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Dando spazio a tutte le proposte mantenendo sempre la persona e le persone al primo posto.

Si intendono sviluppare i collegamenti con le associazioni di volontariato, con le istituzioni, con le associazioni di categoria, e dei media per elaborare nel miglior modo ciò che viene esposto dal cittadino. Non limitandoci alla critica in quanto tale, ma impegnandoci a costituire e a a tradurre in realtà le idee.

Al movimento di opinione "il ponte" puo' associarsi chiunque desideri lavorare per migliorare la nostra città: renderla più vivibile e sana; ogni persona indipendentemente dalla colorazione politica e dall'iscrizione a un partito, purchè il suo pensiero sia guidato da sani principi.
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Il primario, il senatore e la giovane infermiera

 

Il primario, il senatore e la giovane infermiera

Voglio fare il mio commento su una storia che ha fatto parlare tanti i giornali  in questi giorni. Tanti commenti e naturalmente tutti a favore della giovane infermiera ( studentessa) . Tutti contro il Primario che lo si è visto essere un esponente della “Casta”.  Perché oggi si deve essere contro la Casta , intesa come quella cha il potere . Ci sono dentro i partiti, senatori, deputati, medici politici nei vari incarichi ecc. (stranamente non si vede dentro Napolitano e i giudici)

Ho aspettato per dare un giudizio con calma e leggere le varie versioni e i vari commenti

Leggevo su di un giornale del quale non ricordo il nome  “Una storia italiana piccola e banale.  Ma con una protagonista originale che ricorda un po’ il bambino della fiaba di Anderson “ I vestiti nuovo dell’Imperatore “ che tutti noi abbiamo letto . L’unico che ha il coraggio di girdare  “Il re è nudo “ mentre tutti gli altri fingono di vedere i suoi vestiti  che pure non esistono per paura di passare da sciocchi.

Secondo il racconto che si è letto nei giornali dopo la pubblicazione della lettera della studentessa  in infermieristica che la stessa ha pubblicato su F.B. su Twitter e mandata a quasi tutti i giornali. La seguente notizia  “nel reparto di Medicina Interna del Policlinico Ulberto I di Roma per far posto ad un Senatore della Repubblica un paio di pazienti già ricoverati sono stati spostati dalle loro camere per lasciarne una completamente a disposizione dell’  illustre ricoverato.   La stanza è stata lustrata più del solito, lucidata e profumata. I due pazienti, non altrettanto illustri, sistemati in una stanza da quattro. Non solo. Al senatore durante il suo ricovero sono stati concessi piccoli privilegi negati agli altri come ricevere le persone anche al di fuori dell’ orario di visita.”

Niente di nuovo, nulla cui non siamo già abituati.  Lo strano è che sia stata una studentessa che frequenta il reparto per il corso di laurea in infermieristica  Roberta Cristofani  della quale mettiamo il nome e il suo profilo FB (  https://www.facebook.com/roberta.m.cristofani?fref=ts )

La studentessa riferisce che è stato dato a lei l’ingrato compito di dire ai due pazienti che dovevano “sgomberare” per lasciare il posto a qualcuno che contava più di loro.  La ragazza si è sentita “umiliata” , ha provato vergogna nello scoprire  che, sì, esistono pazienti di serie A e di serie B anche negli ospedali pubblici.  Allora ha deciso  ha deciso di rendere pubblica sulla sua pagina di Facebook  questa vicenda

https://www.facebook.com/roberta.m.cristofani?fref=ts ,

postando la lettera che ha indirizzato al suo primario al quale ha chiesto di non essere più messa “in una situazione tanto imbarazzante ed umiliante”

Dal Policlinico è uscita una nota che afferma che non ci fu nessun favoritismo da parte del primario, nessun privilegio e soprattutto nessun disagio per gli altri pazienti. In sostanza dicono dal Policlinico in casi particolari occorre tutelare la privacy del ricoverato. L’Azienda quindi si riserva di tutelare la propria immagine e quella dei suoi professionisti in qualsiasi sede non esclusa quella giudiziaria.

Che fine farà la giovane infermiera ? Potrà ancora frequentare quel Reparto ? Avrà delle conseguenze ?

 

Riporto anche io la lettera che è pubblica vista che è stata messa su FN e mandata a molti giornali

 

Gentile professor Violi,

le rubo qualche istante del suo tempo per raccontarle una breve storia.

Sono una studentessa di Infermieristica del primo anno e al mio secondo tirocinio mi sono trovata a lavorare nel suo reparto.

Una sera, verso le 20, ho notato una certa agitazione da parte del personale. Due pazienti, senza ricevere alcuna spiegazione, sono stati spostati in stanze in cui erano presenti già altri quattro letti, mentre quella in cui si trovavano loro è rimasta vuota. Lo stato di agitazione continuava: apriamo le finestre, spruzziamo un deodorante, il nuovo letto deve essere perfetto. IL nuovo letto. Uno solo. Io non ho molta esperienza, per questo mi è sembrato naturale chiedere lumi. “Domani arriva il senatore. Deve stare in una stanza singola, disposizioni del primario.”

Perché mai il senatore dovrebbe stare in una stanza singola? Con la penuria di letti che abbiamo, tra l’altro? E perché avremmo dovuto scomodare altri due pazienti per permettere a una persona di stare in una stanza singola? Riesce minimamente a percepire la mia incredulità?
 Incredulità che non ha fatto che aumentare, notando che al paziente venivano concesse visite a qualsiasi ora, nonché qualsiasi tipo di trattamento di favore. Altre “disposizioni del primario”, immagino.

 

Caro professore, le scrivo per dirle che mi sento profondamente offesa.

Dal momento in cui varca la soglia del reparto, il paziente per me è semplicemente una persona, ovviamente con pari dignità e diritti rispetto a tutte le altre. Cosa mi importa che nella vita faccia lo spazzino, il salumiere, l’insegnante o il senatore? Mi trovo di fronte, sempre e comunque, una PERSONA: spesso spaventata, con mille dubbi e incertezze, turbata, fuori dall’ambiente rassicurante della sua casa. E non è forse questo uno dei doveri dell’infermiere? Far sì che la persona che entra in reparto si senta accolta, rassicurata, ascoltata, al di là di chi è, cosa fa di mestiere o del suo status sociale.

 

Può anche solo lontanamente immaginare l’umiliazione che ho provato nel comunicare ai due pazienti che occupavano la stanza sgomberata per far posto al senatore che avrebbero dovuto spostarsi? “Voi siete malati di serie B, dovete far spazio al malato di serie A.”
Quel compito ingrato, me lo lasci dire, sarebbe toccato a lei, professore. Non a una studentessa che non riesce a farsi una ragione di episodi del genere.

 

E sì, mi sento offesa. Sento che, rendendomi strumento di questo tipo di ingiustizie, lei ha sminuito la mia professionalità, l’impegno che metto ogni giorno per migliorarmi e diventare una brava infermiera.
Così come, e questo è un mio modesto parere, ha sminuito la professionalità e il duro lavoro della caposala e di tutti gli infermieri che giorno per giorno si impegnano per dare al paziente, ad OGNI paziente, le migliori cure possibili e l’accoglienza di cui parlavo.

 

La prego, per il futuro, di non mettermi più in una situazione tanto imbarazzante e umiliante.

La prego, con tutto il cuore, di non lasciarmi con la sensazione amara che “tutti i pazienti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.”

 

Ora fermo restando che in un Ospedale pubblico come è L’Umberto Primo a Roma tutti i pazienti hanno o devono avere lo stesso trattamento a meno che non siano pazienti solventi o paganti in proprio un ricovero o paganti la stanza dozzinante ( e qui non è stato comunicante se il paziente pagava ricovero o stanza ),

Fermo restando che ogni persona è libera di esprimere il proprio pensiero

Fermo restando abbiamo sentito solo la versione della Studentessa e la versione del Policlinico e non quella del resto del Personale Medico e infermieristico

Fermo restando che esiste una versione del Senatore dell’UDC De Poli che non sappiamo se si riferisce esattamente a quel ricovero o ad un altro

 

Vi sono considerazioni che devono essere fatte a mente fredda

1)    Ci sono motivazioni politiche ? La Studentessa lo nega ma tra i suoi amici e tra i commenti che la lodano vi sono vari del Movimento 5 Stelle.

2)    Sembra strano che la coordinatrice infermieristica che assiste le studentesse abbia dato proprio a lei il compito di spostare i paziente e comunicare che dovevano esser spostati ?

3)    I colleghi e agli altri medici non dicono nulla e lei non dice nulla a loro. Una studentessa prende disposizione mai da sola ma è compartecipe con altri studenti e infermieri

4)    Come mai la scelta di comunicare ai pazienti il cambio della stanza, è caduta solo su di lei. Davvero tutti i colleghi si sono occupati solo ed esclusivamente della stanza di “Supersenatore”? Davvero non hanno avuto il coraggio di prendersi tutte le critiche e le lamentele dei pazienti?

5)    °- Dov’era il medico di guardia di reparto? Perchè non ha parlato lui con i pazienti?

6)    Perchè il Primario ha acconsentito che nel suo reparto ci fosse un trattamento “Privatistico” di un posto letto pubblico  sapendo che la normativa non lo permette e che tale fatto può essere denunciato ?

7)    Vorrei tanto sapere se quella sera vi era stata la comunicazione al P.S. dei posti letto a disposizione per i ricoveri urgenti, e quanti posti letto aveva comunicato quel reparto di medicina, e soprattutto se qualche cittadino a causa di questo ricovero “improprio” avesse ricevuto una complicanza a causa della falsa carenza di posti letto

8)    Ha valutato la studentessa la patologia e le possibili esigenze del ricoverato ?.

9)    Normalmente spetta alla Caposala e non al Primario la disposizione dei letti  e tale disposizione viene fatta in base alle patologie e ad esigenze che vengono riportate dai medici , compreso il Primario. Anche nel mio Reparto alcuni paziente vengono spostati in altre stanze quando in una data stanza deve essere messo un paziente con una patologia particolare ( operato di un dato intervento o possibile fonte di infezione ecc)

10)                Ha rispettao la Privacy del Senatore, del Pirmario, del Reparto ? avendo lei nella lettera resa pubblica messo il Nome del Pirmario, e del Reparto ?

11)                Ha comunicato all’IPASVI il problema e alla Direttrice della Scuola il fatto chiedendo come meglio comportarsi ?

 

12)                Se la studentessa  proprio non volevi fare quella comunicazione, poteva semplicemente rifiutarsi e  non credo che i colleghi  e i medici insegnanti la avrebbero bocciata per questo. Certamente è più facile avere conseguenze con tale comportamento che non  quello di rifiutarsi di eseguire quell’ordine ( se vi è stato )

 

13)                La coordinatrice e i suoi infermieri sono complici alla pari del primario se non vi era una motivazione valida. Se iniziassimo ad tutelare in modo autonomo gli interessi del malato e a non eseguire azioni imposte da altri le cose andrebbero meglio!

