture rimanga qualcosa, …ma se rimane qualcosa si dovrà vedere bene dove spenderli.
In ogni caso, se non si vorranno spendere almeno in piccola parte, anche per la manutenzione del museo spesso considerato, e lo abbiamo visto nei comportamenti amministrativi, più una spesa che un servizio importante per la cultura e la gente, vorremmo che si spendessero almeno per le reali e urgenti necessità della popolazione….non ultime le telecamere…per le quali noi de “ Il Ponte “ ci battiamo da tempo.

Sempre più sentiamo persone che parlano e discutano di questo argomento, collegato alla cultura , al centro, al turismo, alla vita della città , alla storia di San Donà e sempre più crediamo che il problema sia sentito.

In quanto alla difesa della fonte della nostra memoria e cioè il museo, crediamo che moltissime persone siano d’accordo per salvarlo e valorizzarlo anche se costa. Ci sono persone che non si esprimono ma che amano il museo, che hanno donato al museo ricordi di famiglia, ricordi dei loro cari, rinunciando a possedere un bene personale ma pensando che tutto questo dovesse far parte del patrimonio collettivo perché importante memoria della nostra gente e del nostro territorio. Quante sono state le donazioni in tutti questi anni dal 1974 quando si sono iniziati a raccogliere gli oggetti fino ad oggi, in 41anni? Tantissime. Vanno conservate.
Riteniamo infatti che conservare le memorie dei nostri predecessori sia un dovere dell’amministrazione, perché il museo è nato con il sacrificio di tante persone, da chi ha rinunciato ad una piccola cosa perché diventi proprietà di tutti a chi ha lavorato sodo per mettere insieme uno ad uno questi ricordi che alla fine sono diventate importanti testimonianze della città e del suo territorio, della sua storia, delle sue vicende umane!
Ecco perché crediamo che su questi punti vada fatta una attenta riflessione e riteniamo che il nascente comitato per il museo, di cui si accenna nella lettera che segue, faccia bene ad operare per la difesa della nostra identità, salvaguardando le collezioni del museo nel luogo in cui attualmente si trova.
Ecco a voi la lettera integrale
Chi vuole considerazioni le può fare su FB o sulla pagina con la mail de “Il Ponte”

Gentilissimo Direttore,
il recente articolo apparso sulla sua testata il giorno 6 scorso e relativo ai costi di strutture culturali della Città di San Dona’ di Piave (Teatro e Museo) rende necessario intervenire per alcune puntualizzazioni.
Parlo non solamente in qualità di ex direttore del museo ma anche in qualità di componente di un comitato di cittadini che si sta costituendo e colgo l’occasione per evidenziarlo (in calce fornisco i riferimenti per aderirvi). L’accostamento fatto dall’Amministrazione nel suo comunicato, tra due strutture che hanno funzioni e missioni completamente diverse e costi diversi (e su quelli indicati nell’articolo sollevo notevoli perplessità), è fuorviante. La prima (il teatro), è una istituzione culturale dedicata allo spettacolo nelle varie discipline in cui esso si può esplicare: rappresentazioni drammatiche, musica, ballo, varietà, intrattenimento, finalizzate al divertimento e a svolgere una funzione di comunicazione.
La seconda, ha una missione che è completamente diversa e che è quella (e mi richiamo alla vasta definizione dell’ICOM, International Council of Museums): “Il Museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e specificamente le espone per scopi di studio, istruzione e diletto.” Mission completamente diverse.
Mettere sullo stesso piano due strutture culturali così differenti è voler fornire all’opinione pubblica una visione distorta. Bene, detto questo, il comitato costituendo, allo scopo di difendere il museo lì dov’è, lì dove è stato creato con enormi sacrifici, lì nella sua attuale, ideale collocazione logistica, vuole dedicare attenzione alla salvaguardia delle memorie del nostro passato, ai grandi problemi ambientali vissuti del nostro territorio, allo studio dei primi insediamenti antropici, alle vicende belliche, a tutta la storia vissuta dalle popolazioni e ai fondamenti delle loro origini che sono contenute in quella istituzione. Tutto questo dà a quell’istituto una valenza ed un’importanza che non si può certo misurare in modo così semplicistico: una differenza di costi. I dati ai quali si è fatto riferimento, inoltre rappresentano pienamente una situazione di trascuratezza della quale l’amministrazione dovrà in qualche modo rendere conto.
I costi riportati nelle affermazioni qualunquiste dell’amministrazione sono tutti da verificare, ma in ogni caso sarebbero comunque accettabili per una struttura che deve svolgere una missione altamente complessa quale è quella del museo che, oltre all’attività di conservazione e scientifica, deve porre in essere una serie di attività che attirino i visitatori nella struttura, deve poter svolgere una attività promozionale in modo da intercettarli dalle aree turistiche a noi vicine per incrementarne il numero, mettersi in rete con altri musei per creare un polo di attrazione che riesca a valorizzare i suoi importanti contenuti.
Ebbene, in questi ultimi due anni si è assistito, invece, ad una sorta di abbandono, mancanza di contenuti, mancanza di quegli interventi strutturali che erano necessari, mancanza di promozione, licenziamento di due bravi operatori (laureati in conservazione beni culturali) che avrebbero potuto costituire con la direzione una équipe poderosa ed autorevole, mancanza di un calendario di attività che fornisse ulteriori elementi per potenziare rilanciare un istituto culturale di primaria importanza non solo per la città, ma per l’intero territorio, come il museo della Bonifica. Inoltre, in tempi di crisi, di ristrettezza di risorse, di difficoltà finanziarie, si dovrebbe far ricorso (se si desidera fare buona amministrazione) anche al volontariato. Persone se ne sono rese disponibili ma sono state allontanate, ovviamente tutto questo ha avuto anche una ripercussione anche sui costi della struttura. Sì è fatto di tutto…ma in senso opposto a quello in cui si sarebbe dovuto operare.
L’atteggiamento colpevole dell’amministrazione comunale dovrà essere stigmatizzato e non mancherà occasione per farlo, e con il costituendo comitato lo faremo certamente: i cittadini devono riprendersi il proprio ruolo contro comportamenti di abbandono, contro le richieste inascoltate, in definitiva contro l’arroganza di potere purtroppo oggi presente in molte espressioni dell’autorità politica e amministrativa.
Dino Casagrande

Per aderire Email: avverte@gmail.com
O sulla mail del sito web (+ FB) : http://www.ilponte.ws/portale/?page_id=28

Desidero ricordare che in questo sito ai links

http://www.ilponte.ws/portale/?p=1776

http://www.ilponte.ws/portale/?p=1783

http://www.ilponte.ws/portale/?p=1787

Avevamo già pubblicato un lungo testo del dott. Casagrande che illustrava le ragioni per le quali il museo doveva rimanere lì dove si trova.