 

In conclusione io sono un Chirurgo con 43 anni di attività in ambiente pubblico o accreditato nel pubblico e da 21 anni dirigo un Reparto di Chirurgia che ospita  allieve che sono mandate dalla Università per imparare la parte pratica ma anche la deontologia infermieristica

Io una infermiera ( se da studentessa diventerà infermiera) che agisce in tale modo senza rispettare le regole, i ruoli, la privacy, senza informarsi delle patologie dei pazienti non la vorrei nel mio Reparto.

Se il racconto della infermiera fosse vero e se questo racconto fosse la fotografia di quello che è successo , il reparto ( dal primario ai medici, alla caporeparto e agli infermieri tutti ) sarebbe da condannare.

Ma vi sono modi e forme da rispettare per un comportamento civile.

 

 

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera aperta Al signor Sindaco di San Donà di Piave

Egregio Signor Sindaco scrivo non come Presidente del Movimento di Opinione Il Ponte, non come l’ideatore e amministratore della Pagina San Donà  Sicura nonché Coordinatore di tutta la Rete +  Sicura.

Le scrivo come cittadino di San Donà  di Piave.

Questa sera  quando mi sono recato alla Santa messa sono stato molestato pesantemente al’ingresso della Chiesa di San Pio X da uno soliti mendicanti molesti che lei conosce bene vivendo a San Donà e leggendo gli articoli e le denunce sui giornali. Sono stato molestato pesantemente perché non ho dato loro l’elemosina e non ho, secondo loro, augurato a loro una buona domenica.

Sono  soggetti ben noti alla polizia urbana e schedati dalla stessa, che si trovano ogni giorno fuori e dentro l’Ospedale di San Donà, fuori e dentro della Casa di Cura Rizzola, all’esterno del supermercato Lidl, del supermercato Dpiù , del supermercato Winner  e nei vari parcheggi di San dona di Piave. Queste persone molestano a volte pesantemente i cittadini non solo sollecitando l’elemosina ma a volte strattonandoli e offendendoli e creando paura con i loro atteggiamenti.

Queste persone come lei ben sa vivono in una casa disabitata vicino al cimitero, usufruendo dei servizi collegati all’abitazione. Fanno i loro bisogni nei bagni dell’Ospedale, della Casa di Cura, del Supermercato Lidl. Esistono documentazioni fotografiche e filmati del loro comportamento. Gli stessi soggetti  considerazioni questo un lavoro  ( come sentito personalmente alla mattina quando in gruppo si dividono i posti e gli orari ) . Non accettano alimenti ma vogliono soldi e come da documentazione spendono i loro soldi in smartphones, in sigarette in Ipads e in gratta e vinci ( oltre naturalmente ai loro fabbisogni normali).

Io oggi ho ricevuto l’attestazione di solidarietà dalle persone vicine ma certamente il diverbio e le offese non mi hanno permesso  di poter ascoltare tranquillamente la Santa Messa.

È mai possibile che i cittadini di San Donà non possono andare tranquillamente alla Santa Messa? andare tranquillamente a fare la spesa ad un supermercato ? andare tranquillamente all’Ospedale o in Casa di Cura senza essere continuamente vessati da richieste insistenti e da minacce a volte se non si cede all’elemosina?

Oggi ho parlato con un dirigente del supermercato Lidl che mi ha detto che avendo appreso di perdere clienti proprio per la presenza di questi mendicanti sono stati costretti ad assumere delle persone che allontanino questi mendicanti.

Le sembra giusto che un cittadino di questa città non possa vivere tranquillamente e debba difendersi da solo da questi individui?. Lei come Sindaco è responsabile della Salute dei suoi cittadini e per Salute si intende lo stato psicofisico del cittadino. Lei è anche responsabile della sicurezza dei cittadini e la sicurezza comprende lo stato che ogni cittadino ha di poter girare in sicurezza e in serenità per la propria città.

Chiedo e ce lo chiedono migliaia di cittadini quando si potrà ritornare ad avere una città nella quale  noi tutti possiamo uscire tranquillamente e passeggiare sia di giorno che di sera; quando potremmo andare nei luoghi di cura; quando potremo andare alla Santa Messa o quando potremo recarci nei supermercati a fare la spesa senza essere continuamente vessati da queste persone.

Le chiedo se la sua Amministrazione intende porre rimedio a questa situazione che rende poco vivibile la vita di noi cittadini. Questa lettera aperta viene messa sui Social Networks   e nel sito ”  Il Ponte”  in quanto la visibilità è alta e  in molti aspetteranno una Sua risposta per poter pensare ad un prossimo futuro più sereno e tranquillo

Ringraziandola dell’attenzione porgo distinti saluti

Madeyski Paolo

Controllo di Vicinato e Rete+Sicura ( San Donà+Sicura)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul Sito della Città di San Donà di Piave appare  “Foglio di collegamento n.19” che viene inviato settimanalmente per  approfondire temi e argomenti su San Donà di Piave, sul Veneto Orientale, sulla Città Metropolitana.

Questo Foglio N 19 parla di

“ CONTROLLO DI VICINATO, LA SICUREZZA GARANTITA DAI CITTADINI “

 

Lo riportiamo integralmente in quanto documento pubblico che serve ad informare la cittadinanza su cosa la Amministrazione pensa in fatto di “ Sicurezza”

 

“Le reti di vicinato e la collaborazione tra enti come opportunità per una maggiore tutela dalla microcriminalità. È la prima analisi che si può dedurre dalla relazione della Prefettura sulla criminalità nel Veneto Orientale. Dove, a fronte di un livello di criminalità decisamente inferiore rispetto ai valori del Veneto e della Provincia di Venezia, resta una percezione della sicurezza da parte dei cittadini non sempre soddisfacente. Lo stesso prefetto Domenico Cuttaia suggerisce “attenzione sulla necessità di sviluppare una intensa azione di informazione e sensibilizzazione sul territorio attraverso l’organizzazione di incontri pubblici con i cittadini”. Insomma, da una parte gli occhi dei cittadini come migliore prevenzione. Dall’altra ricostruire un tessuto di relazioni, di conoscenze, di collaborazione che, oltre ad migliorare il controllo del territorio, abbia una valenza sociale.

È questo il “controllo di vicinato”, esperienza nata negli anni Sessanta negli Stati Uniti e affermata soprattutto nei paesi anglosassoni, dove coinvolge oltre 10 milioni di cittadini. Il progetto è recentemente giunto in Italia, in una trentina di Comuni dell’Italia settentrionale, soprattutto in Emilia e Lombardia. Primo esperimento veneto in due frazioni di Mira, Gambarare e Oriago, bersagliata da furti, dove pare abbia dato ottimi risultati.

Il programma prevede l’auto-organizzazione tra vicini per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare a chiunque passi nell’area interessata al controllo che la sua presenza non passerà inosservata e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area.

Lo schema è piuttosto semplice. Auto-organizzazione tra vicini per segnalarsi tra di loro, a turno, movimenti sospetti. Condivisione tra telecamere private, pronte segnalazioni alle forze dell’ordine e corsi sulle pratiche da adottare per mantenere elevato il livello di sicurezza. E poi un insieme di piccole attenzioni che rafforzano i rapporti umani prima ancora che intervenire sulla collaborazione civica. E contemporaneamente puntano i molti occhi di chi abita il quartiere come deterrente non solo per chi volesse compiere furti ma anche verso altri illeciti quali graffiti, truffe, vandalismi.  E, su tutto, un dialogo costante con le forze dell’ordine.

Insomma, “un sistema integrato di prevenzione e repressione”, come lo ha definito il prefetto. L’unione fa la forza, soprattutto in tema di sicurezza e di polizie locali. Ed è la strada da percorrere per garantire i cittadini.”

Il documento è firmato  da

Andrea Cereser  Sindaco di San Donà di Piave

San Donà di Piave, 25 luglio 2014

 

Dal foglio firmato dal Sindaco che rappresenta la Amministrazione si legge che la Amministrazione ritiene una ottima cosa il “ Controllo di Vicinato” . Non parla della Rete +Sicura e nello specifico, in quanto la Amministrazione è di San Donà, di San Donà + Sicura.

E allora vogliamo mettere i punti sulla i  come si suole dire.

Vogliamo raccontare come e dove è nata l’idea del Controllo di Vicinato , come si è sviluppato e diffuso, quali sono i principi, le regole la filosofia  e in modo particolare quali sono le differenze con la Rete + Sicura.

 

E lo possiamo fare tranquillamente in quanto noi conosciamo bene tale realtà essendo stati invitati dal gruppo di “ Controllo di Vicinato “ di Mira ed abbiamo discusso dei problemi inerenti al loro sistema e al nostro sistema. Abbiamo discusso delle differenze di gestione e abbiamo cercato di ottimizzare i due sistemi.

 

La Storia

Controllo di vicinato cominciò silenziosamente alla fine degli anni ’60 come responso allo stupro e all’omicidio di Kitty Genovese in New York. Cominciò come un gruppo che aveva la funzione di associare i vicini e la comunità per crimini . Non era composta da vigilantes  ma era da persone che sospettando delitti o crimini incoraggiavano gli amici e i vicini della comunità a contattare le autorità ad intervenire anche solo nei sospetti.

Nato quindi negli Stati Uniti negli anni ’60 e ’70 e arrivato in Europa partendo dalla piccolissima Mollington nel Cheshire in Gran Bretagna (1982), il Neighbourhood Watch è adottato da decenni in innumerevoli città americane come per esempio Chicago e Los Angeles e inglesi, come Oxford, Londra ed Edimburgo e ancora in Canada, Australia e Nuova Zelanda e in un’infinità di centri minori in tutti i Paesi anglosassoni.

 

Praticamente quello che stiamo facendo noi di San Donà + Sicura.  Noi invitiamo le persone della nostra comunità a vigilare nei nostri territori e a segnalare alla autorità ogni sospetto o ogni cosa incompatibile con il vivere civile  e che metta in pericolo la nostra sicurezza

 

Quindi da qui vediamo una prima differenza. Il Comitato di Vicinato era nato per i crimini , noi invece siamo nati per la nostra sicurezza che non è solo evitare delitti ma anche cosa che non garantisce la nostra sicurezza , dalla sanità, ai furti, ai delitti , alla sicurezza stradale eccc.

 

Si chiamava  Neighborhood_association e poi in Italia quando è nata si è chiamata  Comitato di Vicinato e poi “ Controllo di Vicinato “

 

Ma quando è nata in Italia tale forma di autodifesa ?

Leggiamo dal sito italiano

http://controllodelvicinato.it

una lettera che spiega la nascita

 

“Mi chiamo Gianfrancesco e nel 2008, dopo essere stato vittima di un tentato furto nella mia casa, ho importato dall’Inghilterra e promosso in italia, il “neighbourhood watch”, facendo anche nascere nel 2009, il primo gruppo italiano sul controllo del vicinato. In pratica, il programma dell’associazione prevede l’auto-organizzazione tra vicini, per controllare l’area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare, a chiunque passi nell’area interessata al controllo, che la sua presenza non passerà inosservata, e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno dell’area. Dato che è un progetto auto-prodotto, le spese sono tutte a carico dei volontari; per questo motivo, sostenere l’Associazione Controllo del Vicinato significherebbe dare un po’ di respiro e aiuto economico, per le varie spese e i vari investimenti da fare per migliorarlo: adesivi, cartellonistica per i Comuni che non possono acquistarla, sito internet da implementare, due APP per Android e IPhone a scopo educativo e promozionale. Insomma, tutte cose che abbiamo in mente, ma che non possiamo permetterci di fare.  “

 

Dal 2008 il Progetto si è sviluppato tanto che si trova un documento nel sito della Prefettura di Perugia   denominato “ PROGETTO “CONTROLLO DEL VICINATO”

Pieno successo del progetto “Controllo del Vicinato” nel Comune di Seravezza, frazione Querceta. Infatti nella serata del 12 agosto i Carabinieri hanno arrestato due pregiudicati che a seguito di un controllo venivano trovati in possesso di alcuni monili in oro e altri oggetti, provento di un furto avvenuto il giorno precedente nella medesima località’. L’intervento dei Carabinieri era stato richiesto da alcuni residenti che avevano notato un’autovettura sospetta che marciava a bassa velocità tra le vie di quella frazione.

Ai cittadini che hanno partecipato attivamente nell’ambito del Progetto, adottando comportamenti più vigili ed improntati ad un principio di aggregazione col vicinato, nel rispetto della reciproca riservatezza e ai militari della Stazione Carabinieri di Querceta và la gratitudine del Prefetto. Con il loro impegno hanno dimostrato la concreta possibilità di promuovere la sicurezza urbana per ridurre i reati, in particolare contro la proprietà e le persone, attraverso la solidarietà e la cooperazione con le Forze di Polizia.

Si auspica il proseguimento del progetto con una sempre maggiore partecipazione dei cittadini e la sua estensione ad altre realtà del territorio.

Possiamo dire che questo documento ufficiale mostra come le Forze dell’Ordine abbiano convalidato questa sistema di autodifesa

 

Troviamo poi una consacrazione sul principio di tale mezzo illustrato dal Criminologo  Dott. Francesco Caccetta il quale aveva  illustrato  i comportamenti tipici dei ladri e di coloro che intendono commettere un reato predatorio, le varie precauzioni e le tecniche per difendersi ed aumentare la protezione delle case. Ha evidenziato l’essenzialità del rapporto di buon vicinato e della necessaria attenzione a qualsiasi cosa inconsueta o inusuale, spiegando che è meglio un falso allarme che un danno subito (in genere solo il 50% degli allarmi si è poi dimostrato reale). Il Criminologo ha esortato  ad aderire al CONTROLLO DEL VICINATO, un principio solidaristico adottato in molti paesi anglosassoni ed affermato in tante cittadine del nord Italia, dove si è notato una riduzione dei furti nelle case fino all’80%.

 

Vicino a noi vi è la realtà di Mira che è diventata una cittadina da prendere ad esempio  grazie ad alcuni gruppi di cittadini, che in febbraio avevano deciso di organizzarsi per controllare il vicinato dopo svariati episodio di furto

L’iniziativa, ideata dagli abitanti della frazione di Gambarare, aveva lo scopo di ‘’spaventare’’ i ladri. Per far ciò, gli abitanti della frazione avevano posto nei quartieri la segnaletica ‘’Zona controllo del vicinato’’ e si erano riuniti in cinquanta, controllando determinate zone ed avvisandosi tra loro attraverso sms e telecamere private.

‘’Abbiamo deciso’’, ha riferito uno degli organizzatori, ‘’che così non poteva più continuare, dovevano essere più attivi come comunità ed evitare cioè che dei malintenzionati agissero contro le nostre famiglie. Per questo due gruppi attivi di persone hanno di volta in volta informato le forze dell’ordine di movimenti di persone sospette nella nostra località ad ogni ora della giornata. Così oltre ai ladri, hanno avuto vita dura anche falsi tecnici, truffatori, spacciatori, sbandati, molesti, e ragazzini in vena di vandalismi’’.

Leggiamo da un articolo della Nuova Venezia

 

 

Là dove hanno fallito le famose “ronde” funzionano invece i gruppi di controllo di vicinato. Gli atteggiamenti “militareschi” fecero un buco nell’acqua, i più tranquilli controlli tra vicini di casa con un semplice telefonino hanno invece un successo che sfiora il 100%.

Da quando i gruppi di controllo di vicinato  sono stati organizzati, cinque mesi fa nell’area Molin Rotto a Gambarare per combattere la microcriminalità dilagante e i furti, questi tipi di reati si sono quasi azzerati. Sono stati piazzati come deterrenza contro i ladri anche una serie di cartelli autorizzati dal Comune che indicano la presenza dei volontari. Il costo dei cartelli di 700 euro se lo sono accollati gli stessi residenti.

Di fatto due gruppi di 25 persone ciascuno controllano un territorio circoscritto grazie a continui scambi di messaggi sui cellulari e sistemi di telecamere private. Nei mesi precedenti all’iniziativa in quest’area erano avvenuti decine e decine di furti.: case svaligiate, auto razziate, garages svuotati e anche un caso di rapina, oltre a tutti i casi di truffe fatte da falsi tecnici.

«Abbiamo deciso», dice uno degli organizzatori, «che così non poteva più continuare e dovevano essere più attivi come comunità ed evitare cioè che dei malintenzionati agissero contro le nostre famiglie Per questo due gruppi attivi persone hanno di volta in volta informato le forze dell’ordine di movimenti di persone sospette nella nostra località ad ogni ora della giornata. Così oltre ai ladri, hanno avuto vita dura anche falsi tecnici, truffatori, spacciatori, sbandati, molesti, e ragazzini in vena di vandalismi. Da quando i gruppi sono attivi si sono avuti uno o due episodi di tentati furti in cinque mesi. Insomma quasi nulla rispetto al periodo precedente».

L’esperimento funziona e gli organizzatori sono intenzionati a potenziarlo con l’arrivo dell’estate . Continueranno ad esserci le limitazioni alle segnalazioni . «Per il rispetto della privacy», spiegano gli organizzatori, «non saranno segnalati per esempio coppie di fidanzatini o l’amante del vicino o un semplice diverbio famigliare». Un esperimento di questo tipo è partito anche a Oriago in via Lago di Lugano in questi giorni, e anche questo sembra dare risultati promettenti.

 

Tutto bene

Nell’incontro avuto con gli amici di Mirano abbiamo discusso metodi e risultati e abbiamo raccolto loro suggerimenti e loro hanno raccolto nostri suggerimenti

 

Vediamo allora le differenze e cosa fa ritenere i nostro Progetto +Sicura più facilmente stendibile con una maggiore diffusione e velocità di trasmissione dei dati.

Unico problema che mentre il loro progetto è visto in maniera amico dalla Amministrazione e dalle Forse dell’Ordine da noi è visto come  un nemico in quanto rispetto a loro per noi la sicurezza è globale e quindi rendiamo pubblici tutti i problemi e spesso le Istituzioni vedono le segnalazioni come critiche a loro e non come elementi propositivi come invece lo sono

 

Vediamo allora le differenze:

Prendiamo le domande e le risposte nella pagina del loro sito

E vediamo le diffeernze

http://www.controllodelvicinato.com/faq.html

 

 

L’iniziativa è politica o politicizzata? 
No, non c’entra alcun partito politico infatti l’iniziativa è stata ben recepita dai gruppi politici più disparati. Il Controllo del Vicinato mira esclusivamente a creare maggiore sensazione di protezione e una maggiore consapevolezza e coesione sociale, senza altri fini se non quello di difendere i propri beni e i propri familiari nel rispetto della legge.

Anche per +Sicura vale la stesa regola. Anzi gli amministratore della pagina cancellano ogni farse che si riferisce ad un partito o frasi razziste

E’ pericoloso? 
No, non si corre alcun rischio né è richiesto alcun intervento se non qualche appunto che potrebbe tornare utile alle autorità e una telefonata al Coordinatore, alle Forze dell’Ordine o al vicino coinvolto da un presunto “atto illecito” a seconda dei casi. Si può chiedere a una persona che giri senza meta apparente nel quartiere guardando nei giardini o nelle case, “Posso aiutarla? Cerca qualcuno?”, allo scopo di far capire alla persona che non è passata inosservata ma questo gesto così come qualsiasi altra iniziativa personale è totalmente facoltativo. Importante: non assumere atteggiamenti aggressivi o di sfida verso sconosciuti!

Gli Amministratori di + Sicura girano , verificano , chiedono e intervistano persone sospette nel limite del possibile senza stimolare reazione violente o pericolose

E’ un’associazione? C’è da pagare?
No, nessun fine di lucro per l’iniziativa e non c’è nulla da pagare, la partecipazione è volontaria e mirata a creare un sentimento collettivo di attenzione. L’unico investimento è da parte del Comune quello di indire una riunione in luogo pubblico in orario serale e di apporre alcuni cartelli nelle zone che facessero richiesta di attivazione di CdV.

La Rete + Sicura non chiede nulla al Comune e ogni riunione o cartelli o manifesti o altro è a spese degli Amministratori o di offerte se in futuro qualcuno le volesse donare

Quali costi ci sono?
A parte i cartelli (a carico del Comune) e un po’ di tempo per un incontro il Controllo del Vicinato non prevede altri costi.

Ogni costo per qualsiasi manifestazione o gadget o altro è totalmente a carico egli amministratori della rete + Sicura

Come viene vista dalle autorità? 
A pochi mesi dall’adozione sono state riscontrate solo opinioni positive, specie dalle Forze dell’Ordine le quali possono contare sull’aiuto dei cittadini per intervenire miratamente su segnalazioni specifiche, il che rende più efficace il lavoro delle pattuglie impegnate quotidianamente nei sulle nostre strade e che possono concentrarsi dove c’è maggiore necessità sapendo di poter contare su segnalazioni puntuali in caso di necessità.

Attualmente solo alcune Amministrazioni hanno dimostrato considerazione e hanno chiesto o sollecitato la collaborazione. Si spera che in un futuro tale collaborazione sia fattibile. Al momento La Nostra Amministrazione ci critica perché legge critiche  alla conduzione della città e a problemi legati alla sicurezza. Ci vede come una alternativa alla Amministrazione alle Forze dell’Ordine mentre invece noi vogliamo solo sensibilizzare la gente e collaborare con le istituzioni per difendere noi e la città

 

Nelle zone di Controllo del Vicinato viene fermato chiunque, indistintamente? 
No, in linea di massima non viene fermato nessuno anche perché nessuno ha l’autorità di fermare altri individui. In caso di atteggiamenti sospetti da parte di qualcuno o ci si accerta amichevolmente se la persona sia in cerca di qualcosa di specifico (amici, negozi, altro) o si avvertono semplicemente le autorità competenti.