Le polemiche sul Natale hanno un senso? Considerazioni d F. Fontana

Oggi abbiamo un qualcosa che non è un racconto e forse nemmeno delle considerazioni. Possiamo dire che sono dei ragionamenti su un argomento che è al centro del Natale 2015
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Buon Natale (a tutti)

Il giorno di Natale del 1981 muore una delle figure più delicate e controverse del mio romanzo “La percezione delle Pleiadi”: la giovane bandita Maria. E in quel Natale non erano ancora nati i tristi dibattiti che agitano oggi le nostre festività e che mi danno quindi spunto per queste riflessioni.
Io, non credente, sbigottisco a seguire sul giornale i “dibattiti” intorno alle celebrazioni o meno delle feste natalizie in scuole, asili, etc… E mi sto purtroppo dando molte risposte sul perchè il nostro Paese sia ridotto nelle condizioni in cui versa: il motivo è che siamo un popolo geniale, generoso, ma dalla mentalità così “bizantina” (nel senso di contorta, oltre che votata alla dispersione e alla complicazione) da riuscire a discutere su tutto e sul contrario di tutto. Cosa questa che per me, amante del dialogo, non è mai un buon segno: c’è grande saggezza nel detto “il troppo storpia (o stroppia, a seconda del vernacolo)”.
E poi, diciamo la verità, su tale tema non si sta dialogando: per me si sta vaneggiando, e si sta scivolando verso una “guerra verbale” assolutamente imbecille (come tutte le guerre).
Per me il Natale è una festa che sarebbe ipocrita non definire anche laica. Il presepe e l’albero creano atmosfera, e la creano a prescindere dal fatto che uno abbia la fede o meno. Infatti a me, che la fede non ce l’ho, piacciono comunque, soprattutto il presepe, quindi non vedo motivo di considerare queste tradizioni una propaganda ideologica cattolica contro altre religioni.
Togliere ai bambini, che nella scuola e nell’asilo passano metà della loro giornata, la possibilità di condividere un presepe o un albero è per me di un’idiozia assoluta. Farlo poi per “rispettare” le altre fedi è ancora più miope, non fosse altro che per una cosa: se noi mandiamo a scuola un ragazzino cattolico in Arabia o in Sri Lanka, forse che lì per rispetto del suddetto ragazzino rinunciano alle loro celebrazioni? Manco per sogno! E fanno bene, aggiungo io!
E poi, altra ipocrisia grande come una casa: adesso va tanto di moda, soprattutto fra funzionari falso-sinistroidi e buonisti laico-chic, mettere in discussione le nostre celebrazioni religiose perchè da una decina o ventina d’anni esistono in Italia corpose minoranze musulmane, induiste, buddiste etc… che vanno “rispettate”; ma la ben più numerosa minoranza (forse “maggioranza”…) di atei, e agnostici che da sempre esiste nel nostro Paese, a nessuno di questi Soloni è mai venuto in mente di “rispettarla”?
Eh sì, perchè a me, Francesco Fontana, ateo, non dà nessun fastidio nè il crocifisso, nè la celebrazione delle feste religiose nè la Messa sulla Tv di Stato, etc…. Ma ad altri atei invece potrebbe dare fastidio che si faccia il presepe a scuola o l’albero in ufficio o che la Tv pagata con il canone dei cittadini dia voce costante al Vaticano (c’è perfino “Rai Vaticano”…).
Lo ripeto: a me tutto ciò non dà alcun fastidio, sia ben chiaro! Ma ad altri atei potrebbe darne! E perchè gli atei non sono mai stati “tutelati” o “rispettati” come oggi vengono invece “tutelati” e “rispettati” quelli col velo e col turbante? Queste “beghe confessionali” danno una falsa immagine dell’Italia come di un luogo dove esisterebbero solo due componenti: i cattolici e quelli di altre fedi. Non è così! Ci sono i cattolici, quelli di altre fedi e i non credenti, dei quali a nessuno gliene frega una mazza, forse perchè sono troppo discreti e “superiori” a certi dibattiti fondati sul Nulla, e quindi non fanno alcuna cagnara più di quanta ne stia facendo io adesso, ovvero pochissima.
Voglio passare sopra molto rapidamente alle miserande polemiche dei soliti arruffapopolo di ogni tendenza subito pronti a saltare sul cavallo del litigio per guadagnare lo zerovirgola di voti in più: oggi leggo che si danno a vicenda del “nazista”, dello “scemo”, che da bocche improbabilmente angeliche escono amene canzoni celestiali e che da braccia improbabilmente sante vengono cullate statuine di Gesùgiuseppemmarria, il tutto ovviamente davanti a platee dei potenziali elettori, quelli dello zerovirgola in più… Ma, venendo a gente più seria, non posso tacere la mia totale lontananza dalla mentalità che, con le sue parole, un Vescovo di Santa Romana Chiesa ha dimostrato di avere.
Questo porporato, a sorpresa, ha detto che non è eresia rinunciare ad alcune tradizioni religiose carttoliche in nome della pace e del dialogo con le altre fedi (come sempre quelli che la fede non ce l’hanno non esistono! Va bè, lasciamo perdere…). Detta in soldoni: secondo questo Vescovo non ci sarebbe nulla di male a rinunciare a presepe e albero per rispetto dei musulmani etc… (poi, secondo italica costumanza, il presule ha smorzato la sua invettiva, esattamente come tanti politici nostrani che prima lanciano il sasso, poi dicono che era il giornalista ad aver capito male…)
Io trovo quanto meno bizzarra un’affermazione del genere da parte di un prelato: o ha sbagliato mestiere o il virus del buonismo è arrivato anche in Vaticano (che in effetti sembra contagiato anche da ben altri virus mondani…).
Per come la vedo io, ateo, dovrebbe essere la condivisione e non la rinuncia a cementare il dialogo e la pace. Non è rinunciando a fare il presepe che ci si affratella con un musulmano; è proponendo il presepe anche a lui e lasciando che lui proponga le sue feste anche a noi che ci si affratella! Poi ognuno è libero di appassionarsi o meno al presepe o al ramadam, sia chiaro, ma non è negando le nostre tradizioni che ci avviciniamo a loro, così come loro non si avvicineranno mai a noi negando le proprie. Infatti io vedo che gli africani si affratellano col Papa accogliendolo con i loro (tra l’altro bellissimi) balli tribali e pagani, non negandoli.
Io penso che la cultura della condivisione e della proposta dia più frutti rispetto a quella della rinuncia e della selezione; a mio parere possono essere più fratelli un cristiano e un musulmano (e anche un ateo…!) che parlano assieme davanti a un presepe o a un albero che gli stessi soggetti che parlano assieme davanti al nulla; anche perchè davanti al nulla si finisce prima o poi per ignorarsi, se non addirittura per combattersi. Forse ciò non è venuto in mente a quel prelato così liberale…
Buon Natale (religioso e laico) a tutti!!!
E se, laicamente o religiosamente, volete fare un regalo a qualcuno, ricordatevi che in libreria è possibile acquistare oppure ordinare il mio romanzo, quello che già alcuni mesi addietro mi ha fatto avvicinare a questo bel gruppo del dott. Madeyski; il titolo è “La percezione delle Pleiadi”, l’editore è Albatros.
Francesco Fontana