Lo stesso per gli aderenti alla Rete + Sicura

Sono previste ronde?
No, contrariamente ad alcuni altri sistemi di Neighbourhood Watch (esempio alcuni modelli in UK) non è previsto alcun tipo di ronda in base al principio che è più opportuno anziché avere qualcuno che passa in strada guardando le case, fare sì che dalle case si guardi maggiormente in strada. Un vantaggio aggiuntivo è che mentre le ronde passano per un’area, i vicini sono quasi sempre presenti!

Lo Stesso avviene e si auspica avvenga con gli aderenti a Rete + Sicura

Il modello di Controllo del Vicinato è applicabile ovunque? 
Il Controllo del Vicinato è applicabile ovunque. La zona ideale per l’applicazione del Controllo del Vicinato è tuttavia piuttosto circoscritta (e ciascuna con un proprio coordinatore), non sono ideali per poter avere una chiara situazione del viavai di auto e persone le zone con troppi esercizi commerciali o con uno o più palazzi di grandi dimensioni.

Il Modello di Rete + Sicura è applicabile e ripetibile in ogni paese o città Non ha a confronto del Progetto Controllo del Vicinato limiti di persone, quartieri o vie.. Vanno bene zone solo abitate o zone commerciali.

Quando devo chiamare la Polizia?
Chiama la polizia quando vedi che viene commesso un crimine o quando a seguito di elementi sospetti credi che un crimine possa essere commesso a breve. Meglio che la Polizia accerti un possibile crimine prima che qualcuno ne sia vittima!

Concordiamo anche noi con gli stessi principi. Tendiamo a prevenire. Prevenire meglio che curare. Prevenire meglio che succeda il furto o il danno. Si può chiamare la Polizia o i Carabinieri

A)  Dall’incontro che abbiamo avuto con il Comitato di Controllo Di Vicinato di Mira abbiamo raccolto e approvato l’idea di preparare dei cartelli simili ai loro per indicare le zone che i cittadini ci segnaleranno come posti a rischio e saranno maggiormente sorvegliati  agli aderenti alla Rete + Sicura. Saranno displocati nei posti scelti con il persone dalla Amministrazione ad indicare che tale vie o piazze sono maggiormente sorvegliate dai cittadini stessi

 

b) Ci saranno incontri con i cittadini aperti al pubblico e alle istituzioni in cui farà il punto della situazione e saranno presenti esperti del settore che esporranno consigli  e faranno relazioni utili per capire come difenderci meglio e in modo legale

 

Prendiamo come fattori positivi alcuni punti derivanti dall’uso degli avvisi che le zone sono maggiormente sotto l’occhio dei cittadini

Far sapere tramite l’apposizione di cartelli  a chiunque passi nella zona che la sua presenza potrebbe non passare inosservata e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno del quartiere. 

Un insieme di piccole attenzioni fa sì che i molti occhi di chi abita il quartiere rappresentino un deterrente per chi volesse compiere furti o altro genere di illeciti “da strada” quali furti, graffiti, scippi, truffe, vandalismi etc. La collaborazione di tutti è fondamentale perché si instauri un clima di sicurezza che verrà percepito da tutti i residenti e particolarmente dalle fasce più deboli che rimangono a casa come anziani, donne e bambini. 

Il senso di vicinanza unito alla sicurezza che al suono di un allarme, a un’invocazione di aiuto, o di fronte a qualunque altra situazione “anormale” ci sia una tempestiva reazione del vicinato fa sì che ci si senta maggiormente protetti all’interno della propria abitazione e contemporaneamente rafforza i rapporti all’interno di una comunità diventata più unita e consapevole. Non ultimo, si instaura un dialogo continuo e sensibile tra cittadini e forze dell’ordine alle quali il Coordinatore dell’area di Controllo del Vicinato riporterà gli episodi o le segnalazioni più significative.

 

Vi sono alcuni consigli che prendiamo dalla loro esperienza che riteniamo validi anche per la Rete + Sicura

 

  • Sensibilizzare il vicinato circa l’importanza che tutti prendano parte a questa sorta di “auto-controllo”. Quante più persone la effettueranno, tanto più sarà efficace.
  • Prestare maggiore attenzione a ciò che avviene nel proprio quartiere, nelle proprie strade.
  • Segnare su un taccuino eventuali auto (tipo, targa) che risultino sospette. Auto diverse dalle solite che transitano in zona magari lentamente o con a bordo persone sospette, auto o moto che siano parcheggiate lungamente di fronte a delle abitazioni con qualcuno a bordo etc. In caso di furti questi indizi potrebbero rivelarsi utili alle autorità.
  • Chiedere a persone che passino all’interno del quartiere guardandosi troppo in giro se abbiano bisogno di aiuto o se stiano cercando qualcuno. E’ un semplice, antico gesto per far sapere alla persona che non è passata inosservata e un possibile aiuto a visitatori occasionali del quartiere.
  • Non sono richiesti né eroismi né particolari competenze, si tratta sostanzialmente di essere più vigili, di osservare meglio; per esempio guardare meglio fuori casa, la strada o la proprietà del vicino, quando si esce o si rientra a casa o quando si stende il bucato, quando si fuma sul balcone oppure si porta a spasso il cane, etc…
  • Uscire al suono di un allarme anziché fingere di non sentirlo. Nessuno chiede di correre fuori dalla vasca da bagno e precipitarsi in strada, ma quante volte ci basterebbe aprire la finestra o fare pochi gradini per verificare che non si stia perpetrando un reato? Se anche solo quattro persone di un vicinato guarderanno per pochi secondi fuori dalla finestra prestando attenzione ad eventuali anomalie (es. segni di scasso, finestre aperte, vetri infranti, auto o furgoni) si avranno quattro prospettive diverse di un possibile crimine e qualcuno pronto a chiamare le Forze dell’Ordine.

Guardare fuori quando abbaiano i cani del vicino o se qualcuno parla concitatamente oppure grida sotto casa

 

Sono consigli che sono sempre validi e che saranno ribaditi nel tempo da noi

 

Croce Bianca e AVIS : un volontariato con il cuore contro il Melanoma ad Annone Veneto !

Due mesi orsono il Dr Milano, Primario di Cardiologia dell’Ospedale di San Donà di Piave propose alal Croce Bianca di Annone Veneto di organizzare un incontro per sensibilizzare la gente del posto sul problema MELANOMA

La zona tra Annone Veneto e San Stino fino a Caorle e Torre di Mosto ha una percentuale di ammalati di melanoma di molto superiore alla media nazionale.

Il Dr Milani è molto attivo sul fronte del volontariato in modo particolare con ” Gli Amici del Cuore”  e ben conosceva la voglia  della Croce Bianca e dell’AVIS del posto del sensibilizzare la popolazione sulle principali patologie. Ogni anno infatti le due Associazioni di Volontariato organizzano conferenze e giornate di prestazioni gratuite.

Noi avevamo lanciato nel 2011 una campagna di sensibilizzazione per la diagnosi precoce del Melanoma su tutto il territorio della ASL N 10 ( Veneto Orientale). Tale campagna costruita con i Rotary Club i Lions Club e il Sorptimist hanno dati risultati ottimi e noi abbiamo proseguito in vari comuni sia del Veneto Orientale che in provincia di Venezia, Treviso e Padova.

Metto qui sotto il manifesto che invitava a tale Campagna di sensibilizzazione

 Il Dr Milani lanciò l’idea di un incontro ad Annone Veneto  e la Croce Bianca e l’AVIS furono entusiasti e concordarono una data per una conferenza ma andarono oltre. Non solo la conferenza ma anche una giornata dedicata , come loro usano, a visite gratuite su tale patologia

Preparano questo manifesto

L’AVIS la conoscono  tutti ma la Croce Bianca è meno diffusa e meno conosciuta per cui metto qui sono una spiegazione di chi sono e come operano

La Croce Bianca, Volontari del soccorso civile, Onlus di Annone Veneto, è un’Associazione di volontariato che persegue fini di solidarietà civile e sociale.

E’ apartitica, aconfessionale e senza scopi di lucro.

Regolata da un proprio Statuto registrato, è iscritta nell’Albo del Volontariato della Regione Veneto ed opera nei limiti della vigente normativa in materia: la Legge statale n° 266 del 1991, la Legge regionale n° 40 del 1993 ed il Decreto legge n°460 del 1997.

Promossa dall’AVIS e dall’AIDO, l’Associazione si è ufficialmente costituita in forma autonoma il 17 marzo 1995, ma la maggior parte dei suoi fondatori operava in paese già dal settembre del 1991 come espressione locale di un più ampio gruppo di volontari che tra il 1987 ed il 1989 aveva dato vita  ad un’ analoga associazione intercomunale con sede a Motta di Livenza.

Scopi specifici della Croce Bianca sono:

-il trasporto in ospedale o in altro centro sanitario di persone ammalate, infortunate o comunque bisognose del servizio per visite mediche, analisi cliniche , terapie e ricoveri;

-l’assistenza con i propri mezzi a manifestazioni sportive, folcloristiche, ricreative e sociali, su richiesta degli organizzatori.

Inoltre, compatibilmente con le proprie risorse, la disponibilità e le competenze dei Volontari, l’Associazione:

- collabora con Istituzioni pubbliche e private, il Servizio Sanitario Nazionale, la Protezione Civile ed altre Associazioni di volontariato ispirate alla civile ed umana solidarietà;

- promuove ed organizza corsi di informazione sanitaria e di addestramento per i propri soci e per i cittadini.

 

IL NOSTRO VOLONTARIATO

Possono essere soci della Croce Bianca i maggiorenni di entrambi i sessi che, mossi esclusivamente da spirito di solidarietà, condividono le finalità dell’Associazione, ne  accettano le regole statutarie e garantiscono la loro disponibilità per un servizio volontario e gratuito.

I soci in attività sono assicurati per malattia, infortunio e per la responsabilità civile verso terzi.

Attualmente i Volontari sono oltre una trentina e svolgono mansioni di autista  e/o accompagnatore.

Aiutano le persone trasportate ed eventualmente le assistono nei rapporti con i sanitari e nel disbrigo di pratiche varie (pagamento tickets, ritiro referti, prenotazione appuntamenti, ecc.) relazionando poi, se necessario, ai familiari o ai medici di base.

Anche il coordinamento dei servizi (raccolta delle prenotazioni ed organizzazione dei trasporti), il controllo e la manutenzione degli automezzi vengono assicurati da personale volontario che utilizza a tal scopo strutture finora messe a disposizione dall’Amministrazione comunale.

Dal 2003 la Croce Bianca collabora con l’AVIS che gestisce il Punto prelievi comunale (operativo tutti i lunedì mattina dalle 7.30 alle 8.30 presso la Sede di via Postumia 54)  provvedendo al ritiro presso il laboratorio ospedaliero di Portogruaro dei referti clinici che poi vengono distribuiti dalla Farmacia del Paese.

MEZZI UTILIZZATI E FINANZIAMENTI

La Croce Bianca può contare su quattro macchine di sua proprietà: una comoda autovettura corredata di carrozzina, tre autoveicoli attrezzati per il sollevamento ed il trasporto di disabili.

Dispone anche di un montascale elettrico per lo spostamento sui diversi piani di un fabbricato di persone in carrozzina

Finanziariamente l’Associazione si sostiene:

- con i contributi degli utenti che concorrono alla parziale copertura (70% circa) delle spese di gestione (carburante, assicurazione automezzi e volontari , tasse, riparazioni, ecc.);

- con periodici contributi erogati da Enti pubblici e da Associazioni private;

- con offerte spontanee di privati cittadini, spesso in memoria di familiari o amici defunti.

- con i proventi derivanti dalla scelta per la destinazione del cinque per mille dell’Irpef effettuata dai contribuenti all’atto della denuncia dei redditi in favore della Croce Bianca  (codice fiscale 92015980276).

 

Quello che mi ha colpito in questa Associazione e nell’AVIS è il cuore che loro mettono in quello che fanno. Credono in quello che fanno e lo fanno bene .

Mi è stato difficile incontrare nei vari comuni dove andiamo a fare conferenze delle Associazioni così unite in un volontariato vero e entusiasmante

 

E allora siamo partiti con la conferenza di mercoledì 4 giugno. La serata era organizzata e si è offerto strada facendo il regalo di Giuseppe Cosacco che presiede la DACOS Sistemi ma è anche membro de ” Il Ponte” . Cosacco aveva ideato da poco un canale che trasmette i grandi eventi in streaming ad alta definizione . E il regalo è stato: vengo io e trasmetto la conferenza in diretta. A che ci risulta è stata la prima volta che una conferenza sulla Prevenzione sia trasmessa in diretta. In questi giorni trasmette gli eventi con Del Piero a Jesolo come l’anno scorso in occasione del Mondiale di Calcio

 

E la popolazione ha reagito bene alla conferenza. La sala , come potete vedere dalle foto era piena e la gente è rimasta fino alla fine. Abbiamo fino poco prima della mezzanotte. E la gente ha partecipato attivamente con discussione e domande interessanti.

Ci siamo divertiti e divertendosi si impara e credo che la gente abbia imparato alcune cose. E lo posso dire perché molte persone sono poi venute alla fine a parlarci e a fare domande extra. Noi abbiamo lasciato la sala dopo mezzanotte , stanchi ma felici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E poi la domenica !

Quando siamo arrivati alle 8.15 come da accordi in quanto la visite dovevano iniziare alle 8.30 abbiamo visto la fila della gente in fila all’ingresso e ve lo faremo vedere dalle foto

All’esterno due volontari raccoglievano i dati e preparavano un cartellino con tutte le notizie utili

E anche questo le potete vedere dalle foto.

Per scherzo avevamo scritto che avremmo visto tutte le persone anche se l’orario era dalle 8.30 alle 12,30, ma la verità era un’altra. Le gente continuava a venire per cui si è deciso di fermarsi a 100 persone ( poi sono state viste 104) persone

Diverse persone se ne sono andate via dopo le ore in fila e 35 persone sono state rinviate a data da destinarsi., E Tale data è poi stata fissata a domenica 29 giugno sarà una altra festa.

E adesso le foto di domenica scorsa.

Ma anche i dati hanno un senso e poi li daremo

 

 

 

 

 

 

 

Questa era la gente in attesa chi dentro e chi fuori. Avevamo preparato rinfresco con il Tè Verde !

 

 

 

 

 

 

 

Abbiamo visitato 104 persone e abbiamo trovato 37 casi di nevi pericolosi. Poche erano le persone con obiettività negativa . La maggior parte doveva fare controlli approfonditi e 37 dovevano avere un piccolo intervento che probabilmente sistemerà il tutto.

Poi ci sarà l’esame istologico che dirà la verità. E qaundo avremmo i risultati questi saranno pubblicati e resi disponibili alla ASL

E’ stata una faticata ma una domenica favolosa

E chiudiamo con altre due foto della giornata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un GRAZIE di CUORE ad Annone Veneto, alla Croce Bianca e all’AVIS che ha saputo fare qualcosa di buono per la gente con il sorriso sempre nei visi di tutto

Ci siamo divertiti ad aiutare la gente e speriamo che questa giornata sia servita veramente a mota gente

Le notizie sui giornali ma la verità è diversa ! La Sicurezza è dei Citattadini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi sono gli articolo apparsi sulle testate del nostro territorio

Ma sarà vero ?

E’ stato veramente il Comune che ha avuto l’idea di aderire al Protocollo Regionale ” Mille Occhi sulla Città” ?

Chi ha la memoria buona ricorderà quanto noi di San Donà+Sicura abbiamo sostenuto e proposti al Comune

Dopo IL Convegno sulla Sicurezza  noi siamo andati avanti e non vedendo risposte nell’Amministrazione abbiamo pensato come fare approvare la sinergia tra Guardie Giurate e Polizia Locale o Forze dell’Ordine

Ne è la prova un articolo provocatorio a firma di Fabrizio Cibin sul Gazzettino

 

E allora spieghiamo bene come sono andate le cose perché a leggere i giornali sembrerebbe che il Comune di sua iniziativa abbia proposto e aderito al Protocollo ” Mille Occhi sulla città” in cui Crede molto il Sindaco Andfrea Cereser !

 

San Donà+Sicura ora sta spopolando. Fino a ieri San Donà era una città in cui i cittadini non avevano speranza ma solo rassegnazione.

Questo per diversi problemi ma in modo particolare per la sicurezza.

Poi le cose sono cambiate

Tutto è iniziato con il Convegno sulla Sicurezza al Forte 48 organizzato da ” Il Ponte”  venerdì 7 marzo.

Subito a conclusione di tale convegno in cui presentai il video dei ladri che svaligiarono casa mia  scrissi su questo sito

”  l’idea di fare questo convegno è nata quando proprio il giorno in cui organizzammo il convegno sulla Sanità i ladri mi svaligiarono la casa. Ma poi si decise di farlo a marzo perchè fui colpito dal clamore dei cittadini intorno al caso di Alem Saidy, il ragazzo picchiato un mese fa.

Quando pubblicai l’articolo sulla sicurezza e sul pestaggio del ragazzo afgano su questo sito avemmo migliaia di lettori, anche 7000 in un giorno. Questo era un segnale che la gente aveva paura e che la microcriminalità era imperante anche a Sa Donà.

D’altra parte nessun segnale veniva dalla Amministrazione.

Quante volte abbiamo parlato elle piste ciclopedonali ? Quante volte il Consigliere Fingolo delal Lista Civica Noi per San Donà ha chiesto un cosiglio straordinario sulla sicurezza  o quante volte ha portato alla attenzione del consiglio con interrogazioni e con mozione sulla pericolosità delle pieste ciclopedonali ?

Dalla Amministrazione non è arrivato nessun passo

Io sono amico di Leo Oliviero. E’ un medico e lo sento spesso. Da un punto politico ci sentiamo. Non come esponente partitico ma politico.  Sulla sicurezza la pensa come me . Ma deve stare al governo e nemmeno lui che ha sempre tuonato nella passata amministrazione su come far funzionare  la legge ha fatto qualcosa

Non è lui l’Assessore alla Sicurezza ?

Non era lui a dovere intervenire ?

Non era lui dovere  fare un convegno pubblico  per dire cosa era bene fare e sentire i problemi e vedere assieme alle forze dell’ordine e assieme ai magistrati cosa si poteva fare  e cosa consigliare ai cittadini ?

Quante volte ho detto anche a Leo Oliviero che non costava tanto mettere uno specchio  all’angolo dell’Ospedale nella curva della Pista Ciclopedonale vicino al laboratorio analisi  dove sempre avvengano piccoli incidenti ?

Fatto qualche cosa ?

E allora se i politici non fanno nulla noi abbiamo cercato di fare qualcosa. ”

Ci siamo incontrati con Jesolo+Sicura nella persona di Nicola Manente e abbiamo trovato un accordo per una sinergia.  abbiamo aperto  una pagina simile alla loro con il Nome di San Donà+Sicura su FB

Il prossimo comandante della Polizia Municipale che dovrebbe unire Jesolo e San Donà si è detto disponibile a lavorare come a Jesolo controllando e mettendosi a disposizione in maniera pratica con tutti quelli che vogliono vivere in serenità e con il sorriso.

Bisognava vedere però se  la amministrazione ci dava  una mano

Bisogna capire che i cittadini si trovano in stato di necessità e devono anche capire che devono aiutare anche loro. E’ come per la Sanità. I tagli ci sono e sono importanti. E allora noi vediamo in aiuto cercando di facilitare il cittadino con prezzi possibili. Noi della Casa di Cura lo abbiamo già fatto con accordi con la Confesercenti e presto con la Confcommercio .

Lo stesso sarà con la Sicuerezza. I cittadino devono capire che lo Stato non ha soldi per tutto e un aiuto lo deve dare anche lui.

Eravamo stati contattati al Convegno dai Rangers, uno dei gruppo di sicurezza privati più grandi in Italia.

Abbiamo deciso di vedere se riuscivamo a fare sinergia non solo con I Rangers ma con tutte le forze delle pattuglie che girano di notte per la città e le frazioni

Io credo che alla fine tutto questo lavoro se trova la collaborazione dei cittadini e delle associazioni di categoria porterà i suoi frutti

E dopo aver fondato la pagina di San Donà+Sicura

Ci siamo riuniti nella pagina . Ci siamo dati 8 amministratori ed abbiamo cercato di vedere di trovare la adesione dei cittadini, la loro collaborazione e vedere come fare partecipare la Amministrazione.

Il 2 aprile abbiamo fondato la pagina intereattiva e già il giorno 8 aprile scrivevamo

Poi abbiamo smosso le acque e anche la Amministrazione se ne è accorta

In un articolo del Gazzettino di quel giorno  il Vicesindaco in sostanza dice quello che noi dicevamo da più di un mese ” Bisogna che i cittadini collaborino con le forse dell’ordine segnalando ogni problema di pericolo, ogni violenza, ogni abusivo eccc con segnalazioni in modo da ridurre questi fenomeni . E si riferiva ai mendicanti pericolosi o in ogni ai mendicanti che molestano.

Sostanzialmente quello che noi stiamo facendo e quello che i cittadini hanno cominciato a fare in questi giorni.

La collaborazione è iniziata e aumenterà

Se ne è accorta anche la Amministrazione che si deve porre uno stop ai pericoli, agli abusivi  ai mendicanti che opprimono gli anziani e i deboli e le donne con bambini

Ma la Amministrazione se ne accorgeva ma in pratica non si faceva nulla. Nemmeno uno specchio come promesso.