Non è il momento di seminare dubbi: Riflessioni su ISIS, Islam, Hitler , Cattolici ecc

Il nostro Francesco Fontana ci manda dei ragionamenti, delle riflessioni al domani dei morti di Parigi ; riflessioni che ci devono far riflettere…come appunto è lo scopo delle riflessioni

isis

Non è il momento di seminare dubbi

Questo è uno di quei fondi che non avrei mai voluto scrivere, ma la situazione internazionale venuta a crearsi dopo gli attentati contro l’aereo russo e la città di Parigi impone qualche riflessione sulle condizioni in cui è ridotto il nostro mondo.
Davanti a fatti di questo tipo, dopo l’istintiva condanna, è lecito che possano venire alla mente dei dubbi, come tanti ne ho sentiti dire o almeno sussurrare in questi giorni, dubbi del tipo:
“Altre guerre fanno ogni giorno molti più morti di quelli di Parigi” oppure “Chi è pronto a farsi saltare per aria vuol dire che è davvero disperato” o ancora “Tutto ciò è il risultato della miopia dell’occidente e del suo benessere conquistato con lo sfruttamento di tante popolazioni”, per non dire delle osservazioni di persone come il prof. Veronesi o il deputato Di Battista (per la verità quest’ultima risalente al 2014, quindi molto prima dell’aereo russo e di Parigi) secondo cui “L’Isis va comunque capita e non è un tabu trattare anche con loro”.
Sì, è lecito che questi dubbi vengano alla mente perchè la realtà ha sempre molte sfaccettature, ma non è giustificato che questi dubbi vengano seminati in questo momento. No, la linea dev’essere una e una sola, facendo per qualche tempo violenza anche alla nostra libertà intellettuale. Insomma, intendo dire che io se fossi il prof. Veronesi avrei forse avuto gli stessi suoi dubbi ma non li avrei mai resi pubblici, almeno non ora.
Seminare dubbi in questo momento significa seminare indirettamente giustificazioni, dunque indebolire le risposte; e davanti a un attacco alla civiltà le risposte non possono essere indebolite, di qualunque natura siano (politica, etica, militare).
Non è questo il momento di fare la conta dei morti delle diverse guerre, sciagure, tragedie, e di paragonarle; no, non è il momento di ricordare che le lotte dell’Ira o dell’Eta hanno fatto molti più morti dell’Isis o che le guerre dello sciaguratissimo Bush jr (il peggior presidente della storia statunitense) oltre ad aver fatto un numero enorme di vittime innocenti ha forse scatenato proprio quella reazione di cui l’Isis è una malata ramificazione; non è il momento di dire che i 130 morti di Parigi e gli 80 dell’aereo russo “scompaiono” di fronte ai milioni di morti delle lotte tribali in Africa centrale e che per quei milioni di morti il mondo non si è mai mobilitato più di tanto.
Non è questo il momento di abbandonarsi a simili speculazioni, per quanto giuste possano essere. Il rischio infatti è di sottovalutare una minaccia mortale solo perchè in passato altri criminali hanno fatto molti morti in più! E’ un po’ lo stesso errore che fece l’Europa con Hitler il quale in fin dei conti, fino al 1933, non aveva ammazzato tante più persone rispetto a un Mussolini in Italia o a uno Stalin in Russia, e forse nemmeno rispetto a un’Inghilterra nelle sue guerre coloniali; e allora, si diceva, se non dobbiamo avere paura dell’Inghilterra, perchè mai dovremmo arrabattarci dietro un Hitler qualunque? I risultati si sono poi visti.
Purtroppo, se è scontato e verissimo che i morti hanno tutti la medesima dignità, e dunque sono e DEVONO ESSERE tutti uguali di fronte alla nostra coscienza, ci mancherebbe, non è però purtroppo vero che tutti i morti abbiano la stessa valenza di fronte alla Storia. Qualcuno potrà forse inorridire per questa mia affermazione, ma se usciamo dall’ipocrisia dobbiamo concludere che è così. Se un indiano ucciso dal colonialismo inglese ha la stessa dignità per la nostra coscienza rispetto a un tedesco ucciso dalle squadracce hitleriane a Weimar, non ha però la stessa valenza davanti alla Storia. Il primo era vittima della cupidigia capitalista e coloniale, egoista e avida ma disposta a saziarsi con quel lurido cibo chiamato “denaro”; e infatti si è saziata ben prima che Gandhi la sconfiggesse con l’arma della non-violenza, e non ha messo sotto scacco il mondo. Il secondo, il tedesco ucciso da Hitler, era invece un campanello d’allarme che suonava dicendo “io ammazzo questo oppositore perchè farò così con tutti quelli che mi si opporranno, tedeschi o no, fossero essi milioni o anche miliardi”: era un campanello d’allarme per tutto il mondo, creato dalla follia criminale e fanatica di un’ideologia ancora più deteriore rispetto al colonialismo, ideologia che infatti non ha placato la sua fame davanti a nulla se non davanti alla propria distruzione; e nessun Gandhi purtroppo ha battuto Hitler, solo il mondo coalizzato contro il nazismo ce l’ha fatta! E forse, se quella stessa coalizione si fosse creata qualche anno prima, sarebbero morte decine di milioni di persone in meno.
Ecco, io non vorrei che il mondo facesse oggi lo stesso errore: seminare dubbi (più che leciti) per giustificare l’inanità o rinviare le soluzioni.
Un morto ammazzato dall’Isis è un grido di fanatismo, follia, irrazionalità, odio e incapacità di sazirsi se non con la distruzione del “diverso”; e in nome di Dio, poi, ovvero di un Essere che per chi ha la fede ci ha creato (e dunque perchè dovrebbe volere la nostra distruzione?) oppure, per chi la fede non ce l’ha, neppure esiste; dunque in nome o del nostro Padre oppure del Nulla.
Per questo un morto dell’Isis davanti alla Storia ha più importanza, purtroppo, rispetto a un morto ammazzato dal coniuge geloso o da un rapinatore o da un mafioso. Davanti alla cosienza umana no, la valenza è la medesima; davanti alla Storia sì, la valenza è diversa.
L’Isis va quindi combattuta oggi, prima che faccia in tempo a emulare Hitler. E ciò va fatto senza seminare dubbi, ma seminando certezze! La certezza, ad esempio, che non esiste NESSUNA equazione ISIS=ISLAM. Sarebbe l’errore più grave, proprio quello che l’Isis vorrebbe.
Se l’Isis vuole creare un conflitto globale (ed esiziale) mettendo qualche miliardo di uomini contro qualche altro miliardo di uomini, la strada è proprio quella. No, il conflitto dev’essere tra tanti miliardi di uomini (cristiani, musulmani, buddisti, ebraici, induisti, atei, agnostici, etc…) razionali e qualche migliaio di pazzi furiosi auto-espropriatisi della loro stessa umanità! Questo dev’essere il conflitto, non quell’altro!
E poi non è così: la gran parte dei morti ammazzati dall’Isis è musulmana, e già questo dovrebbe dire tutto. E’ un dato di fatto poi che i terroristi islamici si finanziano spacciando droga e sfruttando la prosittuzione, ovvero comportandosi agli antipodi di come prescrive l’Islam. E allora? E’ l’Islam criminale o sono i terroristi (di qualsiasi matrice) criminali, vigliacchi e folli? E se davvero tutto l’Islam avesse gli stessi obiettivi dell’Isis, la civiltà dovrebbe essere finita ormai da un pezzo. Ecco perchè io rabbrividisco di sdegno e di paura quando leggo titoli di giornali (o sento “guru” politici) che affermano “Maledetto Islam” o cose del genere.
Il fanatismo fa breccia nelle menti deboli, e noi dobbiamo fortificare le menti: il manicheismo invece le menti le ha sempre spappolate!
Fa bene il Papa a dire che le porte della Chiesa per il giubileo rimarranno sempre aperte: è il modo migliore di sconfiggere il fanatismo, qualunque fanatismo. Non è il solo, ovviamente, ma è un modo asslutamente razionale e umano, molto umano, così umano che io, da non credente, definirei quasi… divino!

Progetto Museo della Bonifica: Botta e risposta tra Amministrazione e D. Casagrande

Giorni fa la Amministrazione aveva spiegato come intende agire per il trasferimento in centro del Museo della Bonifica. In relazione alle polemiche che questo argomento ha suscitato
Per chi non lo avesse letto riportiamo questo articolo apparso sulla Nuova Venezia

nuova venezia

Ed ecco pronta la risposta dell’ex Direttore del Museo della Bonifica
Il Dr Casagrande ribatte punto per punto e spiega i motivi per cui lui e molti sono contrari