Presentammo la pagina alla televisione

E il successo aumentava

ma la Amministrazione taceva

Allora il giorno 5 maggio chiedemmo un appuntamento al Vicesindaco Leo Oliviero per portare le nostre proposte : Gentilmente venimmo ricevuti il giorno successivo martedì  6 maggio alle ore 13. Eravamo in 5 persone  e decise a dare le nostre richieste ed ad ottenere risposte

Fummo ascoltati e ci furono promesse.

Portammo a Leo Oliviero copia del Protocollo ” Mille Occhi sulla Città” che lui e la Amministrazione non conoscevano.  Un dirigente dei Rangers spiego il protocollo e il progetto che intendevamo portare avanti. Ci promise che lo avrebbe caldeggiato in Giunta. Ci promise che si poteva fare  e aderire e doveva verificare non conoscendo il Progetto.  Ci promise che il giorno successivo alle ore 14 ci saremmo trovati con il Vicecomandante Finotto e lui stesso all’Ospedale per vedere come mettere il tanto atteso specchio all’angolo. E così fu e ci venne detto che lo specchi ci sarebbe stato.

Venen deciso che ogni compagnia di guardie giurate private avrebbe partecipato ad un bando in cui le guardie giurate avrebbero fatto la guardia ai siti comunali a costo zero e che i cittadini avrebbero deciso o meno se aderire ad un servizio privato che sarebbe stato in collaborazione con le forze dell’ordine

Il lunedì successivo sentimmo Leo e ci disse che la giunta faceva difficoltà ad recepire il progetto. Noi eravamo decisi e decidemmo di fare una conferenza stampa per  esporre i progetti che avevamo chiesto alla Ammnistrazione.

Dopo poche ore il Vicesindaco ci telefonò dicendo che la Giunta aveva approvato e che il progetto andava avanti in tutto. Chiese di non dare la notizia alla stampa perchè era meglio darla assieme in una conferenza stampa in modo che la Amministrazione ne venisse furori bene come se il progetto fosse stato fatto assieme.

Noi accettammo  e non venen detto nulla alla stampa salvo notizie fra le righe sulla pagina in FB.

E poi è arrivato dato un comunicato stampa in cui si dice che la Amministrazione ha deciso, che la Amministrazione fa , che tutti assieme in giunta hanno deciso e che la Amministrazione continua a lavorare per la sicurezza dei cittadini, che il Sindaco Andrea Cereser crede molto in questo Protocollo  ecc…

E allora abbiamo voluto raccontare la verità la verità

SE non ci fossimo stati noi di San Donà+Sicura niente sarebbe stato fatto anche perché la Amministrazione per loro am missione non conosceva nemmeno il Protocollo !

Alla fine è stato un loro autogol  in quanto la gente ha capito che siamo stati noi a fare la proposta e ad avere la idea del progetto e questo fatto ha dato una grossa visibilità alla pagina di San Donà+Sicura ed ora siamo più forti.

Possiamo dire che ora nulla si fa se i cittadini e noi non siamo ascoltati !

E prossimamente ci saranno altre  novità. Andremo oltre sia nelle competenze delal collaborazione tra guardie giurate e Forze dell’Ordine e oltre nei limiti dei comuni attuali

Ne vedremo delle belle !

 

Il Cyberbullismo, un fatto del nostro tempo: cosa è ,come si previene e come si cura

Riportiamo qui il comunicato stampa che serve per la presentazione dl Convegno

 

I Rotary Club di Portogruaro, San Donà, Jesolo e Lignano Sabbiadoro-Tagliamento, con i contributi del Distretto Rotary 2060 e dell’Amministrazione Comunale di Portogruaro hanno elaborato e promosso un progetto sul tema “Cyberbullismo” iniziato alcuni mesi fa e che culminerà con un  convegno al Teatro L. Russolo di Portogruaro venerdì 16 maggio prossimo, con inizio alle ore 10,00 alla presenza degli studenti delle scuole di Portogruaro e trasmesso in streaming nelle sedi di Jesolo (Sala Consiliare) e San Donà di Piave (Auditorium Leonardo da Vinci).

Il Progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’Università di Pavia che ha elaborato e somministrato a circa 2.000 studenti un questionario volto a conoscere meglio il fenomeno del cyberbullismo (uso scorretto dei mezzi informatici) nel mondo giovanile, primo step per poi potere svolgere azioni di prevenzione.

Obiettivo del convegno, cui parteciperanno la prof.ssa Maria Assunta Zanetti dell’Università di Pavia (analisi dei dati raccolti), il dott. Roberto Bellio della Questura di Venezia (aspetti legali e di prevenzione e repressione), l’educatore don Antonio Mazzi, è di conoscere, attraverso l’analisi dei dati raccolti dal questionario, l’entità del fenomeno e fornire ai giovani, alle loro famiglie e al mondo della scuola, gli strumenti per essere bene informati e per poter intervenire sul preoccupante fenomeno del bullismo giovanile causato da un uso scorretto dei mezzi informatici.

Il progetto sul Cyberbullismo è la tangibile risposta del Rotary, che pone i giovani e le Nuove Generazioni al centro della propria Quinta Via di intervento e di programmazione.

Portogruaro, 11 maggio 2014

Michele Lipani

Presidente Rotary Club Portogruaro

 

A parte ringraziare il Rotary di Portogruaro che è il capofila di questo convegno attuale quanto non mai e il Rotary si San Donà di Piave , presieduto dal Dr Dino Casagrande che ci permette di partecipare con un sistema multimediale all’avanguardia alla storia e all’approccio al cyberbullismo che si terrà a Portogruaro vediamo brevemente di capire cosa è il Cybebullismo e perché è diventato attuale tanto che i media ne parlano e lo mostrano quasi ogni giorno.

E’ un fenomeno presente nella nostra società e da questo fenomeno non possiamo prescindere

Tutti noi conoscono il Bullismo

Quando eravamo a scuola, era frequente vederlo o affrontarlo o magari subirlo. E’ una dinamica purtroppocomune tra bambini e adolescenti, che si lega strettamente a bisogni della loro crescita espressi in modo problematico: come la paura di essere esclusi o la ricerca dell’ammirazione degli altrIl

 

Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia bullismo  online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l’e-mail, la messagistica per telefono, i blog o anche in siti web. o i telefoni cellulari

Oggi a nostri figli può accadere lo stesso, con in più la tecnologia che diventa sempre più sofisticata. Prima la si usava al massimo per qualche scherzo telefonico, ora, con il telefonino, la vittima può essere colpita 24 ore su 24 e ovunque si trovi. In più, il cyberbullo può avere un pubblico potenzialmente enorme di Internet e continuare a rimanere anonimo, o come minimo non raggiungibile fisicamente. Questo può spingerlo a colpire in modo ancora più duro e a volte pericoloso , tanto che in alcuni casi si è arrivata alla morte per suicidio di un ragazzo.

 

 

 

 

 

Qui vedete la frequenza e poi come si manifesta . Ma sono fenomeni così frequenti che tutti noi ne siamo a conoscenza perché la stessa televisione e i giornali ne parlano e mostrano le immagini di questo fenomeno

 

 

Le vessazioni possono essere fatte solo per via multimediale , sul web o per televisioni ma spesso finisce per tradursi sul contatto fisico con la vessazione fisica del soggetto

 

 

 

 

Ma le differenze tra bullismo e cyberbullismo le vediamo sull’enciclopedia

Rispetto al bullismo tradizionale  l’uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie:

  • Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia pur sempre delle tracce. Per la vittima, però, è difficile risalire da sola al proprio molestatore; inoltre, a fronte dell’anonimato del cyberbullo, spiacevoli cose sul conto della vittima  possono essere inoltrate ad un ampio numero di persone.
  • Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi.
  • Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere “un’altra persona” online  possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.
  • Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.

Come nel bullismo tradizionale, però, il molestatore  vuole prendere di mira chi è ritenuto “diverso“, solitamente per aspetto estetico, timidezza,  orientamenti sessuali o politici abbigliamento ritenuto non convenzionale ecc.

Gli esiti di tali molestie sono la riduzione della  volontà di aggregazione ed il conseguente isolamento, implicando esso a sua volta danni psicologici non indifferenti, come la depressione o, nei casi peggiori, al suicidio. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto ciò possa nuocere all’altrui persona.

 

Come si vede il problema è attuale, difficile da spiegare e capire ma è così diffuso che diventa importante proprio per i due punti che rendono un fenomeno grave

1) Frequenza o diffusione

2) pericolosità

Ben venga allora questo convegno che ha relatori importanti non solo di nome ma di capacità professionale e di esperienza su questo fenomeno

 

 

La Sicurezza è un diritto oltre che un dovere !

 

Quanto la sicurezza sia fondamentale , ancor che importante  o possiamo dedurre dalla vita che stiamo vivendo nella nostra città

Se vi ricordate qualche mese orsono quando pubblicammo l’articolo sul pestaggio al giovane afgano Alem Saidy

Ne parlammo come l’ennesimo di caos, di mancanza di sicurezza per i cittadini a San Donà di Piave

Oggi non come allora non parliamo dei furti nelle abitazioni che continuano come se nulla fosse nonostante le nostre segnalazioni .

Attualmente non abbiamo certezza di nulla e nemmeno della sicurezza personale

Oggi voglio segnalare un altro caso perchè colpisce tutti noi. Non perchè è una persona che ha sofferto in passato, non perchè si tratta di un uomo o di un giovane e non della donna di turno, ma perchè dimostra come la sicurezza è sempre meno presente. Se poi colpisce la sfera individuale e la intimità della nostra vita può colpire maggiormente

 

Allora voglio ricordare venne colpito un giovane in pieno centro e anche adesso l’episodio è successo in pieno centro

Era da solo sul marciapiede all’altezza del bar ‘Al teatro’ (Via Ancillotto) e si stava dirigendo verso la Chiesa.

Si è sentito battere sulla spalla, si è girato per vedere chi fosse ed è stato immediatamente colpito al volto e in testa da violenti pugni, tirati con l’utilizzo di un tirapugni di ferro.

Attorniato da tre (quattro?) persone, forse kosovare, si è divincolato e, benché ferito e sanguinante, ha tentato di rincorrere l’aggressore che si dirigeva verso l’edicola del piazzale delle corriere, senza capire da che parte poi si sia diretto. Si è sentito svenire ed ha chiamato i Carabinieri e qualcuno ha chiamato l’ambulanza, che lo ha portato al Pronto Soccorso prima dell’arrivo della volante.

Ha subito la frattura del setto nasale, un frattura allo zigomo ed una lesione all’occhio destro, la rottura di un dente. Operato in serata  con esito positivo è ora ricoverato in Ospedale.