Trasferimento del Museo della Bonifica “più” in centro a San Donà.
L’ articolo apparso recentemente sulla vostra testata (3 Novembre, “Una rete di musei civici per favorire il turismo”, con un intervento dell’Assessore Chiara Polita), e che mi chiama in causa, mi ha indotto alla stesura di questa breve lettera che pregherei gentilmente di pubblicare.
Mi sono bastate poche e brevi riflessioni per constatare che si vuole ancora procedere per una strada che ritengo sbagliata (ma ci sono altri cittadini che la pensano come me e presto sarà auspicabile metterci insieme!). Io ho redatto un piccolo libretto su questo non felice progetto, illustrando quelle che a mio parere sono le condizioni oggettive dell’istituto, attuali e di prospettiva, ma senza alcuno spirito polemico. Nel formulare delle osservazioni critiche, non solo per il bene del museo ma per la città, mi sono avvalso di una esperienza trentennale nel settore e quindi non ho bisogno di analizzare fantasiosi progetti per capire quanto deleteria possa essere questa idea.
Magari la conoscenza nel dettaglio del nuovo “sistema” (auspicata dall’Assessore), potrà essere fertile campo di studio ed approfondimento per chi non conosce il Museo della Bonifica e che non ha vissuto fin dall’origine tutti delicati passaggi effettuati e il dispendio di energie che ci son volute per arrivare a quel risultato, ma non per me che parto da una concreta visione dell’attuale che forse qualcuno ha perduto.
Per cui non è per spirito polemico che ho scritto quel breve opuscolo, ma per esprimere un’opinione con cognizione di causa che non è né fine a sé stessa, né tantomeno sterile.
Partiamo dalla capienza della nuova sede proposta: se non si costruisce in altezza e se non si scavano i depositi sottoterra (cosa alquanto pericolosa per la conservazione dei materiali visto il nostro territorio dove l’acqua è sempre in agguato), non ci saranno spazi né per garantire l’esposizione dei beni attualmente in mostra, né per conservare i materiali in deposito. Il deposito, infatti, dovrà essere ancora più capiente di prima visto che l’esposizione dovrà essere ridimensionata. Si vuol forse smembrare la collezione esistente relativa alla bonifica e così far perdere la caratteristica d’area vasta che il museo ha?
Non entro nemmeno nelle problematiche, che come constatiamo ogni giorno, rendono già difficile gestire malapena gli istituti culturali del comune: se sopravvivono è solo per merito degli operatori. Sono valutazioni che richiederebbero molto spazio e che certo eliminerebbero i voli di pura fantasia ai quali stiamo assistendo. Si pensi solo all’inevitabile apertura di nuovi fronti di spesa per la realizzazione e la gestione di un nuovo museo o addirittura di più musei. Si pensi a gestire meglio quello che già c’è, e più che dividere sarebbe forse consigliabile riunire.
Ma torniamo al Museo della Bonifica e alla sua attuale ubicazione. Fa sorridere la considerazione, in verità alquanto limitata come orizzonte, che si vuol trasferire il museo per “valorizzare il centro” e collocare tutti gli istituti culturali in un’unica area perché gli studiosi possano recarsi da una parte all’altra per cercare i materiali di cui necessitano. Il Museo dispone già di biblioteca specializzata, archivio storico, archivi fotografici, quindi uno studente o studioso ha già tutto sottomano. L’attuale sede può anche essere dotata di spazi più idonei per le attività didattiche (basta guardare il progetto). I consumi possono essere razionalizzati utilizzando il fotovoltaico, viste le grandi superfici dei tetti.
Invece, per valorizzare un istituto culturale è necessario che ci siano iniziative, mentre in museo mancano da troppo tempo. Una collocazione, come quella attuale, inoltre, è solo appena decentrata rispetto all’ombra della chiesa o del municipio dove si vorrebbe che ci fosse tutto, mentre è ben servita da vie di comunicazione. La nuova ubicazione prospettata, in un’area già satura per parcheggi e viabilità, è inadatta, soprattutto pensando che il Museo della Bonifica, è un museo del territorio, e che per sostenersi anche economicamente dovrebbe essere frequentato non solo da coloro che “passeggiano” nel centro di San Donà, ma da comitive di turisti, da scuole dell’intera regione e, ben vengano, quelle cittadine. E comunque con una salutare passeggiata o una breve corsa in bicicletta, l’attuale museo si può raggiungere facilmente. Altre ingenue considerazioni, come sono state fatte dall’Amministrazione, relative al “turista straniero” (e non italiano ?) che va al mercato e quindi “potrebbe” aver voglia anche di entrare in museo perché è lì vicino, fanno solo sorridere e le lasciamo stare. Il centro dev’essere valorizzato soprattutto potenziando e non demotivando le attività economiche, perché di questo la città ha davvero bisogno! Il voler recuperare un bene culturale architettonico come il Monumento ai Caduti in Guerra è più che giusto: va protetto e riutilizzato. Una decina di anni fa, avevo proposto di trasferire la sezione bellica del museo della Bonifica, ma era un periodo in cui le risorse finanziarie ed umane lo permettevano, adesso non è più così.
Perché, invece, non si avvia in modo concreto la rete dei musei della Grande Guerra che può avere una valenza regionale e interregionale ? La rete, fu creata con il fondamentale contributo del nostro museo ed hanno aderito dei musei importanti come il Museo del Risorgimento di Vicenza, Il Museo della Battaglia d Vittorio Veneto, il Museo 7° Alpini di Belluno, perché non si valorizza questa risorsa ?
Perché non si vuol pensare all’estensione proprio di questa rete, soprattutto nell’attuale periodo di celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, utilizzando le risorse comuni per valorizzare così con gli altri musei della regione anche il nostro e rilanciarlo come sarebbe giusto ? Forse si vuol farlo morire e chiudere in un momento in cui dovrebbe essere potenziato e vivere ?

Dino Casagrande
Già Direttore del Museo della Bonifica (dal 1983 al 2013)

Quei marxisti da salotto…

Un altro racconto o , se volete , una riflessione del nostro F. Fontana
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Quei marxisti da salotto…