Ora sorride ancora come ha imparato a sorridere vivendo nella nostra San Donà in mezzo a persone amiche e in una famiglia che lo vive come un figlio

Forse anche la ragazza rimasta colpita nel suo intimo riuscirà a dimenticare e a sorridere ma per adesso il ricordo le pesa molto

La ragazza di circa 22 anni ( noi la conosciamo ma riteniamo giusto rispettare l’anonimato come da lei e dalla famiglia chiesto proprio per la delicatezza del caso ) tornava  a casa dopo una serata tra amiche . La vicenda è accaduta  accaduta alcuni giorni fa in via Battisti a San Donà in un condomino centrale, vicino ad un noto bar che al momento era molto frequentato.Il racconto lo avevamo sentito la sera successiva dalla madre proprio mentre si stava facendo una riunione ristretta per la Sicurezza con il direttivo di San Donà + Sicura.La madre della giovane aveva raccontato l’episodio per dire quanto poca sicura fosse la nostra città e come il degrado oramai sia un fatto che colpisce tutti. Poi ha messo in rete l’episodio che è stato ripreso da San Donà +Sicura e da Venezia Today e anche dal Gazzettino. La madre ha deciso di dare voce all’episodio rendendolo pubblico per evitare per quanto possibile che si possa ripetere quanto accaduto . Noi volgiamo riportare l’articolo perchè tutti tengano gli occhi aperti e se possibile ancora più aperti visto che noi ci interessiamo di sicurezza . Pare che altre donne abbiano subito lo stesso tipo di episodio e il rendere pubblico l’episodio può aiutare altre donne  a denunciare, a non avere vergogna e ad uscire allo scoperto per cercare di individuare l’individuo se fosse sempre lo stesso o almeno per scoraggiare gli altri . Bisogna delineare i comportamenti e movimenti di queste persone che non osiamo chiamare cittadini in modo di prevenire.

Da quanto raccontato dalla madre e dalla ragazza che è riuscita a fornire anche ai carabinieri alcuni dati pur nel ricordo confuso dalla emozione del fatto il soggetto, maniaco, dovrebbe avere sui 25-30 anni, che era dentro l’androne del condominio che si apre con una fotocellula. La ragazza non aveva notato nulla in quanto il maniaco era nascosto all’interno e solo quando la ragazza ha estratto le chiavi di casa e ha aperto il portoncino d’ingresso del palazzo e si è diretta verso  l’ascensore si è trovata  a pochi metri di distanza di fronte l’uomo .  La ragazza non ha al momento pensato che fosse un estraneo che nulla centrava con il condominio e è rimasta ad aspettare che arrivasse l’ascensore e che si aprisse la porta. A questo punto l’uomo che aveva certamente calcolato i tempi e i modi si è avvicinato, si è tirato giù i pantaloni e ha iniziato a masturbarsi. La ragazza è rimasta scossa si è messa a correre nelle scale per raggiungere prima possibile la sua abitazione

Al sicuro nel suo appartamento è riuscita a raccontare il fatto ai suoi genitori che hanno avvisato i carabinieri.

Chiaramente il maniaco si era intanto dileguato  e la denuncia potrebbe risultare vana

Ma la denuncia e ora l’episodio raccontato su FB , su San Donà + Sicura, su Gazzettino, su Venezia Today  e sul nostro Sito smuoverà le acque..

La nostra città , mi scrisse al tempo dell’episodio di Alem Saidy, un  italiano che scrisse a “ Il Ponte” sembra New York ma senza il Bronx.

Ecco come viviamo

E questo fa parte del degrado che ci accerchia, che ci fa vivere con la paura , che non ci fa stare sereni e tranquilli.

Oramai non si gira più sicuri per la città, specialmente di sera. Quando si apre la porta di casa si ha paura di trovare la casa devastata dai ladri o di trovare i delinquenti ancora nella propria casa

L’altra sera ho fatto, dopo una segnalazione, un giro per la citta. La cità era deserta ma i bar erano pieni di gente , di giovani che bevevano e che fumavano.

Ecco cosa offre ora la nostra città : nulla. Ai giovani cosa si offre ?

E dopo ci lamentiamo se i giovani che non hanno nulla e forse non hanno nemmeno il lavoro, si rifugiano nel bere, nel fumo e nella droga.

Spesso mi vengono segnalati episodi di spaccio di droga e fra poco spero che la gente si abitui a segnalare sulla pagina di San Donà+Sicura e fra una o al massimo due settimane  si avrà una collaborazione costante con le forse dell’ordine.

Ma certamente una cosa che volgiamo  è che ci sia una collaborazione tra cittadini e le forse dell’Ordine e ci sia un sinergismo con le guardie giurate coma da protocollo “ mille occhi sulla città” firmato in Regione da molti paesi e città ma non da San Donà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

San Donà + Sicura: Un Successo de ” Il Ponte”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non ci aspettavamo una accoglienza così grande sulla pagina San Donà più Sicura

Mettiamo qui sotto i links per raggiungerla

Sandona + Sicura

https://www.facebook.com/Sandonasicura

San Donà+Sicura

Vediamo come PiaveTv ha presentato tale accoglienza

 

Raccontiamo una storia che sembra una favola

Due mesi fa abbiamo fatto un Convegno sulla Sicurezza. Bene. Ne hanno parlato in molti.

In quel convegno abbiamo dato un esempio di collaborazione tra i cittadini e i cittadini e tra i cittadini e le forze dell’ordine, tra i cittadini e la Amministrazione . In quel convegno infatti abbiamo reso pubblico il video die ladri in azione mentre entravano nella abitazione.

Non lo abbiamo certo fatto per prendere i ladri,; non lo abbiamo fatto certamente per recuperare la refurtiva.

Lo abbiamo per dare un esempio di coraggio, per dare un esempio che tutti devono collaborare. Lo abbiamo fatto per dare voce  a chi sostiene che i cittadini devono difendersi spesso da soli e che devono trovare tra di loro la forza di reagire e pensare a come difendersi nel caso che le istituzioni siano latitanti.

Successivamente  il 2 aprile noi del ” Il Ponte” abbiamo fondato la pagina ” San Donà+Sicura”

La pagina è stato un successo. I giornali se ne sono accorti come la stampa ma anche la televisione.

Il Gazzettino in primis e poi altri giornali e la televisione e non sola nostra PiaveTV ma anche altre hanno trasmesso e messo online il video dei ladri in azione. E molti , moltissimi lo hanno visto

E i cittadini hanno cominciato a capire che devono aiutarsi tra loro e molti si son fatti vivi sulla pagina web dando consigli e segnalando problemi. E’ stato un successo. Il vero successo è stata la collaborazione della gente

La stessa Amministrazione se ne occupata dicendo che avrebbe fatto qualcosa …e forse lo farà

Intanto il video ha dato i primi risultati concreti

Un cittadino mi ha telefonato dicendo che aveva riconosciuto uno dei due ladri ripresi dal filmato.

Ci ha dato una mano Jesolo+Sicura che è una pagina che lavora in collaborazione con la polizia municipale di Claudio Vanin ma anche con le altre forze dell’ordine

Ed è stato uno dei fondatori, Nicola Manente ad aiutarci a fare la pagina

Vediamo qui sotto la intervista che abbiamo fatto a lui per spiegarci come funziona tale pagina a Jesolo e come poi doveva funzionare a San Donà

 

 

E poi è stato un crescendo di partecipazione dei cittadini a tale pagina

Sono cresciuti i lettori e visitatori, sono cresciuti i numeri di ” mi piace” . Ma sono cresciuti in modo particolare le persone che segnalano problemi, cose che non funzionano, pericoli, discariche abusive, mendicanti molesti, zingari pericolosi e molto altro.

Oramai dopo meno di un mese la pagina è diventata inter reattiva .La gente segnala e noi controlliamo e segnaliamo alle forse dell’ordine. M;a spesso sono le persone che segnalano un pericolo o qualcosa che non va che poi telefona ai vigili o polizia municipale.

Abbiamo post che sono letti da 1500 persone e i commenti sono sempre utili.

Diciamo che non ci aspettavamo simili apprezzamenti.

Sono stati segnalati furti e pericoli di rapine

Sono state segnalate siringhe abbandonate nei parchi con pericolo specie dei bambini

Sono state segnalate discariche abusive

E’ stato segnalato il soliti problema die medicanti molesti che spesso si fanno accompagnare da bambini

Spesso sono stati avvisati i vigili

Ma per adesso la collaborazione con le forse dell’ordine scarseggia

La prossima mossa sarà quella di invitare i vigili e i carabinieri e le finanza a leggere la pagina e a vedere le segnalazioni.

Se hanno le segnalazioni , se leggono i post sui pericoli e se non intervengono allora vi è un problema che la Ammnistrazione deve risolvere

Per adesso la Amministrazione sembra assente

Ma fra breve faremo un incontro alcuni di noi e il Vicesindaco che è anche Assessore alla Sicurezza !

 

Riportiamo alcuni dei post più  visti e più commentati

 

Questo è il post piu visto in assoluto e più commentato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo è come la stampa ha annunciato la nostra nascita

 

 

 

 

 

 

 

 

 Questi sono post molto commentati e per questi sono stati avvisati i vigili cittadini

 

 

 

 

 

 

Questi sono post sulla sicurezza stradale ma non hanno avuto riscontro dalal amministrazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi sono alcuni ma dimostrano la attività dei cittadini per una maggiore sicurezza

E noi andiamo avanti !

 

Ospedale Unico e Territorio : un convegno a Meolo che ha detto molte cose importanti ma le ha dette a pochi

 

 

 

 

 

Oggi vi è stato un importante incontro o convegno sulla Sanità del Futuro.

Dico importante in quanto si è parlato in modo nuovo e dette cose nuove e non solo le solite cose sull’Ospedale Unico. Importante in quanto diverso e in quanto si si è parlato del futuro della Sanità e non solo dell’Ospedale Unico. Infatti non si è parlato di Ospedale Unico ma di Ospedale  “Nuovo” e di nuova Sanità

Si è parlato della persona che deve essere al centro e non di come deve essere l’Ospedale.

Certo si è detto perchè è bene che ci sia l’Ospedale Unico ma non si è scesi nei dettagli

I relatori erano i tecnici e i politici e anche i medici

Come ha ben ricordato l’Ass. Sernagiotto la Sanità bada alla salute ma la salute non è solo fisica ma anche psicofisica.  L’Ospedale  va bene , soddisfa , attrae gente da altre zona se  ha questi requisisti

1) Buoni medici

2) Ottime attrezzature

3) Comfort

Se non ci sono queste caratteristiche la gente fa 20-30 km in più e va in altri IOspedali

In sostanza quello che diciamo noi da anni

Il problema dell’Ospedale unico è un problema non solo economico  ma anche un posto di eccellenza in tutti i sensi. Dal fatto di avere medici preparati che hanno possibilità di lavorare al meglio. Se così non fosse i medici migliori andranno via , andranno in altri Ospedali e avranno possibilità migliori

Remo Sernagiotto ha fatto l’Esempio dello IOV di Padova che al momento secondo lui non va bene e allora la ente preferisce Aviano.