Il mio romanzo “La percezione delle Pleiadi” -ed. Albatros Il Filo- è un libro chiaramente di sinistra. E proprio per questo motivo ospita all’interno della sua narrazione figure di sinistra che combattono battaglie diverse in luoghi diversi.
Ciò mi dà spunto per riflettere brevemente su una figura di “sinistro” che io detesto particolarmente; sto parlando di quelli che definisco, con sommo disprezzo, “marxisti da salotto”.
E facendo un balzo dalla finzione (il mio romanzo) alla realtà (il nostro meraviglioso ma disgraziato Paese), dobbiamo purtroppo constatare come di questa genia sia piena l’Italia, e non solo.
Quel che mi dà fastidio di questi personaggi è soprattutto l’ipocrisia. Oltre al fatto che abitano, almeno nominalmente, nella mia stessa casa politica, il “progressismo”, la “sinistra”, anche se io da questa casa li caccerei volentieri a calci nel culo, tanto per non usare eufemismi.
Sessantottini, ex-sessantottini, post-sessantottini, ex-nonsocos’altro, post-nonsocos’altroancora, etc…: quante persone che da giovani si sono divertite a contestare, a rompere le sfere ai cosiddetti “matusa”, a passare per profeti di un mondo nuovo, salvo poi accomodarsi (eccome!) nel mondo vecchio, pretendendo e difendendo con le unghie quegli stessi privilegi che rinfacciavano ai loro padri.
Quanti individui ieri gridavano contro la ricchezza, lanciavano pietre contro i “borghesi” decadenti, sputavano sulle istituzioni, distruggevano con furia cieca e fanatica auto, banche, simboli del “feroce capitale”… e quanti di loro oggi invece accettano di buon grado (e difendono, lo ripeto, con le unghie!) i lauti stipendi, le superpensioni, i vergognosi vitalizi erogati da quelle stesse istituzioni borghesi che dicevano di detestare e invece hanno occupato in massa; per fare cosa? Per cambiare il mondo? Macchè: per poter comprare quelle medesime auto di lusso che da giovani distruggevano, per poter creare fior di conti correnti nelle medesime banche contro cui sputavano, per poter in una parola usufruire a tutto tondo di quei medesimi simboli del “feroce capitale” contro i quali avevano iniziato la loro parabola sociale, civile e politica. Una parabola così snob, così chic, così… schifosa dico io!
Coerenza, questa sconosciuta! Politici marxisti senza cravatta che vanno in tv facendosi pagare 1.000 Euro al minuto, quando una normale persona oggi come oggi si dice fortunata se 1.000 Euro li guadagna in un mese! Ex sobillatori da corteo che affermano con protervia il loro “diritto” a godere i vitalizi della politica post-democristiana. Ex (pseudo) difensori dei lavoratori che se ne stanno oggi a panza all’aria con pensioni principesche, ottenute magari senza aver mai timbrato un cartellino né tantomeno alzato un peso da terra. Ma continuano a essere “rossi”, ci mancherebbe, fa così chic… continuano a dirsi “contro”, a non mescolarsi, a collocarsi “fuori”… stando però ben attenti a non perdere neppure 1 Euro di tutto quanto c’è “dentro”.
Mi spiace, ma io questi qua li detesto con tutte le mie forze, mi fanno schifo, e confesso il piacere straordinario che proverei se potessi “aggiustarli” come si deve con le mie manine sante…; lo farei volentieri, molto volentieri anche fra cinque secondi se ne avessi uno a portata di sberla, e se non temessi il giudizio di Dio e dell’uomo, pur non credendo (ahimè!) né in Dio nè, troppo spesso, nell’uomo…
Facezie a parte, approfitto di questo spazio per invitare tutti (lo faccio anche su Fb con un post condiviso con tutti gli amici) alla prossima presentazione de “La percezione delle Pleiadi” che avverrà SABATO 7 novembre alle ore 17.00 presso la Libreria IBS a Treviso in c.so del Popolo 40 (sotto i portici in entrata città, indicativamente nel tratto fra la Stazione e Piazza dei Signori). Il libro, oltre che da me, sarà presentato da due stupendi ragazzi, Mattia e Ottavia, che frequentano il Liceo Canova, quindi sarà molto interessante vedere l’opera di un “matusa” cinquantaduenne presentata da due meravigliosi diciottenni. Vi aspetto, sarà un’esperienza simpatica!

Mi raccomando chi può sia presente !

La Storia maestra di Vita by F. FONTANA

la-storia-siamo-noi

storia-passato-presente-futuro-past-future

Ecco alcune riflessioni sempre attuali come sempre del nostro Francesco Fontana.
Leggete e meditate. Questa era la vita e questa sarà la vita….