Io su questo non sono d’accordo. Lo IOV è un posto di eccellenza  e poi vi è umanità. Aviano sa fare immagine , sa attrarre i pazienti ma non è all’avanguardia e ha un problema. quando il paziente non va più bene lo abbandona spesso e lo rimanda nella sua zona.

Aviano è un centro scientifico , è un centro Sperimentale. Io crtedo che i nostri Ospedali debbano essere posti di eccellenza e in parte lo sono giuà

Ma si deve pensare ad un Ospedale Nuovo che offra eccellenza in ogni agglomerato di 200.000 persone, come nel Veneto Orientale.

Il Direttore Generale ha parlato bene con entusiasmo ; ha detto che abbiamo delle eccellenze. Giusto ma non basta

Ci siamo chiesti perchè ci sono tante fughe fuori dalla nostra ASL ?

Riporto quanto scritto giorni fa dopo una intervista dell’Ass provinciale sul problema.

Riportiamo anche quanto detto dall’Ass. Provinciale Canali sulla necessità di ottimizzare le risorse e le spese. Bisogna chiudere dice  reparti co sono poco utilizzati a vantaggio della qualità

Si parlva della chiusra di alcuni reparti per aver reparti solo pienamente utilizzati che attraggano e che siano di eccellenza.

Dicevamo allora “Con un utiliz zo al 50 delle potenzialità e un costo di degenza di 1 300 euro al giorno la Pediatria di Portogruaro andava ricalibrata così come altri reparti sovradimensionati  sostiene Canali

In una intervista riportata dal Gazzettino infatti Canali dice che  non pare corretto parlare di chiusura del centro pediatrico di Portogruaro quando invece si tratta di calibrare i posti letto rispettoalle richie ste

La Pediatria a Portogruaro ha avuto un utilizzo del 57 nel corso del 2012 e del 55 nel 2013 con un costo giorna liero di 1300 euro per giornata di degenza pari al costo di un posto parto di alta specializzazione di Mestre

E allora se vi è un ridimensionamento dei posti letto pur venendo garantito il servizio a Portogruaro non ci si deve scanda lizzare ma si deve avere il corag gio di affrontare la questione sani taria anche sotto il profilo dei costi che sarebbero indubbiamente minori con l’ospedale unico

Anche il reparto di Ostetricia lavora sotto standard invece delle mille nascite all anno previste dalla normativa naziona le ce ne sono solo 400 . Anche  San Donà  la casistica è sotto standard essendoci solo 600 nascite

Se uniamo le due ostetricie si avranno numeri buoni per ottimizzare il reparto.

Ci si è mai chiesto come mai la Ostetricia di Oderzo ha più parti di San Donà e Portogruaro?

E allora prima di dire salviamo un reparto o più reparti conclude Canali si deve verificare cosa comporta in termini di costi sicurezza ed efficienza specialmente in reparti delicati come Ostetricia  e Ginecologia e Pedriatria

E allora non ci sono per fare funzionare alcuni reparti che sono doppioni gli uni degli altri

E allora solo l’Ospedale unico in questo momento può garantire dei risparmi e una spesa ottimale con reparti ottimizzati”

Ecco il problema dell’Ospedale  Unico o come hanno detto dell’Ospedale Nuovo. Avere un Ospedale di eccellenza , non importa la locazione ma che possa servire i nostri cittadino, i cittadini del nostro territorio ma che possa servire anche cittadini di altri territori . Se attrae vuole dire che è un ottimo Ospedale.

Ma oggi i relatori hanno detto anche cose nuove. Non solo Ospedale Unico ma Territorio

   

 

 

 

 

 

 

 

Dispiace che il pubblico fosse poco. Era un incontro che si proponeva già all’insegna del nuovo. Non si parlava solo dell’Ospedale Unico ma di quello che la Sanità sarà in futuro. Come ha detto bene il Dr Fiorin ha fatto vedere la prospettiva , il tragitto di quello che sarà la Sanità che dovrà garantire una popolazione che sarà sempre più vecchia, con più malattie,con più costi da sostenere, con necessità di cronicità e di pluripatologie da assistere.

E allora dove era la gente che doveva riempire la sala. Non era una giornata di sole; era un Sabato qualsiasi e si doveva essere presenti.

Dove erano i medici del nostro territorio?

Dove erano i Medici di Meolo ?

Ma come ? Si parlava del nostro territorio, del loro territorio. Si spiega il futuro che coinvolgeva loro e noi !

Il discorso e il progetto di assistenza all’anziano con particolare riguardo al malato cardiopatico cronico e alla riabilitazione è stato spiegato bene dal Dr Milani.

Sono stati discorsi dei due medici ( Milano e Fiorin) di alto livello che hanno ricordato quello che molto spesso oramai ci sfugge : l’etica !

Il futuro della Sanità sarà quello di non andare in Ospedale se non per fatti acuti

Noi lo predichiamo da tempo. I codici bianchi non sono da Pronto Soccorso.

Troppi furbi vanno al PS perché fa comodo, perche pensano di non fare la fila, perché pensano di non pagare, perchè spoesso non trovano il proprio medico

Abbiamo sentito invece che in futuro il medico ci sarà

Dobbiamo portare la sanità nel territorio !

Ci saranno gli ambulatori con i servizi principali e semplici H24. In Ospedale si andrà solo in caso che il medico in servizio nel proprio centro lo riterrà necessario o in caso di vera urgenza.

Tutto questo per un risparmio ma anche per dare un servizio dignitoso al cittadino

Mai più Proto Soccorsi intasati con la ente che deve aspettare ore e ore su di una sedia in attesa dei propri turni

Sarebbe stato bello che la sala fosse piena.

Tutti hanno detto. non perdiamo il treno del Nuovo Ospedale , ma io mi chiedo perché è molti hanno perso il treno di essere presente ad un convegno che era fatto per la gente ma anche per gli operatori sanitari, medici e infermieri tutti

Non vorrei che tutto si fermasse e che si perdesse veramente il treno !

 

 

San Donà +Sicura: I ladri gli rubano in casa: pubblica il filmato e fonda un’associazione

Non ne avevamo parlato per lasciare che le cose andassero avanti da sole e si potesse vedere come andavano nel passare dei giorni.

Ma oggi il Gazzettino online ha pubblicato il video e giorni fa vi era un articolo dedicato alla fondazione di San Donà +Sicura e poiché fa parte del progetto de ” Il Ponte” è giunto il momento di parlarne.

Il video è online e lo era da circa un mese . La pubblicazione sul Gazzettino ha visto raddoppiare le visoni nel giro di poche ore e i commenti sono stati favorevoli in quanto tutti hanno capito che il mettere il video online serviva a dare un esempio e a dare uno stimolo a tutti a collaborare con segnalazioni alle forse dell’ordine.

Sull’esempio di Jesolo + Sicura  abbiamo , noi de ” Il Ponte” , creato la pagina di San Donà +Sicura in collaborazione e con l’aiuto di Jesolo+Sicura e in particolare di uno dei suoi fondatori Nicola Manente.

Riporto qui il sunto dell’articolo scritto da Davide De Bortoli sul Gazzettino di alcuni giorni fa quando è stata creata la pagina sul WEB

 

- È stata creata  “San Donà + sicura”, pagina Facebook aperta alle segnalazioni di tutti i cittadini in tema di sicurezza. L’iniziativa è del movimento di opinione “Il Ponte” il cui presidente Paolo Madeyski nel marzo scorso ha promosso un convegno sulla sicurezza rendendo pubblico il video del furto subito nella propria casa.

 

Il nuovo spazio internet appena sorto ha raccolto subito l’adesione di molte persone e dopo questi giorni siamo a 170 persone. «Abbiamo avviato questo progetto per stimolare il senso civico della cittadinanza – conferma Madeyski- Lo scopo è consentire che le persone segnalino fatti, persone e situazioni sospette alle Forze dell’Ordine, in modo che queste possano verificare e intervenire nel modo opportuno».

 

Tutti possono segnalare problemi legati alla sicurezza di ogni tipo come tentativi di furto, mancanza di illuminazione, recinzioni o alberi pericolosi, accattonaggio, prostituzione. «Ad esempio nella zona di Centro Piave e Sme anche ieri ho notato venditori ambulanti troppo insistenti con anziani e donne sole – precisa Madeyski- in centro città le commesse e titolari dei negozi di recente hanno dichiarato di sentirsi poco sicure a causa di certe frequentazioni».

 

Sarà possibile anche indicare situazioni relative a rischi per la salute pubblica come la presenza di immondizie, sostanze inquinamenti o di dubbia provenienza. Ogni disagio che possa essere di pubblico interesse. La pagina del social network riporterà i recapiti telefonici di Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Locale, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia Provinciale e dell’azienda che cura la raccolta della nettezza urbana “Veritas”.

Il progetto nasce sull’esperienza di “Jesolo + sicura” creata nel maggio dello scorso anno da Dino Mogavero e Nicola Manente. «La nostra è un’azione di volontariato – spiega Manente- Non c’è da parte di chi segnala la volontà di sostituirsi alle Forze dell’Ordine, anzi il progetto è stata creata in accordo con le stesse». Gli iscritti a Jesolo sono 1020 e i cittadini interagiscono molto, in media sono circa 600 visualizzazioni ad ogni segnalazione.

 

Come vedete nell’articolo si dicono le finalità e si fa il paragone con Jesolo+Sicura.

Noi siamo contenti di come è stata accolta tale pagina. Certamente ci vogliono mesi per abituare la gente a frequentare la pagina e a fare le segnalazioni.

Come avete visto Jesolo+Sicura ha più di 1000 cittadini che la seguono ma direi che avere 170 persone che ci seguono dopo pochi giorni è un successo.

Se ogni post di Jesolo+Sicura viene visto da circa 600 persone possiamo vedere con soddisfazione che ogni post su San Donà +Sicura viene vista dalle 100 alle 150 persone

E questo vuole dire che il cittadino vuole la sicurezza.

Lo stesso video che messo on line da PiaveTV ha visto 1100 persone in un mese , dopo poche ore della messa on line sul Gazzettino le visoni si sono quasi raddoppiate e su Youtube sono arrivate a 2100 visioni e a queste si sommano quelle sul sito del gazzettino

Nel complesso noi de ” Il Ponte” abbiamo fatto un servizio alla Città e credo che i risultati si vedranno.

Già oggi sul Gazzettino è apparso un articolo sui medicanti violenti al Centro Piave come noi abbiamo segnalato. Certamente per adesso la Amministrazione non ha fatto nulla ma credo che andando avanti così qualche si muoverà anche  da noi. Se poi arriverà come se ne è parlato al Convegno sulla Sicurezza il Comandante Unico di Polizia Caludio Vanin le cose cambieranno e credo che si faranno passi avanti.