Historia Magistra vitae
Il mio libro “La percezione delle Pleiadi” è un romanzo multiforme, spazia attraverso una miriade di aspetti della nostra vita, dall’amore alla sensualità, dalla natura alla malattia, dalla tragedia alla comicità. Ma il canovaccio conduttore di tutta l’opera è la Storia. Con la S maiuscola. La Storia del nostro mondo dal 1945 a oggi, o quasi. La Storia Maestra di vita.
Più mi guardo intorno e più mi convinco di quanto grande sia l’importanza della Storia, e di quanto perda la nostra società civile da un insegnamento scarso o talora nullo di questa materia. E’ scandaloso che ci siano ragazzi, per non parlare di persone adulte, che sanno comporre un sms di 30 o 40 parole in pochi secondi e poi non sanno neppure quando sono vissuti Mussolini o Carlo Marx. Anzi, e non sto scherzando, ci sono persone convinte che Carlo Marx sia stato quello che ha inventato il cinema.
La Storia non va studiata per sapere a memoria quando è avvenuta la tal battaglia o quando è morto il tal personaggio. Va studiata per conoscere le dinamiche sociali, per sapere come è evoluta la convivenza, spesso drammatica, fra gli uomini, per capire cosa abbiamo sbagliato ieri e cosa potremmo evitare di sbagliare oggi e domani.
In questi ultimi anni assistiamo a un indubbio rigurgito di razzismo nel nostro Paese (e non solo).
C’è un “buonismo” di certa sinistra bacchettona e ipocrita dalla quale io, da sempre progressista, prendo ogni distanza, un “buonismo” sdolcinato che porta a giustificare chiunque si metta contro la legge (perché chi trasgredisce sarebbe un “disadattato”, un “poveraccio”, e prima che punito andrebbe “capito” secondo questi deliranti Savonarola con le gambe per aria dei giorni nostri) soprattutto se zingaro, rom, immigrato etc… (perché, secondo questi falsi apostoli di una balorda misericordia rossa, in tal caso i rei sarebbero doppiamente “disadattati”, doppiamente “poveracci”, etc…).
Poi c’è invece una diffidenza, talvolta un vero “odio”, per chiunque venga da oltreconfine con la pelle diversa dalla nostra, con una religione diversa dal cristianesimo, con abitudini che a noi possono apparire “strane”. Basta navigare un po’ su Facebook per leggere cose orripilanti.
Insomma, come spesso accade, la giusta via di mezzo non esiste! Io mi rendo conto che è difficile pensare di poter accogliere tutti i neri che arrivano sulle nostre coste, e che ci possa essere una diffidenza nei confronti delle masse di africani che vorrebbero stabilirsi in Europa, vuoi per paura delle infiltrazioni terroristiche vuoi per una naturale e comprensibile prevenzione verso il loro modo di vita, vuoi per un meritorio slancio d’amore per la nostra cultura e le nostre tradizioni cui pure io tengo moltissimo.
Ma è troppo comodo liquidare la faccenda dicendo: “Cosa vengono a fare qua, che si arrangino, che rimangano a casa loro” e dimenticando che spesso a casa loro si muore sotto le bombe oppure a causa della miseria. E’ troppo comodo! Ci siamo infatti mai chiesti PERCHE’ l’Africa è un continente disastrato, nel quale pochi vivono, molti sopravvivono e troppi muoiono? Ci siamo mai chiesti se con le guerre fra tribù, se con la miseria endemica, se con il sottosviluppo strapotente noi, proprio noi, non c’entriamo forse qualcosina?
Pechè un continente dovrebbe essere nelle condizioni in cui è oggi l’Africa se non per i saccheggi che ha subito per secoli, e anche fino a pochi decenni fa, da parte del cosiddetto “uomo bianco”, da parte di quel mondo occidentale che proprio su quei ladrocini perpetrati a man bassa ha edificato il proprio attuale benessere?
Se conoscessimo un po’ meglio la Storia, sapremmo che una parte del nostro attuale benessere (parlo anche del “benessere” dei nostri poveri che spesso sono meno poveri dei più ricchi tra gli abitanti di alcune regioni africane in cui il sottosviluppo è devastante ed endemico) è stato scippato, strappato, tolto con la violenza e la propaganda razzista proprio a loro, agli avi, ai nonni e a i padri di quelli che oggi rischiano la vita per venire qua, tentando di riprendersi magari un solo briciolo di quanto i “nostri” avi, nonni e in alcuni casi padri avevano strappato loro. Anche per quanto riguarda l’Italia le guerre coloniali non sono un ricordo troppo lontano…
Ecco, io credo che se tutti sapessimo quanto è successo fino a pochi decenni fa, e forse in alcuni luoghi succede tuttora, avremmo qualche difficoltà in più a criticare le missioni di salvataggio di chi naufraga nel Canale di Sicilia e a dire che questi qua vengono a “rubare” la nostra ricchezza, dato che questa “nostra” ricchezza è stata rubata proprio a loro.
Se il mio romanzo “La percezione delle Pleiadi” è riuscito a far nascere un po’ più di amore verso la Storia in chi lo ha letto, o magari lo leggerà, ebbene posso dire che ha raggiunto il suo traguardo più elevato!
P.S. solo per spegnere fin dalla nascita ogni eventuale polemica, preciso che tutto questo mio discorso non vuole giustificare affatto nessun atto delinquenziale da parte di immigrati (rapine, stupri, etc…) nè tantomeno quelle forme di “asservimento culturale” alla diversità etnica le quali portano per esempio all’assurdo che si nega il presepe ai bambini italiani per non “urtare” la sensibilità dei bambini islamici arrivati dall’Africa. Infatti, lo ribadisco, io sono di sinistra; ma non sarò MAI un imbecille buonista. E neppure un intelligente buonista. Forse perché non ne esistono…

OGGETTO: sicurezza in città ! Le nostre domande senzza risposta ?

Vi ricordate che noi de ” Il Ponte” assieme a San Donà più sicura aveva posto al Sindaco alcune domande sulal nostra sicurezza. Era il febbraio del 2015. Nessuna risposta

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Dopo due mesi abbiamo girato le nostre domande al Consigliere Fingolo dell’opposzione in Consiglio Comunale.
In aprile Fingolo ha fatto una interrogazione riportando le domande che avevamo posto al Sindaco.
Ora dopo 5 mesi il Vicesindaco Trevisiol ha risposto alal interrogazione.
Il Vicesndaco si scusa del ritardo perchè dice ” ho cercato di prepare una risposta esaustiva e dopcumentata ”

Bene leggerete ora tutta la domanda (ovvero le domande) poste dal consigliere Fingolo e le risposte del Vicesindaco
Giudicherete voi se ha risposto o ha girato attorno alle domande. Alla fine a noi rimango i soliti dubbi
39 Telecamere ma quante funzionano ?
Nille occhi sulla Città è attivo ? Funziona ma come ?
Quali siti pubblici sono videosorvegliati ?. Il Vicesindaco cita il Municpio, Vari istituti scolastici, la stazione ferroviaria e quella automobilistica ( voleva dire la stazione ATVO) . Tutto qua? E i furti nella bibbioteca ? E nella scuole ? ecc…

usareiphoneandroidtelecamera

Si chiede se è stato chiesto al Prefetto che la guardie giurate possano fermare e identificare in attesa delle Forze dell’Ordine persone sospette ? Nessuna rispopsta

Leggete tutta la risposta e dite voi se la risposta è esaustiva e documentata
A parte la risposta non chiesta al Progetto ” Controllo del Vicinato, che ha sventato sempre i soliti 30 casi che in via potenziale avrebbero potuto diventare reati.
Ma questi 30 segnlazioni che hanno sventato i possibili reati sono sempre i soliti 30 che Trevisiol cita ogni settimana. Non si arriva mai a 31 casi ?
E che documentazione abbiamo che erano casi che potevano diventare reati ?

A voi domende e risposte
Giudicate voi !

Interrogazione presentata dal Consigliere Enrico Fingolo
Del Gruppo Consiliare Lista Civica Noi per San Donà di Piave nella seduta del Consiglio Comunale del 20/04/2015 rivolta all’Assessore Luigi Trevisiol
OGGETTO: sicurezza in città
Sono sempre maggiori le segnalazioni di cittadini di San Donà di Piave relative alla sicurezza della città. Sicurezza intesa in senso generale. dai furti ai pericoli per la salute come le discariche abusive, dai mendicanti molesti al degrado di alcuni luoghi anche in centro città, dagli scippi alla violenza di ogni genere.
si chiede a questa Amministrazione cosa ha intenzione di fare per risolvere. o quantomeno, limitare questi fenomeni.
Più dettagliatamente si chiede:
1) Quante telecamere sono presenti nella città di San Donà di Piave e nelle frazioni?
2) Quante telecamere sono funzionanti?
3) Quanti siti pubblici (scuole. biblioteca. ospedali. Municipio. sede della Polizia Municipale) sono dotati di telecamere funzionanti?
4) E’ attivo il Protocollo “Mille Occhi sulla Città”?
5) E stata richiesta al Prefetto la possibilità che le Guardie Giurate possano fermare e identificare in attesa delle Forze dell’Ordine persone sospette, visto che il Prefetto aveva dato la sua disponibilità?
6) L’ex vice Sindaco Oliviero Leo si era espresso favorevolmente alla richiesta di un Consiglio Comunale Straordinario sulla Sicurezza. E’ tuttora volontà di questa Amministrazione discuterne pubblicamente con la cittadinanza in presenza di tutte le forze politiche e dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine?
RISPOSTA INTERROGAZIONE ENRICO FINGOLO
Buonasera consigliere e grazie per l’interrogazione che mi da la possibilita di chiarire l’impegno di questa amministrazione per la sicurezza. Mi scuso per il tempo che ha dovuto attendere ma ho cercato di preparare una risposta da una parte esaustiva e documentata e dall’altra rispettosa dei limiti della discrezione che la delicatezza dell’argomento richiede.
A San Donà sono presenti 39 telecamere. Tre sole nelle frazioni, e dovranno essere aumentate. Sono sorvegliati. tra l’altro, il Municipio, vari istituti scolastici, le stazioni ferroviaria e automobilistica. Molte telecamere, però. sono di vecchia concezione. Entro fine anno sarà completata la verifica di tutta la strumentazione in essere per valutare
eventuali sostituzioni e aumenti. hanno consentito di risolvere, negli
ultimi anni, oltre 30 casi di incidenti stradali che presentavano connotati dubbi.
Tra i più gravi il caso di una persona che è risultata investita sulle strisce. e ferita molto gravemente. In quel caso c’erano alcuni testimoni. probabilmente in buona fede. che avevano asserito che la persona avesse attraversato sulle strisce in bicicletta. La telecamera ha permesso di accertare che non era così. e la persona, molto anziana, aveva attraversato sì sulle strisce, ma con la bicicletta a mano. Grazie all’analisi delle telecamere è stato possibile per la persona investita, che aveva riportato gravissime ferite, di conseguire un risarcimento. Questo solo a titolo d’esempio sull’utilizzo di questi mezzi.
Le telecamere. inoltre, sono negli ultimi mesi molto utili per reprimere il conferimento abusivo di rifiuti. In più occasioni sono state comminate. sanzioni nell’ordine dei 500 euro ciascuna per conferimenti abusivi.
Inoltre da quando è stata pubblicizzata la presenza di telecamere nascoste, il fenomeno ha registrato un leggero calo. Hanno permesso. inoltre. di accertare solo nell’ultimo anno il sussistere di due casi di ordine pubblico, su cui poi l’amministrazione è intervenuta, e che hanno avuto anche ampio risalto sulle pagine dei giornali. Per quanto riguarda azioni di Polizia Giudiziaria, le telecamere sono state d’aiuto in alcuni casi importanti. Ovviamente non posso calcolare quante situazioni abbiano sventato, ovvero prevenuto, per la loro presenza. Le telecamere del Comune di San Donà di Piave sono tarate per conservare il filmato dai 3 ai 5 giorni, come da legge. In talune occasioni non sono state utili proprio perché la segnalazione è giunta dopo questo limite.
Il protocollo -Mille occhi sulla città- è attivo. Ricordo che sì tratta dell’intesa triennale sottoscritta in Prefettura tra le forze dell’ordine e società di vigilanza privata: gli occhi delle guardie giurate in servizio diventano allerta pubblica, in contatto diretto con la Questura o la centrale operativa dei carabinieri. inviando immediatamente segnalazioni. Sottolineo che la proficua collaborazione con le Forze dell’Ordine e la Prefettura si è dipanata anche su altri ambiti. Ne cito uno per tutti: la soluzione del problema di sicurezza in Piazza IV Novembre. che aveva indotto un commerciante a assumere una guardia. Ebbene, su nostra richiesta, la Prefettura ci ha concesso una pattuglia in più che è intervenuta su quello e altri ambiti, risolvendo il problema. come testimoniato pubblicamente, sulla stampa, dallo stesso esercente.
Aggiungerei però un servizio specifico del Comune di San Donà di Piave:: il Controllo del Vicinato, programma di auto-organizzazione tra vicini per controllare le aree intorno alla propria abitazione, già promosso dall’amministrazione comunale con una serie di incontri pubblici. Ebbene, in pochi mesi sono stati raggiunti i 1600 aderenti e sono stati almeno una trentina i casi sventati che, almeno in via potenziale, avrebbero potuto tradursi in reati. Ne approfitto per ricordare che, in occasione della Fiera del Rosario. un gazebo gestito dai referenti del Controllo del Vicinato illustrerà ai cittadini scopi, obiettivi e risultati del programma. E cito una nota di merito che ci dà soddisfazione: l’Associazione Nazionale Controllo del Vicinato ha nominato come referente per il Basso Veneto un sandonatese. Walter Codognotto, infaticabile coordinatore del gruppo di Isiata, tra i primi ad essersi costituiti. Un plauso anche all’opera di Raimondo Cicogna, l’agente di Polizia Locale che si sta impegnando in questo settore, e a tutti quanti. e ne sto dimenticando tanti. che hanno dato il loro apporto.
Sull’ipotesi di un Consiglio comunale straordinario sulla sicurezza. ritengo che un corretto utilizzo dello strumento consiliare sia compatibile con la sua gestione ordinaria in cui, ovviamente, la sicurezza ha una posizione di rilievo.
Distinti saluti, Luigi Trevisiol

Con cortese preghiera di pubblicazione.
San Dona di Piave. 30 settembre 2015
UFFICIO STAMPA
Tamburrini